A cavallo tra Italia e Francia c’è un nuovo itinerario da fare in bicicletta (ma, volendo, anche a piedi o a cavallo) che attraversa paesaggi alpini incontaminati. Ripercorre la vecchia Strada Militare 194 e si collega con la più celebre Alta Via del Sale.
È la Ciclovia del Duca, che attraversa gli splendidi scenari naturali del Parco del Marguareis, sul tracciato di un’antica rotabile militare recentemente recuperata e che tocca i territori dei Comuni di La Brigue, in territorio francese, e quelli di Briga Alta e Chiusa di Pesio, in quello piemontese.
Il percorso della Ciclovia del Duca
Il percorso si sviluppa per 15 chilometri, con un dislivello di 1.360 metri. Parte dalla radura del Piano delle Gorre (a 1.030 metri di altitudine), raggiungibile in 13,5 km da Chiusa di Pesio su una strada asfaltata. Si inizia a pedalare sulla stradina sterrata a monte del rifugio fino alle Cascate del Saut a 1.190 metri tra gli alberi.
Dopo un piccolo guado, la ciclovia percorre una suggestiva abetaia con maestose conifere. Dal Gias degli Arpi già a 1.435 metri, si comincia a serpeggiare nell’alpestre e ruvido vallone, con lunghi e regolari tornanti in un paesaggio via via più aperto. Dai praticelli del Colle del Prel a 1.881 metri si rimonta lo stretto intaglio del Passo del Duca a quasi duemila metri in un ambiente rupestre molto pittoresco. Da qui, il tracciato si snoda tra lievi saliscendi tra rocce calcaree e pini mughi, quindi, perdendo un pochino di quota, giunge al Gias delle Ortiche a 1.860 metri.
Si risale, quindi, gradualmente la spettacolare Conca delle Carsene, un’area protetta delle Alpi marittime, ricca di fenomeni geologici, con pietraie, doline e rocce, per raggiungere infine la Capanna speleologica Morgantini a 2.220 metri alla Colla Piana di Malabera.
Da questo punto, si scende sul lato francese uscendo sulla strada bianca dell’Alta Via del Sale, tra Limone Piemonte e Monesi, che permette di proseguire al Rifugio Don Barbera, dal quale è possibile dirigersi a La Brigue e a Tenda oppure continuare verso il più lontano Rifugio Allavena e puntare alle località costiere della Liguria, con notevole varietà di percorsi, rientrando eventualmente con la ferrovia Cuneo-Ventimiglia.
Sull’altro lato, la Via del Sale conduce verso il Colle di Tenda geografico, collegato con Quota 1400 e Limone Piemonte.
Per chi invece inizia la Ciclovia del Duca a monte, in senso opposto, dall’Alta Via del Sale a 2.131 metri, si risale per la Capanna speleologica Morgantini alla Colla Piana di Malabera. Da questo punto, la ciclovia ridiscende verso la Conca delle Carsene e raggiunge la depressione del Gias delle Ortiche, il Passo del Duca e il ripido Vallone degli Arpi con lunghi tornanti, fino a uscire alle Cascate del Saut e al Piano delle Gorre.
Ogni anno dal 2019, per promuovere il tracciato, i primi di settembre viene organizzata la “Route del Marguareis”, un’impegnativa manifestazione cicloturistica non competitiva in traversata da Tenda (Francia) a Chiusa di Pesio per le strade bianche delle Ciclovie delle Alpi del Mediterraneo, tra i 50 tornanti di Tenda e l’Alta via del Sale.
La strada storica
La Ciclovia del Duca non è un percorso totalmente nuovo, ma riprende fedelmente un’antica via di comunicazione, la Strada Militare 194 Certosa di Pesio – Colle della Boaria, sorella minore delle grandi “Strade dei cannoni” delle Alpi Sud-occidentali, frettolosamente terminata nel 1941 dall’impresa Savasta Fiore come mulattiera e che oggi appare ripulita e risistemata nei tratti danneggiati grazie a un sistematico intervento di manutenzione ordinaria.
L’odierno Passo del Duca – che dà il nome alla nuova ciclovia – fu realizzato artificialmente, senza peraltro completare i lavori. Il 9 aprile del 1944, il valico fu minato dai partigiani e saltò in aria durante la Battaglia di Pasqua, sotto i piedi di una colonna tedesca.
La Ciclovia del Duca apre così uno sbocco alla Valle Pesio che finora era praticamente priva di sbocco agevole. Questo percorso interamente ciclabile attraversa le Alpi del Mediterraneo tra il Colle di Tenda e la Colla di Casotto e apre nuovi e meravigliosi itinerari transfrontalieri.
Chi è il Duca che ha dato il nome alla ciclovia
Il “Duca” a cui fu intitolato l’omonimo valico nella Valle Pesio e ora anche alla ciclovia non si sa esattamente chi fosse, ma molto probabilmente c’è una risposta. Il riferimento potrebbe essere ai Duchi di Savoia che, per ragioni non del tutto chiare, interruppero quella che era un’importante via di comunicazione alpina medievale, ma molto probabilmente di origine romana, che da Santa Maria della Rocca e da Chiusa di Pesio, attraverso la Valle Pesio e la Certosa, valicava le Alpi al Passo di Baban e proseguiva verso le Carsene e le terre brigasche.
Tuttavia, lo scrittore Marziano di Maio in “Vaìi, Gias e Vastére” riferisce che, secondo la tradizione locale, su questo passo morì un duca. Al Rifugio Don Barbera si apre il “Colle dei Signori”, pertanto “Duca” potrebbe essere un’accezione generica in senso di personalità di rilievo o condottiero (dal latino “dux”), ma lo stesso autore ricorda anche che, nel dialetto brigasco che si parla nelle Alpi liguri, con il termine “duc” si indica il gufo.