Esiste una città, in Italia, che per bellezza, tradizioni e contraddizioni non è paragonabile a nessun altro luogo nel mondo. E non sono solo le meraviglie visibili e le attrazioni iconiche che incantano no, anche se quelle da sole potrebbero bastare. È l’anima delle persone che vive e rivive nelle strade, nei vicoli e nei vicarielli, quella che si percepisce nei racconti, nelle storie e nelle leggende, la stessa che si ascolta nei brusii e nel rumore della città, a fare davvero la differenza.
Stiamo parlando di Napoli e di quella napoletanità che non si può descrivere, ma solo vivere. La stessa che penetra la pelle e arriva dritta al cuore, lì dove è destinata a restare probabilmente per sempre.
Ed è proprio a Napoli che oggi vogliamo tornare, insieme a voi, per portarvi alla scoperta del tesoro più prezioso della città, quello conservato nel ventre del capoluogo campano. Un luogo tanto caro ai cittadini, quanto affascinante e seducente per i viaggiatori. Benvenuti nella Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro.
La Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro
Straordinaria, opulenta, suggestiva, questa è la Reale cappella del Tesoro di San Gennaro, uno scrigno di tesori preziosi che parlano di Napoli e che è nato proprio su volontà dei cittadini come segno di devozione a San Gennaro, il protettore del popolo.
La cappella è simbolo e patrimonio della città intera, non solo per il prestigio e l’importanza delle opere che custodisce, e neanche per il grande numero di artisti e pittori di fama internazionale che hanno lavorato al progetto, ma soprattutto perché questa rappresenta il profondo legame che la città ha con il suo Santo protettore.
La stessa nascita di questo scrigno del tesoro ha a che fare con la devozione dei napoletani. Furono i cittadini, a seguito di eventi che avevano scosso l’intera città come la peste e le eruzioni vulcaniche, a esprimere il desiderio di voler creare per il Santo una nuova cappella all’interno del Duomo, in sostituzione dell’altra che ormai era stata consumata dagli anni.
Così il 13 gennaio del 1527, il popolo di Napoli si riunì davanti a un notaio per pronunciare la solenne promessa di erigere per il Santo una nuova cappella, con tanto di documento sottoscritto dagli eletti della città.
La costruzione della Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro cominciò l’8 giugno del 1608 e si conclusa nel 1646 con la realizzazione della pala Il San Gennaro esce illeso dalla fornace di Jusepe de Ribera, posta sull’altare di destra.
Dato che la costruzione della Reale Cappella è nata sotto espresso desiderio del popolo, la città di Napoli è riuscita a ottenere l’indipendenza dalla curia arcivescovile.
Il sangue di un popolo
La Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro si apre davanti agli occhi di chi entra nel Duomo di Napoli come uno scrigno di tesori preziosi. Impossibile non notare quell’ambiente straordinario posto lungo la navata destra che attira l’attenzione di migliaia di persone provenienti da ogni parte del mondo.
La cappella, che è uno dei più splendidi capolavori di architettura barocca napoletana, accoglie i visitatori con lo stemma della città scolpito nel pavimento, come a ricordare che questo luogo appartiene a Napoli e a nessun altro.
All’interno è possibile ammirare alcune delle opere artistiche più importanti del ‘500 e del ‘600 che portano la firma di pittori locali e artisti internazionali, ma anche un numero infinito di oggetti preziosi di devozione che nei secoli sono stati donati a San Gennaro dai sovrani e dal popolo.
Ma la vera meraviglia di questo luogo risiede in quella straordinaria e indissolubile relazione di fede che esiste tra i cittadini e il Santo e che si manifesta in tutto il suo splendore in quell’attesa solenne di quei tre giorni l’anno, quelli in cui è proprio San Gennaro, con il miracolo della liquefazione del sangue, a rinnovare il legame con Napoli.