Categorie
Curiosità Viaggi

La campana più grande del mondo è in Italia

Immaginate un suono armonico che, ogni sera, puntuale, parte da un piccolo punto su un colle per cercare di toccare i cuori e la sensibilità del mondo intero. Immaginatelo nell’intento di far vibrare non solo i timpani, ma anche le anime e i cuori di chi lo ascolta: avrete, a questo punto, un’idea di ciò che vuol fare la campana più grande del mondo. Che, per la cronaca, si trova in Italia.

Avrete capito che non si tratta di una campana qualsiasi: non a caso, è chiamata la Campana dei Caduti, battezzata con il nome di Maria Dolens. È dedicata a tutti i caduti di tutte le guerre del mondo, senza alcun tipo di distinzione: né razza, né fede, né sesso, né ideologia. Maria Dolens suona per loro, inneggiando alla pace.

Maria Dolens, la campana più grande del mondo

La Campana dei Caduti troneggia sul Colle di Miravalle, in quel di Rovereto. Circondata da una natura tanto mozzafiato quanto silenziosa, spicca al centro di Largo Padre Jori Eusebio. Arrivarci non è difficile: una passeggiata in salita ed eccola, suggestiva più che mai: alta più di 3 metri, pesa oltre 300 quintali e il colore scuro del meccanismo che la aziona, insieme al suo bronzo, crea un contrasto intenso con i pilastri bianchissimi che la reggono.

Campana dei Caduti a Rovereto

Fonte: 123rf

Campana dei Caduti a Rovereto

Il contrasto, per altro, è voluto: la campana deve attirare l’attenzione, perché il suo scopo è quello di raccontare, ricordare, di ottenere non solo l’ascolto ma anche lo sguardo di chi la nota. È un monumento che deve dare tanto un senso di continuità quanto restituire la prepotenza della rottura creata dalla guerra. E ci riesce alla perfezione.

La nascita della campana più grande del mondo

Ma come nasce questa campana? Il suo ideatore fu don Antonio Rossaro. Il sacerdote, che operava a Rovereto, era colpito dalla tragedia della Prima Guerra Mondiale. Gran parte delle famiglie della zona avevano perso i loro cari, per un conflitto sanguinoso. Una volta terminata la guerra, don Rossaro pensò proprio a una campana che doveva essere ricavata da un materiale particolare: il bronzo fuso dei cannoni dei vari Paesi che avevano partecipato alla guerra.

Campana dei Caduti a Rovereto

Il sacerdote fece di tutto per perseguire il suo scopo. Prese contatto con ambasciatori e diplomatici e riuscì a fare in modo che il bronzo, già fuso e derivante non solo dai cannoni, ma anche da altre armi e materiale bellico, arrivasse a Rovereto. Fu usata una grande fucina, quella della Fonderia Colbacchini di Trento: nell’ottobre del 1924, la campana venne ufficialmente alla luce.

Decorata dallo scultore trentino Stefano Zuech, la campana più grande del mondo mostrava un bassorilievo con sei aquile, il volto sofferente dell’Ecce Homo e una serie di immagini e frasi volte a celebrare il sacrificio dei caduti. In basso, trentadue figure rappresentavano quattro diverse fasi della guerra: la partenza, la lotta, la morte e la vittoria.

L’inaugurazione, il suono e l’arrivo sul Colle

Il 4 novembre 1925, alla presenza del Re d’Italia Vittorio Emanuele III e di una serie di dignitari italiani e stranieri, la campana venne ufficialmente inaugurata. Attenzione però: la sua prima collocazione non era sul Colle: Maria Dolens rintoccava, infatti, dal torrione Malipiero del Castello di Rovereto, nel centro cittadino. Il suono che però don Rossaro aveva immaginato non corrispondeva a quello della campana: così, si penso a rifonderla e a crearne una seconda versione.

La Campana più grande d'Italia a Rovereto

La prima fusione, però, non venne come doveva. Così, si optò per fonderla ancora una volta. I tempi, tuttavia, si erano allungati e, frattanto, era scoppiata un nuovo conflitto: si dovette aspettare così la fine della Seconda Guerra Mondiale per posizionarla al Castello. Una ventina d’anni dopo, però, ecco il nuovo problema: la campana si incrina. Si opta per una quarta fusione, l’ultima. A sostenere i costi economici fu il Lions Club d’Italia, nel 1964.

Nel 1965, la campana è pronta: il suono è perfetto, la sua ultima forma è enorme e ideale per il suo scopo. Mancava solo una cosa: una sede che potesse tenerla al sicuro e darle non solo una casa, ma anche la luce che meritava. Così, si optò per il Colle di Miravalle. Dove, da allora, rintocca ogni sera alle 21.30.

Categorie
Destinazioni Viaggi

Spostarsi a Porto? È un’esperienza davvero da sogno

Una città romantica, palpitante, viva, variopinta: Porto è un piccolo incanto, una gemma portoghese tutta da scoprire. Tra i suoi vicoli si possono scoprire profumi e catturare immagini che sembrano quasi lontane nel tempo. Se questi motivi non bastassero per volerla visitare, c’è di più: anche spostarsi a Porto è emozionante ed emozionale.

Volendo un po’ calcare la mano, potremmo dire che questa città è dotata di veri e propri mezzi di trasporto esperienziali, che non si limitano a essere dei veicoli per muoversi dal punto a al punto b: diventano a tutti gli effetti qualcosa da fare, da vivere e da provare per dire di aver goduto a pieno di tutte le bellezze della città.

Spostarsi a Porto: a spasso dentro un tram vintage

Iniziamo da uno dei mezzi più suggestivi, diffusi in tutto il Portogallo: il tram vintage. Anche a Porto, come in tutte le altre città della nazione, i tram sono estremamente retrò, dei piccoli capolavori di lamiera perfettamente verniciata, con finestrini trasparenti incorniciati da legno lucido. Caratterizzati dai peculiari colori giallo e bianco (con piccole variazioni di tanto in tanto), questi tram fanno girare la testa ai turisti per la loro bellezza.

Spostarsi a Porto: i tram vintage della città

Fonte: iStock

Un esempio di tram vintage in Portogallo

Gli interni, poi, non sono da meno: anche qui il legno lucido è protagonista e sembra quasi di trovarsi in una carrozza-treno nobiliare e aristocratica, d’altri tempi. Il meglio, però, sta proprio nel viaggio: il tram procede lentamente e fornisce una visione perfetta e suggestiva della città, attraversando vicoli e vicoletti, passando di fronte a suggestivi locali coloratissimi, mercati e palazzi che sembrano quasi brillare.

La funivia per spostarsi a Porto

Un altro mezzo da sogno per spostarsi a Porto? La funivia, naturalmente. Librarsi in volo sulla città è una delle cose da non perdere quando la si visita, perché permette di abbracciare con lo sguardo i due livelli della città. Conosciuta come Funicolare Dos Guindai, si trova lungo il muro di Freiras e va dalla riva del fiume Douro al quartiere di Batalha.

La funicolare per spostarsi a Porto

Fonte: iStock

Porto, la funicolare che attraversa la città

Il percorso non è lunghissimo (il viaggio dura appena tre minuti), ma è molto suggestivo: restituisce lo scorcio della ripida scogliera che si trova tra il molo di Guindais e Batalah, permette di osservare il ponte Dom Luís I, i magazzini del vino di Porto e le peculiari barche che affollano il fiume Douro.

L’immancabile River Cruise sul Douro

Un altro modo suggestivo di muoversi a Porto? Le minicrociere sul fiume Douro. Come in ogni città sul fiume che si rispetti, anche a Porto è possibile scegliere tra diverse opzioni, alcune delle quali sono uniche nel loro genere. Si può optare per una river cruise con pranzo o cena, che attraversa l’intera città lentamente e si ferma in momenti clou (quando il sole è alto e fa splendere alcuni punti specifici o quando tramonta e colora la città di rosa).

Porto, le barche che attraversano il Douro

Fonte: iStock

Porto, le barche che attraversano il Douro

Ancora, è possibile decidere di prendere una mini nave per scoprire la valle del Douro, i suoi vitigni e le sue cantine o, semplicemente, godersi un piccolo giro panoramico con delle piccole fermate intermedie tattiche per scattare foto a scorci tipici e monumenti. Non resta che partire, no?

Categorie
Notizie Viaggi

È giunto il momento di visitare questo Paese

Tra i Paesi della zona è ancora quello che meno si conosce. Eppure, sta per diventare la nuova meta emergente e, presto, saranno molti i turisti che inizieranno ad andarci.

Stiamo parlando del Bahrain, un piccolo Stato formato da un arcipelago di 33 meravigliose isole vicino alle coste occidentali del Golfo Persico. Finora, la maggior parte dei visitatori era quella che prendeva parte al Gran Premio di Formula Uno che si tiene nel piccolo arcipelago fin dal 2004, nel famoso Circuito “Sakhir”.

Il Bahrain ora è più vicino

Ma presto le cose cambieranno per i turisti italiani. Dall’Italia, infatti, sono appena partiti i primi voli diretti che collegano Milano e Roma con la Capitale Manama. I voli operati dalla compagnia di bandiera del Paese Gulf Air sono cinque da Milano, di cui tre diretti no stop (giovedì-venerdì-domenica) e due da Roma (mercoledì e sabato).

L’obiettivo del Regno del Barhain è quello di accogliere 14 milioni di visitatori entro il 2026. Erano 11,1 nel 2019. In programma c’è la realizzazione di un nuovo aeroporto, di sei nuove marine e la creazione di cinque nuove città su alcune isole artificiali. Di queste, due saranno dedicate esclusivamente al turismo e tre saranno anche residenziali e naturalistiche oltre che turistiche.

Cosa vedere nel Bahrain

Questo piccolo Paese vanta già tre Patrimoni Unesco. Il primo è il sito archeologico di Qal’at al-Bahrain conosciuto anche col nome di Fortezza del Bahrain o Fortezza portoghese. Consiste in una collina artificiale eretta tra il 2300 a.C. e il XVI secolo. Gli strati della collina testimoniano l’occupazione del sito da parte dell’uomo nel corso dei secoli. Finora è stato scavato solo un quarto del sito che riportato alla luce abitazioni, edifici pubblici, commerciali, religiosi e militari. Qui si trovava la Capitale dei Dilmun, una delle civiltà antiche più importanti della regione.

fortezza-Bahrain

Fonte: 123rf

Qal’at al-Bahrain, la Fortezza portoghese

Il secondo sito Unesco è costituito dai tumuli sepolcrali della cultura Dilmun, costruiti tra il 2050 e il 1750 a.C., che si estendono su 21 siti archeologici nella parte occidentale del Bahrain. I tumuli funerari testimoniano la prima civiltà Dilmun.

Il terzo bene è la raccolta delle perle, che testimonia l’economia dell’isola, ma anche di altri attuali Paesi del Medioriente.

La Capitale del Bahrain

Anche Manama merita di essere visitata. La maggior parte delle attrazioni turistiche si trova proprio nell’antica Capitale. Per scoprire il carattere più genuino del Bahrain non può mancare una visita al suq di Bab el-Bahrain. Un tipico mercato arabo dall’architettura in stile islamico situato nel cuore dell’antica città e considerato uno dei più importanti del Regno. Un dedalo di viuzze dalle suggestive atmosfere arabe, tra cibo, spezie, tessuti e gioielli che vi farà conoscere l’anima antica e più tradizionale del territorio e la vecchia arte del mercanteggiare nel fare acquisti.

A pochi passi dal suq, antico e moderno si confondono con il maestoso World Trade Center, un vero e proprio capolavoro avveniristico in un Paese in continua crescita. È il secondo edificio più alto del Bahrain dopo le torri gemelle del Bahrain Financial Harbour e il primo al mondo ad aver integrato nella propria struttura pale eoliche per lo sfruttamento dell’energia del vento. Un enorme grattacielo ecosostenibile di 50 piani costituito da due torri alte 240 metri ciascuna a forma di vele, ubicato nel centro di Manama City.

Una delle attrazioni principali è senza dubbio la Moschea di Al Fateh, uno dei più grandi luoghi di culto e centro spirituale per tutti i musulmani del mondo. Costruita nel 1987 per volontà dell’ultimo Emiro, è lunga oltre cento metri e può ospitare fino a 7.000 fedeli. Sormontata da un’incredibile cupola in vetroresina, è stata realizzata con differenti materiali provenienti da tutto il mondo: lampade di legno dall’India, un enorme lampadario Swarovski, vetrate realizzate in Iran e marmi di Carrara. Sono previste visite guidate gratuite nella moschea, ma è raccomandato un abbigliamento consono. Le donne per accedere devono indossare l’abaya – l’abito lungo delle donne musulmane – e il velo.

Sempre a Manama si trova il Museo nazionale. Costruito negli Anni Ottanta del Novecento, è una struttura dal design moderno che ospita nove sale che raccontano la storia e la cultura millenaria di questo Paese, fulcro delle rotte commerciali tra Mesopotamia e Oriente. In particolare, si possono ammirare i preziosissimi reperti risalenti a circa 6.000 anni fa, documenti antichi e manoscritti islamici, oggetti della tradizione artigianale e testimonianze storiche sull’antica lavorazione delle perle.

Insomma, il Bahrain ha tutte le carte in regola per offrire una vacanza magnifica.

Categorie
itinerari culturali Notizie Viaggi

I siti archeologici più importanti d’Italia aprono di notte

Fin dal ‘700, questo sito ha attirato viaggiatori e artisti da tutto il mondo, da Johann Goethe a Giovanni Battista Piranesi. È un pezzo di Magna Grecia in Italia ed è meraviglioso.

La città di Paestum, anche detta Poseidonia, considerata la “città meglio conservata della Magna Grecia” (benché ancora in gran parte sconosciuta) insieme agli scavi di Velia, raccontano la storia della Magna Grecia nel nostro Paese e rappresentano, per tutto il mondo, un inestimabile patrimonio architettonico.

Questo luogo, che si trova in provincia di Salerno è ricco di storia e, perdersi a passeggio nel suo magnifico scenario, è come fare un viaggio indietro nel tempo.

D’estate, il Parco archeologico di Paestum e Velia, Patrimonio Unesco fin dal 1998, apre le porte anche in orario serale, per dare la possibilità ai visitatori un’occasione diversa dalla visita diurna per scoprire le due antiche città magno-greche e visitarlo al chiaro di Luna è un’esperienza unica.

Il Parco archeologico di Paestum e Velia

La porzione di città antica che si visita oggi corrisponde a quello che un tempo era il cuore pulsante, dove si trovavano i monumenti più importanti.

Le tappe obbligate del parco archeologico sono il Tempio di Hera (o Basilica), il Tempio di Nettuno e il Tempio di Atena (o di Cerere), veri e propri capolavori dell’architettura antica. Costruiti tra VI e V secolo a.C., sono, insieme a quelli di Atene e di Agrigento, gli edifici templari meglio conservati dall’età classica.

Poi c’è la tomba dell’eroe fondatore della città e diversi altri templi, altari, strade, terme e fontane. E ancora, abitazioni romane di lusso (si stanno portando alla luce anche quelle greche) e l’anfiteatro tagliato di netto a metà.

Da non perdere anche il Comizio, l’Agorà e l’Anfiteatro di Paestum, che narrano la vita di una città con le sue abitudini e la sua organizzazione. Da vedere anche la famosa Tomba del Tuffatore, con i suoi dipinti greci, e il Museo archeologico del parco.

Altrettanto suggestivo è il percorso lungo gli scavi di Velia. Questo non solo è il luogo più eminente della città antica, ma anche di particolare bellezza, dove architetture di epoche diverse mantengono un delicato equilibrio con la natura.

Aperture serali

Tra luglio e agosto, il Parco archeologico di Paestum e Velia ha in programma tantissimi eventi serali tra spettacoli, concerti e visite guidate. Fiore all’occhiello della programmazione estiva è la rassegna “Musica&Parole 2022” in calendario dal 22 luglio al 20 agosto. La rassegna, giunta alla terza edizione, vede alternarsi a Paestum e a Velia otto grandi eventi live con famosi musicisti del calibro di Roberto Vecchioni, Vinicio Capossela, Malika Ayane, Gegè Telesforo, Danilo Rea e Luciano Biondini, N.O.I. La Nuova Orchestra Italiana (fondata da Renzo Arbore), Paolo Belli, Raphael Gualazzi e Simona Molinari.

Nell’ambito delle altre aperture straordinarie serali previste nei due siti, il 24 luglio a Paestum si tiene l’evento “Vedute pestane: mostra ed estemporanea di pittura al chiaro di Luna” che evoca il passato del Grand Tour con l’esposizione di alcuni quadri della Fondazione Gianbattista Vico.

Info utili

Il Parco archeologico di Paestum e Velia è aperto tutti i giorni a partire dalle 8.30. Il biglietto d’ingresso è valido per tre giorni e include un accesso all’area archeologica e al Museo di Paestum e all’area archeologica di Velia.

Il biglietto intero da marzo a novembre costa 12 euro, ridotto 2 euro mentre da dicembre a febbraio costa 6 euro l’intero e 2 euro il ridotto. Sono previsti sconti famiglia.

Categorie
Asia lusso Maldive Notizie vacanze Viaggi

In vacanza alle Maldive (come Federica Panicucci)

È la meta più amata dai vip italiani. Se c’è un luogo dove potersi mettere al riparo dalle luci artificiali dei riflettori è là dove splende quella naturale del sole: le Maldive.

Finita la stagione di “Mattino cinque”, Federica Panicucci ha quindi deciso di prendere un volo insieme ai figli, Mattia e Sofia (lasciando a casa il compagno, Marco Bacini), e di fuggire via. Il suo luogo del cuore è l’atollo di Raa, a Nord di Malè, la Capitale della Maldive.

Per raggiungere lo splendido resort dove la presentatrice trascorre le vacanze, l’Emerald Maldive Resort, si è imbarcata su uno di quei piccoli idrovolanti che in pochi minuti collegano l’aeroporto internazionale agli atolli. Volano bassi e, guardare fuori dal finestrino, ammirando i piccoli cerchi verdi (sono le palme delle isole) circondati da una sottile striscia chiara (quella è la spiaggia) e da una azzurra (il mare dal fondale basso) che affiorano dall’acqua è una vera gioia per gli occhi. Se siete stati alle Maldive almeno una volta sapete che questa è la (meravigliosa) sensazione che si prova.

Com’è fatto il resort

Il resort scelto dalla Panicucci, che fa parte dei Leading Hotels of the World, è un cinque stelle ed è stato costruito su una piccola isola di 20 ettari, con una spiaggia tutt’intorno di un chilometro e mezzo (da percorrere più volte al giorno, avanti e indietro, per fare un po’ di movimento).

Costruito in armonia con l’ambiente maldiviano, utilizzando materiali come bambù, pietre naturali e foglie di Ylang Ylang, i cui fiori hanno un profumo intenso e buonissimo. Inoltre, è un resort “green”, che pone una grande attenzione all’efficienza energetica e alla conservazione dell’ambiente. Forse è proprio per questo è piaciuto a Federica (e non solo).

O forse sarà stata la beach villa dove soggiorna, decisamente una delle più lussuose delle Maldive. Molto moderna, con una piscina privata che dà direttamente sulla spiaggia bianca, dove fare ricche colazioni a base di frutta esotica e dove, quando ci si sveglia la mattina, basta mettersi a osservare l’acqua per vedere passare mante, squaletti pinna nera, magari qualche tartaruga e miriadi di pesci colorati.

emerald-maldives__villa-piscina

Fonte: Emerald Maldives Resort

La piscina vista mare di una beach villa

I vip nello stesso resort

Qualche mese fa all’Emerald c’era stata anche Miriam Leone, ex Miss Italia e ormai attrice in carriera. Forse aveva deciso di trascorrervi una luna di miele posticipata, con il marito Paolo Carullo, con il quale s’è sposata lo scorso settembre in Sicilia, sua terra natìa.

Non solo le story e nei post su Instagram ci avevano fatti sognare, per i colori del mare dalle mille tonalità di verde smeraldo, per il bianco della sabbia abbagliante, per il piacevole clima che avevano trovato a febbraio, quando ci sono stati, mentre in Italia faceva ancora freddo, ma anche per il lusso della vacanza alle Maldive.

Quanto costa una vacanza nel resort dei vip alle Maldive

In questo periodo trascorrere una vacanza in questo resort di lusso in una beach villa, come quella di Federica, costa circa mille euro al giorno, naturalmente è all inclusive. La villa di 187 metri quadri può ospitare fino a quattro persone, ha la piscina privata, il bagno di marmo, la doccia esterna, la cabina armadio e il patio.

Se Miriam Leone, invece, ha prenotato la luna di miele, ha sicuramente potuto approfittare di una tariffa promozionale “Honeymoon Special” che prevede uno sconto del 20% pagando circa 800 euro a notte per la camera. Insomma, volendo, c’è anche modo di risparmiare…

emerald-resort-maldive-camera-villa

Fonte: Emerald Maldives Resort

La camera della villa a due passi dalla piscina e dal mare
Categorie
città Curiosità Firenze itinerari culturali Monumenti Toscana turismo enogastronomico Viaggi vini

Sui palazzi di Firenze esistono delle piccole fessure che profumano di vino

Esiste una città italiana che non smette mai di incantare, che stupisce e meraviglia ogni volta, proprio come se fosse la prima. Lei è Firenze, il capoluogo della Toscana, la città d’arte per antonomasia nonché la culla del Rinascimento.

Dal Duomo celebre, maestoso e iconico con quella cupola progettata dal Brunelleschi e il campanile di Giotto, passando per la Galleria dell’Accademia dove è conservata la scultura del David di Michelangelo e per la Galleria degli Uffizi dove sono esposti i capolavori di Botticelli e di Leonardo da Vinci.

Firenze è una vera meraviglia, e lo è anche per quegli scorci meravigliosi che si perdono sul fiume Arno, quelli da ammirare dai ponti conosciuti in tutto il mondo, tra i quali il Ponte Vecchio, e per quel centro storico brulicante di vita, storie e persone. E per quelle fessure che si aprono improvvisamente sulle facciate dei palazzi nobiliari e che profumano di vino.

Le buchette del vino

Appaiono davanti allo sguardo curioso dei passanti quelle fessure che sembrano finestrelle o porticine. Succede improvvisamente, durante una semplice passeggiata tra le strade di Firenze. E quando ne vedete una, fermatevi pure, e preparatevi a un’esperienza incredibile che affonda la sua storia in tempi lontani.

Quelle che avete davanti sono le celebri buchette del vino e, come il nome stesso suggerisce, si tratta di aperture tramite le quali viene venduto il vino ai passanti. Belle, quanto affascinanti e suggestive, queste fessure decorano e impreziosiscono in maniera unica i palazzi del centro storico da secoli.

Per scoprire le loro origini dobbiamo fare un passo indietro nel tempo e spostarci in una Firenze inedita e seducente, quella del XVII secolo. È durante questo periodo che, le famiglie nobiliari che avevano investito nella produzione del vino, iniziarono a diffondere l’usanza di vendere i loro prodotti direttamente dalle loro case e dai loro palazzi, senza intermediazione.

Per facilitare la compravendita, vennero create queste buchette che solitamente erano collegate alla cantina. Attraverso queste avveniva la vendita al dettaglio di bottiglie di vino in strada garantendo una totale discrezione dell’atto.

Le buchette del vino, visibili ancora oggi in città, hanno la forma di finestrelle, con tanto di arco decorato e porticina in legno. Alcune di queste sono ancora attive e visibili in tutto il loro antico splendore, come quelle di via del Giglio e in via del Sole. Altre sono state murate e si sono trasformate nella preziosa testimonianza della storia che appartiene alla città.

Buchette del vino, Firenze

Fonte: Getty Images

Buchette del vino, Firenze

Sorseggiare il vino a Firenze, in una buchetta

Alcune delle buchette del vino della città di Firenze sono ancora attive e hanno un fascino indescrivibile. Durante l’emergenza sanitaria, molte di queste sono state ripristinate per servire bevande e drink in totale sicurezza.

Ancora in funzione o murate, le buchette del vino sono tantissime: la città, infatti, ne ospita circa 180. L’invito è quello di organizzare una vera e propria caccia al tesoro nel cuore del capoluogo della Toscana.

Se è vero che non esiste una catalogazione ufficiale di questi piccoli gioielli architettonici, è vero anche che grazie al lavoro dell’Associazione Buchette del Vino, che ha come obiettivo quello di valorizzare e preservare questo patrimonio, possiamo orientarci tra i quartieri e le strade della città per scoprirle, fotografarle e sorseggiare del vino.

Tra le più famose troviamo quella incastonata in un’antica facciata di via del Giglio e quella di palazzo Antinori in via del Trebbio. E poi ancora è possibile trovarle in via delle Belle Donne, sulla facciata del Palazzo Viviani, in via dell’Oriuolo e in via Borgo Pinti.

Buchette del vino, Firenze

Fonte: Getty Images

Buchette del vino, Firenze
Categorie
linee aeree vacanze avventura Viaggi

Volare sulle ali di un aereo: chi ha il coraggio di farlo?

C’è chi attende i weekend lunghi, i ponti e le amate ferie per ritagliarsi degli spazi all’insegna del riposo e del relax assoluto, meglio ancora se tra la tranquillità della natura e le bellezze paesaggistiche del mondo, e chi invece ha come unico obiettivo quello di trasformare i momenti liberi in avventure fatte di adrenalina e brividi.

Se fate parte di questa categoria, allora, siete nell’articolo giusto. Per tutti gli altri, invece, consigliamo di rifugiarsi in una di queste splendide isole del Mediterraneo per vivere esperienze rilassanti a ritmo slow.

Adrenalina, dicevamo. È di questa sensazione che si nutrono tutte quelle persone che sono alla costante ricerca di avventure da brivido, quelle sanno spaventare anche solo al primo sguardo. Ne sono un esempio il volo dell’angelo, il bungee jumping e tutte le attività estreme destinate solo a chi ha cuore e fegato d’acciaio. E se questo vi sembra già tanto, aspettate di provare il Wing walking.

Wing walking: l’esperienza più andrenalinica di sempre

Se il solo fatto di stare seduti a bordo di un’aereo vi causa nausea e nervosismo, allora dobbiamo dirvelo: il Wing walking non fa per voi.

Il nome di questa attività, forse la più folle e spericolata tra quelle già menzionate, non lascia spazio all’immaginazione. Il Wing walking consiste nel camminare sulle ali di un aereo. E badate bene perché il velivolo non è saldamente fermo a terra, ma si trova in movimento, ad alta quota.

Questo sport estremo e acrobatico regala le ali agli esseri umani. Chi decide di praticare il Wing walking viene legato sulla sommità di un biplano prima di spiccare il volo. Dopo di che si ritroverà ad alta quota ad affrontare sbalzi di pressione, venti e perturbazioni.

Se salire sull’ottovolante del Luna Park è per voi già un atto di coraggio, è chiaro che questo sport non fa per voi perché è destinato solo a chi non ha paura di niente. E se per qualche incomprensibile caso, questo ancora non vi sembrasse abbastanza, sappiate che c’è anche chi non si limita a stare fermo su quelle ali dell’aereo e, anzi, si muove, fa acrobazie e si sposta persino da un aereo all’altro, in volo ovviamente.

Il Wing walking, infatti, nacque proprio come uno spettacolo acrobatico nel Regno Unito nei primi anni del ‘900. A partire dagli anni ’20, la pratica, si diffuse anche in America conquistando Hollywood. Da quel momento c’è stato un grande sviluppo di questa attività, ma a causa di diversi incidenti vennero applicate delle restrizioni per gli acrobati e gli stuntman. Negli Stati Uniti, infatti, si proibì di camminare sulle ali a un’altezza superiore ai 460 metri.

La pratica moderna

Oggi Il Wing walking continua a essere praticato. A differenza però di sport estremi come il bungee jumping o il volo dell’angelo, questa non è un’attività che può essere eseguita senza pratica e formazione. Esistono, infatti, diverse scuole e accademie che introducono alla pratica, e queste sono diffuse soprattutto nel Regno Unito. A Somerset, per esempio o nel Gloucestershire, potete trovare alcune delle scuole certificate più celebri del Paese e del mondo intero.

Certo è che un’esperienza del genere appare davvero come una delle più grandi avventure della vita. Ma se ci vuole coraggio ad arrampicarsi sulle ali di un aereo, ci vorrà un fegato d’acciaio per restare aggrappate a esse quando il velivolo spiccherà il volo.

Categorie
linee aeree Notizie Viaggi

Arrivano i letti in aereo anche in classe economica

Finalmente anche chi viaggia in Economy potrà dormire comodamente in un letto. Succederà nel 2024 a bordo degli aerei della Air New Zealand. Un privilegio finora concesso solo ai passeggeri in First Class o Business, che presto diventerà realtà anche per i viaggiatori con un budget più ridotto. La novità arriva in risposta ai feedback della clientela sull’importanza del sonno e sulla necessità di maggiore comfort e spazio. Tuttavia, non è proprio riservata a tutti: sarà, infatti, destinata solo a determinati voli.

Air New Zealand pronta ad offrire il ‘miglior sonno nel cielo’

Ci sono voluti cinque anni di studi, sondaggi di mercato e calcoli, ma finalmente il vettore neozelandese ha annunciato che sarà la prima compagnia aerea al mondo a permettere ai viaggiatori in Economy di dormire in un letto. Ciò sarà possibile, però solo durante i voli molto lunghi.

Il servizio sarà, infatti, fornito sui collegamenti a lunghissima gittata, tra cui la tratta Auckland-New York, che verrà lanciata a fine settembre (della durata di oltre 17 ore), o la rotta Auckland-Chicago, pronta per fine ottobre (della durata di 15 ore).

Stando a quanto spiega una nota ufficiale, i nuovi moduli denominati ‘Skynest’ offriranno ai clienti più scelta rispetto a qualsiasi compagnia aerea al mondo, fornendo “il miglior sonno nel cielo” indipendentemente dalla cabina in cui i clienti scelgono di volare.

Skynest, la rivoluzione dei letti in Economy

Le capsule Skynest esordiranno a bordo dei Boeing 787 Dreamliner, che verranno riconfigurati con nuove Business, Premium Economy ed Economy. Ogni modulo Skynest ospiterà sei comodi letti o cuccette in blocchi di tre, lunghe 2 metri e larghe 58 centimetri,

Ognuna di queste cuccette avrà il proprio cuscino, lenzuola e una tendina per garantire la privacy, oltre alla luce di cortesia, alle bocchette d’aria e a diverse prese elettriche e Usb. La compagnia aerea sta ancora definendo i dettagli esatti di come saranno prenotate le capsule ma, stando a quanto rivelato finora dal vettore, in questa prima fase ogni passeggero potrà usufruire della cuccetta per un massimo di quattro ore. Naturalmente, con un costo aggiuntivo rispetto ai normali posti in classe economica, ancora da definire.

Il vettore neozelandese ha deciso di puntare sulla qualità del sonno e sul comfort per un motivo ben preciso. Per la posizione geografica della Nuova Zelanda, infatti, la compagnia aerea ha l’opportunità di operare molte rotte a lunghissimo raggio. E proprio a causa della lunghezza di alcune di queste tratte, i passeggeri si ritrovano a trascorrere a bordo la maggior parte del primo giorno di viaggio. Da qui, la decisione di venire incontro anche alle esigenze di chi vola in economica.

“Ci siamo concentrati su sonno, comfort e benessere perché sappiamo quanto sia importante per i nostri clienti arrivare ben riposati – ha dichiarato in una nota l’amministratore delegato di Air New Zealand, Greg Foran – Sia che si stiano dirigendo verso una riunione o verso il primo luogo di villeggiatura, vogliono essere pronti a partire”. Quel che è certo, è che Skynest rappresenterà un vero punto di svolta per l’esperienza di viaggio in classe economica. Tutto questo, però, solo dal 2024.

Skynest Air New Zealand

Fonte: Uffiico Stampa

Air New Zealand pronta ad offrire il ‘miglior sonno nel cielo’
Categorie
Notizie patrimonio dell'umanità piste ciclabili Viaggi

Pista ciclabile con vista sulla splendida laguna di Venezia

Una pista ciclabile sull’acqua, in uno dei punti più suggestivi d’Italia. La nuova pista ciclabile di Cavallino Treporti s’affaccia sulla meravigliosa laguna di Venezia, Patrimonio mondiale dell’Unesco. Lunga 20 chilometri, collega Cavallino al faro di Punta Sabbioni. Per 5 km corre sospesa sulla laguna, il tratto a sbalzo più lungo d’Europa.

Quest’opera innovativa e soprattutto sostenibile, motivo per cui è stata chiamata “Via del respiro”, è fondamentale per la valorizzazione di questo territorio.

La nuova “Via del respiro”

Una finestra unica sulle bellezze della laguna e che conduce fino alla porta di Venezia. La nuova ciclabile si conclude nel punto in cui campeggiano le paratie del famoso MOSE, entrato proprio di recente in funzione, e più in là si può godere dello skyline della Serenissima.

ciclabile-cavallino.treporti

Fonte: @Franco Cogoli

Una splendida opera d’ingegneria

Il momento migliore per percorrere la Via del respiro è all’alba o all’ora del tramonto, quando la luce calda contribuisce a rendere lo spettacolo unico al mondo.

La ciclabile a sbalzo più lunga d’Europa

Il primo tratto della ciclabile, lungo 3,5 km, era stato inaugurato un anno fa. L’innovativa struttura in acciaio e legno della pista ciclopedonale a pelo d’acqua era stata posata in via Pordelio.

La ciclopedonale è stata inserita in un più ampio progetto di riqualificazione del fronte lagunare e rappresenta per i visitatori, ma anche per gli abitanti, naturalmente, un luogo magico dove godersi la natura e una bellezza introvabile altrove: evocativo anche il nome scelto, Via del respiro.

Percorsa senza fretta, la nuova pista di Cavallino Treporti mostra tutta la sua bellezza, a ogni ora del giorno e della notte (grazie all’illuminazione a led): a fare da sfondo, l’inimitabile Venezia e le splendide isole di Torcello e Burano e, ora che i lavori sul waterfront di Punta Sabbioni sono stati conclusi, lo sguardo spazia dal MOSE fino all’orizzonte del Mare Adriatico e del Lido di Venezia.

ciclabile-cavallino.treportri_tramonto

Fonte: @Franco Cogoli

Tramonto sulla ciclabile di Cavallino Treporti
Categorie
Destinazioni Miami Puglia vacanze Viaggi

La Puglia più selvaggia, dove la vacanza è da sogno

Lontana dal caos di Gallipoli, del Salento e di quella Puglia super gettonata che qualcuno ha già soprannominato la “Miami d’Italia”, ce n’è una poco nota, tranquilla, un po’ selvaggia e soprattutto rilassante, perfetta per una vacanza estiva degna di essere vissuta.

La Riserva naturale Stornara

È quella della Riserva naturale Stornara, una riserva biogenetica naturale di più di 1.500 ettari di area protetta lungo la fascia costiera del Mar Ionio tarantino, che si sviluppa anche nell’entroterra, al confine con la Basilicata, comprendendo delle zone umide, laghi e corsi d’acqua.

Qui, a ridosso del mare, una distesa infinita di dune tra la fitta macchia mediterranea e il mare dalle acque calde e limpide, rendono questo luogo un vero paradiso.

Il nome di “stornara” deriva proprio dai numerosi storni di uccelli migratori che hanno scelto quest’angolo tranquillo di Puglia per venire a svernare. Cicogne, aironi, beccacce, germani reali, oche selvatiche. Chi viene fuori stagione può ammirare alcune delle specie più belle che si possano ammirare.

riserva-stornara-dune

Fonte: SiViaggia

Le dune protette nella riserva biogenetica naturale Stornara

Paradiso delle vacanze

Anche d’estate, nonostante la folla di villeggianti delle vicine località pugliesi, questo resta un piccolo angolo di paradiso. Perfetto per le vacanze. Il profumo dei pini d’Aleppo, del ginepro, del mirto e del rosmarino e il frinire delle cicale creano le basi di un’atmosfera rilassata di cui si può godere nella Riserva della Stornara.

Mimetizzato tra la vegetazione, c’è un hotel che sembra essere costruito direttamente nella terra. Il Kalidria, un cinque stelle lusso del gruppo Blueserena, si nota appena in mezzo al verde della riserva. Progettato dall’architetto argentino Emilio Ambasz, precursore dell’architettura verde, vincitore di numerosi premi nonché testimonial dell’architettura naturale, è uno degli edifici più green che si possano ammirare in Italia. Una sorta di “Bosco verticale“, che in questo caso, però, si sviluppa in orizzontale, con piante che crescono direttamente sulla facciata e tra una terrazza e l’altra, garantendo anche molta privacy agli ospiti.

kalidria-hotel-spa-blueserena

Fonte: SiViaggia

Il Kalidria Hotel, progettato dall’architetto argentino Emilio Ambasz

Proprio per la sua riservatezza e per lo splendido contesto in cui si trova, è anche il “buen retiro” di molti vip. Tra i regolari ospiti c’è, per esempio, Vasco Rossi, che viene spesso a trascorrere le vacanze estive e non si lascia sfuggire l’occasione di farvi una tappa tra un concerto e l’altro, tanto che la Regione Puglia gli ha conferito l’onorificenza di “cittadino onorario della Puglia creativa”.

A lui è dedicata la suite “Albachiara”, che prende il nome dal titolo del suo celebre brano degli Anni ’80, una camera che occupa solitamente quando viene in vacanza e che è sempre prenotata dagli ospiti che amano sentirsi parte del mondo del Blasco, che proprio nella stanza ha lasciato, in modo permanente, alcuni cimeli personali. Ma da questo luogo meraviglioso sono passate anche Elisabetta Gregoraci, Anna Tatangelo e altre celeb.

Mare e thalasso

Nella Riserva naturale Stornara anche il mare è una meraviglia. Il fondale basso per decine di metri consente di godere di acque cristalline dalle mille sfumature di blu. La spiaggia è quella di Castellaneta Marina che anche quest’anno ha ottenuto la Bandiera Blu della Fee (Foundation for Environmental Education) per l’ottima qualità delle acque.

Per chi vuole, il centro nautico mette a disposizione diversi tipi di imbarcazioni per divertirsi, dal pedalò alla barca a vela, dal surf al paddle, ma i cinque chilometri di spiaggia protetta e riservata – ogni ospite dell’hotel ha un posto prenotato in spiaggia – sono un ottimo spunto per fare splendide passeggiate a piedi nudi sulla sabbia durante le quali poter deliziare i sensi.

Il mare, con tutte le sue proprietà benefiche, è anche quello che si ritrova nella Ethra Thalasso Spa dell’hotel, dove si pratica la talassoterapia. Nella grande piscina di acqua di mare interna si possono fare un percorso acquatonico marino e un percorso Kneipp rigeneranti (anche Vasco pare ne vada matto). Quando il corpo viene immerso in acqua di mare, infatti, la pelle attraverso i pori assorbe tutti i minerali e gli oligoelementi di cui necessita, ristabilendo l’equilibrio là dove vi sono eventuali scompensi. Insomma, la vacanza oltre che rilassante qui è davvero rigenerante. Proprio ciò che ci vuole.

Kalidria_spiaggia