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Parte il treno a vapore del tartufo: il viaggio

È ancora tempo di tartufo e ad Alba, nelle Langhe, sta per concludersi la celebre Fiera Internazionale del Tartufo Bianco. in occasione dell’ultimo weekend della prelibata manifestazione, parte un treno d’epoca speciale che porta nel cuore di un territorio pittoresco quanto rinomato.

Il treno a vapore parte da Torino alla volta di Alba il prossimo 4 dicembre.

Analogamente alle terre che attraversa, le Langhe e il Monferrato, questo viaggio a bordo di un treno turistico d’epoca è il modo migliore per preferire, oggi, la lentezza e la sostenibilità, ma anche la bellezza e la contemplazione del paesaggio, immedesimandosi in ogni aspetto con quella cultura rurale, bucolica e “slow” che da sempre contraddistingue le colline pettinate a vigneti e narrate da alcuni degli scrittori più letti del Novecento italiano.

Il viaggio a bordo del treno storico

Il treno parte dalle stazioni di Torino Porta Nuova e Lingotto. Dopo un primo tratto sulle carrozze Centoporte trainate da una locomotiva diesel D445, il treno raggiunge Asti dove effettuerà il cambio di locomotiva con quella a vapore.

L’arrivo ad Alba è previsto per le 11.25, quindi i visitatori
potranno godersi un pranzo a base di specialità langarole e scegliere tra differenti attività pomeridiane: una visita al Mercato Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, dove le eccellenze dei produttori locali soddisferanno olfatto e gusto oppure visite guidate intitolate “Alba e le Cento Torri”, “Alba Città Creativa Kids” e,
in occasione del centenario della nascita del grande scrittore, “Alba e Beppe Fenoglio”.

Un’occasione imperdibile per conoscere, scoprire, riscoprire o semplicemente divertirsi in compagnia nella splendida cornice di una delle città più belle del Piemonte.

Il treno, con sbuffi e fischi, lascerà la stazione di Alba alle 17.15 per rientrare a Torino, con arrivo previsto alle ore 18.46, alla stazione di Torino Lingotto e alle 18.55 a Porta Nuova.

Viaggio in un Patrimonio Unesco

Il territorio delle Langhe, compreso tra le provincie di Asti e di Cuneo, è ormai celebre ben oltre i confini del Piemonte per le sue attrazioni paesaggistiche ed enogastronomiche e, proprio grazie al suo profilo naturalistico e alla sua vasta e pregiata produzione vinicola, è stato inserito, nel 2014, nella lista dei beni Patrimonio dell’umanità dall’Unesco, insieme alle zone del Roero e del Monferrato.

La città di Alba appartiene all’area della Bassa Langa, rinomata non solo per la sua ampia ed eccelsa produzione di vini, ma anche per la produzione di tartufi, in particolar del celebre tartufo bianco di Alba. Proprio per la gastronomia è stata inserita dall’Unesco, insieme a Parma e Bergamo, nella lista delle Città Creative.

Cosa vedere ad Alba

Alba è un piccolo gioiello. Era conosciuta per essere la città delle cento torri, tutte costruite tra il XIV e il XV secolo. Di queste torri ne restano solo una manciata e su alcune, in centro, tra via Cavour, la via principale, e piazza Risorgimento, è possibile salire per ammirare la città dall’alto e il panorama delle Langhe (le “lingue”) che circondano la città.

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Fonte: iStock

Il centro storico di Alba

Questa cittadina è il nucleo abitato più importante delle Langhe, ricco di meravigliose testimonianze del passato che si perdono nei secoli. Ed è proprio la sua storia a offrire ai visitatori una delle sorprese più suggestive di sempre: il paese, infatti, possiede un vero e proprio patrimonio archeologico sotterraneo tutto da scoprire.

La città medievale crebbe, infatti, sui resti di quella romana e quella moderna ne prese il posto senza però cancellarla del tutto. Ecco allora che sotto strade e palazzi troviamo ancora oggi il foro romano, un antico tempio, antichissime torri medievali ormai scomparse e molto altro che attendono i visitatori nel ventre della città. Il tour completo del percorso archeologico prevede addirittura 32 tappe. Senza un tour guidato tuttavia non è possibile accedere ai sotterranei di Alba, sono pochissimi coloro che ne conoscono l’ingresso (o gli ingressi).

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Le location del film “Il grande giorno” con Aldo, Giovanni e Giacomo

L’indissolubile trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo torna al cinema con una nuova avventura. Il film intitolato “Il grande giorno” in uscita nelle sale il 22 dicembre non sarà il classico cinepanettone, ma sicuramente ci metterà di buon umore con le gag e le disavventure che i tre protagonisti dovranno affrontare.

Non vogliamo spoilerarvi, vi anticipiamo solamente che si cono di mezzo due amici, un matrimonio – il grande giorno, appunto, con festeggiamenti che durano tre giorni, un Cardinale a celebrare le nozze e pranzo a base di vini pregiati e chef stellati – e un guastafeste.

Possiamo però anticiparvi che buona parte del film è stata girata in un posto bellissimo, che tutto il mondo ci invidia: il lago di Como. Trattandosi di un matrimonio, infatti, è stato scelto uno dei palazzi storci più belli del lago in uno dei borghi più affascinanti: Villa Melzi, a Bellagio.

Villa Melzi d’Eril a Bellagio

Situata sul litorale occidentale del lago di Como, la villa è ancora abitata e, quindi, visitabile solo in alcune sue parti. Nei pressi di questo incantevole edificio è possibile visitare un piccolo museo che ospita numerosi reperti archeologici, dipinti e vasellami antichi. C’è comunque la possibilità di visitare l’incantevole giardino lussureggiate.

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Fonte: 123rf

La splendida Villa Melzi a Bellagio, sul lago di Como

L’immensa area verde di Villa Melzi ospita reperti di grande valore artistico e storico, come le statue egizie che ornano il giardino o le antichissime urne di origine etrusca. Il giardino ospita persino una gondola veneziana, giunta qui a Bellagio per volontà di Napoleone, e un’incantevole cappella neoclassica.

Tutto il parco è costellato di statue, busti e opere di epoche diverse, che si fondono con i giardini e le piante in un’atmosfera di puro incanto.

L’incanto di Bellagio

Villa Melzi è solo una delle tante chicche che ci sono a Bellagio e che rendono questo borgo un set a cielo aperto. Famoso qui è anche un altro splendido palazzo: Villa Serbelloni. Si tratta di una villa del 1600 edificata sulle rovine di un precedente castello andato distrutto. Oggi è un bellissimo hotel di lusso.

Per i turisti è accessibile la parte esterna, caratterizzata da incantevoli e curatissimi giardini, presso i quali è possibile ammirare piante di ogni genere passeggiando tranquillamente nel labirinto dei piccoli sentieri.

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Fonte: 123rf

Il lungolago di Bellagio

Bellagio è celebre per la sua posizione geografica davvero esclusiva: il borgo si trova sull’estremità settentrionale del Triangolo Lariano, proprio nel punto in cui si dividono i due rami del lago di Como. Sormontato dalle Alpi, questo incantevole paese è uno dei più visitati del comasco.

Bellagio è adorato letteralmente dagli stranieri che sono convinti di trovarsi catapultati in una cartolina vivente. Loro adorano passeggiare tra i vicoli acciottolati che si inerpicano su per la collina, sedersi ai tavolini lungo il lago ad ammirare il paesaggio sorseggiando un buon bicchiere di vino o salire su uno dei tanti battelli che portano i turisti in tour sul lago.

Da Bellagio parte il Tour del Centro Lago, un’escursione di due ore che porta nelle località più belle del centro lago, tra cui Menaggio, Varenna, San Giovanni (frazione di Bellagio), Tremezzo e Lenno. Per chi desidera visitare il borgo a piedi può partecipare a una visita guidata alla scoperta del territorio lariano.

 

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Ice Swimming: l’esperienza da brividi da provare in Lapponia

È una terra magica che una volta visitata rimane nel cuore: la Lapponia è un territorio unico in cui gli inverni gelidi si susseguono a estati frizzanti.

Il fascino di assistere al sole di mezzanotte e alla bellezza senza precedenti dell’aurora boreale da sempre caratterizzano questo territorio incontaminato e pieno di mistero. Negli ultimi anni i visitatori, però, sono attratti oltre che dal villaggio di Babbo Natale anche da una pratica fuori dal comune: l’Ice Swimming ovvero nuotare nell’acqua ghiacciata. L’esperienza che può sembrare estrema, in realtà è più praticata di quello che si possa pensare anche dagli stessi abitanti del posto.

In cosa consiste l’Ice Swimming

Pensare alla Lapponia e al nuoto nell’acqua ghiacciata per molti può rappresentare una follia, ma in realtà è una tradizione diffusa sia tra gli anziani che tra i giovani, soprattutto se a questa si abbina una bella sauna. I laghi in Lapponia, infatti, possono arrivare a essere ghiacciati fino a sette mesi all’anno, quindi nuotare in acque gelide è più che naturale per la gente del posto. Immergersi a temperature così basse in Lapponia è una tradizione che ha antiche origini, ed è legata a un pensiero molto diffuso in Finlandia, la ricerca del sisu interiore. Questo concetto ha un significato quasi magico per la popolazione locale e risponde alla ricerca della grinta, della perseveranza e della determinazione, tutte qualità solo un tuffo in acque sotto 0 può mettere alla prova.

L’Ice Swimming proprio per questo motivo segue un rituale ben preciso. Prima di gettarsi nelle acque gelide il corpo viene preparato con una calda sauna e una volta scaldato arriva il momento di tuffarsi nell’acqua ghiacciata per poi tornare nella sauna e ripetere nuovamente tutto il rituale.

Dopo essere usciti dall’acqua ci si sente più forti nel corpo perché il freddo dà una grande energia, migliora la circolazione sanguigna e rafforza il sistema immunitario. Nello stesso tempo fa bene anche alla mente perché porta a sfidare i propri limiti. Infatti, molti abitanti della Lapponia iniziano la giornata proprio con un bel tuffo e affrontano così gli impegni lavorativi con maggiore energia.

Il fascino dell'Ice Swimming

Fonte: iStock

I benefici dell’Ice Swimming

Una tradizione che si è trasformata in uno sport

Questa tradizione legata alle acque gelide da semplice pratica per raggiungere il benessere personale, è diventata un vero e proprio sport regolamentato dall’International Ice Swimming Association (IISA).

L’associazione è nata per nuotare in totale sicurezza e nello stesso tempo stabilire delle regole di base per quanto riguarda il tempo massimo in cui rimanere in acqua e la distanza che si può percorrere. Ad esempio vengono organizzate gare da 1 km oppure da un miglio senza la nuotata assistita, con l’acqua che raggiunge i 5 gradi.

Inoltre, la Finlandia non è l’unica zona in cui si pratica questo sport, ci sono altre nazioni che organizzano gare e per gli appassionati di questo tipo di disciplina. C’è persino la possibilità di sfidarsi e nuotare il “Miglio del Ghiaccio” in ben sette località diffuse nel mondo. Sfidare le acque ghiacciate è uno sport molto faticoso, anche perché viene praticato in costume, dunque allenarsi è importantissimo come anche preparare il corpo a sopportare temperature così fredde.

La Lapponia è quindi la meta ideale per chi sta cercando un luogo insolito e incontaminato da visitare, ma anche un’esperienza che non ha eguali nel resto del mondo.

I vantaggi dell'Ice Swimming

Fonte: iStock

Praticare l’Ice Swimming in Lapponia
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SiViaggia ti regala il numero 24 dello sfogliabile GATE

Ogni mese vi regaliamo il magazine di lifestyle GATE da scaricare e sfogliare. La rivista, scritta in italiano e in inglese, contiene articoli di viaggi, ma anche di moda e attualità.

A pagina 116-117 del numero 24 trovate un articolo di SiViaggia dedicato al Qatar, che ospita i Mondiali di calcio FIFA 2022. Ma questo è solo il calcio d’inizio di quella che si preannuncia già la meta top dei prossimi anni.

E poi, qualche nostro consiglio per organizzare gite fuoriporta in Italia.

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Notizie Umbria Viaggi viaggiare

C’è anche l’Italia tra le migliori mete da visitare nel 2023 secondo Lonely Planet

È bellissima, italiana ed è l’unica meta nostrana a essere stata nominata dalla casa editrice Lonely Planet come una delle destinazioni da visitare, e quindi consigliate per il 2023.

Si tratta della magnifica Umbria, inserita con grande orgoglio e a pieno titolo nel “Best in Travel 2023”, la consueta pubblicazione che ogni anno annuncia le destinazioni da non perdere e in cui organizzare un viaggio.

I motivi

Una lista stilata dallo staff, autori, editori e blogger e che, ogni anno, si impegnano a scovare e suggerire le mete top in cui programmare un viaggio, alla scoperta di luoghi da sogno in cui soggiornare e in cui immergersi nella cultura e nelle bellezze locali. Tutti aspetti che, quest’anno, hanno reso protagonista la Regione Umbria, segnalata nella categoria “Sapori” e che si è meritatamente aggiudicata un posto tra queste mete imperdibili come “un territorio capace di attrarre per la sua variegata offerta enogastronomica ancor di più il prossimo anno quando si svolgeranno una serie di appuntamenti volti a celebrare i 500 anni della morte del Perugino – il più importante pittore del Quattrocento – e i 50 anni di Umbria Jazz”.

Un riconoscimento doppio, quindi, che valorizza l’Umbria non solo per la sua importanza e per la grande offerta enogastronomica presente, ma anche per la sua radicata cultura e per ciò che questa rappresenta per il territorio stesso. Una meta italiana punto di riferimento, che vale la pena di visitare sempre e ancora di più durante il prossimo anno, magari partendo dal suo capoluogo, Perugia.

Proprio qui, infatti, verranno celebrati sia il Perugino che l’Umbria Jazz, evento che dal 1973 ha portato a suon di musica l’Umbria nel mondo. Ma che, di fatto, è solo un punto di partenza da cui lasciarsi conquistare e ispirare verso un tour della Regione che vi saprà emozionare a 360°.

Cosa fare in Umbria

L’Umbria, infatti, è davvero una terra unica, fatta di paesaggi dalla bellezza infinita, scorci che lasciano senza fiato e tutta la meraviglia di un luogo radicato nel passato ma volto al futuro, che custodisce le antiche tradizioni e la cultura di un tempo, amalgamandola alla perfezione con il presente e con un futuro tutto da scrivere.

Una meta in cui coniugare l’amore per la natura e per il cibo, dalla scoperta dei suoi vini d’eccellenza come il Sagrantino di Montefalco, il Grechetto di Todi o il Trebbiano Spoletino, fino al tartufo nero pregiato della Valnerina o il bianco della zona della Alta Valle del Tevere, passando per il rinomato olio di oliva Dop, e di cui l’Umbria è una delle massima produttrici, fino ai famosi legumi di Castelluccio.

Insomma, viaggiare in Umbria non è solo un’esperienza unica e che dona la possibilità di scoprire i paesaggi e le infinite distese di natura incontaminata che caratterizzano il territorio, ma è anche l’occasione per immergersi totalmente in una cultura ricca, variegata e di eccezionale valore. Una cultura che è celebrata anche all’estero e che merita, come non mai, di essere scoperta, amata e portata ovunque come esempio di eccellenza e di raro valore.

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Wolf Howling: ululare con i lupi nelle foreste italiane

Le foreste hanno un fascino unico tanto da diventare spesso protagoniste di favole e racconti coinvolgenti perché rappresentano il punto d congiunzione tra la civiltà e la possibilità per gli uomini di perdersi nella natura più selvaggia.

Le foreste però hanno anche un valore importante per gli uomini perché proteggono dall’erosione del suolo, migliorano la qualità dell’aria e dell’acqua e ospitano al loro interno una grande quantità di piante e animali, primi tra tutti i lupi. In Italia ci sono molti boschi e angoli incontaminati in cui vivono questi incantevoli animali. In particolare tra l’Emilia-Romagna e la Toscana si sviluppa il parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, il Monte Falterona e Campigna, in cui gli appassionati della natura possono provare l’esperienza di “ululare” insieme ai lupi.

Dove ascoltare l’ululato dei lupi

Entrare in contatto con la natura è un’esperienza entusiasmante: in questi spazi verdi si possono percorrere a piedi o in bicicletta antichi sentieri ed entrare in contatto con le tradizioni del posto. Ma se davvero si vuole conoscere e capire realmente cosa vuol dire l’ospitalità e provare l’esperienza di essere accolti non c’è niente di meglio dei rifugi diffusi sul territorio. Il parco delle Foreste Casentinesi, a cavallo tra le province di Forlì-Cesena, Arezzo e Firenze, si sviluppa su circa 600 chilometri e ti permetterà di vivere un’esperienza avventurosa e fuori dal comune come quella del wolf holding.

Ne ha mai sentito parlare? Il wolf howling consiste nell’emissione di ululati di lupi registrati nella foresta e ascoltare la loro risposta. Accompagnati da esperti e guide ambientali durante il periodo che va da novembre a gennaio, potrai partecipare al censimento di questi animali in aree ben precise del parco come Poggio della Cesta, Serravalle, Prato alle Cogne e Sasso alla Croce, in provincia di Arezzo.

L'ululato di un branco di lupi

Fonte: iStock

Un branco di lupi mentre ulula

In cosa consiste il wolf howling

I lupi sono animali affascinanti perché hanno dei comportamenti molto simili ai nostri, come ad esempio il senso di protezione nei confronti dei cuccioli che vengono accuditi fin dalla loro nascita. Inoltre, sono molto coesi e amano spostarsi in gruppo: proprio per capire quanti sono i branchi presenti in un territorio si sfrutta la tecnica del wolf howling.

Il momento perfetto per emettere gli ululati registrati è la notte, quando i lupi sono più abituati a muoversi, dunque con una maggiore probabilità di risposta. Quando scende il buio e cala il silenzio nella foresta si può finalmente cominciare. Gli ululati registrati vengono emessi per tre volte, con 90 secondi di attesa tra un’emissione e l’altra. Dopo il terzo tentativo e trascorsi 10 minuti, si rimane in attesa di un’eventuale risposta. Si possono ascoltare i lupi anche prima della terza emissione e in questo caso il censimento termina immediatamente per non disturbare gli animali, ma il vero fascino del wolf howling consiste proprio nell’attesa degli ululati di risposta.

Circondati da alberi e montagne e con il cielo stellato come unica fonte di luce, si può apprezzare quanto è grande e meravigliosa la natura. La consapevolezza di aver “comunicato” con i lupi, poi, è un’emozione indescrivibile e che andrebbe provata almeno una volta nella vita.

Un branco di lupi con i cuccioli

Fonte: iStock

I lupi mentre giocano con i loro cuccioli
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luoghi misteriosi Natale Notizie Viaggi viaggiare

Viaggio a Strasburgo, la Capitale del Natale

Quando si pensa al Natale, ai suoi magici colori, alle luci che invadono e incantano le città e a quell’atmosfera di felicità, pace e voglia di stare insieme tipica di questa festa, non si può fare a meno di pensare anche a quei luoghi che incarnano perfettamente lo spirito natalizio, deliziando visitatori di ogni età con la magia e il calore dei mercatini di Natale. E quale città viene in mente al primo istante se non la Capitale del Natale: Strasburgo, capoluogo del dipartimento del Bas-Rhin e della regione dell’Alsazia, in Francia.

Una terra che festeggia il Natale con passione e che tra le vie dei suoi numerosi villaggi lo testimonia ogni anno, con eventi unici e atmosfere pregne del tanto amato e caloroso spirito natalizio. Quello che proprio a Strasburgo è possibile osservare dal vivo, in un viaggio immersivo e altamente emozionale.

La città del Natale

Una città unica, suggestiva e sempre bellissima, ma che durante l’inverno e il periodo natalizio indossa il suo abito migliore, incantando i suoi visitatori con un turbinio di emozioni, immagini da cartolina, atmosfere, suoni e profumi indimenticabili. Non è un caso, infatti, che proprio Strasburgo sia la meta più desiderata e visitata dagli amanti del Natale e non solo, ospitando ogni anno circa due milioni di turisti, innamorati dello spirito festoso e spirituale che si può respirare tra le strade della città e dalle sue infinite bellezze tutte da scoprire, una dopo l’altra.

Una magia che quest’anno inizierà il 24 Novembre e che per un mese, giusto fino alla notte più suggestiva e densa di emozioni dell’anno, riempirà Strasburgo di migliaia di luci dai colori intensi, caldi e che sapranno rendere fatato ogni angolo di questa città dalle mille e una bellezze e anche il vostro viaggio nella capitale di una delle feste più amate e simboliche in assoluto.

I luoghi da non perdere

Un viaggio che non può che partire da Place Kléber e dal suo grande Albero di Natale, alto circa 30 metri e che, con i suoi meravigliosi addobbi, domina la piazza e incarna a pieno l’anima festosa e lucente di questa magica festa e della città intera, simbolo di una tradizione alsaziana lunga cinque secoli.

E come non citare anche Place Broglie, sita ai piedi del teatro dell’Opera di Strasburgo e che ospita uno dei luoghi storici e più caratteristici dei mercatini di Natale che animano la città, il Christkindelsmärik (mercato del figlio Gesù) che si trova qui dal 1570.

Qui tra addobbi, luci, bancarelle in cui scoprire i sapori locali e gli aromi che contraddistinguono il periodo natalizio (come il tanto amato vino caldo aromatizzato alla cannella, chiodi di garofano e agrumi), i tanti oggetti di artigianato legati alla tradizione e la bellezza delle architetture tipiche della città stessa, potrete vivere un viaggio e un’esperienza da favola, circondati da un’atmosfera che non potrete più dimenticare, dalla musica e dai canti udibili in vari punti della città.

Tutti eventi a cui assistere dal vivo e che vi faranno venire voglia di tornare in questa incantevole città, in cui lo spirito del Natale si esprime ai suoi massimi livelli ma che vi saprà conquistare in ogni momento dell’anno.

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Ora puoi fare un corso per superare la paura di volare

Volare è forse una delle più belle esperienze che si possano fare nella vita. Purtroppo, però, non è così per tutti. Per molte persone, infatti, basta il solo pensiero di salire a bordo di un aereo a scatenare stress, crisi d’ansia, se non una paura paralizzante (conosciuta come ‘aerofobia’ o ‘aviofobia’), che può finire col costringere chi ne soffre a limitare i viaggi di piacere e di affari, interferendo con la vita quotidiana e condizionando anche le relazioni o la carriera.

Come fare dunque? Una possibile soluzione arriva da una nota compagnia aerea, che ha ideato un corso ad hoc per aiutare le persone ad affrontare la paura di volare, superarla e riuscire ad associare un’emozione positiva al volo. Ecco in cosa consiste.

‘Voglia di volare’, il corso per superare la paura dell’aereo

Si chiama ‘Voglia di volare’ l’esperienza di due giorni ideata da ITA Airways per far riscoprire ai viaggiatori il piacere di volare e superare la paura. Il corso si tiene presso il Flight Center della compagnia aerea di bandiera italiana, dove si addestra il personale di volo, così che si possa toccare con mano il mondo dell’aviazione, pregustando la bellezza di viaggiare in aereo prima ancora di prenderne uno.

Nello specifico, i partecipanti possono:

  • familiarizzare con le varie fasi del volo attraverso la realtà virtuale del simulatore;
  • partecipare agli incontri con i comandanti e il personale di bordo;
  • approfondire le tematiche psicologiche e aeronautiche;
  • volare verso una destinazione italiana, accompagnati dallo staff di ITA Airways;
  • ottenere un anno di assistenza post-corso su tutti i voli della compagnia.

Il programma del corso di ITA Airways

Le prossime date in programma saranno il 29 e 30 novembre presso il Flight Center di ITA Airways a Milano Linate, e il 13 e 14 dicembre in quello di Roma Fiumicino. Tra le esperienze previste, il seminario “Paure, fobie, l’ansia del volo” con uno psicologo, cui seguirà l’incontro con il comandante, in cui si apprenderà tutto ciò che c’è da sapere sulla sicurezza nella condotta dell’aereo e nelle operazioni di manutenzione, le fasi del volo, l’addestramento dei piloti, aerodinamica e meteorologia.

Uno dei momenti più emozionanti sarà quello del simulatore di volo, con prove di decollo, atterraggio e manovre a richiesta dei partecipanti effettuate da un comandante. Si potrà inoltre assistere all’addestramento degli assistenti di volo nella Sala emergenze, in particolare all’assistenza dei passeggeri in difficoltà. Ci sarà spazio anche per gli esercizi di rilassamento e addestramento al viaggio aereo.

A chi è rivolto ‘Voglia di Volare’

Il corso ‘Voglia di Volare’ è rivolto non solo a chi non ha mai volato, ma anche ai viaggiatori occasionali o abituali per i quali viaggiare su un aereo ha sempre provocato preoccupazioni e ansie. L’attività rientra nella strategia di ITA Airways di porre il cliente al centro del proprio business, studiando azioni sempre più efficaci per soddisfare ogni esigenza dei passeggeri.

Nella scorsa primavera, la nuova compagnia di bandiera italiana ha presentato il programma fedeltà ‘Volare’, che ha preso il posto delle MilleMiglia di Alitalia e che durerà fino al 15 ottobre 2024, salvo proroghe, con una vasta offerta di servizi esclusivi presenti nei quattro Club del programma: Smart, Plus, Premium ed Executive.

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I mille volti di Marrakech, regina d’Africa

La città più trendy, più “europea” e capitale della movida del Marocco è la meta perfetta per trascorrere un weekend in ogni periodo dell’anno.

Sono tante le ragioni che attirano costantemente i turisti a Marrakech. C’è chi ama perdersi tra i vicoli stretti della Medina e chi è appassionato di musei, chi di shopping e chi di giardini arabeggianti, c’è chi ama il buon cibo e chi, invece, la vita notturna: qui ci sono tutti gli ingredienti per trascorrere un weekend a poche ore di volo dall’Italia.

La Medina di Marrakech

La Medina è il cuore di Marrakech. Circondata da quasi 20 chilometri di mura medievali e Patrimonio dell’umanità Unesco, racchiude il centro storico della città.

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Fonte: @ONMT

Piazza Jemaa el-Fnaa a Marrakech

Molte delle attrazioni della città ruotano intorno alla celebre piazza Jemaa el-Fnaa che, a seconda dell’ora del giorno, cambia aspetto. Di giorno è soprattutto mercato, tra datteri e spezie il profumo è molto intenso; di pomeriggio si anima di incantatori di serpenti e decoratrici di henné mentre, la sera, diventa un gigantesco street food market.

Sulla piazza s’affacciano edifici le cui terrazze sono sempre affollate di gente, specie all’ora del tramonto per il particolare spettacolo della città color ocra che si può ammirare.

Da un lato della piazza si arriva alla Kutubiyya, la moschea più famosa di Marrakech, con a sua iconica torre, mentre dall’altra si raggiunge la Qasba, l’antica fortezza. Tutt’intorno si sviluppa, invece, il suq, un dedalo di vicoli pieni zeppi di botteghe che traboccano di stoffe, gioielli, babbucce, borse di paglia e ogni tipo di artigianato marocchino, ma anche di fake.

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Fonte: 123rf

La torre della Kutubiyya, la moschea più famosa a Marrakech

Merita una bella passeggiata lungo le mura per capire lo sviluppo della città nel corso dei secoli e per ammirare le splendide porte – ce ne sono venti – d’accesso alla Medina.

I palazzi marocchini

Tra i luoghi imperdibili di Marrakech c’è sicuramente il museo Dar El Bacha- Musée des Confluences, uno dei palazzi più rappresentativi dell’architettura marocchina in città. Un tempo dimora privata, poi trasformata in spazio espositivo, si sviluppa intorno a un tipico giardino arabo con piante d’agrumi e fontane e stanze rivestite di legno di cedro intagliato e maioliche decorate.

Altrettanto splendido è il palazzo che ospita la Madrasa di Ben Youssef, la scuola di religione che esiste nell’Islam. Quella di Marrakech è la più grande del Marocco. Commissionata dal sultano Abdallah al-Ghalib, risale al XVI secolo. Le sue 130 stanze riccamente decorate si sviluppano attorno a un grande giardino.

E poi c’è il Palazzo El Bahia, una delle opere architettoniche più importanti di Marrakech, costruito solo alla fine del XIX secolo ma con l’intento di creare l’edificio più impressionante di tutti. Oltre 150 stanze, cortili e giardini e l’harem delle quattro spose e delle 24 concubine di Abu Bou Ahmed.

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Fonte: @ONMT

Il Palazzo El Bahia a Marrakech

Moderno, ma in stile arabeggiante, è infine il museo dedicato a Yves Saint Laurent, un luogo non solo per i fashion addict ma per tutti. Proprio nel 2022 la maison francese ha celebrato i sessant’anni dalla fondazione. Lo stilista si trasferì a Marrakech insieme al compagno Pierre Bergé dove vissero a Villa Oasis (oggi museo), che comprendeva anche i famosi Jardin Majorelle, uno dei luoghi più Instagrammati della città. Nelle sale del museo sono esposti alcuni degli abiti più iconici di YSL che hanno fatto la storia della moda.

I giardini di Marrakech

I giardini del Marocco sono da sempre un esempio perfetto di armonia tra spazi verdi e architettura e tra uomo e natura. E, a Marrakech, ce ne sono alcuni che sono davvero meravigliosi. Piccoli gioielli nascosti tra le mura dei riad, delle case private e dei palazzi storici, sono oasi di pace dove ripararsi dal rumore del traffico intenso di auto e moto, dalle grida dei mercanti e dei venditori ambulanti e dalla folla che anima la città.

Oltre ai giardini che si trovano all’interno di Dar El Bacha, della Madrasa e di El Bahia ci sono quelli più famosi di tutti: i Giardini Majorelle. Tra la fitta vegetazione di questo giardino a due passi dal museo Yves Saint Laurent, dove i cactus crescono insieme al bambù e alle palme, si snodano sentieri che costeggiano laghetti, fontane, grandi vasi colorati ed edifici dalle tonalità fluo che ospitano il museo berbero, il caffè e lo shop. Qui ogni scorcio merita uno scatto, ecco perché è divenuto lo spot preferito degli influencer di tutto il mondo.

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Fonte: @ONMT

I famosi Giardini Majorelle

I riad da non perdere

Quelle che un tempo erano case private nella Medina, oggi sono state trasformate in riad, boutique hotel, locali e ristoranti. Edifici storici con cortili interni intorno ai quali, il più delle volte, si affacciano le stanze degli ospiti, con finestre che danno sul cortile trasformato in salotto, bar o addirittura piscina interna.

Alcuni hanno mantenuto un arredo tradizionale marocchino, fatto di legni intarsiati e lampade di ottone, come il Riad La clé d’or, mentre altri sono più contemporanei e più vicini ai gusti europei, come il Riad Infinity Sea & Spa che ha anche un hammam e un’area wellness.

La maggior parte dei riad ha ricavato sul tetto uno spazio lounge (quello del riad Maison MK ha la terrazza più alta di Marrakech dove cenare o prendere un aperitivo all’ora del tramonto), prendisole o ristorante, da sfruttare a qualunque ora per bere un tè, un cocktail o per prendere il sole nelle giornate non troppo calde e ammirare i tetti della Medina dall’alto.

La nightlife

A Marrakech non mancano di certo i divertimenti. Molti giovani marocchini arrivano da tutto il Paese solo per trascorrere le serate nei locali famosi per gli show e i dj set e ragazzi da tutta Europa si danno appuntamento qui solo per far festa.

Oltre alle migliaia di ristoranti e bar ricavati nei freschi cortili o sulle terrazze dei riad, dove provare la cucina tipica marocchina – come al Riad El Cadi – o contemporanea – come a Les Jardins du Lotus – ci sono innumerevoli locali elegantissimi, contemporanei e veri e propri templi del divertimento. Tra i più belli e frequentati c’è The Lotus Club.

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Asia Emirati Arabi giardini Idee di Viaggio Viaggi viaggiare

Qui è stato identificato il giardino dell’Eden, uno spettacolo

Probabilmente non tutti sanno che a poche ore di volo dall’Italia sorge un luogo ancora poco conosciuto dal turismo di massa e che, tra le sue tante meraviglie, ne nasconde una che è davvero unica nel suo genere: quello che per molto è tempo è stato considerato il giardino dell’Eden.

Bahrain, l’arcipelago delle meraviglie

Il posto in questione si chiama Bahrain ed è un piccolo arcipelago di 33 isole che si specchiano sul Golfo d’Arabia. Un luogo che vanta una storia millenaria, numerosi e preziosi siti archeologici, ma anche paesaggi che arrivano dritti al cuore di qualsiasi viaggiatore. Lo sviluppo che ha avuto nel corso del tempo è molto legato alla posizione in cui sorge: si trova in una delle zone petrolifere più importanti del mondo.

Non a caso, sin dai tempi più remoti, il Bahrain è stato una delle principali rotte commerciali fra Mesopotamia e India. Ma non solo. Da qualche tempo a questa parte, il Paese ospita un pro­prio Gran Premio di Formula 1, una scena artistica che diventa sempre più intrigante e ristoranti molto interessanti e soprattutto frequentati da una numerosa comunità di espatriati.

Cosa vedere in Bahrain

Pur essendo un minuscolo Stato insulare, il Bahrain è in grado di offrire tantissimi siti di interesse ai visitatori che scelgono di scoprirlo. La prima tappa da fare è senza ombra di dubbio la sua Capitale, Manama, una città moderna ma che custodisce gelosamente anche un cuore tradizionale: il souk.

Manama cosa vedere

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La splendida città di Manama

Onestamente parlando, non ha lo stesso fascino dei mercatini che si possono visitare in Marocco, Egitto o Tunisia, ma nonostante questo rimane pur sempre un dedalo di labirintiche viuzze dove è possibile trovare di tutto.

Tra le attrazioni da non perdere in questa metropoli c’è la Moschea Al Fateh, una struttura davvero gigantesca che sfoggia una maestosa cupola in fibra di vetro e due minareti interni a dir poco divini. Si distingue per essere il più grande luogo di culto del Bahrain, ma anche una delle più estese moschee del mondo: è in grado di contenere fino a 7.000 persone.

Sempre nella Capitale, vale la pena fare un salto al Museo Nazionale per comprendere più a fondo la storia e le tradizioni locali. Un modo perfetto per maturare una visione d’insieme della millenaria cultura della zona.

A pochi minuti di auto dal centro della maggiore città del Bahrain, da visitare è anche il Qal’at al-Bahrain, meglio conosciuta come Fortezza del Bahrain. Eretta nel XVI secolo dai nostri vicini portoghesi, è una delle aree archeologiche più importanti del Golfo ed anche il più antico patrimonio mondiale dell’UNESCO della nazione.

forte Bahrain

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Il maestoso Qal’at al-Bahrain

Ad impressionare ancora di più il visitatore è l’area sottostante: qui sono stati riportati alla luce reperti risalenti a 4.500 anni fa, molti dei quali sono esposti nell’attiguo museo.

Assolutamente rilevante anche la Necropoli villaggio di A’ali che è composta da circa 170.000 tombe che testimoniano la misteriosa civiltà Dilmun che fu attiva a partire dal terzo millennio a.C.. Poi ancora la Royal Camel Farm, ossia l’allevamento di cammelli della famiglia reale del Bahrain, che si trova ad Al Janabiyah. Qui agricoltori e personale vegliano su questi dolci animali e fanno da guida nel caso in cui si abbia bisogno di assistenza.

Vale la pena fare un salto anche sull’Isola di Muharraq dove prende vita il distretto di produzione di perle, preziose e di ottima qualità. Riffa, invece, è una città dove sentirsi in bilico tra tra storia e futuro. Molto interessante anche la stessa città di Muharraq poiché da queste parti storia, arte e architettura si alternano e integrano perfettamente. Nelle vicinanze ci sono le isole artificiali di Amwaj, piccoli paradisi noti per le spiagge, i grandi edifici e i sontuosi hotel.

Chi è in cerca di splendidi oggetti di artigianato deve dirigersi verso villaggio di Al Jasra, nella costa occidentale del Paese. Questa zona è uno dei fulcri storici della regione ed è possibile perdersi tra tessuti, ceramiche e altri oggetti di artigianato tradizionale. Mentre l’attrazione più bella è la casa di Al Jasra, ex residenza estiva dello sceicco Salman bin Hamad Al Khalifa.

Il Bahrain è anche relax e spiagge da sogno. Vi basti pensare che è noto per essere il “Piccolo regno dei due mari” dove rilassarsi o abbandonarsi in mezzo alla natura. Al Jazair, per esempio, è perfetta per le famiglie, mentre una chicca da non perdere è la spiaggia del Forte di Arad.

Infine, il circuito Sakhir, dove dal 2004 i piloti del mondo si sfidano nel Gran Premio di Formula 1, una pista in pieno deserto spettacolare e tecnologica.

Circuito del Bahrein

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Il Circuito del Bahrein

Cosa c’entra il Bahrain con il giardino dell’Eden

Come tutti sappiamo, il giardino dell’Eden è un luogo citato nel libro biblico Genesi, quel posto paradisiaco in cui vivevano Adamo ed Eva. La regione di Eden è detta trovarsi a Oriente e da qui sembrava uscire un corso d’acqua che si divideva in quattro rami fluviali: il Tigri, l’Eufrate, il Pison e il Gihon.

Tuttavia i Sumeri, ai quali è possibile far risalire il mito dell’Eden, lo collocavano nel paese di Dilmun, sull’omonima isola di Bahrain, una zona dove sgorgava una gran quantità di acqua sorgiva. Una terra antichissima, quindi, come la storia stessa descritta nella Epopea di Gilgamesh come un “paradiso”.

Ma non è finita qui perché da queste parti, e più precisamente nel bel mezzo del deserto del Bahrain, sorge quello che in molti riconoscono come l’albero menzionato dalle sacre scritture: Shajarat-al-Hayat, ossia l’Albero della Vita.

Stando alle credenze popolari, questa pianta sarebbe stata posta qui nel lontano 1583 con lo scopo di indicare il luogo in cui in origine prendeva vita il Paradiso Terrestre.

Nei fatti, però, la spiegazione della sua esistenza e della sua sopravvivenza sarebbe legata al fatto che il terreno in cui cresce si trova a solo a 10 metri sopra il livello del mare. E qui, tra l’aria umida della zona e i diversi laghetti nelle sue vicinanze, ci sarebbero le condizioni per poter continuare a sopravvivere. Tuttavia, per molti pare non essere così poiché questo esemplare di prosopis cineraria sembrerebbe resistere nel deserto da oltre 400 anni senza alcuna fonte d’acqua.

Che lo sia o no, il Bahrain rimane una terra leggendaria, la prima dimora dell’umanità, il luogo di culto di antiche divinità e anche fonte rigenerante di vita. Per questo motivo, ancora oggi, queste sue radici storiche e mitologiche sono in grado di sorprendere e far innamorare qualsiasi viaggiatore.

Albero della vita, Bahrain

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L’Albero della Vita in Bahrain