Un lago di quasi 50 miglia quadrate incastonato come una gemma tra campagne e colline, in Umbria, polmone verde d’Italia, e unica regione dello Stivale a non aver alcuno sbocco sul mare. Il Lago Trasimeno, per gli abitanti e i turisti che decidono di visitare l’immenso patrimonio umbro, rappresenta la spiaggia, il divertimento all’insegna del relax, e tanto buon cibo. La Cnn ha dedicato un intero reportage alle bellezze lacustri, alla sua gente e alla cultura gastronomica del territorio, e a un modo di vivere la vacanza in modo sostenibile e lento.
Qui si trova una cucina ricca e povera allo stesso tempo, ma quasi esclusivamente a chilometro zero. La valorizzazione passa dal piatto ed è iper locale. La carne proviene direttamente dalle colline boscose, così come i famosi tartufi. Poi ci sono ortaggi, legumi, insaccati e zafferano pregiato.
Ma è anche dal lago che arriva il cibo tradizionale. Chiaramente pesce d’acqua dolce. Parliamo di pesce persico, luccio, carpa e anguilla. Spesso cucinati in modo gustoso e sempre diverso. Ad esempio, la Cnn elogia una ricetta secolare che vede come protagonista la carpa ma cucinata in porchetta, quindi come se fosse maiale arrosto alle erbe: un classico all’italiana ma decisamente rivisitato in chiave lacustre. Il cibo del Lago Trasimeno, che a prima vista potrebbe sembrare difficile per i turisti stranieri che associano il nostro Paese a pizza, pasta (in ogni modo e maniera) e carne, è in realtà cibo a “chilometro zero”.
La pesca sul Trasimeno
La Cnn racconta l’economia del Lago Trasimeno, divisa storicamente tra pesca e agricoltura. I pescatori riuniti in una cooperativa oggi tornano dalle battute di pesca e poi si trasformano in chef (hanno avviato un ristorante gestito da loro stessi) cucinando piatti classici del lago, mantenendo in vita le tradizioni culinarie del Trasimeno e puntando sulla valorizzazione e lo sviluppo economico sostenibile. Cosa si mangia dai pescatori del Trasimeno? Un menù ovviamente super locale che include portate come l’insalata di luccio, la carpa tartufata e gli gnocchi fatti in casa con la tinca affumicata.
Una cucina locale che conquista i palati
Piatti semplici, gusti riconoscibili e puliti senza aggiunta di troppi condimenti o salse. Questo per gli americani rappresenta il vero gusto umbro. Gli ingredienti vengono valorizzati e spesso la gente prende direttamente dai propri orti ciò che poi cucina e consuma, come finocchi selvatici e asparagi selvatici sulla collina, melograni, limoni, ciliegie ed erbe aromatiche. E poi, ovviamente, la pesca, con i prodotti tipici e le ricette autentiche di una volta ancora cucinate nella loro versione più tradizionale o anche rivisitate.
Uno dei piatti più apprezzati, come racconta la Cnn, è il tegamaccio, uno stufato di pesce che un tempo era preparato con il pesce rimasto invenduto, e che quindi i pescatori avrebbero dovuto buttare, che veniva invece recuperato dalle mogli e cotto in una pentola di coccio. Gli ingredienti che solitamente non mancano mai sono pesce persico e anguilla marinata nel limone. Un piatto apprezzato anche dai turisti stranieri che, essendo al lago, di certo non cercano pesce di mare come tonno e branzini semplicemente perché sono in Italia.
Tra gli altri prodotti locali dell’Umbria apprezzati dai turisti amanti della buona tavola, oltre che dei borghi e delle bellezze naturali, si trovano la fagiolina del Trasimeno, oggi un legume pregiato, un piccolo fagiolo coltivato dagli Etruschi in epoca preromana, presidio Slow Food, che un tempo non veniva considerato un granché ed era utilizzato, come testimoniato anche dalla gente del posto, per sfamare i conigli. E che dire anche del profumatissimo zafferano di Città della Pieve, che dista circa 15 minuti a sud del lago. Tutti prodotti che hanno trovato una nuova contemplazione e parecchio apprezzamento.
Meta lontana dal turismo di massa
Il lago Trasimeno, non è solo luogo apprezzato per la buona cucina, ma anche una meta vacanziera. In Umbria, terra ricca di borghi e bellezze artistiche, non ha sbocchi sul mare ed il turismo balneare lo si fa proprio qui, in un luogo tranquillo che tuttavia nel secondo dopoguerra era stato preso d’assalto. Qui, come spiega il reportage, si voleva creare una sorta di “Rimini alla umbra”, infatti c’erano pedalò, cabine, lidi attrezzati e chioschi sulla spiaggia proprio come sulla riviera romagnola. E, ovviamente, si mangiava pesce di mare e non di lago. Oggi tutto è tornato local: il cambiamento nel modello turistico ha salvato il patrimonio alimentare unico del lago.
Turismo sostenibile e di qualità
La missione sul Lago Trasimeno è non cedere al turismo di massa. Una filosofia che sta avendo come risultato degli ultimi venti anni, una forma di turismo di qualità e non basato su numeri immensi. Ci sono borghi del Trasimeno che sono perle tutte da scoprire: Passignano sul Trasimeno, sulla costa settentrionale, e Castiglione del Lago, a ovest, inseriti tra i Borghi piu’ belli d’Italia. Ma anche spostandosi un po’ più in là dalle rive si incontrano le meraviglie intime e raccolte di altri paesini dove il tempo sembra essersi fermato, come Corciano, Mugnano, Castel Rigone, Paciano e Panicale.
Turismo lento e sostenibile che piace al turista che apprezza le vacanze da insider, in mezzo alla gente del posto, che scopre tradizioni, cibo locale e non cerca lo stereotipo delle vacanze italiane in qualsiasi luogo del Paese. Sia per quanto riguarda l’entroterra che le località balneari: l’Umbria non è la Toscana e non è il Lazio, come non deve essere accomunata ad altre zone ma mantenere chiara la propria identità, come fatto negli anni.
Il viaggiatore ideale a scoprire l’Umbria è colui che è in grado ed è desideroso di apprezzare l’essenza di questi luoghi così ricchi di storia e di patrimonio naturale che meritano di essere vissuti a fondo, trascorrendo giornate all’insegna del relax e della tranquillità, e dimenticando la parola frenesia dal vocabolario. Non il mordi e fuggi, o il turismo vocato al mero consumo di ciò che una zona può offrire. Un tipo di turismo che, a differenza dalla maggior parte delle mete balneari affacciate sul mare, può essere destagionalizzato e apprezzato, ad esempio, anche in autunno.