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Il viaggio della vita. Destinazione: eclissi solare ibrida

Sono tanti gli spettacoli che si susseguono nel cielo e che ci lasciano senza fiato. Dagli sciami meteorici che ci consentono di sussurrare i desideri alla vista delle stelle all’allineamento dei pianeti che si traduce in una danza di immensa bellezza, passando poi per la Luna che ci sorprende con quella luce che illumina le nostre notti.

Insomma, il cielo non smette mai di stupirci. Ma se è vero che ogni spettacolo da ammirare a testa in su è destinato a incantarci, è altrettanto vero che ci sono degli appuntamenti che sono davvero imperdibili, perché unici e rari.

È questo il caso dell’eclissi solare, quel fenomeno ottico astronomico che ci permette di osservare l’oscuramento del disco del Sole da parte della Luna. L’appuntamento è previsto per il 2023, e se vi state chiedendo dove come assistere allo spettacolo ve lo sveliamo noi: una crociera in mare aperto che conduce, direttamente, verso l’eclissi solare totale.

In navigazione verso l’eclissi solare

Quello dell’eclissi solare totale è un fenomeno tanto straordinario quando raro. Affinché si verifichi, infatti, Sole, Luna e Terra devono essere perfettamente allineate. È a quel punto che l’ombra del nostro satellite naturale passa sulla superficie terrestre oscurando completamente il disco del sole.

Il fenomeno si verifica in un solo luogo, anche se nei territori circostanti è possibile comunque assistere alla copertura parziale del Sole. La rarità dell’evento, così come la sua bellezza, fa mettere in moto ogni volta migliaia di viaggiatori e appassionati del cielo per assistere, a occhio nudo, a quello che sembra lo spettacolo più magico e incantato di una vita intera.

Come abbiamo anticipato, il prossimo appuntamento è previsto nel 2023, e più precisamente giovedì 20 aprile. In realtà non si tratta di un eclissi solare totale, ma di un eclissi ibrida, un fenomeno ancora più raro e unico. In questo caso, infatti, si assisterà a una copertura sia totale che anulare.

Avvistarla, dobbiamo dirvelo, non sarà semplicissimo e sicuramente impossibile per chi resta in Europa. L’eclissi, infatti, darà spettacolo dei territori bagnati dall’Oceano Indiano che comprendono sia l’Australia Occidentale che le isole del Sud Est asiatico, per poi terminare nel Pacifico.

L’oceano, quindi, resta il posto migliore per avvistare lo spettacolo, ed è proprio da questa consapevolezza che il tour operator Smithsonian Journeys, in collaborazione con la compagnia di navi da crociere Ponant, ha messo a punto un viaggio unico e straordinario per vivere quella che si prospetta l’esperienza più magica di una vita intera.

La crociera che sembra un sogno

Saranno sedici, in totale, i giorni di navigazione, quelli che porteranno i viaggiatori direttamente davanti all’eclissi solare ibrida del 2023, attraversando le zone più remote e selvagge del mondo.

Il mezzo di trasporto scelto, per questa crociera straordinaria, è Le Lapérouse di Ponant, una lussuosa nave dotata di Spa, ristoranti e una lounge subacquea capace di ospitare 184 passeggeri.

La partenza è prevista il 9 aprile 2023 da Bali e farà tappa nel Parco Nazionale di Komodo per avvistare gli ultimi dinosauri viventi sulla terra. Dopodiché si navigherà verso Kimberley, nell’Australia Occidentale, in attesa del 20 aprile. Sarà a quel punto che la nave si posizionerà nel bel mezzo dell’Oceano Indiano per consentire ai passeggeri di osservare l’eclissi solare. Il rientro, invece, è previsto il 24 aprile con uno sbarco a Broome, sempre nella regione di Kimberley.

Ma quanto costa questa crociera astronomica? La tariffa base è di circa 20.000 dollari, ma considerando che si avrà l’opportunità di assistere all’eclissi da una posizione privilegiata e di navigare le coste dei luoghi più remoti del mondo, non ci sembra poi così tanto.

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Vola verso le più belle città del mondo: offerta imperdibile di fine estate

L’estate non è ancora terminata ma la voglia di programmare un viaggio fuori porta all’insegna del relax, della voglia di staccare la spina dalla routine quotidiana, di visitare posti nuovi e di provare a immergersi in tradizioni e culture diverse durante i primo giorni dell’autunno si fa già sentire.

Ed ecco che con un tempismo impeccabile ci pensa la nota compagnia aerea Ryanair a darci qualche consiglio. Per programmare un più che meritato city break tra settembre e ottobre, in modo semplice ed economico, optando per una meta carica di fascino, facilmente raggiungibile e che sappia riempire di emozioni ed energia chi sceglierà di visitarla. Magari prenotando fin da subito il proprio viaggio del cuore grazie a delle offerte davvero imperdibili.

Un tour tra monumenti, musei, strade vivaci e piene di vita e deliziose specialità del luogo, da gustare nei tantissimi locali e ristoranti che troverete lungo il cammino. Insomma, delle località davvero imperdibili.

Le mete consigliate

Come Londra, capitale inglese e città estremamente contemporanea e multietnica. Da sempre super gettonata per chi voglia trascorrere qualche giorno lontano da casa e capace di stupire chiunque vi si rechi. Una località unica e bellissima, in ogni stagione. E in cui potrete ammirare monumenti secolari, i patrimoni UNESCO, i musei e i verdissimi parchi che caratterizzano la città. Ma anche vivere esperienze eccezionali attraverso l’arte, la musica e la cultura di una città piena di vita e di bellezze.

Altra meta consigliata e sempre tra i primi posti per un city break carico di energia e divertimento è Barcellona (nella foto), in Spagna. Una città celebre soprattutto per l’arte e l’architettura, vivacissima e cosmopolita. E che dona sempre validissime ragioni per tornare. Qui, oltre alla bellezza delle opere lasciate da geni creativi del calibro dell’architetto catalano Antoni Gaudí, potrete gustare i sapori tipici del luogo e lasciarvi incantare e travolgere dalla sua strepitosa energia e vitalità.

E che dire, poi, di Agadir, in Marocco. Una località rinomata per le sue lunghissime spiagge sabbiose, in cui rilassarsi e vivere qualche giorno di puro benessere e pace. Un luogo perfetto per gli appassionati di sport acquatici, di affascinanti escursioni e di gite. Magari facendo visita al tradizionale mercato Souk o passeggiando tra i negozi di Port de Plaisance. Per vivere un’esperienza davvero unica.

Le intramontabili

Ma non solo. Perché tra le mete ideali dove trascorrere il vostro city break c’è anche l’intramontabile Vienna, la capitale dell’Austria, anche detta la “Città della Musica”. Una località ricca di arte, cultura e bellezze da scoprire e osservare a ogni passo.

O Siviglia, altra città spagnola, perfetta per vivere un divertente city break è una località particolarmente apprezzata per l’architettura moresca, per il suo clima mite e per le prelibatezze culinarie che arrivano direttamente dalla tradizione del luogo. E che sapranno rendere il vostro soggiorno ancora più piacevole. Fino ad arrivare a Dublino, una città dinamica, sempre bellissima e amichevole. Caratterizzata dalle case colorate di Merrion Square, dai musei dal grande valore artistico e culturale e da un animo pieno di entusiasmo e vita. E che non potrete fare a meno di amare.

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In Francia esiste un castello delle fiabe che deve essere “salvato”

Esistono luoghi che non smettono mai di incantarci perché per forme, colori e dettagli, rimandano proprio a quell’immaginario favolistico che ha caratterizzato inevitabilmente la nostra infanzia. Lo stesso che ci ha fatto sognare da bambini e che non smette ancora di farlo.

Non stupisce, quindi, quella meravigliosa sensazione che proviamo dentro ogni qualvolta ci troviamo davanti ai castelli del mondo, luoghi ricchi di storia e di bellezza che, inevitabilmente, ci rimandano a storie affascinanti e seducenti, vere o leggendarie, che riguardano principi e principesse, cavalieri e regnanti.

Ed è una di queste storie che vogliamo raccontarvi oggi, diversa da quelle che conosciamo ma reale e suggestiva. È quella dello Château de Vigny, il castello delle fiabe in Francia che ha bisogno del nostro aiuto.

Le Château de Vigny

Ci troviamo nella Val d’Oise, nella regione dell’Île-de-France, è qui che esiste uno splendido castello che appare come una visione magica agli occhi di chi lo guarda. Progettato dall’architetto Charles Cazot, lo Château de Vigny è una delle massime espressioni di stile neogotico visibile in ogni suo straordinario dettaglio.

Imponente e maestoso, questo edificio si sviluppa su una superficie di quasi 4000 metri quadrati, e come tutti i castelli che si rispettano, anche questo è circondato da un fossato e protetto da ben sei torri merlate. La struttura ospita 176 camere, mentre tutto intorno si estende un parco naturale di 20 ettari.

Le sue origini risalgono al 1504 quando, il cardinale Georges d’Amboise, scelse di costruire quella che sarebbe stata la sua futura dimora in un sito già occupato da una vecchia struttura medievale. Altre modifiche, visibili nell’aspetto attuale del castello, furono apportate nel 1880 per volontà dell’allora proprietario Philippe Vitali, principe di Sant’Eusebio.

Di secolo in secolo, questo castello situato ad appena 40 chilometri da Parigi, ha fatto da scenografia alle storie e alla vita delle grandi famiglie di Francia che si sono susseguite come proprietarie negli anni.

Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, però, ha causato ingenti danni alla struttura del castello che, passato per mano di diversi proprietari, è stato abbandonato. Nel 2001 Château de Vigny è stato acquistato da un’azienda giapponese che ha sfruttato i grandi spazi della struttura per inaugurare una scuola di cucina, ma il progetto è poi fallito e il castello è tornato in stato d’abbandono.

Rimesso in vendita nel 2015, l’edificio è stato acquistato dall’imprenditore Fabrice Levesque che aveva come obiettivo quello di trasformare il castello in un hotel di lusso. Purtroppo, però, le condizioni interne erano così disastrose da necessitare di un importante restauro. Così è nata l’Associazione per il salvataggio del castello di Vigny, capeggiata dallo stesso Levesque.

Un castello da salvare

La bellezza architettonica e l’importanza storica di questo castello per tutta la Val d’Oise gli hanno fatto guadagnare il titolo di monumento storico già nel 1984. Nonostante gli sforzi che si sono susseguiti negli anni per la salvaguardia di questo edificio, oggi lo Château de Vigny è in pericolo, motivo per il quale è stata lanciata una raccolta fondi aperta a tutti.

Nonostante dall’esterno il castello non sembra aver subìto i danni del tempo, in realtà, i suoi interni vertono in condizioni disastrose, motivo per il quale attualmente la struttura è chiusa al pubblico. Ma se vi trovate nella Val d’Oise, il consiglio è quello di raggiungerlo per ammirare tutto il suo incanto anche da fuori.

E se a guardarlo avete la sensazione di averlo già visto da qualche parte, lasciatevi dire che non vi state sbagliando. Château de Vigny, infatti, ha fatto da sfondo al videoclip Te Amo di Rihanna, nonché a pellicole come Les Barbouzes, Les Tontons flingueurs e Versailles.

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In Italia esiste una valle incantata immersa nella natura

A capeggiare la lista dei motivi che ci spingono a scegliere le prossime destinazioni di viaggio c’è molto spesso l’esigenza di esplorare, conoscere e vivere quelli che sono i patrimoni naturalistici che appartengono al mondo in cui abitiamo. Del resto, vivere la natura e immergersi nelle sue sconfinate meraviglie, è un lusso che tutti dovremmo concederci almeno una volta nella vita.

Ma per farlo non abbiamo necessariamente bisogno di percorrere chilometri e raggiungere luoghi lontanissimi, perché anche il nostro Paese ospita bellezze naturalistiche che lasciano senza fiato e che aspettano solo di essere esplorate. Sono le foreste, i boschi e i laghi, le campagne e le colline, le grotte, le cascate e le valli incantate.

Ed è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi oggi, in una valle incantata dove la natura regna indisturbata. Un vero e proprio tesoro da proteggere e preservare che ci ricorda quanto è bello il Paese che abitiamo. Benvenuti nella Valle dei Mòcheni.

La valle incantata dei Mòcheni

Se state cercando un’esperienza che vi permetta di trovare quel contatto primordiale con la natura apparentemente perduto, allora la Valle dei Mòcheni è il luogo giusto da raggiungere.

Situata in provincia di Trento, e conosciuta anche come la Valle del Fèrsina per la presenza dell’omonimo torrente, quest’area immersa nel verde è capace di offrire un’esperienza sensoriale unica, all’insegna della pace e del relax.

Ogni senso, qui, è stimolato da Madre Natura. Lo è la vista, con quegli scenari lussureggianti e incontaminati che si aprono a ogni chilometro percorso, e lo è l’udito, accarezzato e stimolato a ogni ora del giorno e della notte con i suoni della natura. E lo sono il gusto, l’olfatto e il tatto grazie ai sapori, ai profumi e alla presenza di meraviglie naturali da toccare.

Incredibilmente surreale, questo territorio si è guadagnato l’appellativo di valle incantata, del resto basta osservarlo in tutta la sua meraviglia per scorgere le forme, i colori e la bellezza che appartengono ai paesaggi che hanno fatto da sfondo alle favole più belle.

Il territorio, inoltre, è circondato dalle vette delle montagne della Catena del Lagorai che incorniciano uno scenario idilliaco puntellato da boschi e pascoli nel quale perdersi e immergersi.

Fierozzo, Valle dei Mocheni

Fonte: Getty Images

Fierozzo, Valle dei Mocheni

Tra storia, cultura e natura

Sono pochi, anzi pochissimi, gli insediamenti umani in questa zona che sembrano non voler disturbare la natura e tutte le meraviglie che gli appartengono.

Ma sono preziosi, perché sono proprio loro a raccontare la storia e la cultura che appartengono a questo luogo immerso nella provincia di Trento. La valle incantata, infatti, prende il nome proprio dalla comunità germanofana che si è insediata qui tra il 1300 e il 1400: i Mòcheni.

Oggi la popolazione è molto ridotta, e le persone che ancora parlano questa lingua sono appena duemila. È loro il compito di preservare e raccontare la storia di questo luogo che possiamo conoscere nell’Istituto Culturale Mòcheno a Fersina o andando in visita ai paesi della valle come Roveda, Frassilongo e Fierozzo.

Le cose da vere, lungo la Valle dei Mocheni, sono molte, semplici e autentiche. Il consiglio è quello di scoprire il territorio a ritmo lento, lasciarsi suggestionare dai gruppetti di case e dalle baite sparse qua e là, e organizzare escursioni nella natura circostante.

Imperdibile è anche il Lago di Erdemolo, una meraviglia naturalistica posta a un’altezza di 2000 metri. Il percorso per arrivare fin qui è straordinario, e consente agli avventurieri di addentrarsi tra bellissimi paesaggi caratterizzati da boschi, alpeggi e radure.

Valle dei Mocheni

Fonte: Getty Images

Valle dei Mocheni
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I paesi bianchi che sembrano usciti da un sogno

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Spagna, soprattutto quando la destinazione di arrivo ci permette di immergerci nella tradizione, nel calore e nel fascino autentico che appartiene per natura all’Andalusia. Una terra magica e incantata, situata nel sud del Paese, che seduce i viaggiatori con il sole e il mare, con l’architettura e l’arte, con il flamenco, la corrida, il cibo e i piccoli villaggi tradizionali.

Ed è proprio in questi che vogliamo portarvi oggi, in quei paesini che sono anima e cuore del territorio. Luoghi che sono così belli da sembrare appartenere a un libro di fiabe, più che alla realtà, ma che sono veri e straordinari.

Per conoscerli ed esplorarli tutti, dobbiamo recarci tra le province di Cadice e Malaga. È qui che sorgono i villaggi bianchi dell’Andalusia che sembrano usciti da un sogno.

La ruta de pueblos blancos

Sono immersi nella natura più selvaggia e offrono scorci che lasciano senza fiato. Sono i paesi bianchi dell’Andalusia che si arrampicano sulle montagne e si affacciano su valli infinite, e che si mostrano agli occhi dei viaggiatori in tutta la loro candida e scintillante bellezza.

Se è l’anima più autentica dell’Andalusia che volete conoscere, allora la ruta de pueblos blancos è il percorso adatto a voi. Questo itinerario, infatti, conduce direttamente all’interno di quei villaggi, di piccole o medie dimensioni, che sono caratterizzati e contraddistinti dal colore bianco. Una tradizione quella di apporre la calce sulle abitazioni, nata per esigenza e preservata poi nel tempo, che ha reso i paesi dell’Andalusia luoghi fiabeschi.

Le piccole casette che si affacciano su vicoli stretti, creano un paesaggio idilliaco, reso ancora più magico dalla presenza di fiori e decorazioni che adornano finestre e balconi. Le abitazioni, tutte uguali ma tutte uniche e diverse tra loro, fanno da cornice alle tradizioni, alla storia e alla cultura di questi luoghi straordinari tutti da scoprire.

Non c’è un vero e proprio itinerario tracciato da seguire per percorrere la ruta de pueblos blancos, ma ci sono i villaggi che si snodano per oltre duecento chilometri e che si susseguono l’uno dopo l’altro pronti a suscitare incanto e ammirazione nei viaggiatori. Il modo migliore per scoprirli subito è quello di salire in auto e organizzare un viaggio on the road tra le province di Cadice e Malaga, tra le montagne, le vallate e la natura incontaminata.

Un percorso a ritmo lento che sa affascinare e sedurre e che permetterà ai viaggiatori di scattare le istantanee più belle di un viaggio indimenticabile. Si parte!

Frigiliana

Fonte: iStock

Frigiliana

Itinerario lento alla scoperta del bianco dell’Andalusia

Come abbiamo anticipato, questo itinerario tra i villaggi rurali dell’Andalusia non conosce tragitti o soste obbligatorie. Ognuno può scegliere di personalizzare la propria ruta de pueblos blanco in base alle personali esigenze e preferenze.

Tuttavia ci sono alcuni villaggi straordinari che meritano davvero di essere raggiunti ed esplorati. Tra questi, sicuramente, c’è Ronda, il più grande di tutti i paesi bianchi dell’Andalusia. Antica e bellissima, questa città situata in provincia di Malaga, è situata in una posizione scenografica e sorprendente, proprio sulla vertiginosa gola di El Tajo. Il panorama, nella sua totalità, lascia senza fiato.

Ci sono poi tutti gli altri paesi bianchi, quelli che incantano lo sguardo e lo arricchiscono di meraviglia. Tra questi c’è anche Frigiliana, il paese moresco in provincia di Malaga, caratterizzato da strade strette e casette bianche che conservano le testimonianze dei popoli che si sono susseguiti.

Tra i pueblos blancos più belli, segnaliamo anche Setenil de las Bodegas, la città costruita nel ventre di una roccia. E poi, ancora, Alcalá del Valle, Olvera, Zahara de la Sierra, Arcos de la Frontera e Grazalema.

Alla visita di questi, se il tempo lo consente, consigliamo anche di aggiungere nell’itinerario i paesi di Torre Alháquime, El Gastor, Algodonales, Puerto Serrano, Villamartin, Bornos,  Espera, Arcos de la Frontera, Algar, Prado del Rey,  El Bosque,  Ubrique, Benáocaz e Villalluenga del Rosario, così da poter percorrere la ruta completa.

Grazalema

Fonte: iStock

Grazalema
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La cartolina magica dal lago che rischia di scomparire

Esistono luoghi nel mondo che sono così belli da non sembrare reali, paesaggi che per forme e colori sembrano usciti da una fiaba onirica. Posti che, da soli, bastano a farci compiere viaggi lunghissimi e chilometrici solo per arrivare lì, al cospetto della grande bellezza. Per contemplarla e immortalarla nelle istantanee di un viaggio indimenticabile.

Ed è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi oggi, uno di quelli che si mostra davanti allo sguardo attonito dei viaggiatori come se fosse lo spettacolo più bello del mondo, quello destinato a lasciare senza fiato. Una meraviglia così straordinaria, ma così fragile, che rischia di restare solo nei nostri ricordi e nelle ultime cartoline di viaggio.

Sì perché il panorama mozzafiato che offre il lago di Urmia, dichiarato dall’Unesco riserva della biosfera, è destinato a sparire per sempre.

C’era una volta il lago di Urmia

C’era una volta uno specchio d’acqua straordinario, per grandezza e importanza. Si trattava del terzo lago salato più grande del mondo. Ed era così bello da essere stato dichiarato dall’Unesco come riserva della biosfera nel 1976.

Immerso nel cuore dell’Iran, tra le provincie dell’Azerbaigian Orientale e dell’Azerbaigian Occidentale, il lago di Urmia era attrazione turistica senza eguali, nonché casa di numerose specie animali , come fenicotteri, pellicani e cicogne, che vivevano tra i piccoli affioramenti rocciosi, che tornavano durante le migrazioni, che incantavano i viaggiatori con la loro presenza.

C’è oggi quello stesso lago, la cui maestosità riecheggia solo nei ricordi di chi lo ha visto e lo ha vissuto nel suo massimo splendore. Sì perché questo patrimonio naturale immenso sta scomparendo.

A causa dell’elevato tasso di evaporazione delle acque, della siccità che continua a colpire il territorio e delle numerose dighe costruite nelle zone limitrofe, il lago si è ridotto sensibilmente negli ultimi anni lasciando gran parte della sua superficie asciutta.

Quel che resta di un meraviglioso lago

Di quasi la metà di quei 5200 chilometri quadrati di acqua, non restano che piccole rocce che si fanno spazio tra la terra, arbusti secchi e sabbia arida, la stessa in cui sono rimaste intrappolate alcune imbarcazioni negli anni. Anche gli animali, che avevano fatto di questo paradiso naturale la loro casa, stanno abbandonando la zona.

Eppure il lago, anche se così fragile, continua a dare spettacolo. Lo ha fatto quando si è mostrato al mondo in una veste nuova e inedita che ha incantato tutti quanti, proprio quando le sue acque si sono tinte di rosa. Purtroppo, però, quello scenario fiabesco non era altro che l’ennesimo grido d’aiuto. Le acque del lago di Urmia, infatti, hanno assunto quel cangiante colore rosa a causa della diffusione dell’alga Dunaliella che ha trovato spazio fertile nel bacino proprio per colpa della siccità.

Quello che resta del lago, oggi, sono le ultime spettacolari immagini diffuse sul web e scattate dai viaggiatori che raggiungono l’Iran per ammirare per l’ultima volta quel patrimonio che sta scomparendo. Sono le istantanee che mostrano le acque rosa e che, nonostante tutto, fanno sognare. Sono le stesse che immortalano le navi bloccate tra la sabbia e l’acqua, illuminate da un cielo stellato.

E tutto ciò che possiamo fare, adesso, è restare ad ammirare quel che resta di un paradiso naturale che presto non vedremo più.

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Partono treni speciali per chi va in crociera

Non solo una crociera, ma anche escursioni a bordo di treni speciali una volta scesi a terra.

È l’iniziativa promossa da Costa Crociere e da Trenitalia che a breve consentirà ai passeggeri delle navi di visitare non soltanto le località dei porti toccati dagli itinerari, ma di spingersi ben oltre alla scoperta del nostro territorio.

Treni che potrebbero essere anche storici, che porteranno i crocieristi a fare escursioni meravigliose, ricche di storia e di folklore tutti italiani.

La grande novità

“Il nostro impegno per raggiungere l’ambizioso progetto di navi a zero emissioni nette entro il 2050 si estende anche allo sviluppo di operazioni a terra più sostenibili, che prediligano forme di trasporto alternative e green, quali il trasporto ferroviario”, ha spiegato Giuseppe Carino, Vice President Guest Experience & Onboard Revenues di Costa Crociere.

“Con Trenitalia lavoreremo non solo per offrire soluzioni di trasporto sempre più confortevoli e sostenibili per i nostri ospiti, ma anche per creare valore nelle destinazioni in cui operiamo, promuovendo le eccellenze turistiche locali e sviluppando reti di mobilità sostenibile con un sistema “dual use”, che integri le esigenze di trasporto dei residenti locali con quelle dei passeggeri delle navi”.

L’idea è anche quella di invogliare i crocieristi a servirsi dei treni per raggiungere i porti d’imbarco delle navi.

“La valorizzazione del turismo sostenibile”, ha dichiarato Alessandro Zoratti, Direttore Strategie di Trenitalia “è uno dei nostri principali obiettivi, soprattutto in questa fase di forte ripresa di spostamenti dopo due anni difficili. Sempre di più il treno si deve porre come alternativa valida ad altri mezzi di trasporto più inquinanti e l’accordo con Costa Crociere vuole invogliare i crocieristi a scegliere i nostri mezzi per raggiungere i porti di partenza o per tornare a casa dopo la vacanza in nave. Questa è anche la mission del Polo Passeggeri del Gruppo FS Italiane, focalizzato sulla mobilità delle persone e di cui Trenitalia è capofila”.

I treni storici per i crocieristi

Non è ancora stato annunciato nessun treno storico in particolare, ma alcuni potrebbero essere già pronti a partire. Come, per esempio, il celebre Archeotreno, che parte da Napoli, una delle tappe classiche di molte navi da crociera. Questo meraviglioso treno che arriva ad Ascea, Comune della provincia di Salerno, fa tappa nella città dei templi di Paestum, agli scavi di Pompei e a Velia.

Ma da Napoli Centrale parte anche il Reggia Express che porta i visitatori alla Reggia di Caserta, la Versailles italiana, la residenza reale più grande al mondo, voluta dal Re di Napoli Carlo di Borbone. Il treno speciale viaggia con una locomotiva elettrica E626 e storiche carrozze Corbellini e Centoporte. Un’esperienza unica per visitare in modo originale uno dei siti Patrimonio dell’Unesco più belli d’Italia.

Da Trieste, altra città da cui salpano le navi, parte un altro bellissimo treno storico, il Rapido Arlecchino. Il nome di questo treno ha una storia: le pareti ricoperte di vinilpelle, i pannelli e i tappeti erano – e sono ancora oggi – caratterizzati da una vasta gamma di tinte pastello (da qui il nome “Arlecchino”), scelte accuratamente da FS e commissionate alla Breda di Sesto San Giovanni (MI). L’Arlecchino parte da Trieste Centrale e tocca Monfalcone, Gorizia e Gemona del Friuli.

E ancora, da Ancona parte la Ferrovia Subappennina Italica diretta a Fabriano, la città della carta, e a Pergola, uno dei Borghi più belli d’Italia, noto soprattutto per il Museo dei Bronzi Dorati, l‘unico gruppo di bronzo dorato esistente al mondo giunto dall’età romana ai nostri giorni. Ma Pergola è anche sinonimo di enogastronomia. Qui il tartufo si produce tutto l’anno, il bianco come il nero. Solo per questo vale il viaggio.

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Idee di Viaggio Viaggi

La cartolina più bella d’Italia si scatta davanti a questo ponte

Sono tante le motivazioni che ci spingono a organizzare nuovi viaggi e a raggiungere diverse destinazioni, vicine o lontane. A volte lo facciamo perché siamo ispirati dai racconti degli altri o perché desideriamo ammirare da vicino quelle che sono le attrazioni più iconiche del mondo intero. Altre volte lo facciamo perché quel luogo ha fatto da sfondo ai nostri film preferiti o, ancora, perché desideriamo arricchire il nostro archivio fotografico con splendide istantanee provenienti dai luoghi più suggestivi del mondo.

Ed è proprio in uno di questi luoghi che vi portiamo oggi, una località destinata a diventare il soggetto principale delle più belle cartoline di viaggio che immortalano la bellezza dell’Italia. Una città da fotografare, ma anche da scoprire chilometro dopo chilometro.

Ci troviamo a Chioggia, nella zona più meridionale della Laguna Veneta, a circa 50 chilometri dal capoluogo regionale. È in questa città, che è stata ribattezzata la Piccola Venezia, che è possibile scattare l’instantanea più bella da condividere sui social. Ecco qual è il punto preciso da raggiungere.

Bentornati a Chioggia, la Piccola Venezia

Al confine tra Venezia, Rovigo e Padova, esiste una città di incantevole bellezza. Uno scrigno di tesori artistici, culturali e architettonici che raccontano la storia e l’anima di un luogo tutto da scoprire.

Ci troviamo a Chioggia, una città tanto suggestiva quanto affascinante e seducente. Impossibile non notare la somiglianza con la Serenissima, una similitudine che risulta ancora più evidente in quei palazzi in stile veneziano che riflettono la loro immagine nei canali d’acqua che attraversano la città.

Ecco che allora quel nome di Piccola Venezia sembra calzante per Chioggia, ma non è solo questo a catturare l’attenzione dei viaggiatori.

Il centro storico, per esempio, è un concentrato di case colorate, di botteghe e ristoranti in cui immergersi e perdersi. Ricostruito dopo le lotte tra le repubbliche marinare di Venezia e Genova, il cuore pulsante della città dà il benvenuto ai viaggiatori con la sua Porta Garibaldi, una fortezza edificata intorno al 1300 che segna l’inizio di una passeggiata straordinaria nel centro cittadino.

Da qui si accede al Corso del Popolo, un viale delle meraviglie che si snoda per quasi un chilometro e che ospita alcuni degli edifici più belli e iconici della città, tra questi anche i resti dell’antico Palazzo Comunale che fu distrutto dal grande incendio del 1817.

È proprio percorrendo questa strada che è possibile ammirare e attraversare i nove ponti del Canal Vena, il più interno e pittoresco dei canali che dividono la città. Ed è proprio da qui che possiamo raggiungere la nostra destinazione, quella dove scattare la cartolina più bella d’Italia.

Il Ponte di Vigo

Ci troviamo al cospetto del Ponte di Vigo, uno dei ponti più artistici e suggestivi della città. Costruito nel 1685 per volontà del podestà Alberto Morosini, fu arricchito con marmi d’Istria un secolo dopo, diventando così un monumento dalla forte valenza artistica, storica e architettonica.

Oggi è uno dei ponti più raggiunti e fotografati, nonché il simbolo della città e dei suoi abitanti. E non lo è non solo per le sue fattezze, ma anche per la posizione strategica. Il Ponte di Vigo, infatti, si eleva sul bacino omonimo fungendo da balcone della città garantendo quella che è la vista più bella di Chioggia.

Dopo aver ammirato la città, scendete a contemplare quello scorcio meraviglioso che si apre davanti ai vostri occhi. I palazzi colorati sullo sfondo e le barche che si intravedono in lontananza sono la cornice perfetta di quel ponte in primo piano che sovrasta le acque azzurre del canale: è questa la cartolina più bella d’Italia.

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Smart Working: lavorare in questo borgo rurale è ancora più bello

Esistono luoghi di incantevole bellezza che vivono e sopravvivono all’ombra delle metropoli e delle grandi capitali che ogni giorno attirano migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo. Eppure questi posti solitari e silenziosi hanno l’onere e l’onore di conservare e preservare un patrimonio immenso per l’intera umanità.

Si tratta dei borghi del nostro Paese, scrigni di tesori preziosi che si confondono con la natura circostante, che conservano arti e mestieri e tramandano le tradizioni più antiche da generazioni. Sono quei luoghi lontani dai sentieri più battuti dal turismo di massa e quindi perfetti per chi cerca pace e relax, per chi desidera vivere esperienze autentiche a ritmo slow.

Ma un borgo, ora lo sappiamo, può trasformarsi anche nella destinazione ideale per tutte le persone che hanno fatto dello smart working uno stile di vita, come è successo a Tursi, lo splendido borgo rurale della Basilicata che è diventato la casa dei nomadi digitali.

I nomadi digitali scelgono ancora il south working

In principio era smart working, la modalità di lavoro che ha cambiato per sempre le nostre abitudini, che ci ha permesso di viaggiare senza smettere di lavorare e viceversa. Poi è nato il south working, il termine che indica lo spostamento dei flussi di lavoro, e nello specifico dei professionisti del nostro Paese, verso il sud Italia.

Una sorta di pellegrinaggio che ci ha condotto proprio lì, nei luoghi più belli del nostro stivale. Quelli bagnati dal mare, quelli immersi nella natura e quelli baciati dal sole. Tursi è uno di questi, un borgo rurale e straordinario incastonato in un paesaggio quasi surreale plasmato dalla natura e da nessun altro.

Un borgo di appena 4700 anime che si è sviluppato attorno al centro storico e al suo castello, e che poi si è esteso fino alla valle, lì dove canyon, pinnacoli e dune rocciose hanno caratterizzato in maniera univoca l’intero paesaggio. Un gioiello della Basilicata e dell’Italia intera che si è trasformato nella casa dei lavoratori da remoto che, proprio qui, hanno avviato un grandioso progetto al quale tutti possiamo prendere parte.

Tursi e la sua comunità di nomadi digitali

Nello splendido scenario dei Sassi di Matera ecco che spicca un borgo collinare e solitario, ma estremamente suggestivo e affascinante. Si tratta di Tursi, il gioiello della Basilica, che mostra i suoi tesori passo dopo passo. Il territorio, che fu teatro di scontri tra i Romani e Pirro, conserva ancora le testimonianze di una storia travagliata, antica e mai dimenticata.

La Rabatana, primo nucleo abitativo del villaggio, la Cattedrale dell’Annunziata e il Santuario di Santa Maria d’Anglona, e poi ancora il centro storico e il rione San Filippo, non c’è un angolo di Tursi che non sappia incantare e sorprendere.

Ed è proprio in questo contesto ricco di storia, fascino e cultura, che ogni anno centinaia di visitatori giungono da ogni parte del mondo per scoprire questa perla in provincia di Matera. Ed è proprio per le sue bellezze e per quell’atmosfera che sembra sospesa nel tempo, che il borgo è stato scelto per avviare il Tursi Digital Nomads.

Un progetto, questo, che vuole valorizzare i borghi e combattere lo spopolamento, ma al contempo consentire ai lavoratori di tutto il mondo di trovare una casa, per lunghi o brevi periodi, dove poter stimolare la creatività e la produttività grazie a uno scenario incredibile.

L’idea è nata proprio durante l’emergenza sanitaria, quando la modalità dello smart working è diventata predominante. Il progetto di Tursi Digital Nomads, ha avuto grande supporto da parte del comune che ha affidato alla comunità di professionisti un antico convento del 1600 completamente ristrutturato.

E ora quello spazio, che è simbolo del borgo e della sua storia, è diventato un hub multiculturale che da una parte ospita eventi artistici e manifestazioni, e dall’altra mette a disposizione uffici per i nomadi digitali che giungono qui per ricominciare.

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Madonna innamorata dell’Italia, ecco dove si trova

Tra le tante celeb che sono sbarcate anche quest’estate in Italia c’è anche lei, la regina del pop, Madonna, che ha scelto una delle più belle zone del nostro Paese per festeggiare il compleanno e trascorrervi qualche giorno di vacanza con gli amici e tre dei suoi sei figli, almeno un centinaio di persone.

Madonna, che il 16 agosto spegne 64 candeline, ha scelto la pittoresca località di Marzamemi, il piccolo borgo marinaro che è ormai divenuto uno degli scorci più belli della Sicilia, molto amato anche dagli stranieri.

I vip che amano la Sicilia

Qualche tempo fa da qui era passato Mick Jagger e forse aveva consigliato a Madonna di farci un giro. La rock star britannica aveva trascorso alcuni giorni di vacanza in Sicilia e nella pittoresca cittadina insieme a moglie e figli, tanto da lasciare dietro di sé una traccia inconfondibile della sua presenza: ha lasciato al proprietario del pittoresco ristorante in riva al mare dove ha pranzato una dedica scritta su uno dei menu.

Come facevano gli scrittori un tempo, come fanno le star. E lui è una stella del firmamento ormai. “Love, Mick Jagger“, ha scritto, dopo aver apprezzato le prelibatezze culinarie del locale della cittadina in provincia di Siracusa.

Le stradine strette, i palazzi di pietra, le chiese e i tanti ristoranti colorati che rendono unica Marzamemi hanno fatto innamorare tanti prima di Madonna. Mario Biondi, la voce black soul più famosa d’Italia e siciliano doc, per girare il videoclip del singolo “Paradise” lo scorso anno cercava un vero paradiso e lo ha trovato a Marzamemi, nella sua Sicilia.

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Fonte: iStock

Uno scorcio di Marzamemi, borgo di pescatori della Sicilia

 

Le altre tappe del tour di Madonna

Ma la cantante non s’è soffermata solo su Marzamemi, ha fatto tappa anche nella splendida Noto, capitale del Barocco siciliano nonché una delle più celebri città della Sicilia. Ed è proprio da queste parti, in una location top secret e blindatissima. che la star soggiorna e ha intenzione di festeggiare il compleanno alla grande.

Conosciuta in tutto il mondo per il suo centro storico, a Noto si può ammirare uno degli esiti più eleganti e straordinari dell’architettura Barocca siciliana. La bellezza di questa città è una diretta conseguenza della sua storia millenaria che ha visto le più diverse e varie culture attraversare le sue strade e lasciare un segno indelebile sul suo volto e nelle sue tradizioni.

Greci, romani, bizantini, arabi, normanni, aragonesi e la corte dei Borbone sono solo i principali attori che nel palcoscenico della Sicilia portarono il loro contributo a rendere quest’isola nel cuore del Mediterraneo un vero melting-pot dove le culture si sono fuse e hanno generato meraviglie uniche al mondo.

Noto è una delle mete turistiche più ambite per ammirare le sue splendide chiese, i suoi eleganti palazzi nobiliari e passeggiare tra le vie del centro storico in una cornice di straordinaria bellezza.

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Noto, la capitale del Barocco siciliano

Madonna e l’Italia

Non è la prima volta che Madonna Louise Veronica Ciccone trascorre le vacanze nel nostro Paese, al quale è molto legata per via delle origini italiane da parte di padre, Silvio Anthony “Tony” Ciccone, che viene da Pacentro, in Abruzzo. Solo la scorsa estate era stata in Italia e aveva trascorso per l’ennesima vota le vacanze in Puglia, dove è stata diverse volte. Aveva soggiornato (ancora una volta) a Borgo Egnazia, il resort extralusso di Savelletri a Fasano, dove aveva festeggiato gli anni anche nel 2017.

La pop star ne aveva approfittato per partire alla volta Capoluogo salentino. Paparazzata per le strade di Lecce coperta da cappello a falda larga e immancabili occhiali da diva, Madonna aveva visitato una volta il Duomo e il centro storico, attorniata da amici e membri dello staff.

Per poter viaggiare in tutta comodità, Madonna aveva addirittura affittato il treno storico Salento Express, che collega Otranto a Gallipoli, adattandolo alle sue necessità, però. Infatti, il percorso del treno era stato modificato per far sì che partisse direttamente da Savelletri per far capolinea a Lecce.