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La via dello shopping più bella d’Europa è una galleria d’arte

Quando siamo in viaggio ci ritroviamo spesso ad attraversare e a percorrere le stesse strade più volte. Lo facciamo velocemente e distrattamente con il solo obiettivo di raggiungere le attrazioni principali della città, per seguire il nostro itinerario o per scoprire nuovi e inediti angoli che incantano e che stupiscono.

Eppure, nel mondo, esistono strade che meritano tutta la nostra attenzione perché sanno trasformare anche una semplice passeggiata in un’esperienza magica che incanta a ogni passo. Ne sono un esempio le vie dello shopping delle grandi metropoli e quelle dell’arte dei piccoli borghi, così come quelle più caratteristiche e antiche dei centri storici.

Lo è anche quella inaugurata ad Amsterdam nel 2017, che più che una galleria dello shopping, è un vero e proprio capolavoro d’arte visiva che incanta e sorprende a ogni passo. Benvenuti dentro il Beurspassage.

La galleria delle meraviglie di Amsterdam

Ci troviamo sulla Damrak, una delle strade più celebri e popolate di tutta Amsterdam, quella che collega la stazione centrale a piazza Dam e agli altri punti iconici della città. È proprio percorrendo questa via che possiamo arrivare davanti a una galleria delle meraviglie. Una via dello shopping sapientemente decorata che si presenta sin dalla sua inaugurazione come un capolavoro d’arte senza eguali.

Il Beurspassage, questo il suo nome, è una via dello shopping coperta che collega Damrak e la Nieuwendijk, due delle strade più vivaci e dinamiche dell’intera città. Al suo interno ci sono negozi di ogni genere che attirano cittadini e viaggiatori. Ma questa galleria, che strategicamente collega le due zone più vive di Amsterdam, è in realtà molto di più di una semplice strada dedicata allo shopping. E basta guardare le foro per capirne il motivo.

Beurspassage, Amsterdam

Fonte: 123rf/jordi2r

Beurspassage, Amsterdam

De Beurspassage

Una volta entrati nel Beurspassage, l’attenzione è completamente catturata e rapita da quel magnifico e straordinario soffitto che si estende per 450 metri quadrati di meraviglia.

La luce che proviene dai sette lampadari che percorrono il soffitto ad arco, mette in risalto i coloratissimi mosaici di vetro e le strabiliati raffigurazioni. Gli specchi apposti sui lati, poi, creano un continuo gioco di riflessi che incanta e stupisce a ogni passo.

Gli ornamenti sono opulenti e i colori eleganti, lo stile artistico delle raffigurazioni fa riferimento ai dettami occidentali e orientali, pur non rinunciando alla contemporaneità. Viene fuori così un capolavoro artistico senza eguali che sembra trasportare i visitatori in un mondo onirico e favolistico.

Al centro di tutto c’è l’acqua, l’elemento portante del Beurspassage. Appare nel verde smeraldo, che è il colore predominante, nei pesci e nelle bolle d’aria, nei riflessi che sembrano proprio creati dai giochi dell’acqua. Nella sua totalità l’opera è un omaggio a questo elemento, nonché ai canali di Amsterdam.

L’incanto continua e aumenta con l’osservazione diretta che permette di scorgere nuovi e inediti dettagli. I lampadari, per esempio, per forme e dimensioni ricordano quei complementi d’illuminazione tipici della tradizione classica, ma in realtà sono realizzati con diverse parti di biciclette. Osservandoli da vicino è possibile individuare ruote, raggi e manubri.

Anche il pavimento in granito, intarsiato con motivi ricorrenti, è un omaggio alla città e al materiale utilizzato per molti dei monumenti di Amsterdam. In qualsiasi direzione si muova la sguardo la passeggiata di trasforma in un’esperienza immersiva senza eguali.

A creare questo capolavoro d’arte visiva sono stati Arno Coenen e Iris Roskam, gli artisti visionari che hanno firmato un altro capolavoro unico nel suo genere: il Markthal di Rotterdam, in collaborazione con lo scultore Hans van Bentem.

Così, quel semplice corridoio dedicato allo shopping, è stato trasformato in un museo d’arte che ospita un’opera collettiva strabiliante. Il suo nome? Amsterdam Oersoep. E, tradotto letteralmente, vuol dire zuppa primordiale.

Beurspassage, Amsterdam

Fonte: Getty Images

Beurspassage, Amsterdam
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Sogni un’esperienza da Re Artù? Questo è il posto giusto

Può un solo hotel rendere magica un’intera avventura di viaggio? Assolutamente sì, sopratutto se in questo vivono e sopravvivono leggende di regnanti, cavalieri e maghi che da bambini ci hanno fatto sognare e che da grandi continuano a suggestionare.

Come quelle di Re Artù e del regno di Camelot, di Mago Merlino, della spada nella roccia e di tutti i cavalieri della tavola rotonda che oggi vivono e rivivono non solo nell’immaginario collettivo, ma anche in un hotel spettacolare dove poter vivere un’esperienza leggendaria.

Ci troviamo all’Excalibur Hotel and Casino, un resort di lusso situato a Las Vegas, considerato uno dei più belli e suggestivi del mondo proprio per il suo tema portante.

Una vacanza tra storia, mitologia e leggenda

Se c’è una cosa che abbiamo imparato durante i nostri ultimi viaggi è che non è tanto la destinazione a fare la differenza, quanto le esperienze che scegliamo di vivere. È per questo che negli ultimi anni la scelta dell’hotel è diventata caratterizzante per le nostre avventure.

Le strutture ricettive del mondo, infatti, si sono adeguate a quella crescente domanda di vivere esperienze e avventure uniche. Così sono nati gli hotel tematici, i lodge immersi nella natura, le case sugli alberi e i castelli a picco sul mare. Così è nato anche l’Excalibur Hotel and Casino.

Non stupisce che questo grandioso hotel che a prima vista, per forme e dimensioni, rimanda a mondi leggendari si trovi proprio a Las Vegas, e più precisamente sulla celebre Las Vegas Strip. Del resto è proprio su questa strada che troviamo alcune delle strutture ricettive più iconiche e stravaganti del mondo intero. Il Venetian Resort vi dice qualcosa?

Ispirato alle leggende di Re Artù e al mondo di Camelot l’Excalibur Hotel and Casino offre un’esperienza unica, un viaggio all’interno di un mondo a metà tra storia e fantasia che fino a questo momento aveva preso vita solo attraverso i cartoni animati, i film e i libri che avevamo letto.

Excalibur Hotel & Casino, Las Vegas

Fonte: Getty Images

Excalibur Hotel & Casino, Las Vegas

Excalibur Hotel and Casino: benvenuti a Camelot

Impossibile non notare quell’imponente struttura che campeggia sull’incrocio tra Las Vegas Boulevard con Tropicana Avenue, che più che una struttura ricettiva sembra un castello. E in effetti, per forme e architetture, è proprio a quello che vuole somigliare.

Excalibur Hotel and Casino è caratterizzato da torri sovrastate da guglie colorate, da grandi portoni di accesso e da un fossato che circonda la struttura, e che ricorda in tutto e per tutto il castello dove si riunivano Re Artù e i suoi cavalieri.

L’hotel è stato inaugurato il 19 giugno del 1990 e sin dalla sua apertura ha attirato la curiosità e l’interesse di viaggiatori da tutto il mondo per la sua originalità. Nonostante il passaggio di proprietà nel tempo, questa struttura ricettiva è rimasta una grande attrazione a Las Vegas, complici anche i numerosi spettacoli incentrati proprio sulle leggende di Re Artù che si tengono ogni giorno all’interno del resort.

Gli interni dell’Excalibur Hotel and Casino, poi, sono grandiosi. L’hotel ospita oltre 4000 stanze, 6 ristoranti a tema, 9 bar, un’area dedicata agli show, 2 piscine, 2 cappelle e un grandissimo casinò che si estende su una superficie di quasi 10000 metri quadrati.

Le due cappelle interne alla struttura, inoltre, offrono la possibilità di sposarsi. L’hotel mette a disposizione degli ospiti tutto ciò che serve per celebrare un matrimonio in perfetto stile medievale.

Excalibur Hotel & Casino, Las Vegas

Fonte: Getty Images

Excalibur Hotel & Casino, Las Vegas
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Per entrare in questo Paese ci vorrà il visto elettronico

Il 2023 sarà un anno di grandi cambiamenti per i viaggiatori, in special modo per i turisti che finora potevano recarsi in una delle destinazioni europee più ambite senza la necessità di avere con sé il passaporto né un visto. Tra non molto tempo, infatti, verrà introdotta una nuova misura denominata ETA (acronimo di “Electronic Travel Authorization”), un sistema di verifica che sarà applicato ai visitatori europei, italiani inclusi. Ecco tutte le novità da sapere.

Il Regno Unito introduce il visto elettronico per gli ingressi

Il Regno Unito si appresta a varare il visto elettronico per i viaggiatori in entrata. Come i sistemi esistenti negli Stati Uniti (ESTA), in Canada (ETA), in Australia (eTA) e in Nuova Zelanda (NZeTA), l’ETA approvato dal Governo britannico sarà utilizzato per una maggiore visibilità nella tracciabilità dei viaggi e per mantenere nuovi protocolli di attraversamento sicuro delle frontiere.

Secondo le autorità britanniche, il sistema ha lo scopo di ridurre i rischi per la sicurezza e di consentire la raccolta di maggiori informazioni sui viaggiatori che desiderino entrare nel Regno Unito. A sua volta, il Governo sarà in grado di bloccare in modo proattivo l’ingresso di persone che rappresentano un rischio percepito.

Chi richiede l’ETA dovrà fornire i propri dati biografici, biometrici e di contatto e rispondere a una serie di domande, prima di ottenere l’approvazione. A questo punto, le Autorità britanniche controlleranno le informazioni con i sistemi e i database governativi interni per determinare se il richiedente è idoneo a recarsi nel Regno Unito. Una volta implementate, le autorizzazioni saranno verificate in un documento o in formato digitale dai funzionari di viaggio prima della partenza dei passeggeri. Verranno inoltre applicati oneri di responsabilità e altre sanzioni ai vettori che non si assicureranno che i passeggeri abbiano ottenuto l’autorizzazione al viaggio.

Il sistema ETA dovrebbe diventare pienamente operativo entro il 2024. Nel frattempo, il governo ha adottato altre misure per preparare l’introduzione del visto elettronico. Già a marzo 2023, il Regno Unito dovrebbe lanciare una prima fase di test che coinvolgerà i turisti provenienti da Kuwait, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Oman e Bahrain. Entro il terzo e quarto trimestre del 2023, ad ogni modo per la fine dell’anno prossimo, il governo britannico prevede l’introduzione del sistema ETA per tutti gli altri viaggiatori esenti da visto, inclusi gli italiani.

Quanto dura e quanto costa l’ETA

Al momento, non ci sono ancora molte informazioni riguardo all’introduzione del nuovo sistema ETA da parte del Regno Unito. Sembra, per ora, che il sistema garantirà ai turisti esenti da visto un’autorizzazione al viaggio per un solo ingresso, valida per un soggiorno massimo di sei mesi, oltre i quali non sarà più permesso rimanere all’interno del Paese, se non con un visto di diverso tipo (come per lavoro o studio).

I viaggiatori che entreranno nel Regno Unito per attività lavorative o commerciali a breve o lungo termine dovranno comunque ottenere un’autorizzazione al lavoro o permessi correlati, oltre all’approvazione ETA. Un bel cambiamento, se si considera che non molto tempo fa era possibile rimanere per un tempo indeterminato e vivere all’interno del Paese senza un documento apposito. Stando a quanto riportato dall’agenzia di viaggi francese “Echo Touristique”, ETA avrà un costo di 18 sterline, circa 21 euro.

Le regole d’ingresso nel Regno Unito

Dal 1° ottobre 2021, per l’ingresso nel Regno Unito è obbligatorio anche per i viaggiatori europei l’utilizzo di un passaporto valido. Come predisposto dalle guide fornite dal Governo britannico, i cittadini UE che risulteranno essere sprovvisti del passaporto per l’ingresso nel Regno Unito, potranno essere respinti alla frontiera.

Potranno continuare ad utilizzare la carta d’identità solo coloro che hanno aderito allo EU Settlement Scheme (Programma di residenza per cittadini europei), i lavoratori transfrontalieri, cittadini UE con permesso per ricongiungimento familiare all’interno dello EU Settlement Scheme e i cittadini UE con permesso per trattamento sanitario nel Regno Unito.

Cosa succede con le restrizioni anti-Covid

Per quanto riguarda le misure attuate durante l’emergenza sanitaria, le Autorità britanniche hanno annunciato la rimozione di tutte le restrizioni anti Covid-19 agli arrivi nel Regno Unito a partire dal 18 marzo 2022. Non è più necessario effettuare test prima della partenza o all’arrivo, né compilare il Passenger Locator Form. Le nuove disposizioni si applicano ai viaggiatori, siano essi vaccinati o meno, provenienti da tutti i Paesi del mondo.

Dal 1 giugno 2022, le misure restrittive per gli arrivi dall’estero, imposte durante la pandemia, non sono più in vigore nemmeno per i viaggiatori nel nostro Paese. Non è quindi più richiesto il Green Pass né altra certificazione equivalente per l’ingresso o il rientro in Italia. Tuttavia, tutti coloro che intendano recarsi all’estero, indipendentemente dalla destinazione e dalle motivazioni del viaggio, devono considerare che qualsiasi spostamento, in questo periodo, può comportare un rischio di carattere sanitario.

Si raccomanda, pertanto, di pianificare con massima attenzione ogni aspetto del viaggio, contemplando anche la possibilità che si possa risultare positivi proprio mentre si è in viaggio all’estero, nonché di dotarsi di un’assicurazione sanitaria che copra anche i rischi connessi al Covid-19. Prima di partire, è bene comunque tenersi costantemente aggiornati sulle eventuali modifiche alle misure adottate da ciascun Paese, incluso il Regno Unito, consultando il sito del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Viaggiare Sicuri.

L’Europa è pronta a introdurre l’Etias

Mentre il Governo del Regno Unito ha annunciato l’intenzione di richiedere a tutti i cittadini dell’Unione Europea l’autorizzazione ETA prima di entrare nel Paese, a partire da maggio 2023 l’Unione Europea introdurrà il il nuovo sistema di informazione e autorizzazione ai viaggi dell’UE (ETIAS).

Si applicherà ai cittadini di paesi terzi esenti dall’obbligo di visto, che dovranno ottenere un’autorizzazione ai viaggi preventiva, tramite una domanda online. Le informazioni presentate in ciascuna domanda saranno trattate automaticamente, interrogando le banche dati dell’UE e le pertinenti banche dati di Interpol per determinare se vi siano motivi per rifiutare l’autorizzazione ai viaggi. In assenza di riscontri positivi o di elementi che richiedono un’ulteriore analisi, l’autorizzazione sarà rilasciata automaticamente e in breve tempo.

L’ETIAS sarà valido per tre anni o fino al termine di validità del documento di viaggio registrato al momento della domanda, se precedente. Il permesso avrà un costo di 7 euro.

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I Bennifer innamorati pazzi (del Lago di Como)

Sono appena sbarcati sulle rive del Lago di Como, ospiti dei cittadini più famosi del Lario, per trascorrere un po’ di quella luna di miele infinita che dura da mesi, in uno degli angoli più romantici del mondo.

Stiamo parlando dei Bennifer, la coppia formata da Jennifer Lopez e Ben Affleck, la più glam dello star system, ancor più di quella dei padroni di casa, i Clooney, George e signora (Amal), dai quali soggiornano per una vacanza da sogno.

La coppia più bella del mondo ha pronunciato il fatidico “sì“ un mese fa a Las Vegas, poi ha celebrato il matrimonio in una tenuta da favola stile “Via col vento” nello Stato della Georgia di proprietà di Ben, il cui valore è stato stimato intorno ai 10 milioni di dollari.

Quello in Italia, in realtà, è il secondo viaggio di nozze dei Bennifer, che avevano trascorso la prima insieme ai figli a Parigi. Ma quello vero è questo, dove i due non nascondono di essere innamorati più che mai. Merito senza dubbio anche del Belpaese.

Da Villa Oleandra, la lussuosa dimora d’epoca di Laglio che da vent’anni appartiene a George, gli sposini sono andati alla scoperta delle bellezze del Lago di Como, tra gite in motoscafo e in scooter con tappa a Menaggio, sulla riva opposta, e cene romantiche vista lago, come quella consumata al Grand Hotel Tremezzo all’interno del quale c’è il ristorante La Terrazza Gualtiero Marchesi, che serve il risotto con la foglia d’oro e rilascia un certificato di autenticità, la cui proprietaria, Valentina De Santis, è appena stata eletta “Migliore Hotelier dell’anno” alla 34esima edizione della Virtuoso Travel Week 2022 di Las Vegas.

Lago di Como, meta top di fine estate

Il Lago di Como a fine estate sta come la Costiera Amalfitana in pieno agosto: tutti ci vogliono andare, tutti ci vogliono essere e tutti devono essere immortalati dalle fotocamere dei paparazzi e dagli smartphone dei turisti. Oltre ai Bennifer e ai Clooney, che sono arrivati già a inizio estate, sono state tantissime le celeb che l’hanno scelto per le loro vacanze quest’anno.

A fine giugno era venuta Lady Gaga, super ospite del matrimonio di un tycoon inglese che aveva affittato per un mese intero Villa Olmo a Como (non senza polemiche da parte degli abitanti perché, in teoria, è un luogo aperto a tutti). Evidentemente memore della precedente esperienza sul Lago di Como, quando era venuta a girare “House of Gucci“, dove ha interpretato il ruolo della protagonista Patrizia Reggiani, non aspettava altro che di tornare in questo luogo unico al mondo.

Altre star avvistate sul lungolago quest’estate sono le bellissime Uma Thurman e Charlize Theron che, impegnate entrambe sul set di un nuovo film girato sul Lago d’Iseo, hanno chiesto alla produzione di alloggiare a Cernobbio e Tremezzina.

S’è rivista in Italia dopo tanto tempo anche Paris Hilton, che ha trascorso qui una settimana di vacanza a inizio di agosto. Sicuramente avrà esclamato “Cool!”. E poi ancora la stella del basket dell’Nba, Michael Jordan che, in occasione di un matrimonio a cui era invitato, è stato ospite del lussuoso Mandarin Hotel di Blevio così come s’è visto John Legend, in vacanza a Cernobbio con la moglie con la quale, proprio qui, s’è sposato qualche anno fa.

Ma le sorprese potrebbero non essere ancora finite. Dalla settimana prossima, quando inizierà la Mostra internazionale del cinema di Venezia, saranno molti i volti noti a sbarcare sul nostro territorio. Già si vocifera dell’arrivo sul Lago di Como di Julia Roberts, (forse) ospite di George Clooney con il quale presenterà proprio a Venezia il nuovo film che i due hanno girato insieme, “Ticket to Paradise”. Occhi aperti e smartphone pronti.

 

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Il borgo abbandonato della Sardegna che rivive due giorni all’anno

Osini Vecchio è un antico borgo della Valle del Pardu, nella Sardegna centro-orientale, quella zona meglio conosciuta dai turisti come Ogliastra in provincia di Nuoro.

Abbandonato a causa di un’alluvione nel 1951, che mise in ginocchio il borgo e i suoi abitanti, rivive due giorni all’anno in occasione della festa in onore di Santa Susanna.

La festa consiste fondamentalmente in una processione durante la quale la statua lignea di Santa Susanna Martire viene portata da Osini Nuovo a Osini Vecchio nella chiesa del ‘600 a lei dedicata, l’unico edificio rimasto in piedi insieme a poche case e alla fontanella nella piazza. L’evento si celebra il 10-11 agosto e si conclude sempre con una bella grigliata, tipici coccois prenas sardi, musica e divertimenti.

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Fonte: @Mattia Loi

Gli edifici rimasti a Osini Vecchio in Sardegna

Il progetto di rinascita di Osini Vecchio

Negli ultimi anni, però, è partito un progetto per far rinascere, anche dal punto di vista turistico oltre che sentimentale, l’antico paese e che ci siamo fatti raccontare da Mattia Loi che ha vissuto il borgo in prima persona grazie alla nonna che gli ha trasmesso la passione per questo luogo e che è anche  il promotore di questa bellisisma iniziativa.

“Oggi, il nuovo paese di Osini sorge poco più su rispetto all’originale (si trova a circa 650 metri di quota, ndr) e gli abitanti non hanno perso l’abitudine di trascorrere il loro tempo libero a Osini Vecchio, curandolo, per quanto possibile”, racconta Mattia.

“Orti, animali da pascolo, affreschi, utensili da giardino e da cucina sono gli elementi che fanno da cornice ancora oggi al borgo abbandonato. Gli elementi che arricchiscono maggiormente il borgo sono i vari vissuti, ma soprattutto le emozioni della gente che lo ha abitato in prima persona. Questi ricordi vivi in loro vengono tramandati ai più giovani perché l’identità di Osini Vecchio è ancora oggi molto forte.

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Fonte: @Mattia Loi

La chiesa di Santa Susanna a Osini Vecchio, nell’Ogliastra

È da tre anni che è nato il progetto digitale che ha lo scopo di valorizzare un patrimonio quasi dimenticato e che permette di rivivere le emozioni del passato passeggiando tra ciò che resta dell’antico abitato.

Storia e storie di Osini Vecchio

“Seppur l’avvenimento più importante sia triste e negativo (l’alluvione), per molti abitanti del posto, i ricordi positivi superano la tristezza”, spiega Mattia. “Ne è testimone Javier, un ragazzo argentino di 34 anni che, essendo cresciuto con i racconti del vecchio borgo della nonna Hortensia, ha deciso di scrivere un messaggio alla pagina Facebook alla ricerca speranzosa di qualche parente ancora in vita.

Infatti, dopo varie ricerche attraverso la pagina e grazie all’intera comunità, Javier ha avuto modo di conoscere i suoi parenti osinesi arrivando direttamente dall’Argentina per conoscerli in prima persona.

Durante il soggiorno, la nonna Hortensia ha potuto rivivere il proprio paesello grazie ai contenuti del sito, delle pagine social e grazie al video realizzato dal nipote Javier, ma ahimè, arrivando, purtroppo a spegnersi qualche mese dopo alla veneranda età di 96 anni”.

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Fonte: @Mattia Loi

L’interno di una casa a Osini Vecchio

Il progetto digitale

“Ancora oggi il vecchio borgo è protagonista di tante storie e testimonianze, ma anche di tante visite di turisti regionali e nazionali”, ci spiega Mattia “che hanno la possibilità di visitarlo grazie ai QR code installati tra le vie e le indicazioni nel sito.

Il progetto digitale è ancora agli albori, ma presenta ampi margini di miglioramento, perché i ricordi vanno prima creati e poi preservati”.

Una zona turistica

Quella intorno a Osini Vecchio è una zona di grandissimo interesse turistico. Nel territorio sono infatti presenti nuraghi e tombe dei giganti. Tra questi, il Nuraghe Serbissi, datato tra il XVII e il X secolo a.C., che è tra i più importanti dell’Ogliastra, considerato una delle costruzioni meglio conservate e più caratterizzanti della civiltà nuragica sarda.

Questa struttura, ancora in ottimo stato, è composta da nuraghe a quattro torri, villaggio, grotta, due tombe di giganti e, vicino, altri due nuraghi monotorre.

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Fonte: @Wikimedia Commons – MrAndre

Il Nuraghe Serbissi tra i meglio conservati della Sardegna

Ma in cima al “Taccu” di Osini, l’altopiano a quasi mille metri d’altezza che sovrasta il paese e che domina l’Ogliastra sono molti altri i nuraghi che si possono visitare, come quelli di Urceni, Samuccu, Orruttu, Truculu e Sanu.

E poi c’è un altro monumento molto famoso, questa volta naturale, che merita una visita. Si tratta della Scala di San Giorgio e consiste in una spaccatura della roccia che, secondo la leggenda, si è formata grazie a un miracolo di San Giorgio, da cui il nome del luogo.

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Giardini delle meraviglie: quali fotografare per avere il pieno di like

Chiudete gli occhi e immaginate un luogo in cui la natura è assoluta protagonista. Un giardino delle meraviglie, in cui perdersi e immergersi, che sa inebriare e stordire i sensi con i suoi profumi e i suoi colori. Un luogo che celebra la vita e la bellezza che appartiene al mondo che abitiamo.

Ora aprite gli occhi perché questo luogo esiste davvero. E non ce n’è solo uno al mondo, ma ce ne sono tantissimi. E tutti sono unici, straordinari e quasi magici. Bellissimi.

Stiamo parlando dei giardini botanici, che sembrano dei capolavori artistici, che rappresentano la più nobile delle unioni, quella tra uomo e natura. Ed è proprio in queste oasi naturalistiche che vogliamo portarvi oggi per scattare istantanee di immensa meraviglia, per conservarle nelle vostre gallery del cuore, per condividerle e fare il pieno di like.

I giardini botanici più instagrammabili d’Europa

Se è un tour delle meraviglie che vogliamo fare in Europa, allora, non possiamo che aggiungere al nostro itinerario quelli che sono considerati i giardini botanici più instagrammabili d’Europa, soprattutto se l’idea è quella di condividere le fotografie di viaggio per creare un feed straordinario e mozzafiato.

Ad aiutarci a individuare quali sono i luoghi più belli, da vedere e fotografare, ci ha pensato Savoy Stewart che ha preso in considerazione 70 tra i più famosi giardini botanici d’Europa e del mondo per poi analizzare le loro apparizioni su Instagram e individuare i più condivisi in Europa e nel mondo intero.

Al primo posto, con i suoi padiglioni suggestivi e un’infinita collezione di piante e fiori provenienti da ogni parte del mondo, troviamo i Royal Botanic Gardens a Kew. Situato a pochi chilometri dalla città di Londra, questo immenso parco che si snoda per oltre 100 ettari, ospita migliaia di esemplari floristici straordinari. I giardini, frequentati dai cittadini e dai viaggiatori di tutto il mondo, sono gli stessi giardini che hanno stregato Virginia Woolf che proprio qui ha scelto di ambientare uno dei suoi più racconti brevi.

Al secondo posto, invece, troviamo il Parco di Keukenhof e questo non ci stupisce. Il celebre giardino dei tulipani nei Paesi Bassi, infatti, è un tripudio di bellezza che lascia senza fiato. Nonostante sia accessibile per sole 8 settimane all’anno, nel pieno della fioritura dei tulipani, resta una delle mete più raggiunte e fotografate dai viaggiatori di tutto il mondo.

Per conoscere il terzo giardino botanico più instagrammabile d’Europa dobbiamo recarci in Francia. È qui che possiamo entrare nel Jardin des Plantes in Francia. Con la sua superficie di quasi 300 metri quadrati, questo giardino si è aggiudicato il primato di più grande di tutto il Paese. Al suo interno sono presenti sette aree, tra cui una dedicata alle erbe medicinali di uso tradizionale.

Jardin des Plantes Francia

Fonte: 123rf

Jardin des Plantes, Francia

I giardini botanici più instagrammabili del mondo

Se volete spingervi oltre l’Europa, per scattare fotografie incredibili, allora il primo luogo da raggiungere è Singapore. I Gardens by the Bay, infatti, sono i giardini botanici più instagrammati al mondo. Trovarli in cima alla classifica non ci stupisce poi tanto, del resto oltre alle piante e all’acqua che creano un paesaggio straordinario, questo parco ospita anche i celebri alberi giganti che creano un’atmosfera fiabesca e che sono simbolo e cartolina della città-stato.

Al secondo e al terzo posto della classifica mondiale, troviamo due “vecchie conoscenze” che sono, rispettivamente, i Royal Botanic Gardens Kew e il Parco di Keukenhof.

Al quarto posto, invece, troviamo il Giardino Kenrokuen a Kanazawa, uno dei più popolari e frequentati di tutto il Giappone. Conosciuto anche come Giardino delle sei sublimità, questo luogo offre scorci incredibili e paesaggi straordinari che cambiano a ogni stagione e che meravigliano ogni volta.

Al quinto posto troviamo l’iconico Jardin Majorelle, un’oasi di colori e di meraviglie a Marrakech che attira ogni anno migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo. Ideato dal pittore orientalista Jacques Majorelle, che scelse di stabilirsi nella città che aveva conquistato il suo cuore, questo eden naturale vanta una collezione botanica unica incorniciata da sculture e architetture dipinte di blu.

Royal Botanic Gardens a Kew

Fonte: 123rf

Royal Botanic Gardens a Kew

Tra i giardini botanici più instagrammati del mondo: tre sono italiani

Anche l’Italia ha i suoi giardini delle meraviglie, angoli di paradiso che incantano e che attirano ogni giorno migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. Nella classifica mondiale stilata da Savoy Stewart ci sono anche tre giardini botanici italiani e sono Villa Taranto, l’Orto Botanico di Padova e La Mortella, che hanno guadagnato rispettivamente il 32° posto, il 42° posto e il 48° posto. Scopriamoli insieme.

Villa Taranto

Situata sulle sponde del Lago Maggiore, e adagiata sul promontorio della Castagnola a Verbania, ecco apparire in tutta la sua magnificenza Villa Taranto. I giardini rappresentano nn concentrato naturalistico di meraviglie che permette di fare un viaggio intorno al mondo grazie alle migliaia di piante e specie botaniche provenienti da tutto il mondo e collocate in ogni angolo di quell’immenso parco che si snoda per 16 ettari.

Orto Botanico di Padova

Nella lista mondiale dei giardini botanici più instagrammati al mondo, troviamo al 42° posto l’Orto Botanico di Padova. Fondato nel 1545, è considerato il giardino più antico del mondo che conserva ancora la sua postazione originaria.

L’area, che si estende per poco più di due ettari proprio nel cuore della città, è un vero e proprio paradiso di biodiversità con i suoi 6000 esemplari e le oltre 3000 specie botaniche. Dal 1997, l’Orto Botanico di Padova, è diventato Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Giardino Botanico La Mortella

Per conoscere, esplorare e fotografare il terzo giardino della classifica stilata da promontorio da Savoy Stewart, dobbiamo recarci a Forio, nella parte occidentale dell’Isola di Ischia. È qui che troviamo il Museo-giardino commissionato da Lady Walton, moglie del compositore inglese William, all’architetto paesaggista Russell Page.

Il Giardino Botanico La Mortella non ha bisogno di presentazioni. Si tratta di un luogo estremamente suggestivo e affascinante che attira viaggiatori da tutto il mondo, un giardino pittoresco incastonato tra formazioni rocciose e scorci straordinari, che ospita un’incredibile e variegata collezione di piante mediterranee e subtropicali che vivono e convivono insieme a elementi sculturei e architettonici che creano un paesaggio da fiaba.

Giardino Botanico La Mortella, Ischia

Fonte: 123rf

Giardino Botanico La Mortella, Ischia
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Il teatro sul mare che sorge sul “più bel chilometro d’Italia”

A volte basta una passeggiata per emozionare. Lo sanno bene tutte quelle persone che si sono immerse e perse tra le strade, i vicoli e i quartieri delle città e dei Paesi del mondo, quelli che svelano le loro meraviglie un po’ alla volta, passo dopo passo, o che si palesano improvvisamente davanti agli occhi di chi guarda per lasciare senza fiato. Come quel teatro che si apre sul mare sul più bel chilometro d’Italia ogni qualvolta si percorre la passeggiata del Lungomare Falcomatà.

Il teatro sullo Stretto di Messina

Ci troviamo a Reggio Calabria, in una delle città più suggestive del nostro Belpaese. Un luogo che ospita un patrimonio storico, culturale e paesaggistico immenso conservato nel Museo Archeologico, con i suoi Bronzi di Riace, nel Parco Nazionale dell’Aspromonte con i suoi boschi e i tanti esemplari di flora e fauna, nella sua storia, nelle sue tradizioni e tutte quelle testimonianze antiche che vivono e sopravvivono in ogni angolo della città.

Reggio Calabria è anche il luogo che ospita quello che è considerato il più bel chilometro d’Italia. Un’espressione, questa, da molti attribuita a Gabriele D’Annunzio e che trova la sua spiegazione nel panorama magico e suggestivo che si osserva proprio lungo questa passeggiata.

Il Lungomare Falcomatà è una delle strade più note e frequentate della città, 1,7 chilometri di meraviglie che si snodano da Piazza Indipendenza a Piazza Garibaldi e che lasciano senza fiato.

Sulla costa calabra, infatti, si verifica quello che è chiamato fenomeno ottico della Fata Morgana e che permette di osservare il paesaggio siciliano mentre si specchia sull’acqua o sul cielo. Ed è sempre qui, su questo tratto di lungomare che tra i lampioni in stile liberty che illuminano la passeggiata notturna, sorge quello che è uno dei teatri più suggestivi d’Italia.

È l’Arena dello Stretto, una costruzione contemporanea che per forme, lineamenti e suggestioni rimanda a un passato glorioso e mai dimenticato.

Bentornati a Reggio Calabria, sull’Arena dello Stretto

Tra il mare e la passeggiata suggestiva, ecco apparire una piazza semicircolare che si estende verso l’acqua.

Un anfiteatro antico e un teatro moderno: ecco cos’è l’Arena dello Stretto. Costruita dove un tempo sorgeva il Molo di Porto Salvo, che fu distrutto dal terremoto del 1908, l’Arena è stata costruita secondo i caratteristici dettami dell’Antica Grecia, motivo per il quale, attraversandola, si ha la sensazione di fare un lungo viaggio nel tempo.

Ma non è solo la sua architettura a incantare, ma anche il magico panorama che da qui si può osservare. Il teatro, infatti, si affaccia sullo Stretto e sulla Sicilia regalando a ogni ora del giorno e della notte uno scenario unico e straordinario che lascia tutti senza fiato.

Nel bel mezzo della costruzione si allunga verso l’acqua un piccolo molo dove campeggia una scultura marmorea dedicata a Vittorio Emanuele III per celebrare l’arrivo del Re in città subito dopo la sua proclamazione.

Fermatevi qui e aguzzate la vista. In determinati momenti dell’anno è possibile ammirare il fenomeno della Fata Morgana che appare davanti allo sguardo come per magia.

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Primi voli low cost per la meta del futuro

È una terra ricca di storia e di cultura, di bellezze naturali e di luoghi ancora incontaminati. È il sogno di molti, ma finora l’Arabia Saudita è stata poco accessibile ai turisti.

Prima per la difficoltà nell’ottenere il visto, poi perché era raggiungibile con pochi (e costosi) voli in partenza solo da alcune città europee.

Primi voli low cost verso l’Arabia Saudita

Ma ora le cose stanno cambiando. Sì, perché tra pochi mesi decolleranno direttamente dall’Italia i primi voli low cost di Wizz Air. La compagnia aerea ha annunciato che, a partire da dicembre 2022, le prime città italiane saranno regolarmente collegate con voli diretti su Riyadh e Jeddah.

I primi aerei a partire saranno quelli da Milano a Jeddah e da Roma a Riyadh. Gli altri decolleranno da inizio 2023. Le nuove rotte che partiranno ad aprile saranno da Catania, Napoli, Roma e Venezia e saranno aggiunti i voli Milano-Riyadh e Roma-Jeddah. Daranno un forte impulso al settore turistico saudita che sta crescendo a vista d’occhio negli ultimi tempi, contribuendo al programma chiamato Vision 2030, che prevede di triplicare il traffico di arrivi nel Paese entro il 2030.

I biglietti aerei sono già in vendita a partire da 54,99 euro a tratta.

Con i nuovi voli – non solo in partenza dall’Italia ma anche da altri aeroporti europei – la compagnia low cost conta di portare oltre un milione di viaggiatori in più in Arabia Saudita il prossimo anno.

Il fascino dell’Arabia Saudita

Perché ultimamente se ne sente tanto parlare e perché l’Arabia Saudita affascina così tanto i viaggiatori? Saranno le immagini di AlUla che sono girate, un luogo incredibile dove sembra di trovarsi catapultati in un film di fantascienza.

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Fonte: iStock

Il sito archeologico di Hegra in Arabia Saudita

In questo angolo remoto affiorano dalla sabbia del deserto 131 monumenti di straordinaria bellezza, circondati da una natura unica, fatta di montagne di arenaria e altipiani, di rocce dalle forme più strane e di stretti “wadi” (passaggi) e canyon e persino di rigogliose oasi coltivate con palme da datteri.

AlUla è un museo vivente di tombe conservate, crocevia di antiche civiltà e di una storia che affonda le sue radici in tempi lontani. Hegra, oggi conosciuta come Mada’in Salih, era la principale città del regno: qui sono state costruite alcune delle più spettacolari tombe monumentali. E qualcuno l’ha già soprannomiata “l’altra Petra”.

Nel bel mezzo del deserto, tra dune di sabbia, rocce scolpite dal tempo e resti dell’antica civiltà si vedono spuntare installazioni ultramoderne come Maraya, un cubo di specchi realizzato nel 2017, il più grande del mondo, tanto da essere entrato nel libro dei Guinness, che riflette il paesaggio e di cui a malapena si scorge la presenza. È in realtà una sala concerti, ma che ospiterà anche eventi e spettacoli.

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Fonte: Getty Images

La sala concerti a specchio nel deserto

Fa parte, questo progetto, dell’obiettivo che il Paese s’è dato di diventare una delle migliori destinazioni al mondo da visitare entro la fine del 2030. In quanto primo progetto di rilancio dell’Arabia Saudita, è già divenuto un grande successo internazionale.

Resort eco-sostenibili

Vere opere architettoniche in perfetta simbiosi con l’ambiente sono anche i primi resort che stanno sorgendo nella zona. Come il meraviglioso Habitas AlUla, inaugurato a novembre 2021, un hotel di lusso sostenibile perfettamente integrato nel sito, dove gli ospiti possono letteralmente toccare con mano le pietre del sito. Ed è solo il primo di una serie di meravigliosi alberghi che apriranno nei prossimi mesi per ospitare tutti i turisti che ben presto visiteranno AlUla e l’Arabia Saudita.

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Fonte: Ufficio stampa

Il resort disegnato da Jean Nouvel in Arabia Saudita

Tra i più attesi, quello progettato da Jean Nouvel, Sharaan, già considerato un “capolavoro” di design, costruito direttamente nelle montagne della Sharaan Nature Reserve di AlUla, integrandosi perfettamente nel paesaggio.

Trasporti a zero emissioni

Per sentirsi come nella Tatooine di “Guerre stellari” mancano solo le automobiline elettriche. Che arriveranno a breve. È in progetto, infatti, l’introduzione di piccoli “pod” con guida autonoma che, silenziosi, sostenibili e a zero emissioni, si muoveranno nel deserto portando i visitatori (22 alla volta su ciascun pod) avanti e indietro dagli hotel alla scoperta del sito di AlUla e della Old Town e, nei prossimi anni, anche degli altri luoghi turistici della zona, come l’antica città di Dadan, il sito Unesco di Hegra o (Mada’in Saleh), la seconda città del grande regno nabateo di Petra, in Giordania, e il villaggio di Al Jadidah.

Non solo è tra le destinazioni top del mondo ma sarà anche una delle più “eco”, quindi.

Meta da vip

Intanto, è partita una grande promozione per iniziare ad attirare visitatori in questa parte di mondo ancora piuttosto inesplorata. Innanzitutto, bisogna far parlare del luogo.

E l’Arabia Saudita l’ha fatto con alcuni grandi eventi che hanno attirato l’attenzione dei più curiosi, come il mega concerto di Andrea Bocelli che si è tenuto nel 2021 proprio qui, nel sito Unesco di Hegra, o quello di Alicia Keys e di Seal o ancora la recente sfilata di Dolce&Gabbana, che si è svolta nell’area di Jabal Ikmah, la più grande biblioteca a cielo aperto dell’Arabia Saudita, dove le iscrizioni in aramaico, dadanitico, thamudico, minaico e nabateo sopravvivono da migliaia di anni impresse nelle rocce.

Hanno scelto proprio AlUla anche alla HBO per il lancio mondiale della serie Tv “House of the Dragon”, prequel del “Trono di spade”, durante il quale il sigillo della Casa del drago è stato impresso sull’iconica formazione rocciosa naturale di AlUla, l’Elephant Rock. Per tutta la durata della serie tra i monumenti naturali e artificiali del sito di AlUla continueranno ad apparire dei draghi.

Infine, alcune celebrity stanno iniziando ad andarci in vacanza, come Lapo Elkann che vi ha trascorso la luna di miele o il centrocampista Lionel Messi che ci è stato proprio quest’estate.

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Fonte: iStock

La Roccia dell’elefante, Arabia Saudita
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Puoi dormire insieme a Godzilla (se non ti fa paura) in questo hotel

Se è vero che sono i luoghi che esploriamo a rendere unici i nostri viaggi, è vero anche che sono le esperienze che viviamo a renderli indimenticabili. E questo accade tutte le volte che, spinti dalla curiosità o dall’interesse, scegliamo di lanciarci in sorprendenti e inedite avventure.

Possono essere romantiche, magiche o incantate, adrenaliniche e coraggiose. Altre volte, però, possono essere davvero spaventose e quindi riservate solo ai cuori più impavidi.

E questo è il caso di tutte le persone che scelgono di alloggiare all’ottavo piano dell’Hotel Gracery Shinjuku insieme a un inquilino davvero inquietante. Il suo nome è Godzilla e siamo certi che non abbiamo bisogno di aggiungere altro.

Dormire insieme a Godzilla

Per vivere questa esperienza da brividi, ma sicuramente unica del suo genere, dobbiamo recarci a Tokyo e più precisamente in uno dei quartieri più vivaci e animati della città. Stiamo parlando del distretto di Shinjuku, conosciuto soprattutto per i nightclub, le insegne al neon che campeggiano sui locali e gli straordinari grattacieli che svettano verso il cielo. E poi ancora i campus universitari, le gallerie d’arte, i teatri e i centri culturali.

Se è un un’esperienza unica e instancabile che cercate nel cuore della città, allora, il quartiere di Shinjuku è quello che fa al caso vostro. Ma non è finita qui perché è proprio tra i grandi agglomerati di grattacieli che si nasconde Godzilla, che ha fatto una sosta permanente all’ottavo piano dell’Hotel Gracery Shinjuku.

Il mitico Godzilla, enorme mostro marino nato dalle ceneri delle radiazioni nucleari, è un inquilino davvero molto particolare e anche un po’ spaventoso. Quello che possiamo dirvi è che durante la permanenza in questa struttura ricettiva non vi sentirete mai soli perché il suo sguardo vigile sarà sempre posato sulla vostra stanza.

Hotel Gracery Shinjuku, Godzilla Room

Fonte: Getty Images

Hotel Gracery Shinjuku, Godzilla Room

Dentro la Godzilla Room

L’hotel giapponese, che fa parte dell’area Shinjuku Toho Building, si snoda per trenta piani e ospita ben due stanze dove è possibile incontrare il mostro leggendario. Sono le Godzilla rooms, appunto, che si trovano all’ottavo piano, proprio lì dove campeggia imponente una gigantesca testa di Godzilla costruita sul tetto del cinema Toho che si trova al piano terra della torre che ospita l’hotel.

La testa del mostro arriva fino alla finestra di una di queste stanze. La vera domanda è: riuscirete a dormire sotto gli occhi di Godzilla?

L’altra stanza, invece, è ancora più inquietante, soprattutto perché mostra il segno della devastazione compiuta dal leggendario mostro. Una mano gigantesca dell’animale, infatti, campeggia proprio in un angolo dell’ambiente sovrastando i letti.

Non mancano ovviamente, altri elementi inquietanti che rimandano e raffigurano Godzilla e che si possono trovare nei bagni, nei corridoi e nelle aree condivise dell’hotel.

Insomma, se dormire con Godzilla non vi spaventa, non vi resta che prenotare una di queste stanze a tema in occasione del prossimo viaggio a Tokyo. E non dimenticate di inserire nel vostro itinerario di viaggio altri luoghi che omaggiano Godzilla nel Paese. Questa creatura mostruosa, infatti, è stata nominata ufficialmente cittadino onorario del Giappone.

Hotel Gracery Shinjuku, Godzilla Room

Fonte: Getty Images

Hotel Gracery Shinjuku, Godzilla Room
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La città che ha prestato il nome ai centri termali del mondo

Perla incastonata tra le Ardenne in un favoloso paesaggio di boschi e colline nella provincia belga di Liegi, Spa è la stazione termale più antica e famosa d’Europa, tanto da aver prestato il proprio nome agli stabilimenti termali e averlo associato ai concetti di benessere, salute e relax.

Le proprietà curative delle acque ferruginose che qui sgorgano erano note e apprezzate già dai tempi dei Romani ma l’inizio della vera e propria attività termale avviene durante il XVI secolo quando reali e nobili di tutta Europa arrivarono qui per godere dei benefici delle terme contribuendo a rendere la cittadina un mito tra fascino e lusso.

Cosa vedere a Spa, tra un trattamento benessere e un altro

Cuore pulsante del gioiello delle Ardenne è Place Royal, il punto di partenza per immergersi nella sua atmosfera unica: lo sguardo viene subito catturato dall’eleganza degli edifici neoclassici e moderni che si affiancano in armonia, dagli originali stabilimenti termali ottocenteschi e dal Casinò, il primo al mondo a essere costruito nel 1763, dai magnifici soffitti affrescati.

Una piacevole pausa golosa attende i visitatori all’ombra degli alberi di fronte al Casinò grazie all’ampia scelta dei migliori cafè-brasserie di Spa mentre il Parc de Sept Heures è la meta ideale per trascorrere momenti di relax nel verde, cavalcare un pony, giocare a minigolf oppure prendere la futuristica funicolare con le cabine panoramiche in vetro per raggiungere la sommità della collina dove spicca il centro benessere Thermes de Spa.

Alle spalle del Casinò, merita una visita la Cattedrale Notre Dame and Saint Remacle, in stile neoromanico con pianta a forma ottagonale e imponenti guglie, risalente al 1885, la cui struttura ricorda la Cattedrale di Tournai, il comune più antico della Vallonia.
L’edificio sacro sorge nel luogo in cui, in origine, sgorgavano le sorgenti termali, il Pouhon Pierrele-Grand, chiamato così in onore di Pietro il Grande, lo zar di Russia che vi si recò nel 1717.

Di sicuro interesse sono poi la Ville Royale Marie-Henriette, dove soggiornava la moglie di Leopoldo II del Belgio, oggi museo con antica fucina, esposizioni sui cavalli e una curiosa collezione di scatole laccate e antiche bottiglie d’acqua di Spa, e il Museo della Lavanderia, che in 25 sale racconta lo sviluppo delle tecniche di lavaggio fino a oggi.

Infine, Spa è anche il centro dell’automobilismo internazionale: proprio qui, infatti, si corre il Gran Premio del Belgio di Formula 1, lungo il circuito di Spa-Francorchamps, uno degli autodromi più importanti delle competizioni automobilistiche considerato tra i più belli del mondo.

spa casinò

Le Thermes de Spa, oasi di relax

Non poteva essere altrimenti: fulcro della stazione termale più antica d’Europa sono le sue terme, in collina a dominio della città, importante struttura in vetro circolare curata nei minimi dettagli e recentemente rinnovata che propone ben novemila metri quadrati di piscine con acqua che sgorga dalla sorgente naturale Clementine, ricca di minerali.

Per fare il pieno di benessere e relax, le Thermes de Spa propongono hammam, saune tradizionali o naturiste, giochi d’acqua, vasche idromassaggio, bagni freddi, bagni caldi e trattamenti di bellezza.

Concedersi un soggiorno qui significa rigenerarsi, rilassarsi e usufruire di sessioni benefiche nel massimo comfort.