È un’estate di caos quella che stiamo vivendo e, soprattutto, negli aeroporti europei. Un po’ a causa degli scioperi e dei licenziamenti avvenuti durante la pandemia che hanno portato alla mancanza di personale in questo momento di fuoco per il turismo, un po’ per colpa caro carburante, il mercato cambiato e dei costi della vita alle stelle, tutte situazioni che probabilmente metteranno il mondo delle low cost con le spalle al muro.
Ryanair: addio biglietti a pochi euro
È stato proprio il “re” dei biglietti aerei a prezzi ridicoli ad accendere la questione dell’addio ai voli low cost: Michael Kevin O’Leary, attuale amministratore delegato di Ryanair. Stando a quanto ha dichiarato in un’intervista rilasciata al Financial Times, i costi dei biglietti come li abbiamo visti fino ad ora, probabilmente, non si vedranno più. Il motivo principale? Il carburante a questi prezzi poiché, secondo il Ceo della low cost irlandese, questa situazione è destinata a durare a lungo e il mercato dovrà adeguarsi a un diverso scenario.
Non è un caso che abbia persino accennato a una cifra: se fino a questo momento il prezzo medio in casa Ryanair era intorno ai 40 euro, da adesso in poi dovremo abituarci a una media più vicina ai 60 che ai 50 euro. Anche se, come ha sottolineato O’Leary, non sarà questo aumento a bloccare la voglia di viaggiare, in quanto considerato ancora abbordabile. Ha ammesso, però, che il vecchio modello non ci sarà più, pure se è ancora presto per dire se sarà per sempre o meno.
Ma O’Leary non si è fermato qui. Ha infatti colto l’occasione dell’intervista per criticare il governo del Regno Unito e quello che ha definito “il disastro” della Brexit. Questa condizione, infatti, ha impedito alle compagnie aeree di reclutare facilmente lavoratori europei, peggiorando così la carenza di personale quest’estate.
La conferma del Ceo di ITA Airways
Come riportato da La Stampa, il Ceo di ITA Airways Fabio Lazzerini ha confermato questa teoria e si è persino spinto oltre spiegando: “Il modello low cost non significa modello low fare. Ci sono sì tariffe bassissime ma sono poche, le altre ormai si avvicinano a quelle delle compagnie aeree tradizionali”.
Riflettendoci, del resto, è così. A livello generale le low cost fanno effettivamente pagare poco solamente il biglietto, ma poi si arriva più o meno al prezzo di una qualsiasi altra compagnia a causa dei costi dei bagagli (qui un approfondimento sui costi) e di qualsiasi altro servizio.
Il futuro dei viaggi, in questo momento, non sembra del tutto in discesa considerando anche i numerosi disagi che ci sono negli aeroporti di tutta Europa (e non solo). Problemi che investono tutti: da viaggiatori ai lavoratori, fino ad arrivare agli imprenditori. Non mancano situazioni spiacevoli per piloti, steward e hostess che in questa fase denunciano turni che durano fino a quattordici ore e il mancato adeguamento ai minimi salariali previsti dal contratto nazionale, taglio degli stipendi e arbitrarie decurtazioni in busta paga.
L’inflazione dovuta al Covid e alla crisi energetica hanno perciò portato a un aumento generale dei prezzi, compreso il settore dei viaggi. E sfortunatamente, anche a livello di condizioni lavorative la situazione non è di certo (ma speriamo momentaneamente) incoraggiante.