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Giornata Europea dei Parchi Letterari: gli imperdibili

Giunge all’ottava edizione la Giornata Europea dei Parchi Letterari, l’appuntamento autunnale che unisce idealmente numerosi luoghi di identità culturale e naturalistica, fonti di ispirazione per poeti, scrittori e artisti. L’evento avrà luogo domenica 23 ottobre con letture, incontri, percorsi naturalistici e letterari, articoli, case museo, mostre, persone, luoghi e ricette che hanno ispirato alcune tra le più belle pagine della letteratura.

Un lungo e affascinante percorso che si pone come obiettivo quello di offrire al lettore “una chiave di lettura che stimoli la visita di luoghi altrimenti considerati solo per il loro panorama: un viaggio reso reale e attuale dall’incontro con personaggi viventi che introducono a un racconto inseparabile dalla località che li ospita”, spiega il presidente dell’associazione Stanislao de Marsanich. Ecco quali sono le tappe imperdibili.

Da Virgilio a Deledda, un viaggio nella letteratura

Nel duecentesimo anno dell’Amministrazione forestale italiana e nel centenario della prima “Legge sul Paesaggio” promossa da Benedetto Croce, anche in questa edizione il lungo viaggio inizierà celebrando la natura di “Georgiche e Bucoliche” presenti nel paesaggio di Borgo Virgilio, nel cui territorio si trova Pietole, l’antica Andes dove nacque il celebre poeta nel 70 a. C.

A Galtellì, in provincia di Nuoro, la kermesse chiuderà i festeggiamenti per i 150 anni di Grazia Deledda, nel Parco Letterario che porta il nome dell’unica donna italiana insignita del Nobel per la letteratura. Vi si può ‘leggere’ il territorio attraverso gli occhi della scrittrice lungo un percorso fatto di ricordi e fantasia, ritrovando intatti i luoghi in cui è ambientato il suo famoso romanzo “Canne al vento”.

Parchi Letterari: le altre tappe imperdibili

Il campo di internamento di Ferramonti di Tarsia, in provincia di Cosenza, è oggi il centro del Parco Letterario Ernst Bernhard, immerso in un territorio unico per memorie storiche, tradizioni e ricchezze ambientalistiche. A Recanati, si sale, invece, sul Monte Tabor per ammirare con gli occhi di Giacomo Leopardi la riviera del Conero e i colli dell’Infinito oltre la siepe di ligustro, mentre il Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei e la Cooperativa di guide naturalistico-ambientali “A perdifiato” invitano a una escursione letteraria nel cuore di Torreglia.

A Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, si passeggia accompagnati dai versi di Andrea Zanzotto. Nino Chiovini e Giuseppe Dessì sveleranno, invece, “La maestà dei monti e la solennità degli alberi” dal Parco Nazionale della Val Grande (Verbania) e da Villacidro in Sardegna.

A Ostia si celebra la Giornata Europea dei Parchi Letterari nel sito dove venne realizzato dallo scultore Mario Rosati un monumento a ricordo del tragico evento che spezzò la vita di Pier Paolo Pasolini, e si scoprirà che cultura e ambiente insieme sono fondamentali nel lavoro di recupero e sviluppo di un territorio.

Anche il Parco Letterario “Gabriele d’Annunzio” di Anversa degli Abruzzi aderisce all’evento, mentre nei borghi di Raiano e Montenerodomo si parlerà di Benedetto Croce, padre delle prima legge italiana sulla tutela del paesaggio. Nel Parco Letterario Eugenio Montale e delle Cinque Terre, i visitatori impareranno a conoscere e conservare la biodiversità e i valori del paesaggio naturale e culturale. Nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, nell’Appennino tosco-romagnolo, si viaggerà con le fate, gli orchi, le principesse, i soldati e i santi di Emma Perodi.

E ancora, si ripercorreranno “Gli angoli magici, i luoghi dell’ispirazione di grandi autori e poeti” ospitati nel Parco di Monza dalla Regina Margherita e nel Giardino di Ninfa (il più bello del mondo secondo il New York Times) da Marguerite Chapin Caetani. Infine, una Basilicata meravigliosa anche in autunno inoltrato si svelerà ai visitatori con Federico II a Melfi, Isabella Morra a Valsinni, Albino Pierro a Tursi, Francesco Mario Pagano a Brienza, Francesco Lomonaco a Montalbano Jonico e Carlo Levi ad Aliano.

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Istanbul: il nuovo museo firmato da Renzo Piano è uno spettacolo

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio a Istanbul. La città che si estende lungo lo stretto del Bosforo, infatti, ospita un patrimonio storico, artistico, culturale e architettonico di immenso valore.

Dalla città vecchia, caratterizzata dalle influenze degli imperi che qui hanno governato, al quartiere Sultanahmet, dove sorgeva l’Ippodromo di Costantinopoli che sopravvive ancora oggi grazie alle testimonianze dei frammenti della struttura che sono sopravvissuti, passando per Hagia Sophia, uno dei luoghi di culto più celebri del Paese nonché emblema straordinario dell’architettura bizantina.

Di cose da fare, e da vedere, ce ne sono tantissime a Istanbul, e tutte sono destinate a lasciare senza fiato. Ma c’è un motivo in più, oggi, per raggiungere l’antica Costantinopoli, ed è il nuovo museo moderno progettato da Renzo Piano che verrà inaugurato proprio lì, sulle rive del Bosforo.

Bentornati a Istanbul

Il viaggio di oggi ci conduce in una città di immensa bellezza, che incanta e stupisce a ogni passo. Ed è proprio in questo luogo, concentrato di culture, tradizioni e storie grandiose, che sta per essere inaugurato uno dei musei più sensazionali e attesi di sempre.

Ci troviamo nel quartiere medievale di Galata, uno dei più antichi di tutta la città, nonché area portuale sin dai tempi dell’Impero bizantino. Crocevia di incontri, culture e popolazioni, questo luogo oggi, esattamente come ieri, costituisce uno dei nuclei più popolati di Istanbul, nonché un’importante zona commerciale.

Qui è nato anche l’Istanbul Modern Museum, ed è qui che sta per tornare con un nuovo e incredibile aspetto. Un edificio moderno che porta la firma dell’architetto Renzo Piano e che è destinato a ridefinire il volto urbano di questo quartiere.

Benvenuti nell’Istanbul Modern Museum

Quello che aprirà nel quartiere di Galata, è uno dei musei più attesi di sempre. Non solo perché i lavori per la sua realizzazione, che vanno avanti da 4 anni, hanno suscitato molta curiosità nei cittadini e nei viaggiatori, ma anche perché l’Istituzione in sé rappresenta il simbolo di un dialogo continuo tra l’identità culturale della città, e del Paese intero, con la scena artistica nazionale e internazionale.

L’Istanbul Modern Museum non è un museo qualsiasi, ma è un luogo che fin dalla sua fondazione ha ospitato milioni di persone di ogni età. Ed è questa la missione, quella di continuare a rendere accessibile l’arte con un edificio grandioso sulle rive del Bosforo.

A progettarlo è stato Renzo Piano, in collaborazione con lo studio Arup. Il nuovo edificio sostituisce quello già esistente, per proseguire quel dialogo tra passato e futuro, e ospiterà un’area verde e una nuova piazza, dalla quale sarà possibile raggiungere alcuni dei monumenti più celebri della città.

I lavori sono ancora in corso, in attesa di essere ultimati. Intanto quello che sappiamo del nuovo edificio è che si snoda su una superficie di 15000 metri quadrati, con ben 5 piani (3 fuori terra e 2 interrati) e che si sta preparando a diventare uno spazio pubblico nel quartiere di Galata all’insegna dell’arte, della cultura e della bellezza. I suoi spazi interni, inoltre, ospiteranno collezioni di arte moderna e contemporanea che appartengono già al museo.

La facciata del piano terra è stata realizzata in vetro, mentre quelle dei piani superiori in metallo lucido. Una scelta, questa, pensata per creare un inedito spettacolo di luci e ombre tra le acque del Bosforo, il sole e l’edificio.

La data dell”inaugurazione non è ancora stata resa nota, ma il nuovo Istanbul Modern Museum dovrebbe accogliere i visitatori nel nuovo edificio entro la fine del 2022.

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In camper per ammirare il foliage italiano: gli itinerari

L‘autunno, con i suoi colori caldi e spesso temperature piacevoli, è una delle stagioni più amate dell’anno. Del resto, in questo periodo di può ammirare il famigerato foliage che regala una sorta di festa cromatica grazie alla tonalità delle foglie che dagli alberi cadono in terra.

Un fascino a dir poco unico e che si assapora al meglio con un viaggio on the road a bordo di un camper. Per questo motivo, la piattaforma europea di camper sharing, Yescapa, ha deciso di proporre le migliori destinazioni italiane per partire per un’avventura autunnale a bordo di un camper. Scopriamo insieme gli itinerari selezionati.

Langhe a bordo di un camper, tra tartufo, vino e panorami mozzafiato

Regione straordinaria durante tutto l’anno, ma certamente dal fascino irresistibile in autunno, è il Piemonte e in particolare le Langhe. L’itinerario suggerito parte da Alba, in provincia di Cuneo, dove le colline che abbracciano il borgo sono punteggiate da magnifiche distese di alberi ambrati e dorati.

Fino al 4 dicembre da queste parti c’è la celebre Fiera internazionale del Tartufo bianco d’Alba, un appuntamento ricco di eventi enogastronomici che vedono come protagonista indiscusso il tartufo, ma anche diverse rievocazioni folkloristiche come il Palio degli Asini, l’investitura del Podestà e Il Baccanale del tartufo.

A pochi chilometri da qui da non perdere è La Morra, una delle città più alte della Bassa Langa, un meraviglioso belvedere che è tra i più panoramici di tutto il territorio. L’ideale è arrivare verso il momento del tramonto o poco prima per godersi appieno lo spettacolo del foliage, per poi proseguire la giornata in uno dei tanti locali dove fare una degustazione di vini e prodotti tipici.

Le ultime due tappe a bordo camper sono Monforte e Barolo. Due borghi indiscutibilmente meravigliosi, ma senza ombra di dubbio a entrare nel cuore del viaggiatore è il percorso per arrivarci: un reticolo di strade panoramiche immerse in distese di viti e noccioli a perdita d’occhio.

langhe autunno

Fonte: iStock

Paesaggio delle Langhe in autunno

Val di Non: qui il blu dei laghi incontra i colori dell’autunno

Un altro bellissimo itinerario autunnale da percorre in camper è quello che attraversa la Val di Non, in Trentino. Un percorso che fa scoprire laghi, sentieri e tappeti di foglie policromi. La prima tappa è l’affascinante Lago di Tovel, uno specchio d’acqua incastonato fra le Dolomiti di Brenta in cui si riflettono i colori degli alberi attorno.

Subito dopo direzione borgo di Casez, dove svetta un castello che domina gli edifici dell’antico abitato. Un luogo che non ha perso il suo fascino nonostante i pesanti rimaneggiamenti di fine Ottocento.

Poi ancora i Laghi di Coredo e Tavon, dai quali è possibile percorrere la Via dei Sogni fino a Coredo, e ultimo (ma non meno bello) il Lago Smeraldo: un paradiso per gli amanti del foliage che da qui potranno passeggiare lungo il Sentiero dell’Erica.

Val di Non autunno

Fonte: iStock

Lago di Tovel in autunno

Carso: tra colori e sorprese

Il terzo itinerario consigliato riguarda l‘altopiano carsico in Friuli-Venezia Giulia. Qui l’arrivo dell’autunno porta con sé un caleidoscopio di colori che vanno dal giallo al porpora e che trasformano il paesaggio in una landa infuocata.

Il punto di partenza suggerito è Basovizza, in provincia di Trieste, da dove poter iniziare a percorrere i sentieri fino alle pendici del Monte Cocusso, costellati dal sommaco, arbusto simbolo di questi luoghi dalle accese colorazioni in piena palette autunnale.

Si prosegue, poi, verso il paesino di Padriciano per addentrarsi nei boschi circostanti. Qui si possono prenotare gite a cavallo per godersi un’esperienza suggestiva, circondati da un incantevole scenario naturale. L’itinerario in camper si chiude lungo la costa sul percorso panoramico che unisce Santa Croce ad Aurisina, il Sentiero della Salvia, che regala magnifici belvedere sul Golfo di Trieste, mentre i contrasti cromatici delle foglie dorate e rosse col bianco delle rocce calcaree rendono il tutto quasi magico .

Inoltre, fino al 5 novembre il Carso triestino e goriziano ospita la manifestazione “Sapori del Carso” che propone eventi ed esperienze culinarie per promuovere i sapori della tradizione, i prodotti e i produttori locali.

carso autunno

Fonte: iStock

Vista autunnale dell’altopiano carsico

Abruzzo in camper per scoprire i castelli immersi nella natura

L’Abruzzo è una delle regioni italiane che più di altre conserva una natura incontaminata e un paesaggio che si sviluppa tra mare e montagna. L’itinerario, in questo caso, si inerpica sulle colline del chietino fino ad arrivare sulla costa, in un on the road a caccia dei castelli, natura e buon vino.

Si parte da Crecchio, sede dell’omonimo castello medievale nel centro storico del paese. Da qui, si può percorrere la Via dei Mulini: un sentiero di 10 chilometri fra i bellissimi vigneti abruzzesi.

Si prosegue poi verso il castello più fotografato d’Abruzzo: Roccascalegna, che si trova arroccato su una scenografica sporgenza rocciosa circondata da vegetazione che in questa stagione si dipinge di rosso e giallo. Virando verso il litorale si incontra, poi, il Castello di Monteodorisio e poco oltre la Riserva Naturale Regionale Bosco Don Venanzio: uno degli ultimi lembi di foresta planiziale della costa adriatica, perfetta per una passeggiata ottobrina.

Questa stagione, inoltre, da queste parti sinonimo di vendemmia. Per questo motivo, con lo scopo di festeggiare il vino nuovo molti produttori locali partecipano all’evento “Cantine Aperte”, accogliendo i visitatori e proponendo degustazioni dei loro prodotti.

Roccascalegna, autunno

Fonte: iStock – Ph: ROMAOSLO

Roccascalegna, Abruzzo

Irpinia: borghi, parchi e profumo di castagne

L’ultimo itinerario consigliato, ma non per bellezza e importanza, si sviluppa in Irpinia, in provincia di Avellino. Da queste parti il tempo sembra essersi fermato. Un lembo di terra italiana ricco di storia e bellezze naturali, composto da antichi borghi immersi nei boschi. Non è un caso, infatti, che sia nota anche come “la verde Irpinia”,  terra che in autunno diventa scenario di una vera e propria esplosione cromatica.

Il percorso in camper parte dal Parco Regionale del Pertenio, in particolare da Ospedaletto d’Alpinolo, da cui si può percorrere il Sentiero del Pellegrino per arrivare al Santuario di Montevergine. Lungo il cammino, di circa due ore, si può godere della maestosità del bosco e dei suoi bellissimi giochi di colore. Il viaggio, poi, continua verso Serino, borgo dalla storia ultramillenaria che si mescola con il mito di Sabatia.

Gli amanti del trekking potranno poi proseguire verso Santa Lucia di Serino alla volta del Monte Faggeto, un’escursione di un’ora e mezza che conduce attraverso le splendide faggete del Piano della Guardia. Ultima tappa è il delizioso borgo di Nusco, chiamato anche “Balcone dell’Irpinia”: dall’alto dei suoi 914 metri, regala ai visitatori una vista panoramica mozzafiato sul Massiccio del Vulture e sui monti dell’Appennino campano.

Insomma, il nostro Paese durante l’autunno è ancora più incantevole.

Irpinia autunno

Fonte: iStock

Irpinia in autunno
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Crociere di lusso: salpa la nave-resort da sogno

Navigare a bordo di questa nuova nave di lusso sarà come soggiornare al Ritz. Infatti, sta per salpare la prima di tre navi-yacht del gruppo The Ritz-Carlton, la catena di resort di lusso famosa in tutto il mondo.

A metà tra una nave da crociera e un hotel a cinque stelle, Evrima sarà un’imbarcazione di dimensioni contenute che potrà ospitare pochi fortunati passeggeri.

Lunga 190 metri, solo 298 persone potranno godere dei servizi lussuosi e degli itinerari esclusivi della Ritz-Carlton Yacht Collection.

Le suite a bordo

Prima di tutto offrirà uno dei più alti rapporti tra personale e spazio a bordo della nave, mentre il design delle 149 suite dello yacht sarà il top. Oltre a offrire suite di grandi dimensioni, Evrima avrà anche dei loft a due piani.

Tutte le cabine avranno una terrazza privata ed enormi finestre dal pavimento al soffitto, in modo da renderle incredibilmente ariose e spaziose. Grazie a una parete oscurante, alcune suite potranno essere trasformate in spazi ancora più ampi e aperti, personalizzando ulteriormente la stanza.

Quanto ai servizi, naturalmente saranno il massimo del lusso, a partire dal letto king-size, il bagno con il doppio lavabo, biancheria di lusso e molto altro.

Intrattenimento di lusso

I passeggeri a bordo di Evrima potranno godere di divertimenti di alto livello, tra cui i trattamenti alla spa Espa con i prodotti esclusivi 111SKIN del chirurgo plastico di fama mondiale dottor Yannis Alexandrides, sauna e bagno turco, infinity pool e palestra.

Spa-espa

Fonte: @Ritz-Carlton

L’area relax della spa Espa a bordo

Diversi i ristoranti da provare a bordo tra cui quello dello chef tri-stellato Sven Elverfeld, ma anche sushi bar e interpretazioni creative della cucina del Sud-Est asiatico.

Per le serate, gli ospiti potranno assistere a spettacoli di musica jazz e classica o a conferenze con esperti di fama e a progetti in collaborazione con le comunità artistiche e musicali locali.

Le crociere Ritz saranno perfette anche per i bambini che potranno godere di uno spazio dedicato, il Ritz Kids, dove impareranno tutto sulla conservazione dell’ambiente marino.

Escursioni personalizzate

Una volta giunti nei porti, i passeggeri potranno farsi consigliare escursioni meravigliose dai concierge della nave. Dai da tour guidati nei musei alla visita dei siti Unesco, dallo yoga sulle spiagge private alle zip-line nelle foreste pluviali, dalla caccia al tartufo agli sport acquatici nel porto. Alcuni itinerari saranno notturni, per vivere un’esperienza culturale indimenticabile e unica, prima di raggiungere lo yacht nella destinazione successiva.

Gli itinerari

La maggior parte dei viaggi a bordo della Evrima ha una durata compresa tra le sette e le dieci notti, con scali anche in porti più intimi. Non esistono due itinerari uguali, in questo modo è possibile combinare percorsi diversi senza il rischio di dover rivisitare una destinazione.

A seconda della stagione, la nave salperà verso il Mediterraneo, i Caraibi, il Centro e Sudamerica. Le tappe comprendono alcune mete classiche, come le Baleari, la Spagna e la Costa Azzurra, ma anche le spiagge di Aruba e le coste tropicali del Costa Rica. Ma ci sono anche porti meno battuti, come Mykonos, Saint-Tropez e St. Barts.

Quanto costa una crociera di lusso

I prezzi ovviamente sono molto flessibili, dipende dalla durata, dal tipo di cabina e dai servizi di cui si desidera usufruire a bordo e a terra.

Giusto per farvi un’idea, una crociera di sette notti nel Mediterraneo a bordo di questo yacht di lusso con imbarco a Roma Civitavecchia e destinazione Marsiglia parte da 7,746 euro, più di mille euro a notte, insomma. Per alcune crociere, però, il preventivo è personalizzato e va richiesto online.

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La Palermo della fiction “I Leoni di Sicilia”

Palermo è il grande set a cielo aperto della serie Tv “I Leoni di Sicilia“ che andrà in onda su Disney+. La fiction, che racconta l’epopea della celebre famiglia Florio, è tratta dal best seller di Stefania Auci e vedrà come protagonisti Miriam Leone, Giulia Portalupi, e Michele Riondino, nel ruolo di Vincenzo Florio.

Come l’omonimo romanzo – e il seguito, “L’inverno dei Leoni” – racconta di una Sicilia bella e opulenta, ricca e orgogliosa, che ha affascinato milioni di lettori – e a breve anche di telespettatori – che desiderano andare alla scoperta di quei luoghi così affascinanti ed epici narrati.

L’Olivuzza, Villa Igiea, l’isola di Favignana, luoghi meravigliosi che più volte ritornano nel racconto dei Florio e che presto vedremo in Tv. Oltre a queste note location, ce ne sono altre che, dopo averle viste, vi verrà voglia di andare a visitare.

I palazzi di Palermo

Cuore delle vicende è Palermo. Molte strade della città sono state riportate indietro nel tempo, mentre è stato più semplice girare le scene nei sontuosi palazzi palermitani rimasti tali e quali. Uno di questi è Palazzo Comitini o Palazzo Gravina che si affaccia su via Maqueda, e che oggi ospita la sede del Sindaco. È un edificio del ‘700 le cui sale interne sono una meraviglia, con stucchi e soffitti affrescati, pavimento con un fastoso maiolicato settecentesco napoletano e i salottini alla cinese dove erano decine i piatti della ceramica Florio incassati nelle pareti di legno.

Un’altra location della fiction è Palazzo Valguarnera-Gangi, che si trova in piazza Croce dei Vespri, un quartiere ricco di maestose residenze nobiliari. Questo enorme palazzo di 8mila metri quadrati del ‘700 in stile Rococò ha visto davvero passare tra le sue sale la famiglia Florio, oltre a principi e teste coronate di tutte le Corti d’Europa, specie la maestosa sala da ballo, detta anche Salone Giallo per via delle sete che rivestono tutte le pareti e l’arredo, illuminata da grandi lampadari a candele di vetro di Murano (quello centrale ha ben 102 bracci), ispirata alle regge di Versailles e di Caserta. Dalla magnificenza di questo palazzo trasse ispirazione prima ancora Luchino Visconti per l’ambientazione del ballo nel film “Il Gattopardo”, considerato una pietra miliare della storia del cinema italiano.

Nel centro storico di Palermo un altro palazzo che ha fatto da set a “I Leoni di Sicilia“ è Palazzo Alliata di Villafranca, in piazza Bologni, che occupa un intero isolato. Questo edificio cinquecentesco ospitava una delle più importanti collezioni d’arte della città, fra cui è ancora visibile la celebre crocefissione di Van Dyck. Una lapide ricorda che davanti al palazzo sostò nel 1860 Giuseppe Garibaldi.

Molti riconosceranno, invece, un altro edificio palermitano, Palazzo dei Normanni o Palazzo Reale, che oggi ospita la sede dell’Assemblea regionale. È la più antica residenza reale d’Europa, dimora dei sovrani del Regno di Sicilia, sede imperiale con Federico II e Corrado IV e dello storico Parlamento siciliano. È uno dei luoghi più visitati di tutta la Sicilia.

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Fonte: 123rf

Il cortile del Palazzo dei Normanni a Palermo

Al primo piano si trova la meravigliosa Cappella Palatina, una basilica in stile siculo-normanno, fatta consacrare nel 1140 da re Ruggero II di Sicilia, oggi patrimonio dell’Unesco. È quasi completamente rivestita di mosaici dorati.

Non solo palazzi storci, ma anche le chiese più belle di Palermo saranno protagoniste della fiction. Prima fra tutte, la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo che si trova nel quartiere più antico della città, quello della Kalsa. Risale anch’essa al 1500 ed è stata realizzata in stile tardo gotico. È stata un teatro, un lazzaretto nel ‘600, un magazzino per i cereali e grano e anche un ospedale.

Infine, nello stesso quartiere, c’è un altro bellissimo palazzo set della fiction: Palazzo Mirto. È stato per quattro secoli la dimora palermitana dei Filangeri, una famiglia di origine normanna e oggi è una casa-museo. È uno dei migliori esempi di residenza aristocratica palermitana.

Gli arredi interni arredi sono meravigliosi, con enormi lampadari in vetro di Murano, pannelli laccati con motivi dorati provenienti dalla Cina, orologi, porcellane e arazzi. Le stanze di rappresentanza si articolano intorno a una terrazza con un ninfeo e un trompe-l’œil che raffigura un giardino.

Le vie del centro storico

Molte strade di Palermo non sono così diverse oggi rispetto agli anni in cui vivevano i Florio, in particolare quelle del centro storico. Le scene della fiction sono state quindi girate intorno alla famosissima piazza Villena, meglio conosciuta come Quattro Canti, con i quattro palazzi che rappresentano le quattro stagioni e i quattro re, tra piazza Pretoria, piazza Bellini, via Maqueda, via Vittorio Emanuele (o Cassaro) e la Discesa dei Giudici.

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Le location insolite della fiction Tv “Sopravvissuti”

La fiction televisiva RAI “Sopravvissuti” racconta le vicende di un gruppo di sopravvissuti a una tragedia avvenuta in mare a bordo di un’imbarcazione chiamata Arianna. È ambientata a Genova e dintorni.

Grazie alla Genova Liguria Film Commission che ha dato una mano alla produzione a trovare location insolite, il pubblico ha la chance di scoprire attraverso il piccolo schermo alcuni luoghi davvero curiosi e poco noti del Capoluogo ligure.

Puntata dopo puntata emergono dettagli sempre più curiosi su questa splendida città ligure che sta vivendo una vera rinascita.

Le case panoramiche dei protagonisti

Gli splendidi palazzi, spesso con vista mozzafiato sulla città e sul mare, dove vivono i protagonisti sono uno più bello dell’altro. Luca (interpretato da Lino Guanciale) vive in una bella palazzina Liberty nella zona del Lido, la spiaggia dei genovesi, tra via Giordano Bruno e corso Italia, con una terrazza panoramica che regala una vista impagabile.

Una vista meravigliosa ce l’ha anche Anita (l’attrice Pia Lanciotti), madre di uno dei dispersi, Gabriele, che vive in un appartamento tutto vetrato all’ultimo piano di un palazzo nella zona della Cattedrale di San Lorenzo con vista sul porto.

Non solo Porto antico

Protagonista assoluto è il porto di Genova, dove è ambientata la partenza della barca Arianna e il ritorno del relitto. Questa insenatura naturale, che per secoli è stata teatro del più importante commercio del Mediterraneo, oggi è il cuore turistico e culturale del Capoluogo ligure.

Tuttavia, più ci si addentra nella vicenda più i flashback mostrano i dettagli degli ambienti intorno ai quali è incentrata la storia. Il cantiere navale dove è stata costruita l’Arianna e dove lavorano molti dei protagonisti di “Sopravvissuti” è stato ricreato nei silos dei Magazzini del Cotone, nel Porto antico di Genova, dove si svolge ogni anno il Salone nautico ma che ospita anche locali e cinema che molti spettatori avranno già riconosciuto.

Questi edifici furono costruiti nel 1800 come magazzini per il deposito del cotone con tanto di binari ferroviari per trasportare la merce arrivata via mare fuori città. Sono stati sistemati nel 1992 in occasione dell’Expo Colombiana per il 500° anniversario della scoperta dell’America.

Sempre in una parte del Porto antico è stato ambientato l’hangar dove i sopravvissuti incontrano i loro famigliari: si tratta del padiglione B Jean Nouvel della fiera di Genova che fa parte del nuovo Waterfront di Levante, il progetto pensato da Renzo Piano per riqualificare il lungomare genovese dal punto di vista architettonico e tecnologico.

Altre location inedite

La figlia di Luca, Maia, e uno dei sopravvissuti, Nino, frequentano la stessa scuola. L’edificio usato per il Liceo scientifico statale Carlo Cattaneo è in realtà l’Albergo dei Poveri, nel quartiere di Castelletto, sulle alture di Genova. L’edificio del 1600 è nato proprio per ospitare i poveri della città e non ha mai cambiato destinazione d’uso. Poco lontano si trova uno degli edifici più famosi di Genova che spesso viene inquadrato dalle telecamere durante le panoramiche sulla città.

Si tratta del Castello Bruzzo, una villa commissionata dall’ingegner Pietro Micheli (un tempo si chiamava appunto “villa Micheli”) all’architetto Gino Coppedè nel 1904 e che riprende il modello del Castello Mackenzie, sempre a Genova e Bene del FAI. Oggi è sede di eventi.

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L’eccezionale scoperta avvenuta mentre si scavava per un ospedale

Alcuni mesi fa ha avuto inizio un’ampia campagna di scavi che ha portato alla scoperta di qualcosa di eccezionale: là dove presto dovrà sorgere un nuovo complesso ospedaliero, gli operai hanno rinvenuto antichissime tracce di una città romana e decine di reperti molto preziosi.

Padova, l’incredibile scoperta

Lo scorso aprile 2022, hanno preso il via le indagini preliminari per gli scavi necessari alla costruzione della nuova sede di Pediatria dell’Ospedale di Padova, in un’area già conosciuta per la sua importanza archeologica. Qui infatti sorgeva l’ex palazzina di Pneumologia, realizzata attorno alla metà del secolo scorso e ora abbattuta per far spazio al nuovo polo ospedaliero. Purtroppo, nell’edificare la vecchia struttura, i lavori avevano raggiunto strati profondi nel sottosuolo causando una “forte frammentazione della stratigrafia archeologica ancora intatta”, come ha spiegato la funzionaria archeologa Cinzia Rossignoli.

Ora, nel lavorare alla costruzione del nuovo edificio, sono stati compiuti scavi più accurati per preservare l’incredibile patrimonio che sta pian piano emergendo. Si tratta di un’antica città romana, di cui attualmente sono venuti alla luce alcune strutture a carattere produttivo, il tracciato di un corso d’acqua e una strada che lo costeggiava. “Ci siamo trovati davanti ad una situazione molto complessa, soprattutto per la difficoltà di raccordare tra loro dati così frammentati, anche a causa del fenomeno diffuso delle spoliazioni di epoca medievale e rinascimentale per recuperare il materiale da costruzione” – ha aggiunto la Rossignoli.

Ma i reperti ora rinvenuti apportano grandi novità: gli scavi, diretti dalla Soprintendenza competente, si spingono infatti anche nelle aree più a nord e ad ovest rispetto al luogo in cui sorgeva l’ex Pneumologia. Queste zone, finora mai indagate, si è riscontrata una maggiore integrità della sequenza archeologica e sono venuti alla luce numerosi reperti interessanti. Come ad esempio le fondamenta di un grande edificio quadrangolare adibito probabilmente a magazzino, dove sono stati trovati resti di carbone e cenere (chiaro prodotto di processi di combustione), ma anche fornetti e frammenti di anfore.

Scavi a Padova

Fonte: Soprintendenza | Ph. ditta Malvestio Diego & C. snc

Città romana emersa dagli scavi

La città romana emersa dal sottosuolo

È dunque nel cuore della città di Padova che stanno tornando ad emergere preziosissimi reperti di un’antica civiltà. Nell’area del complesso ospedaliero, erano già state rinvenute numerose altre tracce dell’insediamento romano in questione. Ad esempio, tra la vecchia sede di Pediatria e la Clinica Ostetrica, alcuni anni fa erano stati trovati i resti di canalizzazioni agrarie, di edifici produttivi e di una necropoli. Mentre, accanto alla palazzina di Oncoematologia, gli esperti avevano scoperto due scheletri. La zona attualmente soggetta agli scavi rappresenta invece il suburbio orientale della città romana, ovvero l’area più esterna dell’insediamento.

Una delle caratteristiche principali del cantiere in corso è l’assenza di sepolture: durante i lavori è stata rinvenuta solamente l’inumazione di un bambino, ai margini della zona degli scavi. I primi reperti sono già stati catalogati e sottoposti ad attento studio, ma le ricerche non sono affatto concluse. “Continueranno attraverso lo scavo manuale e una documentazione minuziosa, anche con l’ausilio di tecnologie avanzate come ortofotopiani, sorvoli con drone, consulenze e prelievi per analisi specialistiche” – ha fatto sapere la Soprintendenza.

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In Cina c’è un tempio dedicato al cielo: è spettacolare

Esistono alcuni viaggi che sono destinati a cambiarci la vita. Sono quelli che ci portano alla scoperta di territori immensi e variegati, di culture, storie e tradizioni che sono lontanissime da quelle che ci appartengono.

Ed è proprio un viaggio così che vogliamo fare oggi insieme a voi, un’avventura che ci conduce dall’altra parte del mondo in uno dei Paesi più affascinanti dell’intero pianeta. Ci troviamo in Cina, in una delle nazioni più popolose dell’Asia Orientale, proprio lì dove praterie sconfinate si alternano a deserti, montagne e fiumi, dove i grandi e futuristici grattacieli fanno da contrasto ai siti storici e ai luoghi culturali.

La grande capitale, poi, è una vera meraviglia. Una città fatta di architetture moderne e siti dall’immenso valore storico, artistico e culturale, come il complesso monumentale della Città Proibita, o come quel tempio dedicato al cielo in cui vogliamo portarvi oggi, e che vi lascerà senza fiato.

Pechino: l’incontro tra cielo e terra

Ci troviamo nella parte meridionale di Pechino, nel distretto di Xuanwu, lì dove un tempo la dinastia dei Ming volle la costruzione del Tempio del Cielo, uno dei più grandi complessi esistenti di edifici sacrificali in tutto il Paese.

Le sue origini affondano nel 1420, anno in cui iniziò la costruzione di tutta una serie di edifici volti a creare l’Altare del Cielo. Il grande tempio, infatti, serviva proprio all’Imperatore della Cina, chiamato Figlio del cielo, per compiere le sue cerimonie di sacrificio volte a garantire il benessere della popolazione.

Il grande parco, usato ancora oggi per i sacrifici annuali al Cielo previsti dal confucianesimo, è aperto al pubblico, e permette di entrare in contatto con una realtà maestosa, straordinaria e incredibilmente suggestiva. Gli ingressi sono quattro, e sono posti in corrispondenza dei punti cardinali. All’interno del parco, invece, si trovano i tre altari principali che sono la Sala di preghiera per il buon raccolto, la Volta celeste Imperiale e l’Altare circolare.

Tempio del Cielo

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Tempio del Cielo

Il Tempio del Cielo

Il parco si estende su un’area che misura quasi tre chilometri e che permette di visitare le tre principali costruzioni. L’Altare circolare, che ha le sembianze di una piattaforma circolare, è il luogo dove un tempo venivano celebrati i sacrifici al Cielo in occasione del solstizio d’inverno. Tutto doveva essere eseguito in maniera impeccabile perché il minimo errore avrebbe potuto avere conseguenze nefaste per l’intera popolazione.

A nord di questa struttura, invece, troviamo la Volta celeste Imperiale, un edificio circolare dal tetto a cono, ricoperto di tegole blu e circondato a sua volta da una cinta muraria rotondeggiante. L’edificio era considerato la Casa degli Dei, e per questo qui venivano risposti gli altari e le tavole sacre dei Dio del Cielo.

Ultima, ma non meno importante, è struttura della Sala della preghiera per i buoni raccolti. Qui l’imperatore si recava per le sue preghiere al cielo, per auspicare un buon raccolto estivo. Si aggiungo al complesso anche il cortile della musica sacra e le stalle degli animali da sacrificare.

L’area del parco del Tempio del Cielo ha una forma semi circolare da una parte, e quadrata dall’altra, questo per rispecchiare l’ideologia cinese secondo la quale il cielo è rotondo e la Terra quadrata.

Se gli esterni sono incredibilmente suggestivi, gli interni sono destinati a levare il fiato. Nella costruzione dell’Altare del Cielo, infatti, sono stati coinvolti numerosi artigiani locali che, con sapiente abilità, hanno dato vita a un capolavoro visivo che racconta la concezione del mondo secondo l’Antica Cina.

Visitare il Tempio del Cielo a Pechino è un’esperienza senza eguali che permette di toccare con mano una storia antichissima e affascinante che affondano nelle origini delle credenze arcaiche del Paese. Dal 1998, inoltre, questo luogo è stato inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO.

Tempio del Cielo

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Tempio del Cielo
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C’è un po’ di Mediterraneo anche tra le Dolomiti

Come può il Mediterraneo arrivare sino alle propaggini più settentrionali del nostro Paese, là dove alte vette montuose si ergono imponenti verso il cielo? Sembra quasi un miracolo, ma è realtà: tra le Dolomiti, uno dei Patrimoni UNESCO custoditi in Italia, si nasconde un’atmosfera mediterranea che pare catapultarci immediatamente nelle solatie terre del sud. Scopriamo di che cosa si tratta.

Trentino Alto Adige, gli uliveti a due passi dalle montagne

Naturalmente, non stiamo parlando del mare: le Dolomiti sono ben lontane dalla costa, tuttavia nei loro dintorni si celano paesaggi che richiamano senza alcun dubbio le atmosfere tipiche dell’area mediterranea. Siamo in Trentino Alto Adige, lungo le sponde del lago di Garda, dove venti caldi danno vita ad un microclima davvero particolare, pur trovandoci a due passi dalle alte montagne. Ed è in questo angolo di paradiso che sorgono splendidi uliveti, dai quali si produce un rinomato olio extravergine di grande qualità.

L’impressione è proprio quella di un’oasi mediterranea incastonata tra le Dolomiti: da secoli, generazioni di coltivatori si tramandano quello che è a tutti gli effetti un preziosissimo patrimonio paesaggistico e non solo. Questi sono infatti gli olivi che crescono più a nord del mondo intero, grazie ad una fortunata combinazione di caratteristiche del territorio e ad un grande amore per l’olivicoltura. L’olio evo del Garda Trentino è un prodotto davvero speciale, dal sapore dolce e vellutato e dall’aroma di erbe selvatiche, che esprime al meglio gusti e profumi tipici delle Dolomiti.

L’autunno è l’occasione ideale per andare alla scoperta di questo territorio magnifico e delle sue prelibatezze. In questa stagione, la natura offre uno spettacolo incredibile: è il foliage, la magia dei colori che emergono brillanti nelle migliaia sfumature gialle, arancioni e rosse splendenti sotto il sole. Perché non approfittarne per ammirare paesaggi incantevoli e poi concedersi qualche assaggio delle specialità locali? Ecco le migliori esperienze da fare nella cornice del Garda Trentino, all’ombra delle splendide Dolomiti.

Uliveto del Trentino

Fonte: Ufficio Stampa | Ph. Fabio Staropoli

Un uliveto in Trentino Alto Adige

Gli eventi e le esperienze imperdibili

Il fine settimana del 22 e 23 ottobre si svolge un appuntamento incredibile: la rassegna Frantoi Aperti ci conduce, con visite guidate e percorsi sensoriali, alla scoperta del mondo dell’olivocoltura, dalla raccolta alla spremitura sino all’assaggio del rinomato olio così prodotto. E per vivere appieno questa esperienza, sul territorio ci sono diversi agriturismi e bed&breakfast immersi tra gli olivi, in un panorama meraviglioso. Ovviamente, in Trentino ci sono moltissime altre avventure in cui tuffarsi, tra percorsi ciclopedonali, trekking e giornate di relax nella natura.

Il borgo di Arco è senza dubbio una delle mete da non perdere, con le sue strette viuzze e le tante bellezze da visitare. Il suo castello, abbarbicato su un promontorio roccioso, gode di una vista mozzafiato. E ai suoi piedi si snoda la Rilke Promenade, passeggiata letteraria che segue le orme del poeta Rainer Maria Rilke, alla scoperta dei luoghi che lo ispirarono. Un altro panorama meraviglioso è quello che si può ammirare dall’alto del Monte Baone, in un’escursione adatta anche ai più piccini. Alle sue pendici, gli olivi si stagliano contro l’azzurro del lago di Garda: è pura magia.

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A pochi chilometri da Roma esiste un borgo dove cantano le streghe

A volte sono le meraviglie create da Madre Natura a spingerci a organizzare quei viaggi che ci conducono dall’altra parte del mondo. Altre volte, invece, sono i capolavori firmati dall’uomo a farci mettere in viaggio per scoprire quelle attrazioni turistiche che si sono trasformate in simboli di territori, città e Paesi interi.

I motivi sono diversi, personali e soggettivi, e tutti sono accomunati dall’esigenza di vivere esperienze uniche che non si limitano solo a percorrere i sentieri più battuti del turismo di massa o a visitare le attrazioni più celebri in tutto il mondo, ma che coinvolgono i sensi, solleticano la fantasia e l’immaginazione, e superano le aspettative.

E se è un’avventura da brividi, che volete vivere, allora vi farà piacere che non dovrete allontanarvi dall’Italia per scoprire un luogo estremamente affascinante, misterioso e suggestivo. Nel BelPaese, e a pochi chilometri da Roma, infatti, esiste un villaggio abbarbicato su una rupe di tufo a strapiombo sul fiume. Si tratta di Calcata, il borgo delle streghe. Ed è qui che inizia il nostro viaggio.

Chi ha paura delle streghe?

Esiste un borgo dall’aspetto affascinante, che per forme, colori e posizione ricorda una cartolina, la più bella di un viaggio indimenticabile. Ci troviamo a Calcata, un piccolo paese nella Tuscia viterbese a pochi chilometri da Roma.

Immerso nella Valle del Treja, nei pressi delle Cascate di Monte Gelato, il paesino è situato in cima a una rupe in tufo che domina su tutta la valle circostante. Come molti borghi d’Italia, però, anche questo ha dovuto fare i conti con lo spopolamento avvenuto nella metà del secolo scorso. La roccia di tufo, infatti, era considerata poco sicura per gli abitanti che scelsero di lasciare le loro case per trasferirsi a Calcata nuova, il neonato centro abitato situato nelle immediate vicinanze del vecchio borgo.

Negli anni successivi, però, nuove perizie hanno attestato la solidità della rupe di tufo, una notizia questa che ha visto la rinascita di quel borgo medievale che, lentamente, si è popolato di botteghe di artisti che sono giunti fin qui per trovare ispirazione, pace e relax lontano dal caos cittadino.

Non sono mai stati soli, però. Insieme a loro, si dice, vivono anche le streghe. Nessuno le ha mai viste, intendiamoci, eppure c’è chi giura di sentirle cantare a volte. Ma quel che è certo è che queste creature magiche vivono e sopravvivono nelle leggende locali, le stesse che parlano di Calcata come il borgo delle streghe.

Calcata, il borgo degli artisti e delle streghe

Calcata, come abbiamo anticipato, è considerata il borgo degli artisti, perché è proprio a loro che è dovuta la sua rinascita. Intellettuali provenienti da tutto il mondo hanno scelto questo paese immerso nella natura come buen retiro, aprendo botteghe che ancora oggi popolano e rendono vive le strade e le viuzze del Paese.

Ma Calcata, lo abbiamo già detto, è anche il borgo delle streghe. Secondo alcune storie popolari sembra proprio che all’interno delle grotte sotterranee venissero propiziati rituali magici. Le streghe non sono mai state avvistate, però chi vive lì giura di sentirle cantare durante le giornate più ventilate.

Indipendentemente da ciò in cui scegliate di credere, quello che è certo è che una visita a questo borgo è un’esperienza al di fuori dell’ordinario. Non solo per la bellezza che appartiene a questo luogo, e per le storie che si celano tra le strette viuzze del paese, proprio lì dove si alternano le botteghe degli artisti. Ma anche per quell’atmosfera mistica, suggestiva e anche un po’ magica che si respira a ogni passo.

Il periodo migliore per visitare Calcata è sicuramente ottobre, quando i colori dell’autunno tingono tutto il paesaggio di meraviglia, ma anche perché è questo il mese di Halloween. E quale posto migliore, se non il borgo delle streghe, per vivere la notte più spaventosa dell’anno?