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Trieste, sui luoghi di James Joyce. L’itinerario

Se le sue origini sono irlandesi, la sua “anima è a Trieste”. La frase pronunciata da James Joyce è divenuta così celebre in questa città, dove visse una decina d’anni, tanto da avergli dedicato oltre a una statua nel pieno centro, anche un itinerario che ripercorre i luoghi da lui frequentati e quelli che hanno ispirato le sue opere, a partire da “Dubliners” (“Gente di Dublino”) che iniziò a scrivere proprio a Trieste e l’”Ulisse”, i cui primi tre capitoli furono iniziati proprio qui.

E proprio nel 2022 ricorre il centenario della pubblicazione di “Ulysses” avvenuta il 2/2/1922, uno dei romanzi più importanti della letteratura del XX secolo ma anche il 140° anniversario della nascita di Joyce che era nato a Dublino nel 1882. E la ricorrenza più importante cade il 16 giugno, quando si celebra il Bloomsday, in omaggio al personaggio dell’”Ulisse”, Leopold Bloom, e all’impostazione del romanzo che si svolge nell’arco di una giornata, esattamente il 16 giugno 1904. In questa giornata, tutta l’Irlanda, Trieste e il resto del mondo sono in festa.

Il Bloomsday a Trieste

Il Bloomsday a Trieste non dura solo un giorno, ma diventa un vero e proprio festival che prosegue fino al 19 giugno e prevede tanti appuntamenti. Il 16 giugno – vero Bloomsday – gli eventi iniziano alle 8 del mattino a va avanti fino alle 3 di notte. Ben 15 diversi luoghi del centro cittadino, scelti per affinità e somiglianza alle originarie ambientazioni dublinesi, ospitano eventi.

Si parte con la colazione amata da Leopold Bloom, che si potrà consumare assieme agli attori che mettono in scena l’episodio presso l’antico faro “La Lanterna”, simulacro della Torre Martello di Sandycove nel romanzo, che per l’occasione viene illuminato di verde, il colore dell’Irlanda, così come la statua dello scrittore che si trova sul Canal Grande vicino a piazza del Ponterosso, realizzata dallo scultore triestino Nino Spagnoli e collocata sul ponte nel 2004 per ricordare il centenario dell’arrivo di Joyce a Trieste.



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Le rappresentazioni dei vari capitoli del romanzo si susseguono a intervalli di un’ora nelle varie location di Trieste. L’episodio “Nausicaa” viene ambientato la sera alle 20.00 sulla spiaggia triestina più famosa, quella del “Pedocin”, dove si terrà l’incontro di Ulisse/Leopold Bloom, interpretato da Sergio Rubini, e Nausicaa/Gerty McDowell portata in scena da Maria Grazia Plos.

Il capitolo “Circe” viene invece rappresentato con uno spettacolo di danza alle 23 alla Scala di Piazza Cornelia Romana e il Teatro dei Fabbri. L’ultimo episodio “Penelope”, alle 2 di notte all’auditorium del Museo Revoltella, è infine un monologo affidato a Diana Höbel e ai pennelli elettronici di Cosimo Miorelli.

Il programma prevede per tutto il weekend itinerari tra i luoghi di Joyce e della letteratura, diversi appuntamenti enogastronomici, presentazioni di libri, documentari, conferenze. Ma speciali itinerari a piedi sulle tracce di James Joyce andranno avanti fino a gennaio 2023 nei vari luoghi che lo scrittore era solito frequentare in città e organizzati da PromoTurismoFVG, a partire dal Borgo Teresiano, una delle zone dove ha vissuto, al Museo Joyce, che offre visite guidate, la chiesa greco-ortodossa di S. Nicolò, le altre vie dove si trovano le numerose case in cui abitò (sono in tutto nove) o il quartiere Cavana, che Joyce amava frequentare e dove si trova un originale percorso con scritte d’artista di Neon Art dedicate a James Joyce e che fanno parte del progetto “Doublin”, inaugurato nel 2019 dall’Associazione culturale Cizerouno e DMAV Social Art Ensamble e che “raddoppiano” (“doubling” in inglese) il “red district” dublinese sovrapponendolo alla Night Town triestina. “Ulysses” e “Doublin” sono alcune delle scritte visibili. Di recente è stata aggiunta “Montgomery Street”, la “Monto” descritta nell’episodio “Circe” dell’”Ulisse”.

Tutte le visite sono in partenza dall’infopoint di PromoTurismoFVG di piazza Unità d’Italia, 4/b e costano di 12 euro a persona, mentre sono gratuite se si è in possesso della FVGcard.

I luoghi di James Joyce a Trieste

È sempre possibile visitare la Trieste di Joyce ripercorrendo quei luoghi a lui tanto cari. A cominciare dalla stazione ferroviaria (il modo più semplice e comodo per arrivare a Trieste è in treno): è da qui che il 20 ottobre del 1904 James Joyce arriva a Trieste, riuscendo nella difficile impresa di farsi arrestare pochi minuti dopo (per un equivoco) e di lasciare la sua povera compagna, Nora, che non parla una parola né di italiano né di tedesco e non ha un soldo, ad attenderlo per ore e ore nel giardinetto di fronte.

In una lettera al suo amico Italo Svevo – che lo ispirò per il personaggio di Bloom – definiva il Canal Grande vicino a piazza del Ponterosso, dove si trova la fotografatissima statua di Joyce, “Il canal che viene da lontano per sposare il gran divo, Antonio Taumaturgo (ossia la chiesa neoclassica si trova in fondo) e poi cambiato parere se ne torna com’è venuto”.

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Fonte: 123rf

La scultura dedicata a James Joyce sul Canal Grande a Trieste

Joyce frequentava anche la chiesa greco-ortodossa che si trova ancora oggi a Riva 3 Novembre, 7 in quanto tra i suoi allievi c’erano proprio alcuni dei membri più importanti di questa parrocchia.

Tra la chiesa greco – ortodossa di San Nicolò, che vale la pena visitare, e il celebre Caffè Tommaseo, uno dei caffè storici in stile viennese per cui Trieste è famosa, in via San Nicolò numero 32 c’è la “Berlitz School”, la scuola di lingue per cui lavorava Joyce. Vi si trova ancora la sua libreria antiquaria, con la stessa immutabile atmosfera. Il vicino Caffè Stella Polare che si trova in via Dante Alighieri, 14, ai tempi di Joyce era frequentato dal personale della Berlitz.

Dal sacro al profano. Nella città vecchia si trovava anche la zona dei bordelli di Trieste, divisa tra il ghetto ebraico e l’area vicina al mare conosciuta come Cavana: si contavano almeno una quarantina di bordelli regolarmente registrati in cui almeno 250-300 prostitute offrivano i loro servigi a qualsiasi ora. La minuscola casa di tolleranza frequentata da Joyce si chiamava “Il metro cubo” e si trovava in via Pescheria, 7.

Una pausa bisogna farla alla Pasticceria Pirona tuttora esistente, che si trova di fronte a una delle sue abitazioni e che lo scrittore frequentava spesso. In alternativa, a “Il Trionfo”, la trattoria accanto all’Arco di Riccardo, un monumento romano del I sec. d.C., dove Joyce amava andare a bere il suo vino preferito, l’Opollo di Lissa.

Nella centralissima piazza Verdi si trova ancora oggi il Teatro Verdi, dove Joyce assisteva a molte rappresentazioni di opere liriche, di cui era appassionato (nel periodo triestino, tentò anche di intraprendere una carriera da cantante lirico professionista) spesso beneficiando di biglietti gratuiti fornitigli dai suoi amici del quotidiano locale “Il Piccolo” con cui collaborava.

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Fonte: 123rf

Il Teatro Verdi di Trieste tra i luoghi frequentati da Joyce

Per chi desiderasse sapere tutto sul legame tra Joyce e Trieste e sulla vita e le opere dello scrittore si trova tutto lo scibile possibile e immaginabile al Joyce Museum in via Madonna del Mare, 13.

Naturalmente ci sono itinerari dedicati a James Joyce anche a Dublino, ma questo è un altro viaggio (se vuoi leggerlo lo trovi qui).

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Tra sacro, profano e natura: il trekking delle meraviglie

Il mondo che abitiamo non smette mai di stupirci perché è pieno di meraviglie che incantano. Ma c’è un luogo che, più di altri, non smette mai di stupirci per il suo straordinario patrimonio naturale, artistico e culturale. Quel posto si chiama Italia.

Il nostro Paese, infatti, ha tutto ciò di cui ha bisogno un viaggiatore per vivere esperienze uniche ed entusiasmanti, per costruire ricordi di viaggio indelebili. E se è un’avventura all’insegna della natura che volete vivere e conservare nel cuore e nell’anima, c’è un solo luogo in cui dovete recarvi, e preparatevi perché vi sorprenderà.

Ci troviamo nella straordinaria provincia di Trento, a pochi chilometri da Rovereto, l’Atene del Trentino. È qui che esiste un percorso unico che si snoda tra meraviglie sacre e profane mentre tutto intorno, la natura rigogliosa, fa da cornice straordinaria un trekking unico che porta alla scoperta di fortezze, chiese ed eremi scavati nella roccia. Sono i Tesori di Trambileno e sono bellissimi.

Benvenuti a Trambileno

Non è un caso che il Trentino sia scelto da migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo e desiderosi di recuperare quel contatto con la natura più autentica e selvaggia. E quello che offre il territorio è proprio questo: avventure all’aria aperta che conducono alla scoperta di un ricco patrimonio culturale e naturale.

Ed è proprio vicino al Castello di Rovereto, uno dei più importanti esempi di fortificazione alpina del tardo medioevo, che parte un percorso unico, un trekking delle meraviglie denominato I Tesori di Trambileno.

Eremo di San Colombano

Fonte: iStock

Eremo di San Colombano

Alla scoperta dei Tesori di Trambileno

Natura, storia, sacro e profano qui si intrecciano e diventano una cosa sola portando gli esploratori a percorrere le vie degli antichi pellegrini. Il punto di partenza di questa escursione è l’Eremo di San Colombano che, siamo certi, non ha bisogno di presentazioni.

Si tratta di un edificio abbarbicato sulla roccia che sfida la forza di gravità. L’eremo di San Colombano, dedicato al Santo incanta per la sua posizione sospesa tra cielo e terra. L’edificio è il punto di partenza di escursioni e itinerari volti alla scoperta dell’intero territorio.

Per raggiungere l’eremo è necessario percorrere 102 scalini a strapiombo sul fiume Leno. La visita all’interno è totalmente gratuita e vi permetterà di scoprire tutta la spiritualità di un luogo incredibile.

Da qui, poi, potete attraversare un ponte che vi porta direttamente alla frazione Ca’ Bianca. Un rigoglioso bosco si aprirà davanti ai vostri occhi, dopo averlo percorso vi ritroverete nella frazione di Moscheri dove è possibile ammirare il Santuario de La Salette. Costruito nel 1856, e consacrato alla Vergine, l’edificio domina dall’alto la valle definendo il paesaggio urbano. Una silenziosa e suggestiva pineta, che si snoda tutto intorno, è il luogo ideale per rigenerare i sensi e ricaricare le energie.

Se volete andare alla scoperta delle altre meraviglie del territorio, allora, potete proseguire verso le montagne della Prima Guerra Mondiale e salire sulle cime suggestive e panoramiche del Col Santo, Monte Testo e il Palon, la zona sacra del Monte Pasubio

Da inserire dell’itinerario è anche il Forte Pozzacchio, Werk Valmorbia, l’ultima fortezza austroungarica scavata nella roccia e da poca restaurata. Situato alle pendici del Monte Pasubio, nel comune di Trambileno, in questo luogo della memoria vengono organizzati eventi per commemorare i caduti della Grande Guerra.

Forte Pozzacchio

Fonte: Wikimedia/Robertk9410

Forte Pozzacchio
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Arriva lo stop alle mascherine sugli aerei (e non solo)

Quella del 15 giugno era una data particolarmente attesa poiché sarebbe scaduto il decreto che prevedeva l’obbligatorietà indossare la mascherina sui mezzi pubblici, nei cinema, teatri e così via. Il nuovo decreto approvato in Consiglio dei ministri (Cdm), che andrà in Gazzetta nei prossimi giorni, ha apportato un po’ di cambiamenti e ora cerchiamo di fare chiarezza su questo argomento.

Prorogato l’uso della mascherina sui mezzi pubblici come treni, navi e trasporto locale

È stato prorogato fino al 30 settembre 2022 l’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie sui mezzi pubblici come treni, navi e trasporto pubblico locale (metropolitana, tram, bus etc.).

Per essere più precisi, le mascherine FFP2 saranno ancora fondamentali per:

  • navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto interregionale;
  • treni impiegati nei servizi di trasporto ferroviario passeggeri di tipo interregionale, Intercity, Intercity Notte e Alta Velocità;
  • autobus adibiti a servizi di trasporto di persone, ad offerta indifferenziata, effettuati su strada in modo continuativo o periodico su un percorso che collega più di due regioni ed aventi itinerari, orari, frequenze e prezzi prestabiliti
    autobus adibiti a servizi di noleggio con conducente;
  • mezzi impiegati nei servizi di trasporto pubblico locale o regionale
  • mezzi di trasporto scolastico dedicato agli studenti di scuola primaria, medie e superiori.

Stop alle mascherine sugli aerei

La buona notizia è che, invece, sugli aerei dal 15 giugno non è più obbligatorio indossare un dispositivo di protezione delle vie respiratorie.

Complici i filtri Hepa installati sui velivoli che permettono di avere un’aria sterile al 99,97%, ma anche la volontà di adeguarsi alle scelte degli altri Paesi europei, per viaggiare a bordo di aeromobili la mascherina non serve più, anche se rimane fortemente consigliata.

Uno stop che è stato deciso a seguito delle indicazioni di maggio degli Ecdc, ferma restando la normativa dei singoli Stati

Taxi e NCC, come funziona con le mascherine

Come per tutti i mezzi pubblici, anche per Taxi e NCC sono caduti, già dall’1 aprile, i limiti di riempimento. Ciò vuol dire che anch’essi possono essere occupati al 100%.

Inoltre, non è necessario il Green Pass per viaggiare e rimane obbligatorio l’utilizzo della mascherina FFP2.

Cinema, teatri ed eventi al chiuso: cosa succede

Anche per cinema e teatri al chiuso, palazzetti dello sport e concerti, è decaduto l’obbligo di indossare una mascherina FFP2.

Resta, chiaramente, la raccomandazione di usarla per coprire naso e bocca.

Green Pass obbligatorio o no

Le regole sull’uso del Green Pass in Italia erano già decadute da tempo. L’ultima novità è che, a partire dall’1 giugno, tale certificazione non è più obbligatoria nemmeno per i rientri dai viaggi all’estero.

Tuttavia, ci sono ancora Paesi che richiedono tale documentazione. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno eliminato l’obbligo di presentate il risultato negativo di un tampone, ma rimane comunque l’obbligatorietà vaccinale per farvi ingresso (quindi il Green Pass o certificati equivalenti).

Per questo motivo, il consiglio è sempre quello di visionare i siti istituzionali dei Paesi di destinazione prima di qualsiasi partenza. Inoltre, è sempre bene portare con sé mascherine FFP2 poiché le regole sono diverse da Paese e Paese e, soprattutto, cambiano anche molto velocemente.

Un ulteriore, ma parziale allentamento, quindi, che ci ricorda di non dimenticare la cautela del caso dal momento che il virus ha rallentato la sua frenata con una riduzione dei ricoveri negli ospedali. Ciò vuol dire che il Covid sembra sempre più diventare “endemico”, ma con la prospettiva di ondate frequenti.

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Il Telegraph premia questa magica città, ecco perché

Un noto quotidiano britannico, The Telegraph, ha definito questo luogo la miglior città del mondo. Un posto colorato, ricco di cultura, natura e persino lambito dal mare. Scopriamo insieme di quale città si parla e perché è la migliore.

Barcellona, la migliore città del mondo

È Barcellona, in Spagna, la migliore città del mondo sondo il Telegraph. Gli aspetti che le hanno fatto conquistare questo titolo sono disparati come, per esempio, la cultura, la gastronomia, la storia e gli hotel a 5 stelle, i ritmi di vita rilassati, le tante ore di sole (2591), il cibo ineguagliabile, gli aspetti inclusivi per le comunità Lgtbi e le spettacolari spiagge ma anche per la qualità dell’aria, il numero dei monumenti dichiarati patrimonio mondiale dall’Unesco (9), dei musei (oltre 100) e delle gallerie d’arte, dei ristoranti stellati (19) e della distanza tra il centro città e l’aeroporto (11 km).

Insomma, per il quotidiano inglese “Barcellona mette insieme la miglior raffinatezza delle città mediterranee con la cultura e il design delle città del freddo Nord”.

Barcellona, le novità che ci attendono

Barcellona è una città in continuo movimento a tal punto da reinventarsi giorno dopo giorno con proposte innovatrici e sostenibili. Tra le novità più interessanti ci sono i percorsi letterari, nuova scommessa turistica che serve a promuovere l’identità e la tradizione creativa e culturale della città.

Sul nuovo portale web del turismo di Barcellona si può accedere alla “mappa letteraria” della città con percorsi descritti in romanzi e racconti e con itinerari attraverso le oltre 300 librerie e le 40 biblioteche pubbliche.

Ma tutto questo non sorprende: Barcellona, già nominata nel 2015 dall’Unesco città letteraria, è il luogo natio o di residenza di scrittrici e scrittori che l’hanno raccontata attraverso i loro occhi.

La seconda grande novità riguarda il Mirador Torre Glòries, la ex Torre Agbar, che si è trasformata in uno spazio multifunzionale e ha inaugurato un nuovo concetto di belvedere: è un doppio osservatorio da cui contemplare questa affascinante città attraverso uno spazio espositivo che unisce arte, scienza e tecnologia e che culmina, a 125 metri d’altezza, con la cupola del 30esimo piano, da cui si può godere di una vista unica a 360 gradi e che ospita l’unica installazione permanente e multisensoriale dell’artista contemporaneo Tomás Saraceno.

Interessante anche la scommessa sul turismo scientifico: “Barcelona, destino ciencia” offre 7 percorsi scientifici e visite a 46 centri di studi e di tecnologia. Tra queste la possibilità di visitare i musei della scienza, il CosmoCaixa, l’osservatorio Fabra, l’Accademia reale di scienze e arte, l’Accademia reale di medicina, il Parco di studi biomedici e il Vivaio di Tres Pins.

7 itinerari tematici tra i quali spiccano le visite al distretto 22@ e al Poblenou per il loro passato industriale e la loro riconversione tecnologica. Poi la storia della prima centrale elettrica di Spagna, l’omaggio alle donne che cambiarono il mondo della scienza e i luoghi che Albert Einstein visitò nel 1923.

Ma non è finita qui. Le novità riguardano anche la Pedrera, come viene chiamata la celebre Casa Milà, l’ultima e magnifica opera di Antoni Gaudì. Qui sarà possibile partecipare alla Pedrera Photo Experience con la possibilità, durante le visite diurne, al costo di 10 euro (9 se prenotato online) di farsi un video e una foto ricordo della propria esperienza da condividere sui social o semplicemente da portarsi a casa.

L’edificio modernista sorge sul Passeig de Gràcia, l’iconico viale che quest’anno compie 200 anni e che ci aspetta con spettacoli, degustazioni, concerti e tante attività culturali.

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Partono i treni storici alla scoperta della Campania

Dopo un lungo stop causato dall’emergenza sanitaria, anche in Campania si torna a viaggiare a bordo dei treni storici della Fondazione FS. Un modo di scoprire gli angoli più nascosti del Belpaese in modo slow e sostenibile, un tipo di viaggio adatto a tutti, specie alle famiglie o a chi non ha voglia di guidare ma preferisce essere guidato.

Tra natura, storia e itinerari religiosi, sono tantissimi i treni storici che vanno alla scoperta delle bellezze campane. Saranno ben 51 le corse messe a disposizione dalla Fondazione FS per un totale di 12mila posti a sedere, ai quali si aggiungono 2000 posti per le biciclette, per favorire chi sceglie la soluzione treno+bici per viaggiare in maniera eco-friendly e tutelare l’ambiente.

Itinerari in treno

Tanti sono gli itinerari culturali percorribili con i treni storici tra quelli più apprezzati dai viaggiatori negli ultimi anni. Ma quest’anno ci sono anche delle novità.

Il Treno delle mongolfiere

Novità assoluta è il treno storico alla scoperta del Festival Internazionale delle Mongolfiere, in programma nel fine settimana dell’8-9 ottobre. Si partirà da Napoli e, passando per Aversa, Caserta, Benevento e Pietrelcina, si arriverà a Fragneto Monforte (Benevento) per la tradizionale esibizione del volo delle mongolfiere, un’iniziativa finalizzata alla valorizzazione del paesaggio e all’attenzione verso le tematiche ambientali.

riparte il Pietrarsa Express

Fonte: Ferrovie dello Stato

Il Pietrarsa Express ripercorre l’antico tracciato della prima ferrovia italiana

Il Reggia Express

Si parte il 26 giugno con il Reggia Express, per raggiungere la Reggia di Caserta con un viaggio di circa mezz’ora che conduce nello splendore di uno dei monumenti più belli d’Italia. Con una locomotiva elettrica E626 e le storiche carrozze Corbellini e Centoporte, il treno d’epoca 96010 conduce i visitatori alla bellissima Reggia, detta anche la “Versailles italiana”, la residenza reale più grande al mondo. Voluta dal Re di Napoli Carlo di Borbone, il quale, colpito dalla bellezza del paesaggio casertano e desideroso di dare una degna sede di rappresentanza al governo della Capitale Napoli e al suo reame, volle che venisse costruito un palazzo tale da poter reggere il confronto proprio con quello del Re Sole.

Il Pietrarsa Express

Sarà poi la volta del Pietrarsa Express, che ripercorre l’antico tracciato della prima ferrovia italiana da Napoli a Portici verso il Museo di Pietrarsa, a bordo delle storiche carrozze Centoporte. Questo è il luogo dove è nata la storia delle ferrovie italiane e dove, il 3 ottobre 1839, nell’allora Regno delle Due Sicilie, veniva inaugurata la prima strada ferrata d’Italia, quella che congiungeva Napoli a Portici. La sede espositiva è unica nel panorama nazionale ed è considerata come una delle più affascinanti tra tutti i musei ferroviari d’Europa. Tanti i materiali conservati in un’area di 36.000 metri quadrati dove una parte è occupata da un meraviglioso giardino botanico con piante provenienti da tutte le parti del mondo.

L’Archeotreno

Un altro treno storico sarà poi l’Archeotreno, che collega la città di Napoli con le vicine aree archeologiche di Pompei e Paestum, entrambe dichiarate Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco. Inutile dire che questo è un itinerario imperdibile, che conduce a due dei siti archeologici più belli non soltanto d’Italia ma del mondo, dove ogni giorno viene fatta una nuova e incredibile scoperta.

L’Irpinia Express

Partirà poi l’Irpinia Express, un percorso lungo 119 chilometri che ripercorre la storica linea Avellino-Rocchetta attraverso splendidi paesaggi naturalistici di tre regioni (Campania, Basilicata e Puglia).

Situata nel cuore dell’Appenino campano e circondata da montagne che segnano naturalmente i suoi confini, questa meravigliosa terra di transito è custode di un patrimonio dall’altissimo valore storico, culturale, naturalistico, archeologico ed enogastronomico. Scoprirla a bordo di un treno storico, che celebra e rievoca i fasti del territorio d’Irpinia, è un’esperienza magica e suggestiva. Si percorrono i binari dell’antica linea Avellino-Rocchetta, rivalorizzata grazie all’impegno della Fondazione FS e della Regione Campania, in collaborazione con l’Associazione InLocoMotivi.

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Fonte: iStock

Irpinia Express, 119 km su una storica linea

Il Sannio Express

Per gli amanti del turismo religioso c’è infine il Sannio Express, conosciuto anche come il “Treno di San Pio”, che collega Napoli, Benevento e Pietrelcina, per vivere un’esperienza di turismo lento legata alla riflessione e alla meditazione religiosa.

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Fonte: 123rf

I paesaggi attraversati dal Sannio Express
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Puoi dormire in un bus americano o in una tenda indiana in Italia

Non c’è bisogno di volare dall’altra parte del mondo per vivere avventure di viaggio straordinarie perché l’Italia è un Paese meraviglioso tutto da conoscere ed esplorare. Non sono solo le sue attrazioni più iconiche a farci scegliere di restare nel Belpaese, piuttosto la consapevolezza che è qui che possiamo vivere le esperienze più belle di sempre, soprattutto se a contatto con la natura.

Vacanze all’insegna del relax, della pace e della rigenerazione dei sensi e dell’anima, da vivere e da condividere con la propria dolce metà, con tutta la famiglia o con i fedelissimi amici a quattro zampe.

Esperienze che passano per location mozzafiato, dove la natura è assoluta protagonista, ma anche per alloggi originali, incredibili e anche un po’ stravaganti. Abbiamo individuato i più belli da provare questa estate, pronti a partire?

Glamping tra la natura: le esperienze da non perdere questa estate

Un campeggio all’insegna del lusso e del comfort: con il glamping questo desiderio si è trasformato in realtà. Case sugli alberi, rifugi nella foresta e tiny house nel bosco, in giro per il mondo abbiamo visto davvero di tutto. Ma non abbiamo più bisogno di viaggiare intorno al globo per dormire in questi alloggi perché anche il nostro Paese offre delle proposte davvero entusiasmanti.

A creare alcune di queste è stato Loek van de Loo, conosciuto anche come il papà del glamping in Europa. È stato proprio lui, infatti, a diffondere e incentivare il turismo open air proponendo esperienze all’aria aperta davvero incredibili. E sì, se ve lo state chiedendo, molte di queste sono in Italia: otto glamping resort davvero particolari riuniti sotto il nome di Vacanze col Cuore.

Dalle tende, wilde e suggestive, alle capanne romantiche, passando per alloggi più confortevoli destinati alle avventure di intere famiglie, cani e gatti compresi. Ultima, ma non meno importante, è la posizione di questi glamping che diventa strategica per andare alla scoperta delle città d’arte d’Italia e di tutte le meraviglie culturali, storiche, artistiche e naturali che appartengono al nostro Paese.

Tipi Lodge

Fonte: Vacanze col Cuore

Tipi Lodge

Dormire in un bus americano o in una capanna?

L’estate, in Italia, si trascorre nei glamping immersi nella natura. La vera sfida sarà decidere in quale dormire. Le proposte, infatti, sono tantissime e tutte si adattano alle esigenze e alle preferenze dei viaggiatori. Ne abbiamo individuate alcune davvero incredibili.

Per vivere un’esperienza al di fuori dell’ordinario dobbiamo recarci tra la natura lussureggiante del Chianti. È qui, infatti, che nell’Orlando in Chianti Glamping Resort, sono presenti tutta una serie di sistemazioni originali ispirate agli Stati Uniti. Ci sono un bus americano, un mini school e un Airstream dotati di bagni accessoriati, cucina, letti e ogni tipo di comfort.

Nel Sivinos Camping Boutique, situato in quell’angolo di paradiso italiano che si chiama Lago di Garda, le proposte sono più wild e selvagge, ma straordinariamente uniche. Tende a picchetti e strutture in legno sono dedicate ai viaggiatori più avventurosi che vogliono vivere esperienze a contatto diretto con la natura.

Grandi e bambini, invece, potranno vivere esperienze uniche all’interno delle Tipi Lodge, le tende indiane con vista lago che renderanno la vacanza davvero suggestiva. L’indirizzo da raggiungere questa estate è il Lago Idro Glamping Boutique che si trova sulle rive dell’omonimo lago. Sempre all’interno di questo glamping è possibile prenotare strutture adatte anche ai pelosetti. Nelle mobile home Next XL Dog, infatti, c’è anche una stanza dedicata ai nostri amici a quattro zampe.

Per le famiglie che vogliono sperimentare il campeggio, ma non vogliono rinunciare alle comodità delle strutture ricettive, invece, il posto giusto è il Weekend Glamping Resort sul lago di Garda. In questa meravigliosa cornice naturale è possibile alloggiare in mobile home in formato XXL.

Idro Cottage Next XL Dog

Fonte: Vacanze col Cuore

Idro Cottage Next XL Dog
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Inseguire le stelle in mezzo al mare: l’esperienza magica

Non c’è nulla di più magico di un cielo stellato, quello che illumina la notte, che brilla e scintilla. Lo stesso nel quale riponiamo i nostri sogni e i nostri desideri, quello che ci invita a esplorare l’infinito, lo spazio e il mondo che abitiamo.

Ed è proprio per inseguire le stelle che ci mettiamo in cammino, per raggiungere ed esplorare quei luoghi che forse già conosciamo, ma che diventano suggestivi e affascinanti come non mai quando il sole lascia spazio alla notte, quando sono la Luna e tutti gli astri a illuminare il cammino.

Sono le destinazioni dell’astroturismo, luoghi in cui l’inquinamento luminoso è nullo o ridotto al minimo per permettere a tutti di ammirare lo spettacolo più bello di sempre, quello che va in scena da millenni sopra le nostre teste. Ma c’è un altro modo per diventare spettatori e protagonisti di questo show: navigare a vele spiegate nel mare aperto per inseguire le stelle.

Come gli antichi marinai

Si chiama stargazing ed è il termine che fa riferimento all’azione di osservare le stelle. Una parola, questa, che fa rima con un sogno a occhi aperti da realizzare subito. Sono sempre di più le persone che si mettono in viaggio per ammirare i fenomeni astronomici del mondo proprio in quei luoghi che hanno trasformato il cielo notturno in un bene prezioso da proteggere e contemplare. Ne sono un esempio i Dark Sky Park.

Ma c’è un altro modo, dicevamo, per andare a caccia di stelle, tanto antico quanto affascinante che ci porta indietro in un passato mai dimenticato. Un passato fatto di coraggiosi marinai che si avventuravano in mare guidati solo dalla luce delle stelle e dagli astri per orientarsi.

Si trattava della navigazione astronomica: imparare a conoscere il cielo per lasciarsi guidare da esso. Ed è un po’ la stessa esperienza che possiamo vivere adesso salendo su una barca a vela o su un’imbarcazione a motore per andare nei luoghi più suggestivi del mondo e osservare stelle e pianeti che si specchiano nell’acqua.

A suggerire le esperienze più magiche da vivere questa estate è Boataround, piattaforma leader di noleggio nautico, che ha proposto le più belle avventure di stargazing dal mare da vivere in destinazioni privilegiate per ammirare gli imperdibili appuntamenti astrali. Eccone alcune.

A caccia di stelle in mezzo al mare quest’estate

Il cielo stellato è uno spettacolo che lascia senza fiato in ogni stagione. Tantissimi sono gli eventi astronomici che si susseguono durante l’anno quando il cielo si trasforma in un palcoscenico di immensa meraviglia. Allineamenti tra pianeti, danze degli astri, stelle cadenti e costellazioni ben visibili a occhi nudo, ma dove ammirare tutto questo?

Per celebrare il solstizio d’estate e ammirare gli eventi astronomici dell’inizio di questa stagione, Boataround consiglia di fare rotta verso l’isola di San Pietro, un gioiello naturale situato al largo delle coste della Sardegna.

Per ammirare l’attesissima Superluna di luglio, che sarà anche ancora più grande e luminosa di quelle precedenti, dovremmo attendere il 13 del mese. Per questa occasione Boataround consiglia di lasciarsi incantare dalla volta celeste delle Florida Keys, una striscia di isole tropicali circondate dall’Oceano Atlantico e il Golfo del Messico e non possiamo che concordare. Le acque color zaffiro che brillano alla luce del sole di giorno, si trasformano come pere magia in un cielo stellato: sono le stelle, la Luna e i pianeti che si riflettono in esso creando uno spettacolo senza eguali.

Per l’appuntamento più atteso dell’anno, quello della notte di San Lorenzo, il consiglio della piattaforma di noleggio nautico è quello di raggiungere la Grecia. Lo sciame meteorico che incanta cittadini di tutto il mondo ogni agosto, infatti, prende il nome di Perseidi, un nome che fa riferimento alla figura mitologica di Perseo, figlio di Zeus. E quale miglior posto, se non la terra dei miti, dei dei e degli eroi, per ammirare lo spettacolo della pioggia di stelle?

A caccia di stelle in mezzo al mare

Fonte: Boataround

A caccia di stelle in mezzo al mare
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Riccardo Scamarcio innamorato di questa valle (ancora) autentica

Lo hanno visto aggirarsi tra le valli, tra le antiche case walser e nei borghi. Cosa ci faceva Riccardo Scamarcio, lontano alla sua Puglia, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola? Sta girando il suo ultimo film. E sarà ambientato proprio in una delle valli meno conosciute, ma ancora incredibilmente autentiche, d’Italia.

Stiamo parlando della Val Formazza, la più settentrionale delle valli piemontesi, che vanta luoghi naturalistici meravigliosi.

Ed è esattamente da queste parti che l’attore sta lavorando a un lungometraggio intitolato “2Win” (“to win”, “vincere”) dedicato al mondo del rally e, in particolare, alla vita di Cesare Fiorio, ex dirigente sportivo nonché direttore sportivo della Ferrari in Formula 1, che vede protagonista proprio Scamarcio.

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Fonte: 123rf

La Val Formazza e i villaggi Walser

La bellissima Val Formazza

La Val Formazza, a cavallo tra Italia e Svizzera, è assolutamente meravigliosa e ricca di bellezze da esplorare. Tra queste c’è l’incantevole lago di Morasco dove le montagne si specchiano. Un puro spettacolo della natura. Nota anche come il “piccolo Canada italiano”, questa valle vanta luoghi naturalistici unici in Italia, come la cascata del Toce, per esempio, alta 143 metri, un vero spettacolo della natura, nota per essere la più bella e maestosa di tutte le Alpi. Il fiume Toce è poi quello che va ad alimentare il Lago Maggiore.

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Fonte: 123rf

La cascata del Toce, la più maestosa delle Alpi

Tra i luoghi più insoliti ci sono gli alpeggi dell’Alpe Devero, una conca verdissima a 1.650 metri di quota, circondata da alcune delle cime più imponenti delle Alpi Lepontine.

I villaggi Walser

Tra le location dove Scamarcio starebbe girando il film ci sono anche i villaggi Walser ovvero di quella popolazione di origine germanica che s’installò proprio in questa zona di confine tra Vallese e Val d’Ossola tra il XII e il XIII secolo.

Il più famoso dei borghi walser di questa zona è Formazza, il primo paese abitato dai Walser a Sud delle Alpi, che oggi conta meno di 500 abitanti sparsi su un ampio territorio, proprio come si faceva secoli fa quando i piccoli nuclei abitativi erano sparsi lungo il territorio della valle. Fino agli Anni ’20 del 1900 lo si poteva raggiungere solo a dorso di mulo.

Il borgo sommerso

La sorte non è stata così rosea, invece, per il borgo di Morasco, abbandonato nel 1938 per consentire alla Edison la costruzione di un bacino idroelettrico, tanto da essere completamente sommerso dalle acque dell’immensa diga. Sacrificato per lasciare spazio al “progresso”, il piccolo abitato che contava solo una ventina di case ora è sotto un insospettabile quanto meraviglioso bacino d’acqua che oggi prende il nome di Lago di Morasco.

Nei primi anni era ancora possibile scorgere il campanile dell’oratorio dedicato a Sant’Anna e San Lorenzo che si trovava nel borgo, proprio come accade ancora oggi al borgo di Curon, sul Lago di Resia, in Val Venosta. Oggi non è più visibile neanche questo piccolo dettaglio dell’antica frazione di Morasco.

Le prossime location del film

Stando alla storia di Fiorio, dopo aver lasciato la Formula Uno e aver collaborato per un certo periodo con alcune Tv private come opinionista, si ritirò in Puglia dedicandosi alla gestione di una masseria a Ceglie Messapica. Ed è forse proprio qui che sarà girato parte del docu-film con Scamarcio.

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Fiorisce la lavanda, e i paesaggi italiani si tingono di blu

Arriva l’estate ed è tempo di lavanda. Come accade nella Provenza francese, anche alcuni luoghi d’Italia oggi si tingono di blu. Sì, perché il lilla non è l’unico colore della lavanda, che passa dal violetto al blu più intenso.

Quando i campi si riempiono di lavanda il paesaggio è un vero spettacolo. E i campi di lavanda in fiore attirano sempre più appassionati e amanti della natura in molti luoghi d’Italia, dove si possono fare splendide passeggiate tra i filari blu-viola, e ora anche molte esperienze a base di lavanda.

Il lavandeto di Assisi

In uno stupendo scenario che vede sullo sfondo Assisi, la città di San Francesco, tra filari di lavande rosa, bianche, viola e blu e altre piante aromatiche – anche rare – ogni anno viene organizzata la festa della lavanda che dura circa un mese. Un evento gratuito con mercatino e una piccola mostra di florovivaismo, ma anche corsi, passeggiate a piedi o a cavallo dei poni e distillazione di olii essenziali.

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Fonte: 123rf

Assisi e i campi di lavanda

La festa della lavanda di Assisi è iniziata il weekend del 9 giungo e, tempo permettendo (alla natura non si comanda), durerà fino al 10 di luglio. Nei tre ettari di parco, con il suo pittoresco laghetto e la basilica che domina la pianura è uno dei luoghi più belli d’Italia dove ammirare la fioritura della lavanda.

Una notte nel Giardino lilla

Alle porte di Parma, c’è un luogo davvero incantato, immerso tra inebrianti campi di lavanda in fiore. È uno degli angoli più romantici d’Italia dove andare a inizio estate. E dove trascorrere una notte circondati da oltre 10mila metri quadrati di lavandeto e da circa 11.000 piante di lavanda.

Si dorme in una tenda di lusso con letto matrimoniale e toilette interna, con prodotti a base di lavanda e persino colazione a base di lavanda. Gli ospiti vengono accompagnati a fare una visita del lavandeto e possono raccogliere la lavanda e acquistare i prodotti cosmetici, i profumatori e gli alimenti a base di piante officinali.

Polesine, la Provenza italiana

La zona di Porto Tolle, un angolo poco conosciuto e poco turistico del nostro Paese, vale assolutamente la pena visitare. A inizio estate, come accade anche in Provenza, la lavanda inizia a fiorire e qui, di campi, ce ne sono tantissimi.

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Fonte: Dario Ramazzina @Veneto Segreto

Campi di lavanda nel Polesine

Il paesaggio si colora tutto di lilla. Con gli antichi casolari che sono i corrispettivi dei “mas provençal”, le tipiche case di pietra dei contadini del Sud della Francia. I campi si trovano in particolare nell’entroterra della Sacca di Scardovari, vicino all’Oasi naturalistica di Ca’ Mello. E intorno ai campi di lavanda c’è il meraviglioso spettacolo del Delta del Po.

La Sacca degli Scardovari, infatti, è un ampio specchio d’acqua compreso tra le foci del Po di Gnocca e il Po delle Tolle. La sacca, separata dal mare da lidi sabbiosi, sorge in uno degli scenari paesaggistici più affascinanti del Delta. La fioritura della lavanda dura pochi giorni, quindi, per ammirarla, bisogna fare in fretta. Poi viene raccolta e trasformata in olii essenziali e in altri prodotti.

I campi di lavanda del Monferrato

Non c’è un momento più magico dell’inizio dell’estate per visitare l’Alessandrino e il Monferrato. Perché è proprio in questo periodo che i campi della zona si colorano delle mille tonalità del viola, grazie alla profumatissima e scenografica fioritura della lavanda.
Uno spettacolo a cui si può assistere fino alla fine di luglio (quando la lavanda viene poi tagliata), regalandosi un weekend romantico o una gita in famiglia all’insegna di escursioni nei campi e visite alle aziende che ne lavorano i fiori per creare olii, profumi e prodotti di bellezza.

Diverse sono le strutture sul territorio che hanno costruito esperienze intorno alla lavanda e ai suoi incredibili colori: dalle fattorie didattiche che ne raccontano gli usi alle “starsbox” dell’Agriturismo Verdita, romantiche capanne di legno in mezzo a scenografici campi viola, che permettono di godere appieno dell’immersione in questo spettacolo naturale ricco di suggestioni profumate.

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Fonte: @Simone Mondino

Le starsbox tra i campi di lavanda

Toscana, regina della lavanda

Dalla provincia di Pisa a quella di Lucca, fra le dolci Colline di Santa Luce fino a Massarosa, sulle rive del Lago di Massaciuccoli, e poi nella Maremma a Civitella Marittima, nel Chianti sulle colline di Fonterutoli e Castellina, e in provincia di Arezzo, a Castelfranco di Sopra, la Toscana è un’esplosione incredibile di viola e profumi che non lasciano indifferenti: quelli della fioritura delle lavanda.

Una Regione che è un vero e proprio paradiso per chiunque ami ammirare queste incredibili piante. Il boom toscano della lavanda, infatti, è iniziato nel 2015 anche grazie al Piano Integrato di Filiera della Regione Toscana che ha contribuito a decuplicare le superfici destinate alle erbe officinali, anche per via del particolare microclima di alcune zone della regione.

Sono molti, nell’ultimo decennio, i terreni, anche incolti, che sono stati riconvertiti dalle aziende agricole che attorno ai lavandeti hanno sviluppato nuove filiere anche di didattica e turismo. Basti pensare alle Colline Pisane di Santa Luce dove grazie al progetto “La Valle dei Profumi” la coltivazione della lavanda ha sviluppato una vera e propria filiera delle erbe officinali.

Da queste parti la lavanda viene coltivata e “trasformata” in olii essenziali destinati a molti settori, dalla cosmetica all’alimentazione. L’esempio della Valle dei Profumi è tra i più interessanti a livello nazionale: oggi, gli ettari destinati alla lavanda sono diventati 18 dai due iniziali.

Uno spettacolo di cui godere in un periodo preciso: da giugno a luglio, quando la fioritura della lavanda è una magia straordinaria che richiama in Toscana migliaia di visitatori, che raggiungono i campi anche soltanto inseguendo il colore del paesaggio e s’immergono tra i filari e il magnifico profumo.

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Le scale di questa città custodiscono il suo segreto più bello

Edoardo Bennato, nella sua canzone, lo ha definito il percorso della città obliqua, il tesoro della città antica fatto di scale e passaggi segreti illuminati dal sole e dalla Luna.

Ma quello che sembra appartenere all’immaginario onirico del cantautore napoletano, in realtà, è un itinerario reale e straordinario che appassiona da sempre i cittadini e i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Perché è qui, tra le oltre duecento scale di Napoli, che sono nascosti i segreti, le storie e l’intera identità di una città che rapisce il cuore e la mente, e che fa innamorare ogni volta.

Le scale di Napoli

C’è chi le definisce capolavori urbanistici senza uguali, chi vie alternative e strategiche per collegare le colline con il centro storico e il mare, chi ancora come dei percorsi di trekking urbano per ammirare gli scorci più suggestivi della città. Ma la verità è che le scale di Napoli sono tutte queste cose insieme e sono bellissime.

Si snoda tra la città quell’insieme sofisticato e monumentale di gradinate che collegano varie zone della città e che da sempre affascina ingegneri e architetti per la complessità che gli appartiene. Scale che parlano del passato e dell’identità stessa di una città che sa comunicare con la sua anima

Le scale di Napoli sono le cornici perfette di un’istantanea di viaggio da immortalare col cuore, sono le protagoniste assolute dei versi dei poeti ottocenteschi che qui hanno lasciato il cuore. Sono le stesse apparse nei quadri e nei set cinematografici di pellicole cult che hanno fatto la storia.

Sono le vene pulsanti del cuore di Napoli, quelle che collegano il centro storico a Posillipo, al Vomero e a Camaldoli. E oggi sono delle attrazioni turistiche per i viaggiatori che amano il trekking urbano, per quelli che non si accontentano di ammirare la città del sole e del mare dal basso, ma vogliono salire più in alto, per scoprire le visioni meravigliose che il Golfo regala allo sguardo di chi lo contempla.

Realizzate per collegare facilmente le diverse zone della città e aggiungere monasteri e chiese, le scale di Napoli sono impresse nella memoria storica della città. Alcune non esistono più, altre sono state trasformate in agili discese e altre ancora, invece, sono percorribili, regalando oggi, come ieri, visioni incantate sull’intero capoluogo campano.

Gradini Giuseppe Piazzi nel film Ieri, oggi, domani

Fonte: Wikimedia

Gradini Giuseppe Piazzi nel film Ieri, oggi, domani

I percorsi della città obliqua

Alcuni dei percorsi gratinati che permettono di scoprire e riscoprire la città obliqua sono diventati iconici, come la Pedamentina, quell’itinerario composto da 414 scalini che collega la Certosa di San Martino al Corso Vittorio Emanuele. Costruita nel XIV secolo, questa lunga scalinata è la testimonianza della complessità urbanistica della città, nonché uno dei luoghi preferiti da cittadini e viaggiatori per ammirare lo splendido patrimonio paesaggistico del territorio.

Tra le scale ancora percorribili troviamo anche le Rampe del Petraio costruite tra il XVI e il XVII secolo. Questo percorso collega il Vomero al quartiere Chiaia passando per il Complesso monastico di Suor Orsola Benincasa e arrivando fino alla Certosa di San Martino.

Troviamo poi la Salita Tasso, documentata già nel 1775 nelle mappe del Duca di Noja, e quella di Cacciottoli, chiamata così per la villa che sorge proprio lungo il percorso. A un certo punto, la via gratinata fatta di scalinate ripide si prolunga e inizia il percorso conosciuto come le Scale di Sant’Antonio ai Monti, che conduce fino al quartiere di Montecalvario.

E poi ancora lo Scalone monumentale di Montesanto, i Gradini del Paradiso e il Pendino Santa Barbara. Le scale di Napoli sono tantissime ed elencarle tutte è quasi impossibile.

Se siete in città, però, aguzzate la vista perché questi percorsi si aprono improvvisamente davanti agli occhi dei visitatori solo per essere percorsi. Ed è allora che scoprirete una città meravigliosa.

Pedamentina di San Martino

Fonte: iStock

Pedamentina di San Martino