Continuano in Italia le iniziative per contrastare lo spopolamento dei piccoli borghi. Questa volta a proporre una soluzione è un incantevole paesino situato nel Salento che ha indetto un bando per aiutare coloro che acquisteranno una casa nel suo grazioso centro urbano.
Presicce-Acquarica offre 30.000 euro
Il borgo in questione, o meglio, il comune istituito il 15 maggio 2019 dalla fusione degli ex comuni di Presicce e di Acquarica del Capo, si chiama oggi Presicce-Acquarica e fa parte della meravigliosa provincia di Lecce.
Il nome del bando è “Benvenuti a Presicce-Acquarica” ed è rivolto a coloro che vogliono acquistare un’abitazione in uno dei due borghi per farne la residenza principale. Facendo così, infatti, il comune sarà in grado di contribuire a finanziare, con un massimo di 30.000 euro, l’acquisto dell’immobile. Il budget attualmente a disposizione dell’iniziativa è di 150.000 euro che però potrebbero essere replicabili nei vari anni se tutto questo dovesse avere successo.
C’è da sapere, tuttavia, che gli addetti ai lavori stanno ancora ultimando le diverse attività utili a redigere un bando dettagliato su come ottenere il bonus. Ciò non toglie che questa notizia abbia già fatto il giro del mondo, a tal punto che anche la CNN ha dedicato un articolo a questa iniziativa.
Stando a quanto riportato da alcune fonti locali, la pubblicazione dovrebbe avvenire la prossima settimana, o comunque entro la fine del 2022. Nonostante questo, alcune agenzie immobiliari della zona hanno già registrato un improvviso aumento delle richieste d’acquisto di case e casali nel territorio.
Secondo le previsioni, il denaro a disposizione servirà per coprire il 50% della spesa sostenuta per l’acquisto di una casa e nell’eventualità di lavori di ristrutturazione. Il tutto fino a un massimo di 30.000 euro che potranno essere ottenuti solo a determinate condizioni, tra cui quella di spostare la residenza per almeno 10 anni dal giorno dell’acquisto. Il comune, tra le altre cose, è già a lavoro per introdurre nuovi vantaggi per le famiglie, come agevolazioni fiscali, incentivi e programmi per avviare attività commerciali.
Per sapere come inviare domanda è necessario, quindi, monitorare il sito ufficiale del comune di Presicce-Acquarica e scaricare il bando una volta disponibile.
Cosa vedere a Presicce
Presicce non è un borgo qualsiasi, è infatti inserito nella lista dei “Borghi più belli d’Italia”. Trasferirsi da queste parti vuol dire tuffarsi in un mondo di attività interessanti che comprendono persino percorsi e sentieri nelle campagne della zona, ma anche storia, architettura e incantevoli spiagge facilmente raggiungibili in auto.
L’atmosfera è quella di un posto rimasto fermo nel tempo ma che contemporaneamente è costellato di profumi e tradizioni culinarie imperdibili. Presicce, infatti, è conosciuto anche come la “Città dell’olio e degli Ipogei“ grazie alla sua tradizione olivicola secolare. Attualmente vi sono ben 23 frantoi ipogei dislocati sul territorio, alcuni dei quali ristrutturati e ad oggi visitabili. Ma non è finita qui, perché questi sfoggiano una particolarità davvero unica nel loro genere: sono scavati nella roccia calcarenitica.
Tra le attrazioni da non perdere vi segnaliamo la sua Chiesa di Sant’Andrea Apostolo che si distingue per essere un bellissimo esempio di architettura barocca, sia esternamente, sia all’interno. Tra le sue mura è possibile ammirare opere di straordinario valore artistico come le statue lignee del ‘700, di scuola napoletana, e le pregevoli tele tra cui il grande quadro attribuito al Catalano raffigurante il Martirio del Santo protettore.
Molto interessante anche Piazza del Popolo dove sorge il Palazzo Ducale, uno degli edifici storici più importanti di Presicce che è frutto di ben quattro differenti fasi edificative. Al suo interno, inoltre, potrete visitare il Museo della Civiltà Contadina.
Chi ama il mare, partendo da Presicce avrà la possibilità di scoprire angoli salentini meravigliosi come Torre San Giovanni, distante circa 17 chilometri e con spiagge di sabbia bianca e soffice lambite da acque dai colori paradisiaci. Oppure, un’altra soluzione è percorrere solo 10 chilometri per raggiungere la favolosa e rinomata Marina di Pescoluse, una delle mete imperdibili delle Maldive del Salento.
Cosa vedere ad Acquarica del Capo
Acquarica del Capo, dal canto suo, è un borgo di origine medievale sorto dopo la distruzione di Pompignano ad opera dei Saraceni, intorno al X secolo. Da queste parti assolutamente degno di nota è il castello del XV secolo che oggi sfoggia una torre a base quadrata che sovrasta il centro abitato.
Molto bella anche la Chiesa di San Carlo Borromeo il cui portale è risalente al XVII secolo. Il suo fiore all’occhiello è senza ombra di dubbio la sagrestia scolpita nel XVII secolo. Al di là del centro abitato, invece, vale la pena fare un salto anche presso la Chiesa di Santa Maria Pannetti, risalente al secolo XI, che è coperta da volta a spigolo posata su pilastri in pietra tufacea.
Tra le sua mura si possono ammirare diverse bellezze uniche nel loro genere come il dipinto di San Francesco e la figura di Cristo re dell’universo che trattiene nella sua mano sinistra una pergamena con un’iscrizione in greco.
Nell’immediate periferia di Acqauirica del Capo, invece, vale la pena fare un salto alla Masseria Celsorizzo che vanta una magnifica torre a base quadrata che con i suoi tre piani domina su tutto l’abitato di del borgo.
Ma non solo. Essa, infatti, sfoggia anche delle caratteristiche davvero peculiari e imperdibili: il piano terra ingloba al suo interno una preesistente chiesetta basiliana del secolo XIII, dedicata a S. Nicola di Mira. Tra le mura, inoltre, sono ancora presenti alcuni affreschi tra i quali si impongono per qualità e armonia quelli che rappresentano la Cena Mistica.
Infine, è bene sapere che Acquarica del Capo si distingue per la secolare attività di intreccio del giunco, cui è dedicato il Museo del Giunco sito nel Castello Medievale. Un’interessante attività artigianale che ha l’obiettivo di produrre sporte, cesti e panieri per la raccolta delle olive e dei prodotti della terra o per realizzare contenitori destinati a formaggi e ricotte.
Una lavorazione che risale alla metà dell’Ottocento e che durante la prima metà del Novecento, con la rifioritura del commercio dei cestini, fu esportata in molti Paesi europei e persino in Nord America.