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Parigi: Il teatro de “Il Fantasma dell’Opera” è stato trasformato in un alloggio

Le esperienze di viaggio, ormai lo sappiamo, passano anche per gli alloggi. Case, baite, hotel a tema e stanze d’albergo non sono più dei semplici luoghi destinati al ristoro e al riposo, ma sono diventati elementi caratterizzanti di avventure straordinarie, inedite e originali, da vivere e da condividere.

I viaggiatori sanno bene che l’unica vera difficoltà sta nello scegliere il posto giusto tra le tante proposte che, giorno dopo giorno, si arricchiscono in maniera sempre più incredibile. Ma se è un’esperienza esclusiva e unica che volete vivere la prossima estate, allora sappiate che abbiamo l’alloggio giusto per voi. E vi anticipiamo che per viverlo dovrete raggiungere la città più romantica d’Europa e del mondo intero.

Stiamo parlando di Parigi, di una città meravigliosa che ogni giorno attira migliaia di turisti desiderosi di scoprire tutta la bellezza che appartiene alla capitale della Francia. Proprio qui, nel mese di luglio, i viaggiatori potranno vivere l’avventura più incredibile della loro vita: dormire sul palcoscenico del teatro che ha ispirato “Il fantasma dell’Opera” e trascorrere così una notte indimenticabile.

Parigi: il Palais Garnier diventa un alloggio

Ci sono alcune esperienze che sono destinate a diventare indelebili e quella che si può vivere a Parigi, la prossima estate, fa parte di queste. Nel mese di luglio, infatti, alcuni fortunati viaggiatori potranno trascorrere una notte all’interno del teatro che ha ispirato uno dei romanzi più celebri del mondo intero: “Il fantasma dell’Opera”.

Pubblicato per la prima volta nel 1909, e ispirato a fatti storici realmente accaduti all’Opera di Parigi, il romanzo ha avuto numerose trasposizioni teatrali, musicali e cinematografiche, trasformandosi in un vero e proprio fenomeno culturale. E proprio per celebrarlo, e per valorizzare l’heritage della città, che Airbnb ha scelto di dare l’opportunità ad alcuni fortunati viaggiatori di trascorrere una notte nello straordinario luogo dove tutto ebbe inizio: l’Opéra Garnier di Parigi, situata nel IX arrondissement.

Per l’occasione il Palco d’Onore dell’edificio è stato trasformato in un alloggio per due persone. Pronti a vivere l’esperienza più esclusiva e incredibile di una vita intera?

Opéra Garnier, Parigi

Fonte: Thibaut Chapotot/Ufficio Stampa

Opéra Garnier, Parigi

Trascorrere una notte sul palco del teatro de Il Fantasma dell’Opera

Molto più di un alloggio dove trascorrere una notte diversa dalle altre, quella proposta da Airbnb è una vera e propria esperienza esclusiva destinata a sorprendere e incantare i viaggiatori di tutto il mondo. Come anticipato, infatti, il Palco d’Onore è stato trasformato in una stanza di lusso all’interno della quale si potrà trascorrere una notte incredibile. Oltre a dormire all’interno del Palais Garnier, gli ospiti avranno accesso ai sotterranei dell’iconico edificio, proprio lì dove secondo i racconti dimora il celebre Fantasma.

Proprio per celebrare la storia che ha ispirato il romanzo, e per promuovere il valore del Palais Garnier in qualità di patrimonio culturale e storico della città, Airbnb ha pensato di mettere appunto questa esperienza che renderà unica l’estate dei viaggiatori.

Il soggiorno di una notte avrà luogo il 16 luglio del 2023 al costo di 37 euro. Gli ospiti potranno dormire nella camera di lusso allestita sul Palco d’Onore del teatro, partecipare a un tour delle aree segrete dell’Opéra Garnier, primo teatro della capitale nonché sede del Balletto dell’Opéra di Parigi, e prendere parte a una lezione privata di balletto proprio con uno dei ballerini dell’Opéra.

Le richieste di prenotazione per questo soggiorno saranno aperte mercoledì 1 marzo 2023 alle ore 18:00 (CET) sul sito Airbnb. Per prenotare è necessario essere maggiorenne e avere un profilo attivo e verificato sulla piattaforma.

L'Opéra Garnier si trasforma in un alloggio

Fonte: Thibaut Chapotot/Ufficio Stampa

L’Opéra Garnier si trasforma in un alloggio
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Questa splendida meta offre biglietti aerei gratis ai turisti

La pandemia ha avuto un impatto tremendo sul turismo: l’intero settore ha vissuto un periodo estremamente buio, a causa dei lockdown e della chiusura delle frontiere praticamente in tutto il mondo. Ma da un anno a questa parte ha avuto inizio la ripresa, e sono già moltissimi i turisti che si sono concessi una bella vacanza – e tanti ancora stanno organizzando il loro prossimo viaggio. Per incentivare questa ripresa, una splendida meta internazionale ha deciso di regalare ben 500mila biglietti aerei e di offrire tanti altri piccoli vantaggi ai suoi visitatori. Scopriamo qualcosa in più su questa bellissima iniziativa.

Hong Kong, biglietti gratis ai turisti

Visto che il Covid ha colpito duramente il settore turistico, Hong Kong ha deciso di lanciare una promozione davvero interessante per attirare nuovamente i turisti. Ci sono ben 500mila biglietti aerei gratis in palio per altrettanti fortunati viaggiatori che vogliono andare alla scoperta di una meta turistica meravigliosa e delle sue infinite bellezze. L’iniziativa fa parte della campagna Hello Hong Kong, presentata qualche giorno fa dal governo locale per svelare le attività promozionali e le numerose nuove attrazioni della città.

Come funziona? A partire dal 1° marzo 2023, alcune delle principali compagnie aeree che collegano Hong Kong al resto del mondo (come Cathay Pacific, Hong Kong Express e Hong Kong Airlines) distribuiranno questi biglietti ai loro passeggeri diretti verso questa splendida destinazione asiatica. Il regolamento non è ancora stato diffuso, ma secondo le prime indiscrezioni verranno effettuate delle estrazioni tra i viaggiatori che acquistano un biglietto o delle offerte 2×1. Inoltre l’iniziativa dovrebbe riguardare inizialmente i Paesi del sud-est asiatico, per poi coinvolgere gradualmente anche il resto del mondo.

I 500mila biglietti aerei gratuiti, che hanno un valore totale di circa 255 milioni di dollari, sono stati acquistati dall’Autorità Aeroportuale di Hong Kong nel 2020, come mossa per sostenere l’industria aeronautica durante la pandemia. Ora verranno ridistribuiti gratuitamente tra i viaggiatori nell’arco di sei mesi, per incentivare il turismo post-pandemia. Certo, ci vorrà molta fortuna per riuscire ad accaparrarsene uno. Ma questa è l’occasione giusta da sfruttare per visitare una città ricca di sorprese, che proprio negli ultimi mesi si è rinnovata.

Le novità di Hong Kong

Oltre ai biglietti gratuiti, l’amministrazione locale ha pensato di introdurre altri incentivi per i turisti. Si parla di offerte speciali, buoni in contanti per attrazioni, soggiorni e hotel e molto altro: non sono ancora state diffuse informazioni dettagliate, ma c’è davvero di tutto per rendere la vacanza memorabile. Quali sono le principali novità che Hong Kong sta vivendo in questo periodo? Nel corso dell’ultimo paio di anni, la città ha inaugurato molte nuove attrazioni che stanno già conquistando l’attenzione dei visitatori.

È il caso dell’M+, un nuovo museo aperto nel novembre 2021, che ospita collezioni artistiche di gran pregio e mostre itineranti sempre diverse. Una delle più suggestive si intitola Hong Kong: Here and Beyond, ed è un vero e proprio viaggio nel tempo alla scoperta dei grandi cambiamenti che la città ha vissuto nel corso dei decenni, grazie alle opere dell’artista Yayoi Kusama. Per gli amanti del divertimento c’è invece il nuovo Ocean Park Water World, inaugurato nel settembre 2021: si tratta di un parco acquatico situato sul lungomare, da cui si può ammirare persino di un panorama meraviglioso. Con ben 27 attrazioni, è l’ideale per sentire l’adrenalina che scorre nelle vene e godersi una giornata in compagnia.

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Battaglie d’arance, streghe e spade: così il mondo celebra il Carnevale

Paese che vai, usanze che trovi: il celebre proverbio si addice alla perfezione ad alcuni aspetti della cultura e ancora di più al Carnevale. Il periodo più allegro e colorato dell’anno fatto di travestimenti, maschere e dolci, è il momento per divertirsi e fare festa. Le sfilate di carri allegorici segnano la fine dello stesso Carnevale nella maggior parte delle città. In altre invece la tradizione viene soppiantata da streghe, battaglie a suon di arance e tagli di cravatte che hanno una sola cosa in comune: trascorrere una giornata in allegria.

Non solo tradizione: i Carnevali in Italia

Dopo quello di Venezia, uno dei Carnevali più famosi in Italia è quello di Ivrea con la sua battaglia delle arance. Il frutto succoso viene scagliato dai carri alle squadre di terra che rispondono con la stessa arma. Una rievocazione che ricorda la rivolta dei contadini contro un tirannico barone.

La battaglia delle arance a Ivrea

Fonte: iStock/Nico_Campo

Le battaglie delle arance durante il Carnevale di Ivrea

Dal sud passiamo al nord, in Valle d’Aosta: qui il Carnevale fa rima con Napoleone e il suo passaggio durante la campagna d’Italia. I landzettes indossano una maschera di legno e i vestiti, ricoperti di specchietti e paillettes per scacciare gli spiriti maligni, ricordano quelli dell’esercito napoleonico. Anche la Sardegna vanta un Carnevale del tutto particolare e ricco di simbologia. A Mamoiada, nella Barbagia, viene messa in scena la lotta tra il bene e il male. Gli Issohadores vestiti in modo colorato e allegro sfilano al fianco dei Mamuthones, uomini coperti di peli di pecora, campanacci al collo e maschere di legno.

Come si festeggia il Carnevale nel resto del mondo

Non solo in Italia, anche nel resto d’Europa ci sono Carnevali alternativi. A Colonia fa da padrone il romanticismo, perché dai carri vengono lanciate rose e le donne dopo aver tagliato la cravatta agli uomini chiedono in cambio un bacio. Non molto lontano da Colonia, per le vie di Binche (vicino Bruxelles) i Gilles percorrono le strade al suono dei tamburi e degli zoccoli sul selciato.

Carnevale vuol dire anche sovvertire le regole e a Solothurn in Svizzera lo hanno preso alla lettera. La città, convinta di essere agli antipodi delle Hawaii, per una settimana cambia il nome in Honolulu, destituisce il sindaco e la via del municipio prende il nome di “via dell’Asino”. Le streghe invece si impossessano del villaggio basco di Mundaka dove le donne indossano una parrucca bionda e vestono i panni delle megere.

Carnevale di Binche, in Belgio

Fonte: iStock/PepiteVoyage

Le maschere tradizionali del Carnevale di Binche

La fine del Carnevale serve anche a scongiurare lo spettro dell’inverno, questo è quello che succede a Strání, una città della Repubblica Ceca. I protagonisti con sciabole di legno borchiate ingaggiano una lotta-balletto nei boschi contro la stagione più fredda dell’anno e banchettano con piatti a base di maiale. Musica e rumore non sono di casa a Nadur, piccolo villaggio di Gozu, un’isola dell’arcipelago maltese. Qui i carri allegorici e la popolazione con indosso maschere irriverenti sfilano infatti nel silenzio più totale.

Non solo nel vecchio continente, anche in Canada il Carnevale diventa fuori dal comune, in particolare nel Quebec. Qui i protagonisti sono gli sport invernali e gli spettacoli aperti al pubblico, accompagnati da sculture di neve esposte nel palazzo di ghiaccio.

Tradizionale, alternativo, pittoresco: la cosa certa è che il Carnevale è un’occasione unica per divertirsi e festeggiare.

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Questo castello innevato è la cartolina invernale più bella d’Italia

Il castello imbiancato e un candido manto di neve che avvolge la vallata: sembra la scena di un film realizzata a regola d’arte, ma in realtà è del tutto naturale e si trova in Italia.

L’atmosfera magica che contraddistingue questo borgo si trova a Rocca Calascio, in Abruzzo, che con il suo scenario da cartolina è stata l’ambientazione perfetta per film come “Ladyhawke” e “Il nome della rosa”. Qui i colori caldi e avvolgenti del tramonto si mixano con il bianco della neve, pronti a irradiare le vette del Gran Sasso in un contrasto che lascia senza fiato e che è impossibile da perdere.

Il castello più alto d’Italia immerso nella neve

Posizionato a 1460 metri d’altitudine, Rocca Calascio è un antico borgo di origini medievali che oltre ad avere il primato della bellezza ha anche quello dell’altezza. Infatti è il castello più alto d’Italia e uno dei più alti in Europa.

Situato a pochi chilometri da Calascio (in provincia de L’Aquila), l’atmosfera che si respira è sempre affascinante, ma è in inverno che dà il meglio di sé con la neve che rende tutto ancora più misterioso.

La fortezza, costruita intorno al XII secolo in una posizione strategica per consentire di controllare la vallata, in inverno spicca ancora di più. In effetti è nel periodo più freddo dell’anno che diventa un tutt’uno con la roccia su cui è eretta, pronta ad emergere e a dominare incontrastata sul manto innevato. Il silenzio che regna sovrano è il compagno ideale per raggiungere il castello con le ciaspole ai piedi. Una volta arrivati in cima, davanti ai nostri occhi avremo un panorama talmente suggestivo da sembrare irreale perché potremo ammirare le più importanti montagne dell’Appennino: la catena del Gran Sasso, la Majella e il Sirente-Velino.

La neve di Rocca Calascio

Fonte: iStock

Rocca Calascio in tutto il suo splendore

Le bellezze che circondano Rocca Calascio

Il castello realizzato in pietra bianca non è l’unica attrazione da ammirare. Vicino alla rocca c’è la Chiesa di Santa Maria della Pietà, un edificio costruito tra il XVI ed il XVII secolo sulle rovine di una edicola rinascimentale. La struttura ottagonale con cupola a otto spicchi merita di essere visitata perché al suo interno conserva il dipinto della Vergine Miracolosa e una scultura di San Michele Armato.

Come tutti i luoghi antichi, anche l’origine della chiesa è accompagnata da una leggenda. Infatti si narra che dopo anni di battaglie e saccheggi, la popolazione del borgo riuscì a sconfiggere una banda di briganti. Proprio per onorare la Madonna Miracolosa e ringraziarla del suo intervento nella vittoria venne costruita la chiesa.

Santa Maria della Pietà a Rocca Calascio

Fonte: iStock

La chiesa di Santa Maria della Pietà innevata a Rocca Calascio

La vallata che ospita Rocca Calascio offre al visitatore non solo un castello ricco di storia e una chiesa incantevole, ma anche un borgo medievale tutto da scoprire. Il piccolo villaggio, caratterizzato da strade strette e vicoli ed edifici in pietra bianca si trova lungo la strada che collega Santo Stefano di Sessanio al centro della città di Calascio. Inizialmente ospitava tutta quella popolazione che non poteva vivere all’interno del piccolo castello. Dopo una serie di terremoti che colpirono la zona tra il XIV e il XV secolo, la popolazione decise di scendere più a valle. Fu solo nel 1793 a seguito di un ennesimo terremoto, che gli abitanti si trasferirono a Calascio. Che sia inverno o estate, la cosa certa è che Rocca Calascio con le bellezze che la circondano è una meta che non delude mai e che è pronta e entrare nel cuore di ogni visitatore.

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Berat, spettacolo incredibile dell’Albania

Dal 2008 è Patrimonio UNESCO, raro e fulgido esempio di città ottomana perfettamente conservata, ed è una delle mete che non si possono perdere durante un viaggio in Albania: ecco Berat, la “città dalle finestre sovrapposte” lungo il fiume Osum, dove si respirano oltre 24 secoli di storia e la convivenza in armonia di varie comunità religiose e culturali nel corso dei secoli.

Assomiglia a una cartolina con le persiane e le piccole finestre delle bianche case arroccate sulla montagna che donano scorci mozzafiato e la cittadella fortificata (Kala) abitata, oggi come centinaia di anni fa, dalle famiglie del luogo.

Una meta che trasporta indietro nel tempo, al cospetto dell’Albania rurale e che, al contempo, offre i servizi di una cittadina inserita a pieno titolo nelle guide turistiche.

Cosa vedere a Berat, la città dalle mille finestre

Il modo migliore per scoprire Berat e immergersi nella sua atmosfera tipica è percorrerla a piedi, senza fretta.

La prima tappa da non perdere è, senza dubbio, il Castello, fortezza monumentale che si staglia a 241 metri su una collina rocciosa alla destra del fiume e domina tutta la città.

Anche se le prime tracce di fortificazione di Berat risalgono addirittura al IV secolo a.C, il castello assume la sua attuale forma, caratterizzata da planimetria triangolare, possente cinta muraria e 24 torri, nel XIII secolo d.C. con Michael I Comneno Doukas, cugino dell’imperatore bizantino e despota dell’Epiro.

Potrete raggiungerlo con una magnifica passeggiata che attraversa tutto il quartiere storico di Mangalem: non appena sarete al cospetto del Castello, rimarrete colpiti dal suo tessuto urbano disegnato da secolari case in pietra tuttora abitate, piccoli negozi, ostelli, ristoranti, resti di moschee e chiese racchiusi all’interno di un vero e proprio quartiere autentico, Kala, dove non è raro imbattersi in gruppi di bambini che giocano e anziani pastori che transitano con le loro greggi di pecore.

Altro fiore all’occhiello della fortezza è il suggestivo punto panoramico che osserva il Monte Shpirag.

Ma non soltanto: nel cuore della cittadella, spiccano ben 15 chiese, la maggior parte risalenti al XIII secolo: su tutte, meritano una menzione particolare la Chiesa di Santa Maria Vllaherna, impreziosita da pregevoli dipinti e mosaici a opera di Nikolla, figlio del pittore Onufri, e la Chiesa di San Teodoro, dipinta con assoluta maestria proprio da Onufri.

chiesa san teodoro berat

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La Chiesa di San Teodoro

Presso la Cattedrale Ortodossa di Santa Maria, l’edificio religioso più grande della cittadella, è altresì ospitato il Museo Nazionale Iconografico Onufri, dove ammirare i magnifici dipinti religiosi di Onufri del XVI secolo e la più ricca collezione di icone dell’Albania, con 173 opere (60 oggetti liturgici e più di 100 icone) realizzate dai maggiori pittori albanesi tra il XIII e il XX secolo.

Cuore dell’esposizione sono poi certamente i capolavori di Onufri, maestro dell’arte sacra del XVI secolo, contraddistinti dall’utilizzo dei colori rosso e rosa e dall’inedito realismo per l’epoca.

Da non perdere poi la Chiesa della Santissima Trinità, chiesa bizantina di epoca medievale, che conserva tutt’ora la struttura del periodo paloeologo: con pianta a croce greca e sormontata dalla cupola, è composta dal naos, dal narcete e dall’alcova.

Ancora, a Berat le chiese cristiane fanno da contraltare alle moschee, in un contesto multireligioso: da segnalare, all’interno della cittadella fortificata, le rovine della Moschea Rossa e della Moschea Bianca, monumenti culturali dell’Albania dal 1961.

I quartieri di Mangalem e Gorica e le loro attrazioni

Dopo aver apprezzato l’area del Castello, non vi resta che passeggiare nel labirinto di stradine che contraddistingue i due quartieri storici della città, Mangalem e Gorica.

Il primo quartiere che troverete arrivando dalla Cittadella è Mangalem, dove lasciarsi incantare dalla Moschea del Sultano, la più antica, dalla Moschea di Piombo del XVI secolo, dalla Moschea dei Celibi che si sviluppa su due piani, e dal Museo Etnografico la cui ricca collezione di oggetti d’arredo e attrezzi da lavoro offre uno spaccato perfetto della cultura folkloristica del territorio.

Spettacolare anche la Chiesa di San Michele, splendido esempio di architettura ortodossa del XIII secolo con la vicina e omonima grotta che fu, in passato, santuario cristiano.

Oltrepassato poi il Ponte di Gorica con 7 archi ed eleganti pietre bianche, vi ritroverete nel quartiere Gorica, impreziosito da numerose chiese di recente costruzione tra cui citare l’imponente Chiesa di San Spiridione e la Chiesa di San Tommaso, notevole meta di pellegrinaggio.

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Lettonia, la misteriosa foresta popolata da leggende

Sparsi ai quattro angoli della Terra, esistono luoghi incredibili, dorati di un’aura e di un’atmosfera impossibile da trovare altrove.

Uno di questi è la foresta di Pokaini, in Lettonia, accanto alla cittadina di Dobele, un’ottantina di chilometri a sud est da Riga, la capitale: si tratta di una foresta in cui coesistono miti, leggende ed eventi misteriosi.

Gli insondabili “agglomerati di pietra”

La foresta di Pokaini è un antico luogo sacro e straordinario, famoso per le meravigliose leggende che si narrano da sempre al riguardo.
Una passeggiata lungo i 15 chilometri di sentieri, consente di ritrovarsi in una dimensione fiabesca, all’ombra di pini e querce molto più alti del solito e dall’aspetto spesso distorto, con un sottobosco ricco di piante officinali e curiosi massi e pietre che formano muri, “fiumi” e cumuli: i cosiddetti “Agglomerati di Pietra Pokaini“.

Secondo gli esperti del paranormale, le pietre possiedono una forte energia percepibile avvicinandovi le mani, soprattutto durante l’inverno e l’estate: quando le temperature sono rigide, infatti, i massi sarebbero incandescenti arrivando a sfiorare i 40 gradi centigradi mentre nel periodo estivo la temperatura scenderebbe addirittura a 0 gradi centigradi.

Le rocce sono assemblate attorno a 30 alture in una particolare sequenza e nessuno è ancora riuscito a capire da dove provengano: gli archeologi, dopo aver condotto scavi nel sito, non hanno scoperto sepolture, quindi i massi devono essere stati collocati in quel modo per qualche altro motivo tuttora sconosciuto.

Alcuni storici ritengono che le pietre furono rimosse dai campi e portate nella foresta dai contadini mentre altri affermano che servissero per la costruzione di un castello che non venne mai edificato, ma nessuno ha prove concrete al riguardo.

Ciò che è certo, è che la popolazione locale non consente ai visitatori di spostare o portare via le pietre: è considerato pericoloso e di cattivo auspicio.

Un’altra leggenda narra che vi sia uno strano e insondabile oggetto nascosto sotto a una delle rocce: potrebbe essere un meteorite radioattivo oppure un’antica tomba.

Inoltre, le rocce sulla collina chiamata Zikkurat simboleggiano le quattro parti del mondo: è possibile che le rocce servissero da bussola per gli antichi?

La sacra foresta popolata da leggende

Gli “Agglomerati di Pietra Pokaini” non sono tuttavia l’unica particolarità della leggendaria foresta: nei racconti di molti, infatti, sarebbe dotata di poteri curativi soprattutto per problemi riguardanti reumatismi, nausea ed emicrania.

Ma non è tutto. In un particolare punto della foresta, all’ombra di un pino secolare, la temperatura è sempre superiore a quella dell’ambiente: le persone che hanno sperimentato questo curioso fenomeno affermano che il calore proveniente dal sottosuolo si diffonde in tutto il corpo, riscaldando anche nelle giornate più fredde.

Insomma, la foresta di Pokaini in Lettonia è un luogo enigmatico dove sembrano accadere avvenimenti che sfuggono alla logica: durante il giorno, è sempre illuminata dal sole e, in caso di maltempo, le nuvole cariche d’acqua cambiano direzione senza transitare al di sopra della foresta.

Le batterie dei dispositivi elettronici si scaricano immediatamente, i cellulari perdono il segnale, bussole, compassi e orologi “impazziscono”.

Le luci invisibili sono un’altra stranezza: si narra che la Valle degli Spiriti, anch’essa situata nella foresta di Pokaini, sia “visitata” da strane sfere illuminate invisibili a occhio nudo ma ben impresse nelle fotografie.

Oggi molti guaritori considerano la foresta un antico luogo sacro: che sia davvero un centro di guarigione o meno non è dato sapere con certezza, ma si tratta senza dubbio di un luogo davvero strano e misterioso.

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Sul treno storico che porta al Carnevale di Venezia

Il Carnevale di Venezia è una di quelle esperienze da vivere almeno una volta nella vita. Perfetto per adulti e bambini, è uno dei uno dei più conosciuti e apprezzati carnevali del mondo e che vanta persino origini antichissime: la prima testimonianza risale ad un documento del Doge Vitale Falier del 1094, dove si parla di divertimenti pubblici e nel quale il vocabolo “Carnevale” viene citato per la prima volta.

Quest’anno è iniziato il sabato 4 febbraio e andrà in scena fino al 21 dello stesso mese e, finalmente, dopo due anni di limitazioni dovute alla pandemia da Covid-19, torna in tutto il suo splendore. Ma in questo 2023 c’è anche qualcosa in più: un treno storico che porta diretti al Carnevale di Venezia.

Il treno per il Carnevale di Venezia

Tutti in maschera per salire a bordo del treno storico per il Carnevale di Venezia di Fondazione FS Italiane. La partenza è da Milano Centrale, e Brescia e si dirige a Venezia Santa Lucia. Un meraviglioso vagone antico che inizia a solcare i binari dalla stazione di Milano Centrale alle ore 7.45, con fermata intermedia a Brescia alle ore 8.40 e arriva presso la stazione di Venezia Santa Lucia alle ore 11.38.

A bordo di questo conviglio senza tempo sarà presente un servizio bar e staff dell’Associazione Rotabili Storici Milano Smistamento per assistenza ai viaggiatori. Il ritorno è previsto per le 17.18 , con arrivo a Brescia alle ore 20.32 e Milano Centrale alle ore 21.35.

Un’occasione incredibile, quindi, per vivere le sfaccettature del Carnevale di Venezia in questo 2023. Attenzione però, il treno storico è disponibile solo il giorno 19 febbraio.

Cosa fare al Carnevale di Venezia il 19 febbraio

Il 19 febbraio 2023 sarà un giorno eccezionale al Carnevale di Venezia. Tornerà il Venice Carnival Street Show in cui i migliori protagonisti del circo-teatro e della clownerie animeranno la città con la loro energica creativa, mondi fantastici e allegria, per tornare a sognare attraverso i segni con leggerezza e invenzione.

Gli spettacoli a Venezia andranno in scena dalle 11:00 alle 12:00 e dalle 15:30 alle 18:30; a Mestre dalle 15:30 alle 19:00; nel territorio dalle 11:00 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 18:30 (Chirignago, Zelarino, Marghera, Sant’Elena solo il pomeriggio / Favaro solo la mattina).

E chi vorrà fermarsi per la serata in quello stesso giorno potrà vivere il Gran ballo Mascheranda nell’incanto di uno storico palazzo veneziano a partire dalle 20.30. Una festa che inizierà con un aperitivo cocktail di benvenuto e con il primo evento spettacolo della serata.

Al temine, basterà prendere posto su un tavolo in una delle stupende sale del Piano Nobile, decorate con bellissimi affreschi per gustare una cena di gala a lume di candela allietata da musica dal vivo, classica e moderna, ed animata dalle performance artistiche di ballerini e di attori.

Una serata che sarà un continuo susseguirsi di eventi e di spettacoli artistici, di danze e di gare con la Scuola dei Balli Antichi; l’angolo dell’Astrologia e l’Elezione del Casanova 2023.

A fine serata, la festa continuerà con il suo dopo cena: dalle 23.30 alle 2.30 del mattino al piano terra – dove sarà presente la discoteca e l’open bar – un DJ animerà la serata con musica e balli moderni.

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Questa splendida località europea potrebbe diventare la meta dell’estate 2023

Se la mente vola già all’estate e alle rilassanti e divertenti vacanze al mare tra bagni di sole e tuffi in acque cristalline, il 2023 ha in serbo una meta da sogno dove si susseguono calette rocciose, acque azzurre e turchesi, e ripide montagne.

Stiamo parlando della Riviera Albanese, 154 chilometri di stretta striscia costiera di sicuro fascino che si estende da Valona a nord fino a Ksamil a sud, a poche ore dall’Italia e ideale per soggiorni low cost.

Le nuove Maldive d’Europa

La costa sud dell’Albania è un autentico eden per chi desidera trascorrere una piacevole vacanza balneare in Europa e ritrovarsi, al contempo, nella sognante atmosfera delle Maldive e dei Caraibi.

Gli scorci sono spettacolari, le spiagge per tutti i gusti, rocciose, sabbiose, appartate, di ghiaia, incontaminate, i fondali profondi, e le grotte custodi di testimonianze preistoriche.

Ma non è tutto: oltre alle spiagge e al mare, offre l’occasione per scoprire e conoscere da vicino antichi villaggi medievali, vivaci cittadine, chiese e castelli.

In più, la Riviera Albanese si affaccia sullo Ionio, come Croazia e Grecia, ma alla bellezza unisce anche prezzi accessibili e la lontananza dal turismo di massa.

Sì perché le spiagge albanesi sono tutt’oggi quasi deserte, oasi di quiete e relax, nulla a che vedere con le distese affollate di lettini e ombrelloni delle principali località turistiche.

Il meglio della meta dell’estate 2023

Per una vacanza al mare in Albania, una delle destinazioni più apprezzate è la penisola di Karaburun, un incanto nelle vicinanze di Valona, un luogo di pace custode del Parco marino nazionale Karaburun-Sazan.

Raggiungibile soltanto via mare, la penisola dona perle ineguagliabili come il Kepi i Gjuhëzës (Capo Linguetta), dal litorale incontaminato e splendide grotte tra cui citare Shpella e Haxhi Aliut, la grotta illirica o del pirata Haxhi Ali, impreziosita da stalattiti millenarie e da una suggestiva cascata lungo la parete di fondo.

Altro angolo di paradiso della penisola è la Baia di Grama (Gjiri i Gramës), un “santuario del mare” le cui pareti di roccia conservano le scritte di marinai dell’Antica Grecia nonché una delle spiagge più incantevoli dell’Albania, con candida sabbia e natura mozzafiato.

Ancora, la città di Himara è abbracciata da un tratto di costa selvaggio che riesce a mantenere inalterati luoghi da fiaba come la Baia di Llaman dove le verdi colline si confondono con il blu del mare, e le spiagge Prinos, Spile e Potami.

Impossibile poi non soffermarsi su Bosch che, con i suoi 6 chilometri di spiaggia, è perfetta per rigeneranti passeggiate in riva al mare tra il profumo degli agrumi e il profilo degli ulivi, e sulla deliziosa località di Drymades, a pochi chilometri dal pittoresco borgo di Dhërmi, dove il mare si veste di mille sfumature blu e la spiaggia abbaglia con i bianchi ciottoli misti a sabbia fine.

La nuova meta per le vacanze 2023 ha, tuttavia, innumerevoli frecce al suo arco: che dire, infatti, dell’arcipelago di Ksamil dalle spiagge caraibiche e acque trasparenti, i cui quattro isolotti disabitati sono un vero inno al relax?

E poi, ma non per ultimi, i parchi nazionali. Nel distretto di Valona da vedere il Parco Nazionale Llogara dove, tra ampie pianure e alte rocce, spiccano i punti panoramici più incredibili dell’Albania: dal passo di Qezari lo sguardo si perde ad ammirare la Baia di Orikum, la penisola di Karaburun e la campagna di Dukat mentre dal passo di Llogara la vista è impagabile sulla costa ionica, sul Canyon del Torrente Secco (Perroi i Thate)e sulla montagna di Folgore (Vetetime).

Per gli amanti della storia e dell’archeologia, non può mancare il Parco Nazionale di Butrinto, Patrimonio UNESCO dal 2005, uno dei siti archeologici di maggior pregio del Paese.

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Il Treno dei Maya, tra meraviglie e polemiche

Nello Yucatan meridionale, tra le zone più povere ma ricche di biodiversità del Messico, presto potrebbero arrivare circa 3 milioni di turisti l’anno: è in corso d’opera una linea ferroviaria di oltre 1500 chilometri, progetto voluto fortemente dal presidente Andres Manuel Lopez Obrador.

Sarà il Treno Maya che tuttavia, secondo molti, rischia di compromettere un favoloso territorio ancora incontaminato e custode di testimonianze del passato precolombiano.

Il Treno dei Maya, più turismo ma potenziale rischio per l’ambiente

La meravigliosa giungla di Calakmul terra di coccodrilli, tucani, scimmie urlatrici e di un’antica città precolombiana Patrimonio UNESCO, lo scorso anno ha attratto poco meno di 50mila visitatori.

Il Treno Maya ha l’obiettivo di portare benessere in una zona povera del Paese andando a colmare un deficit di infrastrutture che, finora, per il sud del Messico ha significato non poter valorizzare appieno le potenzialità in ambito turistico.

L’opera, il cui costo si aggira intorno ai 20 miliardi di euro, richiede un percorso largo 45 metri e vedrà 20 stazioni, circondate da centri commerciali e alberghi. È prevista anche una strada, destinata in particolare al trasporto pesante per permettere l’approvvigionamento di prodotti agricoli e carburante.

È chiaro che, nel suo tracciato, la nuova ferrovia si insinuerà in un ecosistema intatto e unico al mondo, caratterizzato dalle tipiche formazioni calcaree attorno alle quali spiccano i cenote, le grotte abbracciate dall’acqua dolce che sono simbolo della riviera Maya.

L’attenzione ora si è focalizzata sulla giungla di Calakmul, parte della vasta giungla Maya, la più vasta foresta tropicale d’America (Amazzonia esclusa): secondo la primatologa britannica Kathy Slater, un progetto di una simile portata richiede tempi di progettazione superiori ai 10 anni mentre tutto si sta svolgendo in maniera troppo veloce, senza un’adeguata pianificazione e la doverosa attenzione all’impatto sull’ambiente.

Il presidente vuole che la linea ferroviaria entri in funzione entro il 2023, scadenza del suo mandato, e ha descritto il progetto come “questione di sicurezza nazionale” così da accelerare i tempi.

Jesus Leon Zapata, membro del consiglio indigeno di Xpujil, ha ribadito che “hanno parlato soltanto dei benefici del megaprogetto, trascurando l’impatto o i possibili danni“.

Ancora, per il biologo marino Rodrigo Medellin che lavora presso la più grande università messicana, la Unam, la ferrovia non dovrebbe assolutamente transitare nella giungla: “Finirà per frammentare in modo irreversibile una delle più importanti roccaforti di biodiversità nel Paese“.

L’unicità della spettacolare giungla di Calakmul

La giungla di Calakmul è un bene prezioso, dimora di circa cento specie di mammiferi, di una delle più significative popolazioni di giaguari della Mesoamerica, di oltre 350 specie di uccelli e di specie a rischio come il puma, il tacchino ocellato e il tapiro.

Ma non soltanto.

Tra le peculiarità dell’area spicca la grotta di Volcan de los Murcielagos dove vivono ben 3 milioni di pipistrelli, fondamentali anche per l’agricoltura di tutto lo Yucatan del sud: ogni notte si cibano di 30 tonnellate di insetti, tenendo lontane le malattie dalle piante di peperoncino, piselli e granoturco.

La prima versione del progetto del Treno Maya prevedeva che la ferrovia passasse a 700 metri dalla grotta ma, nelle 2100 pagine di resoconto sull’impatto ambientale dell’opera, la grotta non viene nominata.
È scritto che la nascente linea ferroviaria provocherà una frammentazione dell’habitat e avrà un grave impatto sulle specie. Tuttavia, “può essere costruita” perché vi è l’idea di riforestare 74 ettari, appena il 10% dei 730 che saranno abbattuti in totale.

Un esempio simile si è concretizzato, 9 anni fa, sui terreni di Gomez Farias dove i residenti hanno realizzato un progetto di ecoturismo: gli ospiti dormono in tende ricoperte di tetti di palme intrecciate, scoprono la laguna in kayak e osservano la fauna in postazioni mimetizzate.

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Il nuovo hotel che fa impazzire tutti: è il primo a tema Ultraman

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, uno diverso dall’altro. Ma tutti sono accomunati dal medesimo desiderio di vivere e condividere avventure straordinarie e indimenticabili. E quando parliamo di queste esperienze, lo sappiamo, non possiamo escludere gli alloggi.

Stanze, hotel, case e baite immerse nella natura o situate in posizioni strategiche: sono proprio loro a caratterizzare le nostre avventure di viaggio con proposte che, giorno dopo giorno, incontrano le nostre esigenze, le preferenze, ma soprattutto realizzano i nostri sogni.

E se siete fan delle serie televisive fantascientifiche, allora, vi basterà sapere che un viaggio a Shangai realizzerà, ancora una volta, i vostri desideri. Perché è proprio nella città più grande del Paese che è stato inaugurato un hotel a tema Ultraman, il primo nel mondo. Pronti a vivere un’avventura intergalattica?

Shangai: un’esperienza fantascientifica

Correva l’anno 1966 quando, il mondo intero, conosceva per la prima volta Ultraman, il protagonista dell’omonima serie televisiva giapponese che ha appassionato intere generazioni. Decenni dopo il capitano della Guarnigione degli Ultra è tornato su Netflix, in versione anime e in una nuova veste. Un’occasione, questa, che ha permesso ai più nostalgici di rievocare vecchi ricordi, e alle nuove generazioni di scoprire la storia e le vicende del soldato intergalattico.

Ed è proprio a tutte queste persone che , indipendentemente dall’età anagrafica, ci rivolgiamo. Perché da oggi è possibile vivere un’avventura straordinaria, surreale e fantascientifica restando comunque con i piedi per terra. Per farlo occorre solo prenotare un volo aereo con destinazione Shangai. È proprio nella grande città cinese che è nato il primo hotel a tema Ultraman del mondo. Curiosi di scoprirlo?

Ultraman hotel, Shangai

Fonte: IPA

Ultraman hotel, Shangai

Il primo hotel a tema Ultraman

Non è la prima volta che la curiosità di scoprire un hotel a tema ci porta dall’altra parte del mondo. Del resto, come abbiamo più volte ribadito, l’esperienza di viaggio passa anche e soprattutto per gli alloggi. Ed è probabilmente da questa consapevolezza che è nato il primo hotel a tema Ultraman, una vera e propria esperienza immersiva nell’universo di questo supereroe che ha già conquistato il cuore di migliaia di cittadini cinesi e non solo.

L’hotel si trova a Shangai e più precisamente all’interno dell’area dell’Haichang Ocean Park, un parco a tema marino inaugurato nel 2018 e ampliato proprio di recente. Questa grande attrazione, per grandi e bambini, si trova a circa un’ora da Shanghai Disneyland ed è proprio all’iconico parco dei divertimenti e alle sue strutture ricettive tematiche, che questo nuovo progetto si è ispirato.

Le stanze dell’hotel Ultraman, infatti, sono tutte tematizzate, con oggetti di design e raffigurazioni che raccontano la leggenda dell’eroe. Non mancano, ovviamente, zone condivise e stazioni energetiche.

Ma dormire qui, in realtà, è solo l’inizio di un’esperienza che catapulta i viaggiatori di ogni età nel mondo dell’eroe. All’interno del parco, infatti, è stata creata un’intera area dedicata al supereroe che comprende anche una maestosa piazza nella quale campeggia al centro una statua di Ultraman Zero che svetta per 12 metri d’altezza.

Tutto intorno, poi, si snodano negozi e boutique per rafforzare l’esperienza. I viaggiatori, infatti, possono deliziare il palato con gelati a forma di Ultraman e popcorn piccanti al gusto di mostro prima di tornare a riposarsi nelle stanze galattiche.

Shagnai, il primo hotel a tema Ultraman

Fonte: IPA

Shagnai, il primo hotel a tema Ultraman