Camminare è un’attività che rilassa e che fa sentire bene con sé stessi. Si pensa che basti semplicemente passeggiare per ottenere questo benessere, ma anche il paesaggio circostante può fare la differenza. Quando si parla di posti incantevoli, non si può fare a meno di pensare al Miglio d’oro, una strada che già dal nome fa capire quanto sia speciale e particolare. Per approfittare dello splendore non bisogna andare all’estero o allontanarsi troppo per raggiungere posti esotici, basta rimanere in Italia e in particolare scoprire uno degli scorci più affascinanti della Campania.
Dove ammirare la bellezza del Miglio d’oro
Sono in tanti ad avere avuto la fortuna di percorrere il Miglio d’oro, già a partire dal ‘700 quando si indicava con questo nome così curioso un tratto della Strada Statale 18 Tirrena Inferiore, nota anche come “Strada Regia delle Calabrie”. In passato, il Miglio d’oro era quello che andava dalla città di Ercolano a quella di Torre del Greco, mentre oggi è stato “allungato” fino a Portici e Torre Annunziata. Che cosa c’entra il metallo prezioso? L’oro è quello “simbolico” delle arance, limoni e mandarini che si possono ammirare nei giardini di questo percorso, ma anche quello della ricchezza dal punto di vista paesaggistico e storico.
Inoltre, lungo il Miglio d’oro non è solo la natura ad emergere, ma anche le splendide costruzioni d’epoca, nello specifico le ville vesuviane del ‘700. Si tratta di 122 palazzi edificati tra il ‘700 e l’800, tutti ugualmente maestosi e tutelati dall’Ente Ville Vesuviane: oltre alla bellezza, sono passate alla storia per un elemento che hanno in comune, l’immagine di San Gennaro incisa in una delle stanze per proteggere gli abitanti dal Vesuvio.
Rococò e Barocco: gli stili distintivi del Miglio d’oro
Come si è arrivati all’incredibile numero di 122 ville in un solo miglio? Tutto cominciò con la costruzione della reggia estiva del re Carlo di Borbone nel 1738 a Portici. La nobiltà dell’epoca non voleva essere da meno in quanto a prestigio e si decise di chiamare i migliori architetti dell’epoca, da Luigi Vanvitelli a Ferdinando Fuga. Vivere in una villa circondata da un paesaggio così romantico e affascinante, oltre al clima mite e piacevole tutto l’anno, erano i dettagli che convincevano i nobili a costruire proprio lungo il Miglio d’oro. Gli stessi architetti si sbizzarrirono con soluzioni ingegnose in un vero e proprio trionfo del Barocco e dello stile Rococò dei giardini.
A distanza di tanti anni, hanno mantenuto intatto il loro fascino, tanto da diventare persino delle spettacolari location cinematografiche: è il caso di Villa Campolieto, nel comune di Ercolano, che sorge in posizione panoramica sul lato rivolto al mare e che appare con i suoi affreschi nel film “Operazione San Gennaro” di Dino Risi, e in una puntata dello sceneggiato “Il cappello del prete”. Ancora oggi si può rivivere la stessa atmosfera magica di un tempo. Il panorama è mozzafiato, si scorge il mare del Golfo di Napoli e si intravedono Capri, Ischia e Procida. È uno dei posti che più ci invidiano al mondo e di cui bisogna andare fieri, un “semplice” miglio che racchiude insieme tanti tesori di grande valore.