Ci sono cinque zone sparse ai quattro angoli della Terra dove la gente vive più a lungo. Cinque luoghi così diversi tra loro ma evidentemente hanno qualcosa in comune visto che hanno scoperto il segreto di lunga vita.
Gli esperti li hanno chiamati “Blue Zone“, zone blu, ufficialmente perché sulla mappa sono stati indicati con un cerchio blu, ma forse c’è dietro altro. Le zone blu sono l’isola di Icaria in Grecia, l’isola di Okinawa in Giappone, la zona di Nicoya nel Costa Rica e la cittadina californiana di Loma Linda negli Stati Uniti. E infine c’è una Blue Zone proprio qui in Italia: si tratta del borgo di Seùlo, in Sardegna. Ed è stata proprio la Sardegna la prima Blue Zone individuata dagli studiosi. Con il tempo sono state individuate le altre quattro zone blu naturali.
Il borgo di Seùlo
Seùlo si trova nella Barbagia, detta proprio Barbagia di Seùlo, il cuore della Sardegna orientale, la zona più selvaggia, forse, dell’isola. Da queste parti costumi e tradizioni, insieme a una natura generosa, caratterizzano la vita delle sue genti da millenni. Un vero e proprio patrimonio culturale e naturale unico in Italia. Si trova in un’ampia regione montuosa con vaste vallate dove è la natura a fare da padrona.
E Seùlo è un ameno paese di montagna adagiato sul pendio del monte Perdedu. Poche case, meno di mille abitanti, quasi tutti ultracentenari ma in gambissima, qualche chiesetta, la più importante è quella intitolata alla Beata Vergine eretta nel Cinquecento, mentre la più antica è la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo. È anche detto il “paese de s’orrosa ‘e padenti” (letteralmente ‘rosa di bosco’) ovvero la rosa peonia, il fiore che cresce sul Gennargentu e che, con i primi caldi primaverili, dipinge di rosso e giallo i pendii scoscesi del Perdèdu e tingendo di rosa tutto Seùlo.
Nel mese di aprile, chi visita Saùlo, si tiene una manifestazione dedicata a questo fiore e vengono organizzate delle visite guidate, escursioni nei luoghi della peonia in fiore e tra le stradine del centro storico vestite a festa, con l’apertura delle cantine, mostre-mercato di artigianato locale, esibizioni musicali e spazi dedicati alla degustazione dei prodotti tipici. In più, in questa occasione viene celebrata la “Sa Coia Antiga”, la rievocazione dell’antico matrimonio seulese praticato fino agli Anni Quaranta con abiti tradizionali.
Nel borgo ci sono due o tre posti dove potere alloggiare tra affittacamere, alberghetti e agriturismi, una pizzeria, una trattoria e un bar.
Bello è il territorio circonstante che regala scorci naturali di incredibile bellezza e siti archeologici di grande importanza, con tracce risalenti al Neolitico e all’età del Bronzo, come il nuraghe “Su nuraxeddu”, il nuraghe “Su nuraxi” e il Villaggio nuragico di “Ticci”.
Morfologicamente appartiene al contrafforte del Gennargentu, diviso da questo dal fiume Flumendosa, che lo attraversa per una trentina di chilometri lasciando dietro di sé uno spettacolo davvero eccezionale. Questo paesaggio aspro e accidentato ha creato, lungo tutto il suo percorso profonde gole e laghetti cristallini, rapide e cascatelle che conferiscono al territorio una ricchezza di forme ed ambienti naturali unici. Ha un patrimonio naturalistico notevole tra cui Su Stampu ‘e su Turrunu, un monumento naturale della Sardegna che comprende una grotta con tanto di cascata e laghetto al confine con il borgo di Sadali, e la grotta Sa Omu ‘e Janas, nota per le pitture rupestri. A Seùlo è nato l’Ecomuseo dell’alto Flumendosa, il primo ecomuseo della Sardegna.
Da qualche anno è partito un progetto turistico chiamato Quadrifoglio Blu: si tratta di un modo per promuovere un turismo a basso impatto ambientale, sviluppato attraverso otto percorsi escursionistici di varia lunghezza e difficoltà e suddivisi per tematiche legate alle specificità del territorio, dalla geologia alle foreste, dai paesaggi agrari ai fiumi e torrenti, che partono tutti dal centro abitato di Seùlo.
Essendo al confine con l’Ogliastra, vanta un paesaggio ancora incontaminato e selvaggio, ma anche ricca di testimonianze storiche, fonti sacre e tombe dei giganti, con scenari unici, dove trovare acque limpide e anche montagne impervie. In questo contesto si staglia il piccolo borgo di Seùlo.
La cucina del posto si basa su antiche ricette di origine pastorale ed è provato che contribuisca alla longevità di questa piccola comunità. Sono tante le occasioni gastronomiche che spingono a venire in questo borgo. Nel mese di luglio, per esempio, si svolge la sagra “de su casu in filixi” (letteralmente ‘formaggio in felce’), un particolare formaggio di capra cagliato su uno strato di felci. A fine giugno si celebra la festa popolare di “Santu Giuanni” e “sa tundimenta seulese”, la tosatura delle pecore, a fine settembre quella di “Santu Cosumu” mentre ad agosto si tiene Andalas (“sentieri”), un’escursione destinata ai turisti tra canyon e foreste vergini seguita da un pranzo a base di prodotti tipici del territorio, tutte occasioni per provare anche i dolci tipici, i “picchirittus” e i “pistoccus de nuxi”.
Cos’hanno in comune le Blue Zone
Queste aree sono accomunate da una bassa incidenza di malattie (come il cancro, per esempio) e un’alta percentuale di persone che superano i cent’anni. Il patrimonio genetico svolge sicuramente un ruolo chiave nel determinare l’aspettativa di vita, ma la longevità può anche dipendere dallo stile di vita giusto.
Gli abitanti delle Blue Zone, infatti, hanno questo in comune: seguono una dieta basata soprattutto su legumi e verdure (pochissima carne o pesce), praticano molta attività fisica, anche solamente spostandosi a piedi, e hanno una struttura sociale che mette la famiglia al centro delle loro giornate favorendo, in generale, rapporti umani molto intensi.
Inoltre, le cinque Blue Zone sono posti diversissimi tra loro e geograficamente molto lontani, ma in comune hanno il fatto di essere tutti dei veri paradisi terrestri. Nella nostra Barbagia, per esempio, si vive circondati dalla bellezza della natura, da alcune delle calette più belle d’Italia, da borghi incantevoli e in un ambiente quasi privo di inquinamento. Un luogo unico, insomma.