Non si finiscono mai di scoprire meraviglie antichissime in grado di raccontarci molto di più sul nostro passato. Questo è quanto possono certamente affermare gli archeologi che ogni giorno riportano alla luce tesori preziosissimi, come quello che è appena stato ritrovato.
Cina, scoperta una grotta buddista
Solo qualche giorno fa vi avevamo raccontato del paradiso naturale intatto scoperto in Cina, e anche oggi siamo di nuovo qui a parlarvi di questo immenso Paese e della scoperta importantissima che vi è appena avvenuta.
Nella provincia settentrionale cinese dell’Hebei, che circonda completamente le municipalità di Tientsin e di Pechino, gli archeologi hanno riportato alla luce una grotta con all’interno ben 20 statue buddiste risalenti alla dinastia Ming (1368-1644). Il luogo preciso del ritrovamento è la città di Shahe e a quanto pare questa incredibile cavità misura 5,8 metri di larghezza e 2,8 metri di altezza.
Le 20 statue buddiste rinvenute sono in pietra e tutte con diverse posture ed espressioni. Sono state ritrovate su dei piedistalli fatti dello stesso materiale presente nella grotta, mente all’esterno della stessa, a ovest, è stata scoperta una tavola rupestre alta ben 2 metri e larga 0,69 metri.
Le dichiarazioni degli addetti ai lavori
A rendere noti questi interessantissimi ritrovamenti sono state le autorità locali preposte alla tutela dei reperti culturali. Han Zhigang, direttore dell’Istituto per la protezione dei reperti culturali della città di Shahe, ha dichiarato che l’iscrizione sulla tavola rupestre racconta che gli antenati di una famiglia locale si erano trasferiti da queste parti da un altro villaggio per tagliare gli alberi, coltivare i campi di montagna e realizzare statue buddiste.
Secondo Han è una rara iscrizione che testimonia il dissodamento del terreno e la costruzione di un villaggio. Ma non solo, questa iscrizione ha un importante valore storico per lo studio della produzione sociale e della vita della città di Shahe durante la dinastia Ming.
Anche perché, e per fortuna, la grotta è ben conservata e fornisce materiali importanti per lo studio della cultura locale delle grotte nella città di Shahe, come ha concluso Han.
L’importanza della dinastia Ming
Comprendere ancor più di quanto si conosce sulla dinastia Ming, e tutto quello che riguardava questo periodo storico, è molto importante poiché essa assunse il controllo assoluto della Cina dal 1368 al 1644. La dinastia Ming promosse un periodo di rinascita culturale in Cina a tal punto che i mercanti cinesi tornarono ad avere un ruolo di primo piano spingendosi fino all’oceano Indiano. Le arti, in special modo quella della produzione di porcellana, raggiunsero traguardi straordinari e mai ottenuti prima
I mercanti cinesi in questa fase storica tornarono ad avere un ruolo fondamentale poiché raggiungendo terre lontane potevano anche esportare le rinomate ceramiche Ming: porcellana di varietà incredibile con nuove coperte colorate e nuovi smalti. Famose sono la coperta verde smeraldo dell’era Yongle, il rosso rubino dell’era Xuande, i doucai dell’era Chenghua, ed il “bianco e blu”.
Anche la religione e la filosofia ottennero un posto importante nella vita della dinastia Ming: il Taoismo prosperò durante il regno del devoto taoista Imperatore Jiajing (1521-1567), che fece edificare tre famosi templi a Pechino: il Tempio del Sole, il Tempio della Terra e il Tempio della Luna.
Sotto il regno dei Ming, inoltre, venne costruita una grande flotta composta da enormi navi dotate di quattro alberi con la stazza fino a 1500 tonnellate, oltre a venire organizzato un esercito di terra composto da un milione di uomini. In sostanza, secondo alcuni storici la Cina, all’inizio della dinastia Ming, era la nazione più evoluta della Terra.