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Lo spettacolare ponte al contrario con il passaggio “sommerso”

Nel mondo esistono tantissime attrazioni. Possono essere architettoniche o paesaggistiche, naturali o artistiche, funzionali o esclusivamente estetiche, eppure tutte riescono, in un modo o nell’altro, a catturare la nostra attenzione. E non solo, sono proprio loro spesso a condizionare la scelta della nostra prossima destinazione di viaggio.

Lo fanno i grattacieli che svettano verso il cielo, le sculture imponenti che ridisegnano le piazze e le piramidi, i giardini botanici e le terrazze panoramiche, così come le strade iconiche e le vie più caratteristiche che raggiungiamo per toccare con mano l’anima dei luoghi che visitiamo. E lo fanno anche gli acquedotti, come il Veluwemeer.

Attenzione però, perché quello che è stato creato a Harderwijk, nei Paesi Bassi, non è un acquedotto come tutti gli altri. Perché qui le macchine scompaiono sotto l’acqua, mentre le imbarcazioni navigano a vista.

Lo strano caso dell’acquedotto Veluwemeer

Sin dalla sua inaugurazione, nel lontano 2002, l’acquedotto Veluwemeer, che funziona da ponte di collegamento, ha attirato la curiosità e l’interesse di persone di tutto il mondo. Tutta colpa, o merito, di quella strana viabilità ben visibile già dalle foto.

Le macchine, infatti, a un certo punto del percorso spariscono letteralmente sotto l’acqua, mentre al di sopra le barche continuano la loro navigazione. E no, se ve lo state chiedendo la magia e la stregoneria non c’entrano nulla. Si tratta piuttosto di un’intuizione ingegneristica e strategica che ha trasformato questo ponte in una vera e propria attrazione mondiale da raggiungere almeno una volta nella vita.

Costruito sulla N302, una strada molto trafficata e frequentata da quasi 30000 veicoli al giorno, l’acquedotto Veluwemeer ha cambiato completamente la viabilità e l’aspetto dell’omonimo lago artificiale su cui sorge. Il ponte sull’acqua, infatti, collega i Paesi Bassi continentali all’isola artificiale del Flevoland, la più grande del mondo mai creata dall’uomo.

A differenza delle più comuni soluzioni architettoniche, che consentono alle auto di camminare sopra l’acqua, questo ponte è stato concepito al contrario, rendendo questa soluzione un unicum nel suo genere.

Il ponte al contrario

Durante la fase progettuale, gli ingegneri hanno pensato a diverse soluzioni che permettessero l’attraversamento completo del lago artificiale di Veluwemeer, tra le quali anche quelle più tradizionali come tunnel e ponti levatoi. Alla fine, però, la soluzione adottata è stata quella di costruire un acquedotto percorribile e navigabile che consentisse un flusso continuo e parallelo tra automobili e imbarcazioni.

Così è nato l’acquedotto di Veluwemeer, un’opera ingegneristica originale e straordinaria che, al di là della sua funzionalità indiscussa, si configura come una vera e propria esperienza da vivere. Percorrendo la strada, infatti, a un certo punto le macchine si trovano lungo un sottopassaggio immerso nell’acqua. E se forse per gli automobilisti non cambia poi molto, dall’esterno invece quell’illusione di veder scomparire le macchine sotto il livello dell’acqua è davvero incredibile.

Tutto questo è stato passibile grazie alla poca profondità del lago che ha permesso di creare quel sottopassaggio che ha resto Veluwemeer una star mondiale.

Non aspettatevi, però, lunghezze infinite. Il ponte sull’acqua di Harderwijk, infatti, misura solo 25 metri di lunghezza, ed è considerato uno degli acquedotti più corti del mondo. Certo è che è sicuramente anche il più bizzarro.

Se vi trovate a Harderwijk, che dista appena 70 chilometri da Amsterdam, il consiglio è quello di salire in auto e raggiungere l’acquedotto di Veluwemeer per provare l’esperienza di guidare sotto l’acqua.

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Idee di Viaggio itinerari culturali mare musei Viaggi

In Italia esiste un museo a cielo aperto sul mare: è spettacolare

Esistono luoghi che non smettono mai di stupirci e di incantarci perché ospitano meraviglie straordinarie, siano esse create da Madre Natura o dall’uomo. Sono gli stessi posti che ogni giorno ci esortano a metterci in viaggio, a percorrere chilometri in lungo e in largo per scoprire il mondo.

Eppure non sempre abbiamo bisogno di andare così lontano per lasciarci meravigliare dalla grande bellezza che appartiene ai luoghi del pianeta. Anche il nostro Paese, infatti, non smette mai di stupirci. E proprio quando crediamo di aver visto tutto, lui torna a sorprenderci.

Proprio come fa il Museo d’Arte sul Mare di San Benedetto del Tronto, un teatro di sculture e opere d’arte situato sul lungomare della cittadina marchigiana che rappresenta un unicum in Italia, il più bell’esempio visivo di convivenza tra uomo e natura, tra arte e paesaggio.

Il Museo d’Arte sul Mare

Ci troviamo nel cuore della Riviera delle Palme, in quella ridente e dinamica cittadina che negli anni ha saputo trasformarsi in un’importante polo turistico che attira ogni anno migliaia di viaggiatori. Stiamo parlando di San Benedetto del Tronto, una vivace località in provincia di Ascoli Piceno, nelle Marche, che sorge proprio sulle rive del mare Adriatico.

Situata in una posizione strategica, questa località balneare è riuscita negli anni ad ampliare un’offerta sempre più variegata per i viaggiatori che concilia il divertimento, con la natura, il mare e l’arte. Sì perché proprio lungo il molo sud, centro nevralgico della vita cittadina, è sorto un museo a cielo aperto, un’incredibile esposizione permanente che è un invito ad ammirare la grande bellezza incorniciata da un paesaggio d’eccezione, quello del mare che si perde all’orizzonte. Benvenuti al MAM, il Museo d’Arte sul Mare.

"Tipo da spiaggia", Museo d'Arte sul Mare

Fonte: Museo d’Arte sul Mare

“Tipo da spiaggia”, scultura. Museo d’Arte sul Mare

Una galleria d’arte a cielo aperto

Inaugurato nel giugno del 2012, il MAM è un concentrato di bellezza senza eguali. Questo museo permanente all’aperto si sviluppa lungo tutto il molo sud di San Benedetto del Tronto ospitando oltre 200 opere d’arte.

In questa galleria en plein air ci sono 185 sculture e 24 murales realizzati durante il Simposio “Scultura Viva” ed il “Festival dell’Arte sul Mare”, eventi che hanno visto il coinvolgimento di 183 artisti provenienti da tutto il mondo. Emerge così un teatro sul mare dove l’arte e la scultura accompagnano cittadini e viaggiatori in questa passeggiata delle meraviglie vista mare.

Le origini del MAM risalgono al 1986 quando il Circolo dei Sambenedettesi scelse di far realizzare un monumento dedicato al gabbiano Jonathan Livingstone proprio sul quel tratto di lungomare che già rappresentava la passeggiata preferita dai cittadini.

A distanza di dieci anni, su quella stessa passeggiata, venne organizzata la prima edizione del Simposio internazionale di scultura, “Scultura Viva”, così il Museo d’Arte sul Mare stava prendendo vita. Anno dopo anno, grazie alle successive edizioni della manifestazione, la passeggiata venne trasformata in una vera e propria galleria a cielo aperto. Una trasformazione, questa, che continua ancora oggi e che vede ogni anno il museo arricchirsi di nuove e inedite opere.

Tantissimi i capolavori da ammirare e contemplare, come quel Presepe in travertino caratterizzato da 9 sculture rivolte verso il mare, lì dove è stata creata una Natività sommersa e visibile nell’acqua.

Non solo sculture però. Il Museo d’Arte sul Mare di San Benedetto del Tronto, che si estende per un chilometro, ospita anche un’area dedicata alla street art, come confermano gli straordinari murales che si stagliano contro il mare e che portano la firma di artisti italiani e internazionali.

Museo d'Arte sul Mare

Fonte: Museo d’Arte sul Mare

Museo d’Arte sul Mare
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crociere Notizie Viaggi

Salpa la super nave Made in Italy

Costruita nei cantieri di Marghera, in Italia, da Fincantieri, la Norwegian Prima è la nuova nave da crociera che ha appena preso il largo.

Inconfondibile grazie allo scafo che è una vera e propria opera d’arte, creato dall’artista di graffiti italiano Manuel Di Rita, noto comunemente come “Peeta”.

I numeri della Norwegian Prima

Questa è la prima di una nuova classe di navi di Norwegian Cruise Line, la Classe Prima. Lunga 294 metri e con 143.535 tonnellate lorde di stazza, la Prima può ospitare 3.100 passeggeri nelle sue 1.600 cabine.

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Fonte: @Ncl

Lo scafo della Norwegian Prima disegnato da “Peeta”

La nave ha 20 ponti (il maggior numero di ponti all’aperto a bordo di una nave da crociera), incluso l’Ocean Boulevard, la passeggiata all’aperto di 4mila metri quadrati che avvolge l’intera nave, The Concourse, un giardino di sculture, e diverse piscine, oltre a quelle a sfioro dell’Infinity Beach, 18 ristoranti e 17 tra bar e lounge e una mega spa, Mandara.

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Fonte: @Ncl

Uno dei ristoranti a bordo della Prima, Scarpetta

Inoltre, a bordo ospita un teatro-discoteca a tre piani, il Prima Theatre & Club, il primo circuito a tre livelli mai costruito su una nave da crociera, Prima Speedway, e gli scivoli più veloci del mare, The Drop e The Rush. C’è anche una Escape Room.

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Fonte: @Ncl

Il circuito Speedway sulla cima della nave

Anche all’interno della Prima c’è molta Italia. La nave è stata progettata da dei team di progettazione e architettura di livello mondiale, tra cui il designer italiano Piero Lissoni e gli importanti studi di architettura Rockwell Group, SMC Design, Tillberg Design della Svezia, YSA DESIGN e Studio Dado che ha sede a Miami.

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Fonte: @Ncl

Una delle suite a bordo della Norwegian Prima

A bordo della nave c’è anche la più grande varietà di categorie di suite, ma, come se non bastasse, anche un’area esclusiva chiamata The Haven by Norwegian alla quale si accede solo con una speciale chiave magnetica.

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Fonte: @Ncl

La piscina e il solarium di The Haven sulla Norwegian Prima

Le rotte

Il viaggio inaugurale della Norwegian Prima è partito da Reykjavík, in Islanda, per proseguire verso il Nord Europa, Paesi Bassi, Danimarca e Inghilterra. Poi attraverserà l’Oceano per dirigersi verso gli Stati Uniti e salpare verso i Caraibi partendo da New York City, Galveston, Texas, e Miami, nei mesi di ottobre e novembre.

Per la stagione crocieristica 2023 e 2024, invece, si stabilirà a Port Canaveral, in Florida, e a Galveston, nel Texas. Se volete fare una crociera a bordo della Prima avete poco tempo.

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Fonte: @Ncl

La spiaggia a bordo della nave da crociera Prima
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elefanti Posti incredibili vacanza natura Viaggi

Dormire in mezzo alla natura tra gli elefanti

Le esperienze di viaggio, quelle uniche, irripetibili e indelebili, passano anche per gli alloggi che scegliamo. E questo è vero soprattutto quando ci affidiamo a strutture ricettive che per posizione, servizi, o arredamento, ci permettono di vivere avventure straordinarie.

Le più belle sono sicuramente quelle che ci invitano a scoprire la natura più autentica e selvaggia, per perderci e immergerci, per ritrovare quel contatto primordiale che si perde del caos e nel disordine dei giorni e per fare incontri ravvicinati con le creature che la popolano.

Case sugli alberi, ecolodge nelle riserve, baite in montagna e glamping nella foresta, queste sono solo alcune delle esperienze più belle che dovremmo fare almeno una volta nella vita. Ma ce n’è una che, più di tutte, è destinata a stupire e a incantare, ed è quella che ci porta direttamente nel cuore del Kenya, per dormire in mezzo agli elefanti.

La riserva nazionale Samburu

Per vivere quella che è con tutta probabilità una delle esperienze più belle di una vita intera dobbiamo recarci in Kenya, a nord del fiume Ewaso Nyiro e nei pressi dei monti Koitogor e Ololokwe. È qui che si trova una riserva naturale di incredibile bellezza, un gioiello da preservare e da scoprire che si snoda su una superficie di 165 chilometri quadrati.

Anche se l’area della riserva nazionale Samburu non è tra le più estese del Paese, qui è possibile trovare diversi habitat dove vivono e sopravvivono numerose specie di flora e fauna. Gli stessi ambienti che la caratterizzano, tra i quali due foreste e tre savane, rappresentano un patrimonio naturalistico di inestimabile valore.

All’interno della riserva vivono diversi esemplari animali come bufali, zebre di Grant, gazzelle, ghepardi, leopardi, antilopi e numerose specie di uccelli. È sempre qui che vivono anche gli elefanti che è possibile incontrare da vicino a ogni ora del giorno e della notte.

Se è un’esperienza a stretto contatto con questi animali che volete vivere, allora non vi resta che prenotare il vostro alloggio all’interno dell’​Elephant Bedroom Camp, un campo tendato che sorge sulle rive del fiume Ewaso Nyiro che offre agli ospiti la possibilità di addormentarsi e di risvegliarsi con gli elefanti.

Dormire tra gli elefanti in Kenya

All’interno della splendida cornice naturalistica della riserva nazionale Samburu ci sono diverse strutture ricettive, ma tutte accomunate da un unico obiettivo, quello di permettere agli ospiti di incontrare e osservare gli animali nel loro habitat naturale per fargli vivere un’esperienza indimenticabile.

Tra le strutture all’interno della riserva troviamo l’​Elephant Bedroom Camp, un campo tendato immerso nella foresta, e ombreggiato dagli alberi che la caratterizzano, dove i viaggiatori possono vivere un’esperienza intima ed esclusiva con la natura.

Gli alloggi sono semplici, ma dotati di ogni comfort, e sono arredati secondo i dettami caratteristici dello stile locale, così da rendere l’esperienza ancora unica. Tutte le tende comprendono un’ampia veranda che affaccia direttamente sulla riserva e che permette di osservare gli elefanti che passeggiano in libertà. Ma aguzzate bene la vista perché è possibile avvistare anche le zebre e le giraffe, così come le scimmie.

Ogni alloggio è dotato di wifi, di bagno privato e di un’ampia camera matrimoniale. Non mancano poi gli ambienti condivisi e una piscina a disposizione degli ospiti.

Ogni giorno, dalla propria abitazione, è possibile partire alla scoperta della meravigliosa riserva con safari organizzati da guide turistiche specializzate, per conoscere gli habitat di Samburu e tutti gli animali che li popolano.

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Voli low cost da prenotare entro oggi per partire fino all’autunno

Per chi è appena rientrato dalle vacanze o per chi sta trascorrendo le ultime ore sulla spiaggia al mare, è già tempo di pensare al prossimo viaggio. Approfittando della nuova offerta Ryanair che prevede uno sconto del 20% sulle tariffe aeree.

Non sembra molto, ma in realtà sul sito della compagnia aerea ci sono voli verso tantissime destinazioni a partire da 13 euro, quindi pochissimo.

L’offerta è valida solo per oggi e scade a mezzanotte e si può viaggiare dal 1° settembre fino al 20 ottobre. Chi vuole approfittare degli ultimi scampoli di estate può prolungare una vacanza al mare prenotando mete mediterranee, ma il periodo è ideale anche per andare alla scoperta di una Capitale europea. Ecco le mete che vi consigliamo.

Fine estate a Lanzarote

Se volete essere certi di trovare ancora caldo e bel tempo puntate a Sud. Le Canarie sono la meta ideale per la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno e Lanzarote è l’isola più consigliata per le spiagge e non solo.

L’isola ha tanti volti, che soddisfano tutte le esigenze del turismo balneare: dalla pianura di sabbia ai crateri delle eruzioni del 1730, dalle colline vulcaniche di La Geria ai blocchi di magma rappreso del Malpais de la Corona.

Lanzarote

Fonte: iStock

Le spiagge di Lanzarote

Ma le spiagge di Lanzarote sono un motivo più che valido per partire alla volta dell’isola più settentrionale dell’arcipelago. Una di questa è senza dubbio la Playa Blanca, nel Sud dell’isola, dalle acque calme e di uno splendido color turchese. Nelle immediate vicinanze si trovano anche alcune delle più famose, prima fra tutte quella di Papagayo, dalla sabbia finissima e i fondali incontaminati. Qui le cinque spiagge più belle di Lanzarote.

Settembre a Copenhagen

La capitale della Danimarca è considerata la città più accogliente e vivibile del Nord Europa e ve lo possiamo confermare. basta un long weekend per scoprirla a piedi o, meglio ancora, in bicicletta 8qausi tutti gli hotel le noleggiano gratis) e restarne estasiati.

Il quartiere più visitato della città è Nørrebro e la via più affollata di turisti è Nyhavn, con i suoi edifici colorati affacciati lungo il canale, mentre da non perdere è il quartiere di Christiania dove vive una comunità di hyppie fin dagli Anni ’60 (attenzione perché è vietato scattare foto!). Tuttavia, ci sono zone meno note ai turisti che vi consigliamo di visitare.

Come Refshalevej, un’isola artificiale ed ex area industriale che negli ultimi anni ha subìto un’importante riqualificazione ed è diventata un’area ricreativa. Tantissimi i locali e i ristoranti di questa zona (tenete presente che la Danimarca ha rivoluzionato il concetto di cucina nordica e che a Copenhagen si trovano alcuni dei migliori ristoranti del mondo), tanti anche i pontili lungo i canali dove si può andare a prendere il sole, tuffarsi nelle fresche acque e noleggiare un Green Kajak gratis in cambio di ripulire le acque da eventuali plastiche.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

L’isola di Refshalevej a Copenhagen

 

 

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Destinazioni hotel Viaggi

Se ti manca il Natale questi sono gli hotel da raggiungere ogni giorno dell’anno

Se c’è una cosa che abbiamo imparato durante i nostri viaggi è che nessuna località raggiunta resta mai uguale a come l’abbiamo lasciata. Tutto merito delle stagioni, che vanno e vengono, mettendo in scena spettacoli di immensa bellezza che ridisegnano i paesaggi in maniera unica.

Dal foliage autunnale alle fioriture primaverili, passando per i scenari roventi estivi e quelli gelidi invernali. Ogni anno, e in ogni luogo, Madre Natura crea degli show senza uguali che incantano e stupiscono, e che muovono le masse e i viaggiatori.

Ma c’è un altro spettacolo che invita le persone di tutto il mondo a mettersi in viaggio, un’esposizione delle meraviglie fatta di luci e colori, di decorazioni e profumi, di magia. Stiamo parlando del Natale. E se sono le sue atmosfere che vi mancano, allora, dovreste prenotare una stanza in questi hotel.

Vivere il Natale ogni giorno dell’anno

Se siete stanchi di aspettare un anno intero per vivere tutta la magia del Natale, sarete felici di sapere che esistono alcuni luoghi nel mondo dove il tempo si è fermato proprio al mese di dicembre. Destinazioni che spazzano via la malinconia e che realizzano quel sogno di vedere gli addobbi, le decorazioni, gli alberi, gli elfi e gli gnomi, in ogni momento dell’anno, che sia piena estate o inverno.

Vi abbiamo già parlato delle città dove è Natale tutto l’anno, Rothenburg ob der Tauber e Rovaniemi sono probabilmente le due destinazioni più celebri da raggiungere per chi vuole immergersi completamente nello spirito natalizio.

Quello che forse non sapete, però, è che esistono alcune strutture ricettive che hanno scelto di fermare il tempo, e se le sue regole, per seguire solo il calendario di Santa Claus. È qui, infatti, che in ogni periodo dell’anno è possibile vivere il Natale. Segnate in agenda gli indirizzi, si parte!

Gli hotel dove è sempre Natale

C’è un hotel, in Tennessee, avvolto da una straordinaria atmosfera che appartiene solo al Natale. E in effetti è proprio all’interno dell’Inn at Christmas Place che è possibile immergersi totalmente nel mondo natalizio.

Situato nella popolare Pigeon Forge, sede di Dollywood, l’hotel è caratterizzato da 145 stanze, tra cui 22 suite, tutte sapientemente decorate con addobbi natalizi che si trovano anche nella hall e negli ambienti condivisi. L’edificio, che segue i dettami dell’architettura bavarese, è molto suggestivo, dentro così come fuori, e garantisce un’esperienza a tutto relax e divertimento per grandi e bambini. Il Natale, qui, non si trova solo nelle decorazioni, ma anche nella presenza di Babbo Natale, degli elfi e degli gnomi che è possibile incontrare ogni giorni nella struttura.

Per rendere l’esperienza ancora più magica, l’hotel organizza eventi, concerti musicali e laboratori a tema natalizio. E se tutto questo ancora non è abbastanza, allora, vi basterà uscire fuori dall’hotel perché proprio lì di fronte si trova l’incredibile Christmas Place, un centro commerciale specializzato in addobbi e decorazioni natalizie gestito dai proprietari dell’Inn at Christmas Place . Più Natale di così!

Anche in Giappone è possibile vivere un‘esperienza immersiva a tema natalizio, anche se in questo caso è riservata ai soli adulti. A Narita, infatti, esiste un love hotel a pochi chilometri dal tempio di Naritasan Shinshoji dove stanze e ambienti sono rigorosamente decorati in stile natalizio. Il nome da segnare in agenda è Hotel Chapel Christmas .

Ma se la nostalgia del Natale è forte, e non avete modo di raggiungere luoghi così lontani, allora potete restare in Italia e raggiungere la splendida località di Riva Valdobbia, nei pressi del comprensorio sciistico Monterosa Ski. È qui che si trova il Mirtillo Rosso, il primo Christmas hotel italiano.

L’esperienza, qui, è davvero unica. Ogni 24 del mese, infatti, si replica il cenone della vigilia, e gli ospiti sono invitati a raggiungere la sala da pranzo per riunirsi davanti al camino e attendere la mezzanotte, tra tombole, giochi e canti, per incontrare Babbo Natale.

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Il Giardino di Pojega, capolavoro della natura nel cuore della Valpolicella

Nel cuore della Valpolicella, a Negrar nel veronese, sorge un giardino d’altri tempi, uno degli esempi più tipici di giardino all’italiana dove il tempo sembra essersi fermato proprio all’anno della sua progettazione, il 1783: si tratta del Giardino di Pojega, tra i Monti Lessini e la campagna veneta.

Il Giardino, voluto dal conte Antonio Rizzardi, si estende su un’area di 54.000 metri quadri, disposto su tre livelli, ed è oggi uno degli ultimi giardini all’italiana, realizzato nel periodo in cui iniziava ad affermarsi lo stile romantico del giardino all’inglese.

La storia del Giardino di Pojega

Al centro dei vigneti di Pojega, zona vocata alla viticoltura, nel 1783 il conte Antonio Rizzardi decide di commissionare all’architetto Luigi Trezza un giardino in grado di unire i canoni del romantico e informale giardino paesaggistico con quelli della formale e scenografica tradizione italiana.
Rizzardi desidera un giardino ricco di maestose geografie e di grandiose scenografie, che sappia accogliere e veicolare le nuove tendenze culturali.

Trezza, ispirandosi ai giardini della tradizione veneta del Cinquecento, riesce a unire con sapienza i classici canoni del giardino all’italiano con il gusto più pittoresco del Romanticismo dando così vita a un progetto che incanta ancora oggi: dalle tavole originali (custodite presso la Biblioteca Civica di Verona) possiamo scoprire il progetto costituito dal Belvedere, il Tempietto, il Teatro di verzura e il Laghetto.

Tutta la bellezza del giardino all’italiana

giardino pojega

Fonte: 123RF

Anfiteatro del Giardino di Pojega

Tra collina e pianura, il Giardino di Pojega, su cui si affaccia l’ottocentesca Villa Rizzardi, si estende su tre livelli paralleli e vanta le strutture architettoniche perfettamente corrispondenti al progetto originale dell’architetto Trezza.

Tra allori, cipressi e carpini, lo sguardo è catturato dal Tempietto con le statue di Ercole, Diana e altre figure della mitologia greca, e sono numerosi gli scorci panoramici che si aprono passeggiando lungo i viali ai vari livelli, immersi nel profumo di variopinti fiori e piante (bucaneve, viole, ranuncoli, menta piperita…).

Spettacolare è il Teatro di verzura, uno dei più grandi d’Italia, caratterizzato da sette ordini di gradinate in siepi di bosso e una sequenza di nicchie ricavate nel carpino con statue di personaggi mitologici, ideato seguendo i dettami dei teatri classici: oggi è palcoscenico per spettacoli e appuntamenti culturali.

Dal teatro, osservando il colonnato di cipressi, si intravedono le limonaie affacciate sul parterre in bosso, qualche gradino al di sopra del laghetto.

Al livello superiore, informale e romantico, ecco il Boschetto di lecci, tassi, palme cinesi, carpini e aceri, incontaminato, irregolare e selvaggio: tra i suoi cespugli, appaiono statue di animali selvatici in pietra e un suggestivo tempietto circolare con cupola di verzura creata dai carpini e spazi sul verde intervallati da statue.

Ancora, durante la passeggiata, motivo di piacevole sosta sono il giardino degli agrumi con le due limonaie e un ninfeo, la rotonda della fontana, verde zona circolare con al centro uno specchio d’acqua, il tempietto di stalattiti e il giardino dei fiori.

I percorsi principali da seguire sono quattro: il Viale dei Carpini o via del giorno, il sentiero del Boschetto o via della notte, il Viale dei Cipressi o via della conoscenza che unisce il giardino formale al teatro, e il Viale del Belvedere o via della virtù.

Le visite al Giardino sono possibili da aprile a ottobre dal lunedì al venerdì e la domenica, sabato aperto solo su prenotazione e in base alla disponibilità.

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Lo sapevi che in Italia puoi fotografare gli igloo?

Se è un feed di Instagram che volete popolare con foto curiose e bizzarre, oppure siete soltanto alla ricerca di instantanee di viaggio indelebili da custodire nella vostra gallery, allora sarete felici di sapere che non dovrete allontanarvi poi molto per raggiungere questa missione. Del resto è risaputo che il Belpaese è pieno di meraviglie e di scorci da scoprire e da fotografare.

Eppure esiste un luogo, all’ombra degli edifici di una delle città più belle e dinamiche del nostro Paese, che per forme e architetture non ha niente a che fare con tutto ciò che abbiamo visto e conosciuto dell’Italia fino a questo momento. Non si tratta di case colorate addossate l’un l’altra come quelle che vediamo nei borghi, né di palazzi che suggestivamente si affacciano nei canali o sulle scogliere. Ma di abitazioni che non appartengono sicuramente ai canoni tradizionali della nostra architettura.

Sì perché a Milano, in un tranquillo quartiere a nord della città, è possibile imbattersi negli igloo. E non si tratta di installazioni artistiche né di glamping temporanei, ma di un curioso, bizzarro e originale complesso residenziale che ancora oggi è possibile ammirare.

La storia degli igloo di Milano

Per raggiungere quegli igloo fatti di cemento e mattoni, e ben piantati a terra su prati e aiuole ordinate, dobbiamo recarci a Milano, nella capitale della moda e del design, nella città dei ristoranti e delle esclusive vie dello shopping. È la zona nord del capoluogo lombardo che dobbiamo raggiungere se vogliamo avvistare quelli che sono gli igloo della città, quella del quartiere Maggiolina, nelle immediate vicinanze del Villaggio dei Giornalisti.

È qui che tra villette a schiera e palazzine in stile liberty, lontano dalle attrazioni più iconiche e popolate della città, compaiono loro, case bizzarre e affascinanti che catturano immediatamente l’attenzione. Si tratta di otto igloo costruiti negli anni immediatamente successivi al dopoguerra pensati per ospitare le famiglie che avevano perso le loro case a causa dei bombardamenti.

L’ispirazione del progetto, curato dall’ingegnere Mario Cavallè, trova le sue origini negli Stati Uniti e nella tendenza di progettare abitazioni dalla forma circolare diffusasi in quel periodo. Così sono nate le case a igloo, piccole abitazioni di circa 50 metri quadrati sviluppate su due livelli.

Ma non erano le uniche abitazioni strane del quartiere. Del progetto, infatti, facevano parte anche due case a forma di fungo che però sono state demolite un ventennio dopo.

Dentro il quartiere Magigiolina

Situate all’interno del pittoresco quartiere Maggiolina, le case a forma di igloo sono un vero e proprio unicum nel nostro Paese che meritano sicuramente una visita.

Se siete in viaggio a Milano, concedetevi una passeggiata in questo elegante quartiere residenziale, contraddistinto da aree verdeggianti e da eleganti ville in stile Art Noveau, per scoprire quelle piccole case con cupola realizzate sul finire degli anni ’40. Impossibile non notarle.

Gli igloo di Milano si trovano su via Lepanto e sono facilmente visibili dalla strada, anche se alcuni sono parzialmente celati dalla lussureggiante vegetazionie Qui, dove il tempo sembra essersi fermato, è possibile addentrarsi in quello che è il progetto residenziale più particolare del nostro Paese e che è sopravvissuto fino ai giorni nostri.

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Chi ha il coraggio di entrare in questo parco abbandonato?

Ogni giorno migliaia di persone si mettono in viaggio per raggiungere destinazioni più o meno lontane. Lo fanno per scoprire le meraviglie che appartengono alla terra che abitiamo, per visitare luoghi celebri e attrazioni iconiche, ma anche per vivere esperienze straordinarie e uniche.

Avventure che conducono i cuori più impavidi verso città, paesi e luoghi che nascondono storie, leggende e misteri mai risolti. Posti abbandonati o desolati che mettono i brividi al solo pensiero come città fantasma, miniere abbandonate o castelli infestati.

Luoghi dai quali ci teniamo volentieri lontani, ma che con il tempo hanno dato vita a un vero e proprio pellegrinaggio – che viene definito turismo dell’orrore – e che oggi, esattamente come ieri, attira tantissime persone. Ma al di là dei sentieri più battuti dal dark tourism, esiste un luogo che è davvero inquietante, lì dove nessuno ha osato spingersi fino a questo momento. Un parco a tema western desolato e abbandonato da anni. La vera domanda è: chi ha il coraggio di entrarci?

Benvenuti al Western Village

C’era una volta un parco tematico, un villaggio vivo e allegro, o comunque ci piace immaginarlo così, dove ogni giorno si incontravano cittadini e viaggiatori di ogni età per vivere affascinanti esperienze western.

Si trattava del Western Village, ma a differenza di quello che si può pensare, il villaggio non si trovava nelle regioni occidentali degli Stati Uniti o in Canada, ma in Giappone.

Proprio qui, nelle vicinanze della pittoresca città di Nikko celebre per il sontuoso santuario shintoista Toshogu e per i suoi scorci naturalistici di immensa bellezza, nei primi anni ’70 è stato inaugurato il Western Village, un parco a tema western destinato a far vivere esperienze suggestive a grandi e bambini.

C’erano le ambientazioni, ispirate fedelmente ai vecchi film western, gli edifici caratteristici e le attrazioni. C’erano anche i finti cowboy che contribuivano a rendere più suggestivo il villaggio, e grandi e imponenti sculture come quelle che imitavano la maestosità del Monte Rushmore.

C’è ancora oggi, tutto questo, ridotto in un inquietante stato di abbandono che rende quel resta del Western Village una meta da brividi che vale la pena di inserire in un itinerario mondiale del turismo dell’orrore.

Western Village. Nikko, Giappone

Fonte: Getty Images

Western Village. Nikko, Giappone

Il villaggio abbandonato

Quello che era un glorioso parco a tema western è stato progressivamente abbandonato dopo la sua chiusura nel 2007. E più il tempo passava, deteriorando gli edifici che caratterizzavano il villaggio, più la natura si appropriava dei suoi spazi.

Da parco a tema western, il villaggio, si è trasformato in un perfetto set di film horror che genera una certa inquietudine ma esercita anche un discreto fascino.

Oggi il Western Village racconta di un antico splendore ormai deteriorato. La fitta vegetazione, che si estende dentro e intorno al parco, incornicia quelle che erano le attrazioni del villaggio come la casa del barbiere, la banca, il carcere e il saloon.

Tutto è sospeso, immerso in un insolito e inquietante silenzio. Ma è proprio quest’atmosfera ad attirare numerosi appassionati del dark tourism che si divertono a immergersi e ad esplorare un ambiente così surreale e suggestivo. E voi, avreste il coraggio di entrare?

Western Village. Nikko, Giappone

Fonte: Getty Images

Western Village. Nikko, Giappone
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Valle dell’Orfento, nel cuore selvaggio della Majella

In Abruzzo c’è un luogo davvero unico per chi desidera fare escursioni nella natura, tra boschi e canyon, eremi e corsi d’acqua. È la splendida Valle dell’Orfento, situata sul versante nord-occidentale della Majella, e la si raggiunge dai numerosi sentieri che partono da Caramanico Terme, in provincia di Pescara. Lo scenario ideale dove trascorrere tranquille giornate immersi nel verde e ammirare paesaggi incantevoli.

Nella natura della Valle dell’Orfento

Agli inizi degli anni ’70, la Valle dell’Orfento è diventata Riserva Naturale dello Stato e attualmente ricopre una superficie complessiva di 2606 ettari. Qui troverete l’unico canyon della Majella, cuore verde d’Abruzzo, ad avere un corso d’acqua perenne, che dà vita a uno dei più affascinanti habitat di questo massiccio.

Lo scenario che si svela allo sguardo cambia a ogni passo. A bassa quota ci si imbatte in querce e faggi, mentre oltre i 1800-1900 metri di altezza c’è un’eccezionale presenza di pino mugo. Ad altitudini maggiori, le avversità climatiche diventano estreme e la copertura vegetale rada e sparsa. Il paesaggio qui assume un aspetto lunare, le specie vegetali che sono riuscite ad insediarsi sono tra le più rare, come la Stella alpina appenninica o la Soldanella minima sannitica che fioriscono tra le rocce. Tra le specie animali, nella Riserva è possibile incontrare cinghiali, tassi, volpi, faine, caprioli, cervi, l’aquila reale e il camoscio appenninico.

Le testimonianze storiche, tra eremi e capanne in pietra

Nel corso di centinaia di migliaia di anni, i fenomeni erosivi generati dalle acque del fiume sulle pareti calcaree hanno prodotto una serie di sgrottamenti e ripari sotto roccia che fin dalla preistoria hanno fatto da rifugio per le popolazioni. Ma le testimonianze più importanti, ancora evidenti, sono quelle risalenti al periodo medievale, quando eremiti in cerca di solitudine e silenzio raggiunsero la valle, edificando proprio nelle sue grotte eremi e piccoli romitori.

Se ne conoscono nove nella sola Valle dell’Orfento: alcuni non più accessibili e di cui non rimangono evidenze, altri particolarmente importanti e significativo. Attraversando i pascoli delle zone più basse, si incontrano le capanne in pietra a secco dalla caratteristica forma a “trullo” (tholos), punti di sosta e di stazzo dei pastori che hanno lasciato testimonianze peculiari del paesaggio agro-pastorale della Majella.

I percorsi più belli della Valle dell’Orfento

La Valle dell’Orfento è ricca di percorsi di diversa lunghezza e difficoltà che permettono di fare trekking ed escursioni nella splendida natura della Riserva. Le visite possono essere fatte in autonomia, seguendo la segnaletica presente, o con l’accompagnamento di guide locali.

Tra gli itinerari più suggestivi, c’è Il Sentiero delle Scalelle, una passeggiata piacevole ed emozionante che parte dalla frazione di Santa Croce e conduce fino al Ponte di Caramanico, seguendo il corso del fiume Orfento poco prima che questi si getti nell’Orta. Si cammina quasi sempre immersi in mezzo alla foresta e spesso circondati anche da felci.

Dalla frazione di Santa Croce di Caramanico Terme s’imbocca anche un suggestivo percorso ad anello che attraversa diversi campi coltivati, immettendosi poi dentro un fitto bosco di conifere. La parte terminale della passeggiata è sicuramente la più suggestiva, poiché permette di raggiungere una spettacolare gola scavata dal fiume. Un altro percorso ad anello conduce, invece, all’Eremo di Sant’Onofrio all’Orfento, di cui oggi resta solo parte del portale affrescato, la cornice del tetto ancora incastonata nella roccia e tracce di un piccolo campanile a vela.

Partendo, invece, dalla caratteristica frazione di Decontra, si raggiunge l’Eremo di San Giovanni, considerato uno dei più suggestivi d’Abruzzo dato che è stato completamente ricavato dalla roccia. È famoso anche per essere stato frequentato dall’eremita Pietro da Morrone, divenuto poi famoso come Papa Celestino V.  Un lavoro meticoloso ha fatto affiorare dalla pietra vani, altare e scale, ma anche un ingegnoso sistema di canali e vasche per la raccolta dell’acqua piovana. Questa escursione presenta circa 700 metri di dislivello e si presenta più impegnativa rispetto alle precedenti, per questo è raccomandata agli escursionisti più allenati. Fatica e vertigini valgono però la pena, perché questo splendido itinerario regala un’esperienza davvero unica e imperdibile, e panorami di paesaggi straordinari. Ma sono davvero tante e tutte imperdibili le meraviglie da scoprire qui, nella incontaminata Valle dell’Orfento.