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Lungo la via Francigena, come pellegrini tra borghi-presepe

Una strada percorsa per secoli, a piedi, da pellegrini, santi e commercianti e oggi divenuto uno degli itinerari turistici più famosi del mondo. Stiamo parlando della via Francigena, quel lungo itinerario che attraversa l’Europa (e oltre), partendo da Canterbury, in Gran Bretagna per terminare in Puglia e poi fino a Gerusalemme.

Uno di quei cammini di fede, lungo 3.268 chilometri, che mettevano in collegamento luoghi di culto, pievi e abbazie, attorno ai quali si sviluppava tutto un mondo di quello che oggi chiamiamo “turismo”. Oggi, la via Francigena è un itinerario turistico che continua a toccare alcuni luoghi religiosi, ma non solo. Attraversa paesaggi incontaminati e alcuni tra i borghi più pittoreschi.

Percorrere la via Francigena a Natale è una di quelle esperienze che non si dimenticano, perché toccano il cuore e l’anima oltre a luoghi meravigliosi. Sì, perché in questo periodo magico dell’anno tra festeggiamenti e tradizioni natalizie, si può andare alla scoperta dei luoghi e del patrimonio storico e naturalistico del territorio che si attraversa.

Natale nell’Alta Tuscia

In particolare, ricca di eventi è l’Alta Tuscia viterbese, nel Lazio. Qui, a Natale ci s’immerge nei borghi storici di Acquapendente, passando per Onano e Proceno, tra cultura, folklore, presepi, mercatini e feste.

Le antiche tradizioni e lo spettacolo naturale e storico dell’entroterra viterbese possono essere scoperti durante il periodo natalizio, regalando atmosfere evocatrici e festose. A cominciare proprio da Acquapendente, anche detto “la Gerusalemme d’Europa”, che ha previsto un lungo programma natalizio già a partire da inizio dicembre, e che vede nelle giornate più vicine al Natale i suoi appuntamenti centrali.

A partire dalla vigilia seguiranno tre appuntamenti tra arte e religione immersi nella natura: sabato 24 dicembre alle ore 11.30, lunedì 26 dicembre alle ore 15.00 e sabato 31 dicembre alle ore 15.00. Tre tour tra arte e religione sulle orme dei pellegrini in un percorso guidato lungo la via Francigena, dalla Basilica del Santo Sepolcro al Museo della Città e la Pinacoteca San Francesco.

Il giorno di Santo Stefano sono previsti anche appuntamenti con la musica e con il teatro. Il 31 dicembre sarà il momento di festeggiare il Capodanno in piazza mentre il 5 gennaio ci saranno le parate delle Befane sui trampoli, mercatini, castagne e vin brulè alla scoperta dell’enogastronomia natalizia tipica.

A Proceno, il villaggio di origine etrusca – come testimoniano i sepolcreti scoperti nelle vicinanze dell’abitato – e nei pressi del quale soggiornò anche Galileo Galilei, durante le festività natalizie si svolge l’evento “Vivi in Natale a Proceno”, giunta alla VII edizione, per promuovere il turismo e valorizzare le realtà culturali, storiche, religiose ed enogastronomiche del borgo. Una festa itinerante alla ricerca degli angoli più suggestivi di Proceno, celebrando il folklore e le tradizioni artigiane, religiose ed enogastronomiche.

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Fonte: 123rf

Il borgo di Proceno, lungo la via Francigena del viterbese

Si possono ammirare i presepi in vetrina nel Palazzo Sforza, che fa parte della rete delle Dimore storiche della Regione Lazio, e nelle vie del borgo.

Infine, nel borgo di Onano, al confine con la Toscana e a pochi chilometri dal Lago di Bolsena, il 24 dicembre sarà visitabile il piccolo villaggio di Babbo Natale in piazza Umberto I e il 26 sarà il turno del concerto di Natale della Banda Comunale Santa Cecilia di Onano. Si aspetta poi insieme il 2023 con il Gran Cenone di San Silvestro e la musica live, mentre chi dovesse capitarci in occasione dell’Epifania potrà assistere al presepe vivente di Onano con l’arrivo dei magi.

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Fonte: 123rf

Il borgo di Onano nel Lazio
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Natale di prezzi in aumento: quanto costa viaggiare

Se siete tra coloro che hanno deciso di trascorrere Natale e Capodanno in vacanza, preparatevi a una vera e propria stangata. Assoutenti ha, infatti, lanciato l’allarme in vista delle prossime festività, annunciando fortissimi rincari di prezzi e tariffe che investono tutto il comparto dei viaggi.

Rincari di Natale per i viaggi in auto e in aereo

Scendendo nel dettaglio, coloro che decideranno di spostarsi per l’Italia in auto dovranno mettere in conto una maggiore spesa per il gasolio pari a 7,5 euro a pieno, a causa dei rincari del diesel il cui prezzo alla pompa risulta oggi più elevato del 9,5% rispetto al periodo di Natale dello scorso anno. Situazione inversa per la benzina, che costa in media il 2,9% in meno di un anno fa.

La vera stangata riguarda, però, chi si sposterà in aereo: le tariffe dei voli nazionali sono aumentate su base annua dell’80,4%, quelle dei voli europei del 94,1%, mentre sono più che raddoppiati i biglietti dei voli internazionali, saliti del +101,6%.

Natale e Capodanno all’estero: le destinazioni più care

Assoutenti ha realizzato anche una indagine su alcune delle destinazioni internazionali più gettonate per Natale e Capodanno. È così emerso che per volare da Roma Fiumicino alla volta della bellissima Phuket, in Thailandia (dove però il Capodanno si festeggia ad aprile) imbarcandosi il 24 dicembre e tornando il 2 gennaio, il biglietto di andata e ritorno parte da 2.253 euro. Chi invece ha progettato di andare alle Maldive, deve mettere in conto una spesa minima di 1.499 euro.

Particolarmente caro anche un soggiorno alle Seychelles, tra le mete più ambite per le vacanze di Natale al caldo, con una spesa di 1.476 euro. Seguono le altrettante gettonate Zanzibar, dove per viaggiare in questo periodo servono 1.284 euro, Mauritius che per il periodo indicato richiede una spesa di 926 euro, mentre al confronto Sharm el-Sheik si presenta quasi ‘meno costosa’, con un budget di 425 euro a persona.

Hotel e skipass: i prezzi in Italia

In tanti hanno scelto una località italiana, tra borghi, città d’arte e montagne innevate, dove dedicarsi un Natale all’insegna del relax, del divertimento o della gastronomia, tra le tante iniziative proposte dai Mercatini sparsi su e giù per lo Stivale.  Tuttavia, anche in questo caso bisogna fare i conti con i rincari di hotel e strutture ricettive, le cui tariffe sono aumentate in media del 12,9% rispetto alle festività passate.

A questo si aggiunge anche il “caro-montagna”, con i prezzi degli skipass saliti in media tra il 10% e il 13% rispetto alla scorsa stagione sciistica. Basti pensare che quest’anno la classica settimana bianca viene a costare tra i 1.400 e i 1.600 euro a persona. Per il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, gli aumenti di questa portata dei prezzi di voli e hotel potrebbe costringere una fetta consistente di cittadini a rinunciare alle partenze, con danni per le imprese del turismo.

Intanto, secondo le previsioni di Federalberghi, sarebbero oltre 17 milioni gli italiani in viaggio per le festività di fine 2022, per un giro d’affari superiore ai 13 miliardi di euro, che riporta la spesa complessiva ai livelli del 2019. Nonostante i rincari, ancora una volta l’Italia sarà la destinazione preferita dai viaggiatori.

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È stato inaugurato il murale ecologico più grande del mondo

È stato inaugurato alcuni giorni fa quel capolavoro che sembra destinato a entrare nella storia dell’arte di strada. E in effetti non è difficile immaginare che sarà proprio così dato che stiamo parlando del murale ecologico più grande del mondo.

A realizzarlo è stato l’artista venezuelano Oscar Olivares, un nome che sicuramente non è nuovo all’interno della scena artistica internazionale. Nonostante la sua giovane età, appena 23 anni, Olivares è già diventato il pioniere di un nuovo modo di fare arte, utilizzando il suo talento e la sua visione per creare dei murales ecologici, con l’obiettivo di riqualificare determinati territori ma soprattutto per sensibilizzare le persone sui cambiamenti climatici attraverso la consapevolezza, di cui l’arte si è fatta veicolo di comunicazione.

L’ultima sua opera, un capolavoro visionario completamente realizzato con tappi di bottiglie, è ora il più grande murale ecologico mai realizzato fino a questo momento. Grazie a quest’opera la città di Guatire, vicino Caracas, è diventata un esempio da seguire dal punto di vista dell’arte, del riciclo ma anche del lavoro di squadra, dato che per realizzare il murale sono state coinvolte attivamente più di 1000 persone appartenenti alla comunità del posto.

L’arte come strumento per sensibilizzare le persone

Negli ultimi anni la street art si è guadagnata un posto d’onore nella scena urbana, non solo rendendola più bella, ma anche contribuendo a questioni etiche e sociali. Argomenti importanti, come quello del cambiamento climatico, non sono solo i protagonisti di queste opere d’arte che stanno colorando la città ma sono dei veri e propri strumenti di consapevolezza accessibili a tutti.

Sono molti, infatti, i murales che parlano di sostenibilità, di ambiente e di salvaguardia del pianeta. Lo fanno con le raffigurazioni, ma anche con gli strumenti utilizzati per la loro realizzazione come vernici ecologiche e pitture antismog. Così gli artisti di tutto il mondo si sono fatti carico di di un’importante missione, quella di diffondere la consapevolezza e renderla accessibile a tutti.

E così ha fatto anche Oscar Olivares che, nonostante la sua giovane età, ha già firmato quello che è considerato il murale ecologico più grande del mondo. Non è l’unico, però, realizzato dall’artista che in solo 5 mesi ha creato opere di street art anche in altre città del Paese. Utilizzando 850.000 tappi di plastica, recuperati dai rifiuti, Olivares ha colorato Táchira, Zulia e Aragua, fino ad arrivare a Guatire, l’ultima tappa di un tour ecosostenibile che parla di presente e futuro, di consapevolezza e attenzione verso le persone e verso il pianeta.

Il murale ecologico di Guatire

Fonte: Ansa

Il murale ecologico più grande del mondo, Guatire

Il più grande murales ecologico del mondo

Dopo aver lasciato il segno in diversi territori del Venezuela, Oscar Olivares è arrivato a Guatire, nello stato di Miranda, per firmare il suo più importante capolavoro. Utilizzando oltre 400000 tappi di bottiglie, e coinvolgendo l’intera comunità della città, ha creato un murale di immensa bellezza. Il lavoro, che è durato circa un mese e mezzo, ha visto nascere il murale ecologico più grande mai realizzato fino a questo momento, promuovendo valori come il riciclo e la consapevolezza ecologica.

Ma il lavoro, per Oscar Olivares, non termina qui. Dopo aver inaugurato il suo grande murale a Guatire, infatti, l’artista si è messo in viaggio verso la prossima città per realizzare una nuova opera.

Murales ecologico più grande del mondo

Fonte: Ansa

A Guatir è stato inaugurato il murale ecologico più grande del mondo

 

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Quest’isola vuole sembrare abbandonata, ma in realtà non lo è

Navigando all’imbrunire verso Ikaria (o Icaria), l’isola di fronte alla quale, secondo la leggenda, precipitò Icaro, si può notare che gli scintillii delle luci delle case non provengono principalmente dalla costa, come accade nella maggior parte delle isole greche, ma dalle montagne retrostanti. Se vi state chiedendo perché in passato gli abitanti abbiano voluto complicarsi l’esistenza scegliendo di vivere sui pendii scoscesi anziché vicino al mare, come una comunità invisibile, la risposta è nel mare stesso, benedizione e maledizione di questo luogo.

Ikaria, l’isola che si finse abbandonata per resistere a pirati e invasori

Se, da un lato, il mare ha permesso all’isola di Ikaria di commerciare i suoi vini cantati dai poeti in tutta l’antica Grecia, insieme alle olive e al miele, dall’altro vi ha portato anche i pirati, attirati dall’alta qualità dei prodotti del posto e dal benessere economico che ne derivava. La sua geografia e i regolari periodi di instabilità politica, insieme alle coste non adeguatamente controllate, hanno permesso alla pirateria di prosperare. Sebbene le incursioni siano state segnalate per la prima volta a Ikaria nel I secolo a.C., divenne una minaccia pressoché incontrollata durante il dominio romano (dalla fine del III secolo a.C. al V secolo d.C.) e bizantino (dal V al XII secolo d.C.). Dopo l’arrivo dei Genovesi, nel XIV secolo, gli icariani arrivarono a distruggere i propri porti per scoraggiare gli invasori. Ma persino questo non bastò.

Non avendo altre risorse per proteggersi dalle aggressioni, gli isolani decisero di ritirarsi nell’entroterra montuoso, dove costruirono comunità apparentemente invisibili – almeno ai tempi in cui non c’era l’elettricità – facendo di tutto per convincere chiunque passasse di lì che Ikaria fosse deserta. Un elaborato e audace piano di sparizione, messo in atto per diversi secoli.

Le ‘case anti-pirata’

Comunemente note come ‘case anti-pirata’, le abitazioni di Ikaria sono state costruite in pietra affinché si mimetizzassero con il paesaggio naturale costituito da rocce, strapiombi e boschetti. I massi, disseminati sui pendii delle alte montagne, costituivano spesso gran parte delle pareti e del soffitto, mentre i muri a secco completavano queste architetture in perfetta simbiosi con la natura.

Si trattava di dimore ridotte all’essenziale, con poco più di un uscio e un focolare, poiché gli isolani trascorrevano la maggior parte del tempo all’aperto. In netta contrapposizione con i grandi templi o con le tipiche architetture generalmente associate alla Grecia, gli abitanti dell’isola costruivano case progettate per non essere viste da nessuno. Per farlo, dovevano spingersi in alto, nella natura selvaggia, dove non potevano essere scorte dalla costa. Così, per secoli, Ikaria apparve disabitata.

Il volto più nascosto e sacro di Ikaria

Oltre a essere conosciuta come una delle Zone Blu dove si vive a lungo, Ikaria è amata dai turisti per il mare cristallino, le spiagge selvagge e i borghi pittoreschi. Tuttavia, per conoscerne i segreti bisogna abbandonare la costa e dirigersi proprio verso le montagne. A Ikaria esiste una vasta rete di intricati sentieri, molti dei quali rappresentano antichi percorsi che per secoli hanno collegato frazioni e zone remote, prima che venissero costruite le strade.

Si sviluppano come una ragnatela e conducono a fiumi, mulini, monasteri, strutture in pietra, antiche rovine, fattorie e terrazze e alcune delle ultime case “anti-pirata” rimaste sull’isola. Si possono vedere, ad esempio, nel villaggio di Lagkada, rifugio sacro per gli ikariani, che ne simboleggia lo spirito ribelle e il senso di libertà. Durante il Medioevo e fino al XVII secolo, in tempi di saccheggi e razzie, gli abitanti si riunivano qui per sfuggire alla cattura e alle persecuzioni. La loro grande capacità di resistere alle minacce naturali e umane è l’orgoglio dell’isola.

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Il Natale nella città-presepe è magico

Il countdown è quasi terminato, è lui che ci ricorda che mancano pochissimi giorni alla notte più magica dell’anno. Ma lo fanno anche tutte quelle atmosfere incantate che ci hanno accompagnato durante il periodo dell’Avvento permettendoci di diventare i protagonisti di una favola natalizia senza eguali.

Insomma, abbiamo ancora qualche giorno per toccare con mano il miracolo di Natale che ha preso vita intorno a noi, lo stesso che ha trasformato le città di tutto il mondo in cartoline di immensa bellezza.

I luoghi da raggiungere e da esplorare sono tantissimi, e sono uno più bello dell’altro. Ma se è un’esperienza suggestiva e autentica che volete vivere questo Natale, il consiglio è quello di restare nel BelPaese per raggiungere un luogo meraviglioso che con la sua storia, il suo fascino e le sue tradizioni vi permetterà di vivere una favola mistica e surreale, una città-presepe che è davvero un incanto.

Assisi: un Natale senza tempo

Il nostro viaggio di Natale ci conduce tra i territori dell’Italia centrale, proprio lì, tra le colline umbre, dove è nato San Francesco. Ci troviamo ad Assisi, una città mistica, suggestiva e spirituale che con il suo incredibile patrimonio storico, artistico e culturale incanta e sorprende da sempre. Qui, infatti, si erge in tutta la sua bellezza la celebre basilica di San Francesco, una maestosa chiesa che risale al 1253 e che ospita i capolavori duecenteschi di Giotto e Cimabue, affreschi che raccontato la vita di San Francesco, e il sarcofago del Santo.

Organizzare un viaggio ad Assisi è sempre un’ottima idea, non solo per quel patrimonio artistico e culturale che la città ospita, ma anche per quella cornice naturale che si snoda tutto intorno, e che è caratterizzata da colline sinuose e campagne sterminate che si perdono all’orizzonte.

Organizzare un viaggio qui, dicevamo, è davvero un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. Eppure è a Natale che la città sembra trasformarsi in un luogo senza tempo dove la storia, le tradizioni e le bellezze del territorio si connettono all’unisono trasformando Assisi in una città-presepe che incanta e che emoziona.

I presepi di Assisi

Fonte: Ansa

I presepi di Assisi

Una città-presepe che incanta

Le luci di Natale si sono accese su Assisi, trasformando la città in un grande presepe a cielo aperto. Grazie alla tecnica del video mapping, infatti, i più importanti monumenti urbani sono stati completamente invasi da proiezioni di immensa bellezza. Si tratta delle scene di vita di San Francesco, proprio quelle raffigurate da Giotto nei suoi celebri affreschi, che raccontano la vita del Santo in maniera inedita e sorprendente sulle chiese e sui principali monumenti della città.

Ma non è tutto perché qui ci sono anche i presepi viventi, quelli monumentali e quelli artistici che hanno già trasformato Assisi in una città-presepe in tutto e per tutto. Oltre alle proiezioni sulle facciate degli edifici iconici, infatti, numerose statue della Natività sono state collocate in prossimità delle chiese della città inaugurando così un presepe urbano diffuso. Iconico è anche il presepe allestito nella piazza inferiore della Basilica di San Francesco, proprio sotto l’albero di Natale che ha acceso la magia in città.

Non manca, inoltre, la raffigurazione di un presepe vivente per celebrare l’ottavo centenario della morte del Santo. Il 23 dicembre, nei pressi della Basilica di Santa Maria degli Angeli, la Natività prenderà vita. Ma questo non sarà l’unico appuntamento imperdibile a Natale, Assisi infatti ospiterà mostre, eventi musicali, spettacoli e tanti altri eventi che consentiranno ai viaggiatori di scoprire e di riscoprire i luoghi iconici del territorio.

Che la splendida Assisi si sia trasformata in un presepe a cielo aperto non ci stupisce, del resto la città ha fatto suo il compito di perpetuare la tradizione dei presepi inaugurata proprio da San Francesco a Greccio. È stato il Santo, infatti, a realizzare la prima Natività della storia nel lontano 1223.

Basilica di San Francesco, Assisi

Fonte: Ansa

Basilica di San Francesco, Assisi
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Viaggiare da soli ad Anversa

Anversa – Antwerpen in fiammingo e Anvers in francese – è la seconda città del Belgio e si trova nelle Fiandre orientali a soli 45 chilometri a nord di Bruxelles. Perfetta per un weekend all’insegna della cultura e del divertimento, Anversa conserva un fascino legato agli scorci medievali e ad un centro storico ricco di antichi palazzi e locali di ogni genere.

Cosa fare ad Anversa per una donna in solitaria

La città di Anversa si presta perfettamente per qualche giorno di viaggio on-the-road tra ragazze o in solitaria tutto al femminile, in quanto si snoda in vicoli sempre frequentati, in strade ricche di movida e in una costante presenza di pattuglie della polizia. Non solo di giorno, ma anche di sera, fino a notte inoltrata, le strade di Anversa sono piene di giovani, molti internazionali, e di musica che proviene dai tanti pub del centro. La sensazione è quella di una pulsante città nordica, ma non caotica e dispersiva come tante altre.

Come muoversi ad Anversa:

Per spostarvi, consiglio vivamente il bus: è sempre in perfetto orario, gira per il centro e fuori dal centro, e il biglietto viene effettuato direttamente sul mezzo, con la carta di credito. La carta di credito, infatti, in paesi come il Belgio, è usata per qualsiasi tipologia di pagamento, anche per un paio di euro di biglietto del tram. Noi italiani non siamo abituati a questa formula, ma basta saperlo per adattarsi al paese che ci ospita! Come spiegavo, il bus è il mezzo più comodo per spostarsi in quanto in questa città il traffico è molto intenso: un ponte separa le due parti della città che sono divisa dal fiume, e su questo ponte il traffico, nelle ore pomeridiane, arriva a bloccare file e file di auto per intere mezzore, altro che Roma o altre città italiane! Se invece siete più green e vi piace muovermi, non c’è scelta migliore della classica bicicletta. Ci sono varie formule per usufruirne: ad esempio, sono numerose in città delle biciclette rosse che si possono prendere in affitto per un determinato tempo consecutivo. Se invece siete pigri e non riuscite a rinunciare alla macchina, il servizio Uber funziona più che bene, ma attenzione alle truffe: spesso i conducenti accettano la tratta, non al confermano e si mangiano i soldi, specialmente il sabato sera quando la richiesta impazzisce.

Cosa vedere ad Anversa in un weekend:

  • Cattedrale di Nostra Signora di Anversa

C’è chi non ha dubbi nel considerare la cattedrale di Nostra Signora di Anversa la più bella cattedrale gotica del Belgio ed infatti la sua maestosità non ha pari. Questa foto che mostro, l’ho scattata seduta su una panchina della Groenplaats, una delle piazze principali del centro, frequentata da molte persone e luogo prediletto dei musicisti di strada. È da qui se si scorge la guglia della cattedrale e il suo luminoso orologio. L’entrata nella cattedrale prevede un piccolo prezzo di ingresso, ma anche solo ammirarla da fuori lascia a bocca aperta. La cattedrale si dipana intorno a varie piazze, la Groenplaats è una di quelle, e un’altra è la piazza del Municipio, anche chiamata “Piazza delle bandiere” per l’alto numero di bandiere di ogni nazionalità che colorano la piazza. È da qui, all’ombra della cattedrale, che tantissimi pubs e discopubs costeggiano i due lati della strada. Numerosi sono i ristoranti italiani che offrono la “pizza napoletana perfetta” – seppur a circa venti euro -, e numerose sono le rosticcerie che preparano waffle di ogni tipologia. Impossibile non fare un salto al Bonaparte, locale karaoke, uno dei pochi che prevede il pagamento di entrata, ma nel caso vogliate risparmiare un po’ e spendere solo nel consumare qualche drink, sono comunque molti i locali in cui potrete entrare gratuitamente, come il Barok.

  • Stadspark- il parco nella città

Se avete la fortuna di trovare una bella giornata di cielo sereno, consiglio di fare una passeggiata nel parco al centro della città, il Stadspark. Questo parco è molto frequentato dagli studenti che ne approfittano per fare una pausa pranzo con un bel pic nic a bordo lago. Infatti, nel centro del parco è presente un adorabile laghetto pieno di cigni, le cui sponde sono coperte da alberi di ogni tipologia. È un parco facilmente raggiungibile a piedi da qualsiasi parte del centro della città, quindi consiglio di visitarlo dopo una visita dei negozi del centro, per rilassarsi sul prato, in mezzo ad aria pulita.

  •  La ruota panoramica

Sulla sponda del fiume che divide la città è stata costruita una moderna ruota panoramica, rigorosamente protetta da materiale plastificato per proteggere dalle frequenti raffiche di vento. Il costo è di 9 euro, ma avrete la possibilità di godere di ben tre giri, al limite delle vertigini! Da questa postazione potrete ammirare entrambe le sponde del fiume, quella da cui si dipana il centro, e l’altra sponda della zona più industriale della città, dove ci sono le aziende in cui anche tanti italiani lavorano e dove si scorgono le numerose tipiche pale eoliche. Inoltre, da questa altezza potrete osservare moto d’acqua che sfrecciano lungo il corso del fiume, il Castello di Anversa ed anche i meravigliosi tetti tipici fiamminghi dei tanti palazzi antichi del centro. Il panorama è davvero suggestivo. Non saprete dove girarvi a guardare per quanto le cose da ammirare siano tante.

  • Het Steen

Het Steen, letteralmente “la Rocca”, in lingua olandese, è un castello medievale che si erge sulla sponda destra del fiume Schelda, in centro città. È stato eretto all’incirca tra il 1200 e il 1225 e restaurato nella forma che ha ora nel XVI secolo sotto l’impero di Carlo V. È il più antico edificio della città e fa da perfetto contrasto con le moto d’acqua e gli yacht che passano lungo il canale del fiume. Di fronte all’ingresso del castello, si trova la statua di Lange Wapper, un gigante che, secondo il folklore belga, di notte si aggirava per le vie di Anversa e spaventava gli abitanti della città. È questo lo spot preferito dai bambini per scattare foto simpatiche insieme al gigante, quindi se anche voi vogliate tornare un po’ piccini, potete farvi scattare una foto qui da qualche passante e, perché no, comprare un buon cartoccio di patatine fritte, immancabili nell’accompagnarvi alla passeggiata fiamminga.

  • The Villa Disco

Se siete amanti della movida notturna, ad Anversa non c’è niente di meglio che The Villa. È considerata la discoteca più frequentata dalle persone del posto, mentre se preferite incontrare italiani o stranieri il centro è il luogo più indicato dove trovarne. Appena entrerete sarete sorpresi dai tantissimi ragazzi alti e biondi e dal dress code non dozzinale. Non è un posto da “ultimo momento”, ma anzi è una delle discoteche più chic e glamour della città. La musica è commerciale con qualche tocco di house, e numerose sono le feste a tema che l’organizzazione della discoteca organizza. La zona in cui è collocata la discoteca è leggermente fuori dalla città, a ridosso del porto, quindi questo consente una maggiore libertà di orari per quanto riguarda la musica ad alto volume. Consiglio di raggiungerla con un Uber.

Un weekend ad Anversa può rivelarsi un perfetto mix di cultura, relax, divertimento per staccare la spina dal tram tram quotidiano e riconnettersi con la parte curiosa di noi stessi, specialmente se si viaggia in solitaria.

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Il Natale a Milano fa tornare bambini

Se cercate la magia dell’atmosfera natalizia, non dovete viaggiare molto lontani. Basta andare a Milano per ritrovare luoghi che, in occasione delle feste, trasportano i visitatori dentro una fiaba di Natale.

Babbi Natale, orsetti di peluche, bianconigli e neve artificiale: sono tanti i luoghi che ricreano l’ambientazione natalizia e che trasportano nel mondo della fantasia.

La montagna a Milano

Chi cerca l’atmosfera di una località di montagna, con tanto di neve, la trova al Four Season, nel pieno quadrilatero della moda, dove è stato ricreato un locale après-ski come fosse Courmayeur. Qui si respira l’atmosfera unica del Monte Bianco, sedendosi tra sci vintage, plaid, tè caldi e perfino un’autentica cabinovia del 1947.

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Fonte: @Four Seasons

Courmayeuraprès-ski al Four Season

Nella tana del Bianconiglio

Fiabesco come non mai è invece il Rabbit Hole Cafè, un locale dove sembra di stare dentro il Paese delle Meraviglie di Alice. Una sala da tè, una cioccolateria e una caffetteria dove si possono provare il Tè del Brucaliffo, la birra dello Stregatto, la torta Foresta Nera e la Regina Bianca. Un’esperienza unica, dove tutti i clienti si trovano avvolti da un’atmosfera surreale, dove sembra di entrare nella tana del Bianconiglio.

Come a New York City

Teddy bear di pezza in puro stile americano si trovano, invece, seduti ai tavolini del Bar at Ralph Lauren in via della Spiga, tra velluti e cuscini scozzesi. Qui servono club sandwich, hamburger, avocado toast, lobster roll e patatine in puro stile newyorkese. C’è anche un delizioso giardino privato.

Giorgia Palmas ed Elena Barolo ralph lauren

Fonte: IPA

Le ex Veline Giorgia Palmas ed Elena Barolo al Bar Ralph Lauren

La pista di pattinaggio sul ghiaccio

E, proprio come a New York, non manca la pista di pattinaggio sul ghiaccio che è stata allestita davanti alla stazione Centrale, “Senstation on Ice”. Grandissima, misura 1.300 metri quadrati circondata da un’enorme scenografia inclusa l’illuminazione della facciata della stazione e un albero di Natale alto 18 metri con 15mila luci led.

Il paradiso delle decorazioni natalizie

A due passi d questo locale c’è uno dei negozi di decorazioni natalizie più incredibili di tutta la città. È un temporary di tre piani lo Spiga Express, che ricrea una stazione ferroviaria di primo ‘900 piena zeppa di addobbi, decorazioni e luminarie per la festa più magica dell’anno, con orologi, valigie, telefoni e macchine per scrivere. Anche i bambini lo adoreranno.

Il Museo delle illusioni

Sembra di entrare in un mondo fantastico una volta varcata la soglia del Museo delle illusioni. Un luogo che inganna i sensi, che fa sembrare piccoli piccoli o grandi grandi, che fa camminare a testa in giù o in assenza di gravità, che fa girare la testa con il caleidoscopio o addirittura mozzarla per presentarla su un piatto. Non è solo per bambini.

Un mondo di palloni gonfiati

Installazioni e opere gonfiabili: il nuovo Balloon Museum di via Tortona è un tripudio di palloni di ogni dimensione e colore. Ci si ritrova catapultati in un universo onirico, suggestivo e surreale, popolato da centinaia di palloncini, che permette di vivere un’esperienza fantastica, destinata a incantare persone di ogni età. Si passeggia tra soggetti dalle sembianze antropomorfe e zoomorfe, dalle dimensioni esagerate e dalle tinte accese e cangianti.

Balloon Museum - AIRSHIP ORCHESTRA

Fonte: ENESS

Il Balloon Museum di Milano – AIRSHIP ORCHESTRA

Il paese dei balocchi

Non c’è Natale senza balocchi. Il posto migliore dove trovarsi in questo periodo è il negozio di FAO Schwarz di piazza Cordusio, il primo negozio dell’Europa continentale a portare la firma del negozio di giocattoli più famoso al mondo che si trova a New York. Ad accogliere i clienti sono due soldatini Schiaccianoci in versione umana. Dentro, migliaia di giocattoli e di divertimenti con spettacoli di magia e di scienza. Si può restare a giocare e addirittura personalizzare i giocattoli, dalle macchinine alle bambole ai peluche. Un vero paese dei balocchi.

Sul Tram di Babbo Natale

E per finire a Milano non si può non prendere un tram, ecco allora che per le feste si può salire sul Tram di Babbo Natale che fa il giro delle luminarie natalizie del centro storico. Si può prendere alle fermate Duomo, piazza Castello, Brera e Cordusio dopo le 17, quando s’accendono le luci di strade e negozi. A bordo del tram storico degli Anni Venti, animazione e musiche natalizie.

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Fonte: @Grottadibabbonatale

A bordo del Tram di Babbo Natale per Milano
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Il borgo italiano a forma di aquila

Ci sono borghi nati per essere oasi di pace, emozioni, bellezza. Tra questi, ammantato di un fascino medievale che trasporta lontano nel tempo, un piccolo e grazioso centro abitato che regala a chi lo visita la sensazione di essere quasi in un’altra dimensione, dove storia e natura sembrano parlarsi e comprendersi, svelando quanto possa essere ricco di sorprese un territorio.

Città della Pieve, il borgo umbro che ricorda un’aquila

Lo splendido borgo umbro di Città della Pieve sorge a un’altezza di 508 metri sul livello del mare, in una posizione privilegiata e panoramica in cima a un colle, a pochi chilometri dal confine con la Toscana e nei pressi del Lazio. Lo sguardo abbraccia il Lago Trasimeno (osannato anche dalla CNN) e la Val di Chiana, e si perde nella generosa campagna circostante. Scenario e atmosfera preannunciano il perdurare di uno stile di vita antico e autentico.

Già nel 1250, la cittadina assunse l’attuale conformazione urbanistica a forma di aquila, simbolo dell’imperatore Federico II di Svevia, che avanza minacciosa verso Roma. Il territorio venne suddiviso in tre porzioni, “i Terzieri”, che corrispondono alle tre diverse parti dell’aquila, simboleggiando a loro volta anche le tre classi sociali dell’epoca. Così, alla testa del rapace, rivolta in direzione della Capitale, è corrisponde il Terziere Castello o Classe dei cavalieri, che rappresentava l’aristocrazia, alla pancia il Terziere Borgo Dentro, ossia la borghesia, mentre nell’ala e nella coda si colloca il Terziere Casalino o Classe dei Pedoni, in riferimento ai contadini.

Città della Pieve: un po’ di storia

Sebbene non vi siano memorie che lo provino, il poggio dove sorge Città della Pieve fu abitato fin dall’epoca etrusca. Le origini del centro abitato risalgono al VII secolo, periodo in cui i longobardi esercitavano il loro potere sul Ducato della Tuscia, e sebbene oggi il borgo faccia parte della provincia di Perugia, i materiali archeologici ritrovati nella zona fanno pensare che anticamente appartenesse a Chiusi.

Il nome si deve a una Pieve che venne costruita in onore dei Santi Gervasio e Protasio. Inizialmente, venne chiamato Città di Castel della Pieve, per la presenza della cinta muraria risalente all’XI secolo, tuttavia la denominazione venne sostituita con il nome che oggi tutti conosciamo, perché risultò essere troppo lunga e facilmente confondibile con la località di Città di Castello. Il borgo è noto per aver dato i natali a Pietro Vannucci, detto “Il Perugino”, il più importante esponente della pittura umbra del XV secolo che fu anche il maestro di Raffaello.

Il centro storico e i vicoli che raccontano il passato

Impossibile non rimanere ammaliati dal centro storico medievale di Città della Pieve, incastonato sul colle che regala una vista altamente suggestiva. L’ambiente urbano è diventato inconfondibile per le costruzioni in laterizio, il cotto locale fatto a mano, dal caratteristico colore che vira dal rosa chiaro a una tonalità più bruna e che ancora oggi viene prodotto nel rispetto della tradizione. Addentrarsi nei vicoli è una immersione totale nel passato. Ci si perde in un invitante labirinto di angoli suggestivi, luoghi della memoria, spazi densi di emozioni che hanno rappresentato e rappresentano ancora oggi punti di incontro e di vita.

Ci si sorprende per come la maglia urbana presenti immutate soluzioni tipiche della prima civiltà comunale. Le strade larghe e in curva evidenziano la presenza della classe dei cavalieri che andavano alla guerra con il cavallo, mentre quelle più strette e ad andamento frammentato, indicano la classe dei pedoni, contadini inurbati, che usavano l’arco e la balestra. Così nello scontro tra le due classi, i cavalieri potevano sfuggire al tiro dei pedoni tramite la curvatura delle strade, mentre questi ultimi si difendevano grazie alla struttura dei vicoli impenetrabili al cavallo.

Cosa vedere a Città della Pieve

Nella struttura urbana medievale si rincorrono architetture in stile rinascimentale, barocco, rococò, neoclassico, che danno al borgo una incredibile vitalità artistica. Tanti i monumenti che vale la pena visitare, tra cui la Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio, che custodisce le opere di due grandi pittori di Città della Pieve, il Perugino e il Pomarancio. All’interno dei monumenti della cittadina si possono ammirare le numerose opere realizzate per mano del Vannucci, come la straordinaria “Adorazione dei Magi” ospitata all’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi.

Notevoli la Rocca, con cinque torri, il Palazzo della Corgna, oggi sede della biblioteca comunale e di esposizioni temporanee, palazzo Bandini e palazzo Baglioni, la torre Civica, eretta nel XII secolo, e la torre del Vescovo, torrione di avvistamento edificato presumibilmente nel 1326.

Una delle attrazioni più famose di Città della Pieve è, però, il Vicolo Baciadonne, lungo via Vannucci, ritenuta una delle vie più strette d’Italia. Sorto probabilmente per separare dei confinanti in lite tra loro, si è trasformato nel tempo nel vicolo degli innamorati.

Gli eventi da non perdere

Ogni anno, a ridosso di Ferragosto, si svolge il Palio dei Terzieri, una manifestazione che dura ben 12 giorni esi conclude con un corteo in costume e con la Caccia del Toro. I cavalieri rievocano l’antica usanza, sfidandosi nell’arte del tiro con l’arco, colpendo sagome rappresentanti la razza dei tori chianini fissate su pedane mobili, mentre circa settecento persone sfilano per le vie più importanti del centro, indossando meravigliosi abiti d’antan, a rappresentare le varie classi sociali del passato, come cavalieri, dame e contadini.

Un’altra manifestazione davvero appassionante è la colorata Infiorata di San Luigi Gonzaga, patrono del Terziere Casalino, che si svolge nel mese di giugno. L’appuntamento segna tradizionalmente l’inizio delle manifestazioni dell’estate pievese, e ogni edizione è unica, originale e irripetibile, con un tema sempre diverso. Gli infioratori lavorano alla realizzazione di un tappeto di circa 1000 metri quadrati, posando fiori ed essenze del territorio umbro fino alla realizzazione del tema annuale.

Durante il periodo pasquale invece, prende vita la Mostra Mercato, con l’esposizione dei prodotti agroalimentari, artigianali e dell’ingegno del territorio. Tra gli eventi da non perdere c’è poi “Zafferiamo”, sagra che si tiene in autunno e celebra uno dei simboli più importanti del borgo, anticamente conosciuto come “crocus”. Pensate che la produzione di zafferano a Città della Pieve è attestata già in documenti risalenti al XIII secolo.

Natura e attrazioni nei dintorni

Qui sono davvero tante le attività da fare, dal trekking urbano guidato a una vacanza tutta natura e benessere, dai tour enogastronomici alle esperienze dedicate alle famiglie. E non mancano attrazioni anche poco fuori dalla cinta muraria, tra cui la chiesa di San Francesco, oggi santuario della Madonna di Fatima, e la chiesa di Santa Maria dei Servi, con l’affresco del Perugino raffigurante la “Deposizione dalla Croce”. Nei dintorni, si incontra invece Santa Maria degli Angeli, eremo francescano che ha l’aspetto di una costruzione gotica con campanile a vela.

Gli amanti dei paesaggi mozzafiato troveranno in quello che circonda Città della Pieve l’intreccio armonico di impronte umbre, toscane e laziali sposate alla grazia delle colline morbide che si colorano della luminosità magnetica impressa nei dipinti del Perugino, del verde che incornicia la campagna tutt’intorn e del rosato intenso del cotto.

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Il posto più romantico da raggiungere a Natale è un albero di cuori in città

È arrivato il tempo degli ultimi viaggi dell’anno, quelli che ci conducono direttamente lì, al cospetto di tutte le meravigliose e incantate atmosfere di Natale che hanno trasformato le città del mondo in magiche cartoline di immensa bellezza.

Mercatini di Natale, alberi maestosi e scintillanti, luminarie sfavillanti e decorazioni sontuose hanno fatto da cornice ai viaggi più belli di questo 2022, quelli che ci hanno resi i protagonisti indiscussi di una favola natalizia in divenire. Ma c’è ancora tempo per organizzare un ultimo e grandioso viaggio, uno di quelli indimenticabili da condividere con la propria dolce metà.

In uno dei luoghi più caratteristici di questo Natale, conosciuto per essere un vero e proprio regno fatato, è stato realizzato un albero di cuori luminosi che lascia senza fiato. Per noi non ci sono dubbi: è questo il posto più romantico da raggiungere a Natale.

Luci e cuori a Vienna: il Natale accende la città di magia

Poche destinazioni sanno incantare in questo periodo come fa Vienna, la città del Natale per antonomasia. La capitale dell’Austria, già celebre per quel patrimonio artistico e intellettuale forgiato da grandi personalità come Mozart, Beethoven e Sigmunt Freud, è una meta incantevole che sa stupire tutti i giorni dell’anno e in ogni stagione. Eppure è quando il Natale arriva che le strade e le piazze della città si trasformano in un meraviglioso racconto di Natale tutto da vivere.

Già a partire da metà di novembre, infatti, le luci della città hanno cambiato il volto della città garantendo ai cittadini, e a tutti i viaggiatori giunti fin qui, un’esperienza davvero unica. Oltre alle luminarie, che accendono d’incanto le vie dello shopping e tutti gli altri percorsi urbani a ogni ora del giorno, Vienna ospita alcuni dei più incantevoli e suggestivi mercatini natalizi. Ce ne sono tantissimi, e tutti hanno trasformato le più belle piazze cittadine in paesaggi senza uguali.

Trovare la magia del Natale a Vienna non è poi così difficile. Basta seguire il profumo dei biscotti di Natale, delle mandorle tostate e del punch caldo per raggiungere i luoghi più caratteristici della città. Tra questi c’è anche il Mercatino viennese di Gesù Bambino in Rathausplatz, uno dei più iconici e magici della capitale dell’Austria. Oltre alle caratteristiche casette di legno, tra le quali vivere un’esperienza di shopping indimenticabile, qui potrete scattare il selfie di Natale più romantico di sempre: quello sotto un albero di cuori luminosi.

Albero di cuori a Vienna

Fonte: Getty Images

Albero di cuori a Vienna

Un albero di cuore in città

Con l’avvio del Periodo dell’Avvento, le piazze più belle di Vienna si sono trasformate nel palcoscenico di uno spettacolo di Natale incredibile. Tra queste c’è anche Rathausplatz, una piazza situata nella Innere Stadt, considerata una delle più importanti del centro cittadino.

È proprio qui, che tra novembre e dicembre, un’alta arcata addobbata con candele luminose accoglie visitatori provenienti da tutto il mondo con un solo obiettivo: trasportarli in un magico regno di Natale. Al centro dell’area campeggia l’iconico mercatino, dove è possibile acquistare regali, prelibatezze locali, dolciumi e bevande calde.

Nei pressi della piazza, invece, una serie di elementi luminosi accendono il paesaggio, mentre l’Incanto del Ghiaccio permette a tutti i visitatori di volteggiare sotto il cielo stellato e ammirare scorci di immensa bellezza. Ma non è tutto perché l’esperienza incantata si arricchisce di romanticismo per la presenza di un albero di cuori.

Una volta arrivati qui attendete il crepuscolo. Quando il sole lascia spazio alla notte, infatti, centinaia di cuori rossi accendo l’albero e l’intera piazza permettendo a tutti gli innamorati di scattarsi il selfie più bello e romantico di questo 2022.

Albero di cuori in Rathausplatz

Fonte: Getty Images

Albero di cuori in Rathausplatz
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Nel 2023 aumenterà l’imposta di imbarco, ma non in tutta Italia

Con la Legge finanziaria del 2004 è stata istituita la tassa d’imbarco il cui vero nome ufficiale è “addizionale comunale sui diritti d’imbarco”. In poche parole, è un’imposta pagata dai passeggeri sul biglietto in partenza dal nostro Paese che l’aeroporto deve poi versare allo Stato. Nel 2023, a tal proposito, le cose molto probabilmente cambieranno.

Imposta di imbarco nel 2023: cosa cambia

Partiamo dal principio: inizialmente l’imposta d’imbarco era prevista per il solo anno 2004 al costo di 1 euro per ogni passeggero imbarcato. Nel corso del tempo, è poi diventata una tassa fissa. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, negli ultimi anni l’importo è cresciuto da 1 a 6,50 euro a passeggero ed è destinato a Inps, Enav, servizi antincendio e una parte ai Comuni sul cui territorio è presente l’aeroporto.

Nel 2023, come sottolinea il Corriere, sono previsti possibili nuovi aumenti a Napoli, Genova, Venezia, Lecce.

Di quanto aumenterà l’imposta di imbarco

Il Comune di Venezia nel 2023 introdurrà una nuova imposta di 2,50 euro sul biglietto aereo che pagherà chiunque parta dal Marco Polo. Ciò vuol dire che questa tassa è prevista anche per i residenti. È bene sapere, però, che non si verserà per i voli in arrivo a Tessera.

Tendenzialmente tutto questo partirà l’1 aprile 2023 e a riscuoterlo sarà la società di gestione dello scalo Save, che si vedrà riconosciuta una commissione ancora da quantificare.

A Napoli Capodichino l’aumento dovrebbe essere di 1 euro, non solo per chi si imbarca in aeroporto, ma anche per traghetti e navi, ma in questo caso dovrebbero essere esclusi i pendolari. Anche nello scalo di Lecce l’incremento della tassa sarebbe di 1 euro nel 2023, ma di 2 euro nel 2024.

Quello che è chiaro, inoltre, è che l’imposta di imbarco resterà in vigore per diversi anni e il motivo è molto semplice: è stata introdotta a causa delle maxi-bollette per luce e gas.

La tassa di soggiorno a 10 euro

Pochi giorni fa dal parlamentare fiorentino Federico Gianassi, con il collega ed ex sindaco di Rimini Andrea Gnassi, è stato presentato l’emendamento alla finanziaria che prevede di portare a 10 euro la tassa di soggiorno nelle grandi città.

Gli albergatori di Firenze sono sul piede di guerra poiché la proposta prevede, come riportato da TTG Italia, che le località che ospitano ogni anno un numero di visitatori superiore di 20 volte a quello dei residenti possano innalzare il contributo.

Una misura assolutamente bocciata dalle associazioni di categoria del capoluogo toscano, del resto l’aumento della tassa potrebbe mettere ulteriormente in difficoltà un comparto che ancora sta pagando le conseguenze del Covid e dei rincari.

Natale di scioperi e proteste

Nel frattempo ci si prepara a un Natale di scioperi e di proteste, non propriamente in Italia ma senza ombra di dubbio nel resto d’Europa. Il calendario di queste festività prevede una serie proteste dei lavoratori che complicheranno la vita di molti passeggeri in viaggio.

La Gran Bretagna, per esempio, dovrà fare i conti con lo sciopero della polizia di frontiera durante il periodo di Natale e Capodanno. Una protesta che inevitabilmente avrà conseguenze anche negli aeroporti internazionali. Per cercare di risolvere alcune problematiche, Heathrow ha già messo in atto un piano che ha l’obiettivo di limitare al minimo l’impatto sui passeggeri.

In Spagna, invece, a protestare saranno Air Nostrum, Vueling e Ryanair. Quest’ultima in particolare proseguirà con le proteste fino al 7 gennaio, mentre per Vueling termineranno il 31 del mese prossimo. Air Nostrum vedrà i suoi piloti in sciopero il 22, 23, 26, 27, 29 e 30 dicembre e il 2 e 3 gennaio.

A protestare sarà anche il personale di bordo di Air France, che ha depositato un avviso di sciopero per il periodo dal 22 dicembre al 2 gennaio. Minacce di proteste, ancora in Francia, dal personale easyJet, anche se l’allarme sembrerebbe attualmente essere rientrato.