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AAA: Cercasi preside per scuola elementare su un’isola remota

E se non fosse solo la curiosità e la voglia di esplorare il mondo a spingervi a lasciare tutto e a ricominciare? E se ci fosse di mezzo anche il lavoro dei vostri sogni? Come per esempio quello di trasferirsi su un’isola remota per diventare insegnante dei 4 bambini che frequentano la scuola pubblica.

Se l’idea di cambiare vita è nella testa già da un po’, allora forse questa è l’opportunità che stavate cercando. L’isola di Foula, la più remota delle Shetland scozzesi ha appena aperto le candidature per la figura di un dirigente scolastico che andrà a lavorare nella scuola del territorio dove attualmente sono iscritti appena quattro alunni.

Un’opportunità che si presenta solo una volta nella vita, questa è la promessa che accompagna l’offerta di lavoro pubblicata sul sito web del Consiglio delle Isole Shetland. Ma vediamo nel dettaglio cosa comprende.

Lavorare come dirigente scolastico su un’isola remota

Si chiama Foula Primary School ed è la scuola elementare situata su un’isola remota di appena 30 abitanti. Qui non ci sono pub, né negozi e non è presente neanche la connessione Wi-Fi. Ma c’è la natura, selvaggia e incontaminata che domina tutto il territorio circostante, la stessa che è diventata la casa di moltissimi animali tra cui uccelli e pecore autoctone.

Foula è un’isola scozzese situata tra il Regno Unito e la Norvegia a circa 30 chilometri da Mainland, l’isola principale dell’arcipelago delle Shetland. Lungo appena otto chilometri, questo lembo di terra è raggiungibile via mare con traghetto.

La vita qui scorre lenta e silenziosa perché è la natura a dominare, a offrire una sensazione di pace che raramente si trova in altre parti del mondo. E lo conferma chi qui ha deciso di restare e chi, invece, sta per andare via.

Lo ha confermato anche Beverley MacPherson, l’ex preside della scuola elementare dell’isola attualmente in pensione. In un’intervista concessa alla BBC, infatti, la donna ha raccontato la sua esperienza di vita a Foula, un’avventura fatta di isolamento e di tranquillità, di contatto primordiale con la natura. Ha descritto inoltre il suo lavoro come dirigente scolastico come uno dei più rilassanti che abbia mai avuto in tutta la sua vita, ammettendo di essersi ritrovata in un ambiente molto bello e familiare.

Il lavoro dei sogni: l’offerta

La testimonianza dell’ex dirigente scolastico conferma che un trasferimento qui può davvero cambiare la vita. Ma cosa comprende l’offerta di lavoro all’interno della Foula Primary School? E a chi è destinata? Scopriamolo insieme.

La ricerca è aperta a una persona in grado di dirigere l’unico istituto scolastico dell’isola che attualmente ha solo quattro iscritti, gli unici bambini dell’isola. Il candidato scelto avrà uno stipendio di 61.00 sterline che corrispondono a circa 70.000 euro. A sua disposizione anche una casa vista mare con tre camere da letto.

La proposta prevede un contratto a tempo indeterminato con una disponibilità di 35 ore settimanali. Il ruolo da svolgere, invece, sarà quello di Vice Preside e Dirigente scolastico che lavorerà fianco a fianco con altri 4 professionisti.

Oltre alla qualifiche pertinenti al ruolo ricercato, l’offerta della scuola elementare di Foula specifica che il candidato perfetto dovrebbe avere un atteggiamento propositivo, spirito di iniziativa e di adattabilità. Meglio ancora se tra i suoi sogni c’è quello di diventare dirigente scolastico in una comunità isolana che vive a ritmo slow.

Per informazioni e candidature (aperte fino al 6 giugno) potete consultare il sito web del Consiglio delle Isole Shetland. Per dubbi e domande è stato messo a disposizione anche un numero di telefono per una chiacchierata informale e preliminare prima di fare il grande passo.

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Cammini itinerari panorami Viaggi

Lungo il nuovo Cammino dei Fontanili: l’itinerario

Un territorio ricco di fascino, da scoprire passo dopo passo, tra sorgenti, corsi d’acqua, borghi, paesaggi, ma soprattutto attraverso un nuovo sistema di itinerari che offrono l’opportunità di conoscerne il patrimonio naturalistico, storico e culturale, valorizzando una delle sue risorse più importanti: l’acqua.

Sono i Cammini d’Acqua, il nuovo progetto sviluppato da Uniacque, l’azienda pubblica che dal 2007 gestisce il servizio idrico della Provincia di Bergamo, in collaborazione con la rivista “Orobie”. Due i nuovi percorsi già mappati e tracciati lungo le vie dell’acqua bergamasca: il Cammino dei Fontanili, lungo la Media Pianura Bergamasca, e il Cammino Borlezza, itinerario che segue il torrente Borlezza dal Monte Pora fino al Lago d’Iseo. Del secondo vi abbiamo già parlato qui: oggi, invece, vi portiamo alla scoperta di un altro imperdibile percorso.

I nuovi Cammini d’Acqua: l’itinerario dei Fontanili

L’acqua è il filo conduttore di questi splendidi cammini che porteranno alla scoperta di percorsi meno noti del territorio bergamasco. Entrambi gli itinerari sono destinati a creare una rete di sentieri tematici, mettere in relazione operatori locali e a essere integrati con il sistema di mobilità dolce già presente sul territorio bergamasco.

Si tratta di un primo step di mappatura, cui seguiranno nuovi percorsi in Val Brembana, il Sentiero Clanezzo-Bracca e il Sentiero Carona Laghi, e successivamente nell’Isola bergamasca. Il tutto con l’obiettivo di valorizzare il ruolo culturale, storico, naturalistico e antropologico che l’acqua riveste ancora oggi nello sviluppo delle comunità del territorio.

Percorrere in modalità slow l’itinerario dei Fontanili, circa 60 km pianeggianti, permetterà di andare alla scoperta di un ambiente unico e di un paesaggio fortemente caratterizzato da strutture di particolare interesse storico.

La vera attrazione del percorso sono, però, proprio i fontanili: opere di scavo, probabilmente di origine romana, atte ad intercettare la falda acquifera sottostante mediante tubi di ferro. Il primo fontanile che si incontra è la Fontana Armandi, oasi tra i campi, seguita da quello di Oneta a Sera e dalla Fontana del Carmen. Ma sono numerosissimi i fontanili, polle e risorgive che si possono incontrare nel verde di questo percorso ricco di fascino.

Le tappe più belle del Cammino dei Fontanili

Pensato sia per ciclisti esperti che per famiglie con bambini, l’itinerario dei Fontanili si sviluppa lungo la Media Pianura Bergamasca. Un percorso da fare a passo lento lungo i corsi d’acqua che sono elemento imprescindibile di questo straordinario paesaggio, ma anche motore di sviluppo delle comunità e dei borghi nati e cresciuti grazie a questa presenza unica e preziosa.

Il Cammino tocca luoghi ricchi di storia e cultura, come Romano di Lombardia, con l’antico nucleo medioevale e la grande Rocca Viscontea, Covo e Fara Olivana, scrigni di tradizioni e attrazioni da scoprire. Lungo il percorso ci si imbatte poi in Bariano, borgo di antica origine romana nella provincia di Bergamo, che ancora oggi presenta una grande quantità di cascine in aperta campagna che ne ricordano l’anima rurale.

Si incontra poi la suggestiva frazione di Masano, nel comune di Caravaggio, Pagazzano, dove ammirare l’affascinante castello, passando infine per le attrazioni di Spirano, Urgnano con la celebre rocca, e Cologno al Serio. Ogni passo conduce alla scoperta di tesori nascosti e cittadine ricche di sorprese, dove l’acqua è una risorsa da proteggere e allo stesso tempo da valorizzare.

Cammino Fontanili

Cammini d’Acqua: l’itinerario dei Fontanili

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Il “borgo dei mille gradini” diventa a pagamento

La particolarità di questo pittoresco borgo medievale affacciato sul Lago di Como sono i suoi tantissimi gradini intagliati nella roccia, tanto da essere soprannominato il “Borgo dei mille gradini”.

È proprio salendoli tutti, uno alla volta, col fiatone, che si respira la vera essenza di Corenno Plinio e, quando si raggiunge la cima dove si erge il castello medievale, con la cinta e le due torri merlate, sembra di fare un tuffo nel passato. Il castello venne costruito sui resti di alcuni edifici di epoca Romana, voluto nel XIV secolo dalla famiglia Andreani.

Una costruzione bellissima, se pensate che, al tempo, non era stata pensata per viverci ma per essere un rifugio per la popolazione in caso di pericolo. E ammirare il Lago di Como da qui vale tutta la fatica fatta.

Il borgo di Corenno Plinio

Deve il suo nome al console Romano Caio Plinio che, a Como, era nato e dove amava soggiornare. Sono pochissimi gli abitanti di Corenno Plinio: appena 16 persone, con un solo ristorante e pochissime attività. Sarà proprio per questa sensazione di “abbandono” – oltre alla tranquillità e all’assoluta bellezza del posto – che affascina tanto i turisti stranieri che ogni settimana arrivano qui per godersi la vista del lago e perdersi tra gli strettissimi vicoli del borgo.

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I vicoli di Corenno Plinio sul Lago di Como

In questo incanto di borgo si trova anche il vecchio molo, in fondo alle scalinate, dove sono ancora attraccate le barche dei pescatori, ma anche di chi ci vive. Microscopica è anche la spiaggia di sassolini bianchi che, con la bella stagione, invoglia chiunque a prendere posto per un bagno di sole o anche solamente per ammirare il bellissimo panorama del Lago di Como.

Un altro scorcio da visitare qui a Corenno è il Belvedere, dove si trovano dei “cilindretti forati”, come piccoli mirini, ognuno puntato su altre destinazioni tutte da scoprire. Appoggiate lo sguardo sui mirini e lasciatevi consigliare delle nuove mete che potrete visitare nei weekend liberi.

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Il porticciolo dei pescatori di Corenno Plinio

Questo è un borgo tutto da scoprire nei suoi sali-scendi, nelle viuzze strette che si aprono su antiche ville. E poi, casette di pietra addossate l’una all’alta, portoni di legno, sapientemente colorati e decorati, e angoli impreziositi da fiori.

Chi è rimasto a vivere qui sembra quasi abbia creato l’atmosfera giusta per rendere Corenno una vera opera d’arte, oltre a un luogo davvero incantato.

Il ticket d’ingresso

Per mantenere questo borgo il gioiellino che è ora, l’amministrazione locale ha deciso di inserire un ticket d’ingresso da 3 euro (2 per il biglietto ridotto) a partire dal 4 giugno 2022. Il progetto di rendere l’ingresso a Corenno a pagamento ha lo scopo di garantire un sostegno alla conservazione del bellissimo borgo, così come già avviene per il borgo di Civita di Bagnoregio, ed era previsto già prima del Covid-19, ma l’iniziativa era stata bloccata, ha spiegato il Sindaco del vicino Comune di Dervio, Stefano Cassinelli.

Per agevolare l’accesso al borgo ai visitatori, nella piazza Garibaldi, l’unica grande piazza di Corenno, accessibile direttamente dalla strada provinciale panoramica SP72, che corre lungo il lago e che attraversa altri deliziosi borghi, dove sorge anche la Chiesa San Tommaso di Canterbury, è stato aperto un ufficio turistico e sono state installate delle postazioni per la realtà aumentata nei punti di maggiore interesse turistico e storico.

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Le mura medievali di Corenno Plinio sul Lago di Como

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Il più bel modo per scoprire l’isola di Minorca

Minorca non è un’isola come le altre. Qui, all’ambiente, tengono molto. E non solo ora che il tema della sostenibilità è di grande attualità. Grazie alla sua vocazione ecologica e al paesaggio ancora piuttosto selvaggio, è stata dichiarata nel 1993 dall’Unesco riserva mondiale della biosfera.

La più piccola delle Baleari, l’”isola del vento”, è un piccolo gioiello naturale tutto da scoprire. E il modo migliore per farlo è percorrendo l’itinerario che le gira tutt’intorno, che tocca alcune delle spiagge più belle e famose di Minorca, che si addentra nell’entroterra attraversando il parco naturale S’Albufera des Grau, che regala scorci panoramici unici chiamato Camí de Cavalls.

Il Camí de Cavalls a Minorca

Lungo 185 chilometri, il Camí de Cavalls corre tutt’intorno la costa di Minorca e può essere percorso interamente in una settimana circa, o anche solo in parte. Lo si può fare a piedi – muniti di scarpe da trekking – , in mountain bike o a cavallo. Un modo slow e green per scoprire i segreti di quest’isola. Non tutti i tratti sono impegnativi, alcuni sono accessibili anche ai bambini, si può scegliere quello che più si addice alla propria preparazione atletica, insomma.

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Trekking lungo il Camí de Cavalls a Minorca

Essendo un percorso ad anello, si può iniziare in qualsiasi punto dell’isola, ma il km zero si trova nel porto di Mahón, il Capoluogo di Minorca, dove inizia la prima tappa. Il Camí è segnato con pannelli informativi che indicano il punto esatto del cammino, indicato con il numero GR 223, in cui ci si trova.

Il percorso si snoda attraverso le diverse zone dell’isola che, a Nord, sono più rocciose e impervie mentre, a Sud, più verdi e tranquille. Si possono ammirare antichi canyon scavati dai corsi d’acqua, ampie vallate, zone agricole fatte di pascoli, vigneti e uliveti, ma anche cittadine, siti archeologici, torri di guardia, fari, come quello di Favàritx, che spunta in mezzo al nulla su un suolo quasi lunare, o quelli di Punta Nati e di Cap d’Artrutx.

Le spiagge lungo il Camí de Cavalls

Per una sosta lungo il cammino – o anche solo per chi desidera fare una vacanza di solo mare -, sono tantissime le spiagge raggiungibili percorrendo il Camí de Cavalls. Tra queste, la famosa spiaggia di Arenal d’en Castell, nel piccolo Comune di Es Mercadal, dalla sabbia chiara e il mare cristallino.

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Le spiagge lungo il Camí de Cavalls a Minorca

Un’altra bellissima spiaggia che s’incontra è Cala Tirant, nei pressi di Fornells. La si scorge arrivando dall’alto restando abbagliati dalle sue acque color smeraldo. Per raggiungerla, si deve scendere una passerella di legno. La sabbia dorata e le dune che le fanno da cornice l’hanno resa una delle più suggestive di Minorca.

Il fondale trasparente e la sabbia sottilissima della spiaggia di Binimel-La non possono non invogliare chiunque a tuffarsi in questo paradiso. È un angolo assolutamente selvaggio, per questo molto amato anche da chi pratica naturismo. Per chi decide di fermarsi, non lontano c’è anche un’altra bellissima spiaggia chiamata Cala Pregonda.

Se si decide di percorrere il tratto che da Binimel-là porta alla tappa successiva del Camí, Els Alocs, quello più impegnativo di tutto l’itinerario (circa 9 km) si è ripagati da uno degli angoli più incontaminati della costa minorchina: quella di Cala Pilar. Questa grande spiaggia di sabbia dorata, raggiungibile con una lunga passerella di legno, è poco frequentata ed è un vero angolo di paradiso. Chi non percorre il Camí de Cavalls e la vuole comunque raggiungere deve lasciare l’auto a mezz’ora di cammino, spesso da fare sotto il sole e questo decisamente frena molti vacanzieri.

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La selvaggia Cala Pilar a Minorca

Una tranquilla baia con acque turchesi circondata da splendide scogliere è anche Cala Algaierens, conosciuta anche come La Vall, che si raggiunge dopo la tappa di Els Alocs. Questa spiaggia piace molto a chi decide di soggiornare nella cittadina di Ciutadella, che dista solamente 12 km, è che è una vera bomboniera fatta di strade acciottolate e di splendidi edifici storici, con diversi boutique hotel e appartamenti che si possono affittare.

Si resta assolutamente sbalorditi, però, quando, lungo il cammino, s’incontra Cala Morell, un piccolo porto naturale nella costa settentrionale non lontano di Ciutadella. È una spiaggia di ciottoli e sabbia, con scogliere scoscese e verticali tra le più impressionanti dell’isola. Oltre ad avere acque cristalline e profonde, perfette per gli amanti delle immersioni, qui si trova una delle più grandi necropoli dell’isola e un insediamento preistorico a picco sul mare. Ma non è tutto: in questo punto dell’isola si può notare chiaramente la geologia dell’isola, formatasi in periodi diversi, dapprima in quello primario e secondario e poi nel terziario ovvero 1,8 milioni di anni fa. Qui si può anche osservare il tramonto più bello di Minorca.

Sembra di stare ai Caraibi quando si arriva a Cala en Turqueta, la caletta più famosa di Minorca il cui nome non è un caso. Piccola, protetta da falesie e da una fitta macchia mediteranea, s’affaccia su un mare che più trasparente non c’è. Bellissima ma molto più grande è la spiaggia successiva lungo il cammino, Cala Galdana, a Sud di Minorca, nei pressi del Comune di Ferreries. Anche qui l’acqua è trasparente come poche, la sabbia finissima e i colori sono caraibici.

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La splendida Cala en Turqueta a Minorca

Piccola è bellissima è poi la spiaggia a Santo Tomás, circondata da una fresca pineta. È una delle più amate dalle famiglie con bambini perché offre anche bar e ristoranti, letti e ombrelloni ed è facilmente raggiungibile anche in auto.

È famosa per le sue dune di sabbia la tappa del Camí de Cavalls che arriva a Son Bou. Questa spiaggia che si getta gentilmente nel mare dalle acque turchesi è il luogo perfetto per le vacanze in famiglia, anche se spesso è molto ventilata e per questo frequentata dagli appassionati di surf.

Molto amata dalle famiglie è anche Cala en Porter, che dista circa 8 km da Son Bou proseguendo lungo il cammino. È uno spettacolo della natura per la sua bellezza selvaggia. È, infatti, una meravigliosa spiaggia naturale circondata da imponenti scogliere che la proteggono e la rendono molto sicura.

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Cala en Porter a Minorca

La tappa successiva è quella di Binissafúller, dove c’è una spiaggia di sabbia bianca, circondata da palme che crescono ai bordi della scogliera a picco sul mare. È una spiaggia piccolissima, sulla quale s’affacciano le vecchie case rimaste intatte lungo la costa che le conferiscono un grande fascino.

Sulla punta più a Sud di Minorca s’incontra a questo punto Punta Prima, chiamata “Sandy Beach” durante la dominazione britannica dell’isola nel XVIII secolo per via della sabbia bianca e fine. Il paesaggio qui è da cartolina, grazie ai colori e alla posizione della spiaggia con una piccola isola che si trova di fronte e che si chiama l’isola dell’Aire. Andando verso Est inizia un sentiero che arriva fino a Cala Alcalfar.

L’ultima spiaggia che s’incrocia lungo il Camí de Cavalls prima di tornare al punto di partenza che è Mahón è Cala de Sant Esteve, a Sud-Est dell’isola nel Comune di Es Castell. È una piccola insenatura rocciosa, con un ripido pendio che porta fino al mare su cui s’affacciano piccole case bianche e i vecchi moli. La baia è fiancheggiata dal Castell de Sant Felip e dal Forte Marlborough, costruito dagli inglesi all’inizio del 1700 e il 1716) e uno dei sette fari di Minorca, il Faro de Mahón, che dà accesso al porto più importante dell’isola delle Baleari.


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La spiaggia colorata col tramonto più bello di sempre

Esistono luoghi nel mondo che non smettono mai di incantarci. Posti che si trasformano, a ogni ora del giorno e in ogni momento dell’anno, in palcoscenici dove va in scena lo spettacolo più bello di sempre, quello creato da Madre Natura.

Sono i laghi, i parchi naturali, i deserti e i massicci montuosi. Sono le spiagge che ogni giorno regalano visioni uniche che lasciano senza fiato.

Come quella che si può ammirare sulla Pfeiffer Beach, la spiaggia arcobaleno situata nel Big Sur, che promette panorami straordinari, magici e incantati.

Pfeiffer beach

Pfeiffer beach

La Pfeiffer Beach sulla Pacific Coast Highway

Sognando la California non è solo il titolo di una canzone, ma una vero e propio omaggio al Paese degli Stati Uniti e a tutte le sue meraviglie. Elencarle tutte ci sembra un’impresa piuttosto ardua, per questo abbiamo deciso di concentrarci sulla costa del Big Sur, quella che comprende montagne che si innalzano a picco sull’oceano Pacifico e che si alternano a sabbie romantiche e calette segrete incastonate come gioielli tra scogliere e faraglioni.

Tra queste c’è Pfeiffer Beach, una delle spiagge più belle del mondo che da sempre incanta viaggiatori provenienti da ogni dove. Romantica, solitaria e lontana dalle rotte più battute dai sentieri di massa, questa spiaggia è un vero e proprio paradiso naturale.

La sua posizione è incredibile, del resto il Big Sur è uno dei luoghi più scenografici della California e della celebre Pacific Coast Highway. Percorrendola, e arrivando alla fine della Sycamore Canyon Road, ci troviamo davanti a questa spiaggia sabbiosa incorniciata da formazioni rocciose che emergono prepotentemente dall’acqua.

Tra queste c’è anche il Keyhole Arch, uno straordinario e maestoso arco di roccia che incornicia il sole al tramonto e che contribuisce a rendere ancora più magica la Pfeiffer Beach.

La spiaggia arcobaleno

La posizione della Pfeiffer Beach, così come anche la presenza delle formazioni rocciose, contribuiscono a renderla una delle spiagge più suggestive dell’intera California. Ma c’è un altro motivo che rende questo luogo unico e riguarda i colori che lo caratterizzano.

La sabbia di questa piccola spiaggia, infatti, è contraddistinta da sfumature che vanno dal viola al lilla e che, brillando al sole, creano una visione magica. Il colore violaceo è dovuto alla presenza del manganese arrivato fin qui dopo l’erosione della montagna che sovrasta l’arenile.

Ma la magia di Pfeiffer Beach non finisce qui perché quando questa è illuminata dal sole si trasforma in una spiaggia dai colori arcobaleno che lascia senza fiato. Quando il sole tramonta, e i suoi raggi attraversano il Keyhole Arch, la sabbia e l’acqua brillano al sole creando un caleidoscopio di colori romantici e tenui che incantano la vista.

Il viola che caratterizza l’arenile esplode in tutta la sua bellezza assumendo gradazioni di colori diverse – da qui l’appellativo di rainbow beachmentre l’acqua che accarezza la sabbia mette in scena incredibili giochi di luci e colori.

Pfeiffer Beach è bella sempre, a ogni ora del giorno e in ogni periodo dell’anno. Ma c’è un momento preciso in cui l’atmosfera diventa incantata ed è quello del tramonto, quando il sole attraversa l’arco e accende tutto intorno. E allora sì che inizia la magia.

Pfeiffer beach

Pfeiffer beach

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Il Dublin Coastal Trail è la strada panoramica più bella d’Irlanda

Dublino è una città splendida, ricca di storia e di cultura: meta prediletta di tantissimi turisti, è nei suoi quartieri storici che solitamente questi si concentrano. Tra chiese antiche e piccoli pub dove assaporare le specialità locali, la capitale irlandese ha molte sorprese da regalare. Ma ora c’è una nuova esperienza emozionante per scoprire il lato nascosto di questa città: il Dublin Coastal Trail è un vero e proprio viaggio, un’avventura mozzafiato tra panorami incantevoli e monumenti storici.

Nasce il Dublin Coastal Trail

La città di Dublino è adagiata sulla sponda orientale del Paese, affacciato splendidamente sul Mare d’Irlanda, da cui gode di una vista incredibile. Ed è proprio seguendo il profilo della contea lambito dalle acque, in un lungo cammino di ben 64 km, che possiamo ammirare la vera identità di questo luogo magico e sorprendente. Il Dublin Coastal Trail nasce con l’intento di valorizzare le tante bellezze che si susseguono lungo la costa, in un itinerario che rappresenta esso stesso una tra le più suggestive attrazioni del Paese.

Il cammino offre panorami ricchi di fascino e magia, addentrandosi in piccoli quartieri periferici dove il tempo sembra essersi fermato e poi esplorando veri e propri angoli di natura ancora incontaminati. Il Dublin Coastal Trail può essere percorso a piedi o in bici, l’importante è assaporarne la sua essenza più autentica e fare il pieno di esperienze che rimarranno per sempre nella memoria. Ma quali sono le tappe più belle di questo itinerario, quelle assolutamente da non perdere? Andiamo a scoprirle insieme.

Dublin Coastal Trail, cosa vedere

Il Dublin Coastal Trail è una strada panoramica che percorre l’intera costa della contea di Dublino, affrontando paesaggi diversissimi tra loro – eppure ciascuno davvero splendido nella sua autenticità. Si parte da Skerries, piccolo porto commerciale dal florido passato, divenuto oggi una località balneare graziosissima. Il suo grande mulino a vento, immerso in una vasta distesa verde, sembra uscire da una cartolina. Mentre il mulino ad acqua, che ancora macina farina per preparare vere delizie da forno, è un’attrazione turistica molto apprezzata.

Per chi ama fare sport, questa è l’occasione giusta: dal kitesurf al kayak, qui si può vivere un’avventura incredibile. Ma è a Malahide, delizioso villaggio alle porte di Dublino, che si può ammirare una delle bellezze più suggestive della contea: il Castello di Malahide, che spicca per essere forse il più antico d’Irlanda, ma anche per i suoi fantasmi – si dice che qui ve ne siano ben cinque! Attorno al maniero, un gigantesco parco e dei giardini botanici che racchiudono un ampio patrimonio naturalistico.

Proseguendo verso sud, ci si imbatte nelle ammalianti scogliere di Howth: il sentiero, a picco sul mare, regala una vista unica al mondo. Con un po’ di fortuna, qui non è affatto raro imbattersi in bellissimi uccelli e in numerose specie marine – tra cui alcuni esemplari di foca. Dopo aver attraversato il porto di Dublino, la strada si spinge a meridione verso il quartiere di Sandymount. La sua spiaggia ventosa non è la sola meraviglia di questo luogo: merita assolutamente una visita il Poolbeg Lighthouse, che emerge dall’acqua e che si può raggiungere tramite un lungo cammino che si addentra nella baia di Dublino.

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Sposarsi e mangiare in bicicletta: succede in Danimarca

È un mondo inedito e sorprendente quello che possiamo scoprire a suon di pedalate quando siamo in viaggio.

Tra sentieri sterrati che attraversano la natura, piste ciclabili con vista sulla città e percorsi mozzafiato che costeggiano il lungomare l’avventura è assicurata ed è unica. Non stupisce sapere che sono sempre di più i viaggiatori che si approcciano al cicloturismo, che vanno alla scoperta di città, borghi e paesi semplicemente pedalando.

Eppure, esiste un luogo in Europa che, più di altri, è capace di trasformare anche una semplice pedalata in un’esperienza straordinaria. Quel luogo si chiama Danimarca ed è qui che a bordo di una bicicletta si può scoprire il territorio, ma soprattutto ci si può sposare oppure consumare un pasto preparato da uno chef.

Ristorante in bicicletta

Ristorante in bicicletta

Scoprire la Danimarca in bicicletta

Una premessa è doverosa: non vi stiamo parlando della Danimarca a caso, ma lo stiamo facendo perché questo Paese è uno dei territori ciclistici più importanti del mondo che nel mese di luglio 2022 ospiterà la partenza della più grande corsa ciclistica: il Tour de France.

Ma la storia d’amore tra il Paese e il ciclismo non si limita a questo evento. In tutta la Danimarca, infatti, sono presenti piste e percorsi ciclabili che si snodano per 12000 chilometri. Strade, queste, che tutti i giorni vengono attraversate dai cittadini – nove danesi su dieci possiedono una bicicletta – e dai viaggiatori. A Copenhagen, poi, le biciclette superano le auto di oltre 5 a 1.

La capitale danese, inoltre, è stata classificata più volte come la città più ciclabile del mondo. Ma se questo ancora non vi ha convinto a raggiungere il Paese con la vostra bicicletta, allora aspettate di conoscere tutte le esperienze che vi aspettano una volta giunti in Danimarca.

Tutto quello che puoi fare in Danimarca pedalando

Grazie alle piste e ai percorsi ciclabili presenti in tutto il Paese, sono molti i cittadini che hanno scelto di riporre le chiavi dell’auto per spostarsi solo ed esclusivamente su ruote. Un’attività, questa, che coinvolge tutti: single, famiglie, proprietari di animali e neo genitori. Non è raro, infatti, vedere genitori in sella a una cargo bike con il proprio bambino a dimostrazione che il cicloturismo, qui, è a prova di famiglia.

Ma non è tutto perché in Danimarca ci si può anche sposare in bicicletta. Durante l’iconica corsa del Tour de France, infatti, sarà possibile svolgere la cerimonia nuziale all’aperto al Fælledparken durante il festival ciclistico FestiVél.

E non è finita qui perché nella capitale danese è possibile consumare un pasto su una bicicletta. Lo chef ciclista Cykelkokken, infatti, ha ideato una Bike Cook: si va in giro per la città a scoprire le sue bellezze e poi ci si ferma a pranzare su una bicicletta che funge da ristorante e che offre piatti tradizionali della cucina territoriale.

Queste esperienze dimostrano che la Danimarca è davvero il Paese della bicicletta. Ma se pensavate che queste avventure già fossero abbastanza vi sbagliavate! Nella capitale, infatti, esiste anche un’impresa di pompe funebri che traporta le bare proprio con una bicicletta per fare un ultimo giro alla fine della propria vita.

Scoprire Copenhagen in bicicletta

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Torna l’Appuntamento in Giardino del FAI: i parchi più belli da visitare

La natura esplode nei suoi colori incredibili, e ora che l’estate è alle porte non c’è scelta migliore che trascorrere una bella giornata tra il verde rigoglioso, ammirando le bellezze del nostro Paese e il suo immenso patrimonio ambientale, botanico e anche artistico dei tantissimi parchi italiani. Per l’occasione, si rinnova anche l’Appuntamento in Giardino del FAI: un weekend all’insegna delle meraviglie naturali con tanti eventi che coinvolgono 12 giardini storici aperti al pubblico.

Cos’è l’Appuntamento in Giardino

Un’occasione per riscoprire le bellezze della natura, godendo di queste splendide giornate quasi estive: l’Appuntamento in Giardino è un evento FAI nato in collaborazione con APGI (Associazione Parchi e Giardini d’Italia), che si svolge in contemporanea in diversi Paesi europei. Quest’anno, la data da segnare sul calendario è quella del weekend di sabato 4 e domenica 5 giugno 2022. In questi due giorni, ben 12 aree verdi situate in tutta la penisola, da nord a sud, aprono al pubblico per regalare ai visitatori un meraviglioso viaggio nella natura, ma anche per invitare tutti noi a custodire con cura questo enorme patrimonio paesaggistico di cui siamo in possesso.

I parchi e i giardini da visitare

Per l’occasione, il FAI mette a disposizione 12 suoi splendidi parchi tutti da scoprire. Si parte dalla Lombardia, dove grandi e piccini possono ammirare la bellezza di Villa Necchi Campiglio, capolavoro d’art decò degli anni ’30, e del suo giardino nel cuore di Milano. È invece a Bergamo che apre i battenti il pregevole Palazzo Moroni, circondato da un ampio parco ricco di fiori profumati e piante rigogliose. Qui i bimbi possono imparare tante curiosità sul mondo botanico e creare persino il proprio erbario.

Ancora, Villa Panza di Varese mette a disposizione il suo sconfinato giardino dove sorgono vere e proprie opere d’arte. A non molta distanza, nel borgo di Casalzuigno, si può assistere ad una lezione di botanica presso Villa Della Porta Bozzolo, così da imparare a riconoscere fiori e piante. Per chi invece ama i suggestivi panorami lacustri, l’appuntamento è a Villa del Balbianello: si trova a Tremezzina, affacciata sul lago di Como, e offre una dimostrazione di pittura ad acquerello.

In Piemonte sono due le località da scoprire. La prima è il Castello di Masino, alle porte di Torino: nel suo parco monumentale, grandi e piccini possono divertirsi imparando tante curiosità. Mentre il Castello della Manta, a poca distanza da Cuneo, è una vera full immersion in un bosco lussureggiante. La Liguria ha moltissime bellezze naturali, ma in questo weekend gli occhi sono puntati su Casa Carbone, che accoglie due vivai e le loro meravigliose piante ornamentali.

Ai piedi dei Colli Euganei, la splendida Villa dei Vescovi di Luvigliano di Torreglia apre le porte del suo ampio parco storico. È prevista persino una caccia al tesoro per intrattenere i bambini, insegnando loro a divertirsi nel rispetto dell’ambiente. Spostandoci più a sud, il Parco Villa Gregoriana di Tivoli offre panorami mozzafiato: è l’occasione per visitarlo con un occhio diverso, comprendendo i delicati meccanismi di manutenzione che vi si celano dietro, grazie alla guida di alcuni esperti.

L’Orto sul Colle dell’Infinito, celebre bellezza di Recanati che ha fatto da sfondo all’omonima poesia di Leopardi, ha in calendario numerose attività per adulti e per bambini, tra cui un laboratorio sensoriale che ha lo scopo di affinare l’olfatto con i profumi della natura. E, per finire, il Giardino della Kolymbethra: nel panorama incantevole della Valle dei Templi di Agrigento, si possono ammirare agrumeti e uliveti secolari, assaporando anche le deliziose marmellate qui prodotte. Per i piccini, c’è un curioso laboratorio sulle api davvero interessante.

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Perché in volo bisogna mettere la modalità aereo

Ogni volta che saliamo in aereo, qualsiasi sia la compagnia, gli assistenti di volo ci dicono chiaramente quando è possibile usare lo smartphone e quando invece non lo è. Ma c’è un momento preciso in cui siamo costretti a mettere il telefono in modalità aereo. Perché, cos’è e, soprattutto, cosa accadrebbe se non lo facessimo?

Modalità aereo: cosa è

Iniziamo subito con lo spiegare che cos’è la modalità aereo. Partiamo dal presupposto che i trasmettitori dello smartphone funzionano sulla terra ferma ma non in cielo. Ciò vuol dire che in fase di decollo o atterraggio, quando l’aereo non non vola troppo in alto né troppo veloce, i telefoni hanno ancora campo, e per questo potrebbero creare problemi.

La modalità aereo ci consente di disattivare tutti i segnali emessi dagli stessi device. Come è noto, qualsiasi dispositivo elettronico, in maniera particolare i cellulari, producono delle onde radio (i famosi suoni che emettono i cellulari a contatto con un altro dispositivo elettronico). Grazie a questa impostazione, vengono disattivati i vari servizi di connettività lasciando all’utente la possibilità di utilizzare il dispositivo per giocare o accedere alle app in modalità offline ma, di conseguenza, senza emettere onde radio.

Perché bisogna mettere la modalità aereo

I vari collegamenti radio di un dispositivo elettronico potrebbero creare delle interferenze nelle comunicazioni tra l’aereo stesso e la torre di controllo, fondamentale per svolgere il viaggio nella migliore (e più sicura) maniera possibile. Si tratta, quindi, di una modalità nata per massimizzare la sicurezza quando si viaggia in aereo.

Una modalità che è stata pensata anche con lo scopo di evitare lo spegnimento obbligato dei dispositivi poiché gli smartphone, ormai, non sono più solo mezzi di comunicazione vocale. Con essi, infatti, è possibile vedere film, giocare, leggere e persino lavorare. Grazie alla modalità aereo, quindi, è consentito continuare a usare il proprio apparecchio per tutto ciò che non contempli le chiamate da mobile.

Ma la verità è che la modalità aereo ha anche altre utilità, non legate al problema delle interferenze:

  • consente il risparmio della batteria;
  • permette di non disturbare gli altri;
  • resetta le connessioni;
  • accelera le ricariche;
  • evita le distrazioni.

Cosa potrebbe succedere se non la mettessimo in volo

La presenza di un solo cellulare acceso non rappresenta di certo un rischio. Tuttavia, nel caso in cui i dispositivi di tutti i passeggeri fossero accesi contemporaneamente, allora il pericolo potrebbe essere significativo.

Vi basti pensare che l’interferenza emessa dal segnale del cellulare che cerca la rete si sente direttamente nella cuffia dei piloti. Ciò fa sin da subito capire che, nell’eventualità di tanti dispositivi non in modalità aereo, le cuffie del pilota diventerebbero una sorta di fastidioso concerto, rendendo le comunicazioni con la torre di controllo davvero complicate.

Una variabile da tenere in considerazione è anche la grandezza dell’aereo al fine di valutare la pericolosità rappresentata dal tenere un telefono acceso: la distanza con la cabina del pilota, soprattutto, è fondamentale.

È bene specificare, però, che non c’è da temere: i piloti sono addestrati per risolvere pericoli ben più gravi di un semplice disturbo del segnale radio. Tuttavia, anche per rispetto di chi sta lavorando, è sempre meglio mettere il cellulare in modalità aereo quando ci viene richiesto.

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La traversata ad alta quota e vista mare che leva il fiato

Palazzi, grattacieli ed edifici altissimi: quante volte abbiamo sognato di salire in cima a quelle altezze vertiginose per guardare il mondo da un’altra prospettiva? E quante volte lo abbiamo fatto anche durante i nostri viaggi?

Abbiamo preso ascensori che svettavano verso il cielo, percorso chilometri in salita e affrontato grandi scalinate per arrivare lì, su quelle cime in grado di regalarci la sensazione di toccare il cielo con un dito e la possibilità di ammirare i panorami più suggestivi di sempre.

Ed è proprio per tutti quelli che non riescono a non subire il fascino dell’alta quota che oggi abbiamo pensato di fare un viaggio. Una traversata sospesa a mezz’aria capace di restituire viste panoramiche che lasciano senza fiato e che si perdono nell’azzurro sconfinato del mare. Salite a bordo, la funicolare di Dubrovnik ci sta aspettando.

Benvenuti a Dubrovnik

Pittoresca, bellissima e autentica, sono queste le tre caratteristiche che raccontano la vera anima di Dubrovnik, la città della Croazia meridionale bagnata dal mar Mediterraneo.

Già meta prediletta di turisti e vacanzieri provenienti da ogni parte del mondo, Dubrovnik conquista per quel centro storico caratterizzato da imponenti mura di pietra costruite nel XVI secolo, e inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità, per quegli edifici in stile barocco, rinascimentale e gotico. Per quel suggestivo corso pedonale di pietra calcarea che ospita negozi, ristoranti e locali di ogni genere.

Insomma, Dubrovnik è una vera meraviglia. Quello che ha da offrire, però, non finisce qui perché oltre il centro cittadino, intriso di storia, fascino e cultura, troviamo il mare trasparente e cristallino che bagna le spiagge sabbiose e quelle rocciose.

C’è un altro modo per scoprire la città, oltre alle lunghe e romantiche passeggiate però, ed è quello che ci permette di attraversarla ad alta quota.

La funicolare di Dubrovnik

Se conoscete Dubrovnik, probabilmente, avrete già sentito parlare della sua funicolare. Del resto si tratta di una delle attrazioni più celebri e frequentate di tutta la città e il motivo e presto detto: questa corsa sospesa tra cielo e terra restituisce immagini da cartolina da imprimere nella memoria.

La funicolare cittadina affonda le sue origini negli anni ’60 quando venne creata come mezzo di trasporto e collegamento per raggiungere il Monte Srđ. Con gli anni è diventata una vera e propria attrazione turistica proprio per quei panorami che si possono osservare quando si è a bordo. La funicolare oggi è una sorta di torre d’osservazione in movimento che consente di ammirare le imponenti mura di pietra, il vecchio porto, il mare e la città intera.

La vista sulla città fortificata e su tutto il mare dall’alto è un’emozione incredibile e mozzafiato da vivere a ogni ora del giorno e della notte. Ma se c’è un momento preciso che più degli altri sa incantare è quello del tramonto. I colori infuocati del sole illuminano tutto intorno ed è magia.

La corsa dura circa 4 minuti, ma una volta giunti sulla cima del monte Monte Srđ potrete continuare a godere di una vista incantata dalla terrazza della stazione della funicolare posta a un’altezza di oltre 400 metri. Aguzzate bene la vista perché se le condizioni meteo lo permettono potreste anche scorgere l’Isola di Lokrum e le lontane Isole Elafiti che si stagliano sull’orizzonte.