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Esiste un mercato attraversato dal treno: è incredibile

La voglia di esplorare i territori lontani, di conoscere le culture e le tradizioni che appartengono alle popolazioni locali ci spinge a raggiungere anche l’altro capo del mondo, perché il vero obiettivo di un viaggio è proprio quello di una continua e sorprendente scoperta.

Ma se c’è una cosa che abbiamo imparato grazie alle esperienze vissute è che al di là dei monumenti iconici, dei gioielli architettonici e delle attrazioni turistiche che diventano tappe imprescindibili di un itinerario di viaggio, c’è un posto che più di tutti sa raccogliere, conservare e raccontare l’anima più vera di un territorio.

Stiamo parlando dei mercati, luoghi in cui i cittadini abitualmente si recano, dove i viaggiatori si incontrano. Posti fatti di chiacchiere e sorrisi, di prodotti gastronomici caratteristici e altri oggetti della tradizione. Ce ne sono tanti nel mondo, alcuni sono secolari e conservano la storia della città in cui sono nati, altri sono più recenti, ma comunque bellissimi. E altri ancora sono stati trasformati in capolavori artistici da attraversare. E poi c’è lui, unico, incredibile e quasi magico, un mercato che sorge sui binari e che ogni giorno è attraversato da un treno. Scopriamolo insieme.

Viaggio in Thailandia, alla scoperta del mercato più bizzarro del mondo

Per scoprire quello che è, con tutta probabilità, uno dei mercati più bizzarri e straordinari del mondo dobbiamo recarci in Thailandia, a circa 80 chilometri da Bangkok, e più precisamente a Samut Songkhram, località attraversata dalla Maeklong Railway, una ferrovia che si snoda per quasi 65 chilometri e che collega alcune città della Thailandia centrale.

È qui che esiste un posto al di fuori dell’ordinario che renderà il vostro viaggio in Thailandia ancora più magico. Nel quartiere Maeklong, infatti, sorge il Talad Rom Hoop, che è anche conosciuto come mercato ferroviario, e che tradotto letteralmente vuol dire “chiudere l’ombrello”. Il motivo? Il mercato è attraversato ogni giorno, e più volte, dai treni della linea ferroviaria locale, e quando questo accade i venditori raccolgono velocemente merci e banchi avvolgendoli nei grandi e colorati tendaggi, per poi rimontare tutto dopo il passaggio del mezzo di trasporto.

Mercato ferroviario di Maeklong

Fonte: iStock/santirf

Mercato ferroviario di Maeklong

Talad Rom Hoop

Il Talad Rom Hoop, con gli anni, è diventato una delle attrazioni turistiche più particolari della Thailandia. Come abbiamo anticipato, infatti, una parte di questo mercato è situato proprio su un tratto della linea ferroviaria dove corrono i treni della Maeklong Railway e che attraversano il mercato 8 volte al giorno tutti i giorni.

Non un mercato qualunque intendiamoci, ma uno dei più grandi della Thailandia. Il Talad Rom Hoop, che è diventato un punto di riferimento nella città e nel quartiere, ospita tantissimi banchi con diversi prodotti locali, tra cui anche carne, pesce e frutta fresca. A rendere magico questo luogo è il folclore che gli appartiene e che è evidenziato non solo dai colori e dai profumi che appartengono ai prodotti esposti sul banco, ma anche dai grandi tendoni colorati che avvolgono le bancarelle. Gli stessi che spariscono velocemente quando passano i treni.

L’arrivo del treno, che limita la velocità nei pressi del mercato, viene annunciato dai fischi caratteristici che danno il tempo ai passanti di sposarsi al lato dei binari, e ai mercanti di battere in ritirata. Dopo il passaggio del treno, tutto ritorna come prima e tutti possono continuare in maniera spensierata il loro shopping, fino al passaggio del treno successivo.

Mercato ferroviario di Maeklong

Fonte: iStock/urf

Mercato ferroviario di Maeklong
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Il giardino di zucche più grande d’Europa

Siamo nel pieno dell’autunno e della stagione delle zucche, quella che va da settembre a novembre e che vede spuntare nei campi quelle grosse palle arancioni che fanno tanta allegria.

Ed è in un luogo inaspettato che si staglia davanti agli occhi del visitatore il campo di zucche più grande d’Europa e che si trova proprio in Italia.

Il Giardino delle zucche

Alle porte di Caserta, a Pignataro Maggiore, c’è il Pumpkin Patch, il giardino delle zucche. Chiunque può andarci, scegliere la zucca preferita, raccoglierla e portarsela a casa. Sul modello dei campi di tulipani “you pick” che a primavera spopolano ormai anche in Italia, il campo di zucche è la versione autunnale, un po’ più impegnativa perché la zucca, a differenza del tulipano, ha un certo ‘peso’, ma che dà esattamente la stessa sensazione.

Il Pumpkin Patch non consente solamente di raccogliere le zucche, ma è un vero e proprio parco a tema per tutta la famiglia. Si organizzano lezioni per imparare a intagliare la zucca – che, in vista di Halloween, è un’attività molto utile -, o a dipingerla.

Non solo zucche

All’interno del giardino non ci sono solo zucche. C’è anche un fantastico labirinto di mais di 7.000 metri quadrati nel quale perdersi. C’è anche la Family ’s farm, una fattoria didattica dove far conoscere ai bimbi gli animali.

Non mancano un Pumpkin Cafè, dove provare piatti e dolci a base di zucca, dal pumpkin bread ai pumpkin donuts, e le bibite americane come il Pumpkin Spice Latte, e poi c’è il Pumpkin Shop, dove acquistare gli ingredienti per cucinare queste specialità anche a casa propria e gadget vari a tema zucca.

Dagli USA all’Italia

L’idea di aprire il grande campo di zucche è venuta cinque anni fa a un’italoamericana, Emily, che, visto il crescente successo della festa di Halloween anche nel nostro Paese e l’altrettanta passione per le zucche intagliate, ha deciso di importare la tradizione statunitense anche da noi. Il successo è stato immediato.

Innanzitutto, il Pumpkin Patch, vicino ma non troppo alla città, è uno spazio dove stare a contatto con la natura e dove rilassarsi. Inoltre, offre un’occasione di svago per tutta la famiglia e terrà impegnati i bambini per diverse ore.

Ma è un luogo perfetto anche per gruppi di amici e le coppie. Alcuni scorci, curatissimi e molto fotogenici, come i gazebi pieni di zucche o la piramide di zucche o la vera stalla degli animali di legno rosso in stile country, sono perfetti per gli influencer, sempre alla ricerca dello scatto più suggestivo da postare.

Info utili

Il Giardino delle zucche è aperto dal 24 settembre all’1 novembre. Il costo della zucca è di 18,99 euro e comprende l’accesso al giardino, alla Family’s farm, al labirinto di mais, a un laboratorio creativo con tanto di kit (da prenotare al momento dell’acquisto) e al parcheggio. I bambini al di sotto di un metro di altezza non pagano.

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220 km tra due regioni italiane: il nuovo imperdibile sentiero

In Italia nasce un nuovo affascinante “sentiero” da scoprire. Un’occasione unica e assolutamente imperdibile per osservare il territorio in tutta la sua bellezza e per conoscere una storia lunga centinaia di anni, e che continua ancora oggi. Un percorso che misura circa 220 chilometri, e che attraverso dieci tappe non consecutive, sì svincola nel bel mezzo di due regioni diverse (Piemonte e Valle d’Aosta) e di quattro valli una più bella dell’altra (Ossola, Valsesia, Valle di Gressoney e Valle d’Ayas).

Si tratta del nuovo sentiero dei Walser, una popolazione di origine germanica proveniente dall’odierno Canton Vallese e che, durante il Medioevo, si stanziò nei territori alpini lungo le regioni sopra citate e in cui, ancora oggi, si mantengono conservati alcuni degli antichi villaggi.

Il progetto

Un progetto presentato a Ornavasso (Verbano-Cusio-Ossola), proprio in occasione del 21esimo incontro internazionale dei Walser, che sfrutta una rete di sentieri già esistenti e che è stato interamente dedicato a questa popolazione e alla sua lunga cultura.

Un’idea nata su ispirazione dell’omonimo percorso che già dal 2010 passa attraverso i Cantoni svizzeri Ticino e Grigioni, concludendosi in Austria, e il cui scopo è quello di favorire e promuovere lo sviluppo sostenibile dei territori Walser.

Alla base del progetto, infatti, c’è la voglia di incentivare nuove forme di turismo consapevole, più lento e che si fondi su esperienze che permettano, a che le segue, di conoscere in modo più approfondito le culture locali. Il tutto agendo nel pieno rispetto dell’ambiente, degli abitanti che ci vivono e favorendone la crescita a livello economico e culturale.

Walserweg Italia, questo il nome del progetto, ha la finalità primaria di valorizzare e promuovere il patrimonio culturale e turistico dei Walser, mappando i punti di maggior interesse lungo il percorso e dando vita a un vero e proprio archivio storico e culturale della popolazione. Un lavoro di grande valore che è stato portato avanti dalle dodici comunità Walser presenti in Italia, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, e che punta a raccontare e a mettere in luce le diverse identità culturali presenti nei territori interessati e attraversati lungo il tragitto: Piemonte e Valle d’Aosta.

Una cultura da scoprire

Un’occasione unica per rivivere e scoprire la cultura di questa popolazione che, ormai tantissimo tempo fa, arrivò in Italia, lasciando un’impronta che ancora oggi vive nel nostro territorio. Una testimonianza presente di un’epoca passata e di una popolazione la cui cultura si fonda su grandi valori e su una fortissima identità.

Dalle tipiche abitazioni di pietra e legno, realizzate con una specifica tecnica a incastro (Blockbau), che ancora oggi è possibile visitare accedendo ai villaggi originari dei Walser abilmente restaurati e pronti ad accogliere i visitatori, al dialetto utilizzato per comunicare. In un percorso dedicato alla riscoperta di una storia che continua a vivere e a tramandarsi nel tempo e che grazie alla nascita di questo lungo sentiero dedicato e realizzato ad hoc, verrà resa ancora più accessibile a chiunque deciderà di conoscerla, godendosi un viaggio nella natura e nella bellezza di un’epoca passata che non si è mai conclusa.

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La location siciliana meno nota del “Commissario Montalbano”

I luoghi dove sono stati girati tutti gli episodi della celeberrima serie Tv “Il Commissario Montalbano” sono ormai mete di turismo quasi di massa. Esiste tutta un’organizzazione fatta di guide turistiche, aperture speciali, bed and breakfast che lavorano solo per questi tour sui luoghi di Montalbano.

Le location già note

Chi non ha sentito parlare di Vigàta, di Montelusa (dove si trova il commissariato), di Marinella che nella realtà sono Scicli, Porto Empedocle, Ibla e Punta Secca, una frazione del Comune di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa – dove si trova la casa di Salvo, che è un b&b, e la trattoria sul mare dove ama pranzare in silenzio – e non conosce anche l’entroterra ragusano, dove si trova per esempio il Castello di Donnafugata, che nella fiction è la casa del boss mafioso Don Balduccio Sinagra (qui tutte le location più famose).

Comiso, set di Montalbano

Ma ce n’è una che è altrettanto protagonista della serie di cui non si parla mai, che non è passata inosservata ai conoscitori di questi luoghi e neanche a noi. Si tratta di Comiso, che appare nell’ottavo episodio di “Il Commissario Montalbano” intitolato “Gli arancini di Montalbano”, tratto dall’omonimo racconto di Andrea Camilleri. Qui, Salvo indaga sul presunto incidente stradale di una coppia finita con l’auto in un burrone, che si rivelerà, come al solito, invece, un omicidio.

Quando deve raccogliere informazioni sul presunto colpevole, va a trovare le responsabili dell’istituto Sacro Cuore di Maria che è stato ambientato nell‘ex Mercato ittico di Comiso.

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Fonte: 123rf

L’ex Mercato ittico di Comiso

Qui, un gruppo di bambini gioca a calcio sotto i portici del mercato, mentre Montalbano raccoglie le prove necessarie a risolvere il caso. Il colonnato dell’ex mercato del pesce è molto famoso. Il mercato vecchio fu costruito a metà dell’800 e, fino alla metà del ‘900, si vendevano sia il pesce sia la carne. L’edificio ha dei bellissimi loggiati esterni e interni, e, all’interno, è abbellito da una fontana. Oggi non è più un mercato, ma ospita il Museo civico di storia naturale e la sede della Fondazione “Gesualdo Bufalino”, lo scrittore e poeta contemporaneo siciliano nato proprio a Comiso.

La chiesa che si vede nelle immagini televisive è quella di Santa Maria delle Stelle con la sua splendida cupola neogotica. Questa chiesa, originaria del XII secolo, fu quasi del tutto distrutta dal terribile terremoto che colpì la Sicilia nel 1693. Dell’edificio originale restano i pilastri e il sesto acuto della navata centrale. La cupola, in stile neogotico, fu ultimata solo due secoli dopo, mentre il campanile è molto più recente e fu completato solo nel 1936.

Cosa vedere a Comiso

Di Comiso la maggior parte degli italiani conosce solo l’aeroporto, dove atterrano le compagnie low cost e da dove poi ci si muove per visitare quella parte di Sicilia. Invece, è una bellissima destinazione che merita lei stessa un viaggio.

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Fonte: 123rf

Veduta di Comiso in Sicilia

Basti pensare che la città ha origine romane, ma poi è stata dominata dagli arabi, dai normanni e dagli aragonesi. Ognuno di loro ha lasciato tracce in città. Molte sono state distrutte da quel famoso terremoto, ma qualcosa è rimasto. E soprattutto è stata ricostruita nel famoso stile Barocco siciliano.

Sotto la centralissima piazza fonte Diana sono state rinvenute delle fonti termali già note ai romani. Intorno alla piazza s’affacciano alcuni dei palazzi più belli di Comiso, come il palazzo comunale, al cui interno c’è uno splendido scalone, e il Palazzo Iacono-Ciarcià, costruito prima del terremoto e in seguito abbellito ulteriormente.

Poco distante si trova ancora il Castello dei Naselli d’Aragona del ‘400. in stile rinascimentale, sorse su un edificio di epoca classica. Lo testimoniano alcuni busti e iscrizioni di epoca romana, che furono inglobati nel nuovo edificio. La parte più antica del castello è il Battistero dedicato a San Gregorio Magno, con resti di affreschi di epoca bizantina e risalente intorno all’anno Mille. Il torrione rotondo ancora in piedi in origine era una cuba araba.

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Fonte: 123rf

La chiesa di Santa Maria delle Stelle a Comiso
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Offerta early booking easyJet: prenota ora la prossima estate

easyJet ha annunciato la programmazione estiva del 2023 per iniziare a pensare alle prossime vacanze. Con l’occasione, ha lanciato anche un’offerta low cost con voli a partire da 29,99 euro.

Si potrà volare dal 9 maggio al 30 settembre 2023 dall’Italia verso decine di mete, una più bella dell’altra.

Saranno ben 70 le destinazioni raggiungibili con i collegamenti diretti della compagnia verso 18 Paesi tra Europa, Nord Africa e Medioriente.

Mete per l’estate 2023

Per chi conosce già la meta di viaggio della prossima estate, è un’occasione unica per prenotare un biglietto aereo a tariffe assolutamente convenienti. Come la Grecia, per esempio, che è sempre piuttosto costosa, soprattutto man mano che le vacanze estive si avvicinano. easyJet vola verso le isole greche partendo dagli aeroporti di Milano Malpensa, Napoli e Venezia.

il mare in Grecia

Fonte: iStock

Estate a Mykonos

Anche la Croazia sta diventando sempre più gettonata. E anche più costosa. I voli in offerta sono validi anche per mete come Dubrovnik e Spalato raggiungibili da Milano e da Napoli.

E naturalmente ci sono i nostri mari, quelli splendidi della Sardegna, della Puglia, della Calabria e della Sicilia, che non hanno nulla da invidiare ai Caraibi. Anche questi in offerta, per chi ha già in programma un’estate al Sud.

Mete invernali

Senza aspettare la prossima, estate, ci sono posti dove andare anche quest’inverno, tra cui due nuove rotte assolutamente imperdibili. La prima è Madeira, soprannominata il “giardino galleggiante” per la sua natura incontaminata e il clima sempre primaverile. Nel bel mezzo dell’Atlantico, possiamo definirla una meta “esotica”, ideale per chi ama la natura e fare attività all’aria aperta, dal trekking alle spiagge di origine vulcanica. Il primo volo decollerà il 4 dicembre da Malpensa.

L’altra meta, perfetta per le famiglie – ma non solo – è Rovaniemi, il villaggio di Babbo Natale. Un luogo magico che farà felici tutti i bambini che finalmente potranno incontrare il vecchietto che ogni notte di Natale porta loro i doni. Ma sia la cittadina sia tutta questa zona della Lapponia Finlandese è pura magia, e regala esperienze uniche: dalla slitta trainata dalle renne (o dagli Husky) alla pesca nel ghiaccio, dai villaggi Sami alle bubble room da dove ammirare lo spettacolo dell’aurora boreale al calar della sera. I voli per questa meta da sogno sono programmati per tutto il mese di dicembre e di gennaio.

Rovaniemi

Fonte: 123RF

Rovaniemi, la casa di Babbo Natale
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Dormire in una cupola trasparente immersa nella natura, sotto le stelle

Cosa ci spinge, davvero, a metterci in viaggio? A volte è il desiderio di esplorare il mondo e le sue meraviglie, altre volte è la volontà di raggiungere quelle che sono le attrazioni simbolo di città e territori o il sogno di scoprire terre, culture e tradizioni che sono lontanissime da quelle che conosciamo.

Ma ciò che rende davvero unico il viaggio che affrontiamo sono le esperienze che scegliamo di vivere in prima persona. E questo, ormai lo sappiamo, passano inevitabilmente anche per gli alloggi.

Ed è proprio alla scoperta di un alloggio che oggi vogliamo portarvi, un luogo che non assomiglia per niente alle strutture ricettive che conosciamo o che abbiamo frequentato. Un posto magico e incredibile dove poter ammirare la grande e autentica bellezza che appartiene al Sudafrica. Si perché è qui che è possibile dormire in una cupola trasparente completamente immersa nella natura e illuminata solo dalla luce delle stelle.

Dentro il Parco Nazionale Tsitsikamma

La chiamano Mal d’Africa, quella sensazione nostalgica e struggente che si palesa prepotentemente nei viaggiatori che lasciano il continente dopo averlo visitato. Un malessere sentimentale che nasce dal fatto che qualsiasi città, Paese o territorio si scelga di visitare, è destinato a fare innamorare.

Ed è proprio per seguire il cuore, e vivere avventure incredibili, che oggi vogliamo fare un altro viaggio con voi, quello che ci porta direttamente in Sudafrica, all’interno del Parco Nazionale Tsitsikamma.

Situato sulla costa meridionale del Sudafrica, vicino alla baia di Plettenberg, questo Parco Nazionale è stato fondato nel 1964 è uno dei più vasti del mondo. Il nome, estremamente evocativo, spiega la sua essenza. Tsitsikamma, in lingua khoisan, vuol dire luogo con tanta acqua.

Il paesaggio, vasto e frammentato, è incredibile. L’area, che si snoda per circa 80 chilometri sulla costa rocciosa, comprende anche una porzione dell’area marina protetta del Sudafrica dove vivono numerosi esemplari di flora e di fauna. Non manca la natura, che qui è assoluta protagonista, e che si palesa nelle foreste indigene o in quell’imponente albero di 36 metri di altezza, il Outeniqua Yellowwood.

Un luogo, questo, che da anni è diventato meta prediletta di tutti gli amanti dell’ecoturismo che vogliono avvicinarsi alla natura più selvaggia con estremo rispetto per l’ambiente circostante.

E se è un’esperienza del genere che volete vivere, allora non potete che completare quest’avventura di una vita con un alloggio altrettanto straordinario. All’interno del Parco Nazionale Tsitsikamma, infatti, esiste una struttura ricettiva unica. Si tratta del Misty Mountain Reserve, un complesso che offre sistemazioni fuori dall’ordinario come cupole in vetro incastonate tra gli alberi e situate a oltre 200 metri sul livello del mare.

Gli alloggi del Misty Mountain Reserve, Parco Nazionale Tsitsikamma

Fonte: South African Tourism

Gli alloggi del Misty Mountain Reserve, Parco Nazionale Tsitsikamma

Dormire in una cupola di vetro nel cuore del Sudafrica

Il nome della struttura ricettiva da raggiungere, per il prossimo viaggio, è quello di Misty Mountain Reserve. Situata nel cuore del Parco Nazionale Tsitsikamma, la struttura comprende diverse sistemazioni adatte a tutte le esigenze dei viaggiatori.

Ci sono quelle più classiche, per gli amanti degli alloggi tradizionali, e poi ci sono le cupole di vetro immerse nella natura, e situate a 230 metri sul livello del mare. Completamente trasparenti, questi alloggi sono dotati di ogni comfort offrendo un’esperienza di vero lusso, quella di dormire nella natura sotto a un cielo stellato incredibile.

Da qui la vista dell’Oceano indiano, e delle creature che lo popolano, lascia senza fiato soprattutto al calar del sole, quando la Luna e le stelle diventano l’unica fonte di luce naturale. Oltre alle meravigliose cupole, è possibile dormire anche in alloggi a forma di piramidi, anche questi completamente in vetro e immersi nella natura.

Gli alloggi del Misty Mountain Reserve, Parco Nazionale Tsitsikamma

Fonte: South African Tourism

Gli alloggi del Misty Mountain Reserve, Parco Nazionale Tsitsikamma
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Giornata delle famiglie al museo: quale vedere con i bambini

Domenica 9 ottobre torna la Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo (F@Mu), il grande evento culturale dedicato a bambine e bambini che promuove e facilita l’incontro tra le famiglie e gli innumerevoli luoghi espositivi che arricchiscono il nostro Paese. “Diversi ma uguali” è il tema scelto per quest’anno, che parte dal presupposto che la valorizzazione della diversità – culturale, fisica, cognitiva – sia uno strumento indispensabile di inclusione sociale.

Testimonial d’eccezione per l’edizione 2022 sarà Geronimo Stilton, il topo-giornalista più famoso del mondo creato da Elisabetta Dami, che accompagnerà i più piccoli nel loro percorso esplorativo attraverso un divertente mix di giochi e attività. Tantissimi i musei e luoghi di cultura, pubblici e privati, che parteciperanno all’iniziativa. Ecco quali non perdere.

Le iniziative da non perdere al Nord

Vicenza aderisce alla Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo proponendo una caccia al tesoro alla scoperta dei tesori culturali della città con due diversi itinerari, l’8 e il 9 ottobre (per partecipare bisogna contattare il Museo Diocesano entro venerdì 7 ottobre). Sabato, si svolgerà tra il Santuario di Monte Berico e il Museo del Risorgimento e della Resistenza, mentre domenica si terrà nel centro storico, con partenza dalle 10 fino alle 15.30. L’arrivo è previsto a Palazzo Thiene (entro le 17) con la consegna di un premio finale a sorpresa.

In Liguria, il MuSel – Museo archeologico e della Città di Sestri Levante (dove c’è la villa che ha ispirato “La Sirenetta”) proporrà “Scriba per un giorno”, un’attività ludico-didattica dedicata ai bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni, che potranno trasformarsi in “piccoli egittologi” per un pomeriggio e scopriranno come si traduce e si scrive in geroglifico.

A Milano, al Leonardo3 Museum in Piazza della Scala, i piccoli visitatori proveranno a scoprire come le emozioni cambiano l’espressione dei nostri volti. “Costruiremo una faccia che possa comunicare gioia, serenità, rabbia, paura e, come faceva Leonardo, impareremo a osservare gli altri per rendere al meglio gli stati d’animo che ci caratterizzano”, si legge nel programma del 9 ottobre.

Spostandoci in Piemonte, in occasione del F@Mu, la Fondazione Paideia e il Museo Nazionale del Cinema di Torino presenteranno un workshop gratuito sul cinema di animazione. Un laboratorio dal titolo “Moving Puppets”, rivolto ai bambini a partire dagli 8 anni, che vedrà i partecipanti sperimentare la magia dell’animazione in stop-motion creando una storia collettiva. L’attività si svolgerà nell’Aula Paideia, all’interno della Mole Antonelliana, simbolo della città.

Gli appuntamenti più belli nell’Italia centrale

Numerose le iniziative a Roma, in musei civici e monumenti del territorio. Un’occasione per ritrovarsi insieme in famiglia e condividere un patrimonio culturale che è di tutti. Da non perdere una visita ai Musei Capitolini, dove si terrà un laboratorio rivolto ai più piccoli dedicato al lavoro dell’archeologo, mentre all’Ara Pacis si potrà partecipare a una visita dedicata a grandi e piccini, con un particolare accento sulle analogie e le differenze tra la vita dei bambini in epoca romana e i piccoli di oggi.

A Firenze, anche quest’anno i Musei Civici Fiorentini e MUS.E aderiscono alla Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo. Tra gli appuntamenti da non perdere c’è l’iniziativa “Il palazzo a occhi chiusi” a Palazzo Vecchio, tra i monumenti imperdibili della città, per famiglie con bambini a partire dagli 8 anni, ideata per dimostrare che la vista non è l’unico senso messo in gioco durante una visita in un museo. Visitatori vedenti e non vedenti si affiancheranno per un’esperienza fondata sul tatto, sull’udito e sull’olfatto.

A Montefalco (uno dei 100 borghi del  cuore scelti da SiViaggia), in provincia di Perugia, domenica 9 ottobre farà tappa “UAU – L’arte di essere bambini”, ideato da Archi’s Comunicazione e co-finanziato dalla Regione Umbria, per avvicinare le famiglie, in particolare i più piccoli, al mondo dell’arte. Grandi e piccini saranno coinvolti in divertenti laboratori educativi, trekking urbano e visite guidate che trasformeranno in gioco l’esperienza al museo.

Se, invece, volete esplorare il borgo di Fossombrone, in provincia di Pesaro e Urbino, potrete farlo con una camminata alla scoperta del centro storico e di alcuni dei suoi bellissimi musei, con ingresso alla chiesa di San Filippo, Pinacoteca e Museo Archeologico a un prezzo ridotto di 3 euro per adulti, e visite gratuite per ragazzi fino ai 18 anni.

I musei dove andare in famiglia al Sud

Anche al Sud non mancano gli appuntamenti dedicati ai più piccoli, in occasione della Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo. A Napoli, i Servizi educativi del Museo e Real Bosco di Capodimonte proporranno ai più piccoli e alle loro famiglie percorsi appositamente studiati, capaci di avvicinare con un linguaggio ad hoc ai capolavori della collezione permanente. Tutti i bambini avranno una mappa tematica, di linguaggio immediato. Gli esperti guideranno i piccoli visitatori, di età compresa tra i 7 e gli 11 anni, alla scoperta delle splendide opere d’arte custodite nell’iconica Reggia.

Se siete in Puglia, non perdetevi il ricco programma del Museo di Storia Naturale di Foggia, dove dalle ore 10.30 alle ore 11.30 ci sarà un’attività di approfondimento scientifico, organizzata in collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi. I curatori risponderanno alle curiosità dei partecipanti su flora, fauna ed ecosistemi naturali del territorio, rappresentativi di una ricca biodiversità. Sarà presente anche un interprete L.I.S, per i visitatori non udenti. Dalle ore 17.30 alle ore 19.30, si terrà, invece, il laboratorio “Diversi ma uguali nel regno animale”, anche questo aperto all’intera famiglia.

In occasione del F@Mu, la Pinacoteca civica di Reggio Calabria si trasformerà in spazi colmi di colori, risa, voci, movimenti, domande, musiche. L’ iniziativa prevede una visita guidata, durante la quale alcune opere custodite all’interno del museo saranno analizzate per capirne le diversità e le somiglianze. Sotto la guida del personale museale, i piccoli visitatori assisteranno alla proiezione di un filmato e realizzeranno alcune attività laboratoriali per raccontare la bellezza e la ricchezza nelle differenze culturali.

Troverete, infine, splendide iniziative anche a Palermo, dove ci sarà un’avvincente visita didattica all’Orto Botanico dedicata alle famiglie che vogliono ritrovarsi insieme, per conoscere e scoprire la storia e bellezza di questo incantevole luogo. Al Castello della Zisa, invece, si svolgerà una divertente e dinamica visita gioco, durante la quale bambini e adulti, a suon di rime e indovinelli, ricostruiranno la storia di questo antico edificio patrimonio UNESCO.

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Esiste una città italiana dove si incontrano le streghe

L’Italia è un Paese che non smette mai di stupire, perché incredibili sono le meraviglie che si snodano lungo tutto lo stivale. Monumenti storici, siti archeologici, gioielli architettonici e poi, ancora, grandi città, borghi e villaggi che conservano tradizioni antiche e mai dimenticate tramandate cautamente nei secoli.

Arte, letteratura, poesia, cultura e paesaggi straordinari: questa è l’Italia che piace al mondo, la stessa che ogni giorno viene scelta dai viaggiatori che giungono nel BelPaese per un viaggio all’insegna della grande bellezza.

Ma l’Italia è anche il Paese delle storie. Quelle antiche, affascinanti e suggestive, quelle che affondano le radici in tempi antichissimi e mai dimenticati. Ed è proprio una storia che vogliamo raccontarvi oggi, per conosce il lato più misterioso di Benevento conosciuto in tutto il mondo come la città delle streghe.

Bentornati a Benevento

C’era una volta Malies, un insediamento popolato dalle comunità irpino-sannitiche. Poi sono arrivati gli antichi romani che hanno ribattezzato il territorio Maleventum e poi Beneventum. C’è ancora quella stessa città che oggi conosciamo con il nome di Benevento, il capoluogo dell’omonima provincia della Campania.

Un viaggio nel Sud dello stivale non può non includere una tappa in questa città. I motivi per visitarla sono tantissimi, a partire dal quel patrimonio storico, artistico e archeologico che conserva le testimonianze delle dominazioni e delle popolazioni che qui si sono insidiate nei secoli. Imperdibili sono anche la splendida chiesa di Santa Sofia, edificata nel 760, che è stata inserita nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, così come l’arco di Traiano, uno degli esemplari meglio conservati in Italia.

Ma c’è un altro motivo per visitare Benevento, e riguarda la sua storia. Non una qualunque, intendiamoci, ma una affascinante e suggestiva che stuzzica l’immaginario collettivo e che soddisfa la voglia di brivido e mistero che appartiene a tutti gli adepti del dark tourism.

Sì perché Benevento è conosciuta in tutto il mondo come la città delle Streghe. Scopriamo insieme perché e quali sono i luoghi leggendari assolutamente da raggiungere.

Port'Arsa, Benevento

Fonte: 123rf

Port’Arsa, Benevento

La città delle streghe

Tutto il mondo conosce la città delle streghe. Sono molte le persone che arrivano a Benevento proprio per scoprire i luoghi dove ancora vivono e sopravvivono le antiche leggende.

Uno dei primi a sostenere la presenza delle streghe in città fu Pietro Piperno nel suo libro De nuce maga beneventana, probabilmente influenzato dai riti pagani che i longobardi svolgevano nei pressi del fiume Sabato. Pare che proprio qui, dove è stato eretto il Ponte Leproso, un tempo sorgesse il noce, un albero dove le streghe si riunivano per compiere sortilegi e incantesimi. A rafforzare la credenza dell’esistenza delle streghe ci sono anche le storie legate alla tribù dei Samentes, adoratori della foresta che si riunivano di notte per celebrare riti e tradizioni.

Le credenze con il tempo non sono mai svanite e, anzi, si sono radicate nel territorio, con l’aggiunta di numerosi elementi, storie e leggende che oggi appartengono in tutto e per tutto alla cultura e al folclore locale. Ne sono un esempio anche i prodotti caratteristici della città e della provincia, come la mela stregata di Sant’Agata e il celebre liquore Strega.

Ma il mito delle streghe continua a vivere anche in alcuni luoghi che oggi sono considerati tappe imprescindibili per chi visita il territorio e vuole toccare con mano l’anima più magica di questo, come il Ponte Leproso e l’Obelisco egizio, ma anche la zona del Teatro Romano, quella infestata dalla Zoccolara. C’è poi il ponte delle Janare, appena fuori città, legato alla leggenda di Manalonga, una strega che, secondo le storie locali, attira i passanti e li trascina nei pozzi.

Per vivere tutta la magia di queste leggende, imperdibile è l’appuntamento annuale La notte delle streghe. Una manifestazione che celebra le janare e le storie e le leggende a queste legate.

Ponte Leproso

Fonte: 123rf

Ponte Leproso
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Camper lifestyle: è questo il “mega-trend” dei viaggi

Sono 18 milioni i camperisti che oggi trascorrono le vacanze in Italia e non sono più quelli delle vacanze spartane di una volta. Oggi, chi sceglie questo tipo di soluzione richiede un comfort senza compromessi – tecnologie incluse – per godere al massimo del proprio tempo libero in qualunque momento dell’anno.

La pandemia, e l’esigenza di trascorrere vacanze all’aria aperta e con i propri famigliari, inclusi i propri animali domestici, ha accelerato un processo già in atto da qualche anno, attirando sempre più nuovi camperisti desiderosi di partire anche all’ultimo minuto, “camper in spalla” per un ponte o un weekend senza dover praticamente prenotare nulla se non l’area campeggio.

Ma non è tutto. Proprio la nuova situazione ha dato vita a un boom inaspettato di persone che hanno deciso di avvicinarsi a questo mondo: sono i cosiddetti nomadi digitali, che hanno scoperto un nuovo stile di vita, migliore nella qualità, ma senza dover rinunciare al proprio lavoro. Il camper lifestyle sta diventato così un “mega-trend” non soltanto in Italia, bensì in tutta Europa.

SiViaggia ha intervistato Simone Niccolai, presidente di Associazione Produttori Caravan e Camper (APC), che ha spiegato come sta cambiando il turismo dei camper.

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Fonte: 123rf

Un posto in prima fila

È cresciuto il turismo con il camper in Italia?

“Il turismo in camper in Italia sta crescendo costantemente, ormai da diversi anni, sia per quanto riguarda i camper immatricolati in Italia sia per quanto riguarda i camper provenienti dagli altri Paesi dell’Unione europea. L’andamento delle immatricolazioni di nuovi camper è infatti ormai costante. Il 2020 ha fatto segnare in Italia un aumento del 7,68% delle nuove immatricolazioni rispetto all’anno precedente. Nel 2021 si è registrato un ulteriore aumento dell’11,92% sull’anno precedente. I numeri erano comunque in crescita già dal 2015. E poi c’è il turismo in camper che arriva dagli altri Paesi europei. I camper circolanti in Europa sono oltre 2.600.000 e il parco circolante dei caravan, quelle che una volta si chiamavano roulotte, è di oltre 3.500.000 unità. Parliamo quindi di un volume di turisti itineranti pari a circa 18 milioni di persone. E l’Italia è una destinazione molto appetibile per i camperisti del Nord Europa”.

Quali sono le nuove esigenze di chi fa turismo en plein air?

“Prima di tutto, disporre di un livello di comfort di alto livello: è ormai passato il tempo in cui il turista itinerante si “accontentava” di una sistemazione semi-precaria, pur di muoversi in libertà. Oggi, le esigenze del turista itinerante sono quelle di un comfort di tipo domestico, quindi molto alto. Ad esempio, ogni camper ha il suo bagno completamente attrezzato, spesso con cabina doccia separata, una cucina dotata di tre/quattro fornelli, forno e frigorifero con freezer. I materassi sono ad alto spessore, multizonali, con doghe sottostanti in legno. Insomma, i camperisti di oggi – che sono spesso professionisti e manager – richiedono un comfort senza compromessi. Anche un alto livello di digitalizzazione è entrato nel mondo del camper; un altro esempio: se vuoi partire per il weekend in inverno, un dispositivo elettronico consente da remoto di accendere il riscaldamento in camper alcune ore prima, in modo che – quando si parte – il camper sia già ben riscaldato. Il camper, infatti, non è più solo lo strumento per le classiche vacanze, ma è uno strumento per il tempo libero. Si può decidere di partire anche il venerdì sera, all’ultimo minuto. Il turismo en plein air è caratterizzato da attività destagionalizzate; infatti, i camperisti si muovono tutto l’anno, non solo in estate. Pertanto, l’esigenza fondamentale dei turisti itineranti è quella di trovare approdi per la sosta 365 giorni all’anno”.

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Fonte: 123rf

Il camper è come una casa dotata di tutti i comfort

In quale modo il settore si è evoluto/adeguato?

“Dal punto di vista dei prodotti, il settore è ormai molto evoluto e in continua progressione, grazie anche alla tecnologia e all’innovazione messe in campo dalle case costruttrici. Si può dire che i nuovi camper si sono pienamente adeguati alle richieste di un alto livello di comfort. La sicurezza è sempre garantita, anche grazie ai numerosi ADAS (Advanced Driver Assistance Systems) di cui sono dotate le meccaniche di base, come lo sono anche le auto di ultima generazione.

La richiesta di personalizzazione dei clienti viene pienamente soddisfatta: ogni produttore ha a catalogo centinaia di diverse versioni e chiunque può trovare il camper che si adatta perfettamente alle proprie esigenze familiari e di viaggio: numerose disposizioni interne e lunghezze diverse, dai 5,50 metri in su. La domanda sta prendendo due filoni specifici: chi cerca un veicolo versatile, da utilizzare anche come seconda auto, e quindi si orienta su un camper di non oltre 6 metri e chi cerca un camper versione “luxury”, generalmente un motorhome intorno ai 7 o 8 metri di lunghezza, per godere di altissimo comfort anche in occasione di viaggi lunghi molte settimane”.

Sono cambiate rispetto al periodo pre-Covid?

“Gli italiani, e gli europei in generale, hanno “scoperto” che il camper è un modo per viaggiare sicuri e godere del proprio tempo libero anche quando, come abbiamo visto durante la pandemia, le restrizioni per gli altri tipi di turismo sono state purtroppo importanti. E hanno scoperto che viaggiare in camper non è una forma turistica di “ripiego” ma – anzi – offre opportunità di svago e turismo di primo livello.

Diciamo che le esigenze dei camperisti sono un po’ cambiate rispetto al periodo pre-Covid in quanto, in parte, sono cambiati e stanno cambiando i camperisti. Prima, c’era sostanzialmente uno “zoccolo duro” di appassionati. Con la pandemia, il mondo del camper è stato scoperto da persone che – fino ad allora – non avrebbero forse mai pensato di interessarsi al camper. E sono persone con aspettative di comfort e di performance piuttosto alte”.

È cambiato il modo di fare vacanza degli italiani?

“Certamente. Come in molti altri campi, anche la vacanza ha assunto dei contorni molto meno definiti e direi quasi “liquidi”, tanto che il termine “vacanza” sarebbe ormai da sostituirsi con la locuzione “tempo libero”. Ovvero: vacanza non è più solo il classico periodo di 2 o 3 settimane di vacanza estiva bensì anche i weekend, i ponti, i break autunnali e primaverili sono “vacanza”.

Proprio grazie a questo nuovo concetto di tempo libero, il camper risulta il mezzo perfetto per assolvere al meglio questo compito: non sono necessarie prenotazioni, si parte quando si vuole, anche all’ultimo minuto la sera del venerdì, si cambia meta e percorso quando si vuole. E si può mangiare ciò che si vuole anche in viaggio, ad esempio per chi ha esigenze gastronomiche specifiche, anche legate alla salute, ad esempio nei casi di celiachia.

Il turismo en plein air è decisamente caratterizzato da attività destagionalizzate: i camperisti si muovono tutto l’anno e questo rappresenta anche una grande risorsa per i territori che riescono ad attirarli. E poi, chi fa vacanza in camper normalmente predilige mete “lontano dalla pazza folla”, come i borghi, i parchi naturali, le sagre ed i festival nelle piccole cittadine, spesso portandosi a casa – grazie alla disponibilità di spazio dei camper – quantità ingenti di specialità enogastronomiche locali come vini, formaggi, insaccati, tartufi e olio, da condividere poi con gli amici”.

Qual è l’identikit ideale del camperista?

“Questa è una domanda da un milione di dollari (ride). Un identikit vero e proprio non c’è. Perché il camperista fa parte dei cosiddetti “target trasversali” ovvero i camperisti non si lasciano ricondurre ad una categoria ben definita. Però qualcosa si può certamente dire per provare a crearne un profilo.

In primo luogo, il camperista ha una capacità di spesa medio/alta e alta: chi acquista e viaggia in camper, contrariamente a vecchi luoghi comuni, è una persona che gode di un certo benessere economico. Non si va certo in camper per risparmiare. Anzi, uno studio della più importante rivista europea di settore, la tedesca Promobil, indica che un equipaggio di due persone a bordo di un camper spende in una settimana 1.060 euro, escluso gasolio e pedaggi autostradali: questo significa andare al ristorante, acquistare prodotti locali, visitare musei, ecc.

Come età, si parte da 35 anni e si va fino a oltre 75. Gli equipaggi sono composti sia da coppie che da famiglie con bambini. Si stima che quasi il 40% di chi viaggia in camper, porti con sé il proprio animale domestico. Il camper, infatti, è una soluzione ideale per non lasciare mai a casa Fido e portarlo sempre con sé”.

In cosa è diverso fare vacanze in camper rispetto ad altri modi (hotel, barca, resort, casa-vacanza)?

“La libertà assoluta è il primo elemento di diversità rispetto all’hotel: in camper non ci sono orari, si fa come si vuole. Rispetto alla barca, che ha – ovviamente – il limite di poter essere usata solo per mare o lago, il camper consente viaggi senza frontiere: si arriva dovunque e in qualsiasi stagione. I camperisti, infatti, viaggiano tutto l’anno e anche le amministrazioni locali stanno cominciando a comprendere che la destagionalizzazione del turismo offerta dal turismo itinerante è un elemento che produce sviluppo economico dei territori.

Poi c’è anche l’aspetto ambientale. Uno studio della tedesca Dwif, commissionato dalla European Caravan Federation, ha evidenziato come una vacanza in camper produca meno CO2 di quanta ne produca una vacanza in aereo+hotel o auto+hotel o addirittura treno+hotel, proprio perché – una volta in stazionamento – il livello di CO2 prodotto da un camper è bassissimo e compensa ampiamente la CO2 prodotta durante la marcia”.

Cosa ne pensa del fenomeno dei nomadi digitali?

“È un fenomeno molto interessante e certamente in crescita. Molti nomadi digitali vivono in un camper anche molti mesi all’anno. La versatilità di un camper – e il livello di comfort raggiunto dai nuovi camper – consente di godere di una qualità di vita eccellente, lavorando “normalmente” e con il vantaggio di potersi svegliare ogni mattina con un panorama diverso: mare, monti, campagna, borghi, parchi. Sempre un’esperienza diversa che rende molto meno netta la divisione dei tempi lavoro/vita.

Al Salone del Camper, che si svolge ogni anno a Parma in settembre – e che quest’anno è stato visitato da oltre 110.000 persone – abbiamo visto molti nomadi digitali affollare gli stand in cerca del proprio camper ideale. Sono liberi professionisti e manager che hanno deciso di far fare alla propria vita un salto di qualità. Il camper lifestyle si delinea quindi come un mega-trend in tutta Europa”.

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Questo paradiso della Danimarca è a rischio

Suggestivo paradiso immerso nelle acque del Mar Baltico, l’isola di Bornholm è un luogo che sembra uscito da un libro di fiabe. Tutto, qui, ricorda il passato, che potrebbe essere messo a rischio.

Ammirando i suoi panorami mozzafiato e passeggiando lungo le strette stradine dei villaggi, pare di compiere un viaggio indietro nel tempo, in un’epoca lontanissima dalla nostra.

L’isola di Bornholm, in Danimarca

L’isola fa parte dell’arcipelago di Ertholmene e appartiene amministrativamente alla Danimarca, benché si trovi a pochissimi chilometri dalle coste svedesi. Ed è la meta perfetta per chi ama la natura, dal momento che qui regna ancora sovrana.

La natura incontaminata di Bornholm è diversa rispetto a quella che si trova nel resto della Danimarca. Le vaste pianure danesi sono sostituite, qui da, colline e da una costa rocciosa, caratterizzata a Nord da alte scogliere e, a Sud, da spiagge e dune.

Come la spiaggia di Dueodde, 30 km di arena bianca così fine che un tempo veniva usata nelle clessidre, il regno della tranquillità. Del resto, sull’isola vive solo qualche migliaio di abitanti, sparsi tra i pochi villaggi: Rønne, il più grande, Nexø, e poi i villaggi di pescatori di Hasle e di Gudhjem, e infine Aakirkeby, che si trova, invece, nell’entroterra.

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L’ex villaggio di pescatori di Gudhjem di Bornholm

Cosa vedere sull’isola

Per andare alla scoperta dell’isola di Bornholm il consiglio è di partire proprio da Rønne. La città fu gravemente danneggiata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale e la Svezia decise di contribuire alla ricostruzione donandole 175 case di legno rosso, fra le quali si può passeggiare ancora oggi. Sono comunque rimasti in piedi anche molti degli edifici antichi, che hanno permesso a Rønne di conservare il proprio fascino.

Gudhjem è una delle mete estive più amate. Questo pittoresco borgo, perfetto per le vacanze, ha un delizioso centro le cui viuzze portano fino al vivace porto cittadino.

L’isola di Bornholm è anche un piccolo paradiso climatico, tanto da essere chiamata “l’isola del sole“. Basti pensare che vi crescono persino delle essenze mediterranee come il fico, il gelso e la vite, insieme alla tipica flora nordica che si può scoprire nell’entroterra.

Ad Aakirkeby si trova l’unico vigneto dell’isola, dove si possono assaggiare i vini del posto. Inoltre, si possono ancora ammirare le rovine dell’antico millenario castello di Hammershus, le più grandi dell’Europa settentrionale, da dove si può ammirare lo splendido panorama dell’intera isola di Bornholm e del Mar Baltico.

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Fonte: 123rf

Il castello di Hammershus a Bornholm

Una storia travagliata

Bornholm è sempre stata molto contesa, per via della posizione strategica all’imbocco del Mar Baltico. Svezia e Danimarca la fecero loro per molti secoli, un po’ di qua e un po’ di là, ma l’isola subì anche l’occupazione tedesca durante la Seconda guerra mondiale. Con il trattato di Roskilde del 1658, venne ceduta alla Svezia, ma si ribellò e tornò sotto il dominio danese col trattato di Copenhagen del 1660.

Durante l’occupazione tedesca, i russi cercarono di liberare l’isola attraverso attacchi aerei che danneggiarono gravemente le principali città, in particolare Rønne e Nexø.

Ancora oggi, questa piccola e apparentemente insignificante isola è balzata alle cronache per la questione della guerra del gas e del conflitto tra Russia e Ucraina. Sotto il mare, proprio a pochi metri dall’isola, infatti, corre il gasdotto Nord Stream 2 che ha subìto dei danni – forse per un attacco – rilasciando nell’acqua gas metano.