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Dormire in un hotel di lusso immerso in una riserva ambientale: l’esperienza

Chiudete gli occhi e immaginate di trovarvi all’interno di un hotel. Non uno qualsiasi, ma una struttura ecologica e di lusso immersa in una riserva ambientale conservata in una delle isole più suggestive e affascinanti del nostro pianeta. È forse questa la vacanza dei vostri sogni?

Se la risposta è sì, allora, non vi resta che aprire gli occhi e realizzare il vostro desiderio. Perché a Tenerife è possibile dormire in un hotel di lusso completamente immerso in un paesaggio incontaminato e straordinario, che incanta e stupisce a ogni passo.

Per vivere questa esperienza, dobbiamo recarci all’hotel Barceló Tenerife, una struttura ricettiva da sogno, che si snoda proprio all’interno della Riserva Ambientale di San Blas, patrimonio naturale e culturale dell’isola dell’arcipelago delle Canarie. Pronti a partire?

Bentornati a Tenerife

Organizzare un viaggio alle Isole Canarie è sempre una buona idea, così come lo è raggiungere Tenerife. La più grande dell’arcipelago spagnolo situato al largo della costa nord-occidentale dell’Africa, infatti, è un vero e proprio gioiello da scoprire e da esplorare.

Dominata dal monte Teide, vulcano dormiente e picco più alto della Spagna, e puntellata da numerose spiagge di sabbia dorata e nera, quest’isola è da sempre meta prediletta di viaggiatori provenienti da tutto il mondo che cercano un clima mite tutto l’anno e desiderano vivere una vacanza fatta di relax, natura, divertimento e bellezza.

Ma c’è un altro modo per scoprire Tenerife, per conoscere quella che è l’anima più autentica e selvaggia di quest’isola straordinaria. Ed è quello di pernottare all’interno di un hotel immerso nella Riserva Ambientale di San Blas, un patrimonio naturale e culturale immutato da secoli, che permette di vivere un’esperienza unica e rigenerante, a stretto contatto con la natura.

Barceló Tenerife, Riserva naturale San Blas Hotel

Fonte: Ufficio Stampa Barceló Tenerife

Barceló Tenerife, Riserva naturale San Blas Hotel

Dormire nella Riserva Ambientale di San Blas

Se è vero che le esperienze di viaggio passano anche per gli alloggi, è altrettanto vero che quella che si vive all’interno dell’hotel Barceló Tenerife è destinata a restare indelebile.

L’hotel, progettato nel rispetto dell’ambiente, si integra perfettamente all’interno di questo paesaggio straordinario, diventando il simbolo di un turismo sostenibile e responsabile. A confermare l’impegno della struttura ricettiva ci sono anche i numerosi riconoscimenti che l’hotel ha ricevuto, come i certificati Travelife Gold e Biosphere.

Efficienza e conservazione energetica, attenzione alla gestione dei rifiuti e all’acqua e, ancora, prevenzione di emissioni di gas serra, queste sono solo alcune delle misure adottate dall’hotel per conservare il prezioso ecosistema che si snoda tutto intorno.

Così, gli ospiti possono accedere a un hotel ecosostenibile che offre servizi di lusso. Ma il vero lusso, s’intende, è quello di poter dormire all’interno della Riserva Ambientale di San Blas e di poterla esplorare in maniera esclusiva.

Quest’area, infatti, non è solo la scenografia idilliaca delle vacanze degli ospiti dell’hotel, ma è soprattutto un’autentica parentesi naturale e incredibile che ospita un’ecosistema tanto variegato quanto fragile. Sono numerose le specie di flora e di fauna che qui vivono, in un paesaggio immutato nei secoli che mostra gli effetti dei diversi episodi eruttivi che si sono susseguiti nei secoli.

Oltre al grande valore naturalistico, storico e culturale per l’intera isola, la Riserva Ambientale di San Blas è diventata un prezioso elemento paesaggistico che fa da sfondo all’hotel, un ecosistema da vivere e da scoprire. In determinati periodi dell’anno, è possibile avvistare anche numerosi esemplari di uccelli che migrano dall’Africa all’Europa e che qui sostano per prendersi una pausa dal loro lungo viaggio.

Barceló Tenerife, Riserva naturale San Blas Hotel

Fonte: Ufficio Stampa Barceló Tenerife

Barceló Tenerife, Riserva naturale San Blas Hotel
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In Liguria il turismo diventa accessibile per tutti

Rinomata destinazione balneare scelta da gran parte dell’Italia nord-occidentale, la Liguria è una regione davvero particolare: spiagge bellissime e borghi arroccati sul mare hanno un fascino unico. Ma proprio la loro posizione, in un litorale spesso frastagliato, rende queste località talvolta difficili da raggiungere. È per questo che l’amministrazione ha promosso la nascita di due progetti volti all’accessibilità dei lidi liguri, compiendo un grande passo avanti verso l’inclusione delle persone con disabilità.

Liguria, i progetti per l’accessibilità delle spiagge

La Riviera Ligure è una vera meraviglia, e i turisti lo sanno molto bene: da maggio a settembre, le sue spiagge sono prese d’assalto da tutti coloro che desiderano regalarsi una vacanza balneare d’eccezione. Ma il problema dell’accessibilità si è fatto sempre più sentire, e ciò ha spinto il Fondo nazionale per l’inclusione delle persone con disabilità a finanziare due progetti molto interessanti, presentati da alcuni dei comuni che hanno partecipato.

“Abbiamo scelto di destinare 1,2 milioni di euro a progetti che rispecchiassero pienamente sia l’obiettivo dell’inclusione sia la vocazione della nostra regione” – ha affermato Giovanni Berrino, l’assessore al Turismo della Regione Liguria – “Saranno attivati progetti che interpretano al meglio il tema dell’inclusione in due direzioni: quella dell’accessibilità (mediante il finanziamento delle soluzioni logistiche e infrastrutturali per agevolarla) e quella dell’avvio al lavoro di persone con disabilità (mediante progetti di inserimento mirati in un settore che si presta e si sta aprendo molto a questa esperienza)”.

Al bando hanno partecipato diversi comuni liguri, ciascuno con un’iniziativa mirata a rendere più accessibili le proprie spiagge. Alla fine, una commissione tecnica ha scelto i due progetti vincitori, che si ripartiranno il finanziamento di ben 1,2 milioni di euro. E ora hanno inizio i lavori: l’obiettivo è quello di dare una vera e propria svolta al settore turistico dei comuni coinvolti, in modo che tutto sia pronto per la stagione estiva del 2024. Ma quali sono le novità previste per i turisti?

Il mare per tutti, progetto del Ponente

Il primo progetto vincitore è “Il mare per tutti”, per la Riviera di Ponente: ad averlo proposto sono i comuni di Pietra Ligure, Borgio Verezzi, Finale Ligure e Loano. Con i 695mila euro che sono stati loro assegnati, hanno intenzione di potenziare i servizi delle spiagge libere attrezzate e le esperienze turistiche più richieste (come lo snorkeling e le escursioni in barca), rendendo il tutto accessibile in maniera più agevole anche alle persone con disabilità.

Inoltre i comuni coinvolti mirano ad attivare 12 tirocini destinati all’avviamento al lavoro – nel settore turistico e culturale – di persone con disabilità. È innegabile infatti che una regione come la Liguria sia particolarmente legata all’hospitality, e che ora sia sempre più aperta alle necessità di inclusività, per permettere ai portatori di disabilità di entrare in questo settore lavorativo.

Liguria levante Tourism4all, progetto del Levante

Per la Riviera di Levante, invece, la vittoria è andata ai comuni di Sestri Levante, Lavagna, Moneglia, Deiva Marina e Framura, che hanno presentato il progetto “Liguria levante Tourism4all”. Il finanziamento a loro spettante è di 505mila euro, con i quali intendono realizzare almeno una spiaggia accessibile in ogni comune, una segnaletica inclusiva e nuove posizioni lavorative cui verranno affidati i servizi di gestione di tali località balneari.

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Sogni di trasferirti? Quest’isola italiana ti paga per farlo

Il desiderio di lasciare tutto e di trasferirsi dall’altra parte del mondo per brevi o lunghi periodi è affiorato nella mente tutti, almeno una volta nella vita.

C’è chi poi questo pensiero lo ha trasformato in un’idea fissa, in un sogno da realizzare. È questo è vero soprattutto per tutte quelle persone che sentono l’esigenza di esplorare il mondo, le culture e tutte le meraviglie che gli appartengono.

Ma per cambiare vita, in realtà, non c’è bisogno di guardare poi così lontano, perché c’è una nuova opportunità per tutti coloro che vogliono lasciare tutto e trasferirsi, e si trova in Italia, in uno dei territori più affascinanti e straordinari del BelPaese.

Benvenuti in Sardegna

Ci troviamo in Sardegna, nella meravigliosa terra circondata dal Mar Mediterraneo, un territorio che da secoli affascina e stupisce per le sue incredibili bellezze, come quei 2000 chilometri di costa bagnata dalle acque turchesi, intervallate da spiagge sabbiose, e quell’entroterra montuoso che ospita una natura selvaggia e incontaminata.

È proprio qui, in un paesaggio frastagliato e incredibile, che si snodano città, paesi e villaggi che offrono un’opportunità unica, quella di trasferirsi e vivere in una delle isole più belle del mondo intero.

L’opportunità arriva direttamente dalla regione che, per combattere contro lo spopolamento di alcuni paesi dell’isola, ha scelto di erogare un contributo a fondo perduto per tutte le persone che sceglieranno di trasferirsi qui, acquistando casa e stabilendo la residenza.

La Sardegna ti paga per trasferirti sull’isola

La Sardegna è sempre un’ottima idea, non solo per un viaggio di breve durata, ma anche per tutti coloro che sognano di vivere a ritmo slow in un paesaggio estremamente affascinante e seducente.

Se l’idea di lasciare la città e trasferirvi in un paesino vi entusiasma, allora questa è l’opportunità che proprio non potete lasciarvi scappare. La regione, infatti, ha messo a disposizione un contributo che può arrivare fino a 15000 euro per chi acquista una casa e trasferisce qui la sua residenza.

L’idea di base accomuna tutti quei territori che, negli ultimi anni, hanno dovuto contrastare lo spopolamento di borghi e villaggi, mettendo in atto diverse iniziative tra cui anche la vendita di case a 1 euro.

Gli stessi paesi sardi, in passato, hanno adottato iniziative simili, ma attualmente è stata proprio la regione a realizzare un programma ben preciso che vede il coinvolgimento di moltissimi piccoli comuni che si snodano sul territorio.

Il finanziamento erogato dalla regione ha una copertura di 45 milioni di euro, questo vuol dire che circa tremila acquirenti, tra cui famiglie, coppie e singoli, potranno beneficiare del contributo.

Un contributo a fondo perduto che può arrivare fino a 15000 euro e che sarà riservato a tutti coloro che sceglieranno di acquistare una casa, e di ristrutturarla, in uno dei comuni coinvolti nel progetto. Nello specifico, la regione si impegna a restituire il 50% della spesa sostenuta con un massimale di 15000 euro.

La scelta della destinazione, però, non è lasciata al caso. Il progetto, infatti, riguarda solo villaggi, borghi e paesi che non abbiano oltre 3000 abitanti.

Come funziona

Se state prendendo seriamente in considerazione l’idea di trasferirvi in Sardegna, non vi resta che attendere i bandi dei singoli comuni per fare domanda.

Come abbiamo già detto, il contributo riguarda tutti quei piccoli territori abitati da meno di 3000 persone. Una volta approvata la domanda, il richiedente avrà tempo 18 mesi dall’acquisto della casa per trasferire la residenza, mentre chi vive già nel territorio dovrà solo spostarsi in uno dei paesi coinvolti.

Il progetto sarà valido dal 2022 fino al 2024. Avete tempo per pensarci, quindi, ma il consiglio è quello di cogliere al volo questa opportunità.

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Destinazioni Viaggi

Dormire tra le nuvole: l’esperienza vertiginosa

Ogni giorno migliaia di viaggiatori si mettono in partenza per vivere l’esperienza più incredibile di sempre, quella chiamata viaggio. Un’avventura che non si limita solo alla scelta e al raggiungimento di una destinazione o alla visita delle sue attrazioni iconiche, ma che passa anche per gli alloggi.

Strutture ricettive immerse nella natura, case sugli alberi, ecolodge nei boschi e poi, ancora, edifici bizzarri e stanze a tema. Queste sono solo alcune delle centinaia proposte inedite e originali che contribuiscono a rendere indelebili i nostri ricordi di viaggio.

Ma se è un’esperienza vertiginosa e unica che volete vivere, allora, non vi resta che prenotare una stanza ad alta quota, in quelli che sono gli hotel più alti del mondo che svettano verso il cielo, e che vi permetteranno di poter dormire sulle nuvole.

Dormire tra le nuvole a Shanghai

È un viaggio intorno al mondo, quello che facciamo oggi, per scoprire quelle strutture ricettive che svettano verso il cielo e culminano lì, proprio tra le nuvole.

La vista, da terra, è spettacolare, ma è salendo fino in cima che è possibile ammirare paesaggi incredibili che si perdono all’orizzonte.

Se non soffrite di vertigini, allora, la prima destinazione da raggiungere è Shanghai. Ci troviamo a Lujiazui, centro nevralgico della vita finanziaria di città, noto soprattutto per quei grattacieli futuristici che svettano verso il cielo disegnando in maniera unica lo skyline. È qui che si trova il J Hotel Shanghai Tower.

Inaugurata nel 2021, questa torre che si innalza per 632 metri, ospita al suo interno un hotel spettacolare che si snoda tra l’84esimo e il 120esimo piano, con 165 camere, 34 suite, un centro benessere, numerosi ristoranti e bar e una piscina.

Dormire a questa altezza è un’esperienza da brivido, ma anche esclusiva. L’hotel, infatti, mette a disposizione numerosi servizi di lusso, come un maggiordomo personale pronto a esaudire ogni desiderio degli ospiti della struttura.

J Hotel Shanghai Tower

Fonte: Getty Images

J Hotel Shanghai Tower, interni

Gli hotel più alti del mondo

Quello di Shanghai non è l’unico hotel che offre l’esperienza unica di dormire tra le nuvole. A Dubai, infatti, troviamo un’altra imponente struttura che offre un pernottamento unico.

Si tratta del JW Marriott Marquis Hotel di Dubai, un edificio straordinario che svetta verso il cielo arrivando a raggiungere i 355 metri di altezza. Dotato di oltre 1500 camere, e una zona per gli eventi di quasi 8000 metri quadrati, quest’hotel offre ai suoi ospiti anche una grandissima piscina situata all’ultimo piano, dalla quale è possibile ammirare l’incredibile skyline di Dubai.

Restiamo in città per scoprire un’altra struttura straordinaria. Si tratta del Gevora Hotel di Dubai, ex Guinness World Records per altezza. Servizi di lusso e arredamenti opulenti caratterizzano le 582 camere che costituiscono questo albergo verticale che con i suoi 356,3 metri arriva a sfiorare le nuvole.

Non c’è bisogno, però, di andare dall’altra parte del mondo per dormire ad alta quota. In Europa, infatti, esiste una struttura ricettiva che per altezza non ha nulla a che invidiare con gli hotel che abbiamo appena visto.

Stiamo parlando dell’Hotel Shangri-La, una struttura ricettiva situata tra il 34esimo e il 52esimo piano di un edificio che svetta nel cuore di Londra con i suoi oltre 300 metri di altezza. Affacciato sul Tamigi, l’hotel offre una vista mozzafiato e da brividi sulla capitale e sul suo skyline.

Shangri-La

Fonte: Getty Images

Shangri-La, Londra
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Borghi Viaggi

Sulla Via Emilia, la bellezza di Savignano sul Rubicone

“Il dado è tratto”: così disse Giulio Cesare quando, in una lontanissima notte del 49 a.C., attraversò il fiume Rubicone a capo di un’armata che avrebbe presto marciato su Roma, dando il via nientemeno che ad una guerra civile. Ed è proprio qui, nel borgo di Savignano sul Rubicone, che questa frase storica venne pronunciata, cambiando probabilmente per sempre il corso degli eventi. Oggi c’è ancora una splendida testimonianza di quanto avvenuto così indietro nel tempo, ed è solo uno dei tanti motivi per cui andare alla scoperta di questo paese graziosissimo.

Savignano sul Rubicone, un luogo ricco di storia

Nella cornice delle prime, rigogliose colline romagnole, il borgo di Savignano sul Rubicone sorge lungo la Via Emilia: quest’ultima era un’antichissima strada romana nata per collegare le città di Rimini e Piacenza, due importanti centri del traffico commerciale dell’epoca. Un luogo, insomma, ricco di storia: il borgo, come abbiamo anticipato, è stato protagonista di un appuntamento diventato famosissimo. Nel punto in cui Giulio Cesare attraversò il fiume, oggi c’è un ponte che ci ricorda l’episodio.

Il Ponte Romano sul Rubicone, realizzato in tre grandi arcate formate da blocchi di pietra d’Istria, è in realtà d’epoca successiva. Le sue origini non sono molto chiare, ma per alcuni esperti sarebbe stato costruito dal primo imperatore romano Augusto, quindi risalirebbe al I secolo d.C. Nonostante questo, per molti rimane la più suggestiva testimonianza della marcia di Giulio Cesare e dei suoi soldati verso la città di Roma, ed è proprio per il ponte che il grazioso borgo di Savignano è diventato così famoso.

Le bellezze di Savignano sul Rubicone

Savignano sul Rubicone è situato in una posizione meravigliosa: si trova a pochi chilometri dal mare, ma ha una piccola frazione che si affaccia sull’Adriatico. Il suo litorale, una lingua di sabbia lunga appena 240 metri della Riviera Romagnola, ha permesso al borgo di stabilire il record del comune costiero italiano meno bagnato dal mare. In compenso, paesaggi d’acqua non mancano, grazie allo spumeggiante scorrere del fiume Rubicone, lungo le cui sponde si snoda il centro storico.

Qui si possono ammirare splendide architetture antiche, tra cui la suggestiva Chiesa di Santa Lucia e la più piccina Chiesa di San Rocco, gioiello medievale che custodisce bellissime opere d’arte. Per chi ama fare un tuffo indietro nel tempo, a Savignano ci sono antiche ville nobiliari e deliziosi palazzi sulle cui mura è scritta la storia dell’architettura. Da Villa Rasponi, immersa in un ampio parco all’inglese, al Palazzo Comunale, con la sua imponente torre civica, passando per Palazzo Vendemini e la biblioteca che ospita ormai da anni: impossibile non rimanere affascinati da cotanta ricchezza.

Basta poi allontanarsi pochissimo dal borgo per poter visitare il Castello di Ribano, un’antica casa fortificata risalente a prima del XII secolo. Qui oggi c’è un’azienda enologica che produce alcuni dei vini più rinomati della regione: cosa c’è di meglio per scoprire le prelibatezze del territorio? In autunno, con la vendemmia e il fascino incredibile del foliage, Savignano assume un aspetto quasi magico. E proprio in questo periodo si tiene il SI Fest (Savignano Immagini Festival), uno degli appuntamenti più importanti per gli amanti della fotografia.

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Asia Giappone Notizie Viaggi viaggiare

Il Giappone allenta le frontiere: le novità

Notizie positive per chi desidera visitare per la prima volta (o tornare ad ammirare) il Giappone: dopo due lunghi anni di stop, anche il Paese del Sol Levante sta progressivamente allentando le restrizioni all’ingresso dei visitatori stranieri.

E se dal 10 giugno la riapertura al turismo era già in atto, dal 7 settembre ci sono ulteriori novità per tornare a viaggiare.

Viaggi in Giappone: le novità

Dopo la riapertura dei confini al turismo dal 10 giugno (quando i gruppi organizzati gestiti da tour operator hanno ottenuto nuovamente l’autorizzazione a viaggiare per turismo), dal prossimo 7 settembre il Giappone continuerà ad allentare le misure per i viaggiatori in entrata.

A partire da quella data, infatti, non sarà più richiesto un test PCR negativo effettuato entro 72 ore dalla partenza, a condizione che si sia completato il ciclo vaccinale con 3 dosi.

Ma non è tutto: durante una conferenza stampa, il Primo Ministro Kishida ha anche annunciato l’intenzione di spostare il limite degli ingressi giornalieri (che include i cittadini giapponesi di ritorno dall’estero) dagli attuali ventimila a cinquantamila, sempre dal 7 settembre.

Inoltre, presto non sarà più in vigore neppure l’obbligo di essere seguiti da un accompagnatore durante la permanenza in Giappone, rimanendo all’interno di visite guidate; tuttavia, il viaggio dovrà sempre essere organizzato da un tour operator.

I viaggiatori singoli potranno quindi tornare a scoprire il Paese del Sol Levante senza restrizioni, una notizia positiva che apre importanti spiragli di luce verso il sospirato ritorno alla normalità: basti pensare che nel 2019, prima della pandemia, i turisti stranieri erano circa 32 milioni mentre nel 2021 il numero è drasticamente precipitato a circa 246.000.

Le regole finora in vigore per andare in Giappone

L’allentamento delle restrizioni annunciato dal 7 settembre è una ventata di aria fresca dopo due lunghi anni segnati dalle chiusure e dalle rigide regole per i viaggi.

In particolare, il Giappone è il Paese che mantiene le regole più severe alle frontiere tra i Paesi del G7 con una quota di arrivi giornalieri limitata a ventimila persone e la richiesta del test Pcr negativo (non è più necessaria invece la quarantena).
Inoltre, non riconosce il certificato di guarigione da Covid-19 in sostituzione di una dose vaccinale.

Dal 10 giugno, i turisti stranieri, tra cui gli italiani, possono recarsi nel Paese nipponico soltanto in gruppi organizzati con pacchetti turistici e il visto con l’invito di una dmc locale, con il risultato di un test Pcr effettuato prima della partenza e il certificato di avvenuta vaccinazione con tre dosi.
Un provvedimento che è comunque stato accolto come un segnale positivo e che ha permesso a un elenco di 36 nazioni di tornare a scoprire le bellezze del Sol Levante con l’obiettivo di rilanciare il turismo giapponese.

Un primo passo per il totale ripristino dei flussi turistici con un occhio di riguardo al turismo sostenibile, al turismo di lusso e all’adventure tourism.

Ora, con il nuovo allentamento delle misure di controllo alle frontiere previsto per il 7 settembre, il Giappone mira ad adeguarsi agli altri Paesi del G7 accettando i viaggiatori singoli e riaprendo la strada al turismo pre pandemia.

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Il lavoro dei sogni esiste: vi porta nella Repubblica Dominicana (e non solo)

Lavorare senza smettere di viaggiare e viceversa: è questo il sogno degli avventurieri di tutto il mondo. Un desiderio che negli ultimi anni è diventato realtà grazie alla sempre più diffusa modalità di lavoro in smart working.

Nomadi digitali e lavoratori da remoto, infatti, hanno abbracciato e accolto con entusiasmo questa possibilità scegliendo di trasferirsi per brevi o medi periodi in Paesi stranieri e paradisi terrestri. Tutto questo è stato possibile anche grazie alle chiamate di alcune destinazioni del mondo che, per attirare la loro attenzione, hanno messo a disposizione dei lavoratori visti, spazi di coworking e altri benefit.

Se state cercando la vostra occasione per viaggiare ed esplorare terre sconosciute, allora non potete perdere questa chiamata aperta a tutti i nomadi digitali e ai lavoratori da remoto. Un’offerta di lavoro estremamente seducente che vi condurrà direttamente nei luoghi più belli del mondo intero. Chi ha voglia di trasferirsi?

Lavorare a Santo Domingo e non solo: l’offerta di lavoro

Come lo immaginate, voi, il lavoro dei sogni? Se l’idea è quella di lavorare al laptop davanti a una vista mozzafiato, allora, non potete farvi sfuggire questa incredibile opportunità.

Obiettivo Tropici, infatti, sta cercando travel blogger e content creator disposti a trasferirsi dall’altra parte del mondo per tre mesi.

L’azienda, che opera da anni nei servizi turistici nazionali e internazionali, ha appena aperto le candidature per professionisti disposti a lavorare in un resort a Santo Domingo. Proprio qui, nella capitale della Repubblica Dominicana, nonché una delle città più antiche di tutti i Caraibi, sarà possibile vivere un’esperienza lavorativa da sogno con vista su un mare mozzafiato.

Non solo Repubblica Dominicana, però, le destinazioni in cui trasferirsi sono molteplici e sono tutte straordinarie. Tra queste, infatti, troviamo anche Cuba, Kenya, Egitto e Isole Canarie.

L’offerta è davvero affascinante, sopratutto per chi ha voglia di mettersi in gioco e vivere un’esperienza unica. Ai candidati scelti, sarà data la possibilità di trasferirsi all’interno di una struttura ricettiva locale e di lavorare immersi in un’atmosfera incredibile. Vitto e alloggio sono garantiti, così come lo è il compenso mensile.

Come candidarsi al lavoro dei sogni

Se l’idea di lasciare tutto e trasferirvi dall’altra parte del mondo, anche se per soli tre mesi, vi entusiasma, allora non potete lasciarvi sfuggire questa opportunità.

La ricerca di Obiettivo Tropici, come abbiamo detto, è rivolta a travel blogger e content creator, figure professionali in grado di creare contenuti multi formato da destinare a diversi canali di comunicazione.

Oltre all’esperienza professionale, che è imprescindibile per la selezione, è richiesto anche uno spirito di avventura, tanta creatività e, ovviamente, una sfrenata passione per i viaggi.

Le partenze sono previste per la stagione invernale e i candidati scelti avranno vitto e alloggio garantito all’interno di resort e strutture ricettive, con un compenso mensile che parte da 500 euro. Le destinazioni, come abbiamo anticipato, sono Repubblica Dominicana, Cuba, Kenya, Egitto e Isole Canarie.

Se vi riconoscete nel profilo delineato dall’azienda, allora, non vi resta che inviare la vostra candidatura via mail a info@obiettivotropici.it. Buona fortuna a tutti!

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In Italia esiste una piscina naturale che sembra un sogno

Esistono luoghi nel mondo che incantano e stupiscono perché custodi di una grande e straordinaria bellezza. Sono gli stessi che raggiungiamo appena possiamo, affrontando viaggi lunghissimi che ci portano da una parte all’altra del globo.

Eppure non c’è bisogno di andare così lontano per scoprire tutte quelle meraviglie naturalistiche che appartengono al nostro pianeta, perché l’Italia è un concentrato di tesori preziosi che aspettano solo di essere scoperti.

Ed è proprio nel BelPaese che oggi restiamo, per scoprire uno dei paesaggi più suggestivi e affascinanti del sud della nostra penisola. Ci troviamo in Puglia e più precisamente al cospetto della piscina naturale vista mare di Marina Serra.

Una vasca naturale vista mare

Il mare è da sempre la meta più desiderata e raggiunta delle vacanze, del resto è lui che incanta e stupisce, ed è sempre lui che bagnando le sabbie dorate, e perdendosi nell’infinito, dà vita a quelli che sono i panorami più suggestivi del mondo intero.

E oggi è proprio davanti a uno scenario idilliaco che ci troviamo, una di quelle meraviglie che sono state plasmate sapientemente da Madre Natura. Si perché lungo la costa adriatica del Salento, già celebre per il suo mare e le sue spiagge dorate, c’è una piscina naturale che sembra un sogno a occhi aperti.

Protetta dagli scogli e dalla costa, alla stregua di un tesoro prezioso, c’è la piscina di Marina Serra, un’insenatura a forma di mezza luna, caratterizzata da acque turchesi e cristalline che sfiorano il mare circostante perdendosi in esso.

La piscina si palesa davanti agli occhi di chi guarda generando incanto e stupore, tutto merito di quel tripudio di sfumature di azzurro che brillano sotto i raggi del sole e che fanno da contrasto a insenature e anfratti.

Per raggiungerla, è necessario percorrere un sentiero estremamente suggestivo fatto di scalinate scavate nella roccia e archi naturali. È proprio al termine di questo percorso che il paesaggio si manifesta in tutto il suo splendore, invitando i visitatori a perdersi e immergersi in questa vasca delle meraviglie.

Storie e leggende della piscina naturale di Marina Serra

Per scoprire, esplorare e nuotare in questa piscina naturale dobbiamo recarci a Marina Serra, un pittoresco rione di appena 28 abitanti, situato nel comune di Tricase, in provincia di Lecce.

È qui che si trova questo gioiello naturalistico, tanto bello quanto suggestivo. Le sue origini, infatti, sono legate a una misteriosa leggenda che ancora oggi affascina cittadini e turisti.

La storia vuole che questa insenatura sia stata creata dal diavolo in persona in una sola notte a seguito di un litigio con un sanguinario principe che viveva in questa zona. Si narra che la furia del diavolo distrusse la chiesa e il campanile appena eretti, e che proprio qui quando soffia il vento è possibile ancora udire il suono delle campane.

Indipendentemente dal fatto che scegliate di credere a questa leggenda, la piscina naturale di Marina Serra è uno spettacolo straordinario che vale la pena di vedere e di vivere almeno una volta nella vita. Un angolo di paradiso sospeso tra mare e cielo che offre un panorama unico nel suo genere.

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Pazzesca scoperta nei fondali della Manica

È di questi giorni una nuova sensazionale scoperta archeologica che va ad aggiungersi alle innumerevoli che aiutano a conoscere sempre meglio il passato e a vederlo con i nostri occhi. Hanno finalmente un’identità i tre relitti rinvenuti nel 1990 dal subacqueo Cristian Cardin.

Ritrovate le imbarcazioni della flotta di Luigi XIV annientate nella battaglia di Hogue

L’annuncio è arrivato dal ministero della Cultura francese: i tre relitti al largo della Manica appartengono alla flotta di Luigi XIV distrutta durante la battaglia di Hogue contro l’alleanza anglo-olandese che venne combattuta dal 19 al 23 maggio 1692 poiché il re francese voleva sbarcare in Inghilterra per appoggiare il ritorno al trono di Giacomo II.

I resti delle imbarcazioni si trovano al largo della costa di Saint-Vaast-la-Hougue in Normandia da oltre tre secoli ed erano stati individuati nel 1990 dal subacqueo Cristian Cardin grazie a un magnetometro.
Cardin aveva segnalato la scoperta alle autorità francesi e, dopo ulteriori immersioni, era stato rinvenuto del legno ma le ricerche non erano poi proseguite.

Oggi, invece, il dipartimento delle ricerche archeologiche subacquee e sottomarine (Drassm) ha effettuato uno studio sui tre relitti giungendo alla conclusione che sono collegati alla battaglia di Hogue.

Dall’indagine è emerso che le strutture in legno sono piuttosto rovinate e che due delle navi si trovano sepolte sotto un metro di fango il che fa supporre siano ben conservate ma l’accesso a esse si preannuncia costoso e complicato.

Ovviamente, come segnalato dall’archeologa responsabile della missione, Cècile Sauvage, sarebbe auspicabile continuare il più possibile le ricerche per arrivare a comprendere meglio come le navi venivano costruite sotto il regno di Luigi XIV e per approfondire nel dettaglio lo studio dei relitti di Hogue.

Finora, su un totale di 12 relitti localizzati in trent’anni, soltanto cinque sono stati analizzati in maniera approfondita dal team di scienziati che, tuttavia, grazie a questi studi, hanno potuto affermare che vi è una grande differenza tra quanto riportato dagli archivi, il trattato di costruzione navale di Colbert e la pratica.

Proseguire le indagini è quindi di fondamentale importanza per conoscere le tecniche di costruzione navale del periodo ma non solo: gli oggetti personali rinvenuti sui relitti possono raccontare molto sulla vita a bordo dell’epoca.

Cècile Sauvage spera di trovare al più presto partner per finanziare il proseguimento della missione che ha ancora molto da svelare a partire dall’analisi dettagliata delle navi con l’accesso alle due sepolte sotto lo strato di melma: una battaglia del passato sta per tornare alla luce.

La battaglia di Hogue è anche raccontata in un museo

Nuovi dettagli sulla battaglia di Hogue arrivano (e arriveranno) dall’analisi dei tre relitti che giacciono al largo della Manica ma un museo marittimo ne racconta la storia già dal 1992, aperto dal Consiglio Generale della Manche sull’isola di Tatihou.

Il museo espone collezioni riguardanti l’etnografia, la storia marittima, la flora e la fauna della costa nonché opere d’arte a tema e più di 200 tra manoscritti e libri.

Una parte di sicuro interesse è poi legata appunto alla battaglia di Hogue con mobili ed elementi archeologici appartenenti alle navi francesi affondate nello scontro.