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Trekking a San Leo, nell’incantevole Valmarecchia

In Italia esiste una valle incantata, disegnata da panorami incredibili e antichi borghi dove il tempo sembra non scorrere mai: è la Valmarecchia, nell’entroterra di Rimini, lungo il corso dell’omonimo fiume al confine con Marche e Toscana, un territorio di verdeggianti colline e luoghi d’interesse archeologico e storico da scoprire con un turismo lento e splendidi itinerari per trekking.

San Leo, incredibile capitale d’arte

san leo

Fonte: iStock

Veduta di San Leo con la Fortezza

Fulcro della valle è l’antichissimo villaggio di San Leo, capitale d’arte e cuore della regione storica del Montefeltro, definito da Umberto Eco come la “città più bella d’Italia” e citato da Dante nel Purgatorio della Divina Commedia.

Nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club, è il punto di partenza ideale per percorsi a piedi e a cavallo immersi in un territorio che non si dimentica facilmente: già la scenografica posizione arroccata su uno sperone di roccia, in equilibrio tra natura e storia, lo rende davvero suggestivo.

Per raggiungerlo, un’unica strada scavata nella roccia, un po’ impervia ma ne vale la pena: nel momento in cui si varca la porta d’ingresso, ci si ritrova immersi in una tranquilla atmosfera d’altri tempi, tra panorami di boschi e pinnacoli rocciosi, vicoletti lastricati, eleganti palazzi rinascimentali, chiese e superbi edifici romanici.

Su tutto spicca la Fortezza, nel punto più alto a 639 metri, che oggi ospita il Museo in cui conoscere la storia del borgo e dei suoi protagonisti e visitare le celle dei detenuti (tra cui quella dell’alchimista Cagliostro) e una mostra dedicata alle armature e armi del XIV e XIX secolo.

Di sicuro interesse anche la Pieve, di epoca carolingia rimodernata in età romanica, la Cattedrale a strapiombo sulla rupe con imponente torre campanaria da cui si gode di una vista incomparabile sul borgo e la sua valle, il Palazzo Mediceo, sede della Pinacoteca e del Museo d’Arte sacra, e il Palazzo della Rovere, oggi Municipio, che ospitò San Francesco nel 1213.

Borgo fuori dal tempo, è anche l’ideale punto di partenza per una gita fuori porta in un angolo di Romagna che non ha eguali.

Trekking da San Leo alla scoperta di un territorio di vera bellezza

Dopo aver speso del tempo ad ammirare l’antichissimo borgo dall’aspetto tuttora invalicabile, lasciandosi alle spalle le mura medievali è il momento di raggiungere il Convento Francescano di Sant’Igne, immerso nel verde e nel silenzio, dove si narra che il Santo trovò riparo una notte e conforto grazie al fuoco acceso dai pastori, da qui il nome Sant’Igne, fuoco sacro.

L’escursione in un paesaggio incantato, plasmato da possenti scogli rocciosi, prosegue sul crinale che da Monte Gregorio porta al raccolto borgo di Tausano, dove affascinano le “piccole Dolomiti” della Romagna, inconfondibili e aspri speroni di roccia noti come “Creste dei Tausani”: un panorama difficile da descrivere a parole.

Ma non finisce qui. Tra rupi calcaree e picchi di roccia, l’itinerario continua fino ad arrivare ai meravigliosi Balconi di Piero della Francesca, il Maestro itinerante, che trovò in questo territorio unico la fonte di ispirazione per i suoi capolavori: perdetevi a osservare i punti panoramici che gli diedero lo spunto per lo sfondo delle opere “San Gerolamo e un devoto” e “Ritratto di Battista Sforza“.

Infine, con una mezz’ora di cammino da San Leo, si raggiunge la vetta del Monte Severino con vista a 360 gradi sul borgo e la Valmarecchia: essere qui al tramonto è un’esperienza di gioia e benessere che non capita spesso!

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Curiosità Viaggi

La spada nella roccia esiste e si trova in Italia

C’è una storia che tutti noi conosciamo, che abbiamo letto e visto al cinema. È la storia di una spada incastonata in una roccia che nessuno è in grado di estrarre. Solo una persona può farlo e quella è destinata a diventare il re di tutta l’Inghilterra. Ma non si tratta di un uomo, bensì di un bambino.

La spada nella roccia è il film di animazione prodotto dalla Walt Disney e basato sul romanzo omonimo di T. H. White. Ve ne parliamo oggi perché sappiamo bene che tutte le vicende legate a Re Artù esercitano ancora un certo fascino su grandi e bambini, al punto tale che sono molte le persone che si mettono in viaggio ogni anno sulle orme del condottiero per raggiungere tutti quei luoghi sospesi tra mito e leggenda.

Quello che forse non sapete ancora, però, è che la leggendaria spada nella roccia esiste davvero. Ma non si trova nel regno di Avalon, come tutti immaginano, ma in Italia, all’interno dell’Eremo di Montesiepi.

Toscana: il mistero della spada nella roccia

Se parliamo della leggendaria spada ella roccia, inevitabilmente, il nostro immaginario ci rimanda alle avventure d’infanzia di Re Artù. Ma la storia di quella conficcata nell’Eremo di Montesiepi, in realtà, ha radici apparentemente differenti seppur estremamente affascinanti e suggestive.

Per scoprire la storia di questa misteriosa arma dobbiamo spostarci nella Val di Merse, un luogo di spiritualità che conserva le rovine dell’Abbazia di San Galgano e l’Eremo di Montesiepi. Secondo la storia è proprio in questo edificio che il Santo visse nel 1170 ritirandosi a una vita da eremita.

All’interno dell’Eremo è custodita una lama, incastonata nella roccia, che racconta storie antiche che rimandano inevitabilmente a leggende, miti e cavalieri, ma anche a spiritualità e credenze popolari. Negli anni moltissime persone hanno cercato di estrarla o di rubarla senza successo. Anzi, proprio l’impossibilità di farlo ha dato vita a nuove e suggestive storie.

Si narra, infatti, che uno dei ladri che tentò di portare via la spada fu sbranato dai lupi. Per evitare altri tentativi di furti fu scelto di proteggere l’arma con una teca che ancora oggi la protegge.

La spada di San Galgano

Ma cosa c’entra il mito di Re Artù con la Toscana? E perché la spada nella roccia si trova nell’Eremo dove visse San Galgano? Sono queste le domande che hanno tenuto aperto il dibattito tra gli studiosi per anni. Per molti, infatti, il mito della spada sarebbe nato proprio nel nostro Paese, un’ipotesi che ha fatto pensare anche che il Santo e il cavaliere della tavola rotonda Galvano fossero la stessa persona.

Secondo la tesi più accreditata, la spada che oggi è conficcata nella roccia all’interno dell’edificio di Montesiepi apparteneva al cavaliere Galgano Guidotti. Dopo aver condotto una vita dissoluta, l’uomo arrivò nel territorio di Montesiepi dove cambiò radicalmente la sua vita. Una volta ritiratosi nell’edificio, conficcò la sua spada all’interno della roccia per creare una croce davanti alla quale pregare ogni giorno.

Questa stessa tesi, però, è stata messa in dubbio per anni da molti studiosi che hanno ipotizzato che l’arma fosse un falso. La maggior parte delle ricerche fatte negli anni, però, hanno confermato che la realizzazione della spada risale proprio al 1100.

E Re Artù? La spada che avrebbe estratto il re quando era solo un bambino, in realtà, non fu mai trovata acuendo ancora di più il mistero di una storia che affascina oggi, esattamente come ieri.

Spada di San Galgano

Fonte: iStock/lkonya

Spada di San Galgano
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Cercasi “libraio scalzo” alle Maldive: come candidarsi al lavoro dei sogni

Lascio tutto e cambio vita. Una frase, questa, che tutti abbiamo pronunciato almeno una volta esprimendo il desiderio di lasciare la città, e il lavoro, per trasferirci dall’altra parte del globo, magari proprio su un’isola che per forme e colori ricordasse un paradiso terrestre. Un desiderio che, però, è sempre rimasto confinato al mondo dei sogni.

Ma se vi dicessimo che questo potrebbe trasformarsi in realtà? La prospettiva è più concreta che mai, quella di trasferirsi su uno splendido atollo delle Maldive per lavorare e vivere in una suite di lusso che ha un costo che supera i 30mila dollari a notte.

No, non si tratta di un sogno irrealizzabile, ma di una proposta lanciata da Soneva Fushi, un resort di lusso situato sull’atollo di Baa che è alla ricerca di un libraio in grado di gestire la Barefoot Bookseller, una libreria pop up all’interno della struttura, e i profili social a essa collegata. Se quindi amate leggere e i social network sono il vostro pane quotidiano, allora, questa è davvero la vostra occasione per cambiare vita.

Un libraio scalzo per le Maldive

Correva l’anno 2018 quando, il resort di lusso a cinque stelle Soneva Fushi, inaugurava una straordinaria libreria, la Barefoot Bookseller, con l’obiettivo di fornire agli ospiti consigli sulla scelta dei libri da leggere in vacanza e migliorare così la loro esperienza di viaggio. Consigli forniti proprio dal libraio scalzo, il cui ruolo è quello di essere una guida e un consigliere per i lettori del resort e dell’atollo.

Ed è proprio un libraio che il resort dell’atollo di Baa sta cercando adesso. Il candidato ideale deve essere un appassionato di libri, e deve avere maturato esperienza nelle vendite. Ma deve essere anche un appassionato di social network perché il suo compito sarà anche quello di gestire i profili social della libreria e aggiornarli raccontando le sue personali esperienze.

Attenzione, però, perché chi riuscirà a superare la candidatura dovrà gestire la libreria rigorosamente a piedi nudi. Sull’isola, infatti, non è consentito indossare scarpe, proprio per rafforzare il contatto con la natura selvaggia e incontaminata che risiede nel territorio.

Come candidarsi al lavoro dei sogni

La ricerca del libraio scalzo alle Maldive rappresenta davvero un’opportunità per cambiare vita. Il contratto di lavoro, con tanto di stipendio e alloggio in una suite all’interno del resort, durerà 12 mesi.

Al candidato scelto verrà chiesto di occuparsi della gestione quotidiana della libreria, della vendita e dei rapporti con i clienti. Il libraio scalzo dovrà inoltre gestire i canali social legati a Barefoot Bookseller e scrivere e pubblicare articoli sul blog della struttura ogni mese.

Per candidarsi è richiesta un’ottima conoscenza dell’inglese scritto e parlato ed è necessario avere alle spalle esperienza nella vendita diretta. L’amore per i libri e per la letteratura è, ovviamente, un requisito imprescindibile. A questo si aggiunge anche la passione per i social network e le tendenze sul web.

Il candidato scelto volerà alle Maldive a ottobre 2022 per iniziare il lavoro. Se volete essere voi quella persona, non vi resta che inviare la vostra candidatura entro e non oltre il 13 agosto. Per farlo dovrete inviare una mail in lingua inglese all’indirizzo barefoot@ultimatelibrary.co.uk, allegando curriculum, lettera di presentazione e una recensione di uno dei vostri libri preferiti. Buona fortuna!

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In Italia è stata scoperta una nuova necropoli

Sono già state numerosissime le scoperte archeologiche avvenute in Italia nel corso degli ultimi anni ma le sorprese non si fermano mai: durante gli scavi per la costruzione di nuovi edifici o nuove aree di complessi esistenti, spesso vengono alla luce reperti e rovine che arricchiscono il patrimonio storico e culturale del Paese.

È stato così anche per la recente scoperta di una piccola necropoli nel cuore di una grande città italiana.

A Napoli riemerge una necropoli romana

Celata da secoli nelle cavità dell’ospedale Asclalesi di Napoli, una piccola necropoli di epoca romana con tre o quattro sepolture (una delle quali forse di un bambino) è stata rinvenuta circa due settimane fa nel corso degli scavi per la realizzazione della nuova area di radioterapia.

Nel cortile del presidio di Forcella, a circa due metri di profondità, al di sotto di quella che era una cisterna d’acqua, gli operai hanno ritrovato un primo scheletro ma, con tutta probabilità, vi sono anche altre tombe tra cui una di dimensioni più piccole, il che fa pensare alla presenza di un bambino.

Siccome l’area è di interesse storico, i lavori erano eseguiti dagli archeologi della Soprintendenza che, non appena si sono trovati di fronte all’inaspettato ritrovamento, hanno dato il via agli studi previo controllo da parte dei Carabinieri per escludere che lo scheletro fosse riconducibile a circostanze differenti.

In seguito alle prime verifiche, i corpi sembrano risalire al periodo romano tardo-imperiale, in un lasso di tempo che va dal V al VI secolo d.C ma, per il momento, siamo nel campo delle ipotesi: prima di poter determinare la datazione corretta della necropoli dovranno essere esaminati anche i materiali presenti nelle tombe scavate nel terreno, prive di corredi o altro.

Quel che comunque è certo è che le sepolture sembrano molto più antiche rispetto alla costruzione del convento di Santa Maria Egiziaca all’Olmo: il convento fu edificato nel Trecento mentre l’ospedale Ascalesi risale al Seicento.

Nel periodo romano, l’area dove oggi sorge Forcella, zona del centro storico di Napoli tra i quartieri Pendino e San Lorenzo e tra Spaccanapoli e Corso Umberto I, aveva destinazione funeraria in quanto subito al di fuori della cinta urbana dell’antica Neapolis: qui trovavano posto anche sepolture monumentali.

Il primo scheletro della necropoli è stato rinvenuto a pochi metri di profondità ma ciò non stupisce gli archeologi poiché anche le Mura Greche sono vicine ai basoli (lastre di roccia) della pavimentazione stradale.

La parola all’esperta circa l’eccezionale ritrovamento

La dottoressa Giuliana Boenzi, funzionaria archeologa alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, ha sottolineato come la scoperta della necropoli sia di notevole importanza in quanto aggiunge ulteriori tasselli per approfondire la conoscenza dei luoghi e, in particolare, della zona su cui sorge l’ospedale Ascalesi dove, finora, non erano mai state messe in atto indagini archeologiche con il supporto della moderna tecnologia.

Infatti, oltre alle tombe, sarà di sicuro interesse l’analisi dei materiali dei livelli superiori poiché potranno raccontare qualcosa in più delle fasi più antiche del convento di Santa Maria Egiziaca all’Olmo di cui ancora oggi non si sa poi molto.

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Roadsurfer: la soluzione perfetta per viaggi in camper e campeggi

Roadsurfer, il partner per i viaggi outdoor

Roadsurfer conta una flotta di ben 5 mila camper attrezzati per offrire il meglio e andare incontro ai gusti di tutti. Cerchi un mezzo maneggevole? Prova i van camperizzati, piccoli e pratici. Cerchi un modello iconico? Prova quelli trendy di VW come la Surfer Suite ed il Beach Hostel. Siete in tanti? Opta per un camper grande e spazioso, come per esempio la Road House! I mezzi a disposizione sono così tanti che avrai l’imbarazzo della scelta!

I vantaggi offerti dalla piattaforma roadsurfer sono davvero tanti. Prima di tutto un servizio attivo 24 ore 24 con pacchetti campeggio pronti all’uso. In più la piattaforma offre modifiche e cancellazioni gratuite sulle prenotazioni sino a 48 ore prima della partenza, oltre al chilometraggio illimitato.

In Italia roadsurfer ha iniziato la sua avventura aprendo una filiale a Roma e una a Milano, mentre di recente la rete è stata ampliata con un nuovo spot a Torino. Presente in oltre 12 paesi d’Europa, roadsurfer ha inaugurato una sede anche negli Stati Uniti, a Los Angeles.

Una vacanza da sogno fra campeggi e camper

Lanciata nel 2021, la piattaforma roadsurfer spots offre la possibilità di vivere un soggiorno unico mettendoti in contatto con host privati in Italia ed Europa. I proprietari degli spots offrono a camperisti e amanti del campeggio la possibilità di dormire in un bosco, in uno splendido vigneto o in una caratteristica fattoria, tutto a prezzi contenuti.

Non solo: gli host hanno la possibilità di offrire dei servizi aggiuntivi con esperienze che vanno dalla colazione con prodotti tipici sino alle degustazioni. Un’occasione per chi abita in un posto speciale e vorrebbe offrire ospitalità a viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Da un piccolo giardino a un angolo caratteristico di città: tutte le location sono benvenute sulla piattaforma!

Prenota in un click con l’app

L’app di roadsurfer spots consente di prenotare il proprio viaggio on the road in modo semplicissimo, sicuro e veloce. Offre infatti una panoramica completa degli spots, consente di filtrare per destinazione, per tipologia di veicolo, ma anche per attività praticabili nelle vicinanze ed equipaggiamento presente in loco. In questo modo potrai trovare subito il luogo perfetto per iniziare la tua vacanza e prenotarlo direttamente dalla nostra app senza bisogno di effettuare prima una richiesta di disponibilità!

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Nascono quattro nuove piste ciclabili attraverso territori meravigliosi

Secondo gli ultimi dati raccolti dall’Ufficio Studi Enit, un quarto degli italiani ama stare a contatto con la natura. E cosa c’è di più bello di una gita all’aperto, pedalando lungo una ciclabile a due passi da casa.

Nei prossimi mesi, la Lombardia potrà fregiarsi di quattro nuove ciclovie nazionali, che spazieranno nella quattro direzioni, attraverso territori meravigliosi.

Le quattro nuove ciclovie della Lombardia

Si tratta della nuova Ciclovia Lago Maggiore, della Ciclovia Alpina, della Ciclovia Milano-Monaco e della Ciclovia Iseo. Questi quattro nuovi itinerari contribuiranno allo sviluppo dei territori, dell’economia locale e naturalmente del turismo.

La Ciclovia Lago Maggiore sarà un percorso di circa 100 chilometri che si collegherà con la Regione Piemonte e con la Svizzera.

La Ciclovia Alpina, che nel tratto lombardo sarà lunga circa 70 km, includerà un percorso che dalla provincia di Brescia si collegherà alla provincia autonoma di Trento.

La Ciclovia Milano-Monaco, la cui parte lombarda sarà di circa 200 km, consisterà in un itinerario che collegherà Milano con Monaco, tramite il Lago di Endine, nella Val Cavallina, il Passo del Tonale e la provincia di Trento.

Infine, la Ciclovia Iseo, lunga circa 80 km, sarà un percorso ad anello intorno al Lago d’Iseo, il più piccolo dei quattro laghi maggiori della Lombardia che si è mantenuto ancora autentico e intatto.

Le altre ciclovie nazionali in Lombardia

Queste quattro nuove ciclovie nazionali che interessano il territorio lombardo si vanno ad aggiungere alle tre già ricomprese nel circuito delle Ciclovie turistiche nazionali. Una di queste è la Ciclovia VenTO, una delle più famose d’Italia, un percorso oltre 700 km che collega Venezia con Torino, attraversando quattro Regioni del Nord Italia, costeggiando il Po.

L’altra è la famosa Ciclovia del Sole, che misura più di 3.000 km e che taglia il nostro Paese dal Nord al Sud. Comincia dal Brennero e si conclude in Sardegna, quasi mai corre su piste ciclabili, anzi, lo fa solo per il 4% dell’itinerario, mentre il 26% del suo percorso si svolge su greenway (vie ciclabili lontane da strade a traffico motorizzato) mentre il 70% su “normali” strade percorse anche dai veicoli a motore.

La terza, infine, è la Ciclovia del Garda meglio conosciuta come Garda by Lake, considerata la più bella d’Italia per quel suo tratto a sbalzo sulle acque del lago che regala panorami mozzafiato. Nel 2018, è stato inaugurato il primo tratto della ciclabile tra Capo Reamol e Limone sul Garda, ma la pista non è ancora finita. Sarà ultimata entro il 2026 e, unendo piste ciclabili già esistenti e aggiungendo le nuove tratte, girerà tutt’intorno al lago per 140 km.

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La famosa Garda by Lake e la passerella a strapiombo sul lago
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Riemerso un preziosissimo tesoro rimasto per oltre 350 anni sott’acqua

Sappiamo che ci sono ancora tantissimi tesori sommersi che giacciono sul fondo dell’oceano, ma trovarli è un’impresa difficilissima. Ogni tanto, però, qualcuno ha un po’ di fortuna: nelle ultime settimane, una spedizione ha recuperato alcuni preziosissimi reperti appartenenti ad un galeone spagnolo affondato oltre 350 anni fa. E presto saranno esposti al pubblico in un nuovo museo ad essi dedicato.

Dall’oceano riemerge un tesoro incredibile

Negli ultimi mesi, moltissime scoperte sono avvenute proprio nei fondali marini. Ora se ne aggiunge una incredibile, che è avvenuta al largo delle coste delle Bahamas. Qui, tanti anni fa, un antico galeone spagnolo aveva fatto perdere le sue tracce. Sapevamo dove il suo relitto avrebbe dovuto essere, ma identificarlo non è mai stato un gioco da ragazzi. E sebbene parte del suo tesoro fosse già riemerso nel corso dei decenni passati, ora si è giunti ad una nuova e importantissima scoperta. Merito della spedizione di Allen Exploration, che grazie a un team di esperti ha lavorato lungamente per riportare a galla alcuni reperti incredibili.

Il ritrovamento è avvenuto a circa 70 km dalle coste dell’area occidentale di Little Bahama Bank, nell’arcipelago delle Bahamas, in una posizione volontariamente tenuta nascosta per preservare il più possibile ciò che resta della nave affondata tanto tempo fa. Si tratta della Nuestra Señora de las Maravillas, la cui storia è davvero tragica. Il suo relitto non è mai stato recuperato, e dopo più di 3 secoli e mezzo non resta praticamente alcunché di intatto. Anche ciò che vi era a bordo si è ormai perso nelle profondità oceaniche, in un raggio di oltre 13 km caratterizzato da sabbie dense e barriere coralline morte.

Come dicevamo, la maggior parte del tesoro della Maravillas è già stato recuperato in passato, per una collezione incredibile che vanta oltre 3,5 milioni di pezzi. Ma l’Allen Exploration è riuscita a mettere le mani su nuovi reperti che hanno permesso agli esperti di ricostruire almeno in parte la vita quotidiana in mare aperto. Tra gli oggetti recuperati ci sono zavorre in pietra, utensili da cucina, l’elsa di una spada e tantissimi gioielli come il ciondolo con la croce di Santiago, la collana in filigrana d’oro e 12 pezzi tra ametiste e smeraldi. A partire dall’8 agosto 2022, tutto ciò che è riemerso dall’oceano verrà esposto nel nuovo Bahamas Maritime Museum.

La tragica storia della Nuestra Señora de las Maravillas

Il galeone spagnolo visse un’avventura che si concluse in maniera drammatica. Appartenente ad una flotta che, in partenza da L’Avana, era diretta in Spagna, la nave aveva con sé tantissimi tesori provenienti dalle Americhe. Il suo carico era in realtà doppio, dal momento che vi aveva dovuto trovare spazio anche i preziosissimi manufatti trasportati dalla Jesus Maria de la Limpia Conception, affondata solo un paio d’anni prima. Tuttavia, il destino era avverso anche alla Nuestra Señora de las Maravillas. Il 4 gennaio 1656, infatti, fece naufragio dopo uno scontro con un’altra imbarcazione spagnola.

L’incidente ebbe conseguenze devastanti: delle circa 650 persone a bordo, solo 45 riuscirono a sopravvivere. I restanti membri dell’equipaggio andarono alla deriva e, chi divorato dagli squali e chi semplicemente scomparso tra i flutti, non vennero mai più ritrovati. Ora, di quegli uomini valorosi sappiamo qualcosa in più. E tutto grazie ad un’intrepida spedizione che ha finalmente riportato alla luce una parte del preziosissimo tesoro che la Nuestra Señora de las Maravillas ha celato per oltre 350 anni nel suo relitto sommerso.

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“Senti-Ieri”, i nuovi percorsi del Museo Diffuso dell’Abbandono

Un museo senza pareti, immerso nella natura che ha da tempo riconquistato gli spazi una volta appartenuti all’uomo: è questa l’idea alla base del Museo Diffuso dell’Abbandono, che raccoglie memorie di un passato non troppo lontano. In un’ampia regione ricca di sorprese, “Senti-Ieri” ci porta alla scoperta di luoghi ormai dimenticati, di rovine che una lussureggiante vegetazione ha quasi interamente ricoperto, dove sono persino tornati a vivere animali che avevano inizialmente ceduto il passo all’uomo.

Cos’è il Museo Diffuso dell’Abbandono

La Romagna abbandonata è il fulcro di un’iniziativa che da qualche anno ha visto molti volontari riportare la vita là dove da tempo la natura aveva (ri)preso il sopravvento. Dalle montagne al mare, il Museo Diffuso dell’Abbandono ci conduce tra vecchie rovine che raccontano una storia difficile e tormentata, iniziata nel periodo del secondo dopoguerra, quando moltissime persone furono costrette a lasciare case e fabbriche per una speranza di sopravvivenza.

Il loro passaggio non è però andato del tutto cancellato: in un viaggio della memoria, In Loco (organizzato dall’associazione Spazi Indecisi) dà nuovo valore a questi luoghi rimasti a lungo inosservati. Per arrivare ad oggi, c’è stato bisogno di un lavoro imponente che ha portato alla riscoperta di spazi che hanno rischiato di restare dimenticati, fin quando la natura non avesse compiuto il suo lavoro portandone via anche le poche tracce rimaste.

E il risultato è incredibile: una rete di percorsi nel verde collega alcune delle più suggestive testimonianze dell’uomo e della sua esigenza di abbandonare luoghi che considerava il suo mondo. Si tratta non solamente di un viaggio tra rovine ricche di storia e paesaggi naturali, ma anche tra antiche tradizioni e sapori indimenticabili.

Val di Covile

Fonte: Ufficio Stampa | Ph. Stefano Belacchi

Val di Covile

“Sent-Ieri”, percorsi incredibili in Romagna

Tra i diversi itinerari proposti da In Loco, ora si aggiunge “Sent-Ieri”: un suggestivo cammino che lascia la celebre Riviera Romagnola per addentrarsi tra le montagne della dorsale appenninica. Siamo al confine tra l’Emilia Romagna e la Toscana, dove si snoda l’incantevole Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Qui più che mai si può ripercorrere le tracce dell’esodo postbellico, vivendolo non solo nelle rovine di casette in pietra abbandonate in tutta fretta (e talvolta ridotte ad una manciata di sassi), ma anche nei racconti di quelli che sono stati i loro abitanti, un vero e proprio tuffo indietro nel tempo.

Da Val di Covile a Villaneta, da Ronco del Cianco a Ca’ Franchetto: luoghi che un tempo furono vivaci, e che oggi raccontano una storia fatta di tradizioni quasi dimenticate e paesaggi bellissimi. Immersi nella natura più incontaminata, tra castagneti e marronete, antichi villaggi ci offrono il loro volto più inedito.

E per un’esperienza a tutto tondo, l’app In Loco permette di accedere a tantissimi contenuti gratuiti come mappe degli itinerari, luoghi d’attrazione da visitare e documentari che, durante il cammino, ci consentono di scoprire molto di più su ciò che abbiamo davanti agli occhi. Con le voci di chi ha vissuto davvero questi posti magnifici, non potremo che lasciarci trasportare dalla magia. Non manca naturalmente la possibilità di assaporare specialità tipiche del luogo, approfittando di alcuni punti di ristoro dove trovare cibi della tradizione che ci riportano indietro nel tempo.

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Curiosità Viaggi

In questa città esiste un attraversamento pedonale che è un inno all’amore

Le nostre esperienze di viaggio, tutte, hanno sempre a che fare con l’amore. A volte questo sentimento scoppia nel cuore all’improvviso, proprio quando ci fermiamo a guardare le meraviglie della destinazioni che abbiamo scelto, oppure lo fa quando queste restano nel nostro cuore per non andare via mai più.

Altre volte, invece, l’amore è parte integrante del viaggio stesso perché abbiamo scelto di vivere e condividere quell’avventura con le persone che amiamo. Ed è proprio quando questo accade che le città, i borghi e i Paesi che visitiamo si trasformano nelle scenografie romantiche che fanno da sfondo ai nostri ricordi più belli.

Ed è quello che succede quando si raggiunge la contea di Suizhong, situata nella città-prefettura cinese di Huludao, perché è qui che si trova l’attraversamento pedonale più suggestivo e romantico del mondo intero.

Le strisce pedonali dell’amore

Il rosso, che si sa, è il colore degli affari di cuore domina sull’asfalto di Binhai Avenue catturando l’attenzione dei passanti. È questa nuance che caratterizza quello che è un attraversamento pedonale che non ha nulla a che fare con quelli che già conosciamo perché questo celebra l’amore. Le tradizionali strisce orizzontali, infatti, sono intervallate da cuori di diverse dimensioni all’interno dei quali campeggia la scritta “I love you”.

Per avvistare, fotografare e attraversare queste strisce pedonali dobbiamo recarci nella contea di Suizhong situata nella città di Huludao, proprio quella che conserva i resti del suo straordinario passato tra i monumenti storici situati sulle colline che la circondano, le stesse dalle quali è possibile avvistare il mare.

Ed è questa città, con il suo attraversamento pedonale che celebra l’amore, che merita di diritto un posto in tutti quei luoghi che da sempre consideriamo romantici. Quelli da raggiungere con la propria dolce metà durante un viaggio indimenticabile. Quelli dove scattare selfie suggestivi e fotografie affascinanti destinate a immortalare i momenti più dolci della vita.

I luoghi dell’amore nel mondo

“Le strisce dell’amore” – così ci piace chiamarle – di Binhai Avenue ci hanno letteralmente conquistati per il loro messaggio e, come abbiamo anticipato, entrano di diritto nella lista delle destinazioni e delle esperienze che tutti gli innamorati possono fare in giro per il mondo.

Sono tanti, infatti, i luoghi romantici da raggiungere per chi viaggia in coppia. A volte si tratta di intere città, quelle magiche e suggestive, quelle che incantano e affascinano. Altre volte, invece, si tratta di alloggi intimi e selvaggi, di panorami da ammirare in due e di scorci che lasciano senza fiato.

Ponti, giardini e tunnel, e poi ancora tramonti infuocati sul lago e mari. Se parliamo di intere città, invece, non possiamo non pensare a Venezia e a Parigi, e ancora Verona. Luoghi conosciuti in tutto il mondo per quella allure romantica che da sempre gli appartiene.

Ma non sono di certo gli unici. Basti pensare al tunnel dell’amore nei pressi di Klevan in Ucraina. Quel tratto di ferrovia abbandonato, e caratterizzato da una natura lussureggiante, è considerato uno dei luoghi più romantici del mondo intero. È proprio qui, infatti, che migliaia di innamorati si scambiano promesse ogni giorno.

Esistono, poi, delle vere e proprie strade dedicate agli innamorati che si trovano nel nostro Paese. Quelle le riconoscete subito perché sono segnalate da cartelli stradali – Kiss Please – che non impongono divieti o obblighi, ma invitano le persone a fermarsi davanti al panorama e a baciarsi per celebrare l’amore.

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Le destinazioni più popolari in cui ci sono ancora norme Covid

Il mondo è ormai quasi del tutto aperto e le rigide norme Covid sembrano essere solo un brutto ricordo. Tuttavia, non è ovunque così. Molti Paesi, infatti, ancora mantengono diverse limitazioni e regole da seguire sia per farvi ingresso, sia da rispettare sul territorio.

Informazioni che, prima di organizzare qualsiasi viaggio, è giusto sapere onde evitare di non poter trascorrere il maniera serena la propria vacanza. Scopriamo insieme in quali delle destinazioni più popolari sono ancora in vigore le norme Covid.

Canada, norme Covid estese

Recentemente il Canada ha esteso le sue norme Covid almeno fino al 30 settembre 2022. In sostanza, possono farvi ingresso i viaggiatori completamente vaccinati da almeno 14 giorni, ma il certificato vaccinale e i dati del passaporto devono necessariamente essere forniti tramite l’applicazione ArriveCAN entro le 72 ore precedenti l’arrivo nel Paese. Nella stessa applicazione è obbligatorio indicare anche i propri i piani di viaggio. .

Inoltre, è bene sapere che si può essere selezionati in maniera casuale per un test Covid-19 all’arrivo, indipendentemente dall’avvenuta vaccinazione o meno. Le uniche eccezioni valgono per coloro che arrivano in Canada via mare, per i bambini sotto ai cinque anni e i viaggiatori che sono guariti dal Coronavirus negli ultimi 180 giorni.

Coloro che non sono vaccinati o che non abbiano completato il ciclo vaccinale, invece, devono effettuare un test Covid il primo e l’ottavo giorno, ma anche sottoporsi a una quarantena di quattordici giorni dimostrando alle Autorità di frontiera di essere in possesso di un piano per la quarantena, che andrà inserito sull’apposita sezione dell’app ArriveCAN.

Cile, norme ammorbidite ma non troppo

Meno complessa la situazione in Cile, ma comunque ancora sotto rigide norme da rispettare. Innanzitutto, è necessario compilare il formulario Declaración Jurada de Viajeros e in secondo luogo è fondamentale essere completamente vaccinati per ottenere il Pase de Movilidad che viene richiesto per lo svolgimento della maggior parte delle attività in luoghi pubblici sia al chiuso, sia all’aperto. Per averlo è necessaria la convalida della propria vaccinazione, anche se alla volte un test PCR può sostituire temporaneamente il pass cileno.

È bene sapere, inoltre, che territori, Comuni o anche solo i quartieri possono esserne soggetti a differenti livelli di restrizione.

Thailandia, stop all’autorizzazione ma sì al certificato

La paradisiaca Thailandia, a partire dall’1 luglio di quest’anno, ha abolito le necessità di possedere un’autorizzazione preventiva per fare ingresso nel Paese.

Nonostante questo, è ancora necessario mostrare il certificato di vaccinazione, oppure un Test Molecolare/Antigenico effettuato nelle 72 ore precedenti la partenza presso una struttura medica.

Nuova Zelanda, sì al turismo ma con restrizioni

Lontana ma splendida, la Nuova Zelanda ha riaperto da maggio le sue frontiere ai cittadini di 60 Paesi, compresa l’Italia. Tuttavia, per entrare è obbligatorio dimostrare di essere vaccinati e compilare online una Travel Declaration Form.

Inoltre, all’arrivo i viaggiatori ricevono due test fai-da-te per il Coronavirus: un tampone deve essere effettuato il primo giorno dopo essere sbarcati, l’altro il quinto o sesto giorno dopo l’arrivo.

Bahamas, tampone ancora richiesto

Poi arriviamo ad un vero e proprio Eden in terra, quello delle Bahamas. Da queste parti i viaggiatori vaccinati con ciclo completo non devono più sottoporsi al test/tampone Covid-19 per farvi ingresso.

Diversa la situazione per chi non si è sottoposto al vaccino: in questi casi le persone di età pari o superiore ai 2 anni devono esibire un test/tampone Covid-19 negativo effettuato non più di 72 ore prima del viaggio.

Per spostarsi da un’isola a un’altra, invece, non è necessario (indipendentemente dallo stato di vaccinazione) presentare il risultato negativo di un tampone.

Stati Uniti, entrano solo i vaccinati

Negli Stati Uniti l’accesso è concesso esclusivamente alle persone completamente vaccinate. Tuttavia, le Autorità statunitensi consigliano ai viaggiatori (quindi nessuna obbligatorietà) di effettuare dei test Covid prima e dopo l’arrivo nel Paese e continuare a indossare la mascherine all’interno di mezzi di trasporto pubblici.

Il certificato di vaccinazione, ammesso anche in formato digitale, deve essere presentato alla compagnia aerea al momento dell’imbarco che farà i dovuti controlli del caso.

Madagascar, norme ancora molto rigide

Regole ancora particolarmente rigide per volare in Madagascar. Da queste parti, infatti, tutti i viaggiatori in ingresso hanno l’obbligo di presentare l’esito negativo di un test molecolare/PCR effettuato entro le 72 ore prima della data del viaggio, svolgere un test antigenico all’arrivo nel Paese (per un costo di circa 15 euro), e in caso di esito positivo è obbligatorio mettersi in isolamento per almeno 7 giorni.

Il tutto interamente a carico del viaggiatore (nei casi asintomatici il confinamento avverrà in camera d’hotel; nei casi più gravi all’interno di strutture ospedaliere preposte).

Giappone, si entra ma con limitazioni

Davvero complessa la situazione in Giappone dove è sì consentito l’ingresso per motivi di turismo (previo rilascio del visto da parte dell’Ambasciata giapponese a Roma o del Consolato giapponese a Milano), ma a condizione che il viaggio – pur se acquistato da un’Agenzia di Viaggi o da un Tour Operator italiani – venga organizzato attraverso Agenzie o Tour Operator con sede in Giappone, chiamati a garantire l’osservanza da parte dei turisti delle regole stabilite dalle Autorità locali.

Ma non solo. Per l’ingresso è obbligatorio presentare un test PCR negativo effettuato entro 72 ore dalla partenza, corredato dal modulo compilato e firmato.

Cina, quarantene e caos

Ancor più complicata la situazione in Cina dove l’imbarco su un vettore diretto vero il Paese è consentito solo previa presentazione di un codice sanitario QR con il logo “HDC”, rilasciato dall’Ambasciata o dai Consolati Generali della Repubblica Popolare Cinese in Italia.

Ma non è finita qui. All’arrivo in questo immensa terra i passeggeri devono effettuare un periodo di quarantena, previsto dalle vigenti normative locali, presso strutture centralizzate dedicate. Il periodo di isolamento obbligatorio può variare indicativamente dai 7 ai 14 giorni, a seconda delle norme in vigore nella città di destinazione.

Non si escludono ulteriori profilassi, il tutto dipende dal luogo di destinazione finale. In caso di esito positivo al test anti-Covid all’arrivo in Cina, le disposizioni sanitarie locali prevedono che i viaggiatori vengano ospitati e curati presso strutture mediche specializzate per tutto il corso della degenza.

Infine, durante la permanenza nel Paese è richiesto l’utilizzo di applicativi di tracciamento e di controllo, con lo scopo di prevenire la diffusione del virus. Alla luce della situazione epidemiologica e, a seconda della presenza di casi di positività (inclusi i cosiddetti “Close Contact”, ovvero contatti di persone positive), si può essere sottoposti a misure di prevenzione e di controllo come tamponi periodici, quarantene o limitazioni agli spostamenti.

Insomma, in alcuni Paesi del mondo il Covid fa ancora molta paura.