Sicilia, una terra unica, magica, fatta di bellezze naturali che lasciano senza fiato e di meraviglie architettoniche cariche di fascino e di storia. Ma anche di straordinarie leggende e misteri, che si fondono con il reale di epoche vissute e che continuano a far vivere un passato che mai verrà dimenticato. Come quelle che si narrano e che aleggiano intorno al Castello di Mussomeli anche noto come Castello Manfredonico, in provincia di Caltanissetta.
Un luogo dal fascino unico, realizzato su un’altura praticamente inaccessibile tra il 1364 e il 1367, e la cui ubicazione rendeva il castello un punto strategico dal punto di vista militare, proteggendo dall’alto il territorio circostante.
Castello di Mussomeli, la storia
Una roccaforte, voluta da Manfredi III di Chiaramonte, duca di Modica, e rimasta nella storia per un evento ricordato come “Sala dei Baroni”. In questa celebre sala, infatti, si riunirono Papa Bonifacio IX, Artale Alagona e Manfredi Chiaramonte, due dei vicari dell’ancora minorenne Maria di Sicilia o d’Aragona, figlia di Federico III di Aragona ed ereditiera della Corona, nel tentativo di delegittimare il matrimonio tra la giovane e Martino il Vecchio duca di Montblanc d’Aragona. Avvenuto di fatto, dopo il rapimento della giovane organizzato proprio da quest’ultimo, nel tentativo di accaparrarsi il trono. Ma anche un castello intriso di misteri e leggende.
Storie che si intrecciano tra loro e che si fondono con avvenimenti reali, caricandoli di un fascino unico e di infinite suggestioni.
Misteri e leggende di un luogo senza tempo
Come quelle che riguardano l’omicidio mai realmente risolto di Laura, la sfortunata baronessa di Carini, figlia di Don Cesare Lanza, Barone di Trabia e Conte di Mussomeli, che divenne proprietario del Castello di Mussomeli nel 1594. Una morte avvenuta per mano del padre stesso o forse del marito di Laura, Don Vincenzo La Grua-Talamanca, Barone di Carini. Dopo averne scoperto il tradimento con Ludovico Vernagallo. E di cui si dice che il fantasma si aggiri ancora tra le stanze del castello in cerca del padre e della sua vendetta.
O come quella delle tre sorelle del Principe Federico: Clotilde, Margherita e Costanza. Le tre, infatti, vennero segregate in un piccola stanza proprio su volontà del fratello, che dovendo partire per la guerra volle proteggerle dal mondo esterno. Rinchiudendole, con i beni necessari alla sopravvivenza, in una stanza di cui fece murare la porta. Il viaggio del Principe Federico, però, durò molto più del previsto e al suo ritorno, aprendo la stanza, trovò le sorelle ormai morte per inedia, con il viso sfigurato dalla fame. Da questa stanza, chiamata anche la “camera di li tri donni”, si dice arrivino dei suoni, simili a lamenti e pianti strazianti.
Ma le leggende che vivono e alimentano la storia del Castello di Mussomeli non finiscono qui. Altro insolito abitante e che si dice aleggi tra le stanze e i corridoi della fortezza, è il fantasma di Guiscardo de la Portes. Un soldato spagnolo che venne ucciso nel 1392, dagli uomini di Don Martinez, rivale in amore del giovane e che, non riuscendo a conquistare il cuore dell’amata da entrambi, la bella Esmeralda de Loyoza, mandò i suoi uomini a eliminare il soldato per punire la donna. Portandole via per sempre il suo amore.
Storie e leggende cariche di emozioni, intrighi, amori vissuti o spezzati. Il cui ricordo rimane vivo nei racconti di chi ha camminato tra le mura del castello e di chi, per suggestione o per altro, pensa di averne visto i protagonisti. E che, al di là della sua indiscutibile bellezza dal punto di vista architettonico, rappresentano un valido motivo per visitare Mussomeli e il suo castello dagli innumerevoli segreti.