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Bevenuti sul “chilometro più bello d’Italia”

Può una semplice passeggiata trasformarsi in qualcosa di meraviglioso? Sì, se ci troviamo lungo il “chilometro più bello d’Italia”: molto più di un lungomare qualsiasi, è un posto incredibile dove il lavoro dell’uomo è riuscito ad esaltare la bellezza della natura. Oggi è meta di tantissimi turisti curiosi di ammirare un piccolo capolavoro e di concedersi una breve camminata esplorando un angolo di paradiso. Dove si trova? Andiamo insieme a scoprirlo.

Il “chilometro più bello d’Italia”

Siamo a Reggio Calabria, splendida cittadina affacciata sullo Stretto di Messina, là dove le acque del mar Tirreno incontrano quelle del mar Ionio regalando uno spettacolo magico e affascinante. Il luogo migliore per poterlo ammirare è una breve passeggiata che da oltre un secolo attira turisti da ogni angolo del mondo, lasciandoli poi senza fiato. Si tratta del Lungomare Falcomatà, conosciuto anche come Lungomare Matteotti: per un meraviglioso gioco di opere architettoniche e natura suggestiva, questo posto si è aggiudicato il titolo di “chilometro più bello d’Italia”.

In realtà la camminata è un po’ più lunga di quanto ci si potrebbe aspettare. Il lungomare si snoda per circa 1.700 metri, percorrendo quasi nella sua interezza la fascia costiera di Reggio Calabria. Nato sul finire del ‘700, è stato poi ricostruito nell’aspetto odierno solamente dopo il terremoto del 1908, che ha distrutto parte del centro storico della città calabrese. Ma è negli anni ’90 che, grazie allo sforzo dell’allora sindaco Italo Falcomatà (da cui poi ha preso il nome), il lungomare è tornato al suo splendore originario, in un mix tra antico e moderno che conquista chiunque si trovi ad ammirarlo.

Passeggiando lungo il “chilometro più bello d’Italia”, lo sguardo va immediatamente al mare: tra palme e spiagge da sogno, si staglia un’immensa distesa di acqua cristallina che, soprattutto sotto i raggi del sole, sembra brillare di luce propria. In lontananza, poi, si può scorgere la costa siciliana al di là dello Stretto di Messina, abbracciando così un panorama semplicemente meraviglioso. Alle spalle del lungomare, invece, si snoda il centro storico di Reggio Calabria: palazzi antichi e splendide ville nobiliari fanno da cornice perfetta ad una camminata che vi entrerà nel cuore e non lo lascerà più.

Cosa vedere a Reggio Calabria

Il Lungomare Falcomatà è tappa imperdibile per chi si appresta a visitare Reggio Calabria, ma la città ha sicuramente molto altro da offrire ai suoi turisti. Uno dei luoghi più belli è l’Arena dello Stretto, un teatro all’aperto che imita l’antico stile greco, affacciandosi sul mare proprio a metà della passeggiata. A poca distanza sorge il Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia, un edificio maestoso che custodisce opere d’arte di grandissimo valore. Tra queste, i simboli del capoluogo calabro: i due Bronzi di Riace, statue eccezionalmente ben conservate e ritrovate in mare nel 1972.

Addentrandosi nel centro storico della città, lo sguardo è attirato dai palazzi in stile Liberty che ricordano l’immensa forza di Reggio Calabria, rinata dalle sue stesse macerie dopo il terribile terremoto che la devastò più di un secolo fa. Uno dei monumenti più suggestivi da visitare è infine il Castello Aragonese, incastonato perfettamente nell’ambiente urbano: della struttura difensiva originaria restano solamente due torri e qualche rovina appartenente alle mura di cinta. Grazie alle recenti opere di rivalorizzazione, oggi è sede di spettacoli e appuntamenti imperdibili.

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Nel Trentino, al chiaro di luna per San Valentino

Cosa c’è di più romantico che fare una passeggiata al chiaro di luna, mano nella mano scambiandosi gesti affettuosi, magari ammirando un panorama che toglie il fiato?

È la più bella esperienza che si possa fare per San Valentino, anche se in realtà la si può fare fino al mese di marzo, purché ci sia la luna piena. E possibilmente che ci sia anche la neve, perché l’escursione si fa con gli scarponcini da trekking, le ciaspole o gli sci ai piedi a seconda del meteo, ma anche di ciò che si preferisce fare.

Passeggiata con la luna piena

Si cammina nella natura sui sentieri di montagna del Trentino con vista sul Lago di Garda, illuminati solo dalla luce naturale della luna piena. A volte si possono incontrare camosci, caprioli, lepri o marmotte che escono di sera quando si sentono più tranquilli.

Si sale fino ai 2mila metri del Monte Stivo, sulle Prealpi Bresciane e Gardesane, tra Arco e Rovereto. Qui, sulla sommità, appena al di sotto della vetta, si trova un meraviglioso punto panoramico a 360 gradi dal quale si possono ammirare, oltre alle maggiori montagne delle Alpi orientali come la meravigliosa Marmolada, l’Adamello, la Presanella e altre vette meno note come Piz Boè e Gran Pilastro, anche scorci sul bacino benacense e, nelle notti più terse, fin sulla pianura veneta e addirittura sulle luci di Venezia. Non c’è nulla di più romantico.

E poiché la passeggiata è piuttosto impegnativa (sembra che il nome della montagna Stivo venga dal tedesco “stief” che, non c’è bisogno di tradurlo, ma comunque significa “ripido”), visto che tra andata e ritorno si percorrono ben 10 km con un dislivello di 800 metri, dopo aver ammirato il panorama mozzafiato ed essersi scambiati un bacio ci si rifocilla con una romanticissima cena gourmet nel rifugio in quota.

Certo, bisogna essere un minimo allenati e partire con il giusto abbigliamento, magari non così romantico ed elegante. Lasciate a casa i tacchi a spillo che però potrete mettere nello zainetto e indossarli per la cena nel rifugio.

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Fonte: 123rf

Panorama di Arco con il famoso castello e del Lago di Garda
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Nel cuore di Tokyo c’è un nuovo grattacielo: è il regno del divertimento

È uno di quei viaggi da fare almeno una volta nella vita, quello che ci conduce direttamente a Tokyo e che ci permette di perderci e immergerci nel fascino e nelle contraddizioni di una città bellissima. L’affollata capitale del Giappone, infatti, conserva e preserva meraviglie straordinarie che raccontano il passato, il presente e il futuro. I grandi e futuristici grattacieli illuminati a ogni ora del giorno e della notte si alternano ai templi storici ed edifici spirituali. Non mancano giardini pubblici, come quelli che circondano il Palazzo Imperiale e musei grandissimi che celebrano l’arte e le sue forme.

Le cose da fare e da vedere a Tokyo sono così tante che un viaggio solo non basterebbe per scoprirle tutte. Possiamo però raccontarvi cosa c’è di nuovo in città, e perché ora come non mai vale davvero la pena raggiungere la capitale del Giappone.

A Kabukicho, emblema della vita notturna e del divertimento in città, l’arrivo dell’anno ha portato con sé una grande novità: una torre straordinaria che svetta verso il cielo e che si prepara a diventare il nuovo regno del divertimento e della cultura pop. Il suo nome è Tokyu Kabukicho Tower, ed è molto più di un grattacielo.

Il nuovo grattacielo nel cuore di Tokyo

Per andare alla scoperta di questo nuovo e vertiginoso grattacielo, dobbiamo recarci in uno dei quartieri più popolosi e frequentati della città. A Shinjuku, cuore pulsante di Tokyo, nonché più trafficato, sorge Kabukicho, da sempre considerato il punto di riferimento per la vita notturna e il divertimento. Proprio qui, quando il sole lascia spazio al crepuscolo, una moltitudine di luci a neon accendono il distretto e la folla invade le strade.

Sempre qui, si eleva un edificio dalle fattezze straordinarie che svetta verso il cielo raggiungendo i 225 metri di altezza. Si tratta della Tokyu Kabukicho Tower, realizzata dagli studi Kume Sekkei Co, Ltd. e Tokyu Architects & Engineers INC, la cui inaugurazione è prevista per il 14 aprile prossimo. Il grattacielo, che si snoda su 54 piani, di cui 5 interrati e un attico, si prepara a ospitare hotel, teatri, cinema e locali.

Impossibile non notarla. La torre si distingue non solo per le sue fattezze maestose, ma anche per il design. Le finestre, infatti, richiamano i getti d’acqua di una fontana che sono ispirati al passato di Kabukicho. Il distretto, infatti, un tempo era attraversato da un fiume, la cui esistenza è testimoniata dalla presenza del Kabukicho Benzaiten, un piccolo altare dedicato alla dea dell’acqua.

Kabuki hall

Fonte: Tokyu Corporation

Kabuki Hall

Il nuovo regno del divertimento e della cultura pop

Straordinaria all’esterno, esperenziale all’interno: questa è la promessa della Tokyu Kabukicho Tower. La nuova torre di Tokyo, infatti, ha come obiettivo quello di trasformarsi nel nuovo punto di riferimento dell’intrattenimento locale. Un vero e proprio regno del divertimento e della cultura pop che occuperà le serate dei cittadini e di tutti i viaggiatori che giungeranno in città.

Il grattacielo, infatti, si prepara a inaugurare anche lo Zepp Shinjuku che, situato nei piani interrati dell’edificio, diventerà uno dei più grandi locali live del distretto. I primi piani, invece, accoglieranno il complesso di wellness e spa EXSTION, per pause rigeneranti fatte di relax e benessere. Il secondo piano ospiterà lo Shinjuku Kabuki Hall – Kabukiyokocho, una food hall con 1.300 posti a sedere, all’interno del quale sarà possibile gustare ricette tipiche dello street food in compagnia di spettacoli e karaoke.

Ci saranno poi un teatro e un cinema, e non mancheranno hotel e ristoranti. Tra il diciotto e il trentottesimo piano, infatti, gli ospiti troveranno l’hotel Groove Shinjiku, i cui spazi saranno un omaggio alla cultura pop del Giappone. Più in alto ancora, invece, inaugurerà a maggio il Bellustar Tokyo, un hotel extra lusso sospeso nel cielo che offrirà stanze con vista sulla grande metropoli.

Hotel Bellustar Tokyo

Fonte: Tokyu Corporation

Hotel Bellustar Tokyo
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Ceuta, la poco nota città europea lungo la costa d’Africa

Conosciuta sin dall’età classica per essere una delle Colonne d’Ercole, Ceuta è una destinazione affascinante, ricca di sfumature. Enclave spagnola situata nella costa nord del Marocco, con lo sguardo sempre rivolto a Gibilterra, concentra un affascinante mix di culture, tradizioni e popolazioni, con tanti luoghi interessanti da visitare e panorami sorprendenti. Scopriamola.

Viaggio nel cuore storico di Ceuta

Punto di vedetta sullo Stretto di Gibilterra fin dall’antichità, la città fortificata di Ceuta se ne sta affacciata su una baia con la sua particolare storia di cui si fanno testimoni gli splendidi monumenti che custodisce. La cinta muraria presidia il centro storico di questa cosmopolita perla mediterranea, dove si mescolano cultura spagnola e marocchina, il cui cuore nevralgico è rappresentato dalla Piazza di Nostra Signora d’Africa, dove svetta il Monumento ai Caduti della Guerra d’Africa del 1859-60, un monolito in stile neogotico alto 13 metri che comprende una cripta dove sono sepolti alcuni soldati spagnoli morti in guerra.

Affascinanti palazzi e chiese fiancheggiano palme ben curate, tra questi il Santuario di Nostra Signora d’Africa, contraddistinto da pareti color giallo vivo, il Palacio de Asamblea, sede del Comune, e la Cattedrale di Santa Maria dell’Assunzione, costruita sulle rovine della moschea maggiore, con una pregevole facciata neoclassica in marmo nero.

La struttura più rappresentativa di Ceuta è però il complesso delle Mura Reali, il cui nucleo originario risale al V secolo. Il complesso è costituito da diverse linee difensive costituite da bastioni, mura merlate, una piazza d’armi, ed è l’unico esempio di architettura militare rinascimentale con fossato navigabile esistente in Spagna. All’interno delle mura, dichiarate Bene di Interesse Culturale nel 1985, si aprono alcune sale che ospitano il Museo di Belle Arti e mostre temporanee. Una visita originale la offre il Museo della Legione, dedicato al corpo militare spagnolo istituito nel 1920. La collezione, distribuita in quattro sale, svela ai visitatori un interessante percorso nella storia, fra simboli, ricordi e imprese della Legione spagnola.

Le altre attrazioni imperdibili di Ceuta

Tra le attrazioni da non perdere a Ceuta, ci sono gli affascinanti Bagni Arabi, risalenti al XI o al XIII secolo. Oltre ad essere un luogo adibito all’igiene personale, in passato rappresentavano un luogo adatto alla purificazione religiosa, alle relazione sociali e allo svago, proprio come le antiche Terme Romane. Purtroppo l’originario rivestimento in marmo è andato perduto, ma si può ancora ammirare l’affascinante volta a botte. I bagni presentano un Patio, zona di accesso alle varie strutture, la Sala Fredda, la Sala Tiepida, la Sala Calda – la più complessa di tutte – e la Zona di Servizio, composta da forno, caldaia e legnaia.

Il Parco Marittimo del Mediterraneo è, invece, il fiore all’occhiello della città moderna. Incastonato nel cuore di Ceuta, è l’ultima opera del celebre artista e architetto César Manrique, realizzata negli anni Novanta. Rappresenta un’oasi rinfrescante molto amata da residenti e turisti, che comprende tre laghi artificiali, isolette, cascate e un giardino botanico con piante provenienti da tutto il mondo. Qui si può prendere il sole, nuotare e fare passeggiate nel verde.

Se dopo la giornata di visite a musei e monumenti desiderate un tuffo rinfrescante a mare, troverete Playa de la Ribera e Playa del Chorrillo, le due spiagge cittadine. Pur non essendo particolarmente affascinanti, si presentano ben curate e, inoltre, sono facili da raggiungere.

Infine, se desiderate vedere un’emozionante panorama della città e del mare che la bagna, dovete salire fino al belvedere del Monte Hacho, una collinetta che occupa l’estremità della penisola su cui sorge il centro di Ceuta. Si può raggiungere con una passeggiata impegnativa in salita di circa 3,5 km, oppure comodamente in taxi fino al Mirador di San Antonio, che si trova a circa due terzi del percorso, e da lì proseguire a piedi. La collina è dominata dalla Fortezza del Monte Hacho, di origine bizantina, che ancora oggi ospita una base militare, disseminata di baluardi e punti panoramici. L’ideale è spingersi fino al Castillo del Desnarigado, per poi riposarsi nella natura del Parque de San Amaro, sulla via del ritorno.

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Tutti i modi per raggiungere l’aeroporto di Fiumicino

Fiumicino, o meglio l’aeroporto romano intitolato al genio di Leonardo da Vinci, si fa sempre più grande e bello in vista del Giubileo del 2025. In questa prospettiva, il principale scalo di Roma sarà ancora più accessibile e semplice da raggiungere, anche dal resto d’Italia. D’altronde è risultato al primo posto nella classifica dei migliori aeroporti d’Italia e quello con i maggiori numeri del Paese.

Stando agli ultimi dati, nel 2021 ha quasi recuperato i valori prepandemia, coinvolgendo circa il 14,4% del traffico totale. Ha messo a segno oltre undici milioni e mezzo di viaggiatori nel 2021, ovvero il 18,6% in più rispetto al 2020, e raggiunto punte giornaliere di circa 90mila presenze. Molto, molto di più del secondo scalo cittadino, situato a Ciampino a una ventina di chilometri sud-est dalla città. Ecco tutte le ultime indicazioni per sapere come raggiungere l’aeroporto di Fiumicino.

Tutti i modi per raggiungere l’aeroporto di Fiumicino

Nonostante le dimensioni imponenti – sono stati da poco inaugurati i lavori di ampliamento al Terminal 1 – lo scalo si trova vicino alla capitale – circa 30 chilometri a ovest di Roma –  e soprattutto è raggiungibile con diversi mezzi, per tutti i budget e le esigenze. Dall’auto al treno al bus fino ai transfer privati, le opzioni sono moltissime e tutte estremamente comode. Dal centro città, è possibile arrivare velocemente in aeroporto per imbarcarsi, senza timore di perdere l’aereo.

Transfer per Fiumicino in auto e in taxi

Se ci si reca in aeroporto con la propria auto, la strada più veloce per raggiungere l’aeroporto intercontinentale Leonardo da Vinci di Fiumicino è prendere il Grande Raccordo Anulare (GRA) per poi immettersi sull’autostrada A91 Roma – Fiumicino. Per chi viene da Civitavecchia, basta seguire le indicazioni per lo scalo subito dopo il casello di uscita. Sono a disposizione parcheggi differenziati a seconda del tempo di sosta, breve, media, lunga.

Se invece non si dispone di una macchina, ma si vuole il comfort di un passaggio in auto, esistono organizzazioni che offrono transfer dal centro di Roma fino al terminal delle partenze. A seconda delle necessità, si possono prenotare sia transfer privati con autista sia passaggi collettivi. Le tariffe sono particolarmente vantaggiose, specie se si viaggia in un piccolo gruppo. In ogni caso, si tratta di soluzioni pratiche e sicure, oltre che incredibilmente comode. Se il traffico non è eccessivo, servono circa 45 minuti di viaggio.

Naturalmente esiste anche il servizio di auto pubbliche. La tariffa del taxi per Fiumicino, partendo da Roma centro.è di circa 50 euro.

Come arrivare da Roma Termini a Fiumicino in treno

Viaggiare su rotaia è comodissimo, e soprattutto permette di arrivare a Fiumicino senza le incognite del traffico. Il treno Leonardo Express, ad alta velocità e senza fermate intermedie, collega la centralissima Stazione Termini direttamente con la stazione situata all’interno dell’area aeroportuale, in prossimità dei Terminal di arrivo e partenza. Il treno per Roma Fiumicino prevede collegamenti numerosi e veloci: le partenze sono effettuate ogni 15 minuti e il tempo di percorrenza è di 32 minuti.

Sono sempre di Trenitalia i treni regionali della linea FL1 che coprono la distanza fra le altre stazioni della capitale, come Roma Tiburtina, con lo scalo aeroportuale. Le partenze sono ogni 15 minuti nei giorni feriali e ogni 30 nei giorni festivi.

Per chi invece proviene da fuori Roma, quattro treni ad alta velocità – due in arrivo e due in partenza – collegano quotidianamente l’aeroporto Leonardo da Vinci con Napoli, Firenze, Bologna, Padova e Venezia, senza necessità di effettuare cambi.

Come arrivare in centro a Roma in bus

Con una formula economica, sono numerose le compagnie di bus che coprono la tratta Fiumicino-centro di Roma. Tra le principali sono da segnalare Sit Bus Shuttle e Terravision. Quasi tutte effettuano una fermata in corrispondenza di Roma Termini e delle altre stazioni cittadine. Per non perdere nemmeno un minuto di tempo, e saltare la fila, conviene acquistare in anticipo il biglietto del bus.

Come andare da Fiumicino a Ciampino

Al momento non esiste un collegamento diretto fra l’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino e l’aeroporto Giovan Battista Pastine di Ciampino. Pertanto, se si deve effettuare un transfer fra i due scali, si può prendere a Fiumicino l’autobus fino a Termini da lì il Ciampino Airlink per raggiungere l’altro aeroporto, o viceversa. Un’altra soluzione, più costosa, è effettuare il tragitto in taxi o prenotando un transfer privato.

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In Molise esiste un’antica tradizione: è il rito del fuoco più grande del mondo

Spesso ci mettiamo in viaggio per andare alla scoperta delle usanze, delle tradizioni e delle culture degli altri popoli che sono lontanissimi da noi. Dimenticandoci, però, che lo stesso Paese in cui viviamo, è un concentrato di storie e folclore che si differenziano in maniera straordinaria di regione in regione. E non scoprirle tutte è davvero un peccato.

Così abbiamo scelto di restare in Italia oggi, per farvi scoprire uno degli eventi più affascinanti e suggestivi che appartengono al nostro Paese, e più nello specifico alla regione Molise. Una manifestazione, questa, che è già stata premiata con il titolo di Patrimonio d’Italia per la tradizione.

Il suo nome è ‘Ndocciata, ed è un evento tradizionale che si svolge ogni anno nel mese di dicembre ad Agnone, un comune di circa 4000 abitanti della provincia di Isernia. È qui che, attraverso una sfilata di enormi fiaccole accese, il fuoco diventa assoluto protagonista del paese, mettendo in scena uno dei più antichi e affascinanti rituali del nostro territorio.

‘Ndocciata di Agnone: origini e tradizioni

Le radici di questo evento tradizionale, che ogni anno attira centinaia e migliaia di turisti e vede la partecipazione attiva di tutti i cittadini, sono tanto antiche quanto affascinanti. Le origini, a quanto pare, risalgono all’epoca romana e sono collegate ai Sanniti, che utilizzavano queste grandi torce come fonte di luce durante i loro spostamenti. La stessa tradizione è stata perpetuata anche nei secoli successivi dai contadini, che hanno iniziato a utilizzare le ‘ndocce per raggiungere le chiese del territorio durante la notte di Natale.

Alla storia si aggiungono anche credenze e superstizioni che nei secoli hanno resto questa tradizione ancora più suggestiva. Alcuni, infatti, ritengono che le fiaccole veniva accese nel Medioevo per proteggere il paese dalle streghe, altri invece collegano questo rito legato al fuoco con la rinascita e la luce.

Indipendentemente da ciò in cui sceglie di credere, questa manifestazione ha attirato l’interesse di persone da tutto il mondo. L’evento, che è riconosciuto come Patrimonio d’Italia per la tradizione dal Ministero del Turismo, mira a diventare Patrimonio Immateriale dell’Unesco.

'Ndocciata di Agnone, la tradizione che celebra il fuoco

Fonte: Getty Images

‘Ndocciata di Agnone, la tradizione che celebra il fuoco

La manifestazione italiana legata al fuoco

La N’docciata di Agnone si svolge a dicembre, la sera del secondo sabato del mese e il 24, il giorno della Vigilia ed è il rito del fuoco più grande del mondo. La preparazione dell’evento comincia già nel mese di marzo, è questo il momento in cui vengono scelti gli abeti bianchi che poi verrano utilizzati per il rito tradizionale.

A dicembre, invece, tutti si riuniscono tra le strade di Agnone, perpetuando lo stesso rito dal 1956. Sono i bambini ad aprire la manifestazione, sfilando con piccole fiaccole che poi lasciano spazio a quelle più grandi: le ‘ndocce che si innalzato fino a tre metri. Il corteo porta in scena più di 1000 fiaccole, sorrette da altrettanti ‘ndocciatori. Il rituale legato al fuoco si conclude, poi, con il falò della Fratellanza: quello che resta delle ‘ndocce viene fatto bruciare come simbolo di nuovo auspicio per l’anno che verrà.

Il fascino dell’evento, e la suggestione che questo emana, non si possono raccontare, ma solo vivere. Quello che è certo è che si tratta di una manifestazione così emozionante e straordinaria che persino Papa Giovanni Paolo II volle replicarla a Roma nel 1996 a Piazza San Pietro.

'Ndocciata di Agnone

Fonte: Getty Images

‘Ndocciata di Agnone
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Sembra il selvaggio West, ma è in Europa. Le location della serie Tv “Django”

“Django”, l’attesa serie originale Sky e Canal+, è un omaggio a uno dei maestri degli “spaghetti western” com’era Sergio Corbucci, a cui si è ispirato anche il grande Quentin Tarantino con il celebre film “Django Unchained” del 2012.

La serie Tv in dieci episodi, quattro dei quali diretti da Francesca Comencini mentre gli altri da David Evans ed Enrico Maria Artale, vedono protagonisti Matthias Schoenaerts nel ruolo di Django, Noomi Rapace, la spietata Elizabeth Thurmann, e Nicholas Pinnock nei panni di John Ellis

È la storia di un uomo che, partito in cerca di vendetta, finirà per lottare per qualcosa di più grande. La serie è ambientata nel Texas di fine 1800, in particolare in una cittadina immaginaria chiamata New Babylon, ma in realtà è stata girata in tutt’altro luogo rispetto al Far West che tutti noi immaginiamo.

La location della serie Tv “Django”

Per trovare la giusta location la produzione non è dovuta andare così lontana. Paesaggi selvaggi, solitari, dove la natura la fa da padrona, dove i cavalli dei cowboy potessero scorrazzare sollevando polvere e dove le formazioni rocciose naturali potessero fornire il rifugio perfetto per uomini come il pistolero Julian Wright, detto Django, e dove sembra di stare proprio nel desolato Texas del XIX secolo ma l’hanno scovata in Romania.

A circa 250 chilometri a Nord della Capitale Bucarest c’è una zona di origine vulcanica meravigliosa, quella del parco di Racos, nel distretto di Brașov, in pratica in Transilvania. Qui, Madre natura ha scolpito un paesaggio che sembra essere stato creato da un architetto paesaggista.

Tra antichi vulcani estinti 10mila anni fa, laghi dalle acque color smeraldo e alte colonne di basalto formatesi un milione e mezzo di anni or sono si nascondeva il perfetto Old Wild West dei film. Questo territorio il cui scenario è a dir poco pittoresco è stato dichiarato riserva naturale, ma sono pochi i turisti che ne conoscono l’esistenza. Il vulcano Racos, il più “giovane” di tutti che dà il nome a tutta l’area.

Il cratere del vulcano assomiglia a un gigantesco “paniere” dai contorni rossastri, circondato da dune rosso sangue e nere come la pece per via della lava. A poca distanza, un grosso tumulo di terra rossa con una grande solco visibile da lontano ricorda di quando questo terreno veniva sfruttato per raccogliere la cenere. La vegetazione che cresce tutt’intorno a questa zona si è adattata nel corso dei secoli all’ambiente arido e riesce a sopravvivere a lungo anche senz’acqua.

Le meraviglie del vulcano Racos in Romania

Questa zona è famosa in tutta la Romania oltre che per il vulcano anche per un lago spettacolare, l’Emerald Lake. Il paesaggio lunare che si staglia davanti agli occhi è unico. Il colore dell’acqua è davvero smeraldo ed è circondato da pareti di basalto chiaro che vi si specchiano.

Il lago potrebbe essersi formato per via degli scavi che un tempo venivano fatti nelle cave della zona e che a un certo punto hanno raggiunto il livello dell’acqua che ha così riempito la voragine. Ma secondo alcuni la cavità esisteva già e si è riempita nel corso degli anni di acqua piovana. Se poi si aggiungono le incredibili colonne basaltiche che sembrano fusti di alberi pietrificati il luogo diventa una favola.

Il vulcano, con il lago color smeraldo e le formazioni rocciose rendono questo uno dei luoghi più affascinanti che si possano trovare in Romania e meritano assolutamente un viaggio, specie se siete appassionati di serie Tv e di location.

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Roma romantica: le attività da fare con il partner

San Valentino si avvicina, e non c’è niente di meglio che festeggiarlo con la propria dolce metà, magari regalandosi un bel viaggio di coppia alla scoperta di una delle città più romantiche d’Italia: stiamo parlando di Roma, che sin dall’antichità ha fatto sfondo ad alcune delle storie d’amore più belle (e travagliate) di tutti i tempi. Cosa visitare in un weekend nella capitale? Vediamo alcune tappe super romantiche e imperdibili.

Roma, la città dell’amore

Dal Colosseo alla Cupola di San Pietro, la città di Roma è ricca di monumenti storici di grandissimo fascino, che con occhio innamorato sembrano ancora più belli. Per un weekend fuori porta da trascorrere con il partner, non c’è niente di meglio: la capitale è un luogo magico, scrigno di antiche testimonianze del passato e fedele custode di tante storie d’amore che ci hanno commosso. Ripercorrendo questi posti meravigliosi, non possiamo che provare un brivido e rivivere emozioni intense. Ma quali sono le tappe assolutamente imperdibili per un viaggio romantico a Roma?

Il quartiere di Trastevere è uno dei più autentici e pittoreschi della Città Eterna, dove si respira un’atmosfera bohémien incantevole. Le sue stradine acciottolate, le antiche chiese e le ville nobiliari fanno da sfondo ad una vera e propria cartolina che vi lascerà ricordi indelebili nella memoria (e nel cuore). Da qui, raggiungere il Belvedere del Gianicolo è un attimo: la sua vista mozzafiato su gran parte della città di Roma non potrà che conquistarvi. Se volete sorprendere il vostro partner, siete davvero sulla strada giusta.

Un altro luogo incantevole è Villa Borghese, grande parco romano situato nel cuore della capitale. Tra i suoi sentieri alberati potrete respirare profumi inebrianti e ammirare fiori coloratissimi, passeggiando mano nella mano al tramonto. E per rendere il momento ancora più romantico, non vi resta che noleggiare una barca a remi e prendere il largo tra le acque turchesi del lago su cui si affaccia l’antico Tempio di Esculapio.  È questa la location ideale per una dichiarazione d’amore che non dimenticherete più.

Le tappe più romantiche di Roma

Naturalmente, ci sono molti altri luoghi romantici nella capitale. Uno di essi è la Fontana di Trevi, tappa obbligata per chi arriva a Roma: pur essendo sempre affollata dai turisti, continua ad essere la meta perfetta per un selfie con la propria dolce metà, immaginando di ripercorrere le orme di Marcello Mastroianni e Anita Ekberg nel celebre film La Dolce Vita. Proprio a due passi, inoltre, c’è una piccola fonte chiamata “fontanella degli innamorati”. Secondo la leggenda, se una coppia si abbevera dalle sue acque rimarrà insieme per sempre.

Tra le antiche testimonianze più suggestive di Roma c’è poi il Colombario di Pomponius Hylas: misterioso e un po’ tenebroso, rappresenta le gesta del leggendario Orfeo e vi si possono ammirare scene del suo amore per Euridice. Infine, non si può certo lasciare Roma prima di aver passeggiato tra i suoi mille ponti ricchi di fascino e storia. Per gli innamorati, c’è Ponte Sisto: costruito in pietra nel lontano 1475, collega Trastevere alla sponda opposta del fiume e offre un panorama meraviglioso sul Cupolone – soprattutto al tramonto. E non dimentichiamo Ponte Milvio, ormai celebre per i lucchetti che, come simbolo d’amore, invadono il suo parapetto.

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Il rito del tè pomeridiano si fa a bordo di un autobus vintage

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, e non solo per raggiungere luoghi iconici, monumenti famosi e attrazioni turistiche. Ma lo facciamo anche e soprattutto per vivere esperienze uniche e straordinarie, quelle che ci permettono di creare i ricordi più belli delle nostre avventure.

Se poi queste esperienze hanno direttamente a che fare con la cultura, le tradizioni e le usanze di una determinata destinazione, questo è chiaro, tutto diventa ancora più incredibile. Come incredibile è quell’esperienza che permette di ai viaggiatori di prendere parte al celebre rito del tè pomeridiano a bordo di un autobus vintage degli anni ’60.

Si chiama Vintage Tea Trips, e come il nome stesso suggerisce si tratta di un viaggio sensoriale ed emozionale che permette agli avventurieri di vivere un’esperienza di altri tempi. Si parte da Dublino e si vive l’esperienza del rito del tè pomeridiano, alla maniera irlandese, mentre si viaggia a bordo di un autobus d’epoca tra i monumenti iconici della città.

Un tè pomeridiano a Dublino

Organizzare un viaggio a Dublino è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in ogni stagione. Situata sulla cosa orientale dell’Irlanda, la capitale dell’Isola verde è un concentrato di bellezze uniche che passano per l’architettura, l’arte, la storia e la cultura. Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, a partire da una visita agli edifici storici cittadini come il castello di Dublino o l’imponente Cattedrale di San Patrizio.

Tantissime anche le esperienze, quelle che permettono di toccare con mano le tradizioni e la cultura di una città, e più in generale di un Paese che non smette mai di stupire.

Se avete deciso di organizzare un viaggio a Dublino, non potete assolutamente perdervi il rito dell’afternoon tea. Anche la capitale dell’Irlanda, come Londra, è affezionatissima al rituale del tè pomeridiano. Sono tanti, infatti, i bar e le caffetterie che invitano i viaggiatori a scoprire e riscoprire questa usanza alla maniera irlandese.

Ma se è un’esperienza unica che volete vivere, il consiglio è quello di prendere parte al Vintage Tea Trips. Grazie a questo tour, infatti, i viaggiatori avranno la possibilità di vivere il rituale del tè pomeridiano a bordo di un autobus vintage in movimento che attraversa la città e i suoi luoghi iconici.

L’afternoon tea a bordo di un bus vintage

È un viaggio nel viaggio, quello che si vive durante il Vintage Tea Trips. Da una parte, infatti, c’è la sensazione di tornare indietro nel tempo, grazie alle atmosfere vintage e ricercate, e alla musica jazz che si trasforma nella colonna sonora dell’esperienza. Dall’altra, invece, si va alla scoperta dei monumenti iconici della città, mentre si gustano pregiati tè e deliziosi pasticcini tradizionali.

L’appuntamento, per tutti coloro che vogliono vivere l’esperienza dell’afternoon tea in maniera inedita è originale, è prevista al Temple Bar, il pub più famoso di Dublino situato proprio nel cuore della città. È qui che si sale a bordo di un autobus vintage a due piani, un Routemaster degli anni ’60, per iniziare l’avventura.

A disposizione degli ospiti tazze calde di tè di Barry, il celebre tè irlandese, accompagnato da deliziose torte fatte in casa, pasticcini e panini, per gli amanti del salato, il tutto servito come la tradizione vuole, mentre l’autobus attraversa il centro di Dublino, passando per la Cattedrale di San Patrizio, la Christ Church, il Trinity College, il Phoenix Park e gli altri grandi e celebri edifici della città.

L’esperienza ha un costo di circa 50 euro e, ne siamo certi, vale davvero il prezzo pagato.

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La splendida location set della miniserie “Black Out – Vite sospese”

La trama della miniserie di Rai Uno “Black Out – Vite sospese” è da cardiopalma, ma la location dove è stata ambientata è da favola. Una valanga costringe gli ospiti e lo staff di un hotel di lusso in quota a restare isolati dal resto del mondo.

La fiction con Alessandro Preziosi e Aurora Ruffino è stata girata in una delle valli più belle delle Alpi, la Valle del Vanoi, in Trentino, grazie al supporto della Trentino Film Commission.

Dove si trova l’hotel

Innanzitutto, l’hotel dove restano intrappolati i protagonisti della serie a causa della valanga in realtà non è un hotel bensì il centro visitatori del Parco di Paneveggio: villa Welsperg.

La villa, costruita nel 1853, si trova nei pressi di un laghetto in una posizione paradisiaca. Un tempo era la residenza dei Conti Welsperg. Negli Anni Novanta fu ristrutturata e oggi è la sede dell’Ente Parco che si può visitare con un percorso espositivo che ripercorre la storia della valle.

La splendida valle di “Black Out – Vite sospese”

Incastonata tra le Dolomiti Patrimonio Unesco e la catPale di San Martinoena montuosa del Lagorai, questa valle deve il suo nome al torrente che la percorre. Rimasta a lungo isolata per la difficoltà nei collegamenti verso l’esterno (solo negli Anni Novanta è stato costruito il tunnel sotto il Monte Totoga lungo poco più di 3 chilometri per raggiungerla), la Valle del Vanoi ha mantenuto pressoché intatto il suo straordinario patrimonio naturale, uno dei più diversificati e intatti della Regione che gli è valso l’appellativo di “Cuore Verde” del Trentino, compreso nel Parco naturale Paneveggio-Pale di San Martino.

Per chi già conosce un po’ questa zona del Trentino orientale, nella fiction sono riconoscibili anche la Valle del Primiero, le Pale di San Martino, la Val Venegia e la Val Canali.

Più di cento sono le vette che superano i 2.000 metri e che circondano la valle. Le montagne dominano ripide pendici verdi puntellate di borghi (Caoria – che nella fiction è il paesino di Valdena -, Canal San Bovo e Lausen, Prade, Zortea, Gobbera, Ronco e Cainari, Cicona e tante altre piccole frazioni), vasti pascoli, boschi di conifere, laghi, torrenti, malghe e numerosi masi contadini.

La Valle del Vanoi è molto ricca di acqua, con laghi – come i cinque Laghetti Monte Stelle delle Sute sopra i 2000 metri o il Lago Nero – e torrenti, tra cui il principale Torrente Vanoi.

Una valle ancora integra, insomma, non intaccata dalla mano dell’uomo, la cui incontaminata verginità può essere scoperta durante una vacanza all’insegna della bellezza e dell’autenticità oltre che delle attività all’aria aperta sia d’estate sia d’inverno.

Scoprire la valle d’estate

L’estate è la stagione più bella per scoprire la Valle del Vanoi. Tantissime sono le attività che si possono fare, dalle più tranquille come il nordic walking (tra gli itinerari consigliati c’è lo splendido Sentiero dei fiori), la pesca, la raccolta di funghi nei boschi, il kajak nei laghetti di montagna alla mountain bike sui tanti percorsi segnati e l’equitazione, alle più adrenaliniche come il l’arrampicata, il canyoning e il rafting nei corsi d’acqua e il parapendio.

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Fonte: @Simone Sbaraglia

Il Lago Welsperg in Trentino

Cosa fare nella Valle del Vanoi d’inverno

Ma anche l’inverno riserva delle belle sorprese. Bellissimo è scoprire la valle con le ciaspole ai piedi, immergendosi nella neve fresca camminando tra le baite, i boschi e le radure. Ma si può praticare anche sci alpinismo grazie agli innumerevoli percorsi che offre lungo i versanti delle catene montuose e da fondo, attorno all’incantevole Lago di Calàita, uno specchio d’acqua di origine naturale nel Parco naturale Paneveggio.