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Nasce la “Napoleone Experience”, un viaggio nel cuore dell’Elba

Splendida destinazione estiva, l’isola d’Elba è un luogo davvero magico: spiagge da sogno attirano ogni anno migliaia di turisti alla ricerca di un po’ di relax, ma anche tantissimi esploratori pronti ad andare alla scoperta del selvaggio entroterra dell’isola o del mondo sottomarino che la circonda. Ora, questa fantastica località si appresta a diventare ancora più ricca grazie alla “Napoleone Experience”, una vera e propria avventura che ci riporta indietro nel tempo.

Isola d’Elba, nasce la “Napoleone Experience”

Quasi 200 anni fa, l’isola d’Elba visse un periodo tanto breve quanto intenso e ricco di sorprese: pochi giorni dopo aver firmato la sua abdicazione, a seguito della durissima sconfitta di Lipsia, l’imperatore Napoleone Bonaparte venne costretto all’esilio proprio in questa sperduta località italiana, che gli venne affidata come principato (una piccola ricompensa a confronto delle enormi perdite subite). Era il 4 maggio 1814 quando egli sbarcò a Portoferraio, dando inizio ad una frenetica “vacanza” di appena dieci mesi che modificò profondamente l’isola e la vita dei suoi cittadini.

Proprio per omaggiare il grande Napoleone Bonaparte e l’influenza che ebbe sull’Elba, nasce oggi la “Napoleone Experience”: si tratta di un vero e proprio tuffo indietro nel tempo, un viaggio sulle tracce dell’imperatore nel suo esilio sull’isola, alla scoperta delle testimonianze di quel passato che ancora oggi vivono e splendono più che mai. Nel 2023 prenderà il via questa interessante iniziativa che ci porterà ad esplorare l’isola d’Elba con occhi diversi, alla ricerca di emozioni, paesaggi e sapori di una volta.

La “Napoleone Experience” si svolgerà in sette settimane – ciascuna dedicata ad una precisa località – a cavallo tra maggio e settembre, per vivere appieno quelli che sono stati i primi mesi di esilio dell’imperatore corso. Sarà possibile prenotare pacchetti di viaggio già pronti, ognuno dei quali conterrà diverse esperienze tra cui scegliere, così da poter creare su misura la propria “vacanza napoleonica”. Dai luoghi in cui si tennero feste incredibili in suo onore ai banchetti deliziosi che ebbe l’occasione di degustare assieme a vini buonissimi, dalla natura incontaminata in cui immergersi ai negozietti d’artigianato locale: tutto parla di un tempo che non c’è più, ma che ancora risuona tra le stradine dell’Elba.

Le tracce di Napoleone sull’isola d’Elba

Nonostante il suo primo esilio sia durato pochi mesi, Napoleone Bonaparte lasciò molte tracce del suo passaggio all’isola d’Elba. A partire dalla bandiera bianca con una fascia diagonale rossa impreziosita da tre api d’oro, voluta proprio dall’imperatore nel 1814, che è ancora oggi simbolo di questa splendida località turistica. A Portoferraio, luogo in cui sbarcò, è possibile vedere l’esatto punto in cui Napoleone posò i piedi per la prima volta, presso il Molo Elba. E fu proprio questa piccola cittadina ad aver visto i principali cambiamenti, sotto la sua egida.

L’imperatore ristrutturò infatti due palazzine che scelse come residenze dove trascorrere il tempo del suo esilio. La prima è Villa dei Mulini, che utilizzò soprattutto per la sua vita pubblica: oggi trasformata in museo, accoglie sale molto lussuose che conservano ancora gli arredi originali e molte altre testimonianze lasciate da Napoleone, come la sua ricca biblioteca. All’esterno, i giardini vedono la presenza di statue marmoree e di un panorama mozzafiato sulla scogliera sottostante, lambita dal mare. L’altra è invece Villa di San Martino, destinata alla vita privata di Bonaparte: anch’essa è diventata un museo e ospita preziosissime opere d’arte.

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In questa città italiana le stazione metro sono opere d’arte

Esiste una città italiana fatta di bellezza e contraddizioni, di monumenti architettonici maestosi e di case vecchie e scarupate, proprio lì dove sono conservate le storie, le tradizioni e le leggende di un territorio straordinario.

Stiamo parlando di Napoli, la città che che ha ispirato musicisti e cantanti, artisti e poeti, pittori e scrittori. Quella che quando la vedi muori, come ha scritto Goethe per celebrare quel posto che aveva conquistato e rapito il suo cuore. Perché è questo il destino condiviso di tutti i viaggiatori che arrivano a Napoli, quello di innamorarsi della città e di lasciare qui un pezzo di cuore.

Ed è proprio nel capoluogo della regione Campania che oggi vogliamo portarvi, tra il lungomare che brilla sotto il sole, il Vesuvio che domina l’intero paesaggio e il centro storico brulicante di storie, leggende e mistero, per scoprire le stazioni metro, proprio quelle che a Napoli sono state trasformate in opere d’arte.

La stazione metro più bella del mondo

Siamo abituati a considerare le stazioni della metropolitana come dei luoghi di transito, quelli da raggiungere velocemente per spostarsi da una parte all’altra delle città. Ma a Napoli è diverso, e lo è perché qui è stata realizzata quella che il Daily Telegraph e la CNN hanno definito la stazione della metropolitana più bella d’Europa e del mondo.

Chiunque ci sia stato non può che confermare quanto è straordinaria quella visione onirica che si apre davanti alle persone e che le catapulta in un visionario mondo fatto di colori e di meraviglia, una discesa ideale verso il mare con il quale la città ha una storia d’amore indissolubile.

La stazione metro di Toledo è una meraviglia. Situata nel cuore della città, nel quartiere di San Giuseppe, quello snodo che permette di raggiungere il rione Carità e la zona dei Quartieri Spagnoli, si è trasformato in una vera e propria attrazione turistica, un capolavoro artistico e visivo che incanta. Ma quella di Toledo, non è l’unica stazione destinata a lasciare senza fiato.

Stazione metro Toledo

Fonte: Getty Images

Stazione metro Toledo

Le metro d’arte a Napoli

Si chiamano Stazioni dell’Arte di Napoli, e fanno parte di un progetto che ha visto la realizzazione di un complesso artistico e funzionale che riguarda le fermate della Linea 1 della metropolitana della città.

Le progettazioni, non a caso, sono state affidate a designer e ad architetti di fama internazionale come Gae Aulenti, Fuksas, Alessandro Mendini e Oscar Tusquets, giusto per citarne alcuni. L’obiettivo, raggiunto a pieno, era proprio quella di trasformare gli spazi funzionali delle stazioni in luoghi devoti all’arte pubblica, e accessibili a tutti. E così è stato.

Sotto il coordinamento di Achille Bonito Oliva, a partire dal 2001, sono state posizionate oltre 250 installazioni di arte contemporanea, sia negli spazi esterni delle stazioni che in quelli interni, che hanno trasformato la città in un inedito museo diffuso.

Tutte le nuove stazioni costruite lungo i binari della Linea 1 rendono Napoli l’unica città al mondo con un museo distribuito tra gli spazi interni ed esterni della metropolitana. Il consiglio è quello di organizzare un itinerario per scoprirle tutte e perdersi e immergersi tra le bellezze artistiche che creano un dialogo costante e unico con il resto della città.

A partire da Toledo, che è una vera e propria esperienza immersiva negli abissi marini grazie al mosaico di Kentridge, passando per Garibaldi, una stazione imponente e grandiosa, caratterizzata dalla copertura progettata da Dominique Perrault e da scale mobili sospese. C’è poi la fermata di Vanvitelli, quella che ospita una delle ultime opere firmate da Merz prima della sua scomparsa: una rappresentazione geometrica, tubolare e a neon, della serie di Fibonacci.

E poi, ancora, la più recente stazione Duomo, quella che porta la firma indelebile di Massimiliano e Doriana Fuksas che ha visto la trasformazione degli interni e degli esterni della fermata in piazza Nicola Amore.

Fermata Duomo, Metro Art Napoli

Fonte: IPA

Fermata Duomo, Metro Art Napoli
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C’era una volta un’antica abbazia, ora è un hotel

Chiudete gli occhi e immaginate un luogo che si apre davanti a voi con una distesa sterminata e verdeggiante che si perde all’orizzonte, proprio lì nel territorio che conserva le importanti testimonianze della civiltà etrusca. Sempre lì dove esiste una grande e antica abbazia completamente immersa nel verde e circondata da un paesaggio solenne e silenzioso.

Ora apriteli perché quel luogo esiste davvero. E non è un solo un posto da ammirare e contemplare, ma è la destinazione delle vostre prossime vacanze all’insegna della grande bellezza, della pace e del benessere mentale e fisico.

Perché lì, proprio sotto la rupe di Orvieto, e completamente immersa nell’antica terra degli Etruschi, quell’abbazia di origine medievale dedicata ai Santi Severo e Martirio è stata trasformata in una struttura ricettiva. Ed è spettacolare.

Bentornati a Orvieto

Meravigliosa è Orvieto, con la sua storia e la cultura, con le bellezze architettoniche e paesaggistiche, con quegli scorci incantati che lasciano senza fiato.

Arroccato su una rupe di tufo, nella splendida regione Umbria, il borgo di Orvieto è uno dei più affascinanti del nostro stivale, nonché una delle mete più popolari dell’intero territorio umbro.

Un viaggio a Orvieto è destinato a incantare, perché tante sono le meraviglie storiche, architettoniche e paesaggistiche che appartengono a questo luogo, come il Duomo con la sua facciata a mosaico e il Pozzo di San Patrizio, uno dei posti più affascinanti e misteriosi del BelPaese.

Ma c’è qualcosa, all’ombra delle attrazioni turistiche più celebri e popolari che vi permetterà di trasformare il vostro viaggio in un’esperienza magica e unica, ed è quella imponente struttura che sorge proprio sotto la rupe di Orvieto. Si tratta dell’Abbazia dei Santi Severo e Martirio, un complesso religioso fondato nell’Alto Medioevo che è stato trasformato in un hotel.

Dormire in un’Abbazia nel cuore di Orvieto

Immersa nella campagna verdeggiante e mozzafiato che circonda il borgo di Orvieto, quest’abbazia è un vero e proprio sogno a occhi aperti. Non solo per la sua imponenza e il suo passato, ma anche e sopratutto per la posizione strategica in cui è sorta.

La sua storia inizia tanti secoli fa. Alcune fonti storiche, infatti, danno per cerca la sua presenza già nell’anno 1055. Con gli anni il complesso è stato ampliato e modificato, fino ad arrivare all’aspetto attuale.

L’abbazia, costruita intorno alla già esistente chiesa di San Silvestro, nel Medioevo è stata trasformata in un monastero benedettino. In epoca più recente, invece, dopo l’acquisizione da parte di un privato è diventata un hotel.

La struttura ricettiva, oggi, è conosciuta come La Badia di Orvieto, ed è un hotel a quattro stelle che offre servizi di lusso, anche se il vero lusso è quello di poter alloggiare in un edificio immerso in uno scenario incontaminato, circondato da ulivi e filari d’uva, e situato proprio sotto la rupe di Orvieto.

Se l’abbazia è stata trasformata in hotel, l’antica Casa abbaziale di stile cistercense è stata adibita a ristorante. È ancora possibile visitare la chiesa, che è rimasta intatta, e l’antico refettorio che ospita gli affreschi risalenti al 1200.

Con 22 camere, e 5 suite, quell’antico complesso medievale è il luogo perfetto dove trascorrere una vacanza all’insegna della grande bellezza, caratterizzata da un paesaggio naturale, solenne e incontaminato a pochi passi da Orvieto.

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Friuli Venezia-giulia Notizie treni Viaggi viaggiare

Questa regione italiana ti regala un viaggio in treno

Una regione bellissima, in grado di offrire mare, montagne, borghi da sogno e una natura incontaminata, una zona del nostro Paese che lascia tutti a bocca aperta e che ora è possibile raggiungere gratuitamente viaggiando in treno.

Se vai in treno in Friuli-Venezia Giulia il biglietto è gratis

Il Friuli-Venezia Giulia ha deciso di far proseguire una promozione interessantissima nata dalla collaborazione tra Trenitalia e PromoTurismoFVG che permette, a chi vuole raggiungere le destinazioni di cultura e di mare della regione, di viaggiare in treno gratis: il rimborso del biglietto ferroviario sarà integrale.

Sarà possibile usufruire, quindi, di pacchetti turistici che promuovono l’offerta culturale e il mare del Friuli-Venezia Giulia, ma anche di sconti e vantaggi riservati per i soggiorni di più giorni. In particolare, i luoghi interessati saranno Trieste e Udine e la costa del Friuli Venezia Giulia con Grado e Lignano Sabbiadoro.

È bene sapere, tuttavia, che le offerte sono riservate esclusivamente a chi raggiungerà una delle destinazioni convenzionate della regione. Inoltre, è necessario abbinare un soggiorno di alcune notti a seconda delle stagioni.

La promozione nel dettaglio

Nello specifico sono due promozioni, una riservata al pacchetto mare e l’altra alla cultura. La collaborazione commerciale tra Trenitalia e l’ente che si occupa della gestione e della promozione turistica del Friuli-Venezia Giulia, prevede il rimborso totale dei biglietti ferroviari Frecce, Intercity e Regionali acquistati attraverso uno sconto sull’importo delle offerte turistiche che includono il pernottamento alberghiero in strutture ricettive convenzionate di Lignano Sabbiadoro, Grado, Trieste e Udine.

Il rimborso sarà pari all’importo speso per l’acquisto del biglietto ferroviario di andata e ritorno per/da le stazioni di Latisana-Lignano-Bibione, Cervignano-Aquileia-Grado, Trieste Airport, Trieste Centrale e Udine e riconosciuto ai titoli di viaggio acquistati esclusivamente nell’ambito della promozione.

Agli ospiti sarà persino consegnata gratuitamente la FVGcard che permette di usufruire di gratuità e ulteriori riduzioni tariffarie per ingressi a musei e visite guidate. Il dettaglio delle offerte, valide fino al 31 maggio 2023, e l’elenco delle strutture ricettive si possono consultare sul portale di PromoTurismoFVG nell’apposita sezione dedicata.

Alla scoperta di Trieste e Udine e relax tutto l’anno a Grado e Lignano Sabbiadoro

Il pacchetto prevede un soggiorno in una delle strutture ricettive convenzionate di Trieste e di Udine per un minimo di 2 notti – salvo limitazioni dovute e ponti e festività. La FVGcard avrà una durata di 48 ore per soggiorni brevi o di una settimana per soggiorni da 3 o più notti.

Essa permette di accedere gratuitamente ai principali musei del Friuli-Venezia Giulia, alle visite guidate e di fruire di speciali sconti su servizi turistici come, per esempio, l’accesso a parchi divertimento, spiagge, piscine, teatri e molto altro ancora. Inoltre, grazie a questa card si potrà avere l’ingresso gratuito alle mostre, o ridotto, come a “La Grande mostra di Banksy Banksy, The Great Communicator –Unauthorized Exhibition”, al Salone degli Incanti di Trieste, dal 25 novembre al 10 aprile 2023.

Infine, è previsto anche l’acquisto di un soggiorno in una struttura ricettiva convenzionata (per un periodo minimo di 2 notti) in bassa stagione, dal 29 agosto 2022 al 31 maggio 2023, nelle località balneari di Grado e Lignano Sabbiadoro (salvo eventuali limitazioni in occasione di ponti e festività).

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In Italia esiste la strada del Miglio d’Oro: è bellissima

Camminare è un’attività che rilassa e che fa sentire bene con sé stessi. Si pensa che basti semplicemente passeggiare per ottenere questo benessere, ma anche il paesaggio circostante può fare la differenza. Quando si parla di posti incantevoli, non si può fare a meno di pensare al Miglio d’oro, una strada che già dal nome fa capire quanto sia speciale e particolare. Per approfittare dello splendore non bisogna andare all’estero o allontanarsi troppo per raggiungere posti esotici, basta rimanere in Italia e in particolare scoprire uno degli scorci più affascinanti della Campania.

Dove ammirare la bellezza del Miglio d’oro

Sono in tanti ad avere avuto la fortuna di percorrere il Miglio d’oro, già a partire dal ‘700 quando si indicava con questo nome così curioso un tratto della Strada Statale 18 Tirrena Inferiore, nota anche come “Strada Regia delle Calabrie”. In passato, il Miglio d’oro era quello che andava dalla città di Ercolano a quella di Torre del Greco, mentre oggi è stato “allungato” fino a Portici e Torre Annunziata. Che cosa c’entra il metallo prezioso? L’oro è quello “simbolico” delle arance, limoni e mandarini che si possono ammirare nei giardini di questo percorso, ma anche quello della ricchezza dal punto di vista paesaggistico e storico.

Una veduta di Villa Campolieto

Fonte: Wikipedia

I portici di Villa Campolieto, uno dei palazzi del Miglio d’oro

Inoltre, lungo il Miglio d’oro non è solo la natura ad emergere, ma anche le splendide costruzioni d’epoca, nello specifico le ville vesuviane del ‘700. Si tratta di 122 palazzi edificati tra il ‘700 e l’800, tutti ugualmente maestosi e tutelati dall’Ente Ville Vesuviane: oltre alla bellezza, sono passate alla storia per un elemento che hanno in comune, l’immagine di San Gennaro incisa in una delle stanze per proteggere gli abitanti dal Vesuvio.

Rococò e Barocco: gli stili distintivi del Miglio d’oro

Come si è arrivati all’incredibile numero di 122 ville in un solo miglio? Tutto cominciò con la costruzione della reggia estiva del re Carlo di Borbone nel 1738 a Portici. La nobiltà dell’epoca non voleva essere da meno in quanto a prestigio e si decise di chiamare i migliori architetti dell’epoca, da Luigi Vanvitelli a Ferdinando Fuga. Vivere in una villa circondata da un paesaggio così romantico e affascinante, oltre al clima mite e piacevole tutto l’anno, erano i dettagli che convincevano i nobili a costruire proprio lungo il Miglio d’oro. Gli stessi architetti si sbizzarrirono con soluzioni ingegnose in un vero e proprio trionfo del Barocco e dello stile Rococò dei giardini.

A distanza di tanti anni, hanno mantenuto intatto il loro fascino, tanto da diventare persino delle spettacolari location cinematografiche: è il caso di Villa Campolieto, nel comune di Ercolano, che sorge in posizione panoramica sul lato rivolto al mare e che appare con i suoi affreschi nel film “Operazione San Gennaro” di Dino Risi, e in una puntata dello sceneggiato “Il cappello del prete”. Ancora oggi si può rivivere la stessa atmosfera magica di un tempo. Il panorama è mozzafiato, si scorge il mare del Golfo di Napoli e si intravedono Capri, Ischia e Procida. È uno dei posti che più ci invidiano al mondo e di cui bisogna andare fieri, un “semplice” miglio che racchiude insieme tanti tesori di grande valore.

Gli affreschi all'interno di Villa Campolieto

Fonte: Wikipedia

Gli affreschi di Villa Campolieto, ad Ercolano
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Esiste un castello che sorge su un’isola nel bel mezzo del fiume Reno

Basta pronunciare la parola “castello” per far volare subito la fantasia. Queste 8 lettere fanno pensare immediatamente a qualcosa di fantastico e avventuroso, proprio come i palazzi che vengono descritti dai romanzi e dai film. Il castello tedesco di Burg Pfalzgrafenstein, nonostante il nome quasi impossibile da pronunciare, ha tutte le caratteristiche della location da favola. Il motivo è piuttosto semplice. Sorge infatti sul fiume Reno, più precisamente su una piccola isola nota con il nome di Falkenau. Viene definito affettuosamente “Die Pfalza”, anche per chiamarlo in modo molto più semplice e ha una storia a dir poco affascinante che merita di essere approfondita.

Come è nato il castello sul Reno

L’inizio della sua costruzione può essere fatta risalire niente di meno che al Medioevo. Fra il 1326 e il 1327 cominciò a sorgere nella città di Kaub, nell’attuale zona meridionale della Germania. L’isolotto era stato acquisito qualche decennio prima da Re Ludovico II, poi il suo successore Luigi IV di Baviera pensò bene di edificare la torre, la prima porzione di castello che ha visto la luce. L’idea è stata fin da subito quella di dar vita a una vera e propria “fortezza” in mezzo al fiume, a differenza degli altri castelli dell’epoca che erano esclusivamente ad uso abitativo. La costruzione è durata a lungo nel corso del tempo, tanto è vero che tra il 1339 e il 1342 il castello di Burg Pfalzgrafenstein raggiunse i 12 metri di altezza.

Il paesaggio che circonda il castello

Fonte: iStock

Il paesaggio che racchiude il castello di Burg Pfalzgrafenstein

Ancora oggi ha un fascino unico nel suo genere. All’interno dell’edificio, infatti, è presente la prigione sotterranea, senza dubbio uno dei luoghi più misteriosi dell’intero castello, in grado di far rivivere la cupezza medievale e le pene sofferte dai carcerati. Nel ‘400, poi, questo castello è stato ulteriormente ampliato, con progressivi miglioramenti e aggiunte che corrispondevano alle esigenze dei vari secoli. Ad esempio, nel XVII secolo venne posizionato un cannone in cima alla piattaforma, una vera e propria novità per i sistemi di difesa di allora. L’aspetto attuale, invece, è stato raggiunto nel 1714, con la torre elevata fino a 36 metri.

La bellezza intramontabile del castello

Quando si visita questo castello non si può fare a meno di immaginare tutte le guerre che ha “visto” indirettamente. Nel 1813 ben 60mila soldati, 20mila cavalli e 200 cannoni furono sistemati nei pressi della riva del Reno per contrastare l’avanzata dell’esercito di Napoleone Bonaparte, senza dimenticare quanto avvenne nel corso della guerra franco-prussiana. Negli anni Sessanta del secolo scorso, invece, era diventato una semplice stazione doganale per la spedizione delle merci più disparate.

Oggi ha assunto un aspetto davvero romantico, tanto è vero che dopo l’ultimo restauro si è deciso di illuminarlo di notte, uno spettacolo mozzafiato che varrebbe la pena di ammirare dal vivo almeno una volta nella vita. Per la sua innegabile bellezza e per la lunga storia di cui è stato testimone, il castello di Burg Pfalzgrafenstein è stato dichiarato patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco, un riconoscimento più che meritato. Per descriverlo nel modo più appropriato, si possono prendere in prestito le parole utilizzate dallo scrittore Victor Hugo quando se lo ritrovò di fronte: “Una nave di pietra, eternamente a galla sul Reno“.

Burg Pfalzgrafenstein visto dall'alto

Fonte: iStock/ollo

Una veduta dall’alto del castello di Burg Pfalzgrafenstein
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Uno dei foliage più belli d’Italia lo puoi vedere nel Veneto

Quando le giornate si accorciano e le temperature scendono inesorabilmente, l’autunno offre il meglio di sé: è nella natura, nei suoi profumi inebrianti e soprattutto nei suoi colori incredibili che si può vivere una vera e propria magia. Stiamo parlando, ovviamente, dello spettacolo del foliage. E uno dei luoghi migliori dove ammirarlo è il Veneto, grazie ad una serie di appuntamenti assolutamente imperdibili.

Veneto, la magia del foliage

L’autunno è arrivato, e ha portato con sé non soltanto un po’ di malinconia per la fine delle giornate trascorse al mare, ma anche uno spettacolo in grado di conquistare i nostri cuori: il foliage. Cosa c’è di meglio che godersi un fine settimana nella natura, alla scoperta dei colori meravigliosi che gli alberi indossano per celebrare questo momento dell’anno? Le opportunità sono infinite, da nord a sud, ma c’è un luogo che sembra incarnare davvero la magia di questo momento. Nel Veneto ha infatti inizio “Il mese del foliage, magiche atmosfere d’autunno”, un appuntamento ricco di sorprese.

L’iniziativa, varata dal gruppo Dimore Amiche del Veneto (che raccoglie alcune delle residenze storiche più belle della regione), si tinge di giallo, arancione e rosso per mostrare a tutti la bellezza incredibile del foliage, in una cornice d’eccezione. Dal 9 ottobre al 6 novembre 2022, sono ben sei le dimore storiche pronte ad aprire i battenti per accogliere i visitatori e vivere con loro l’emozionante cambiamento che la natura si sta prodigando a regalarci, giorno dopo giorno. Scopriamo quali sono gli eventi da segnare in calendario.

Gli eventi più belli per vivere il foliage

Si parte dal Villa Sagramoso Sacchetti, splendida dimora veronese che domenica 9 ottobre propone una passeggiata didattica tra i suoi meravigliosi giardini. Questa è l’occasione giusta per ammirare non solo il paesaggio incantevole che circonda la villa, ma anche le sue lussuose sale interne, che eccezionalmente aprono al pubblico. Venerdì 14 ottobre l’appuntamento è a Borgo Feriani, villa seicentesca che ospita un famoso agriturismo: qui si può partecipare ad un evento culinario dedicato ai colori e ai sapori dell’autunno, per degustare un menù d’eccellenza.

Il Castello di Thiene, una delle più belle ville venete della regione, mette a disposizione il suo splendido parco per una passeggiata botanica con guida esperta paesaggista, domenica 16 ottobre. Chi vuole, può anche approfittare dell’occasione per visitare le scuderie e gli affascinanti saloni della dimora. Domenica 23 ottobre è il turno di Villa Angarano, a Bassano del Grappa, dove arte e natura si fondono per un’esperienza unica. Si può passeggiare nel parco della villa, ma anche andare alla scoperta delle magnifiche opere custodite nella Cappella di Santa Maria Maddalena.

Domenica 30 ottobre, Villa Valmarana ai Nani apre le porte delle sue incantevoli sale, preziosamente affrescate dal pittore Giambattista Tiepolo e dai suoi figli, per poi offrire una passeggiata nel bosco storico, al termine del quale si può godere di un calice di prosecco ammirando una splendida Pagoda ottocentesca. L’ultimo appuntamento, a concludere un mese di meraviglie e foliage, è per domenica 6 novembre: per l’occasione, si può visitare il giardino seicentesco di Villa da Schio, tra colori mozzafiato e deliziose statue.

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Il Qatar ha fatto goal: dai nuovi stadi all’Inland Sea, cosa vedere

Il Campionato mondiale di calcio FIFA 2022 che si terrà in Qatar a partire dal prossimo 20 novembre sarà solo l’inizio di un periodo rosa per il Paese mediorientale che, proprio in vista della Coppa del mondo, ha cambiato completamente aspetto.

Cosa c’è di nuovo in Qatar

Nuove strade, piste ciclabili – da percorrere solo in ceti mesi dell’anno, quando non fa troppo caldo -, linee della metropolitana e treni veloci. Ma anche nuovi locali e ristoranti, nuovi grattacieli e hotel, musei e naturalmente gli otto nuovi stadi, molti dei quali saranno “smontati” al termine del campionato. Lo Stadium 974, fatto di tanti container messi assieme, sarà smantellato e i pezzi torneranno alla loro funzione originale.

Resterà sicuramente il Khalifa International Stadium per altre manifestazioni che seguiranno negli anni a venire. Tanto più che dello stadio fa parte il nuovo 3-2-1, il Museo Olimpico e dello Sport del Qatar, inaugurato a Doha già lo scorso marzo. Progettato dall’architetto spagnolo Joan Sibina, è un edificio cilindrico in vetro all’interno di cinque anelli intrecciati, che ricordano il simbolo delle Olimpiadi.

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Fonte: @Qatar Tourism

Il 3-2-1, il Museo Olimpico e dello Sport del Qatar

Anche solo la visita degli stadi è una delle tante cose da fare a Doha, la Capitale del Qatar. Per conoscere la storia di questo affascinate Paese, che è passato in pochi anni dalla raccolta delle perle ai pozzi petroliferi, non c’è luogo migliore da vedere del Katara Cultural Village, un villaggio culturale concepito come luogo di interazione attraverso l’arte e lo scambio culturale. Con diverse gallerie d’arte, laboratori, spazi espositivi e arene per spettacoli, oltre a ristoranti immersi in un labirinto di vicoli acciottolati, è uno dei luoghi più popolari di Doha.

Una cultura millenaria

Non mancano i musei, come il Mathaf, Museo Arabo d’Arte Moderna che ospita 9.000 opere e rappresenta la più grande collezione di arte moderna del mondo arabo. Da non perdere è anche la Biblioteca Nazionale del Qatar all’interno del campus dell’Education City, un edificio di grande impatto architettonico progettato da Rem Koolhaas. La biblioteca possiede oltre un milione di libri e manufatti antichi, tra cui documenti risalenti al VII secolo d.C..

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Fonte: @Qatar Tourism

Il Souq Waqif a Doha

Ma soprattutto merita il viaggio il Museo nazionale del Qatar, ispirato alla rosa del deserto, progettato dall’archistar Jean Nouvel e che racconta la storia del Paese dall’era preistorica a quella moderna.

Chi viaggia con i bambini al seguito deve assolutamente andare nel primo parco a tema Angry Birds World al mondo.

Inaugurato il National Museum of Qatar

Fonte: Facebook

Il Museo nazionale del Qatar

Deserto e Inland Sea

Ma l’esperienza da fare assolutamente è quella nel deserto, dove provare l’esperienza delle “singing dunes”, le dune il cui canto si può udire nel silenzio più totale, che solo in pochi altri luoghi del mondo è possibile sperimentare, e dove ammirare uno spettacolo della natura: l’Inland Sea, a Khor Al Adaid.

Si tratta di una riserva naturale a 60 km a Sud da Doha, con un proprio ecosistema ed è diventato un sito Unesco. È uno dei rari luoghi al mondo dove il mare s’insinua in profondità nel cuore del deserto, creando quel fenomeno naturale che viene comunemente “mare interno”.

Inaccessibile da qualunque strada, questo tranquillo specchio d’acqua può essere raggiunto esclusivamente oltrepassando le alte e ripide dune di sabbia bianca, vere e proprie montagne russe naturali da affrontare a bordo di spericolatissime jeep.

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Fonte: SiVIaggia – @Ilaria Santi

Le dune del deserto del Qatar e l’Inland Sea
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Africa Egitto mete storiche Notizie siti archeologici Viaggi

In Egitto è avvenuta un’altra incredibile scoperta

L’Egitto sorprende ancora e lo fa di nuovo con Saqqara, una vasta necropoli a 30 km a sud della città moderna del Cairo. Grazie alla missione archeologica condotta da una squadra di studiosi della facoltà di Archeologia dell’Università del Cairo, è avvenuto un ritrovamento atteso da moltissimo tempo.

Scoperto il sarcofago del tesoriere di Ramesse II

Il team di ricercatori guidato da Ola El Aguizy, professoressa emerita di lingua egizia presso il Dipartimento di archeologia dell’Università del Cairo, ha riportato alla luce il sarcofago di Ptah-em-wia, il tesoriere reale di Ramses II, sovrano del XIII secolo a.C. definito “il più potente faraone d’Egitto”.

La scoperta è avvenuta in un’area che si trova a circa 20 miglia a nord di Saqqara. Gli scavi archeologici da queste parti erano già iniziati nel 2005 e tutti i ritrovamenti fatti fino a ora sono stati incredibilmente straordinari. Compreso quello di questi ultimi giorni che è stato possibile grazie all’avvistamento dell’apertura di un pozzo verticale nel sito: un indizio inequivocabile di una camera funeraria sottostante.

Ci è voluta una settimana intera per scavare il pozzo dove poi sono scesi fino al fondo della voragine. Proprio qui è stato trovato un sarcofago per lo più intatto. Come dichiarato da El Aguizy ad Artnet News: “Il coperchio era stato rotto e la mummia mancava, ma il pezzo rotto è stato ritrovato. Tutte queste tombe sono state saccheggiate: ecco perché molti frammenti delle pareti di queste tombe si trovano nei musei di tutto il mondo“.

Perché questa scoperta era molto attesa

Come detto in precedenza, questa scoperta era molto attesa. Infatti, la sepoltura del funzionario era stata già individuata nella seconda metà del XIX secolo dall’egittologo francese – nonché fondatore del Museo Egizio del CairoAuguste Mariette, che tra il 1858 e il 1859 annunciò un ritrovamento che è poi stato destinato a restare nell’oblio per altri 150 anni.

Questo perché nel corso del tempo gli studiosi non sono stati più in grado di rintracciare l’ubicazione della tomba. Una svolta è arrivata solo nel 2021, grazie alla missione archeologica, sempre diretta dall’egittologa Ola El Aguizy, che insieme al suo staff ha indagato l’area a sud della rampa processionale della piramide di Unis individuando la tomba dell’alto.

A quasi un anno di distanza, il Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità ha ora reso noto che nel frattempo i ricercatori sono riusciti per la prima volta a farsi strada nei 7 metri di profondità del pozzo, fino a giungere alla camera sepolcrale di Ptah-em-wia.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

Come dichiarato da El Aguizy al Guardian, il sarcofago apparteneva al proprietario della tomba, cosa che non sempre accade: “A volte il sarcofago è di una persona diversa quando la tomba è stata utilizzata in periodi successivi“.

La buona notizia, inoltre, è che l’assenza della mummia non è un problema in quanto gli studiosi non hanno bisogno di un corpo per ottenere informazioni sulla storia egizia. In questo caso specifico, infatti, le iscrizioni del sito sono più interessanti: la tomba di Ptah-em-wia era scolpita con emblemi della dea del cielo Nut e descrive la vicinanza di Ptah-em-wia al re Ramses II.

Ptah-em-wia gestiva il tesoro reale dell’Egitto, insieme al bestiame e alle offerte a tutte le divinità egiziane, ha dichiarato El Aguizy ad Artnet. “Concentro le mie energie su queste scoperte perché sono molto importanti, gli archeologi di tutto il mondo sono interessati a vedere i risultati di questi scavi“.

Per questo motivo l’équipe di El Aguizy continuerà a studiare le iscrizioni di questa tomba che, come ha sottolineato l’archeologia, ha uno stile differente rispetto alle altre della zona.

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Viaggi Wanderlust

Sono colorate, affascinanti e super instagrammabili: le strade con gli ombrelli

I nostri viaggi ci insegnano che a volte, in qualsiasi posto del mondo siamo, basta una semplice passeggiata per vivere quelle che sono destinate a diventare le esperienze più belle e magiche di sempre.

Vie dello shopping, corridoi panoramici, vicoli stretti e grandi strade ci permettono di osservare da vicino le città, i borghi e le destinazioni che raggiungiamo per scorgere nuovi dettagli che ci lasciano ogni volta senza fiato.

E questo succede anche tutte le volte che ci troviamo ad attraversare quelle strade incredibili che ci invitano a volgere lo sguardo all’in sù, proprio lì dove ci sono tantissimi ombrelli colorati che tingono tutto di meraviglia.

Le strade con gli ombrelli colorati

Sono inedite, bellissime e inaspettate, sono le strade con gli ombrelli colorati che troviamo in molte città di tutto il mondo. Le vediamo su Instagram, e sugli altri social network, e le inseriamo nelle tappe del nostro itinerario di viaggio per scattare le fotografie più belle delle nostre avventure.

Le strade con gli ombrelli colorati affascinano da sempre, e tutti le abbiamo attraversate almeno una volta nella vita, sia nei viaggi a lungo raggio che nelle gite fuori porta.

Perché vengono appesi gli ombrelli colorati su queste vie ce lo siamo chiesti tutti almeno una volta, la risposta sta nel fatto che, oltre a dare un tocco di colore che incanta, e che vivacizza il quartiere, gli ombrelli sono in grado di creare una piacevole ombra durante le giornate più calde e afose.

Sembra proprio che questa idea, che poi si è diffusa ovunque, sia nata ad Águeda, cittadina portoghese del distretto di Aveiro, che vanta una delle strade con gli ombrelli colorati più famosa di tutto il mondo. La prima installazione risale al 2012, in occasione del Festival di Arte e Cultura della città che si svolge ogni anno a luglio, dove è stato lanciato l’Umbrella Sky Project.

Un po’ per colorare la città per l’occasione e un po’ per rinfrescare cittadini e viaggiatori arrivati in città proprio per l’occasione, è nata quella che si è trasformata in una vera e propria mania, che ha raccolto l’entusiasmo di molti Paesi tra i quali anche l’Italia.

Umbrella Sky Project, Agueda

Fonte: Getty Images

Umbrella Sky Project, Agueda

Le strade da non perdere

Gli ombrelli, da sempre considerati oggetti fondamentali per le giornate di pioggia, si sono trasformati così in opere d’arte fluttuanti che colorano i quartieri e le vie della città, nonché nei protagonisti delle nostre instantanee più belle di viaggio.

Se state cercando un luogo super instagrammabile, per creare un feed coloratissimo sui vostri profili social, allora non vi resta che inserire nei prossimi viaggi gli indirizzi delle strade con gli ombrelli colorati più belle del mondo.

Agueda è sicuramente la protagonista assoluta di questo viaggio colorato, non solo perché risulta la pioniera di questa idea, ma anche perché il centro storico sapientemente addobbato con gli ombrelli è una vera meraviglia. Potete ammirarli e fotografarli sia nella principale via Rua Luís de Camões che nelle strade adiacenti per tutto il mese di luglio. L’installazione prosegue anche nel periodo natalizio durante il quale gli ombrelli vengono illuminati, sostituendosi alle più classiche luci di Natale.

In Italia sono tantissime le zone dove poter ammirare gli ombrelli colorati. Non solo città, ma anche grandi centri dedicati allo shopping come quello di Castel Romano Designer Outlet, alle porte di Roma. Anche Iglesias, cittadina situata nel territorio sud occidentale della Sardegna, ogni estate colora Via Nuova con centinaia di ombrelli colorati e fluttuanti.

Anche Cipro ha subìto il fascino di questa mania, e ogni estate tra le strade di Limassol e di Nicosia è possibile passeggiare sotto ombrelli coloratissimi. Lo si può fare anche a Londra, tra le strade di Camden Town dove si scorge una piccola viuzza caratterizzata da un tetto di ombrelli di mille colori. Anche la deliziosa Sóller, a Maiorca, ogni estate tinge di colore la via dello shopping adiacente a Plaça Constitució, la piazza attraversata dal tram storico della città.

Ma i luoghi dove ammirare le strade addobbate con gli ombrelli colorati, nel mondo, sono davvero tantissime e il loro numero aumenta anno dopo anno. Il consiglio è quello di fare una ricerca, prima di partire, per vedere se nella vostra prossima destinazione di viaggio c’è una via colorata da attraversare e fotografare.

Ombrelli colorati a Londra

Fonte: 123rf

Ombrelli colorati a Londra