Categorie
Borghi colline itinerari culturali panorami Viaggi

Il borgo che racchiude un’incredibile quantità di storia da scoprire

L’incredibile magia che si cela tra strette viuzze e piccole casette in pietra è unica al mondo: i più suggestivi borghi italiani celano un vero patrimonio inestimabile, di arte e cultura ma anche di paesaggi bellissimi e di natura incontaminata. Ed è proprio nella splendida cornice di colline verdeggianti e montagne che si stagliano in lontananza che possiamo andare alla scoperta di un borgo davvero speciale. Un concentrato di storia che è giunta sino ai nostri giorni in testimonianze architettoniche (e non solo): scopriamola insieme.

Morrovalle, un incantevole borgo tra le colline marchigiane

Oltre alle sue spiagge meravigliose e al profilo maestoso del Monte Conero, che si tuffa a precipizio in un mare cristallino, le Marche hanno tanti altri panorami fantastici da offrire. Nell’entroterra si possono visitare alcuni borghi davvero graziosi, in un tuffo indietro nel tempo. Come Morrovalle, paesino medievale incastonato tra le colline del maceratese, dal quale – nelle giornate più limpide – lo sguardo si spinge addirittura fino alle prime vette degli Appennini. Questo è un luogo ricco di storia, che affonda le sue radici indietro nei secoli.

Sebbene il centro abitato sia stato fondato probabilmente attorno al I o al II secolo d.C., come dimostrano alcuni preziosissimi mosaici appartenuti ad antiche domus romane, le prime tracce della presenza dell’uomo risalgono nientemeno che alla preistoria. Non molto lontano dal borgo, è stato trovato infatti un monolito cilindrico in tufo che riporta incisa l’epigrafe più antica di tutto il Piceno. Questo piccolo insediamento arroccato su una collina, in posizione difensiva, visse poi vicende alterne passando di mano in mano, subendo numerose invasioni (come quella normanna e quella longobarda). Mentre in epoca più recente ebbe un ruolo fondamentale nella battaglia per l’annessione delle Marche al neonato Regno d’Italia.

Di questa ricchissima e variegata storia, Morrovalle porta ancora numerose tracce nelle tante testimonianze architettoniche presenti sul suo territorio. È possibile ammirare, ben conservate, le porte d’accesso che un tempo consentivano di varcare la cinta muraria e entrare nel nucleo abitato, dove si trovano gli edifici più antichi del paese. Come ad esempio il convento dei frati agostiniani, risalente al XIII secolo: solo pochi decenni fa è stato letteralmente trasformato e oggi accoglie il Museo Internazionale del Presepe, dove sono esposti oltre 900 presepi provenienti da tutto il mondo.

Cosa vedere a Morrovalle

Passeggiare tra i vicoletti di Morrovalle è un’esperienza davvero affascinante, ma ci sono in particolare alcune tappe imperdibili che conquistano ogni visitatore. Una di queste è la Chiesa di San Bartolomeo Apostolo, nel cuore del centro storico, che spicca con la sua facciata in stile neoclassico. E ancora, ad appena due passi, la Chiesa di Sant’Agostino che custodisce al suo interno una Madonna in cuoio risalente al ‘200. Il Palazzo Comunale, altra piccola perla del borgo medievale, sorge accanto alla Torre Civica trecentesca che presenta un’enorme campana di ben 13 tonnellate.

Non resta poi che visitare Palazzo Lazzarini, splendido edificio gotico che oggi ospita il Museo Civico: molto prestigiosa è la collezione di opere pittoriche che vanno dal XVI al XIX secolo, così come la raccolta di ritratti di uomini illustri appartenuta all’umanista Paolo Giovio. Un’ultima tappa è il Colle Belvedere, a poca distanza dal paese: dall’alto si può godere di una vista mozzafiato su Morrovalle, ma anche sull’intera Valle del Chianti e sui Monti Sibillini. È qualcosa di davvero sensazionale, un’emozione unica al mondo.

Categorie
Idee di Viaggio Viaggi

In questa città ci sono più di 10 mercatini di Natale. Li hai visti già tutti?

Vienna è una delle città più affascinanti in Europa con i suoi palazzi decorati in grado di trasportarci in un attimo nella tipica atmosfera imperiale. Se questo è vero tutto l’anno, lo è ancora di più nei giorni che precedono il Natale quando la capitale austriaca si riempie di mercatini scintillanti e ricchi di colori tipici di questo periodo da cui è davvero difficile non farsi affascinare e ritornare un po’ bambini.

Da metà novembre fino a Natale Vienna è la meta perfetta per chi ama questa festività, la tappa ideale per chi sta cercando un luogo dal fascino intramontabile in cui il 25 dicembre non dura soltanto un giorno.

L’incanto dei mercatini storici

Quando si parla di mercatini di Natale, a Vienna non c’è che l’imbarazzo della scelta, ma dove possiamo cominciare il nostro tour all’insegna dei profumi, colori e sapori? Quello del Freyung sorge nel centro storico ma non è un semplice mercatino: nella stessa piazza, infatti, ne veniva allestito uno già verso la fine del ‘700, quindi è uno dei più antichi della città. Tra le sue bancarelle si trova di tutto, dall’artigianato alle decorazioni in vetro. Basta spostarsi di pochi passi, poi, per imbattersi nel mercatino Am Hof che è reso ancora più suggestivo dai cori natalizi che accompagnano gli acquisti.

Presente tutto l’anno di fronte al palazzo di Schönbrunn, uno dei luoghi simbolici di Vienna, il tradizionale mercato si trasforma in un mercatino natalizio dove abbondano decorazioni e attività dedicate ai bambini. E che dire di quello che si trova nei pressi del Palazzo del Belvedere? Più che un mercatino, è un vero e proprio villaggio natalizio in stile barocco. Per i più romantici, invece, c’è il mercatino am Spittelberg: basta percorrere le magiche vie del quartiere per scoprire gli stand che hanno in serbo tante sorprese per gli innamorati. Per le coppie ma non solo c’è il mercatino di Natale che si trova all’Incanto del Ghiaccio, un luogo da sogno con una splendida pista da pattinaggio e il caratteristico albero dei cuori.

Vienna e i suoi mercatini di natale

Fonte: iStock

Uno dei mercatini di Natale da visitare a Vienna

Alla scoperta della tradizione culinaria austriaca

Il Natale è il periodo in cui trionfano i dolci e i piatti più gustosi e a Vienna i mercatini che offrono una leccornia dopo l’altro non mancano di certo! Un esempio perfetto è il villaggio natalizio della Stephansplatz che farà scoprire i cibi tipici della tradizione austriaca. Il mercato dei sapori dell’Avvento, non lontano dal Teatro dell’Opera, è un vero e proprio paradiso per i più golosi che potranno assaggiare formaggi, delizie a base di carne, dolci e riscaldarsi con un bel bicchiere di punch.

L’incredibile arcata di candele, poi, fa da cornice all’ingresso del mercatino di Gesù Bambino a Rathausplatz che racchiude in sé tutti gli elementi della tradizione viennese in ambito culinario e non solo. Per resistere alle basse temperature di questo periodo, infine, non c’è niente di meglio dell’Incanto del Natale di Ottakringer, presso il birrificio Ottakringer Brauerei: le prelibatezze gastronomiche la fanno da padrone, il tutto accompagnato dall’ottima birra locale.

Vienna è la città dei mercatini natalizi per eccellenza, quelli appena descritti e molti altri ancora sono pronti a rendere l’attesa del 25 dicembre davvero unica.

I prodotti dei mercatini di Natale a Vienna

Fonte: iStock/rglinsky

I prodotti tipici dei mercatini di Natale di Vienna
Categorie
Aosta castelli luoghi misteriosi panorami Posti incredibili Valle d'Aosta valli Viaggi

Anche l’Italia ha il suo castello delle fiabe: è spettacolare

Il castello nell’immaginario collettivo è un luogo meraviglioso, immerso in scenari fantastici pieni di mistero e di quella magia che è difficile spiegare a parole. Il Castel Savoia che si trova a Gressoney-Saint-Jean, in Valle d’Aosta, rispecchia in pieno tutte queste caratteristiche. Una volta arrivati si staglia davanti ai nostri occhi un paesaggio mozzafiato, complice il fatto di essere posizionato a 1350 metri di altitudine che ne fanno un piccolo gioiellino degno delle migliori favole. In inverno come in estate è il luogo in cui la natura regna incontaminata.

Fatto costruire dalla Regina Margherita nel 1899, che era solita trascorrere il periodo estivo proprio a Gressoney, domina tutta la vallata e le cime del Monte Rosa.

Un castello solo apparentemente austero

Costruito in una posizione spettacolare, il meraviglioso castello riesce a far convivere contemporaneamente differenti stili che tutti insieme, riescono ad armonizzare e a restituire un paesaggio fiabesco come pochi.

L’austerità delle cinque torri si nota subito dal rivestimento in mattoncini ma la presenza di numerose finestre esaltano la bellezza della struttura, soprattutto quando è ricoperta dalla neve o quando viene baciata dai raggi del sole.

Una volta varcata la soglia, quello che può sembrare a prima vista un ambiente freddo si riscalda e diventa accogliente grazie alla maestosa scala in legno di rovere riccamente decorata con intagli.

È uno degli elementi architettonici più affascinati di questo edificio e conduce direttamente a quello che a inizio ‘900 era il piano nobile. Qui infatti si trovano l’appartamento del Re Umberto I e le stanze della Regina Margherita. Il pianterreno invece era destinato alla sala da pranzo, a diversi salottini e alla veranda dalla quale si può ammirare il paesaggio. Il tratto distintivo di ogni ambiente è quello di essere decorato con pitture e arredi che richiamano lo stile medievale e non solo. Molte decorazioni si ispirano alla margherita, proprio in onore del nome della regina.

Agli arredi che riportano a un’epoca lontana si contrappongono dei servizi che per l’epoca potevano considerarsi all’avanguardia. Infatti, la sovrana aveva a disposizione acqua calda, termosifoni, l’illuminazione elettrica e addirittura un binario sotterraneo che serviva come mezzo di comunicazione tra la sala da pranzo e la cucina collocata in un altro edificio.

Castel Savoia a Gressoney interno

Fonte: Getty Images

Una delle stanze di Castel Savoia a Gressoney

A contatto con la natura: la passeggiata della Regina

Il panorama senza eguali e la grande passione per la montagna e l’escursionismo hanno fatto sì che la moglie di Umberto I scegliesse Castel Savoia come sua dimora estiva. La Regina Margherita, infatti, amava stare a contatto con la natura e immergersi in essa per scoprire ogni sua meraviglia.

Non è un caso che dal castello parta quella che oggi viene chiamata la “passeggiata della Regina”. Il sentiero facile da percorrere è lungo circa 3 km e arriva fino a Tschemenoal, una delle frazioni più pittoresche di Gressoney. Il sentiero ancora oggi conserva tutte quelle caratteristiche che hanno fatto innamorare perdutamente la sovrana come pini, abeti e un verde che spicca su ogni altra cosa. A rendere ancora più incantevole il panorama c’è poi il Lago di Gover, di origine artificiale, il luogo ideale in cui rilassarsi e la classica ciliegina sulla torta di un viaggio rigenerante.

Paesaggio Castel Savoia a Gressoney

Fonte: iStock/afinocchiaro

Il paesaggio mozzafiato di Castel Savoia a Gressoney
Categorie
Borghi Notizie Puglia Salento Viaggi

Se ti trasferisci in Salento ti regalano 30.000 euro

Continuano in Italia le iniziative per contrastare lo spopolamento dei piccoli borghi. Questa volta a proporre una soluzione è un incantevole paesino situato nel Salento che ha indetto un bando per aiutare coloro che acquisteranno una casa nel suo grazioso centro urbano.

Presicce-Acquarica offre 30.000 euro

Il borgo in questione, o meglio, il comune istituito il 15 maggio 2019 dalla fusione degli ex comuni di Presicce e di Acquarica del Capo, si chiama oggi Presicce-Acquarica e fa parte della meravigliosa provincia di Lecce.

Il nome del bando è “Benvenuti a Presicce-Acquarica” ed è rivolto a coloro che vogliono acquistare un’abitazione in uno dei due borghi per farne la residenza principale. Facendo così, infatti, il comune sarà in grado di contribuire a finanziare, con un massimo di 30.000 euro, l’acquisto dell’immobile. Il budget attualmente a disposizione dell’iniziativa è di 150.000 euro che però potrebbero essere replicabili nei vari anni se tutto questo dovesse avere successo.

C’è da sapere, tuttavia, che gli addetti ai lavori stanno ancora ultimando le diverse attività utili a redigere un bando dettagliato su come ottenere il bonus. Ciò non toglie che questa notizia abbia già fatto il giro del mondo, a tal punto che anche la CNN ha dedicato un articolo a questa iniziativa.

Stando a quanto riportato da alcune fonti locali, la pubblicazione dovrebbe avvenire la prossima settimana, o comunque entro la fine del 2022. Nonostante questo, alcune agenzie immobiliari della zona hanno già registrato un improvviso aumento delle richieste d’acquisto di case e casali nel territorio.

presicce case

Fonte: iStock – Ph: Laz@Photo

Alcuni degli edifici situati a Presicce

Secondo le previsioni, il denaro a disposizione servirà per coprire il 50% della spesa sostenuta per l’acquisto di una casa e nell’eventualità di lavori di ristrutturazione. Il tutto fino a un massimo di 30.000 euro che potranno essere ottenuti solo a determinate condizioni, tra cui quella di spostare la residenza per almeno 10 anni dal giorno dell’acquisto. Il comune, tra le altre cose, è già a lavoro per introdurre nuovi vantaggi per le famiglie, come agevolazioni fiscali, incentivi e programmi per avviare attività commerciali.

Per sapere come inviare domanda è necessario, quindi, monitorare il sito ufficiale del comune di Presicce-Acquarica e scaricare il bando una volta disponibile.

Cosa vedere a Presicce

Presicce non è un borgo qualsiasi, è infatti inserito nella lista dei “Borghi più belli d’Italia”. Trasferirsi da queste parti vuol dire tuffarsi in un mondo di attività interessanti che comprendono persino percorsi e sentieri nelle campagne della zona, ma anche storia, architettura e incantevoli spiagge facilmente raggiungibili in auto.

L’atmosfera è quella di un posto rimasto fermo nel tempo ma che contemporaneamente è costellato di profumi e tradizioni culinarie imperdibili. Presicce, infatti, è conosciuto anche come la “Città dell’olio e degli Ipogei“ grazie alla sua tradizione olivicola secolare. Attualmente vi sono ben 23 frantoi ipogei dislocati sul territorio, alcuni dei quali ristrutturati e ad oggi visitabili. Ma non è finita qui, perché questi sfoggiano una particolarità davvero unica nel loro genere: sono scavati nella roccia calcarenitica.

Tra le attrazioni da non perdere vi segnaliamo la sua Chiesa di Sant’Andrea Apostolo che si distingue per essere un bellissimo esempio di architettura barocca, sia esternamente, sia all’interno. Tra le sue mura è possibile ammirare opere di straordinario valore artistico come le statue lignee del ‘700, di scuola napoletana, e le pregevoli tele tra cui il grande quadro attribuito al Catalano raffigurante il Martirio del Santo protettore.

Chiesa di Sant’Andrea Apostolo presicce

Fonte: iStock

La splendida Chiesa di Sant’Andrea Apostolo di Presicce

Molto interessante anche Piazza del Popolo dove sorge il Palazzo Ducale, uno degli edifici storici più importanti di Presicce che è frutto di ben quattro differenti fasi edificative. Al suo interno, inoltre, potrete visitare il Museo della Civiltà Contadina.

Chi ama il mare, partendo da Presicce avrà la possibilità di scoprire angoli salentini meravigliosi come Torre San Giovanni, distante circa 17 chilometri e con spiagge di sabbia bianca e soffice lambite da acque dai colori paradisiaci. Oppure, un’altra soluzione è percorrere solo 10 chilometri per raggiungere la favolosa e rinomata Marina di Pescoluse, una delle mete imperdibili delle Maldive del Salento.

Cosa vedere ad Acquarica del Capo

Acquarica del Capo, dal canto suo, è un borgo di origine medievale sorto dopo la distruzione di Pompignano ad opera dei Saraceni, intorno al X secolo. Da queste parti assolutamente degno di nota è il castello del XV secolo che oggi sfoggia una torre a base quadrata che sovrasta il centro abitato.

Molto bella anche la Chiesa di San Carlo Borromeo il cui portale è risalente al XVII secolo. Il suo fiore all’occhiello è senza ombra di dubbio la sagrestia scolpita nel XVII secolo. Al di là del centro abitato, invece, vale la pena fare un salto anche presso la Chiesa di Santa Maria Pannetti, risalente al secolo XI, che è coperta da volta a spigolo posata su pilastri in pietra tufacea.

Acquarica del Capo castello

Fonte: Wikipedia – Ph: Lupiae

Il Castello di Acquarica del Capo

Tra le sua mura si possono ammirare diverse bellezze uniche nel loro genere come il dipinto di San Francesco e la figura di Cristo re dell’universo che trattiene nella sua mano sinistra una pergamena con un’iscrizione in greco.

Nell’immediate periferia di Acqauirica del Capo, invece, vale la pena fare un salto alla Masseria Celsorizzo che vanta una magnifica torre a base quadrata che con i suoi tre piani domina su tutto l’abitato di del borgo.

Ma non solo. Essa, infatti, sfoggia anche delle caratteristiche davvero peculiari e imperdibili: il piano terra ingloba al suo interno una preesistente chiesetta basiliana del secolo XIII, dedicata a S. Nicola di Mira. Tra le mura, inoltre, sono ancora presenti alcuni affreschi tra i quali si impongono per qualità e armonia quelli che rappresentano la Cena Mistica.

Infine, è bene sapere che Acquarica del Capo si distingue per la secolare attività di intreccio del giunco, cui è dedicato il Museo del Giunco sito nel Castello Medievale. Un’interessante attività artigianale che ha l’obiettivo di produrre sporte, cesti e panieri per la raccolta delle olive e dei prodotti della terra o per realizzare contenitori destinati a formaggi e ricotte.

Una lavorazione che risale alla metà dell’Ottocento e che durante la prima metà del Novecento, con la rifioritura del commercio dei cestini, fu esportata in molti Paesi europei e persino in Nord America.

Masseria di Gelsorizzo salento

Fonte: Wikipedia – Ph: Lupiae

L’affascinante Masseria di Gelsorizzo
Categorie
Baltico capitali europee Estonia Europa Idee di Viaggio luoghi misteriosi Tallinn Viaggi viaggiare

Tallinn: una favola baltica da vivere adesso

È iniziato ufficialmente il periodo più magico dell’anno, quello in cui viaggiatori provenienti da ogni dove si muovono in massa per andare alla scoperta delle incantate atmosfere natalizie che trasformano le strade, i quartieri e le piazze delle città di tutto il mondo.

I luoghi da raggiungere sono tantissimi, e la lista si aggiorna di anno in anno con nuove e inedite esperienze emozionali e sensoriali. A partire dai mercatini di Natale, che raccontano il fascino di una tradizione secolare, passando per i maestosi e scintillanti alberi di Natale e per tutte quelle decorazioni che illuminano d’immenso le città.

Ma se avete in programma di organizzare un viaggio che vi permetta di vivere una favola di Natale, allora, c’è solo una destinazione da raggiungere questo dicembre, ed è Tallin. Preparate le valigie: si parte!

Bentornati a Tallin, la capitale green che sembra una favola

Organizzare un viaggio a Tallin, in qualsiasi periodo dell’anno e in ogni stagione, è sempre un’ottima idea. Lo è perché la capitale dell’Estonia che si affaccia sul Mar Baltico non smette mai di stupire e incantare i viaggiatori. Lo fa con il suo centro storico fortificato, quello in cui negozi e caffetterie si affacciano sulle strade acciottolate, lo stesso che è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Unesco, ma anche con la bellissima storica piazza nella quale campeggia il municipio gotico.

Lo fa anche con tutte le sue architetture che caratterizzano la scena urbana e con quell’atmosfera sospesa che ricorda le più belle favole della buonanotte che abbiamo letto. Ma Tallin è anche quella città con un’anima green e sostenibile, la stessa che gli ha permesso di aggiudicarsi il titolo di Capitale Verde del 2023.

Grazie alla sua visione a medio e lungo termine, infatti, la città si prepara a diventare un esempio per tutta Europa nell’ambito della sostenibilità, con tutta una serie di attività volte ad accelerare innovazioni ecologiche e crescita verde per uno sviluppo consapevole del territorio.

Se tutto questo non dovesse ancora bastarvi per fare subito le valigie e raggiungere Tallin, allora, sappiate che c’è un altro motivo per organizzare una vacanza in città. Ed è che durante il periodo dell’Avvento, la capitale dell’Estonia, si trasforma in una favola baltica destinata a incantare.

Tallinn a Natale

Fonte: iStock

Tallinn a Natale

Natale a Tallin: un’esperienza incantata

Visitare Tallin, dicevamo, è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno. Ma se è un’esperienza magica che volete vivere, il consiglio è quello di raggiungere la capitale durante il periodo dell’Avvento.

Proprio nel cuore della città, infatti, viene allestito un meraviglioso percorso incantato, fatto di mercatini di Natale che espongono i prodotti tipici e caratteristici della tradizione estone. Quelli di Tallin, inoltre, sono stati proclamati come i mercatini di Natale più belli d’Europa nel 2019.

Ma non è tutto perché secondo le storie locali, il primo albero di Natale di tutto il continente è stato allestito in città nel 1441. Un evento, questo, che si è trasformato in una vera e propria tradizione che tutte le città del mondo hanno fatto propria, e che ancora oggi è possibile toccare con mano anche a Tallin.

L’albero è posizionato proprio nel cuore della capitale nei pressi del mercatino, creando così uno scenario incantato che permette di vivere un’esperienza straordinaria che allieta tutti i sensi. Non mancano, ovviamente, neanche i personaggi della tradizione come Babbo Natale, gli elfi e gli gnomi.

Le luci dell’albero sono state già accese e i mercatini hanno già invaso il centro storico della città: la favola baltica è iniziata.

Tallinn a Natale

Fonte: iStock

Tallinn a Natale
Categorie
Asia Europa foreste Francia giardini botanici Idee di Viaggio vacanza natura Viaggi

Bambouseraie de Prafrance, la foresta di bambù nel cuore della Francia

In Occitania esiste un luogo molto speciale, un angolo d’Asia nel cuore della Francia e dell’Europa: si tratta della Bambouseraie de Prafrance, eccezionale giardino botanico con oltre 1000 bambù che ogni anno, da metà febbraio a metà novembre, conduce i visitatori in un viaggio ricco di sorprese e scoperte a pieno contatto con la natura.

Tra i giardini più incantevoli del Paese, nasce nel 1856 dal sogno e dalla determinazione di Eugène Mazel, appassionato di orticoltura e scienze naturali, che importa a e trapianta qui specie esotiche provenienti dal Giappone, dalla Cina, dall’Himalaya e dal Nord America.

Alla sua morte, la tenuta viene acquistata dalla famiglia Négre che la espande fino agli attuali 34 ettari, di cui 15 occupati dal magnifico Parco, che oggi fa parte del prestigioso circuito Les Plus Beaux Jardins de France.

Una passeggiata nella foresta di bambù: cosa non perdere

palme Bambouseraie

Fonte: iStock

Palme della Bambouseraie

Passeggiare in un’oasi di verde e di pace, lontano dalla frenesia e dal traffico della città, è già di per sé un’esperienza entusiasmante ma trovarsi proprio qui, al cospetto di un maestoso ginko biloba, curati giardini giapponesi, sequoie, palme cinesi e vasche di fiori di loto e ninfee è un rigenerante sogno a occhi aperti.

Il percorso può iniziare dalla “Strada dei bambù“, maestoso viale ombreggiato da bambù giganti che possono toccare i 25 metri di altezza: accanto a essi, anche le sequoie che svettano a oltre 40 metri.
La sensazione è quella di “sentirsi piccoli” di fronte a tanta meraviglia e davvero estasiati.

Proseguendo, ci si immerge ancora di più nell’atmosfera esotica incontrando il Villaggio Laotiano, fedele ricostruzione delle abitazioni tipiche del Laos realizzate in bambù e arredate con dovizia di particolari per rispecchiare, nel modo più fedele possibile, lo stile di vita del piccolo Paese del Sudest asiatico attraversato dal fiume Mekong.
Per ricreare ancora meglio l’ambientazione esotica, tutt’intorno si ammirano piante di pepe e caffè, banani, canne da zucchero, papaye e il taro, pianta erbacea della famiglia delle Aracee originaria dell’Asia centro-meridionale.

Bambouseraie banano

Fonte: iStock

Le piante di banano

E siamo appena all’inizio.

Di sicuro fascino è poi la fattoria, risalente al XVI secolo, vegliata da un enorme castagno e tuttora segnata dalle tracce della grande esondazione del fiume Gardon nel 1958: da qui parte la strada delle palme cinesi e si raggiunge la zona più suggestiva della foresta, la Valle del Drago, ampio giardino in stile giapponese a opera del paesaggista Erik Borja.

Fiori di loto, piante dai mille colori, il ginko biloba di 30 metri, il serpeggiante torrente sulle cui sponde trova posto una pagoda di legno: tutto concorre a emozionare e a dare vita a un angolo ideale per la meditazione.

Ancora, alla destra del vialone principale, ecco il Jardin des Bassins d’Eugene, giardino acquatico con le vasche in pietra che custodiscono delicate ninfee, e le Serre di Mazel, con specie provenienti dalle Canarie, piante grasse e una ricca collezione di bonsai.

Infine, meritano una sosta il Labirinto (ovviamente realizzato in bambù), il Garden Center dove sono in vendita le favolose piante ammirate nel parco, e il negozio di articoli vari tra cui tisane, arredo, cancelleria, prodotti di bellezza e a base dell’immancabile bambù.

Informazioni pratiche

Come accennato, la Bambouseraie de Prafrance è aperta ogni giorno dalla metà di febbraio alla metà di novembre con orari che variano in base alla stagione e che è possibile consultare sul sito ufficiale.
L’ingresso è consentito fino a 45 minuti prima della chiusura ma per poter davvero apprezzare la foresta di bambù sono necessarie almeno due ore.

Il mezzo più comodo con cui raggiungere la Bambouseraie è l’auto: con partenza da Nimes, la città più grande meno distante, va seguita la N106 fino a Alès per poi immettersi lungo la D910 in direzione Anduze: raggiunto il ponte sul Gardon d’Anduze, occorre svoltare a destra sulla D129 e proseguire per 3 chilometri fino all’ingresso del parco dove si trova un parcheggio gratuito.

Per evitare la folla, i giorni migliori sono quelli infrasettimanali e l’orario a ridosso dell’apertura.

Categorie
Viaggi Wanderlust

La casa di Babbo Natale è nascosta qui. Ma nessuno l’ha mai trovata

C’è qualcosa di straordinariamente magico che sta succedendo adesso nel mondo e che fa muovere le masse. Si tratta del miracolo del Natale che prende vita tra le strade, i quartieri e le piazze delle città, le stesse che si trasformano nel palcoscenico degli spettacoli più incantati e scintillanti di sempre.

È questo il periodo migliore per organizzare viaggi e gite fuori porta, per andare alla scoperta di tutti quei luoghi che si trasformano in strabilianti cartoline invernali e che ci permettono di vivere esperienze sensoriali ed emozionali. Mercatini di Natale, alberi maestosi e sfavillanti e decorazioni incantate invadono le città che conosciamo trasformandole in regni fatati.

Sono tanti i luoghi da raggiungere durante il periodo dell’Avvento per vivere un’avventura magica. Ma se è un’esperienza al di fuori dell’ordinario che volete vivere, allora, c’è solo un solo un posto da mettere in cima alle vostre travel wish list. Si tratta della vera casa di Babbo Natale, ma è così nascosta che trovarla è quasi impossibile.

La vera casa di Babbo Natale

Quando pensiamo alla casa di Babbo Natale, e a quel villaggio dove vivono e convivono felicemente elfi, renne e tutti gli aiutanti di Santa Claus, è inevitabile fare riferimento a Rovaniemi. Proprio lì, ai confini del magico Circolo Polare, esiste il celebre Santa Claus Village, il villaggio in cui Babbo Natale opera tutto l’anno e che è frequentato da migliaia di viaggiatori di ogni età che giungono fin qui per incontrarlo personalmente e per consegnare le proprie letterine.

Eppure, quel villaggio situato in Finlandia, è solo la residenza di rappresentanza del papà più famoso e generoso del mondo. Si perché la sua vera casa, in realtà, si trova in un altro posto. Ma questo è così segreto e nascosto che solo in pochi, fino a questo momento, sono riusciti davvero a raggiungerlo.

Korvatunturi: il rifugio di Babbo Natale dentro la montagna dell’orecchio

Non dobbiamo allontanarci poi così tanto da Rovaniemi per andare alla scoperta della vera residenza di Babbo Natale. Secondo le storie di chi vive qui da sempre, infatti, la casa di Santa Claus si trova in Finlandia, e più precisamente a Korvatunturi.

Si tratta di una montagna situata a nord di Rovaniemi nei pressi del confine orientale della Lapponia Finlandese. È qui che le leggende e le storie che appartengono al folklore del Paese collocano la vera casa di Babbo Natale. A parlarne per primo fu lo scrittore statunitense Clement Clark Moore nel 1823 raccontando nella sua poesia A Visit from St. Nicholas l’esistenza di una casa in cui viveva Babbo Natale insieme a otto renne volanti.

La residenza era stata costruita proprio alle pendici di Korvatunturi, conosciuto anche come la montagna dell’orecchio per via di quella singolare forma che ricorda un padiglione auricolare. Secondo le leggende del posto è proprio grazie a questo grande orecchio che Babbo Natale riesce ad ascoltare i desideri dei bambini e a sapere se questi si comportano bene oppure no.

Attorno all’abitazione di Santa Claus, nella quale vivono Babbo Natale e sua moglie Jessica Maria, si snoda un villaggio dove vivono circa un centinaio di gnomi. C’è anche una scuola, per i figli degli aiutanti di Babbo Natale, e un ufficio postale.

Korvatunturi è amministrata in maniera autonoma e indipendente come città-Stato: conia monete, emette francobolli e ha anche una bandiera tutta sua. Durante il periodo dell’Avvento vengono organizzate diverse feste che celebrano l’imminente partenza di Babbo Natale e in tutto il villaggio vengono esposti prodotti artigianali e tradizionali, ma anche prelibatezze preparare dagli gnomi.

Poi c’è la grande e attesissima partenza di Santa Claus. Come faccia Babbo Natale a consegnare doni ai bambini di tutto il mondo non lo sa nessuno, neanche i suoi aiutanti. Potete però provare a scoprirlo voi, ma prima dovrete trovare il villaggio di Korvatunturi. In bocca al lupo!

Categorie
Europa ferrovie Notizie Svizzera treni Viaggi

Sta per partire il Treno delle quattro stagioni

Da cent’anni, questa ferrovia alpina collega ogni giorno l’Italia con la Svizzera. Un viaggio, quello della Ferrovia Vigezzina-Centovalli, iniziato il 23 novembre del 1923.

Per celebrare questo anniversario, per i prossimi due anni partirà un treno speciale, il Treno delle quattro stagioni.

Da sempre, la stagionalità di questa speciale tratta ferroviaria è il suo forte. Sempre più apprezzata è sicuramente la stagione autunnale, grazie al celebre Treno del foliage, ma altrettanto affascinante è d’inverno quando il treno, con i suoi convogli bianchi e blu, attraversano i paesaggi silenziosi di un territorio candido ricoperto di neve.

treno-foliage-vigezzina-centovalli

Fonte: Ufficio stampa

Il Treno del foliage che parte in autunno

 

Il Treno delle quattro stagioni

La Valle Vigezzo è nota per essere la Valle dei pittori, per via dei suoi bellissima paesaggi degni di un dipinto. Sulla scia di questa tematica, è nata l’iniziativa “Vigezzina Art Project“, che ha coinvolto alcuni artisti che hanno proposto di dipingere un convoglio. È nato così un treno panoramico Vigezzo Vision, totalmente personalizzato graficamente e rivestito di una speciale pellicola con le illustrazioni dell’artista Carlo Gloria, scelto tra i dieci che avevano sviluppato le loro idee creative.

La superficie esterna del treno si è trasformata in una tela bianca, come nella migliore tradizione artistica della Valle dei pittori. L’obiettivo è stato quello di produrre un’opera d’arte viaggiante dedicata al viaggio, al territorio e alla valorizzazione del paesaggio.

Il primo è partito il 25 novembre e l’ultimo lo stesso giorno del 2024. Nel corso di questi due anni saranno organizzati anche molti eventi, mostre, convegni, concerti, incontri enogastronomici e letterari tra Italia e Svizzera.

Ferrovia-Vigezzina-Centovalli-Treno-storico-Intragna

Fonte: Ufficio stampa

La Ferrovia Vigezzina-Centovalli nella bella stagione

La ferrovia Vigezzina-Centovalli

È considerata la tratta ferroviaria più panoramica d’Italia. Il percorso di questo particolare treno si snoda tra la Val Vigezzo conosciuta come la Valle dei pittori per la storica presenza di paesaggisti e ritrattisti, e le Centovalli, per concludersi nel Canton Ticino.

Si tratta di un territorio di un’assoluta bellezza e di un altissimo valore ambientale e paesaggistico. Fare questo viaggio con il proprio o la propria partner è incredibilmente romantico.

La costruzione di questa linea, complementare a quella del Sempione, è stata il simbolo del progresso portato dal nuovo secolo. La Vigezzina (così è conosciuta la parte italiana della Centovalli) parte da Domodossola e si snoda attraverso paesaggi suggestivi dominati da fitti boschi, montagne che si alternano a verdi vallate, profonde forre scavate dai torrenti, corsi d’acqua e cascate di rara bellezza. Tutto ciò viene visionato dal viaggiatore che resta letteralmente a bocca aperta e incantato dal susseguirsi di scenari incantevoli.

Il percorso è lungo poco più di 50 chilometri e prevede 83 ponti e 31 gallerie e s’immerge totalmente nella natura. Il caratteristico trenino blu, non appena supera la Val Vigezzo, si insinua in territorio svizzero, attraversando il Canton Ticino. Si possono ammirare le Cento Valli, caratterizzate da una fitta vegetazione composta da boschi di faggio, corsi d’acqua e montagne dai fianchi frastagliati che donano al viaggiatore la bellezza di paesaggi unici.

 

Categorie
Interviste itinerari culturali Monumenti Viaggi viaggiare

101 luoghi d’Italia che valgono un viaggio

Che l’Italia sia il Paese delle bellezze artistiche, architettoniche, storiche e naturalistiche non è una novità. Non per niente è la nazione con il maggior numero di Patrimoni riconosciuti dall’Unesco. Ma non sono molti a sapere che, oltre ai luoghi e ai monumenti più noti, ce ne sono tantissimi altri poco conosciuti che vale la pena scoprire.

La guida appena uscita “Vale un viaggio – Altre 101 meraviglie d’Italia da scoprire” della giornalista e critica d’arte Beba Marsano, edita da CinqueSensi Editore, raccoglie più di cento tra chiese, musei, siti e luoghi naturalistici poco noti e che, proprio come invita a fare il libro, valgono un viaggio.

L’autrice, che ha percorso in lungo e largo l’Italia, ci svela (ancora) 101 luoghi d’arte e bellezza fuori dai tradizionali percorsi proposti a “un turismo ormai assuefatto soltanto ai grandi miti italiani”. Ancora, perché questi 101 luoghi inediti vanno ad aggiungersi ad altri 202 riportati nei primi due volumi della guida “Vale un viaggio“, pubblicati rispettivamente nel 2016 e nel 2018. Tutti luoghi che l’autrice ha visitato in prima persona, tutti aperti al pubblico, magari in giorni e orari specifici, e che consiglia spassionatamente di vistare.

Siti artistici, luoghi naturalistici, borghi abbandonati, parchi, chiese e case-musei, ville, cappelle e collezioni private. Tra i 101 luoghi si trova davvero ogni sorta di bellezza nostrana, unica nel suo genere. Noi ne abbiamo scelti tre che ci siamo fatti raccontare dall’autrice e che ci hanno convinti ad andare a visitarli.

La misteriosa “Incompiuta”

Tra i luoghi di grande fascino che valgono un viaggio in Italia c’è sicuramente la cosiddetta “Incompiuta” che si trova in Basilicata. La sua storia è un intrecciarsi di vicende che vedono i monaci benedettini contendersi la realizzazione di un edificio religioso con un condottiero normanno, insieme al terribile Papa Bonifacio VIII – quello odiato da Dante – e ai Cavalieri di Malta.

Il risultato è un luogo incredibile, un’opera incompiuta ma dal grande fascino.  Così la descrive l’autrice: “Fuori Venosa, patria del poeta latino Orazio, uno scheletro di pietra appare – quasi irreale – nello splendido isolamento della campagna.

Segnala uno dei più singolari complessi monumentali dell’Italia medievale, quello della Santissima Trinità: monastero, chiesa, tracce del battistero paleocristiano e una colossale architettura a cielo aperto, fantasma di un grande edificio ecclesiastico, l’Incompiuta”.

Il gioiello del Castello di Aymavilles

Altro luogo che vale un viaggio è il Castello di Aymavilles, riaperto dopo anni di lavori di ristrutturazione solo lo scorso anno, è un piccolo gioiello valdostano che sembra uscito a un libro di fiabe.

castello-aymavilles

Fonte: 123rf

Il Castello di Aymavilles in Valle d’Aosta

Ma, a parere dell’autrice, merita di essere visitato soprattutto per un oggetto meraviglioso contenuto nelle sale del castello: “la scultura di alabastro bianco avorio di Santa Caterina d’Alessandria, la vera “dama” del castello, una delle opere d’arte sacra più incantevoli di tutto il Medioevo valligiano”, spiega Marsano.

Ma naturalmente merita anche il castello “Negli ambienti minuziosamente restaurati”, spiega l’autrice “dove ammirare vezzose porte dipinte, bizzarri decori (come il Cacherano evacuante sulla volta del piccolo bagno privato) e impressionanti dettagli architettonici (il sottotetto, vero gioiello della carpenteria lignea medievale)”.

La scalinata che sfida la gravità

“E’ un cameo emozionante da fare il trekking sulla Scala grande di Monesteroli, che consente di scoprire una porzione di Liguria ignorata da guide e viaggiatori”, esordisce Marsano raccontando il perché questo luogo valga un viaggio.

Monesteroli-liguria

Fonte: 123rf

La scalinata del borgo di Monesteroli, in Liguria

“Questo territorio estremo, che non digrada, ma precipita a mare, è il lembo terminale del Parco nazionale delle Cinque Terre dove, per albergare la vite tra macigni e burroni, il paesaggio è stato modellato nei secoli con un’impresa colossale: quei vigneti terrazzati sorretti da muri a secco, degni delle epiche fatiche di Ercole.

A collegarli nessuna strada, ma ripide mulattiere e ardite gradinate lastricate con la grigia pietra di Biassa, un’arenaria locale utilizzata anche per quella sfida alla gravità che è l’impressionante Scala grande di Monesteroli”.

Per conoscere le altre meraviglie d’Italia da scoprire raccolte nella guida non resta che leggerle.

Vale-un-viaggio
La copertina di “Vale un viaggio – Altre 101 meraviglie d’Italia da scoprire”
Categorie
Destinazioni tradizioni Viaggi

Alla scoperta delle antiche tradizioni dell’artigianato italiano: 8 meraviglie da conoscere

Il nostro è un Paese ricco di tradizioni e costumi, spesso molto diversi tra loro, alcuni sono emersi negli ultimi anni mentre altri, invece, si tramandano da secoli. Da nord a sud convivono dunque forme d’arte e di artigianato diventate oggi un vero e proprio simbolo identitario provinciale o regionale.

Proprio partendo da questa consapevolezza Campeggi.com, il portale leader in Italia per campeggi e villaggi vacanze, ha deciso di farci vivere l’esperienza di un viaggio unico che conduce alla scoperta di 8 meraviglie artigianali italiane.

La lavorazione del legno e la “coppa dell’amicizia” in Valle d’Aosta

Nella splendida cornice della Valle d’Aosta uno dei protagonisti in assoluto dell’artigianato è il legno, le cui tecniche di lavorazione e intaglio vengono tramandate da secoli.

La massima espressione di queste abilità emerge nella “coppa dell’amicizia”, un recipiente con coperchio caratterizzato da diversi beccucci e nel quale viene versata una bevanda locale a base di grappa e caffè.

Secondo la tradizione, durante i ritrovi tra amici la coppa viene passata di mano in mano in senso orario per far sì che ognuno possa bere da un beccuccio diverso. Lo scopo? Celebrare l’amicizia tra i commensali.

L’affascinante liuteria tradizionale cremonese

La liuteria cremonese è una delle forme di artigianato italiano più celebri del mondo. Vi basti pensare che è persino iscritta tra i Patrimoni Culturali Immateriali dell’UNESCO.

Essa risale 1539, quando Andrea Amati avviò la sua bottega aprendo così la strada ad altre famiglie come i Guarneri e gli Stradivari, che portarono avanti la tradizione per secoli.

Grazie a loro sono nati violini, violoncelli, viole e contrabbassi per alcuni dei più grandi maestri della musica come Paganini. Oggi la tradizione è più viva che mai grazie alla Scuola Internazionale di Liuteria e al Museo del Violino.

liuteria cremonese

Fonte: Pixabay

La liuteria cremonese

Volterra con la lavorazione dell’alabastro

In Toscana è viva ancora oggi la tradizione legata all’alabastro, una roccia che nasce con l’accumulo millenario di gesso o calcare. I primi in Italia a maneggiare con maestria questa materia furono gli etruschi, la cui eredità oggi vive tra le strade di Volterra, dove è possibile trovare uno degli alabastri più pregiati d’Europa.

Qui gli artigiani locali creano meraviglie che si possono ammirare e acquistare all’interno delle botteghe del centro storico, mentre la storia e l’antica tradizione sono raccontate all’interno dell’Ecomuseo dell’Alabastro.

Le splendide tovaglie perugine

Ci spostiamo poi a Perugia per scoprire delle tele di lino bianco arricchite con trame e figure in cotone blu tinto a indaco: le preziosissime tovaglie perugine.

Nate tra le strade della città tra Medioevo e Rinascimento, nel corso degli anni sono state apprezzate e commercializzate in tutta Europa.

Oggi la loro lunga tradizione è raccontata all’interno del Museo-Laboratorio nell’ex-chiesa di San Francesco delle Donne.

I timbri del pane di Matera

A Matera, fino agli anni Cinquanta, il pane si preparava sempre tra le mura domestiche ma veniva poi portato al forno cittadino per cuocerlo. Per distinguere le diverse pagnotte, le famiglie imprimevano sull’impasto, grazie a un timbro in legno, un simbolo riconoscibile anche da chi non sapeva né leggere né scrivere.

Una tradizione che è stata abbandonata, ma nonostante questo gli artigiani locali continuano a intagliare i timbri del pane come memoria storica cittadina.

Le pipe calabresi di Brognaturo

Non lontano da Vibo Valentia, in Calabria, sorge Brognaturo, un piccolo centro dove gli artigiani realizzano a mano piccole e preziosissime opere d’arte: le pipe.

Oggetti che sono un vero e proprio fiore all’occhiello dell’artigianato locale in quanto sono intagliati nella radica di Erica arborea, un legno particolarmente duro e caratterizzato da venature uniche nel loro genere.

pipe calabresi di Brognaturo

Fonte: Unsplash

Le Pipipe calabresi di Brognaturo

Le teste di moro siciliane

Ci sono poi le teste di moro, una delle massime espressioni dell’artigianato siciliano. Esse affondano le loro radici in un’antica leggenda: nella Palermo dell’anno 1000 viveva una fanciulla che amava trascorrere le giornate sul suo balcone a occuparsi delle sue piante.

Un giorno un principe passò di lì e i due si innamorarono, ma quando lui le confessò di avere moglie e figli, lei gli tagliò la testa per poi esporla sul balcone con una piantina di basilico sulla cima.

A quel punto i passanti, affascinati da quella che pensavano essere un’opera d’arte, chiesero agli artigiani locali di realizzare dei vasi simili in terracotta, dando così vita a una tradizione millenaria ancora viva nell’area di Caltagirone.

L’arte orafa sarda

La filigrana sarda è una lavorazione dell’oro e dell’argento che consiste nel modellare e nell’intrecciare filamenti di metallo estremamente sottili.

Oggi è uno dei maggiori esempi di artigianato in Sardegna, tanto da essere utilizzata per ornamenti e gioielli spesso legati alla tradizione e alle leggende dell’isola, come quella secondo la quale questa tecnica sarebbe in grado di attirare forze magiche e benigne.

filigrana sarda

Fonte: Wikimedia Commons

La filigrana sarda

Contenuto offerto da Campeggi.com