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Le location della serie Tv “La vita bugiarda degli adulti”

La serie Tv “La vita bugiarda degli adulti” tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante e trasmessa su Netflix vede protagonisti Valeria Golino nel ruolo di Vittoria, Giordana Marengo in quello di Giovanna e Alessandro Preziosi in quello di Andrea, padre di Giovanna. Racconta il passaggio dall’infanzia all’adolescenza di Giovanna ed è ambientata in una Napoli degli Anni Novanta.

Così come la saga dell’”Amica geniale” che ha reso celebre l’autrice, anche in questo caso è il Capoluogo partenopeo a far da sfondo alle vicende, una città che la Ferrante conosce molto bene perché vi è nata (ed è una delle poche cose che si conoscono di lei, la cui identità è avvolta dal mistero). Anzi: nel romanzo e nella fiction si parla di ben due Napoli, quella “bene” e quella no.

Di Napoli sono ancora oggi riconoscibili alcuni luoghi in cui è ambientata la serie e non tutti così famosi e turistici. Infatti, si passa continuamente dai quartieri del centro a quelli della periferia perché la storia è incentrata proprio su questo dualismo.

Uno di questi è l’Officina 99, un centro sociale occupato autogestito nato proprio negli Anni ’90 e che ha sede ancora oggi in uno stabile abbandonato nel quartiere Poggioreale, in zona Gianturco. E, come nella maggior parte dei centri sociali, qui vengono organizzati incontri, proiezioni cinematografiche, concerti e altre attività più o meno lecite.

La “Napoli di sopra”

Giovanna e la sua famiglia abitano al Vomero, uno dei quartieri alti di Napoli dove vive la borghesia cittadina sin dalla fine del 1800 quando nacque il rione. Le splendide ville e le palazzine in stile tardo Liberty che vennero costruite attorno alla Villa Floridiana, la più famosa del quartiere, e verso l’area di Castel Sant’Elmo, il castello medievale in cima al colle, e di San Martino costituirono, fino alla metà del Novecento, il tratto più distintivo di questo quartiere.

Da questa “Napoli di sopra“, nella serie “La vita bugiarda degli adulti” si scorgono facilmente il Golfo di Napoli con la sagoma del Vesuvio in lontananza, la celebre piazza del Plebiscito, il belvedere di Posillipo, gli scogli di tufo di Marechiaro e le 13 rampe (o 13 discese) di S. Antonio, nate dal ripristino di un’antica strada di epoca greco-romana che collegava le zone basse di Chiaia e Mergellina con Posillipo.

Della Napoli “su” fa parte anche la collina di Pizzofalcone detta anche “Monte di Dio”, considerata la terrazza più antica di Napoli e la città vecchia ovvero il primo insediamento urbano del territorio. Una curiosità: il nome Pizzofalcone risale alla metà del ‘200, quando Carlo I d’Angiò scelse di praticare la caccia al falcone facendo costruire sulla collina una falconeria.

La “Napoli di sotto”

Vittoria, la zia reietta, invece, vive nel quartiere Pascone (o Poggioreale), una zona popolare dove è cresciuto anche papà Andrea, prima di riuscire a emanciparsi grazie agli studi e a diventare insegnante e collaboratore dell’Unità, tanto da tagliare completamente i ponti con la famiglia.

È la cosiddetta “Napoli di sotto”, quella periferica, con i palazzi di Gianturco e di Poggioreale dai cui terrazzi si scorge il Centro Direzionale o Cdn, un insieme di moderni grattacieli che, sorti a ridosso della stazione di Napoli Centrale, costituiscono una vera e propria cittadella. Progettato dall’architetto giapponese Kenzō Tange, questo enorme complesso fu stato completato nel 1995 e allora era il primo agglomerato di grattacieli a essere realizzato in tutto il Sud Europa.

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Fonte: @Netflix

Il quartiere popolare Pascone del romanzo della Ferrante

Di Admin

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