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Questa piazza è stata trasformata in un giardino delle meraviglie

Poche cose al mondo sanno affascinare, ispirare e incantare come i giardini, paradisi terrestri che inebriano la vista e i sensi e che rappresentano la più nobile delle convivenze, quella tra uomo e natura. Luoghi che, grazie all’attività dell’uomo, mettono in mostra la natura, la esaltano e la valorizzano, la rendono accessibile a tutti.

Non è un caso che, questi eden straordinari, siano diventati con il tempo delle vere e proprie attrazioni turistiche da visitare in giro per il mondo e in ogni periodo dell’anno. Ci sono labirinti sempre verdi, giardini all’inglese, parchi fioriti e orti botanici. Ognuno ha i suoi colori, le sue caratteristiche, eppure tutti sono accomunati dal medesimo obiettivo: portare in scena la grande bellezza di Madre Natura.

Ed è la stessa missione condivisa da quel parco temporaneo inaugurato a Victoria Square, a Birmingham, in occasione del festival artistico PoliNations, che celebra la diversità del Regno Unito. Un giardino delle meraviglie tutto da scoprire.

Settembre a Birmingham

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Inghilterra. Anzi, più di uno. C’è Londra, per esempio, che è una delle metropoli più importanti del mondo intero, una città viva e dinamica che stupisce e stordisce, ci sono le secolari università di Oxford e di Cambridge, le terme romane di Bath e poi, ancora, l’affascinante e misterioso complesso neolitico di Stonehenge. E poi ci sono i villaggi, i borghi e le città che conservano bellezze straordinarie, che raccontano storie, culture e tradizioni che sono tutte da scoprire.

Ma se avete in programma un viaggio di fine estate nel Paese, allora, la destinazione da raggiungere è Birmingham e vi spieghiamo subito il perché. Nella città più importante delle Midlands Occidentali, celebre per i luoghi storici che testimoniano la rivoluzione industriale, per i suoi canali e per le vie ricche di caffè e botteghe, è nato un giardino spettacolare.

Victoria Square, piazza pubblica pedonale nonché cuore di Birmingham, è stata trasformata in un giardino delle meraviglie che celebra la biodiversità nel Regno Unito in occasione del festival PoliNations che si tiene in città dal 2 al 18 settembre.

Un programma fitto di eventi, che ha l’obiettivo di avvicinare le persone alla vita vegetale del Paese, si trasforma nella migliore occasione per esplorare un paradiso terrestre sapientemente allestito per l’occasione. Protagonisti assoluti della scena sono cinque alberi maestosi che svettano verso il cielo con i loro oltre 10 metri di altezza. Tutto intorno, invece, aiuole e zone coltivate mettono in mostra oltre 6000 esemplari di piante e fiori che caratterizzano in maniera univoca tutti i giardini del Regno Unito.

PoliNations Garden, Birmingham

Fonte: Getty Images

PoliNations Garden, Birmingham

Il giardino delle meraviglie a Victoria Square

Chiunque abbia in mente un viaggio a Birmingham a settembre non può perdere l’occasione di visitare questo giardino straordinario costruito proprio nel cuore della città. Un polmone verde e inedito dalle fattezze magiche che mette in scena tutti i colori della natura.

Gli alberi architettonici giganti, che cambiano il volto del paesaggio urbano, sono un omaggio alla natura, ma anche un monito della salvaguardia del pianeta. Queste strutture, infatti, accumulano l’acqua piovana e la utilizzano per creare energia eolica. Tutto intorno, invece, si snoda un’oasi fatta di migliaia di piante, un giardino forestale ed epico che pullula di vita vegetale e che raccoglie le specie che caratterizzano i tradizionali giardini del Regno Unito.

Victoria Square resterà in fiore fino al 18 settembre. Il giardino prenderà vita attraverso tour gratuiti nella foresta, esperienze multisensoriali, concerti e spettacoli di luce.

Chi non potrà raggiungere Birmingham per partecipare al festival, potrà comunque prendere parte a questo omaggio alla natura. Grazie all’applicazione PoliNations, scaricabile sul proprio smartphone, sarà possibile creare una pianta ispirata alle proprie emozioni utilizzando la realtà aumentata e creando un meraviglioso giardino virtuale.

PoliNations Garden, Birmingham

Fonte: IPA

PoliNations Garden, Birmingham
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SiViaggia con lo Zoo Safari di Fasano: tra parco faunistico e appuntamenti da non perdere

Sapevate che il secondo parco faunistico più grande di tutta Europa si trova proprio in Italia? Noi di SiViaggia abbiamo avuto l’occasione di scoprirlo e vi possiamo assicurare che non solo è bellissimo e perfetto sia per i più grandi che per i più piccini, ma è anche un luogo che svolge un ruolo molto importante nella conservazione delle specie di animali in via di estinzione, un tempio per queste creature che hanno bisogno di essere tutelate.

Zoo Safari di Fasano: cos’è e perché visitarlo

Ci troviamo a Fasano, in provincia di Brindisi, un angolo di Puglia il cui centro storico è caratterizzato da vie strette e piazze circondate da case intonacate con calce bianca. E proprio qui, tra uliveti e vigneti, prende vita un gigantesco parco faunistico: lo Zoo Safari.

Vi basti pensare che si estende per circa 140 ettari che sono visitabili una parte guidando la propria autovettura (camper o bus), un’altra a piedi e un’altra ancora a bordo di una monorotaia panoramica. Le aree da scoprire sono diverse: il safari vero e proprio, l’area dei Primati, Il Lago dei grandi mammiferi, il Rettilario/Acquario, il Sea Lion Aquarium e poi la fattoria didattica, la mostra delle farfalle e una zona di recupero dedicata alle testuggini.

Scoprirlo vuol dire allontanarsi dai serrati ritmi delle città e lasciarsi meravigliare da diverse specie animali, gli stessi esseri viventi di cui da bambini leggevamo nelle favole o che vedevamo nei cartoni animali. Un luogo perfetto, quindi, per entrare in contatto (ma nell’assoluto rispetto) con queste incredibili creature, dove i più piccoli sognano a occhi aperti e i più grandi ritornano bambini. Prenota sul sito ufficiale e approfitta delle tariffe migliori e di esclusivi vantaggi.

Gli animali da vedere

Sono circa 1.700 gli esemplari di 200 specie diverse che è possibile ammirare allo Zoo Safari di Fasano.

Si parte subito con l’area safari che in un percorso di 6 chilometri consente di scorgere diversi animali liberi di muoversi, a tal punto che potrebbero avvicinarsi alle auto in cerca di cibo. Una zona altamente selvaggia e che porta alla scoperta di tigri, zebre, giraffe, elefanti e leoni, ma anche di cervi, cammelli, orsi dal collare e fenicotteri.

Zoo Safari - Animali

L’avventura prosegue con l’area dei Primati, una parte pedonale ricca di verde dove poter conoscere l’amato gorilla Riù, numerosi e dispettosi scimpanzé, ma anche agili lemuri.

Subito dopo è il momento di salire a bordo di una monorotaia panoramica che porta il viaggiatore in un’area che sembra uscita da un libro delle favole: il Lago dei Grandi Mammiferi. Ecco che ci si potrà incantare nell’osservazione di ippopotami, gibboni, orsi bruni e orsi polari.

Per completare l’esperienza nella maniera più memorabile possibile si deve assolutamente fare una visita al Villaggio delle Scimmie.

Zoo Safari - Animali

Gli amanti dei rettili troveranno il loro paradiso nella Sala Tropicale dove sono protetti, in teche idoneamente climatizzate, serpenti di ogni tipo come boa e pitoni, tartarughe, sauri, iguane, varani, scorpioni, farfalle e molto altro ancora.

E poi le mostre: dalla mostra delle farfalle e quella dei dinosauri, vero paradiso dei più piccini.

Infine, il Sea Lion Aquarium dove i visitatori sono accompagnati in un fantastico viaggio per conoscere la biologia e l’etologia di otarie, leoni marini e pinguini.

L’autunno tutto da vivere allo Zoo Safari di Fasano: Zoo Beer Fest e Halloween Party

Zoo Safari - Halloween

L’autunno allo Zoosafari di Fasano arriva portando con sé un’esplosione di colori che scaldano il cuore e diversi appuntamenti da non perdere. Quest’anno il parco ha deciso di indossare i suoi abiti migliori: quello per la festa della birra e un altro per la celebrazione di Halloween.

L’1 e il 2 ottobre oltre alle giostre, gli spettacoli e l’intrattenimento che normalmente arricchiscono ogni giornata allo Zoosafari, a Fasanolandia arriva Zoo Beer Fest.

Due giorni indimenticabili, dedicati alla bevanda delle feste per eccellenza, da vivere tra tanti stand di birre di ogni specie, da assaporare al suono di buona musica e insieme a un’ampia scelta di delizie gastronomiche.

Dal 29 ottobre al 1° novembre, invece, Fasanolandia darà vita all’Halloween più mostruosamente divertente dello Stivale.

Zucche, tombe scoperchiate, streghe, zombie, fantasmi, vampiri e creature di ogni sorta ci faranno morire dal ridere accompagnandoci in un viaggio tra attrazioni, spettacoli e macabre sorprese. Siete pronti a mettere alla prova il vostro coraggio con l’Apocalypse Red Zone, una grande casa horror in cui incontrare orripilanti creature?

Quattro giorni spassosamente spettrali in cui grandi e bambini potranno regalarsi una festa straordinaria.

Natale allo Zoo Safari

Zoo Safari - Natale

Qual è la festa più bella dell’anno? Senza ombra di dubbio è il Natale, e anche in questa occasione lo Zoo Safari di Fasano si illuminerà di magie ed atmosfere fuori dal comune.

Dall’8 all’11 dicembre luminarie e festoni, lucine colorate e allegre decorazioni impreziosiranno ancora di più questo parco da sogno. Presente anche Babbo Natale a cui consegnare direttamente la propria letterina. Tra giostre e mercatini tipici, tutti avranno modo di passare giornate che non dimenticheranno facilmente.

La stagione dei grandi eventi è alle porte, non resta che organizzarsi e correre a trascorrere delle feste straordinarie presso lo Zoosafari di Fasano. Prenota sul sito ufficiale e approfitta delle tariffe migliori e di esclusivi vantaggi.

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California: la spiaggia di vetro dai mille riflessi

La sete di esplorazione che ci appartiene per natura è soddisfatta dai continui viaggi che organizziamo per scoprire il mondo e tutte le sue meraviglie. E se è vero che nella scelta delle destinazioni ci lasciamo ispirare dalle nostre personali preferenze ed esigenze, è anche vero che ci sono alcuni luoghi che mettono d’accordo tutti.

Si tratta dei posti dove è la natura a plasmare il paesaggio, lo stesso che diventa il palcoscenico dei suoi spettacoli più belli. I boschi lussureggianti, le montagne dai mille colori, i prati fioriti che si perdono all’orizzonte e le spiagge bianche e dorate bagnate da acque turchesi e cristalline, queste sono solo alcune delle destinazioni che ci invitano a viaggiare intorno al mondo, che ci incantano e ci stupiscono alla sola vista.

Ma c’è un luogo, tra questi, che ha una storia molto particolare e affascinante. Si tratta di una spiaggia, che sembra magica, è che è nata a seguito dell’errore dell’uomo, ma che è rinata proprio grazie all’azione di Madre Natura. Benvenuti in California, benvenuti a Glass Beach, la spiaggia di vetro dai mille riflessi.

Sulle coste della California

È un itinerario fatto di paesaggi incredibili e straordinari, quello che ci conduce Fort Bragg, la città degli Stati Uniti d’America situata sulla costa di Mendocino, in California. Una destinazione, questa, esclusa dai sentieri più battuti dal turismo di massa, ma non per questo destinata a non sorprendere.

Fondata come avamposto militare, prima della guerra di secessione americana, Fort Bragg è stata rivalutata solo di recente per i suoi incredibili paesaggi pittoreschi che affacciano sull’oceano Pacifico e che caratterizzano la costa della California settentrionale.

Le attrazioni principali di questa città, nominata California Historical Landmark, sono quasi tutte firmate da Madre Natura, come quelle fitte foreste di sequoie che è possibile attraversare a bordo dello storico Skunk Train o il fiume Noyo, da navigare in kayak per osservare da vicino la la fauna e la flora locale.

Anche la costa, ovviamente, è imperdibile. Non solo per quegli scenari suggestivi e selvaggi che affacciano sul mare, ma anche perché è proprio qui che si trova una delle spiagge più stravaganti del mondo intero. Stiamo parlando di Glass Beach, un arcobaleno di piccoli frammenti di vetro, levigati e lucidati dall’oceano e dal vento, che brillano al sole e creano un paesaggio davvero magico.

Glass Beach: la spiaggia di vetro

Situata all’interno del MacKerricher State Park, un parco statale della California che si snoda per 9 miglia e che ospita diversi habitat costieri, Glass Beach rientra nella lista delle spiagge più particolari del mondo da vedere almeno una volta nella vita.

Una spiaggia di vetro di nome e di fatto, formata da piccoli pezzi di vetro levigato che brillano al sole e che creano uno scenario favolistico. La spiaggia, che si snoda lungo il parco statale, un tempo veniva usata dagli abitanti della zona come discarica, come dimostra il suo nome originario, The Dumps, che vuol dire appunto discarica. Dall’alto della scogliera, infatti, venivano gettati diversi rifiuti che con il tempo hanno completamente invaso e ricoperto la spiaggia.

Tutto è cambiato nel 1967 quando, con l’obiettivo di ripristinare l’area, la zona venne completamente chiusa al pubblico. Venne operata una lunga azione di pulizia, grazie alla quale i grandi rifiuti furono portati via. Impossibile, invece, ripulire la zona dalla grande quantità di vetro che si era depositata lì con gli anni.

Fu deciso di chiudere la spiaggia per decenni, affinché Madre Natura potesse riappropriarsi di quello spazio. E in effetti fu così. Le acque dell’oceano e il vento hanno levigato e lucidato i frammenti di vetro fino a trasformarli in un tappeto di colori che ha visto la nascita di quella che oggi è conosciuta come spiaggia di vetro.

Oggi Glass Beach è una meta popolare tra i viaggiatori che giungono fin qui per passeggiare sull’arenile, ma è anche una spiaggia protetta e salvaguardata. Portare via pezzi di vetro come ricordo di viaggio, infatti, è proibito proprio per preservare l’unicità di questo luogo.

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La nuova ciclabile nel Cuore Verde d’Europa

La fine dell’estate, il momento in cui l’autunno si avvicina portando con sé una luce dai riflessi ramati e le giornate si fanno man mano più fresche, è il periodo ideale per pensare a una vacanza relax, che possa donare piacevoli momenti di benessere, sperimentando un modo di viaggiare lento e green. E la Slovenia è la destinazione perfetta, perché continua a sorprendere i suoi visitatori con nuovi modi di viverla in chiave assolutamente sostenibile e sempre accogliente.

Tanto più che dal prossimo ottobre nascerà un nuovo percorso ciclo-turistico che permetterà di godere pienamente del patrimonio naturale e del fascino delle località termali slovene, portando alla scoperta di splendidi territori nel rispetto dell’ambiente attraverso l’eco-mobilità, un punto cardine del turismo nel Cuore Verde d’Europa.

In bici alla scoperta delle bellezze della Slovenia

Slovenia Green Wellness Route: questo il nome della nuova ciclabile che unisce terme naturali e Spa, ciclismo e ospitalità sostenibile. Un modo originale di approcciarsi a questa destinazione sempre più eco-friendly e di conoscerne il meraviglioso territorio, entrando in sintonia con le persone, il cibo, la natura e il paesaggio di un Paese che ha saputo essere lungimirante, combinando il benessere dell’attività fisica e il relax in acque termali e invitanti trattamenti wellness.

“Sorella” della Green Gourmet Route, percorso ciclo-turistico dedicato all’aspetto gastronomico della Slovenia, questa nuova via del benessere prende vita dall’Ente per il Turismo Sloveno, in collaborazione con l’Associazione delle Terme Slovene, il Consorzio Green Slovenia, le destinazioni partecipanti e Visit GoodPlace, agenzia di viaggi boutique specializzata nell’offerta di tour in bicicletta sostenibili. Un tour ecologico e a basso impatto ambientale, che include esclusivamente le destinazioni che hanno ottenuto il certificato Slovenia Green, dimostrando impegno per un futuro sempre più “verde” e promuovendo lo sviluppo sostenibile del turismo.

Slovenia Green Wellness Route: il tour

L’itinerario completo è suddiviso in 16 giorni e altrettante tappe suggerite, per una lunghezza totale di 640 km (con un’altitudine massima di 940 metri). La ciclovia collega le migliori terme slovene attraverso meravigliose strade affacciate su panorami scolpiti dalla natura e splendide cittadine.

Partendo da Lubiana, si sfiorano le Alpi di Kamnik e della Savinja, per poi pedalare tra le colline del vino e dei vitigni puntellate dai filari, fino alle ampie distese della pianura pannonica e tra i più dolci pendii collinari in direzione del confine meridionale, dove ci si immerge nella quiete del Parco Regionale Kozjansko, si incontra Kostanjevica, nota anche come la “Venezia slovena” e il castello di Otočec, che si erge su un’isola nel mezzo del fiume Krka e regala un panorama molto scenografico. Il tour prosegue e si conclude con il ritorno nella capitale, in un suggestivo percorso ad anello.

Ogni tappa è studiata per coprire una lunghezza media di 40 km, lasciando il tempo necessario per rilassarsi negli oltre 10 centri termali disseminati nel percorso, tra splendidi borghi, città dal sapore medievale, villaggi dove il tempo sembra essersi fermato e perle architettoniche, sempre circondati da un paesaggio mutevole e di grande bellezza.

Dalle terme di Snovic, un vero e proprio eco-mondo dedicato al wellness con tanto di riviera termale al coperto e una bellissima area esterna, a quelle di Dobrna, le più antiche della Slovenia, passando per Laško, cittadina conosciuta anche per la tradizione birraia, e il centro termale Olimia, una delle prime destinazioni del Paese quando si parla di benessere. E, ancora, Rimske, con piscine calde e fredde già utilizzate dagli antichi Romani, senza dimenticare i numerosi centri medicali per la salute cardiovascolare o respiratori.

Se non avete 16 giorni a disposizione, è possibile scegliere di percorrere l’itinerario anche in un weekend lungo o in una manciata di giorni, selezionando le mete preferite e muovendosi comodamente in treno, oltre che in bicicletta. Per la pianificazione del viaggio, si può inoltre avere in dotazione una mappa interattiva, con la segnalazione dei centri termali, dei luoghi dove soggiornare e di quelli consigliati per assaporare la cucina slovena, con descrizioni giornaliere, suggerimenti e oltre 500 attrazioni indicate lungo il percorso.

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Borghi Marche Viaggi

Urbisaglia: il bellissimo borgo del punto esclamativo!

È un piccolo borgo medievale delle Marche, Bandiera Arancione del Touring Club, un tempo grande città del Piceno e glorioso municipio romano, a vantare la nascita del punto esclamativo, evento che, forse, è ancora sconosciuto ai più: stiamo parlando di Urbisaglia, a dominio della Valle del Fiastra, protetta ancora dalle sue antiche mura perfettamente conservate, costruite per dare potenza e lustro all’abitato.

Proprio qui, infatti, intorno al 1360 lo scrittore e poeta Iacopo Apoleio, nativo del borgo, include nella sua opera “De ratione punctandi” il “punctus admirativus” tra gli otto segni da lui codificati e ne rivendica l’invenzione.

Una curiosità che può essere l’ottimo pretesto per trascorrere un weekend da queste parti e immergersi nell’atmosfera millenaria di un borgo che ha davvero molte storie da raccontare.

Cosa vedere a Urbisaglia, le meraviglie del centro storico

Una visita al borgo del punto esclamativo inizia dal suo cuore pulsante, il centro storico, dove si concentrano pregevoli monumenti a testimonianza di un ricco e importante passato.

Passeggiando senza fretta, lo sguardo incontra la settecentesca Collegiata di San Lorenzo, in Piazza Garibaldi, dalla pianta circolare con orientamento ottagonale: l’abside è impreziosito da cinque affreschi incentrati sulla vita di San Lorenzo a opera del pittore Ciro Pavisa mentre la prima cappella a destra dell’ingresso vanta un meraviglioso Trittico dipinto nel Cinquecento da Stefano Folchetti di San Genesio.

Proseguendo l’itinerario, spiccano la Chiesa della Santissima Addolorata, la più antica del centro storico di Urbisaglia, con affreschi di inizio Cinquecento e portale in pietra bianca di origine romana, e il Museo Archeologico che, ospitato in un palazzo storico ottocentesco, offre un percorso espositivo su due piani dedicato alla civilizzazione romana del territorio.

Su tutto veglia la maestosa Rocca, tra le meglio conservate della regione, edificata tra il XIII e il XV secolo seguendo lo stile rinascimentale, con mastio adornato da merli ghibellini e dalla forma trapezoidale con quattro torri: aveva scopo difensivo e di controllo del territorio.

Da non perdere è poi la Chiesa di San Biagio, custode al suo interno del Museo delle Armi e delle Uniformi Militari e del Sacrario dei Caduti.

Infine, impagabili sono gli scorci che si aprono dai vicoli con incantevoli vedute sulle colline dei dintorni: un panorama che fa sognare.

Il Parco Archeologico, eco dell’Antica Roma

Urbisaglia_Teatro

Fonte: Ph Saro di bartolo – Wikipedia

Teatro del Parco Archeologico

Meta di spicco durante una visita a Urbisaglia è il Parco Archeologico che comprende gli scavi archeologici dell’antica Urbs Salvia, potente città del Piceno risalente al I secolo a.C., colonia e municipio romano.

Con un’estensione di circa 40 ettari, è il parco archeologico più interessante e notevole delle Marche nonché uno dei più grandi del Centro Italia: il percorso di visita scende lungo la collina seguendo un tracciato di circa un chilometro e consente, così, di apprezzare la struttura della città romana nella sua interezza, a partire dal colle di San Biagio fino a raggiungere, con una serie di terrazzi naturali, il pianeggiante fondovalle.

Risultano ben visibili tuttora il Serbatoio, punto di arrivo dell’acquedotto romano sotterraneo della lunghezza di un chilometro e mezzo, il Teatro realizzato nel 23 d.C. per volere del politico Gaio Fufio Gemino, il Tempio-criptoportico dedicato alla Salus Augusta che vanta deliziosi affreschi restaurati di recente, e l’Anfiteatro fatto costruire dal senatore e militare Lucio Flavio Silva nella seconda metà del sec. II d.C., oggi cornice di spettacoli teatrali.

Si fanno notare anche ampi resti di mura in laterizio, con torri e avancorpi poligonali, erette nella seconda metà del I sec. d.C.

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Le iconiche location del film “Gli Spiriti dell’isola”, magia irlandese

L’Irlanda protagonista alla 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a Venezia con il film “Gli Spiriti dell’isola” (The Banshees of Inisherin), lungometraggio del regista, sceneggiatore e produttore Martin McDonough con Colin Farrell (cui è andata la Coppa Volpi maschile della Mostra di Venezia 2022), Brendan Gleeson, Kerry Condon e Barry Keoghan.

Un film profondamente irlandese, girato interamente sull’Isola di Smeraldo, in luoghi che sono davvero iconici di questa terra, simbolo della sua atmosfera e della sua inconfondibile bellezza, angoli remoti e selvaggi che faranno la felicità di chi la ama e desidera conoscerla meglio anche in vista di un viaggio.

A fare da sfondo alla vicenda ambientata all’epoca della guerra civile irlandese, l’enigmatica e tormentata fine dell’amicizia tra Colm (Brendan Gleeson) e Padraic (Colin Farrell), sono infatti le incantevoli Inishmore Island e Achill Island, la più grande isola dell’arcipelago delle Aran e la più estesa isola irlandese parte della contea di Mayo.

Di notevole importanza per la lingua e la cultura gaelica, entrambe spiccano al largo della costa ovest e si fanno ammirare per gli scorci spettacolari e la meraviglia del paesaggio.

Inishmore, la grande isola

Inishmore

Fonte: iStock

La strada di Dun Aengus a Inishmore

L’isola di Inis Mór (Inishmore) vanta un paesaggio unico ed è nota a livello internazionale per gli oltre 50 differenti monumenti di origine cristiana, precristiana e celtica ma le attrattive che offre non finiscono qui.

I visitatori possono scoprirla comodamente in bicicletta o sui tradizionali calessi guidati da pony e lasciarsi sorprendere dal suo paesaggio roccioso, estensione del vasto tavolato calcareo che forma il Burren, da cui le Aran si staccarono secoli fa.

Punto saliente di interesse di Inishmore è il Dún Aengus Fort, una tra le quattro fortezze risalenti al periodo che va dall’Età del Bronzo all’Età del Ferro: sorge sul bordo di una scogliera alta 100 metri e i muri semicircolari scendono a strapiombo sull’oceano.
Da qui, si gode di una magnifica vista sull’intera isola mentre l’unico suono è quello delle onde che si infrangono sulla roccia.

Da vedere anche il sito Na Seacht d’Teampaill (Le sette chiese) dove resistono due chiese, le rovine di alcune case monastiche e un piccolo cimitero con croci celtiche: la chiesa meglio conservata è quella di Saint Breacan al cui interno è ancora possibile ammirare la maestosa navata e un arco.

Inoltre, chi ama avventurarsi in luoghi meno conosciuti, può fare tappa al Warm Hole, una singolare vasca di forma rettangolare che è stata plasmata dall’azione del calcare: i bordi sono così perfetti che è difficile credere che non siano stati intagliati dall’uomo.

Achill Island, tra brughiera e mare

Achill Island

Fonte: iStock

Veduta di Achill Island

È una visione difficile da dimenticare quella offerta da Achill Island, plasmata da spiagge bianchissime, alte montagne e una costa che va dal verde all’azzurro.

Popolare meta estiva degli irlandesi per il suo mare e gli sport acquatici, tra erica, rododendri e la brughiera assomiglia a un sogno.

La spiaggia più famosa è Keel Beach, distesa di sabbia vegliata dal promontorio di Achill Head, meta ideale per le immersioni, il surf e il windsurf ma non da meno è Keem Bay (dove sono state girate alcune scene del film), raccolta spiaggia di candida sabbia lambita da acque turchesi e protetta dalle alte scogliere.

Degno di nota anche il castello di Carrickkildavnet, dimora di Grace O’Malley, leggendaria regina dei pirati vissuta nel XVI secolo.

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Anche l’Italia ha il suo lago a forma di cuore: è bellissimo

Esistono paesaggi che sono così belli da non sembrare reali. Luoghi che per forme, colori e lineamenti assomigliano a tutte quelle immagini che fino a questo momento hanno popolato il nostro immaginario favolistico. Capolavori visivi che sembrano dipinti dal più abile degli artisti, e che invece portano la firma di Madre Natura.

È sempre lei, la natura, a mettere in scena gli spettacoli più belli del mondo intero, gli stessi che si trasformano nelle destinazioni dei viaggi più belli di una vita. Ma questa volta non abbiamo bisogno di percorrere migliaia di chilometri per esplorare queste meraviglie, perché il nostro Paese ne ospita una che vi lascerà senza fiato.

Si tratta di uno specchio d’acqua che ha preso in prestito i colori del cielo, e che visto dall’alto restituisce la romantica e suggestiva forma di un cuore. Benvenuti nel Lago di Scanno.

Il Lago di Scanno

Ci troviamo tra le meravigliose terre dell’Abruzzo, proprio qui dove la natura regna incontrastata. È tra i comuni di Villalago e di Scanno, che si estende uno specchio d’acqua di incredibile bellezza, un ennesimo lascito di Madre Natura che dobbiamo proteggere e preservare.

Il Lago di Scanno è il protagonista di uno dei paesaggi più affascinanti e suggestivi del BelPaese. Tutto merito dei suoi colori e di quella cornice naturale che cambia sembianze con l’alternarsi delle stagioni. Ma quello che davvero incanta, di questo lago, è la sua vista dall’alto. Perché è da qui che si può ammirare un lago a forma di cuore estremamente romantico e magico.

Il lago italiano a forma di cuore

Incastonato tra i boschi dei Monti Marsicani, nell’alta valle del fiume Sagittario, il lago si estende su una superficie di quasi un chilometro assumendo una forma decisamente inedita e straordinaria, quella di un cuore.

Quello di Scanno è considerato il lago naturale più grande di tutta la regione, ma sono gli spettacoli di cui si rende protagonista ad attirare ogni anno migliaia di viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Le sue acque balneabili e limpide, che hanno guadagnato più volte la Bandiera Blu, sono caratterizzate da sfumature turchesi e azzurre che fanno da contrasto ai fitti boschi della Montagna Grande che lo circondano, e che si colorano di nuance intense, e sempre diverse, durante le stagioni.

Le origini del lago sono secolari. Il bacino, infatti, è stato creato a seguito di una frana sul Monte Rava, che sovrasta il lago, e che ha sbarrato il corso del fiume tasso, suo immissario insieme al torrente Giordano, circa 3000 anni fa.

Raggiungerlo è d’obbligo per tutte le persone che organizzano un viaggio in Abruzzo. Il Lago di Scanno è situato in provincia dell’Aquila, e dista appena dieci minuti di auto dal borgo di Scanno dal quale prende il nome. Se da vicino appare bellissimo, dall’alto restituisce un panorama magico e incantato.

Uno dei luoghi più strategici per ammirare il lago a forma di cuore è il belvedere di Frattura Nuova. Un altro punto panoramico è il colle dove sorge l’eremo di Sant’Egidio. Per raggiungerlo è possibile percorrere un cammino suggestivo, puntellato di scorci straordinari, che prende il nome di Sentiero del Cuore, e che parte proprio dalle rive del lago. La vista, da qui, è mozzafiato.

Il Lago di Scanno promette emozioni in ogni periodo dell’anno, tuttavia è in autunno che lo spettacolo del foliage rende tutto ancora più magico. In estate, invece, questo luogo diventa un’oasi di refrigero e di relax da raggiungere, per potersi rigenerare all’interno della acque limpide e trasparenti del lago.

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Il giardino di vetro che sembra uscito da una favola

Spesso, quando viaggiamo in giro per il mondo, ci troviamo davanti a panorami di immensa bellezza. A dei veri e propri capolavori visivi che, a differenza di una qualsiasi opera d’arte che si osserva da lontano, ci invitano a scoprirli dall’interno. E sono così belli da sembrare finti. E sono così straordinari da assomigliare a tutti quei posti che abbiamo visto solo nelle favole. Eppure questi sono reali, e per questo motivo ancora più magici. Come quel giardino di vetro situato a Seattle che incanta, stupisce e avvolge.

Chihuly Garden and Glass: Il giardino di vetro

Per scoprire ed esplorare quello che uno dei luoghi più suggestivi del mondo intero dobbiamo recarci a Seattle, la più grande città dello Stato di Washington. È qui, tra le maestose sedi di Microsoft e Amazon, e all’ombra del futuristico Space Needle, che si snoda un giardino delle meraviglie che sembra dare vita agli scenari delle favole più belle.

Situato nel Seattle Center, proprio accanto all’edificio Space Needle, c’è Chihuly Garden and Glass, un giardino di vetro che espone in maniera permanente tutte le straordinarie opere dello scultore Dale Chihuly. Sin dalla sua inaugurazione, avvenuta nel 2021, questo inedito orto botanico ha catturato l’attenzione dei cittadini, diventando un’attrazione imperdibile per tutti i viaggiatori che giungono in città.

Il nome, tanto evocativo quanto calzante, non è che un preludio all’esperienza meravigliosa che si vive all’interno di questo giardino. Ad accogliere i visitatori sono le sculture di Dale Chihuly, che si muovono sinuose e armoniose all’interno di una vegetazione rigogliosa e lussureggiante.

La passeggiata all’interno del giardino è affascinante, suggestiva e seducente perché consente agli ospiti di esplorare un terreno inedito e di toccare con mano una sperimentazione perfettamente riuscita, quella della convivenza tra l’arte e la natura.

Tutta l’esperienza è scandita dai due elementi principali che caratterizzano questo giardino che è anche un museo: da una parte la natura, in tutta la sua genuina bellezza, dall’altra l’artificio che la valorizza, che con i suoi giochi di luce e riflessi la fa brillare come non ha fatto mai.

Chihuly Garden and Glass

Fonte: iStock/milesaorund

Chihuly Garden and Glass

Dentro il giardino-museo di Seattle

Il Chihuly Garden and Glass è un giardino e un museo, è un luogo dove la natura e le sculture di vetro soffiato creano un mondo inedito e onirico, che affascina e stupisce a ogni passo. Non è una semplice immersione all’interno di un universo che ospita l’arte e la natura, ma una vera e propria esperienza sensoriale che lascia senza fiato.

Entrare all’interno del Chihuly Garden and Glass vuol dire avvicinarsi alla mente del genio creativo Dale Chihuly, vuol dire toccare con mano le sue visioni, le stesse che però lasciano ampio spazio alle personali suggestioni dei visitatori.

Sono tante, tantissime, le sculture che si snodano lungo sentieri incorniciati da una natura più rigogliosa che mai. La esaltano, la valorizzano e l’accompagnano in un percorso che l’ospite è chiamato a fare, lo fanno con le loro forme stravaganti, con i colori cangianti, con quei lineamenti che proprio alla natura sono ispirati.

Il percorso espositivo attraversa diverse stanze. Sono nere, ma mai cupe, perché sempre illuminate dalle sculture di vetro soffiato da Dale Chihuly che omaggiano e celebrano la natura. Ma restano ancora confinate in un mondo immaginato e artificiale, almeno fino a quando non si arriva alla serra, l’ambiente più suggestivo dell’intero giardino.

È qui che gli elementi artistici diventano gli assoluti protagonisti di una realtà inedita. Piante scintillanti di vetro che sembrano muoversi col vento, ma che in realtà sono immobili, scendono verso il basso. L’incanto continua anche all’esterno, dove un meraviglioso giardino che accoglie i visitatori continua a mescolare le visioni che già conosciamo attraverso un gioco di forme, colori, e materiali, artificiali e naturali. È magia!

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Chihuly Garden and Glass

 

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Il borgo della Costa Azzurra che sembra uscito da una fiaba

Quando parliamo della Francia, la nostra mente ci riporta inevitabilmente a quelle che sono le città più belle di un Paese straordinario. Impossibile non pensare a Parigi, e a tutte le meraviglie romantiche e suggestive che la Ville Lumière conserva, così come a Nizza, o a Marsiglia per esempio.

Eppure la Francia, quella da sempre ci affascina e ci suggestiona, non è raccontata solo attraverso le grandi e iconiche città, ma anche e soprattutto dai borghi. Quelli piccoli, suggestivi e pittoreschi, quelli che sembrano usciti da un libro di fiabe.

Ed è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi oggi. In uno dei più bei villaggi delle Alpi Marittime. Un antico e suggestivo borgo, dall’animo incantato, affacciato sul Mar Mediterraneo. Benvenuti a Èze.

Il villaggio da fiaba nel cuore della Costa Azzurra

Il nostro viaggio comincia nella regione del sud est della Francia, quella conosciuta con il nome di Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Si tratta di uno dei territori più affascinanti, suggestivi e seducenti del mondo intero, e chi ci è stato, almeno una volta nella vita, non può che confermarlo.

Conosciuta per i suoi incredibili paesaggi mozzafiato, questa regione ospita una varietà di panorami straordinari che si alternano e si susseguono creano scenari idilliaci. Dalle Alpi meridionali, alle pianure sterminate della Camargue, passando per le colline sinuose, i vigneti che si perdono all’orizzonte e i campi di lavanda. Ma questa è anche la regione della Riviera Francese, quella dove si snodano le eleganti ed esclusive città come Nizza, Saint-Tropez e Cannes.

Ed è proprio verso il mare che ci spostiamo oggi, per raggiungere quel villaggio pittoresco situato a picco sul mare. Il suo nome è Èze, ed è uno dei villaggi più piccoli della Costa Azzurra. Ma è anche uno scrigno di tesori da scoprire passo dopo passo, attraversando le stradine acciottolate che si inerpicano dolcemente verso l’alto, lì dove si apre un panorama incantato su tutto il Mar Mediterraneo.

Èze

Fonte: iStock/bwzenith

Èze

Èze: un borgo da scoprire

Arroccato su un’altura che affaccia direttamente sul Mar Mediterraneo, questo piccolo villaggio è da sempre considerato la perla delle Alpi Marittime. Situato a circa 400 metri di altitudine, Èze dà il benvenuto a tutti i viaggiatori che decidono di esplorarlo con un’imponente porta medievale fortificata. Questo è l’accesso al borgo, da qui si snodano tutta una serie di stradine e vicoli che ospitano edifici di diverse altezze e colori che raccontano la storia del borgo.

Occupato fin dai tempi antichi, questo villaggio che oggi conta circa 2000 anime, è stato crocevia di popoli, incontri e scontri. Le testimonianze più antiche riguardo la sua occupazione fanno riferimento al I secolo a.C.

Oggi, quella storia incredibile che ha visto nascere la cittadina fortificata, vive e rivive nelle tradizioni locali e nelle testimonianze ancora visibili tra le strade del borgo che si possono scoprire attraverso una passeggiata delle meraviglie.

I vicoli tortuosi che si inerpicano verso l’alto e verso il basso, ospitano oggi numerose botteghe di artisti e artigiani ai quali è affidato il compito di preservare e raccontare l’incredibile patrimonio del territorio.

Salendo in cima al villaggio è possibile raggiungere il suggestivo e inebriante giardino esotico che si snoda tra le rovine del castello e che, grazie alla sua posizione, permette di osservare quello che è il panorama più straordinario dell’intera Costa Azzurra.

Scendendo verso il basso, invece, è possibile raggiungere la frazione di Èze-sur-Mer che ospita spiagge bagnate da acque cristalline e trasparenti. Per attraversare il territorio, dall’alto verso il basso o viceversa, il consiglio è quello di percorrere il chemin de Nietzsche, un sentiero estremamente affascinante costellato da viste incantate, che prende il suo nome dallo scrittore che proprio qui si lasciò ispirare dalla grande bellezza del panorama per scrivere la terza parte di uno dei suoi più grandi capolavori: Così parlò Zarathustra.

Èze

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Èze
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La Regina che ha viaggiato più di ogni altra al mondo

Impeccabile e longeva, Elisabetta II ha viaggiato tantissimo durante la sua intensa vita. Senza ombra di dubbio, è stata la Regina che lo ha fatto di più, considerando che ha trascorso decenni conoscendo culture diverse dalla sua e attraversando ripetutamente (quasi) tutto il mondo.

La Regina dei record

La Regina Elisabetta nel corso della sua vita ha raggiunto diversi primati. Per esempio, il suo regno è durato ben 70 anni, 7 mesi e 2 giorni. Durante questo periodo ha posato per oltre 200 ritratti, ha conosciuto 15 primi ministri, ha incontrato 13 dei 14 presidenti americani, ha avuto modo di interfacciarsi con 4 papi e, tra le altre cose, è rimasta sposata per più di 73 anni con il Principe Filippo, venuto a mancare nell’aprile 2021, un vero e proprio primato per un monarca britannico.

Ma la Regina era anche una globetrotter: dal 1952 Elisabetta ha viaggiato in 117 Nazioni e ha fatto più di 150 visite nei Paesi del Commonwealth. Tra le altre cose, è stata 22 volte in Canada e 13 volte in Francia. In totale ha percorso 1,7 milioni di chilometri, di cui 48 mila solo nel 2002, anno del suo giubileo d’oro che ha segnato i 50 anni sul trono.

In sostanza, è come se la Regina avesse fatto il giro del mondo 42 volte prima di interrompere i viaggi all’estero nel novembre 2015, all’età di 89 anni. Il più lungo? È stato di 168 giorni (dal novembre 1953 al maggio 1964) durante i quali ha visitato 13 Paesi. Infine, è stata la prima monarca britannica ad andare in Cina nel lontano 1986. Strano a dirlo visti suoi numeri, ma ci sono che luoghi che non ha mai potuto raggiungere come Israele, per motivi politici, e la Grecia a causa della storia familiare del Principe Filippo nel Paese.

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Fonte: Getty Images – Ph: Hulton Archive

La Regina Elisabetta in Cina nel 1986

I viaggi della Regina Elisabetta in Italia

Nel corso della sua vita trascorsa in giro per il mondo, sia per dovere che per piacere, la Regina Elisabetta ha fatto tappa anche nel nostro Paese. Più precisamente c’è stata 5 volte, l’ultima nel 2014 per 24 ore di fitte di impegni tra il Quirinale, con l’allora presidente Giorgio Napolitano, e l’udienza in Vaticano con Papa Francesco.

Per la sovrana più amata della storia, l’Italia era uno dei luoghi preferiti soprattutto per le vacanze personali. In particolare nel 1951, anno in cui, l’allora Principessa, si concesse una visita di due settimane a Roma, dove festeggiò i suoi 25 anni nello spettacolare scenario di Villa Adriana a Tivoli.

Il 3 maggio 1961 Elisabetta, ormai Regina, attraversò la splendida Roma a bordo di una Flaminia 335. Il motivo della visita, in questo caso, fu incontrare il capo dello Stato, Giuseppe Gronchi. Mentre due giorni dopo, il 5 maggio, a conoscerla fu Papa Giovanni XXIII. Poi andò a Venezia e a Firenze. In questo stesso anno sbarcò anche sulla piccola isola siciliana di Vulcano dove girovagò con il Principe Filippo tra i villaggi di pescatori.

Tornò nel nostro Paese anche il 14 ottobre 1980, ma questa volta a riceverla furono Sandro Pertini e Papa Giovanni Paolo II. Lasciata la Capitale, sua Maestà decise di esplorare di nuovo il territorio italiano. La tappa, questa volta, fu Palermo, dove Elisabetta tornò anche nel 1992.

Nell’ottobre del 2000 la Regina fece ritorno a Roma. Ad accoglierla, in questa circostanza, ci fu Carlo Azeglio Ciampi, con cui Elisabetta assistette al concorso ippico in piazza di Siena. Poi si spostò di nuovo, ma questa volta a Milano al Teatro La Scala, dove Riccardo Muti diresse un concerto in suo onore.

Infine, l’ultimo viaggio istituzionale nel nostro Paese avvenne nel 2014, anno in cui conobbe anche Papa Francesco.

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Fonte: Getty Images – Ph: Tim Graham

Elisabetta II e Sandro Pertini al Quirinale nel 1980

Cosa metteva in valigia la Regina Elisabetta

Innanzitutto, la Regina Elisabetta II poteva recarsi all’estero senza utilizzare il passaporto. Il motivo? In Gran Bretagna tale documento viene emesso “a nome di Sua Maestà”, quindi era lei stessa che li rilasciava, senza averne di conseguenza bisogno.

Portava sempre in valigia, tra le altre cose, un abito scuro. Una regola che aveva, e che ha anche ora, lo scopo di essere una sorta di prevenzione: nel caso in cui un membro della famiglia dovesse venir meno, tutti gli altri membri sono obbligati a indossare completi neri per onorare il lutto, in qualsiasi parte del mondo si trovino.

Inoltre, i Reali devono avere con loro anche un kit di sopravvivenza che, insieme ad aspirine e cerotti, contiene sangue d’emergenza per trasfusioni.

Infine, come avevano rivelato qualche anno fa i media inglesi, il set di valigie personali della Regina era firmato dal brand britannico Globe-Trotter. Al suo interno c’era sempre anche una scorta di Earl Grey, il suo tè preferito, con tanto di bollitore con il suo monogramma.

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Fonte: Getty Images – Ph: Anwar Hussein

La Regina Elisabetta in Nuova Zelanda nel 1977

I mezzi di trasporto utilizzati dalla Regina

Ogni apparizione pubblica della Royal Family deve essere organizzata nei minimi dettagli, tanto che esiste anche un ufficio specifico, il Royal Travel Office, che si occupa delle visite ufficiali sia dal punto di vista della programmazione che dalla sicurezza.

A seconda dell’evento a cui i rappresentanti della famiglia devono partecipare, viene scelto un diverso mezzo di trasporto, anche se il più delle volte sono privilegiati i jet privati e ministeriali, così da garantire una certa privacy agli eredi al trono.

Ma tra quelli prediletti da sua Maestà c’era un treno costruito negli anni ’40 del XIX secolo caratterizzato da interni particolarmente eleganti. Un convoglio che, nel corso del tempo, è stato anche ampliato e rinnovato nel design, distinguendosi per essere uno dei treni più all’avanguardia del mondo. Elisabetta preferiva utilizzare il Royal Train per raggiungere le diverse destinazioni del suo Regno Unito.

Un altro grande amore in fatto di viaggi della Regina Elisabetta, definito da lei “come sentirsi a casa”, era il Royal Yacht Britannia. Parliamo di una gigantesca nave utilizzata per ben 968 viaggi ufficiali della Famiglia Reale. Un monumento, più che un’imbarcazione, in quanto nei suoi anni di servizio ha percorso più di un milione di miglia marine, facendo scalo in 600 porti di più di 130 Paesi differenti: una media di un giro del mondo all’anno.

Infine, il trasporto aereo della Royal Family è fornito, a seconda delle circostanze e della disponibilità, da una varietà di operatori militari e civili. Ciò include un Airbus Voyager della Royal Air Force e il volo in elicottero della Regina. Aeromobili che vengono utilizzati anche come aerei civili e voli commerciali di linea.

In sostanza, la Regina nel corso della sua vita è stata anche una vera e fiera viaggiatrice.

Royal Yacht Britannia regina

Fonte: Getty Images – Ph: Serge Lemoine

La Regina Elisabetta e il Principe Filippo a bordo del Royal Yacht Britannia nel 1977