Esistono luoghi di incantevole bellezza che vivono e sopravvivono all’ombra delle metropoli e delle grandi capitali che ogni giorno attirano migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo. Eppure questi posti solitari e silenziosi hanno l’onere e l’onore di conservare e preservare un patrimonio immenso per l’intera umanità.
Si tratta dei borghi del nostro Paese, scrigni di tesori preziosi che si confondono con la natura circostante, che conservano arti e mestieri e tramandano le tradizioni più antiche da generazioni. Sono quei luoghi lontani dai sentieri più battuti dal turismo di massa e quindi perfetti per chi cerca pace e relax, per chi desidera vivere esperienze autentiche a ritmo slow.
Ma un borgo, ora lo sappiamo, può trasformarsi anche nella destinazione ideale per tutte le persone che hanno fatto dello smart working uno stile di vita, come è successo a Tursi, lo splendido borgo rurale della Basilicata che è diventato la casa dei nomadi digitali.
I nomadi digitali scelgono ancora il south working
In principio era smart working, la modalità di lavoro che ha cambiato per sempre le nostre abitudini, che ci ha permesso di viaggiare senza smettere di lavorare e viceversa. Poi è nato il south working, il termine che indica lo spostamento dei flussi di lavoro, e nello specifico dei professionisti del nostro Paese, verso il sud Italia.
Una sorta di pellegrinaggio che ci ha condotto proprio lì, nei luoghi più belli del nostro stivale. Quelli bagnati dal mare, quelli immersi nella natura e quelli baciati dal sole. Tursi è uno di questi, un borgo rurale e straordinario incastonato in un paesaggio quasi surreale plasmato dalla natura e da nessun altro.
Un borgo di appena 4700 anime che si è sviluppato attorno al centro storico e al suo castello, e che poi si è esteso fino alla valle, lì dove canyon, pinnacoli e dune rocciose hanno caratterizzato in maniera univoca l’intero paesaggio. Un gioiello della Basilicata e dell’Italia intera che si è trasformato nella casa dei lavoratori da remoto che, proprio qui, hanno avviato un grandioso progetto al quale tutti possiamo prendere parte.
Tursi e la sua comunità di nomadi digitali
Nello splendido scenario dei Sassi di Matera ecco che spicca un borgo collinare e solitario, ma estremamente suggestivo e affascinante. Si tratta di Tursi, il gioiello della Basilica, che mostra i suoi tesori passo dopo passo. Il territorio, che fu teatro di scontri tra i Romani e Pirro, conserva ancora le testimonianze di una storia travagliata, antica e mai dimenticata.
La Rabatana, primo nucleo abitativo del villaggio, la Cattedrale dell’Annunziata e il Santuario di Santa Maria d’Anglona, e poi ancora il centro storico e il rione San Filippo, non c’è un angolo di Tursi che non sappia incantare e sorprendere.
Ed è proprio in questo contesto ricco di storia, fascino e cultura, che ogni anno centinaia di visitatori giungono da ogni parte del mondo per scoprire questa perla in provincia di Matera. Ed è proprio per le sue bellezze e per quell’atmosfera che sembra sospesa nel tempo, che il borgo è stato scelto per avviare il Tursi Digital Nomads.
Un progetto, questo, che vuole valorizzare i borghi e combattere lo spopolamento, ma al contempo consentire ai lavoratori di tutto il mondo di trovare una casa, per lunghi o brevi periodi, dove poter stimolare la creatività e la produttività grazie a uno scenario incredibile.
L’idea è nata proprio durante l’emergenza sanitaria, quando la modalità dello smart working è diventata predominante. Il progetto di Tursi Digital Nomads, ha avuto grande supporto da parte del comune che ha affidato alla comunità di professionisti un antico convento del 1600 completamente ristrutturato.
E ora quello spazio, che è simbolo del borgo e della sua storia, è diventato un hub multiculturale che da una parte ospita eventi artistici e manifestazioni, e dall’altra mette a disposizione uffici per i nomadi digitali che giungono qui per ricominciare.