Nel cuore della Calabria, a Mammola, nella parte più a sud della provincia di Reggio Calabria e nascosto ai piedi dell’Aspromonte c’è MuSaBa, un parco museo a cielo aperto immerso nella vallata del Torbido e a circa una decina di chilometri dalle acqua cristalline del Mar Ionio. Un progetto nato nel 1969 per opera di due artisti visionari, Nick Spatari e Hiske Maas che, dopo diverse collaborazioni di pregio con personaggi di spicco del panorama artistico contemporaneo, tra cui Picasso, Sartre, Le Corbusier, Jean Cocteau, Max Ernst, ecc., decisero di donare una nuova vita a un posto abbandonato della Locride, sul versante Ionico della Calabria. Nel cuore di un’area dalle bellezze mozzafiato.
Un parco museo e laboratorio di arte contemporanea, nato intorno ai resti di un antico monastero del X secolo. E un luogo che unisce tra loro il moderno all’antico, in un turbinio di emozioni da vivere e in cui immergersi totalmente sperimentando in prima persona l’arte e l’universo di colori, materie, forme, tecniche e genialità creativa che lo caratterizzano.
La storia
MuSaBa, Parco Museo Laboratorio Santa Barbara, nasce sul finire degli anni ’60 inizialmente come associazione Museo Santa Barbara per poi diventare, nel corso del 2014, MuSaBa Fondazione Spatari/Maas. Un sogno che è stato reso reale dalla volontà di due giovani artisti, Nick Spatari, di origine calabrese e nato proprio a Mammola (scomparso a 91 anni nel 2020) e la moglie e artista olandese Hiske Maas, conosciuta nel periodo in cui i due vissero a Parigi.
Dopo qualche anno trascorso a Milano, dove aprirono la Galleria Studio Hiske, accessibile ad artisti e non, i due decisero di tornare al paese natale di lui, appunto Mammola e ritrovandosi immersi in un luogo in cui la natura aveva preso il sopravvento, piena di bellezza, energia e mistero. E fu esattamente qui che, ammaliati dal posto, decisero di stabilirvisi e di iniziare la realizzazione di un progetto visionario, audace ma carico dei sogni di entrambi, il Museo Santa Barbara, pensato per essere un mix tra parco-museo-scuola e laboratorio d’arte.
Un progetto che di fatto, riporta l’artista alle sue origini, nel luogo in cui si sviluppò la sua vena artistica che proprio qui si mostra in tutta la sua forza e creatività.
Il progetto
Inizialmente, quando i due giovani arrivano nel 1969, quello che trovarono non era altro che un insieme di resti abbandonati, testimonianza di un’epoca passata e, fino a quel punto, dimenticata. Un rudere, certo, ma carico di storia, di fascino e di magia.
Circondato dalla natura selvaggia ma anche di un’atmosfera magnetica e di straordinaria potenza di cui i due artisti si innamorano all’istante, decidendo di donare nuova vita alla zona e iniziando la promozione un progetto di recupero durato circa cinquant’anni. L’obiettivo era quello di realizzare delle iniziative culturali per la promozione del patrimonio architettonico e ambientale calabrese e che oggi si snoda all’interno di bellissimo parco di 7 ettari in cui poter ammirare le opere realizzate nel corso del tempo da Nik e Hiske e da altri artisti contemporanei internazionali.
Il tutto in un museo d’arte a cielo aperto dal fascino suggestivo e dall’alto valore artistico immerso in un contesto naturale di pura bellezza e tra i ruderi del monastero sul quale è nato.
Cosa vedere a MuSaBa
Un piano ampio, che si sviluppa in un concentrato d’arte a 360° e che, tra le altre, ha visto la creazione di opere e progetti volti all’arricchimento di tutti.
Come la foresteria, una delle opere più imponenti del MuSaBa, nata per assolvere alle diverse esigenze funzionali del parco museo. Un luogo realizzato ispirandosi alla vita monastica, in cui sono presenti delle stanze o “celle”, con ben 22 posti letto, decorate secondo il genio creativo dell’artista. Qui, nel chiostro della foresteria stessa, è possibile ammirare il Mosaico Monumentale ad opera dello stesso Spatari. Un produzione artistica carica di colori (segno distintivo dell’artista), architettura e geometrie, e che raffigura una serie di scene tratte dalla tradizione cristiana e alla civiltà sumera.
Un’opera magistrale e in cui le migliaia di piastrelle colorate utilizzate per la composizione del mosaico danno vita a uno spettacolo senza fine che vi rimarrà nel cuore per sempre.
All’interno del chiostro, poi, è possibile vedere anche L’Ombra della sera, una scultura alta ben 15 metri realizzata interamente in ferro che raffigura la sagoma di un uomo sottile, come una sorta di guardia posta a difesa del museo e dell’arte tutta.
Altra opera da non perdere e che rende MuSaBa un luogo carico di vitalità, energia, magia e avanguardia artistica, poi, è il laboratorio di sperimentazione artistica realizzato dal recupero dell’ex stazione ferroviaria Santa Barbara. Patrimonio per artisti e per chiunque voglia cimentarsi nell’arte e dar sfogo alla propria creatività. Ma non solo. Perché le opere da ammirare a MuSaBa sono davvero tante e una più affascinante dell’altra.
Come, per esempio, La farfalla, un’opera iconica posta all’esterno della foresteria, il Concetto universale che nelle forme richiama una piramide, così come la chiesa di Santa Barbara, dove fermarsi ad ammirare rapiti Il sogno di Giacobbe, opera di Spatari che ricopre quelle che un tempo furono l’abside e la volta della chiesa e la Rosa dei Venti, l’ultimo grande lavoro di Nik e Hiske che venne ultimata nel corso del 2013.
Oltre alle innumerevoli opere dei due creatori del luogo e di altri numerosi artisti del panorama internazionale. Che nel corso degli anni hanno visitato, abitato e donato il loro contributo, lasciando al parco museo opere e interventi artistici di puro splendore e che potete trovare disseminate in tutto il parco.
Un viaggio nella bellezza, che racconta la storia d’amore vissuta dai due artisti e l’amore e totale devozione verso l’arte, in ogni sua forma, colore o dimensione. E di cui, grazie al MuSaBa e alla determinazione di chi ne ha consentito la nascita, è possibile godere in un’esperienza emozionale e visiva a 360°. Lasciandosi trasportare dalle sensazioni che solo il connubio armonioso tra arte e natura sanno suscitare. Il tutto unito dallo spirito libero di entrambe e dalla magia della terra che le ospita.
Non resta che correre a vistare questo luogo dai tratti surreali.