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In Italia migliora l’integrazione fra treno e aereo

A breve nel nostro Paese sarà possibile acquistare con un’unica soluzione biglietti aerei e ferroviari. Tutto ciò diverrà realtà grazie a un’integrazione sempre più efficace fra aereo e treno per via di un’offerta congiunta che punterà a raggiungere proprio questo obiettivo.

Memorandum of Understanding (MoU)

Il Memorandum of Understanding (MoU), ovvero un documento giuridico che descrive un accordo bilaterale fra due o più parti, è stato sottoscritto il 3 febbraio tra il Gruppo FS Italiane, guidato dall’AD Luigi Ferraris, con Ita Airways e con il Gruppo Lufthansa che, oltre alla compagnia tedesca, vede coinvolte anche tutte le sue controllate, come Austrian Airlines e Air Dolomiti.

Nel dettaglio: sono due MoU che costituiscono il presupposto per realizzare importanti partnership commerciali e operative, con la finalità di offrire al cliente soluzioni di mobilità integrata e un’esperienza di viaggio agile, che permetta di usare comodamente i due vettori, ferroviario e aereo, e possa giovarsi a tal fine anche di piattaforme digitali condivise.

Detto in parole più semplici, si tratta di rendere effettive le condizioni per soddisfare al meglio le diverse esigenze di tutti i passeggeri, sia di quelli che si muovono per turismo, sia di coloro che lo fanno per affari, lavoro o ragioni familiari. I due documenti prevedono non solo la possibilità di offerte integrate per il passeggero, ma anche di definire programmi di loyalty combinati.

L’amministratore delegato Luigi Ferraris ha fatto sapere che per il Gruppo FS questi due accordi “s’inquadrano in una più ampia strategia di collaborazioni e partnership, con gli altri operatori di mobilità collettiva e condivisa, coerente agli obiettivi del nostro Piano industriale 2022-2031”.

Ciò vuol dire che è stato fatto un importante passo in avanti verso l’intermodalità in ampia scala. Ma del resto già a marzo 2022 il Gruppo FS aveva sottoscritto un’intesa con Aeroporti di Roma per una maggiore integrazione di orari e collegamenti da e per l’aeroporto di Roma Fiumicino, che anche quest’anno si è distinto per essere uno degli scali migliori del mondo.

Un’intesa che aveva appunto lo scopo di fare da apripista ai singoli accordi con compagnie aeree per integrare i reciproci sistemi di vendita e distribuzione e arrivare a effettuare le operazioni di check-in direttamente nelle stazioni ferroviarie.

Ma non solo: dal mese di luglio scorso ha preso il via anche un nuovo collegamento Frecciarossa tra Napoli e l’aeroporto Leonardo Da Vici, e sono stati ampliati i servizi già esistenti, sempre con le Frecce, su Venezia, Padova, Bologna, Firenze e Roma.

Ita e Lufthansa, a che punto siamo

Stando a quanto riportato dal Sole 24 ore, nel Memorandum firmato tra il Tesoro e Lufthansa la quota di Ita Airways in vendita è compresa in una forchetta tra il 20 e il 40%. Ciò vuol dire che il gruppo tedesco dovrebbe comprare il 40% per un esborso tra i 250 e i 300 milioni di euro.

Ita, però, non alimenterà gli hub di Francoforte e Monaco a favore di Lufthansa sulle rotte verso il Nord America, che sono considerate da sempre le più redditizie. Sul tavolo c’è anche un’altra interessante ipotesi, quella del ritorno del brand Alitalia.

Una volta siglato l’ingresso di Lufthansa nella compagine del vettore italiano, nel momento in cui sarà avviato il piano di rilancio e quando finalmente Ita inizierà a fare utili, potrebbe quindi tornare il marchio storico conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.

Secondo il piano che sembra sempre più voler prendere forma, verrebbe riservato ai soli voli intercontinentali della compagnia aerea, che manterrebbe quindi la livrea azzurra sui collegamenti domestici ed europei.

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Laghi di Tristaina, capolavoro della natura

Non molto tempo fa vi avevamo portato a scoprire alcune delle meraviglie di Andorra, un microstato situato nei Pirenei orientali, tra la Francia e la Spagna, che è anche il sesto Paese più piccolo d’Europa. Nel viaggio virtuale fatto insieme vi avevamo parlato di un’incredibile spettacolo della natura che ora andremo ad approfondire: i Laghi di Tristaina.

Laghi di Tristaina, dove si trovano e come arrivare

Quando parliamo di Laghi di Tristaina facciamo riferimento a tre meravigliosi bacini che si trovano nei pressi della parrocchia andorrona di Ordino.

Ordino si distingue per essere il comune più settentrionale del Paese e per questo regala paesaggi che sono davvero un sogno a occhi aperti, come quello che si può ammirare presso i Laghi di Tristaina.

I Laghi di Tristaina prendono vita in una zona particolarmente suggestiva in quanto le mistiche vette dei Pirenei dividono 3 Paesi: Andorra, Spagna e Francia. Si trovano a circa 2300 metri di altitudine e sono raggiungibili esclusivamente a piedi, grazie a un percorso fatto ad anello che si dirama tra le meraviglie della natura.

L’escursione per ammirare i Laghi di Tristaina

L’anello che porta alla scoperta dei Laghi di Tristaina è uno dei sentieri escursionistici più frequentati di Ordino —dichiarata Riserva della Biosfera dall’UNESCO dall’ottobre 2020— e dell’intero Principato di Andorra. La difficoltà del percorso è moderata ed è adatto a camminatori di ogni livello.

Andando più nel dettaglio, la salita fino al primo lago è un tratto abbastanza facile e persino ideale da fare con i bambini. Il tempo di percorrenza necessario è di circa 40 minuti e vi permetterà di avere dinnanzi a voi uno scenario perfetto per una prima esperienza di montagna in famiglia.

L’intero sentiero, invece, ha una lunghezza di 4,4 km e può essere completato in tre ore. Il percorso ha una salita/discesa complessiva di +/- 201 metri con continui saliscendi. La quota massima che si può raggiungere è di 2.330 metri.

Se deciderete di fare questo tragitto in estate, oltre a scoprire natura incontaminata e cime dai profili incredibili, avrete persino la possibilità di fare un bagno nelle acque del Lago di Tristaina situato in cima. Un’avventura da provare almeno una volta nella vita in quanto il percorso si distingue per essere ben segnalato e facilmente accessibile. Ma non solo, esso consente molteplici variazioni in base ai gusti di ogni alpinista, ma il tutto senza dimenticare di prestare la dovuta attenzione.

Cosa ammirare durante l’escursione

Senza ombra di dubbio, le attrazioni principali di questo percorso ad anello sono i 3 diversi Laghi di Tristaina. Il primo, chiamato Estany Primer, è situato a 2250 metri sul livello del mare e vanta superficie di 2,1 ettari. Questo specchio d’acqua si distingue per essere il più piccolino dei tre, ma allo stesso tempo sfoggia anche l’acqua più blu della zona.

Il secondo, denominato Estany del Mig, si trova a 2287 metri sul livello del mare e ha una superficie di 3 ettari. Un bacino che colpirà chiunque lo raggiungerà in quanto è circondato da ghiaioni e colline.

Infine l’Estany de Més Amunt, situato a 2306 metri sul livello del mare e avente una superficie di 12 ettari, che è il più grande. Ha una forma circolare ed è incastonato in una caratteristica cornice glaciale di alta montagna, ai piedi della cima Tristaina. Una zona dove la balneazione in estate è consentita.

Ma le meraviglie di questo percorso non sono finite qui: proprio all’inizio del sentiero avrete l’opportunità di ammirare il monumento Arcalís 91 dello scultore Mauro Staccioli. Consiste in uno spettacolare anello d’acciaio che simboleggia la simbiosi tra leggi naturali e geometriche.

Insomma, il percorso dei Laghi di Tristaina si rivela molto adatto per gli amanti della natura e per coloro che vogliono godersi Andorra da un punto di vista assolutamente autentico.

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Abbiamo scelto la biblioteca più suggestiva del mondo: è in Italia

Leggere e viaggiare, un binomio straordinario per tutte quelle persone che non desiderano altro che fuggire dal caos e dal disordine dei giorni, per vivere esperienza autentiche, genuine e intime, meglio ancora se completamente immerse nella natura. Lo sanno bene tutti quei viaggiatori che, quando girovagano per il mondo, non rinunciano mai al piacere della lettura. E lo sanno anche tutti quelli che non mancano mai di inserire librerie e biblioteche nei loro itinerari di viaggio.

Ed è proprio agli appassionati di libri e letture che ci rivolgiamo oggi, per andare alla scoperta di una delle più suggestive biblioteche del mondo intero. Non un semplice edificio in cui entrare per sfogliare testi di ogni genere, ma una vera e propria esperienza immersiva e sensoriale che celebra la natura, la cultura e il paesaggio.

Per vivere quest’avventura non abbiamo bisogno di attraversare in lungo e il largo il globo, perché questo luogo si trova nel BelPaese, e più precisamente a pochi chilometri da Bergamo. È qui che è stato creato il Percorso Libropedonale, un itinerario letterario che si snoda attraverso paesaggi straordinari e monumenti storici e artistici, proprio qui dove esiste una piccola biblioteca che è un vero gioiello. Scopriamola insieme.

Songavazzo: il paradiso dei libri

Il nostro viaggio di oggi ci conduce a Songavazzo, un piccolo comune di appena 700 abitanti situato nella provincia di Bergamo in Lombardia. Incastonato tra i paesaggi dell’altopiano di Clusone e della val Borlezza, questo luogo si è trasformato in un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura e per gli appassionati della lettura. Proprio qui, infatti, è stato realizzato il primo itinerario letterario d’Italia che prevede un percorso libropedonale.

Grazie a una passeggiata di circa un’ora, di facile intensità e quindi adatta a tutti, è possibile andare alla scoperta di tutti i gioielli custoditi dal territorio grazie a scorci panoramici che affacciano sulla natura e sui monumenti storico-artistici che si snodano nell’area. Sempre qui è possibile perdersi e immergersi in un piccolo paradiso dei libri, uno spazio bookcrossing affascinante e suggestivo.

Il suo nome è Cà di Leber, ed è molto più di una biblioteca. Si tratta di una piccola baita realizzata in legno d’abete, e situata in Via Monte Falecchio a Songavazzo, che ospita tantissimi libri di ogni genere che possono essere sfogliati e letti da chiunque, godendo di una vista mozzafiato. Proprio nei pressi della biblioteca, infatti, esiste una panchina gigante che omaggia la cultura, e che si trasforma nel perfetto punto di riposo e di lettura per tutti i cittadini e i viaggiatori che giungono fin qui.

Panchina gigante sul Percorso Libropedonale di Songavazzo

Fonte: Getty Images

Panchina gigante sul Percorso Libropedonale, Songavazzo

Cà di Leber: la piccola biblioteca immersa nella natura

Inaugurata nel 2011, con gli anni questa biblioteca è diventata il punto di partenza di un itinerario ben più ampio che omaggia la cultura e la natura. Attorno alla Cà di Leber, che in dialetto vuol dire proprio casa dei libri, sono state costruite altre piccole casette che condividono con questa la medesima missione.

Le strutture sono dotate di panche e tavoli all’esterno, così da consentire agli avventurieri un posto dove riposarsi, rifocillarsi e leggere un bel libro circondati dal silenzio e dalla bellezza della natura. La biblioteca di Cà di Leber è anche un punto di bookcrossing, questo vuol dire che chiunque arrivi fin qui può lasciare un testo che ha già letto e che vuole condividere con gli altri.

Come abbiamo anticipato, questa piccola baita biblioteca, è il cuore pulsante di un’esperienza ben più ampia, quella che ci porta alla scoperta del Percorso Libropedonale di Songavazzo che comincia proprio da Cà di Leber. Partendo da qui, infatti, è possibile andare alla scoperta delle panchine giganti, straordinarie e suggestive, raggiungere il centro storico della città e poi concludere questo itinerario letterario attraversando il patrimonio naturalistico e paesaggistico che si snoda su tutto il territorio.

Cà di Leber

Fonte: IPA

Cà di Leber, Songavazzo
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Viaggi di lusso nel 2023: le mete più gettonate

Se tra le mete più gettonate per i viaggiatori di lusso fino a poco tempo fa c’erano Italia e Europa, quest’anno le cose sembrano essere un pochino diverse.

O meglio, il nostro Paese e la Francia sono destinazioni di lusso particolarmente ricercate da chi arriva dai mercati lontani, ma nel 2023 l’obiettivo principale sembrerebbe essere recuperare il tempo perduto e i viaggi rimandati a tempi migliori.

Top destinazioni per i viaggi di lusso

A condurre l’analisi sulle mete più desiderate del 2023 dai viaggiatori di lusso è stata la rivista di settore statunitense Luxury Travel Advisor – e riportata da TTG Italia – che ha intervistato alcuni dei big player del mercato del lusso. Quel che emerge in sostanza è che il fascino dell’Europa è indiscutibile, ma che le destinazioni che hanno riaperto le loro porte al turismo da poco attraggono più delle altre.

Stando a quanto si legge, le mete di viaggio più desiderate per il 2023 sono l’Asia, l’Australia e la Nuova Zelanda. Per andare più nel dettaglio scopriamo che Katie Cadar, direttrice di luxury leisure sales di TravelStore, ha spiegato che i viaggiatori di lusso “Vogliono andare dove non sono stati in grado di andare”.

In particolare le richieste arriverebbero per l’Asia, Sud Pacifico, Australia, Nuova Zelanda, Fiji e Giappone. A confermare quanto detto è Marett Taylor, vice presidente di Abercrombie & Kent: “Tutti stanno cercando di recuperare il tempo perduto nei luoghi che si stanno aprendo. Stanno risorgendo il Pacifico meridionale, il Giappone, il Sud Est asiatico. C’è un’ondata di richieste anche per Australia e Nuova Zelanda”.

Non meno interessanti sono le parole di Victoria Batten, vice presidente  di Langham Hospitality Group: “Abbiamo appena aperto The Langham Gold Coast, e stiamo iniziando a vedere molto interesse. Siamo anche a Sydney, Melbourne e in Nuova Zelanda a Auckland, e in effetti riceviamo numerose richieste”.

Come sta messa l’Europa

Tornando al nostro continente, quello che si può leggere sull’intervista è che il boom di viaggi di lusso che c’è stato nel 2022 sembra si stia spegnendo. A tal proposito Wendy Taylor, senior luxury advisor and director of luxury leisure di Preferred Travel of Naples, ha fatto sapere che: “Lo scorso anno sembrava che i clienti volessero fare più Europa; l’Europa era davvero in fiamme, ma ora che il Sud Pacifico si sta aprendo e si stanno aggiungendo altre destinazioni più esotiche i clienti si chiedono ‘Perché aspettare?’”

Mina Agnos, presidente di Travelive, ha dichiarato alla rivista statunitense che: “La Grecia rimane forte e la Croazia lo è altrettanto. Anche l’Egitto sta crescendo parecchio grazie alla prossima apertura del nuovo Grande Museo Egizio. E poi c’è l’Italia, che va sempre bene”.

Emerge però una critica che gli operatori muovono all’Italia: di aprire poche nuove mete. Come sostenuto da Carole Pertusini, product coordinator di IC Bellagio: “In Italia ci sono poche destinazioni nuove. Abbiamo molte richieste di viaggi attivi e all’aria aperta: proponiamo l’Umbria, e anche la Puglia, perché sanno coniugare il lato culturale con quello naturale. E infine la Sicilia, che è stata di grande tendenza nel 2022, e sarà ancora più gettonata quest’anno”.

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Sapevate che in Italia esiste il ponte naturale più grande d’Europa?

Non un semplice raccordo tra due luoghi: il ponte è molto di più di un elemento architettonico, ma può rendere unico e inconfondibile un paesaggio. Chi costruisce e progetta queste strutture cerca sempre di lasciare il segno, ma spesso il miglior “ingegnere” in assoluto è proprio la natura. C’è infatti un ponte che si trova in Italia che non ha nulla da invidiare a quelli più ammirati di tutto il mondo: è il ponte di Veja, un vero e proprio arco naturale che sorge nei pressi di Sant’Anna d’Alfaèdo (provincia di Verona), all’interno del Parco Naturale della Lessinia.

La pietra piegata alla forza dell’acqua

Non è solo la bellezza del ponte a renderlo unico e affascinante, ma anche il modo in cui si è formato. Ci sono molte leggende sulla sua origine, ma quella più accreditata è che sia nato dall’erosione della roccia carsica. Inizialmente, infatti, il ponte non era altro che una caverna e nel corso dei secoli i fiumi e i ruscelli di cui ancora oggi c’è traccia hanno insinuato le pareti. Giorno dopo giorno la pietra non ha resistito alla forza dell’acqua fino a crollare mantenendo solo l’arcata dell’ingresso che oggi è la vera essenza del ponte.

La caverna sotto il Ponte di Veja

Fonte: iStock

Uno scorcio del ponte di Veja

Se la sua formazione è certa, meno lo è la datazione su cui si sono fatte molte ipotesi. Secondo una leggenda, Dante per la creazione delle Malebolge si è ispirato proprio al ponte di Veja che aveva potuto ammirare durante il suo soggiorno presso gli Scaligeri a Verona. Alcuni critici, invece, sono sicuri che il ponte raffigurato da Andrea Mantegna nell’affresco “L’incontro” dipinto all’interno della Camera degli Sposi dei Gonzaga (da ammirare presso il Palazzo Ducale di Mantova) sia proprio quello di Veja. Molti altri invece ritengono che la teoria più accreditata sulla sua origine sia quella di don Alberto Benedetti. L’esperto della Lessinia, in base ad alcuni documenti, fa risalire l’origine alla prima metà del ‘200 a seguito di un terremoto che avrebbe fatto crollare definitivamente la caverna.

Un luogo incantevole con una storia millenaria

La natura incontaminata che circonda il ponte di Veja è solo uno degli aspetti che lo hanno reso un luogo da visitare assolutamente. Alto circa 50 metri e largo 17, può essere ammirato in tutto il suo splendore passeggiandovi al di sopra. Infatti, a differenza di altri ponti di origine naturale, in passato veniva percorso dai viandanti tanto da essere chiamato anche Ponte de Weg (der weg in tedesco significa strada) o “La Strada”.

Il ponte di Veja e la neve

Fonte: iStock

Il ponte di Veja imbiancato dalla neve

Il ponte di Veja affonda le sue radici in epoche lontane al punto da essere considerato un sito archeologico a tutti gli effetti. Sotto l’arcata, infatti, sono state scoperte una serie di grotte utilizzate come rifugio in epoca preistorica. La caverna più grande (lunga circa 180 metri), detta “dell’Orso”, per molti secoli è stata abitata e a testimoniarlo sono stati i ritrovamenti di utensili, frecce e ossa di animali preistorici, reperti che rendono ancora più intrigante la visita di questo luogo.

Questo ponte circondato da un ambiente incontaminato e l’importanza storica che porta con sé, sono la testimonianza di come la natura possa creare capolavori inimmaginabili anche dalle menti più eccelse.

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A bordo di una nave rompighiaccio: l’esperienza da fare

Non c’è nulla di più tonificante di un viaggio per mare su una nave che ti adotta e si prende cura di te. La frase di Charlie Chaplin calza a pennello nel descrivere quella che è una crociera “insolita”, ma sempre affascinante. Quando si utilizza questo termine, vengono in mente le classiche imbarcazioni di dimensioni impressionanti, dotate di ogni comfort e capaci di raggiungere spiagge e luoghi da sogno. In realtà una crociera può avere la C maiuscola anche a bordo di un rompighiaccio, il tipico mezzo pensato per navigare in mari, laghi o fiumi la cui superficie è coperta appunto di ghiaccio. È un’esperienza da fare assolutamente e che lascia ogni passeggero a bocca aperta per le emozioni provate, davvero uniche.

Alla scoperta della Lapponia

Le occasioni per approfittare di un viaggio di questo tipo non mancano di certo. L’esempio perfetto è quello della Icebreaker Sampo, rompighiaccio utilizzata per affrontare 3,5 ore di superficie completamente ghiacciata in Lapponia. Non è una crociera come tante: a bordo si viene coccolati di continuo, grazie a bevande calde sempre disponibili, visite guidate dell’imbarcazione e panorami mozzafiato. È l’ideale per una coppia che vuole affrontare un itinerario diverso dal solito e romantico come non mai, ma anche per gli appassionati dei luoghi più freddi e incontaminati del mondo. Si può addirittura “galleggiare” sul ghiaccio, grazie ad apposite tute di sopravvivenza che permettono di affrontare il gelido mare del paese di Babbo Natale.

La nave Icebreaker Sampo

Fonte: Getty Images

La maestosità della nave Icebreaker Sampo

E che dire della 50 Years of Victory? Viene considerata la nave rompighiaccio migliore per una crociera in grado di raggiungere i punti più affascinanti del Polo Nord. Capace di ospitare a bordo fino a 128 passeggeri, è anche dotata di elicotteri e di gommoni per le escursioni sul posto: riesce quindi a raggiungere facilmente tutti quei luoghi su cui nessun’altra imbarcazione potrebbe approdare. Ogni cabina è stata progettata per garantire una spettacolare vista esterna, oltre agli spazi che mettono a disposizione il massimo del comfort possibile.

Il viaggio emozionante della Polar Explorer

La Polar Explorer è un’altra nave rompighiaccio che assicura crociere indimenticabili. Il mezzo in questione è stato costruito nel 1976 e inizialmente doveva essere utilizzato soltanto per il rifornimento e l’ancoraggio di altre imbarcazioni. Nel corso degli anni si è poi deciso di sfruttarla a scopo turistico e il viaggio a bordo è un’altra esperienza da sogno. L’itinerario parte dalla costa orientale della Svezia e arriva fino alle acque ghiacciate del Golfo di Botnia, nel Mar Baltico, il tutto nel giro di tre ore.

I passeggeri possono ammirare da vicino il ghiaccio che si sgretola e approfittare di una nuotata in questo mare: il tuffo non è per nulla traumatico come si potrebbe immaginare, anzi è qualcosa di rigenerante grazie alle mute messe a disposizione dalla nave. Come recita un vecchio proverbio, per una grande nave ci vogliono grandi acque e quelle esplorate da questi rompighiaccio sono senza dubbio tra le più intriganti e pure del mondo. Una volta terminato il viaggio, si farà di sicuro fatica a dimenticare tutti i paesaggi incontrati, spesso rimasti identici a quelli che riuscirono a vedere i nostri antenati.

A bordo della 50 Years of Victory

Fonte: iStock/KadnikovValerii

Uno dei viaggi della 50 Years of Victory
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L’incredibile itinerario che ti porta alla scoperta di una nuova Santa

L’Irlanda celebra, il 6 febbraio, una nuova festa nazionale rendendo omaggio all’affascinante e potente figura di Santa Brigida e a Imbolc, festa stagionale celtica.

Per tradizione, il giorno dedicato alla Santa e a Imbolc vengono ricordati insieme il 1 febbraio ma il nuovo giorno festivo cadrà il primo lunedì di febbraio di ogni anno.

La ricorrenza da appuntare sul calendario è significativa sotto vari aspetti: riconosce alla figura femminile di Santa Brigida una posizione paragonabile a quella di San Patrizio, e ne sottolinea il legame con Imbolc, in origine festa pagana dedicata alla dea Brigida e connessa con l’attesa della primavera.

Santa Brigida, tra le potenti donne d’Irlanda

Santa Brigida, conosciuta anche come Mary of the Gael e Brigid of Kildare, è una delle molte donne che hanno segnato la storia d’Irlanda e una festa in suo onore è anche un modo per ricordare tutte loro, fondamentali per il patrimonio culturale, identitario e sociale del Paese.

La figura di Brigida, potente sia dal punto di vista del ruolo di evangelizzatrice e creatrice di un importante monastero sia in chiave mitica, patrona (tra le altre cose) della guarigione, della poesia, dell’apprendimento, della protezione, del bestiame e della produzione casearia, può essere oggi immaginata come paladina della pace, della giustizia sociale, della spiritualità, dell’istruzione e dell’ospitalità.

Nel periodo antecedente la festa di Santa Brigida, gli irlandesi sono soliti intrecciare croci a quattro punte realizzate con giunchi ed esporle nelle proprie case per propiziare il bene.

L’itinerario alla scoperta dei luoghi della Santa e della tradizione celtica

Tra i luoghi più significativi legati alla Santa (forse nata in Irlanda, a Faughart) spicca la cittadina di Kildare, in lingua celtica Cill Dara, ovvero “la chiesa della quercia”, dove fondò, nel 480, un’abbazia di monaci e suore che, ben presto, divenne una delle più prestigiose d’Irlanda, conosciuta in tutta l’Europa cristiana.
La leggenda racconta che il monastero coincida con il sito pagano dedicato alla dea celtica Brigida, dove un gruppo di giovani donne ne custodiva la fiamma eterna.

Proprio qui, dal 31 gennaio al 7 febbraio, si svolge la manifestazione Féile Bríde (Festival di Brigida), ricca di musica, danza, elementi leggendari e poesia, che evidenzia le connessioni che intercorrono tra la figura della Santa e l’omonima divinità pagana, considerata dea del fuoco e profondamente legata all’arte, al canto e alla poesia.

Tra le innumerevoli attività del Festival non mancheranno laboratori di artigianato (anche quello per imparare la tecnica d’intreccio delle croci con i giunchi), una conferenza sulla pace, incontri per approfondire ulteriori usi e costumi legati alla Santa, una camminata emotiva con luci e fuoco nonché un concerto con la cantante, compositrice e vincitrice dell’Eurovision Song Contest Eimear Quinn.

Da vedere a Kildare (circa 50 chilometri a sud-ovest da Dublino) anche la maestosa St. Brigid’s Cathedral, risalente al XIII secolo, al cui interno sono raffigurati i tre santi più amati dell’isola, Patrizio, Brigida e Colmcille.

Ancora, di sicuro impatto sono la Torre Rotonda (Round Tower) che, grazie ai suoi 33 metri di altezza, è la seconda più alta in Irlanda, il Kildare Town Heritage Centre, centro multimediale dove conoscere meglio le figure di Santa Brigida, della dea precristiana Brigid e di personaggi chiave della mitologia e del periodo medievale, e il piccolo Irish Horse Museum, incentrato sull’importanza dei cavalli nella vita irlandese.

Infine, tra le tappe da non perdere ecco i Japanese Gardens, il St Fiachra’s Garden, le rovine della Black Abbey, nota abbazia del XII secolo, e il St Bridg’s Well (Pozzo di Santa Brigida) con cinque pietre che illustrano vari aspetti della sua vita.

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Sleep Tourism, il nuovo trend di viaggio del 2023

Il mondo del viaggio è in costante evoluzione e, di anno in anno, nascono nuovi trend.

Per il 2023, oltre al turismo olfattivo, all’ascesa di lussuose lounge aeroportuali, di eleganti resort all-inclusive, di hotel di proprietà di artisti, sta prendendo il via anche lo “Sleep tourism“, il cosiddetto “turismo del sonno”.

Cresce l’attenzione per la qualità del sonno in vacanza

I viaggiatori sono sempre più attenti al tema del riposo in vacanza: ogni persona ha una propria sensibilità che influenza il sonno e risponde in modo differente alla temperatura, ai suoni, agli aromi, ai materassi e alle lenzuola.
Alcuni hanno difficoltà a dormire lontano da casa e dalle abitudini consolidate.

Alla luce di tutto ciò, è ormai chiaro che il sonno sta diventando una priorità assoluta per i viaggiatori e gli operatori del settore ne stanno prendendo atto, riservando una maggiore attenzione e creatività a questo importante lato dell’esperienza alberghiera.

E sono molte le possibilità per migliorare il sonno durante i viaggi: l’aromaterapia, la melatonina in camera, una vasta scelta di tisane, letti personalizzabili, e spazi dedicati al riposo, silenziosi e bui, soltanto per fare qualche esempio.

Gli hotel pionieri del turismo del sonno

Nel cuore della vivace ed energica Midtown Manhattan, a due isolati da Central Park South e dall’altra parte della strada rispetto alla Carnegie Hall, svetta il Park Hyatt New York, che occupa i primi 25 piani di un grattacielo di 90 piani sulla 57th Street.
L’hotel newyorchese è uno dei pionieri dello “Sleep tourism”: le stanze sono buie, silenziose e serene, isolate dal caos della città che ronza sotto. In particolare, sono sei le “suite del sonno” esclusivamente dedicate al riposo.

Non da meno è il cinque stelle Ark Hyatt New York, uno dei molti hotel che stanno innovando l’esperienza del sonno da offrire agli ospiti.

L’idea per le nuove suite dove dormire con il massimo comfort ha preso forma in un momento in cui l’hotel stava reinventando la sua proposta di benessere, nell’aprile 2021, al momento della riapertura dopo una chiusura di 376 giorni a causa della pandemia.

I materassi Bryte sono il segno distintivo delle suite per il riposo: ognuno vanta 90 “cuscini intelligenti” che rilevano, si adattano e alleviano i punti di pressione del corpo. Inoltre, monitorano la temperatura, tengono traccia e forniscono statistiche e approfondimenti sul sonno cui è possibile accedere via telefono.

Ogni suite dona vedute uniche su Central Park, un letto king-size, un ampio bagno, un soggiorno, e servizi che migliorano il sonno tra cui diffusore di oli essenziali Vitruvi, biancheria Nollapelli, mascherine per dormire e una mini biblioteca di libri che trattano l’argomento del sonno.

Tra i pionieri del turismo del sonno, perfetti per chi cerca anche in vacanza un piacevole riposo ristoratore, vi sono altri otto hotel dislocati in tutto il mondo dove vivere un’esperienza di sonno di alta qualità:

  • La Spa del sonno Hästens a Coimbra, in Portogallo, dove dormire su materassi da sogno;
  • Glamping StarStruck, in Texas, dove i viaggiatori dormono in tende geodetiche a forma di cupola, ognuna dotata del proprio telescopio, lontano dall’inquinamento luminoso;
  • Carillon Miami Wellness Resort, che prepara gli ospiti a vivere la migliore esperienza di sonno della loro vita;
  • Quattro stagioni Bali dove gli ospiti possono sonnecchiare sospesi dal soffitto di bambù su un’amaca di seta aerea, ascoltando i suoni della natura e la storia della vita di Buddha raccontata da Ibu Fera;
  • Hôtel de Crillon, a Parigi, che accoglie gli ospiti con un set “La bella addormentata” in camera, che dispone di servizi che aiutano a dormire bene la notte;
  • Champagne Reale, in Francia, dove gli ospiti ricevono prodotti che promuovono un sonno di qualità, come spray calmanti agli oli essenziali e gocce a base di melatonina che aiutano a rigenerare la pelle durante la notte;
  • Sei sensi Ibiza con un programma specifico di benessere dedicato a chi vuole riacquistare una buona qualità del sonno;
  • Cadogan, a Londra, dove è disponibile un servizio di concierge del sonno, che include una meditazione dell’ipnoterapeuta di Harley Street ed esperto del sonno Malminder Gill.
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L’incredibile scoperta riemersa dal sottosuolo al Vallo di Adriano

Quello che gli archeologi inglesi hanno da poco trovato sottoterra, presso il Vallo di Adriano, è qualcosa di davvero incredibile (e preziosissimo): in uno dei siti più importanti della Gran Bretagna, sono riemersi dei reperti molto rari che si nascondevano tra terra e limo in un posto in cui nessuno avrebbe mai pensato di cercare.

Gemme preziose trovate al Vallo di Adriano

Nei dintorni del Vallo di Adriano, e più precisamente presso la cittadina di Carlisle, sono state rinvenute ben 30 gemme preziose che erano rimaste celate sottoterra per secoli. Si tratta di ametiste, diaspri rossi e pietre di ogni genere, alcune di esse incise con immagini come quella di Venere o di un satiro. Con esse, vi erano anche 40 forcine per capelli e delle perle di vetro appartenenti ad una collana. Gli archeologi inglesi hanno trovato questi reperti nelle condutture di un antichissimo impianto termale d’epoca romana: i bagni comprendevano vasche d’acqua calda, piscine e saune, tutti luoghi di ristoro probabilmente utilizzati dai soldati di stanza proprio al Vallo di Adriano.

Come sono finiti tutti questi oggetti nelle tubature dei bagni romani? Le pietre preziose erano probabilmente incastonate in anelli, amuleti e sigilli che i soldati portavano con sé nel momento di immergersi nelle vasche: il calore, sciogliendo la colla che teneva le gemme ben salde al loro posto, avrebbe permesso a queste ultime di scivolare via e perdersi nell’acqua, per poi finire negli scarichi durante le operazioni di pulizia delle piscine. Così, questi reperti di grandissimo valore sono rimasti per secoli nascosti tra le incrostazioni delle condutture, fino a quando non sono stati ritrovati durante una campagna di scavi.

Le gemme sono state datate tra il II e il III secolo d.C., e dato il loro elevato valore appartenevano probabilmente a personalità militari o ad aristocratici. Nella maggior parte dei casi, si tratta di pietre di piccole dimensioni con incisioni minuscole, segno di un artigianato di altissima qualità. “Il metallo si espande e se la pietra non è adeguatamente fissata può cadere” – ha spiegato al Guardian il professor Martin Henig, esperto di arte romana presso l’Università di Oxford . “Immagino che le gemme recuperate dai canali di scolo si siano accumulate nel tempo, dobbiamo ricordare infatti che moltissime persone utilizzavano quei bagni”.

Che cos’è il Vallo di Adriano

Il Vallo di Adriano è un importante sito archeologico inglese: si tratta di una lunga fortificazione in pietra risalente alla prima metà del II secolo d.C., eretta probabilmente per volere dell’imperatore Adriano. All’epoca della sua costruzione, segnava il confine tra i territori romani della Britannia e la Caledonia, dividendo praticamente in due quello che è l’attuale Regno Unito – ancora oggi, spesso lo si utilizza per identificare il confine tra Inghilterra e Scozia. Ultimo avamposto militare a settentrione dell’Impero Romano, veniva costantemente sorvegliato da numerosi soldati.

Era tradizione, all’epoca, che i militari trovassero ristoro nei bagni termali: quelli rinvenuti presso Carlisle sono davvero monumentali, segno dell’importanza che rivestivano nell’antichità. Furono probabilmente proprio i soldati a perdere le pietre preziose che oggi sono state ritrovate nelle tubature degli impianti termali. L’intero complesso del Vallo di Adriano e le strutture ad esso collegate sono protette come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, per il loro immenso valore storico.

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La città di cui innamorarsi: Orvieto

In occasione della Festa degli Innamorati, una romantica luna torna a calarsi nel suggestivo Pozzo di San Patrizio a Orvieto, per celebrare l’amore in tutte le sue sfaccettature.

Dall’11 al 14 febbraio, la magica Città nascosta nel cuore della Rupe sarà l’incantevole scenario della quarta edizione di “Innamorati di Orvieto – Ti amo dal profondo!”, l’iniziativa promossa dal Comune di Orvieto – Assessorato al Turismo in collaborazione con i siti ipogei della città, Sistema Museo, Consorzio Orvieto Doc, Carta Unica, Scuola comunale di musica “A. Casasole”, Associazione MusicAlt, Comitato cittadino dei Quartieri e cooperativa Mir.

4 giorni per innamorarsi

Storia, musica, teatro, enogastronomia sono gli ingredienti dell’attesa manifestazione che torna quest’anno a proporre gli appuntamenti che avevano decretato il successo della prima edizione.

Si parte con l’esclusivo evento di sabato 11 febbraio dalle ore 18 alle ore 20, “La Luna nel Pozzo“: nel Pozzo di San Patrizio verrà calata un’affascinante luna e 72 coppie, tante quante i finestroni che lasciano filtrare la luce nel pozzo, scenderanno i 248 scalini per darsi il “bacio più profondo del mondo”.

Ad accogliere gli innamorati, tra coinvolgenti giochi di luce, le rime dedicate del “Giullar Cortese”, l’attore Gianluca Foresi, una speciale serenata e una degustazione di vino Orvieto Doc.

Inoltre, come buon auspicio, a ogni coppia sarà consegnata la riproduzione in terracotta del “denaro orvietano”, coniato autonomamente dal Comune di Orvieto tra il 1256 e il 1268, moneta portafortuna da gettare in fondo al pozzo.

Durante la stessa sera, dalle 22.30 alle 23.30, il viaggio delle coppie potrà continuare con una straordinaria visita in notturna nelle misteriose cavità di Orvieto Underground.

Domenica 12 febbraio, invece, sarà il momento di un doppio tour guidato (ore 10 e ore 15), “Nel Cuore della Rupe“, che avrà come filo conduttore la storia d’amore tra Giovanna Monaldeschi della Cervara e Pietro Antonio Monaldeschi della Vipera le cui nozze, nel 1464, segnarono la pacificazione di Orvieto dopo un secolo di sanguinosi scontri tra Beffati e Malcorini, i due rami della casata orvietana dei Monaldeschi.
Al mattino, la visita comprende Orvieto Underground, Pozzo di San Patrizio, Labirinto di Adriano e Pozzo della Cava mentre, al pomeriggio, sarà possibile visitare anche i sotterranei della Chiesa di Sant’Andrea.

Ancora domenica, dalle 16 alle 20, i balconi delle case del centro si trasformeranno in speciali palchi per la musica delle band orvietane che si esibiranno in una serenata dedicata alla città, realizzata in collaborazione con l’associazione MusicAlt e la Scuola comunale di musica “A. Casasole”.

Infine, lunedì 13 e martedì 14 febbraio, le coppie che giungeranno a Orvieto potranno entrare a prezzo ridotto in tutti i siti della Città nascosta componendo in autonomia il loro itinerario nei sotterranei “Esprimi un desiderio”. Solo martedì 14 febbraio, invece, ingresso gratuito al Pozzo di San Patrizio per i residenti nel Comune di Orvieto per poter ammirare “La Luna nel Pozzo”.

La storia dell’Umbria dal profondo

Il Pozzo di San Patrizio a Orvieto è uno dei siti storici e turistici più significativi dell’Umbria e d’Italia: il 31 gennaio 2023, presso la Sala consiliare del Comune, è stato presentato il progetto di promozione e valorizzazione reciproca del Pozzo di San Patrizio, Narni Sotterranea e delle Cisterne romane di Amelia, un percorso fra i sotterranei di tre città per scoprire la storia dell’Umbria nel profondo.

I tre siti sono le principali mete turistiche underground della provincia di Terni con un elevato numero di visitatori provenienti da ogni parte del mondo grazie all’immenso valore artistico, culturale e storico che esprimono.

L’accordo intende avviare una proficua collaborazione per accrescerne la visibilità e ha l’obiettivo di realizzare percorsi turistici tematici e integrati e di favorire la permanenza dei turisti interessati a visitare città d’arte e piccoli borghi della zona sud occidentale dell’Umbria.

Oltre alla presenza nei tre siti del materiale informativo e alla promozione condivisa sui canali web e social di iniziative ed eventi, si partirà subito con una reciproca scontistica sui biglietti di ingresso: con il ticket del Pozzo di San Patrizio si potrà dunque accedere a prezzo ridotto a Narni Sotterranea e alle Cisterne di Amelia e viceversa.