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Alla scoperta del più antico cammino d’Irlanda

La chiamano Isola di Smeraldo, e non è difficile immaginare il perché: immense distese verdi si stagliano contro il cielo azzurro, per poi tuffarsi nel mare con scogliere candide e ripidissime. L’Irlanda è una terra ricca di sorprese tutte da scoprire. Il modo migliore per farlo? A piedi, affrontando gli splendidi itinerari che attraversano il Paese, mostrandoci la sua natura incontaminata e tanti piccoli borghi da favola. Uno dei più suggestivi è la Wicklow Way, un lungo percorso che ci porta in mezzo a paesaggi meravigliosi e si conclude tra le vivaci strade di Dublino.

La Wicklow Way, nel cuore verde dell’Irlanda

Per scoprire l’aspetto più autentico e rurale dell’Irlanda, non c’è modo migliore che attraversarla a piedi, in un viaggio lento che conduce da un capo all’altro del Paese affrontando panorami bucolici e godendo della calorosa ospitalità degli autoctoni. Uno degli itinerari assolutamente imperdibili per chi ama il trekking è la Wicklow Way, ben 132 km di cammino quasi completamente immerso nella natura selvaggia e incontaminata, lontano dal resto del mondo. Un’esperienza che in effetti non è per tutti, ma che permette di tuffarsi tra paesaggi che da sempre rappresentano l’essenza dell’Irlanda.

La Wicklow Way è il cammino più antico del Paese: nato nei primi anni ’80, percorre alcune antichissime tratte come quelle affrontate dai ribelli anti-inglesi e i “mass path”, sentieri rurali che i cattolici utilizzavano per andare segretamente a messa durante il periodo delle persecuzioni anti-papiste. Un tuffo tra storia e natura, dunque. Il percorso si snoda in uno scenario meraviglioso, passando per immense distese erbose e boschi rigogliosi, affrontando ripide salite di montagna e costeggiando splendidi laghi turchesi. E durante il trekking si possono ammirare antiche cattedrali medievali, piccoli borghi che spuntano in lontananza e location già viste in celebri serie tv, come ad esempio Vikings.

Le tappe della Wicklow Way

La Wicklow Way è un lungo cammino che conduce da Clonegal, antico villaggio nel sud-est della contea di Carlow, alla capitale irlandese: suddiviso idealmente in 7 tappe, ciascuna tra i 12 e i 21 km di lunghezza, l’itinerario percorre principalmente luoghi ben poco battuti dall’uomo, soprattutto nel suo tratto meridionale. Immersi nella natura e circondati da un silenzio surreale, rotto solamente dal suono degli uccellini e dal vento che irrompe tra le fronde degli alberi, sembra davvero di essere fuori dal mondo. Alla fine di ogni tappa, si raggiunge un paese o una struttura pronta ad accogliere gli escursionisti e rifocillarli, preparandoli ad una nuova giornata all’avventura.

Tra le bellezze da scoprire lungo il cammino, c’è senza dubbio la valle di Glendalough: qui, nel cuore incontaminato d’Irlanda, sorgeva un antico monastero fondato nel VI secolo e distrutto alla fine del ‘300. Due laghi spiccano, con le loro acque azzurre, nel verde lussureggiante e le falesie di granito che si tuffano a picco in uno di essi offrono il luogo ideale per una suggestiva arrampicata. E poi, seguendo il percorso del fiume Glencree, si affrontano foreste e brughiere, impervi sentieri di montagna e paesaggi idilliaci. Come quello che ci regala la cascata di Powerscourt, tra le più alte d’Irlanda.

L’ultima tappa conduce infine a Dublino, e più precisamente a Marlay Park: si tratta di un grande parco pubblico situato nei sobborghi meridionali della città caratterizzato da stagni e boschetti, un’oasi di pace. Da qui, raggiungere il centro di Dublino è davvero semplice: e quale ricompensa migliore di un buon pasto caldo e una birra fresca per celebrare la fine dell’avventura? La Wicklow Way è un’esperienza imperdibile, soprattutto per respirare l’atmosfera più vera del Paese.

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Veszprém, la città dell’Ungheria Capitale della Cultura 2023

A Nord del Lago Balaton, Veszprém è una tra le più belle (e sottovalutate) città dell’Ungheria. E, ora, insieme alla regione di Bakony-Balaton, è stata nominata Capitale europea della Cultura per il 2023. “Veszprém ha tutto il potenziale per aggiungere un importante significato alla cultura europea”, si legge sul sito dedicato a Veszprém Capitale Europea della Cultura 2023.

La sua è una storia antichissima, che corre indietro nel tempo, fino al primo re del Paese, Stefano I d’Ungheria: fu qui, infatti, che questo re cristiano sconfisse il pagano Koppány.

Una città ricca di storia

A Veszprém la storia ha lasciato traccia in ogni angolo: Si possono ammirare le prime pietre del castello costruito in città, le stradine strette coi loro edifici medievali, la prima cattedrale d’Ungheria, l’antica torre del fuoco e – ogni estate – si può prendere parte a uno splendido festival musicale che è un imperdibile appuntamento culturale del Paese. Vicina al Lago Balaton, la città ha un’atmosfera vivace, è ricca di musei e di teatri disseminati per le ville in collina.

Lago Balaton

Fonte: iStock

Il Lago Balaton, il “mare magiaro” dell’Ungheria

Cosa visitare a Veszprém

Innanzitutto, la Masterpiece Gallery, dedicata all’arte contemporanea ungherese e con un forte accento ai movimenti costruttivisti e astratti. C’è poi la Tejfalussy House, con la collezione della Beata Gisella di Baviera, o il Dezső Laczkó Museum, con la sua eclettica collezione di reperti archeologici ed etnografici, e la testimonianza di eventi sportivi del passato.

Gli eventi del 2023

Al via oltre 200 eventi che caratterizzano la città e i dintorni, raggruppati per campi culturali: musica, teatro, arte, danza, vino e gastronomia. Perché, al di là della bellezza del centro in sé, questa zona dell’Ungheria merita d’essere scoperta. Soprattutto la zona intorno al lago, uno specchio d’acqua dolce che è una rinomata località turistica, con spiagge, colline vulcaniche, località di villagiatura e hotel grattacieloi lungo i suoi 197 chilometri di costa.

Nove i cluster del 2023, che coprono tematiche diverse ma nello stesso tempo affini; troviamo così Music/City, che sintetizza l’intenzione degli organizzatori di fare di Veszprém (già Città della Musica per l’Unesco nel 2019) la città con il maggior numero di musicisti e cantanti di tutta l’Ungheria, oppure Region, alive che punta i riflettori sulle aree meno conosciute della regione al fine di porre le basi di una autentica e riconosciuta comunione di interessi che porterà l’intera zona oltre il 2023, riconoscendole una valenza culturale unica, vibrante e di altissimo livello.

Veszprem-ungheria

Fonte: @VEB2023 ECoC

A Veszprém la storia ha lasciato traccia in ogni angolo

Un altro tema importante è quello di Fragile Balaton, per diffondere e salvaguardare la storia e l’importanza del lago più grande d’Europa con il suo ecosistema e quello della zona circostante, e ancora, sempre legato al paesaggio e all’ambiente, Reflection, per immergersi nell’identità, nell’essenza e nelle origini del Paese.

La tematica sociale è anch’essa molto presente: l’interconnessione tra persone e la cultura della convivenza è evidenziata anche con il cluster Bridges, che mira a costruire ponti tra la città e la regione, tra la novità e la tradizione.

Veszprém Ungheria notte

Fonte: @Kovács Bálint

Le luci di Veszprém Capitale della cultura europea

Veszprém – Balaton 2023 non dimentica però il divertimento e la scoperta. I tre cluster The busy world of Veszprém, Out-of-the-Ordinary e Celebration investono sulla creatività dei giovani, sul rinnovamento degli spazi come sedi per l’arte e la connessione tra uomo e natura e sulla creazione di eventi per attirare e creare connessioni locali e internazionali.

Infine, Beyond, per strutturare un programma culturale che va oltre questo particolare riconoscimento, in modo da creare una base sicura per l’intensa e innovativa comunità di Veszprém e della regione per continuare a crescere e svilupparsi.

Veszprém Ungheria

Fonte: @Máhl Kornél

La bellezza di Veszprém in Ungheria
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Pila, piccola perla della Valle d’Aosta con vista sul Bianco e il Cervino

Cuore della Valle d’Aosta, dai suoi 1800 metri Pila domina la città di Aosta e gode di un invidiabile posizione panoramica con emozionante vista sui leggendari “4000” della regione: il Monte Bianco a ovest, il Cervino, il Grand Combin e, a est, il Monte Rosa.

Comprensorio sciistico d’eccellenza, è un’ambita località turistica in tutte le stagioni, capace di offrire divertimento e momenti indimenticabili a pieno contatto con una natura spettacolare.

Pila, estate tra sport e natura

In uno scenario idilliaco disegnato da ampi spazi, silenzio e aria cristallina, Pila è la meta ideale per lasciarsi alle spalle i rumori e la frenetica vita di città e per dedicarsi agli sport all’aria aperta: escursionismo, downhill, freeride, trekking e mountain bike.

Pila_estate

In estate, la splendida località spicca per la fitta rete di sentieri di varia difficoltà, in grado di soddisfare le esigenze sia delle famiglie con bambini sia degli escursionisti e alpinisti più esperti.

Imperdibile è, ad esempio, il Lago di Chamolé, limpido specchio d’acqua abbracciato da una verde conca da cui si apre un panorama favoloso sul Gran Combin, il Monte Bianco e la Valle del Gran San Bernardo: lo si raggiunge da Pila con la seggiovia di Chamolé che porta a quota 2003 metri e, da lì, imboccando il sentiero 19c, perfettamente segnalato.

Dal lago, i più esperti potranno proseguire alla volta del Col de Tza Sèche, della Becca di Nona a 3142 metri o impegnarsi nell’ascesa al Monte Emilius dove, sulla cresta ovest, è presente una via ferrata storica, destinata ai soli alpinisti con esperienza e buona resistenza fisica.

Pila valle d'aosta

Fonte: Ufficio Stampa

Passeggiate in quota a Pila

Novità del 2020, è poi il sentiero n. 22 che da Pila consente di arrivare a Chamolé e ammirare così tutta la bellezza del comprensorio al proprio ritmo.

Per gli appassionati delle due ruote, Pila è un assoluto punto di riferimento grazie al Bike Stadium di downhill ed enduro con 16 piste dai vari gradi di difficoltà: unica nel suo genere e molto ambita è la Pila-Aosta free ride, con un dislivello di 1170 metri e una lunghezza di 8 chilometri che possono arrivare fino a 11 sfruttando i tracciati più a monte.

La nuova flow trail è invece una pista divertente, adatta a tutti i bikers, anche ai più piccoli, da percorrere rigorosamente in discesa.

Sono poi attivi  i noleggi di bici ed e-bikes e due scuole di mtb con interessanti proposte per clienti individuali, gruppi e anche accompagnamento e-bike.

Centro di riferimento per lo sci in inverno

Durante la stagione invernale, il comprensorio sciistico di Pila attrae ogni anno migliaia di appassionati di sci e sport sulla neve con i suoi 70 chilometri di piste per tutti i livelli (4 piste nere, 21 rosse, 4 blu, più i tracciati percorribili con gli sci), che vanno da un’altitudine di oltre 1500 fino a quasi 2800 metri.

Pila-neve

Fonte: Snapseed

Le piste innevate di Pila in Valle d’Aosta

Ma non è tutto: Pila è una stazione “sci ai piedi” con accesso diretto agli impianti dai residence e dagli alberghi e offre uno snow park a circa 2200 metri di altitudine (un’area freestyle realizzata per soddisfare le esigenze degli acrobati della neve), piste per freeride, itinerari per racchette da neve, una pista Fun Slope, per il divertimento a ogni età, 15 impianti, fra seggiovie, ovovia e funivia per una comoda risalita, e due piste di scialpinismo.

Sono due le scuole di sci che, complessivamente, vantano oltre 170 maestri, accolgono allievi di tutte le età, livello e volontà per il grande debutto sulla neve o per perfezionare il proprio stile e soddisfare le proprie ambizioni.

Di rilievo anche l’architettura della stazione sciistica, realizzata negli Anni Settanta, con unità abitative e strutture alberghiere, ispirata alle stazioni montane francesi e modellata per forme e colori sull’orografia e sul paesaggio.

Riparata dalle avversità meteorologiche, Pila permette di sciare per tutto l’inverno fino a 2700 metri, ed è apprezzata per la qualità della battitura delle piste, per le svariate attività che si possono praticare sulla neve oltre lo sci e per l’indimenticabile qualità della gastronomia che utilizza le materie prime del territorio.

Inoltre, per coloro che non sciano (ma anche per gli sciatori), propone la conoscenza e l’esplorazione della natura in montagna organizzando escursioni con le ciaspole, con la preziosa conduzione delle guide ambientali naturalistiche.

D’inverno, da non perdere è l’evento più importante dell’anno: la Fiera di Sant’Orso che si tiene già ad Aosta, raggiungibile velocemente da Pila con la funivia. Ogni anno a fine gennaio (nel 2023 le date sono 30 e 31 gennaio e l’edizione è la numero 1.023) oltre mille gli artigiani espongono le loro opere lungo le vie del centro, ma ci sono anche musica, folklore e tradizioni per scoprire le eccellenze della Valle d’Aosta.

Fiera-Sant'Orso-Aosta

Fonte: @Regione autonoma Valle d’Aosta

Sculture di legno in mostra durante la Fiera di Sant’Orso ad Aosta

Le spettacolari piste per tutti i gusti, fino al fuoripista

Le piste di Pila sono ideate per consentire a tutti di dare soddisfazione alla propria voglia di sci. Si va dalle piste meno impegnative, come le Baby Pila, la Baby Gorraz e la Grimod, a quelle per i riders più esperti:

  • Platta de Grevon (Pista 27 sullo Skirama): pista per freerider con 510 metri di dislivello per quasi 1,8 chilometri di sviluppo e pura adrenalina.
    Doppio tracciato finale, uno più veloce e dinamico, l’altro, tradizionale, più dolce e graduale.
  • Du Bois (Pista 2 sullo Skirama): una pista dove liberare la propria voglia di libertà.
    La pendenza è sostenuta sull’intero tracciato e, pur essendo un tracciato per sciatori di buon livello, i passaggi non sono mai eccessivamente impegnativi.
  • Gorraz (Pista 3 sullo Skirama): questa pista presenta una sequenza di fantastici muri verticali di discreta lunghezza, alternati a tratti più riposanti e stimolanti cambi di pendenza.
  • Bellevue (Pista 10 sullo Skirama): una nera omologata anche per competizioni di alto livello, molto apprezzata dagli sciatori più esperti anche per la prima “S”, lunga e impegnativa.

Il fascino delle racchette da neve

Con le ciaspole è possibile seguire diversi itinerari, sia in autonomia che con la guida ambientale naturalistica, di giorno oppure in notturna.

Un itinerario da provare conduce verso l’Alpeggio Grivel e sale poi all’alpeggio Grimondet: entrambe le mete vantano una straordinaria vista a tutto tondo sul fondovalle e sui 4000
valdostani, tra cui il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino e il Gran Combin.

Il percorso si snoda tra fiabesche abetaie, avvolte dal silenzio e dalla neve, lontane dalle piste affollate e a stretto contatto con la natura.

Pila per i più piccoli

Pila ha molto da offrire ai bambini, un mondo di vero divertimento.

Il Fun Park, nella zona di Chacard, offre un tapis roulant di 114 metri che accompagna a due percorsi: uno dedicato a bob e slittini, l’altro allo snow tubing con gommoni morbidi e colorati.
Non mancano tappeti elastici e gonfiabili colorati.

La Scuola di sci di Pila propone invece, nella tipica atmosfera delle costruzioni di montagna, il servizio di MiniClub Pila, per i bambini dai 2 anni in su, con personale educativo, qualificato e di esperienza.

Il progetto della nuova telecabina “Pila – Couis”

Si tratta del nuovo impianto di risalita del comprensorio di Pila che cambierà radicalmente la fruibilità del resort montano e renderà accessibile uno dei punti panoramici più iconici della Val d’Aosta e che dovrebbe essere ultimato nel 2024

Il progetto prevede una cabinovia a 10 posti che, collegherà la zona di arrivo della esistente telecabina Aosta-Pila con la zona della Platta de Grevon (ovvero Cima Couis 1), sullo spartiacque tra la Conca di Pila e la valle di Cogne. La stazione di partenza a Pila  a 1.800 metri di altitudine, è posizionata posteriormente alla stazione di arrivo della telecabina Aosta-Pila e presenterà un innovativo centro servizi. Mentre la stazione di arrivo a monte sulla Cima Couis – motrice – è caratterizzata da un particolare disegno a stella con le punte orientate verso i diversi 4.000 della Valle d’Aosta e conterrà al suo interno anche un bar-ristorante panoramico e servizi per il pubblico.

Con una portata di 2.400 persone all’ora alla velocità di 6 metri al secondo sarà possibile percorrere la lunghezza totale di 3,8 chilometri e un dislivello di 923 metri in 13 minuti. Attualmente per raggiungere Cima Couis da Pila, sci ai piedi, sono necessari 3 impianti ed un tempo complessivo di circa 60 minuti.

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Romania, ritrovata una tomba principesca importantissima

Quella che vi stiamo per raccontare è una scoperta importantissima avvenuta per puro caso in Romania. Vi basti sapere che tale ritrovamento è successo a causa di alcuni lavori per la costruzione della nuova bretella autostradale a sud-est del Paese. Ciò che è emerso è una tomba principesca con tanto di suo corredo che sembrerebbe appartenere a un invasore che ha quasi completamente cambiato la storia. Scopriamo insieme a chi apparteneva.

Ritrovata la tomba di Attila, il flagello di Dio

La tomba in questione potrebbe essere di Attila, conosciuto anche come il flagello di Dio. Essa, infatti, risalirebbe al V secolo, periodo in cui la regione era dominata dagli Unni, popolo guerriero nomade proveniente dalla Siberia. Al suo interno il guerriero è stato sepolto con il suo cavallo, le sue armi e le tante ricchezze che possedeva: oltre cento manufatti in gran parte ricoperti d’oro e intarsiati con pietre preziose.

Come spiegato dall’archeologo Silviu Ene del Vasile Pârvan Institute of Archaeology di Bucarest  e come riportato da La Stampa, tale sepoltura è stata in realtà scoperta alla fine dell’anno scorso vicino alla città di Mizil, nel sud-est della Romania.

Fa parte di un sito archeologico più complesso dove sono conservate altre tombe, abitazioni e pozzi, tanto che da quando sono iniziati i lavori di ampliamento autostradale, questo è il quarto sito archeologico scoperto, testimonianza di quanti tesori ancora nascosti custodiscono queste terre.

Sempre stando alle parole dell’archeologo, la preziosa spada “è in gran parte arrugginita, ma il suo fodero è decorato per tutta la sua lunghezza con foglie d’oro”.

Ed è proprio quest’ultima, insieme a tutte le altre ricchezze riportate alla luce dall’interno della tomba e la sua datazione, che fanno pensare che vi fosse sepolto il temuto Attila con tutto il suo rinomato tesoro.

Le altre dichiarazioni degli addetti ai lavori

L’archeologo ha inoltre fatto sapere che l’etnia del guerriero il non è ancora nota, ma che i ricchi corredi funerari suggeriscono che appartenesse alla classe dirigente nel periodo unno che, in quella precisa fase storica, controllava gran parte delle terre a ovest del Mar Nero, inclusa la regione che oggi fa parte della Romania.

Ciò vuol dire che nei prossimi mesi le ossa e i manufatti saranno ripuliti, esaminati e messi in mostra al pubblico, mentre il sito della tomba devierà per forza di cose il progetto autostradale.

Un ritrovamento che perciò si rivela eccezionale in quanto Attila, nel V ,secolo contribuì alla caduta dell’impero romano. Fino a questo momento, il luogo della sepoltura del condottiero è rimasto un mistero. Secondo gli storici il re degli Unni era stato seppellito sotto quello che un tempo era il letto di un fiume e che gli schiavi che scavarono la fossa furono poi uccisi, affinché non rivelassero il punto esatto della sepoltura del corpo insieme ai suoi grandi tesori.

Non resta che attendere gli approfondimenti del caso per scoprire se la tomba appena ritrovata, insieme ai suoi tesori di inestimabile valore, appartenga o no ad Attila, il rinomato flagello di Dio.

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Molto più di una mostra: Londra apre le porte del paradiso

Organizzare un viaggio a Londra, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. La capitale dell’Inghilterra e del Regno Unito, infatti, è una città fervente e dinamica che non smette mai di incantare con quel ricchissimo patrimonio artistico, storico e culturale che gli appartiene.

Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, a partire dal Big Ben, l’iconica torre dell’orologio, passando per l’abbazia di Westminster e l’imponente Palazzo del Parlamento, e proseguendo per il Tamigi e la ruota panoramica London Eye.

Tuttavia, adesso, c’è un motivo in più per raggiungere la cosmopolita città inglese, ed è dato dall’inaugurazione di un’esposizione davvero sorprendente. Molto più di una mostra, Heaven’s Gate è una vera e propria esperienza immersiva che apre le porte del paradiso.

Londra apre le porte al paradiso

Se avete in mente di organizzare un viaggio a Londra questo inverno, allora non potete non inserire nel vostro itinerario anche una visita all’Outernet. Situato nel West End di Londra, questo quartiere interattivo è diventato un vero e proprio punto di riferimento per tutti gli appassionati di tecnologia. Non è solo un’area adibita al divertimento e all’intrattenimento, ma si tratta del più grande spazio espositivo digitale in Europa che ospita i più grandi schermi a LED del mondo.

Schermi di altezze maestose e tunnel esclusivamente di luci a LED diventano così gli strumenti per raccontare, comunicare e condividere l’arte attraverso l’utilizzo della tecnologia. Ed è quello che sta succedendo anche adesso, in occasione dell’inaugurazione dell’opera d’arte immersiva e tridimensionale creata proprio da un artista italiano.

Il suo nome è Heaven’s Gate, ed è l’esibizione che porta la firma di Marco Brambilla. Un capolavoro visivo, immersivo e tridimensionale che viene proiettato, per la prima volta in Europa, proprio negli spazi dell’Outernet di Londra. Molto più di un’esposizione digitale, ma una vera e propria esperienza sensoriale e totale che consente agli ospiti di entrare, idealmente, in un paradiso.

Heaven's Gate

Fonte: Getty Images

Heaven’s Gate, l’arte visiva, immersiva e tridimensionale di Marco Brambilla

Heaven’s Gate, la mostra immersiva di Marco Brambilla

È un capolavoro monumentale, digitale e sensoriale, quello che sta illuminando l’inverno della capitale del Regno Unito e gli spazi dell’Outernet di Londra. Dal 22 gennaio, e fino al 26 febbraio, l’opera dell’artista Marco Brambilla spalancherà le porte del cielo per garantire un accesso a cittadini e viaggiatori che giungeranno nel West End.

Creata come un’esperienza di virtual reality, l’opera si snoda verso l’alto grazie alla presenza di schermi da 16 k che occupano quattro piani dell’edificio. Le proiezioni sono intense, nitide ed emozionali, e rappresentano le ambientazioni tipiche della fabbrica dei sogni di Hollywood. Le immagini sono sontuose e opulenti, ma si tratta di una versione satirica di quelle stesse ambientazioni, che sono così belle, cariche e sature che diventano impossibili da sostenere.

L’opera prende vita all’interno degli spazi attraverso un video collage che presenta psichedeliche e iper saturate che raccontano i momenti iconici della storia del cinema, che salgono verso l’alto e in più livelli, restituendo una sensazione di vertigine e smarrimento e che offre, al contempo, una visione suggestiva e seducente.

Heaven’s Gate, come abbiamo anticipato, è stata inaugurata negli spazi dell’Outernet di Londra e sarà visitabile fine al 26 febbraio.

Heaven's Gate

Fonte: Getty Images

Heaven’s Gate, l’esperienza immersiva all’Outernet di Londra
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Cosa vedere a Bergamo, Capitale Italiana della Cultura 2023

Il 2023 è l’anno in cui bisogna assolutamente visitare Bergamo, nominata Capitale italiana della Cultura, insieme a Brescia. Con un patrimonio storico e artistico incredibile, monumenti e attrazioni di ogni tipo, “la Città dei Mille” è la destinazione perfetta dove trascorrere un weekend ricco di eventi speciali, che portano anche alla scoperta di luoghi inediti. Ecco cosa fare e vedere assolutamente.

Musica e arte: gli eventi da non perdere a Bergamo

Dopo avervi parlato degli eventi imperdibili a Brescia, eccoci a Bergamo, legata a doppio filo alla “Leonessa d’Italia” da una comune visione che è alla base del concept della Città Illuminata, dove la cultura diventa strumento inclusivo e di potenziamento per rilanciare e rigenerare le comunità. Nel secondo weekend di inaugurazione della Capitale, la musica sarà protagonista della tre giorni “La città in festa”, insieme ad una serie di splendide iniziative e all’avvio del programma “family friendly”, il primo nella storia delle Capitali italiane della Cultura dedicato in particolare alle famiglie e agli spettatori più giovani.

Il 28 e 29 gennaio, musica e arte si fondono nella rassegna “Unexpected Jazz”, concerti jazz “in luoghi che non ti aspetti”, che si terranno in location d’eccezione di Città Bassa, poco note o normalmente non destinate ad eventi musicali, tra cui Sala degli Specchi di Palazzo Frizzoni, ex Diurno in piazza Dante, Chiesa del Monastero Matris Domini di via Locatelli, Chiesa del Monastero di San Benedetto in via Sant’Alessandro. Città Alta è, invece, il palcoscenico di “ImprovvisAzioni – Azioni Improvvise. Teatro Sociale in musica”, il format che prevede l’apertura del teatro con ingresso gratuito per un intero pomeriggio. Per chi ama le sorprese, ci sono i concerti “Sofar Sounds”, movimento di concerti segreti nato a Londra nel 2009, che organizza per l’occasione un evento musicale in un luogo segreto, che verrà comunicato solo a chi iscriverà alla serata.

Tra musei e biblioteche

All’Accademia Carrara fervono i lavori di rinnovamento, in vista della grande riapertura del 28 gennaio, quando verrà inaugurata la mostra “Cecco del Caravaggio. L’Allievo Modello”, allestita fino al 4 giugno. L’aggiornamento del museo, in occasione di Bergamo Brescia Capitali della Cultura, ha tra gli obiettivi non solo conservazione, studio, ricerca, promozione e divulgazione, ma anche maggiore flessibilità e attrattività, grazie a nuove idee e a un importante investimento economico in un’ottica di sostenibilità e proiezione verso il futuro.

Da cogliere al volo anche l’occasione di una visita al Museo di Scienze Naturali e al Museo e Tesoro della Cattedrale, che continueranno la loro partecipazione alle giornate inaugurali mantenendo l’ingresso gratuito sia sabato 28 che domenica 29, comprese alcune visite guidate. Ai musei istituzionali si affiancano nuove mostre inaugurate per l’occasione, come il nuovo e affascinante spazio espositivo Cordani in via Moroni, dedicato al lavoro di Gianriccardo Piccoli, e la mostra “Fiberstorming” all’Ex Ateneo, che racconta il meglio dell’arte tessile, con una particolare attenzione a giovani artisti bergamaschi.

Particolarmente interessante anche la programmazione del Sistema Bibliotecario Urbano, che sabato 28 gennaio propone la giornata “Porte Aperte”, con tante attività dedicate a bambini e bambine in tutte le biblioteche dei quartieri. È, inoltre prevista un’apertura pomeridiana straordinaria della Biblioteca Galizzi di Loreto, molto amata dai più piccoli, mentre la Biblioteca Civica “Angelo Mai” guiderà il pubblico affezionato in un itinerario tra i tesori di Palazzo Nuovo.

Andare alla scoperta dei maestri artigiani bergamaschi

Tra le novità da non perdere a Bergamo c’è la possibilità di conoscere da vicino l’artigianato artistico bergamasco. Nelle giornate inaugurali della Capitale Italiana della Cultura si propone, infatti, una selezione delle botteghe artigiane della città,  dall’oreficeria alla ceramica, dalla liuteria al mosaico, dalla sartoria al restauro del metallo, fino all’ebanisteria. Il percorso di visita è libero e offre la possibilità di recarsi direttamente negli atelier per conoscere i maestri artigiani, ammirare i loro prodotti e scoprire tutti i segreti del loro lavoro. La piattaforma Wellmade, progetto digitale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, mette a disposizione un sito e una app per intercettare i migliori artigiani in Italia e creare itinerari personalizzati per visitare le botteghe più interessanti.

Divertirsi con le creazioni artistiche del Théâtre de la Toupine

Durante la tre giorni “La città in festa”, il programma dedicato alle giornate inaugurali della Capitale Italiana della Cultura, approderanno a Bergamo le creazioni artistiche del Théâtre de la Toupine. Vere e proprie sculture realizzate con oggetti bizzarri, legno recuperato dai fiumi e materiali eterogenei, collocate in Piazza Dante e in due parchi cittadini, che potranno essere utilizzate dai bambini come vere giostrine da parco e prendere vita grazie all’interazione del pubblico adulto. Magiche sculture ecologiche, giochi ambulanti, macchine teatrali e curiosità vaganti per il divertimento dei piccoli e degli adulti.

Il primo programma dedicato alle famiglie

Tante e inedite le iniziative dedicate alle famiglie. Nel weekend del 27 e 29 gennaio si accenderanno i riflettori su “Che spettacolo il 2023!”, il primo programma ‘family friendly’ di una Capitale Italiana della Cultura, un progetto nato dalla co-progettazione fra gli enti dei due territori che si occupano di teatro ragazzi e gli Assessorati alla Cultura di Bergamo e di Brescia, che propone un calendario ricchissimo e multiforme, in cui sono raccolte tutte le attività dedicate ai più piccoli, tra teatro, lettura, cinema, storia, scienza. Con uno sguardo alle nuove generazioni, la Capitale 2023 dedica un palinsesto che prevede una selezione di spettacoli ed eventi dedicati agli spettatori che inizieranno la loro vita culturale proprio con BGBS2023. Un’offerta che si distingue per l’appeal internazionale e darà vita al Passaporto culturale della Capitale, uno strumento che mira a raggiungere le nuove genreazioni con un supporto digitale e analogico.

Effetto Capitale Italiana della Cultura: boom di prenotazioni

Stando a quanto riporta Airbnb, cresce la ricerca di alloggi a Bergamo per il 2023, quasi duplicata rispetto allo scorso anno, con picchi nei primi giorni di gennaio e nel primo weekend di aprile. Per le due città designate per la prima volta insieme Capitali Italiane della Cultura, la parola d’ordine dei prossimi dodici mesi è la valorizzazione della storia e del patrimonio artistico per incentivare l’incremento del turismo culturale. Per quanto riguarda gli arrivi, a prevalere è il turismo domestico, mentre i dati raccontano come brasiliani e americani si posizionano al secondo e terzo posto nella top 5 dei viaggiatori che stanno valutando un soggiorno, seguiti a livello europeo da tedeschi e francesi.

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La magia artica si avvera: dormire nell’igloo più a Nord del mondo

Il desiderio di vivere nuove e inedite esperienze ci spinge a girare il globo, a raggiungere luoghi remoti e lontani e a superare i nostri stessi limiti con un solo obiettivo: scoprire tutte le bellezze che appartengono al nostro pianeta.

E di meraviglie, nella lontana Norvegia artica, ce ne sono tantissime. Proprio qui, infatti, è possibile vivere inedite e sorprendenti avventure nella natura selvaggia e incontaminata: la caccia all’aurora boreale, per esempio, la visita ai deserti di neve, e poi ancora le corse in slitte trainate da husky e le esperienze Sami.

Ma c’è di più, perché sempre qui, a poca distanza dall’altopiano del Finnmark, tutti gli avventurieri potranno raggiungere l’hotel più a nord del mondo, e dormire in un igloo di neve e di ghiaccio. Pronti a vivere un’avventura ghiacciata e incantata?

Norvegia: l’avventura artica e incantata

Raggiungere la Norvegia del Nord, lo sappiamo, è un’esperienza destinata a restare indelebile nel cuore di tutti gli avventurieri che osano spingersi fin qui. Ghiacciai scolpiti nei paesaggi, distese di neve che si perdono all’orizzonte e meravigliosi panorami notturni illuminati dalla luce dell’Aurora Boreale, danno il benvenuto ai viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Nel periodo che va da dicembre ad aprile poi, l’avventura artica si arricchisce di una nuova e straordinaria esperienza, quella che consente ai viaggiatori di dormire in uno degli hotel più remoti del pianeta. Non aspettatevi stanze tradizionali e cabine in legno però, perché qui si dorme all’interno di igloo costruiti esclusivamente non neve e ghiaccio.

Il Sorrisniva Igloo Hotel, questo il nome della struttura ricettiva, è l’Igloo Hotel più a nord del mondo. Ogni anno, quando il calendario segna l’arrivo imminente dell’inverno, artisti, scultori e costruttori si riuniscono per ricreare questo straordinario hotel.

Gli igloo sorgono su una superficie di oltre 2000 metri quadrati, e per la sua costruzione sono necessarie circa 250 tonnellate di ghiaccio e 7000 metri cubi di neve. Il materiale viene raccolto nell’Alta Valle da Sorrisniva, e ricavato dall’acqua del famoso fiume Alta, situato proprio nei pressi dell’hotel.

Sorrisniva Igloo Hotel

Fonte: Katelin Sorrisniva

Sorrisniva Igloo Hotel, suite

Dormire nell’hotel igloo più a nord del mondo

Il Sorrisniva Igloo Hotel, situato a 20 km dal centro della città di Alta, viene inaugurato poco prima di Natale, e resta aperto fino ad aprile, quando i raggi del sole diventano più caldi e frequenti. Ogni anno, gli scultori e gli artisti chiamati a dare vita alla struttura, progettano il tutto scegliendo temi diversi, unici e originali, ben visibili nelle decorazioni manuali e nelle sculture artigianali che caratterizzano tutti i singoli alloggi.

L’igloo hotel, che può essere raggiunto tutti i giorni anche solo per una visita, rappresenta il punto di partenza per chi vuole vivere esperienze inedite e straordinarie nella natura selvaggia artica. Ma anche per chi vuole vivere un sogno ghiacciato a ogni ora del giorno e della notte.

L’hotel, infatti, ospita due ristoranti che servono specialità e prodotti gastronomici locali, dedicati proprio a chi vuole soddisfare il palato. Non mancano, ovviamente, un bar ghiacciato e una sauna con due vasche idromassaggio all’aperto, per rilassarsi sotto zero.

Il Sorrisniva Igloo Hotel completa l’offerta con un ambiente romantico e suggestivo, si tratta della Cappella di Ghiaccio, all’interno della quale gli innamorati possono pronunciare il fatidico “Sì, lo voglio”.Sorrisniva Igloo Hotel, cappella di ghiaccio

Sorrisniva Igloo Hotel, cappella di ghiaccio

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Notte nella foresta, sotto il cielo stellato più bello del mondo

Esistono luoghi che sono così belli da non sembrare reali. Posti plasmati sapientemente da Madre natura che con le loro forme, i lineamenti e i colori ci ricordano tutta la meraviglia che appartiene al nostro pianeta.

Sono le montagne che hanno preso in prestito i colori all’arcobaleno, i deserti che fioriscono inaspettatamente, le sabbie bianche che sfavillano il sole. E poi, ancora, le foreste verdeggianti e lussureggianti e i boschi che sembrano usciti da un libro di fiaba. Sono proprio questi paesaggi a spingerci a metterci in cammino, invitandoci a perderci e immergerci in quelle visioni sublimi e mozzafiato che ci ricordano quanto è bello il mondo che abitiamo.

Ed è ancora Madre Natura a fare da cornice a quello che è, con tutta probabilità, il cielo stellato più bello del mondo. Per ammirarlo in tutto il suo splendore, dobbiamo recarci in Namibia, proprio lì dove esiste una foresta dalla bellezza disarmante.

Quiver Tree Forest

Il suo nome è Quiver Tree Forest ed è, con tutta probabilità, la foresta più suggestiva e straordinaria del mondo intero. Chi è già stato in Namibia, per esplorare tutte le bellezze che si snodano nel Paese dell’Africa Sud-occidentale, probabilmente conoscerà già questo luogo, dato che si tratta di una delle attrazioni turistiche più amate e raggiunte nel sud del Paese.

La Quiver Tree Forest, conosciuta anche con il nome di Foresta degli alberi faretra, è situata a circa 14 chilometri dalla città di Keetmanshoop, sulla strada che conduce al villaggio di Koes. Proprio qui, sul terreno che appartiene alla fattoria di Gariganus, si snodano oltre 200 esemplari di Aloidendron dichotomum, un albero appartenente alla famiglia delle aloe diffusa appunto in Africa e in Sudafrica. I rami, e le sue foglie, sono utilizzati da secoli dalle popolazioni indigene del paese per costruire le faretre per le loro frecce, da qui il nome di Foresta degli alberi faretra.

La foresta, che vanta esclusivamente la mano di Madre Natura, ospita esemplari straordinari che svettano verso il cielo creando un paesaggio surreale. La loro età anagrafica, che corrisponde a 2 o a 3 secoli di vita, rende questi alberi un patrimonio naturalistico da proteggere e celebrare. La Quiver Tree Forest, infatti, è stata dichiarata monumento nazionale della Namibia già dal 1 giugno del 1995.

Quiver Tree Forest

Fonte: iStock

Quiver Tree Forest

Raggiungere questo sito africano è un’esperienza al di fuori dell’ordinario. Davanti agli occhi degli avventurieri che si spingono fin qui, infatti, si apre una distesa di alberi maestosi che si districano tra le tra le rocce nere di dolerite e che sfiorano i 9 metri d’altezza.

Durante il giorno è possibile ammirare tutti i dettagli che caratterizzano gli alberi. Le loro chiome, le cortecce e le sfumature particolari. I colori e i lineamenti. Ma è quando il sole lascia spazio al crepuscolo, e la notte più nera avvolge completamente il territorio che prende vita la magia.

Il cielo stellato più bello del mondo

Trascorrere la notte nella Quiver Tree Forest, circondati da alberi maestosi e secolari, è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. Lontano dall’inquinamento luminoso, e avvolto nel silenzio, il sito si configura come un luogo privilegiato per ammirare quello spettacolo grandioso che si perpetua, ogni sera, sopra di noi.

Quando gli ultimi raggi del sole scompaiono al tramonto, e la Foresta degli alberi faretra sprofonda nel buio, milioni di stelle iniziano a illuminare tutta l’area circostante. Sopra le nostre teste prende vita uno show di infinita bellezza, Protagonista assoluta è la Via Lattea, che taglia il cielo con il suo fascio di luce e inizia a brillare. E allora sì che comincia la magia.

Quiver Tree Forest

Fonte: iStock

Quiver Tree Forest
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La festa che celebra la prima fioritura dell’anno è in Sicilia

C’è sempre un buon motivo per organizzare nuovi e sensazionali viaggi intorno al mondo, soprattutto quando l’alternarsi delle stagioni ci permette di scoprire volti inediti e straordinari delle destinazioni che già conosciamo.

E se l’inverno ci ha regalato splendidi paesaggi caratterizzati da tinte candide e bianche e da visioni mozzafiato, la primavera si prepara a fare lo stesso. Anzi, molto di più.

Ora che il calendario segna l’arrivo di febbraio, ad accomunare tutti i viaggiatori c’è la voglia di mettersi in cammino in lungo e in largo per andare alla scoperta delle fioriture più belle del nostro pianeta. Ma per vivere un’esperienza profumata, inebriante e colorata, non abbiamo per forza bisogno di volare in capo al mondo. È in Sicilia, infatti, che sta per essere inaugurata la festa che celebra la prima fioritura dell’anno. E possiamo assicurarvelo: è bellissima.

Sicilia in primavera: un tripudio di meraviglia

Organizzare un viaggio in Sicilia, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. Ma lo è soprattutto nel mese di marzo, quando ancor prima dell’equinozio di primavera, la valle più bella del mondo si tinge di bianco e di rosa. Sono i mandorli in fiore di Agrigento che ogni anno regalano uno spettacolo di infinita bellezza.

Mentre la natura dorme ancora, abbandonata in un meritato riposo, nella terra dei mandorli accade un piccolo miracolo. Già a partire dai primi giorni di febbraio, infatti, i rami spogli degli alberi prendono vita trasformando nel palcoscenico di uno spettacolo senza eguali: la prima fioritura di primavera.

Perché succede in Sicilia, e in maniera così anticipata rispetto alle altre fioriture, è presto detto. Il clima della regione, infatti, è piacevolmente mite anche durante l’inverno, e questo permette ai fiori di sbocciare e brillare sotto il sole prima del previsto.

Quello che si palesa davanti agli occhi di chi guarda, è un tripudio di profumi e colori che non si può raccontare, ma solo vivere. È per questo che, in occasione della prima fioritura primaverile dell’anno, dal 5 al 12 marzo, viene organizzata la Sagra del Mandorlo in Fiore. Molto più di una manifestazione, ma una vera e propria esperienza sensoriale che permette di toccare le meraviglie di questo territorio durante la stagione più suggestiva.

Sagra del Mandorlo in Fiore: la festa che celebra la fioritura di primavera

L’appuntamento è previsto dal 5 al 12 marzo, in Sicilia ovviamente. Questi giorni non sono solo un omaggio alla fioritura, e alla noce in questione, ma anche al territorio stesso. Durante l’evento, infatti, si alternano tra le strade e i quartieri della città, concerti, fiaccolate, sfilate e spettacoli folcloristici. Non mancano, ovviamente, le degustazioni dei prodotti caratteristici della regione.

Un appuntamento imperdibile, questo, sia per i cittadini che per i viaggiatori che si perpetua dal lontano 1938, anno in cui per la prima volta a Naro, nello splendido scenario della Valle del Paradiso, venne organizzata la prima sagra dedicata ai mandorli. Dopo 15 anni, l’evento è stato spostato nella città collinare e ha assunto le sembianze che conosciamo oggi.

A fare da cornice a questo tripudio di emozioni tutte da vivere, ci sono la città di Agrigento e la straordinaria Valle dei Templi che, in fiore, sono più belle che mai. Pronti a partire?

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Cosa vedere a Brescia, capitale italiana della cultura 2023

Alla scoperta di Brescia come non l’avete mai vista, Capitale italiana della cultura 2023 insieme a Bergamo, per un anno intenso, ricco di eventi, di iniziative, di arte, di musica e di bellezza.

La “Leonessa d’Italia” possiede un ricco patrimonio materiale e immateriale che si svela nell’antica Brixia Romana, lungo i suggestivi percorsi museali e monumentali, e che dà, per l’occasione, il meglio di sé negli innumerevoli appuntamenti di livello nazionale e internazionale che vedono protagonisti la musica, l’opera, il teatro, la scienza, la luce, il cinema e il paesaggio.

12 mesi di arte e cultura

L’ambito riconoscimento offre a Brescia l’occasione per rilanciarsi e mostrare, ancora una volta, lo splendido patrimonio museale che la caratterizza.

Per l’anno in corso, la Fondazione Brescia Musei ha predisposto un fitto palinsesto pronto a conquistare il pubblico a partire dalla riapertura (dopo un lungo periodo di chiusura) del Museo del Risorgimento che avrà il nome di “Museo del Risorgimento della Leonessa d’Italia“, rinnovato grazie a un progetto di recupero e valorizzazione del simbolico edificio che lo ospita, il Castello arroccato sul colle Cidneo a ridosso del centro storico.

Il nuovo allestimento, interattivo e immersivo, consentirà al visitatore di ripercorrere da protagonista i moti patriottici che hanno portato all’Unità d’Italia e scoprire le tendenze figurative e artistiche del XIX attraverso dipinti, stampe, ceramiche, sculture, carte geografiche e ritratti.

Palazzo Martinengo, nobile palazzo seicentesco all’incrocio tra Via dei Musei e Piazza del Foro, accoglierà invece i capolavori dei più importanti maestri dell’arte attivi tra il Cinquecento e il Settecento a Brescia e Bergamo con la mostra “Lotto, Romanino, Moretto, Ceruti. I campioni della pittura a Brescia e Bergamo(dal 21 gennaio all’11 giugno).
Un modo per mettere in dialogo la produzione artistica e la cultura espressa dalle due città durante il periodo di dominazione veneziana.

Il principale museo di Brescia, il Museo di Santa Giulia, collocato all’interno del Monastero di Santa Giulia lungo l’antico decumano massimo della Brixia romana, sarà protagonista di “Miseria e Nobiltà“(dal 14 febbraio al 28 maggio), la mostra dedicata a Giacomo Ceruti, importante esponente della “pittura di realtà” che gli valse l’appellativo di “Pitochetto” per i soggetti ritratti: vagabondi, poveri, contadini e reietti.

Ma non è tutto.

Il celebre Museo sarà teatro anche del progetto espositivo “Foodprint: la dieta mediterranea oggi” (dal 10 gennaio al 23 febbraio), della mostra “Luce della Montagna” (dal 21 marzo al 23 luglio), la più significativa mai realizzata sul mondo delle cime, grazie al lavoro di tre maestri della fotografia del Novecento e di uno contemporaneo, Ansel Adams, Martin Chambi, Vittorio Sella, Axel Hütte, e la mostra fotografica LaChapelle per Ceruti (dal 14 febbraio al 10 novembre), curata da Denis Curti.

Dal 14 luglio al 29 ottobre, sarà poi la volta della mostra “Cinema Mattotti“, incentrata sul noto illustratore Lorenzo Mattotti, originario di Brescia, mentre, nell’ambito del Festival della Pace, dal 10 novembre al 28 gennaio 2024 sarà possibile ammirare la collettiva “Arte e Diritti” sulle questioni urgenti della nostra epoca.

Il Parco Archeologico di Brixia Romana, percorso archeologico tra i più rilevanti d’Italia, Patrimonio UNESCO, ospiterà invece il progetto Brixia sposa Plessi (dal 9 giugno al 7 gennaio 2024) con monumentali digital walls, videoproiezioni e installazioni digitali del maestro della video arte Fabrizio Plessi.

Ancora, il Castello, uno dei più incantevoli complessi fortificati d’Italia da cui si gode di un panorama mozzafiato, dal 19 maggio al 7 gennaio 2024, sarà cornice per la mostra a cielo aperto dello scultore contemporaneo Davide Rivalta.

La musica e il teatro, grandi protagonisti

Oltre all’arte, saranno protagonisti assoluti della Capitale della Cultura 2023 anche la musica e il teatro, da ascoltare e vivere nei luoghi simbolo della città e in location esclusive.

Sabato 24 giugno andrà in scena il Festa della Musica di Brescia, la più importante d’Italia, con una coinvolgente carrellata di esibizioni e concerti dal jazz al rock, dal pop alla musica classica, dal funky all’etno passando per l’elettronica, il folk, la musica da banda e il soul.

E siamo solo all’inizio: per un anno in musica, vi sarà il Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, la Grande Notte del Jazz di Brescia (il 25 febbraio con un’anteprima il 24 febbraio) e la Festa dell’Opera della Fondazione Teatro Grande di Brescia che, il 9 e il 10 giugno, allieterà più di 50 luoghi della città con recital, concerti, spettacoli, improvvisazioni e incontri: le voci di oltre 250 artisti saranno accolte anche in chiese, scuole, esercizi commerciali, luoghi di cura, case private.

Per quanto riguarda il teatro, il Centro Teatrale Bresciano ha ideato uno spettacolo itinerante di teatro diffuso “Le città invisibili” di ispirazione calviniana nei punti più affascinanti della città; i luoghi della Brescia Romana saranno invece il palcoscenico per la stagione del Teatro Romano che, durante l’estate, si sposterà nel Viridarium, bellissimo giardino accanto alle domus d’Ortaglia.

Il trionfo della luce

Durante le ore notturne, sarà la manifestazione “Light is Life” ad animare Brescia (e Bergamo) trasformandola in una favolosa galleria d’arte a cielo aperto, dal 10 al 19 febbraio: l’inaugurazione avverrà il 10 febbraio nella scenografica Piazza della Loggia dove verrà installato un incredibile 3D mapping che animerà il Palazzo della Loggia per tutta la durata dell’evento.

I tesori della città verranno, così, valorizzati da installazioni e opere di arte urbana ideate da importanti artisti di livello internazionale.

Presso il Castello, fulcro della manifestazione, si snoderà un percorso onirico con 14 installazioni per un trionfo di colori e luci: tra le opere da segnalare spiccano “Remembering a Brave New World“, installazione site-specific in technicolor di Chila Kumari Burman, il progetto corale degli studenti delle Accademie d’Arte delle città – SantaGiulia e LABA sul tema del Risorgimento “Storie di luce”,  “Hello Goodbye”, il saluto a chi è in partenza e chi in arrivo di Marco Lodola, e “Big ballerina” e “Run Beyond“, realizzate da Angelo Bonello.

L’artista di fama internazionale Bonello presenterà anche, al Capitolium (il tempio romano di Via dei Musei), l’opera di luce “Vittoria Trasfigurata“, scultura ispirata alla celebre Vittoria Alata e rivisitata in chiave contemporanea per un felice contrasto con le architetture classiche della Brixia Romana.

Infine, la luce farà risplendere anche la torre azzurra cangiante del Termoutilizzatore di A2A: durante il festival, la torre sarà illuminata e avrà sulla cima uno skylaser puntato in direzione del Castello.