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Dopo tanti anni riapre al pubblico una misteriosa isola italiana

C’è un gioiello di ben 17 ettari che si trova nel mezzo di un lago italiano bellissimo (e da record). Un luogo che per molti anni è rimasto chiuso al pubblico ma che, finalmente, si accinge a riaprire i suoi cancelli a tutti.

L’Isola Bisentina è di nuovo visitabile: cosa sapere

Ci troviamo al Lago di Bolsena in provincia di Viterbo, il bacino di origine vulcanica più grande d’Europa. Proprio qui, tra acque limpide e calme, svettano due bellissime isole: la Martana e la Bisentina. La seconda, in particolare, è stata per molti anni chiusa al pubblico. Ma la buona notizia è che, a partire dal 2 luglio e fino all’ 8 ottobre, tutti i sabato da Capodimonte partiranno i battelli per visitarla. Così da Bolsena, ma a partire dal 7 agosto e fino al 28 dello stesso mese.

Il costo del biglietto sarà in totale di 42 euro per gli adulti: 22 per la visita guidata dell’isola, e 20 per il viaggio. I bambini dai 6 a i 15 anni avranno uno sconto di 7 euro per un totale di 35 euro. Per i disabili il costo del biglietto resta di 42 euro con accesso gratuito per l’accompagnatore.

La storia dell’Isola Bisentina

Questa vera e propria perla della Tuscia è stata da sempre interamente di proprietà privata. In principio apparteneva alla principessa Maria Angelica del Drago e al fratello, il principe Giovanni. La famiglia del Drago, originaria di Bolsena, ne è stata proprietaria fin dal 1800. Poi la principessa, una volta anziana, ha lasciato la gestione ai nipoti, i quali l’hanno messa sul mercato.

Sfortunatamente, l’opportunità di acquistare l’isola e renderla fruibile al pubblico non è stata colta al volo: troppi i circa 6 milioni di euro richiesti come prezzo base. Per questo motivo, alla fine si sono fatti avanti i proprietari della casa farmaceutica Rovati che, già in affari con il nipote della principessa, hanno concluso la trattativa. Ma per fortuna, oggi, proprio la stessa famiglia Rovati ha voluto riaprire l’isola Bisentina alle visite.

lago fi bolsena isola bisentina

Fonte: iStock

Il Lago di Bolsena con le sue isole

Ma non solo. La notizia altrettanto interessante è che ci sarà spazio anche per la cultura. In occasione dell’apertura al pubblico si terrà “Coltivare l’arte”, ovvero un’installazione di opere d’arte contemporanea pensate per essere inserite proprio tra le bellezze naturali e storiche del sito.

Cosa vedere sull’Isola Bisentina

L’Isola Bisentina si trova nella parte occidentale del Lago di Bolsena e al suo interno possiede, tra ulivi secolari e magnifici giardini all’italiana, ben sette cappelle costruite tra il XV e XVI secolo volute per rappresentare quelle di Roma, e ognuna rivolta verso ciascun paese del Lago di Bolsena.

Affascinanti strutture religiose abbracciate dalla natura incontaminata come, per esempio, la bellissima chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo del Vignola che è caratterizzata da una maestosa cupola. Altrettanto affascinante sono il convento Francescano, la pregevole Rocchina, il tempietto di Santa Caterina a pianta ottagonale del Sangallo che è costruito su un colombario etrusco a picco sul lago, la cappella del Crocifisso con affreschi del ‘400, e il Malta dei Papi, carcere a vita per ecclesiastici colpevoli d’eresia.

chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo del Vignola isola bisentina

Fonte: GettyImages – Ph: DEA / U. COLNAGO

Veduta della chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo del Vignola

Un importante patrimonio storico che si mescola a strapiombi rocciosi sull’azzurro del lago. Un luogo, quindi, dalla storia antichissima. Vi basti pensare che ci passarono etruschi e romani. Il più datato reperto archeologico, ritrovato nel 1989 nei fondali intorno l’isola ad una profondità di 13 metri, è una monoxila (ricavata da un unico tronco) scavata con il fuoco e rifinita a scalpello, lunga 6.60 m, riconducibile all’età del Bronzo (VIII sec. a.C.).

Una scoperta isolata e che non può permettere di affermare una presenza abitativa stabile sull’isola. Se risaliamo invece al VI sec. a.C., emergono alcune tombe etrusche a fossa con suppellettile ceramica, poi un cippo con iscrizioni di epoca romana ed alcuni frammenti di colonne di marmo, ma anche in questo caso sono troppo pochi gli elementi per poter dedurre l’entità di un insediamento stabile.

Da quel che è stato compreso fino a questo momento, un vero e proprio popolamento dell’isola inizia soltanto nel IX sec. d.C., quando divenne un sicuro rifugio per la gente dei paesi limitrofi al tempo delle incursioni barbariche.

Oltre alla storia, il punto forte dell‘Isola Bisentina è anche la sua natura quasi incontaminata. Vi basti pensare che gli studi di botanica vi hanno potuto riconoscere ben 230 specie spontanee e naturalizzate.

Isola Bisentina, il passaggio italiano per il regno di “Agarthi”

Gli amanti del mistero potranno trovare al Lago di Bolsena pane per i loro denti. Sono tante, infatti, le leggende che ruotano intorno a questo straordinario bacino completamente balneabile. Ma c’e n’è una legata all’Isola Bisentina che dona a questo gioiello un fascino davvero irresistibile: si narra che sia il passaggio italiano per il regno di “Agarthi”.

Per chi non lo sapesse, è un regno leggendario che si trova al centro del nostro pianeta e derivato dalla teoria della “terra cava”. Un luogo che era popolato da una civiltà evoluta, pacifica, moralmente retta, forse già a contatto con entità aliene.

A quanto pare, ci sono varchi in tutto il mondo: all’interno della Sfinge in Egitto, nella foresta Amazzonica in Asia Centrale e, appunto, nella nostra Isola Bisentina.

isola bisentina viterbo

Fonte: GettyImages – Ph: Andia

Un tratto di costa dell’Isola Bisentina

Cosa vedere nei pressi dell’Isola Bisentina

Il Lago di Bolsena regala delle vere e proprie perle. Una tra queste è Capodimonte, un borgo in cui passeggiare tra vicoli caratteristici da cui ammirare splendidi scorci che si aprono verso lo specchio d’acqua più grande del Lazio. Il paesino, posto sulle rive meridionali del lago, è un luogo ideale per trascorrere una gradevole giornata all’insegna della storia e della natura.

Suggestivo anche il borgo di Marta dove sorge il Santuario della Madonna del Monte da cui lo sguardo scivola sui tetti per tuffarsi nelle acque blu del lago. Un ambiente di grande fascino e poesia in cui lasciarsi andare al passato tra archi, nicchie e piazzette.

Non può di certo mancare Bolsena dove svetta la Collegiata di Santa Cristina che è uno dei luoghi più sacri di tutta la provincia di Viterbo: un gruppo di monumenti collegati uno all’altro che formano un complesso unico al mondo. Durante la visita si possono scoprire la chiesa di Santa Cristina, le catacombe e la cappella nuova, detta anche “del Miracolo”.

A questi luoghi di grande fascino si aggiungono centri storici di significativa importanza turistica e storica come Montefiascone, Valentano e la celebre Civita di Bagnoregio. Poi il suggestivo borgo di Grotte di Castro che prende vita su una rupe tufacea dei Monti Volsini e Gradoli, piccolo ma piacevole borgo circondato da boschi.

Insomma, la riapertura dell’Isola Bisentina consente di scoprire dei luoghi unici al mondo e ricche di bellezze naturali e storiche.

bolsena borgo

Fonte: iStock

Uno scorcio del borgo di Bolsena
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L’evento più romantico del mese è l’incontro tra la Luna e Saturno

Mentre ci prepariamo all’arrivo dell’estate organizzando viaggi e sognando nuove destinazioni da raggiungere al più presto, le prove per lo spettacolo più bello del mese sono iniziate, proprio sopra le nostre teste.

Ancora una volta, infatti, il cielo si trasforma in un palcoscenico di immensa bellezza che ospita danze, abbracci e baci, apparizioni di stelle e pianeti che ci terranno compagnia in occasione del solstizio d’estate.

L’evento più romantico di sempre si svolgerà nella notte tra il 17 e il 18 giugno: la Luna e Saturno si incontreranno sotto una pioggia di stelle cadenti. Ma attenzione perché questo non è l’unico spettacolo che potremmo ammirare a testa in su. Aguzzate la vista: lo show è iniziato.

L’incontro tra la Luna e Saturno

Le congiunzioni non smettono mai di incantarci perché è proprio durante queste che gli astri solitari si incontrano, ed è allora che comincia la magia. E giugno, dobbiamo dirvelo, è davvero un mese incantato.

Sono tantissimi gli eventi astronomici che ci terranno compagnia nei giorni che precedono e seguono l’inizio dell’estate rendendo questo momento ancora più suggestivo. Il più atteso, tra tutti, è sicuramente lui: l’incontro tra la Luna e Saturno che avverrà proprio sopra le nostre teste.

La data da segnare in agenda è quella che coincide con la notte tra il 17 e il 18 giugno. Nella costellazione del Capricorno, infatti, il pianeta Saturno e il nostro satellite si incontreranno avvicinandosi in una danza eseguita sotto una pioggia di stelle cadenti.

Come confermato dall’UAI (Unione Astrofili Italiani), infatti, proprio nei giorni della congiunzione tra il nostro satellite naturale e Saturno sarà possibile osservare le meteore di giugno, rispettivamente le Aquilidi e le theta Ofiuchidi. Lo sciame non è molto intenso, tuttavia un’attenta osservazione potrà regalarci diverse sorprese.

Se vi state chiedendo se lo spettacolo sarà visibile a occhio nudo la risposta è sì, condizioni meteo permettendo. Il consiglio che vi diamo è quello di munirvi di telescopio o di binocolo e di raggiungere i luoghi privi di inquinamento luminoso, come parchi, colline, montagne o spiagge, per lasciarvi illuminare solamente dalla luce bianca e candida della Luna e degli altri pianeti.

La Superluna delle fragole e gli incontri tra i pianeti

Come abbiamo anticipato, il cielo del mese di giugno non smette di sorprenderci, del resto l’arrivo dell’estate deve essere celebrato in grande.

Così ecco che, prima della congiunzione tra la Luna e Saturno e l’avvistamento delle stelle comete, farà capolino nel cielo anche la prima Superluna del 2022. L’appuntamento è il 14 giugno ed è davvero imperdibile.

Quando il sole tramonterà, lascerà spazio a una straordinaria e luminosissima Luna che sarà più che mai vicina alla Terra (ecco perché ci sembrerà più grande). Il nome scelto è tanto antico quanto affascinante, sono stati i nativi americani a ribattezzarla Superluna delle fragole in riferimento alla stagione in cui si raccoglie questo frutto.

Ma gli spettacoli non finiscono qui. Proprio in occasione dell’ultima notte di primavera, e a poche ore dal solstizio d’estate, sarà possibile scorgere alle prime luci dell’alba una Venere più scintillante che mai vicino alle Pleiadi. A loro si aggiungere, poi, anche la sottile falce di Luna Calante nell’alba del 26 giugno.

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D’estate, l’Islanda si tinge di lilla. Ed è pura magia

Quando arriva l’estate, l’Islanda riprende colore. Se per mesi l’isola vulcanica è coperta da una coltre di neve bianca, quando le giornate s’allungano e splende il sole di mezzanotte, la terra arida si tinge di lilla.

L’estate colorata in Islanda

Tra i mesi di giugno e luglio, lungo le strade, sulle rive dei laghi e delle cascate o sulle vaste distese umide tra le montagne è tutto un fiorire di lupini. Il lupino, spiega la guida che accompagna i bus turistici nei tour attraverso il Golden Circle, un percorso turistico molto frequentato nel Sud dell’Islanda, che copre circa 300 chilometri e che parte dalla Capitale islandese, Reykjavík, è una pianta infestante.

Importata nel XIX secolo dall’Alaska, aveva lo scopo di limitare l’erosione del suolo, data la sua capacità di crescere anche su terreni difficili per altri tipi di piante. Oggi ha talmente preso piede da dominare la scena islandese e colorare di blu, lilla, rosa o anche bianco, ogni parte dell’isola, rendendo ogni angolo un luogo magico.

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Fonte: 123rf

Escursioni a cavallo in Islanda

Per i primi anni anni la pianta fu utilizzata solamente in alcuni spazi verdi attorno a Reykjavík. Solamente alla fine degli Anni ’70, il Servizio di conservazione del suolo d’Islanda iniziò a distribuire i semi di lupini a tutti gli agricoltori che ne facevano richiesta.

Non soltanto questa pianta avrebbe rallentato l’erosione grazie alle radici, ma avrebbe anche fertilizzato il terreno dato che produce grandi quantità di azoto. Da allora, l’aspetto dell’Islanda era cambiato per sempre.

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Fonte: 123rf

La chiesetta di Skalholt alle porte di Reykjavík

I paesaggi dipinti

Il lupino oggi è visibile ovunque in Islanda, dalle città ai più piccoli villaggi sperduti. Il lungomare di Reykjavík in estate è pieno di lupini. Uno splendido contrasto tra il blu scuro dell’Atlantico, il blu del cielo estivo, il nero delle rocce vulcaniche, il verde del grande parco pedonale e il viola di questi fiori.

Ma lo spettacolo più affascinante è naturalmente quando si va fuori città e ci si ritrova subito immersi nella natura dove i paesaggi, cascate, canyon o geyser che siano, sono immersi nei vasti campi colorati di lilla. Una gioia per i turisti che non smettono di scattare fotografie.

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Fonte: 123rf

La maestosa cascata di Skogafoss in Islanda
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Viaggi Wanderlust

C’era una volta una stazione: ora è diventata un hotel

Ci sono viaggi destinati a restare per sempre nella nostra memoria e nel cuore. E non accade solo per le destinazioni che scegliamo e tutte quelle meraviglie che appartengono al mondo che abitiamo e che possiamo osservare durante le nostre avventure, ma anche e soprattutto per le esperienze che viviamo.

Avventure sensoriali che stravolgono e sconvolgono, che meravigliano a ogni chilometro percorso, a ogni panorama osservato e a ogni piatto assaggiato. Esperienze che passano anche per quegli alloggi caratteristici che ci permettono di osservare il mondo da un’altra prospettiva.

Case sugli alberi, tiny house, capsule hotel e alberghi galleggianti, queste sono solo alcune delle strutture ricettive che aprono ogni giorno le loro porte ai viaggiatori. Ma se ancora non vi bastano, allora, abbiamo noi l’alloggio perfetto per ogni viaggiatore: una vecchia stazione ferroviaria trasformata in un hotel.

Dormire nel vagone di una vecchia stazione

I viaggi in treno ci affascinano da sempre soprattutto quando ci consentono di viaggiare a ritmo slow per raggiungere i nostri luoghi del cuore, mentre grazie alla vista finestrino possiamo ammirare viste straordinarie che cambiano chilometro dopo chilometro.

Ma se sopra quel treno potessimo anche dormirci? E no, non ci stiamo riferendo alle cuccette notturne messe a disposizione per le tratte di lunga percorrenza, ma a veri e proprio alloggi ricavati all’interno di vagoni fermi in una vecchia stazione ferroviaria in disuso da anni.

Ci troviamo a Tatamagouche, un villaggio in Nuova Scozia. È qui che si trova una delle sistemazioni più bizzarre e affascinanti del Paese e del mondo intero. Un luogo dedicato ai viaggiatori che amano i treni e a tutti quelli che vogliono vivere esperienze davvero inedite.

L’hotel è nato da un sogno, quello di James LeFresne che è cresciuto proprio in questo villaggio, oltre quei binari che rischiavano di scomparire, gli stessi che raggiungeva sempre da bambino per immaginare viaggi lontani. Quando venne deciso di demolire la stazione ferroviaria di Tatamagouche lui scelse di trasformarla in un hotel con tanto si suite, elementi vintage e un vagone ristorante. Così è nato il Train Station Inn.

Train Station Inn

Fonte: IPA

Train Station Inn

Benvenuti al Train Station Inn

All’interno del Train Station Inn il tempo sembra essersi fermato al secolo scorso. In questa atmosfera sospesa gli ospiti possono provare l’esperienza di dormire all’interno dei vagoni fermi nella vecchia ferrovia del villaggio.

I vagoni del treno, che si snoda per circa 180 metri, sono rimasti gli stessi, almeno negli esterni. Gli interni, invece, sono stati trasformati in suite private dotate di ogni comfort e arredate con oggetti di design che rimandano al passato. Più che un hotel si tratta di un vero e proprio villaggio: c’è un negozio di articoli da regalo, un bar e una caffetteria. Non manca, ovviamente, il ristorante: il Dining Car

Ma non è tutto perché durante l’estate, proprio nella piazza antistante alla stazione, vengono organizzati eventi culturali e serate musicali per intrattenere gli ospiti della ferrovia e gli abitanti di Tatamagouche.

Il Train Station Inn si trova in una posizione strategica che permette di raggiungere tutti gli altri punti di interesse del piccolo villaggio situato sul lato sud dell’omonima baia alla foce alla foce dei fiumi French e Waugh in Nuova Scozia.

Train Station Inn, Tatamagouche

Fonte: IPA

Train Station Inn, Tatamagouche
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Un’esplosione di colori e profumi sta per invadere in questo borgo

C’è qualcosa di magico che succede ogni anno in un piccolo borgo che profuma di fiori e bellezza. Un evento che mette in scena tutti i colori della natura, che incanta i sensi e li accompagna dolcemente in un viaggio fatto di meraviglie.

Ci troviamo a Spello, conosciuto anche come il borgo dei fiori, perché sono proprio questi i protagonisti delle strade e delle viuzze che si snodano per il paese. E non hanno solo una funzione decorativa che colora porte, finestre e balconi, ma fanno parte dell’identità stessa del borgo.

La storia d’amore tra Spello e i fiori, infatti, affonda le sue radici in tempi lontanissimi. E sta per rivivere adesso grazie a all’infiorata del borgo, una delle più belle, sorprendenti e magiche d’Italia. Scopriamola insieme.

Bentornati a Spello

Inserito già nella lista dei borghi più belli d’Italia, Spello non ha bisogno di presentazioni. Non si tratta di un villaggio da visitare una volta, ma di un luogo in cui tornare, e farlo ancora, per ammirare tutta la bellezza che lo caratterizza.

Un mix perfetto di storia, cultura e tradizioni, di fiori e di profumi, di scorci meravigliosi che lo rendono un villaggio da fiaba. Nel periodo che va da maggio a ottobre, poi, nell’intero borgo va in scena una magia sorprendente grazie alla manifestazione  Finestre, Balconi e Vicoli fioriti.

In questi mesi, infatti, gli abitanti del paese si riuniscono in una competizione a suon di fiori colorando tutta Spello. Diversi esemplari spuntano dai vasi, sulle finestre, si inerpicano sui muri delle case e scendono dai balconi come una pioggia colorata.

Ma non è l’unico evento fiorito che si ammirare qui perché nel mese di giugno Spello si trasforma nel palcoscenico di uno spettacolo di immensa bellezza, una delle infiorate più belle d’Italia.

Le infiorate di Spello

Fonte: Getty Images

Le infiorate di Spello

Le infiorate di Spello

Si svolgono ogni anno, le infiorate di Spello, e sono diventate ormai un appuntamento irrinunciabile per tutti come dimostrano le migliaia di persone che giungono qui da ogni parte d’Italia e del resto del mondo.

Le infiorate si tengono in occasione del Corpus Domini, la festività che si celebra la nona domenica dopo la Pasqua e che, generalmente, cade a giugno.

L’intero borgo, in questa occasione, si trasforma in un palcoscenico di grandi dimensioni sul quale vengono srotolati tappeti e quadri floreali che onorano la celebrazione e che si snodano su quasi due chilometri.

Per realizzare questi capolavori artistici, gli infioratari di Spello lavorano minuziosamente durante tutto l’anno per raccogliere e conservare fiori che servono poi a confezionare questi quadri che poi resteranno esposti tra le vie e la piazza del centro storico.

Lo spettacolo è incredibile, reso ancora più magico da tutta una serie di eventi collaterali che si tengono nel paese in questi giorni e che coinvolgo tutti, grandi e bambini, abitanti del borgo e viaggiatori. Del resto, come abbiamo anticipato, si tratta di una tradizione antica e molto sentita.



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La prima testimonianza delle infiorate a Spello, infatti, risale al 1602, documentata nei registri contabili della Collegiata di Santa Maria Maggiore. Si usava lanciare dei petali verso il cielo e poi sistemarli ad arte una volta caduti. Con il trascorrere degli anni la tecnica è stata sempre più affinata fino ad arrivare alla prima iconografia del ‘900, firmata da Benvenuto Crispoldi, e poi ai giorni nostri.

Quando vedere le infiorate

Dopo due anni di stop a causa della pandemia, le infiorate del Corpus Domini tornano più belle che mai a Spello. L’appuntamento, più atteso che mai, è fissato per il weekend del 18 e 19 giugno. Ma tantissimi sono gli eventi che si susseguono già nei giorni precedenti all’infiorata come La notte dei Fiori, la mostra mercato Spello Giardini in Fiore e altre manifestazioni musicali e culturali.

Le infiorate di Spello

Fonte: Getty Images

Le infiorate di Spello
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Il borgo in cui si fondono paesaggi di acque, boschi e uliveti

Tra arte e natura, in un luogo dalla bellezza sconfinata, c’è un piccolo borgo antico che possiede un fascino del tutto particolare. In una cornice di boschi rigogliosi e fresche sorgenti d’acqua, questo incantevole paesino ospita monumenti di grande pregio e graziose chiesette tutte da visitare.

E sul far dell’estate, quando le giornate sono più lunghe che mai e il sole si tuffa con i suoi raggi tra le viuzze medievali, qui prende vita un meraviglioso appuntamento con il passato. Andiamo alla scoperta di questo angolo di paradiso italiano.

Acquasparta, un borgo incantevole

Il piccolo borgo di Acquasparta è una delle perle dell’Umbria più suggestiva: abbarbicato su una verde collina affacciata sulla Valle del Naia, è immerso in una natura incontaminata. L’acqua è senza dubbio uno dei suoi segni distintivi. A poca distanza si trovano le sorgenti dell’Amerino e del Furapane, ma anche le fonti di Sangemini e di Fabia, ed è proprio da questo che deriva il suo nome – dal latino “ad aquas partas”. Il paesaggio è davvero bellissimo, con i monti Martani a fare da sfondo a quella che sembra una cartolina.

Tantissimi sono i sentieri che si dipanano dal paese, attraversando boschi rigogliosi e profumati uliveti che regalano un panorama incredibile. D’altra parte, Acquasparta è anche una tappa molto importante lungo il Cammino di San Francesco, grazie alla sua vicinanza con la Romita di Cesi – in questo eremo ricco di fascino, San Francesco diede inizio alla stesura del suo celebre Cantico delle Creature. Tra natura e spiritualità, sono dunque molte le sorprese che ci attendono in un borgo assolutamente tutto da scoprire.

Acquasparta

Fonte: Ufficio Stampa

Il centro storico di Acquasparta

Il Rinascimento di Acquasparta, pura magia

Sebbene il paesino abbia chiare origini medievali, è nel Rinascimento che visse il suo periodo d’oro. Sul finire del ‘500, il borgo di Acquasparta divenne un ducato e fu ceduto alla famiglia Cesi, che diede i natali ad alcune delle architetture più belle del centro storico. È il caso di Palazzo Cesi, un incantevole edificio che ancora oggi custodisce splendidi affreschi, o della cappella Cesia, costruita all’interno della Chiesa di Santa Cecilia – dove si trovano le tombe dei membri più illustri della famiglia.

Acquasparta

Fonte: Ufficio Stampa

Palazzo Cesi ad Acquasparta

Nel 1603, Federico Cesi II fondò la sua Accademia dei Lincei (tra i cui soci spiccava nientemeno che Galileo Galilei), che ebbe la sua prima sede proprio a Palazzo Cesi. Fu questa la prima accademia scientifica d’Europa, nata dall’amore che Federico ebbe sin dalla più tenera età per la scienza e la natura. Oggi, Acquasparta celebra ancora l’arrivo in paese di questo appassionato studioso che tanto ha dato al nostro Paese: è lui il protagonista della Festa del Rinascimento, uno degli appuntamenti imperdibili della tradizione.



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Nel mese di giugno (quest’anno l’evento si tiene dall’11 al 26), il borgo si veste a festa per una rievocazione storica che attira curiosi da tutta Italia. Sfilate in costume si alternano a spettacoli divertentissimi e intrattenimento per i più piccini, sempre all’insegna della scienza. Ma c’è anche spazio per una sfida tra contrade, una vera e propria competizione ricca di pathos che ci porta alla scoperta delle tradizioni di Acquasparta. Anche quelle gastronomiche, ovviamente: i turisti possono infatti concedersi qualche specialità tipica del luogo, da degustare assieme ad un buon vino.

Festa del Rinascimento - Acquasparta

Fonte: Ufficio Stampa

La Festa del Rinascimento ad Acquasparta
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La Costa più amata d’Italia si prepara per l’estate

Finalmente prende il via la stagione estiva, una delle più attese di sempre: sono questi i mesi che segnano la ripresa del turismo, e in tutta Italia sono tantissime le località che si stanno preparando. Tra queste, c’è senza dubbio la Costa più bella e più amata di sempre, sia dagli italiani che dagli stranieri. Una famosissima meta turistica caratterizzata da spiagge meravigliose e tanta movida. Scopriamo quali sono le novità dell’estate.

La Costa Smeralda si prepara per la stagione estiva

Il mare cristallino della Sardegna spicca tra le destinazioni predilette per i mesi caldi. E quando si parla di turismo balneare, non si può proprio dimenticare la Costa Smeralda. Perla della Gallura, si stende per poco più di 50 km nel nord-est della regione, e nel tempo è diventata meta di gran lusso dove si possono trovare alcuni dei locali notturni più in d’Italia, frequentati da tantissimi vip. Anche quest’anno, si prepara a vivere un’estate strepitosa – anzi, ben più del solito: ormai le misure anti-Covid sono state di gran lunga ridimensionate in tutto il Paese.

La Costa Smeralda non è solamente una splendida località balneare, ma anche una realtà turistica all’avanguardia che negli ultimi anni ha deciso di puntare su alcuni principi cardine quali sostenibilità e maggior integrazione tra tecnologia e ambiente. Ad occuparsi di questi argomenti è il Consorzio Costa Smeralda, che quest’estate celebra i suoi 60 anni: l’organizzazione è artefice di un successo turistico che si riconferma stagione dopo stagione. Tra le novità più interessanti per i prossimi mesi c’è un ampliamento delle infrastrutture volto a rendere ancora più accogliente questa incantevole destinazione.

“Portiamo avanti il nostro piano strategico per offrire ulteriori servizi. Sin dalla sua nascita, il Consorzio ricopre il ruolo di tutore del territorio, attraverso il potenziamento di investimenti finalizzati a preservare la natura secondo una logica di sostenibilità e con la modernità richiesta dalle strategie di sviluppo, affinché la destinazione Costa Smeralda sia sempre più smart e ai primi posti nel mercato del turismo mondiale, e accrescendo al contempo il valore del patrimonio immobiliare esistente” – ha affermato Mario Ferraro, vicepresidente del Consorzio Costa Smeralda.

Le meraviglie della Costa Smeralda

Negli ultimi anni, il Consorzio ha lavorato a lungo per rendere la Costa Smeralda ancora più all’avanguardia, con un occhio di attenzione alla tutela dell’ambiente. Molte sono le località che sono state valorizzate attraverso nuove opere, come ad esempio il marciapiede a servizio della spiaggia di Liscia Ruja – una delle più grandi e sicuramente tra le più belle di tutta la regione. Non c’è dubbio che questa si riveli ancora una volta la meta più affascinante e frequentata della Sardegna, in una stagione estiva che finalmente inizia a decollare.

In occasione del sessantennio del Consorzio, la splendida Costa Smeralda si prepara anche ad ospitare alcuni eventi molto interessanti. È il caso dei concerti che, nel mese di agosto, ravviveranno la scena di Porto Cervo con vip del calibro di Myss Keta e Aka7even. E, naturalmente, a farla da padrone non potranno che essere le incantevoli spiagge lambite da acque cristalline, che nulla hanno da invidiare a mete esotiche lontanissime da casa.

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Avvistati fenicotteri in Italia: è iniziata la magia

I fenicotteri non sono solo una tendenza da indossare o da sfoggiare nei design più ricercati. Perché questi animali sono reali e sono bellissimi.

E non stupisce che negli anni il desiderio di osservarli da vicino si sia trasformato nel motivo stesso di viaggi dall’altra parte del mondo. L’esempio più celebre è sicuramente quello di Flamingo Beach, l’iconica spiaggia di Aruba che ospita i fenicotteri rosa.

Eppure non c’è bisogno di volare così lontano per avere incontri ravvicinati con gli animali in questione, perché in Italia, nel mese di giugno, la Sardegna diventa l’habitat ideale di migliaia di fenicotteri rosa da ammirare.

I fenicotteri rosa del Parco Naturale Regionale di Molentargius

Lo avevamo già annunciato nell’articolo dedicato ai fenomeni naturali più straordinari del mondo da vivere almeno una volta nella vita: giugno è il mese in cui è possibile realizzare i propri sogni, quelli di avvistare i fenicotteri rosa. E come vi abbiamo anticipato, non c’è bisogno di volare dall’altra parte del mondo perché anche l’Italia, negli anni, è diventata la casa di questi uccelli migratori.

Per ammirare lo spettacolo dobbiamo recarci in Sardegna. È qui che da oltre trent’anni, lo stagno del Parco Naturale Regionale di Molentargius, viene letteralmente invaso da numerose colonie di fenicotteri rosa che hanno scelto questo luogo per nidificare.

Non è un caso, infatti, che proprio questo parco naturale sia considerato uno dei luoghi più importanti di tutto il Mediterraneo per la nidificazione dei fenicotteri. In realtà non sono rari gli avvistamenti anche durante gli altri periodi dell’anno, tuttavia è durante la seconda metà del mese di giugno che lo stagno si riempie di uccelli.

La visione agli occhi appare straordinaria: i colori azzurri dello stagno si tingono di rosa grazie alla presenza dei fenicotteri. Ed è allora che inizia la magia.

Dove avvistare i fenicotteri in Sardegna e in Italia

Il Parco Naturale Regionale di Molentargius non è l’unico luogo dove poter scattare istantanee di immensa bellezza che hanno come protagoniste questi animali.

Sono diversi, infatti, i luoghi di avvistamento di fenicotteri rosa in Sardegna e in tutta Italia. Lo stagno di Cagliari, conosciuto anche come laguna di Santa Gilla, ospita tutto l’anno colonie di fenicotteri che qui hanno trovato ideali condizioni di vita.

Anche nella zona di Oristano, ricca di stagni e paludi, è possibile avvistare numerosi esemplari di fenicotteri rosa. Le zone più suggestive da raggiungere nel mese di giugno sono lo stagno di Cabras, quello di Santa Giusta, lo stagno di Sale ‘e Porcus e la laguna di Mistras.

Anche in Sicilia è possibile fare incontri ravvicinati con i fenicotteri. Il loro rifugio preferito è la Riserva Naturale Orientata Saline di Priolo, vicino a Siracusa.

Diversi i punti di avvistamento in Puglia. Diversi esemplari sono osservabili presso le Saline di Margherita di Savoia e nelle suggestive Saline dei Monaci che affacciano direttamente sul mare del meraviglioso Salento.

I fenicotteri rosa hanno trovato la loro casa anche nel nord del nostro stivale. I luoghi dove è possibile avvistarli durante tutto l’anno sono il Parco del Delta del Po e Valli di Comacchio e la Riserva naturale Salina di Cervia.

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Puoi dormire in un castello a strapiombo sul mar dei Caraibi

Chiudete gli occhi e immaginate un mare da sogno, un territorio caratterizzato da una natura lussureggiante e da spiagge bianche e suggestive dalle quali è possibile raggiungere le barriere coralline.

Immaginate in quello stesso luogo un castello a strapiombo sul mare, un alloggio estremamente suggestivo apprezzato anche dai pirati. Un posto all’interno del quale vivere esperienze incredibili e surreali con viste mozzafiato.

Ora apriteli perché quel luogo esiste davvero. Ci troviamo in Giamaica, e più precisamente a Negril, al cospetto del Blue Cave Castle, l’hotel da sogno sul mar dei Caraibi che vi farà vivere un’esperienza regale e straordinaria.

Un castello in Giamaica

La scelte delle destinazioni di viaggio, che ci portano a viaggiare dall’altra parte del mondo, passano anche per gli alloggi. Certo, nel caso di un viaggio Giamaica i motivi che ci spingo qui sono infiniti. A partire dalla natura lussureggiante che caratterizza il territorio, passando per le foreste pluviali e le barriere coralline. E poi, ancora, la musica reggae e il mito Bob Marley.

Qualora però tutto questo non dovesse ancora bastarvi, allora, abbiamo la motivazione in più che vi spingerà a scegliere la Giamaica come prossima destinazione di viaggio. Si tratta di un castello, a strapiombo sul mare, che svolge la funzione di hotel.

Il suo nome è Blue Cave Castle e come il nome stesso suggerisce, si tratta di una fortezza costruita tra le grotte, caratterizzata dai colori blu che richiamano il cielo e il mare, in grado di offrire un’esperienza unica.

I dettagli, qui, fanno davvero la differenza perché nulla è lasciata al caso. Ci sono le torri merlate, le porte di accesso e i giardini, ci sono delle scale che partono direttamente dall’edificio e conducono tra le acque turchesi della Giamaica.

Il Blue Cave Castle sembra un sogno, ma è reale. L’hotel è situato a Negril, celebre destinazione della Giamaica conosciuta per le spiagge sabbiose che affacciano sulle baie straordinarie bagnate da acqua cristallina.

Blue Cave Castle: l’esperienza

Se è un’esperienza unica, sorprendente e sicuramente fuori dall’ordinario quella che state cercando, allora il soggiorno al Blue Cave Castle è quello che state cercando.

La fortezza costruita sul Mar dei Caraibi non ha nulla a che vedere con i resort che puntellano lo stato insulare, né con i loro servizi di lusso. L’atmosfera, seppur estremamente regale, è molto semplice, una scelta strategica, questa, per consentire agli ospiti di personalizzare al massimo l’avventura di viaggio.

Nell’hotel, infatti, non ci sono piscine o attrazioni, tutto ruota attorno al mare straordinario che bagna il castello, e che è accessibile direttamente a questo tramite delle scale. La posizione è comunque strategica, in appena dieci minuti di auto è possibile raggiungere ristoranti, negozi e altre spiagge meravigliose. Certo è che se è un’esperienza da sogno che volete vivere, non vi servirà allontanarvi da qui.

Costruito negli anni ’70, e ispirato chiaramente ai castelli europei, il Blue Cave Castle sorge su un antico covo dei pirati che rende l’atmosfera ancora più suggestiva. Secondo le storie locali, infatti, in quelle grotte scavate dal mare situate proprio nei pressi dell’hotel, un tempo neanche troppo lontano, si rifugiavano i pirati dei Caraibi.

Raggiungere ed esplorare le grotte è ovviamente possibile: basta percorrere le scale ricavate nella roccia per scoprire nuovi mondi.

La fortezza, con pietre grezze e rudimentali a vista, offre dei panorami unici sul Mar dei Caraibi e sui suoi straordinari colori grazie alla presenza di diverse terrazze situate in tutta la struttura. Anche le camere dell’hotel sono dotate di vista mare, per rendere ancora più suggestivo il soggiorno.

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Sicilia, l’incredibile scoperta archeologica di rilevanza nazionale

La Sicilia ha un incredibile patrimonio archeologico, molto apprezzato dai numerosissimi turisti che ogni anno giungono sull’isola per ammirare le bellezze di un mondo che non c’è più. Ed è proprio qui, a due passi da un piccolo borgo dell’entroterra, che si è verificata una scoperta eccezionale (nonché del tutto inaspettata).

Scoperto in Sicilia un insediamento preistorico

L’importante ritrovamento è avvenuto nei giorni scorsi presso Carcaci, piccola frazione del comune di Centuripe. Qui, il sindaco Salvatore La Spina aveva avviato una serie di sopralluoghi assieme ad alcuni volontari del suo paese, con l’intenzione di perlustrare l’area collinare di proprietà privata presso cui dovrebbe venir realizzata una discarica pubblica di alto valore ecologico, un progetto di grande interesse. Durante i primi scavi, è emerso un insediamento preistorico considerato di rilevanza archeologica nazionale.

Al momento, gli archeologi hanno portato alla luce solamente un complesso cimiteriale formato da un sistema di nove tombe a camera, tutte scavate nella roccia. Diverse sono le loro origini: alcune sono di forma rettangolare e, presumibilmente, risalgono all’età del ferro, mentre altre sono di forma circolare e sono databili come provenienti dall’età del bronzo. Già ad un primo sopralluogo se ne sono però avvistate altre ancora, probabilmente persino più antiche. Ma non solo: secondo gli esperti, il sito potrebbe riservare ancora molte sorprese.

Il futuro del nuovo sito archeologico

Attorno al complesso cimiteriale prenderanno il via gli scavi che potrebbero portare alla scoperta di altre antiche testimonianze di questo sensazionale insediamento preistorico. L’area si trova, come già detto, in una proprietà privata adiacente al comune di Randazzo, priva di particolari vincoli e attraversata da un’ampia infrastruttura idrica. Attualmente i lavori sono fermi, e il sindaco ha già dichiarato di voler fare il possibile affinché il sito archeologico venga preservato contro l’eventuale sfruttamento per la creazione di una discarica.

“L’eccezionale scoperta aggiunge valore al ricco patrimonio archeologico già presente nel nostro territorio. Trovo assurdo che si possa concepire e pianificare una struttura del genere, senza aver prima controllato il territorio, già importante, non solo dal punto di vista ecologico ma soprattutto agricolo e zootecnico” – ha spiegato Salvatore La Spina – “Oltre 500 persone vivono intorno all’area designata per la realizzazione della discarica e migliaia di capi, tra ovini e bovini, pascolano su quei terreni. Un danno incalcolabile per l’economia e per l’agricoltura del territorio. Che ancora nel 2022 si pensi delle discariche in luoghi densamente agricoli, non ha alcun senso. Pronti, quindi, insieme ai comuni limitrofi, agli allevatori ed agli agricoltori della zona, a lottare contro questo sfregio all’ambiente“.

Sicilia, le incredibili bellezze archeologiche

Quella di Centuripe è solo l’ultima delle scoperte che hanno portato alla luce le tante bellezze archeologiche della Sicilia. Nella regione si concentrano alcuni dei siti più affascinanti d’Italia – e del mondo intero. Dall’incredibile (e famosissima) Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio UNESCO riconosciuto a livello internazionale per il suo fascino unico, all’antica città greca di Selinunte, che rappresenta il più grande sito archeologico d’Europa, sino ad arrivare al meno noto (ma altrettanto bello) parco di Segesta, che vanta un suggestivo teatro ancora oggi utilizzato in estate per spettacoli all’aperto. Insomma, il territorio siciliano è ricco in ogni suo angolo di testimonianze preziosissime, alle quali oggi si aggiunge un piccolo – ma importantissimo – insediamento preistorico.