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La casa più strana del mondo è un edificio a forma di lumaca

Cosa ci spinge a scegliere le destinazioni di viaggio delle nostre prossime avventure? Le stagioni che si alternano, sicuramente, e che grazie agli spettacoli messi in scena da Madre Natura rendono i luoghi del mondo ancora più belli, o le attrazioni iconiche, simboli delle città e delle loro stesse identità. E poi, ancora, le manifestazioni grandiose, gli eventi e i festival da vivere, ma anche gli edifici, quelli stravaganti e super instagrammabili come la Snail House, la casa a forma di lumaca.

Ed è proprio per scoprire uno degli edifici più bizzarri d’Europa, e forse del mondo intero, che ci siamo spinti a Sofia, la deliziosa capitale della Bulgaria, che fuori del suo centro nevralgico ospita uno degli hotspot più celebri tra i turisti.

Nella periferia della città, e più nello specifico nel quartiere Simeonovo, si trova una gigantesca lumaca dipinta con i colori più sgargianti che conosciamo. Ma a differenza di quello che si può pensare, non si tratta di un parco ludico né di un’attrazione, ma di una casa.

Sofia: l’edificio a forma di lumaca

Il rosso, l’arancione, il verde, il blu e il marrone esplodono vorticosamente su una grande casa a forma di lumaca, si tratta della Snail House, un edificio che si snoda su cinque piani e che assume i caratteristici lineamenti del piccolo animaletto. Un luogo d’attrazione assolutamente da non perdere per tutti i turisti che giungono in città.

Cosa ci faccia una lumaca nella periferia di Sofia non ci è ancora del tutto chiaro, quello che sappiamo per certo è che l’edificio è stato costruito nel 2008 dall’architetto bulgaro Simeon Simeonov, che ne è proprietario. Se l’obiettivo era quello di stupire con questa creazione stravagante, possiamo dire che la missione è stata compiuta.

Nascosta nella periferia, la casa coloratissima ed eccentrica balza subito all’occhio. All’esterno, infatti, ci sono tutti gli elementi che ricordano una lumaca, dalle antenne al guscio, fino alle farfalle in pietra che si poggiamo sulla struttura.

Inserita nella classifica degli edifici più strani al mondo secondo Strange Buildings, la casa appartiene proprio al suo costruttore. Inizialmente pensata per diventare un asilo, è stata poi trasformata in una dimora realizzata solo ed esclusivamente con materiali ecologici.

Come è evidente dalle fotografie scattate da turisti e viaggiatori, l’edificio non ha pareti dritte, né angoli e bordi, ma si muove sinuoso fino a simulare il corpo coloratissimo di una lumaca.

L’edificio più instagrammabile d’Europa

Che un viaggio a Sofia possa trasformarsi in un’esperienza unica per scoprire gli oltre 2000 anni di storia della città crocevia di popolazioni e culture, è una cosa che tutti sappiamo. Quello che non tutti sanno, però, è che proprio qui, nella periferia della capitale della Bulgaria, che si trova quello che secondo noi è l’edificio più instagrammabile d’Europa, sicuramente in grado di definire in maniera unica il feed del celebre social network.

Raggiungere la casa a forma di lumaca dal centro di Sofia è semplicissimo, basta prendere la metro rossa e scendere a G.M. Dimitrov per poi salire sul bus 67 che conduce direttamente nel quartiere di Simeonovo. È lì che vi ritroverete davanti a una casa stravagante e coloratissima: la Snail House.

Non si può entrare dentro, ovviamente, essendo un’abitazione privata. Ma vale la pena restare lì per scattare qualche foto e condividerla sui propri social network prima di ritornare in città.

snail house

Snail house

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È glicine-mania: dove trovare i più belli

Se per ammirare rose e tulipani bisogna entrare in orti e giardini privati, per il glicine non è affatto necessario. Basta aggirarsi per le strade delle città per imbattersi nei grovigli di rami rampicanti da cui pendono, come a farsi desiderare, gli splendidi fiori lilla (a volte anche bianchi) riuniti in racemi che possono arrivare anche a 80 centimetri di lunghezza.

I mesi in cui fioriscono i glicini sono tra aprile e maggio, a seconda delle temperature naturalmente, quindi il momento giusto per andare a caccia di glicini è proprio questo.

Dov’è il glicine più grande del mondo

L’esemplare di glicine – o “wisteria”, dal nome dello studioso di anatomia Gaspare Wistar – più esteso del mondo cresce fin dal 1894 nella Sierra Madre, in California, ed è grande più di 0,4 ettari. Ma non serve andare fino a Los Angeles per ammirare e farsi inebriare dai glicini. Nelle nostre città si nascondono angolini di poco passaggio che quasi nessuno, se non gli abitanti del quartiere, conoscono.

Il glicine di Leonardo

Tra i più famosi, ormai, visto che ve lo abbiamo fatto scoprire in un nostro articolo, c’è il glicine di Leonardo. Prima non lo conosceva nessuno, anche perché si trova nella periferia Sud della città. Un tempo questo quartiere era un borgo a sé e si chiamava Morivione, poi pian piano è stato inglobato dalla metropoli e, ultimamente, per via dei lavori di sviluppo di quello che sarà il nuovo hub dedicato a Milano Cortina 2026, ora è molto più frequentato e quello che era rimasto uno dei migliori “best kept secret” milanesi è stato spoilerato.

Il “glicine di Leonardo” è uno dei più antichi d’Italia. Si calcola che abbia più di 700 anni e, secondo gli esperti di botanica, le radici misurano circa due chilometri. Si dice che proprio all’ombra delle sue coloratissime e profumatissime fronde venisse lo stesso Leonardo da Vinci a meditare e a studiare i suoi tanti progetti rivoluzionari per il Naviglio di Milano che dista poche centinaia di metri.

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Il glicine di Leonardo da Vinci a Milano

L’isola sul Lago Maggiore

Non c’è cornice più affascinante di un’isola in mezzo a un lago che a primavera è tutta un fiore. È il caso dell’Isola Madre, una delle Isole Borromee sul Lago Maggiore. Qui c’è un meraviglioso giardino botanico dove si può ammirare una delle più ricche collezioni di glicini d’Italia, con specie provenienti da Cina, Giappone e dalle Americhe, i cui colori variano tra il bianco latte e il blu inteso, passando per il classico lilla. Il luogo più bello dove scattare fotografie è sulla facciata della cappella dell’isola le cui arcate sono ricoperte di glicini rampicanti.

I glicini di Firenze

Tra le città più belle dove ammirare la fioritura dei glicini a primavera c’è sicuramente Firenze, che sta tornando a fare incetta di turisti, dopo due anni di quasi totale mancanza di visitatori. Tra i punti più belli dove ammirarli c’è il pergolato che s’affaccia sul capoluogo toscano. Una passeggiata, quindi, non solo tra le vie di quello che è una delle città più belle del mondo, ma anche una delle più romantiche.

La pergola di glicini più bella però è quella di Villa Bardini, su cui crescono alcune varietà di glicini che regalano, ogni anno, un magico percorso dalle tante sfumature di viola, un vero e proprio “Wisteria Tunnel” di 70 metri tutto italiano.

 

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Veneto Waterways, il turismo esperienziale e slow da non perdere

È nato un nuovo progetto: il Veneto Waterways, un’aggregazione d’imprese che promuove la valorizzazione del patrimonio delle vie d’acqua del Veneto con proposte di turismo esperienziale e slow.

L’obiettivo è quello di valorizzare l’offerta turistica legata alle vie d’acqua navigabili del Veneto grazie alla collaborazione di 24 soggetti tra cui società di navigazione, tour operator, strutture ricettive e operatori, uniti dalla volontà di promuovere questa spettacolare regione del Nord Italia come destinazione navigabile.

In cosa consiste il progetto

L’offerta di prodotti spazia dalle proposte di navigazione lungo fiumi e lagune che caratterizzano la regione, sia brevi che di più giorni, alle escursioni a piedi, in bicicletta e con formula bike&boat, dalle visite culturali alle esperienze slow alla scoperta degli aspetti enogastronomici e ambientali del territorio.

Questo perché gli itinerari navigabili attraversano un’ampia porzione di territorio del Veneto, configurando un prodotto turistico che intercetta molto bene anche il cicloturismo, il paesaggio culturale e l’enogastronomia.

Costozza veneto

In bici per Costozza

Ma non solo. Lo scopo è anche quello di rafforzare la visibilità e la conoscenza delle destinazioni turistiche minori del Veneto, rappresentate da località adatte a un turismo lento, attento all’ambiente, in grado di favorire la sinergia tra natura e cultura. Il progetto tiene conto del diverso scenario intervenuto a causa della pandemia da Covid-19 e si pone in linea con la strategia turistica regionale “Veneto: the land of Venice”, in particolare con l’offerta rappresentata dal tematismo “Vacanze slow sull’acqua” e con le disposizioni contenute nel Piano Strategico del Turismo del Veneto, con particolare riferimento alla domanda turistica legata allo “Slow Tourism & Green”.

Il programma prevede la realizzazione di prodotti e pacchetti turistici da promuovere con azioni di marketing che comprendono la produzione di un portale, materiali informativi, la creazione di contenuti, l’organizzazione di eductour per operatori, press trip, attività di digital marketing, oltre a una campagna pubblicitaria dedicata.

Necessario, quindi, da parte di di tutti gli stakeholder, associazioni di categoria e operatori turistici del territorio lavorare in sinergia con istituzioni ed enti locali per garantire la fruizione delle vie d’acqua con interventi legati alla manutenzione, alle infrastrutture e alla gestione unificata di conche di navigazione e ponti.

Gli itinerari di Veneto Waterways

Particolarmente interessante l’itinerario legato alla navigazione fluviale che mette in collegamento le antiche vie navigabili da Mantova al Delta del Po, protraendosi fino alla laguna di Venezia, a Caorle e al Trevigiano, nella parte navigabile del fiume Sile.

Vengono quindi attraversate 6 province della regione: Verona, Vicenza, Padova, Venezia, Rovigo e Treviso, coinvolgendo il territorio di riferimento di 10 Organizzazioni di Gestione di Destinazione del Veneto: Verona, Po e suo Delta, Terre Vicentine, Padova, Chioggia storia, mare e laguna, Terme e Colli Euganei, Riviera del Brenta e Terra del Tiepolo, Venezia, Caorle, Città d’arte e Ville Venete del Trevigiano.

Veneto vie d'acqua

Il fascino unico del Veneto

Gli itinerari navigabili di interesse comprendono canali e conche che attraversano un’ampia porzione di territorio del Veneto, configurando un prodotto turistico di valenza regionale che intercetta anche il cicloturismo, il paesaggio culturale (le Ville Venete, i borghi, le destinazioni minori, e così via) e l’enogastronomia (Colli Berici, Colli Euganei, Riviera del Brenta, prodotti del litorale e della laguna, il trevigiano, etc.).

Vengono ricompresi, per esempio, il Tartaro-Canalbianco nel Polesine, il Canale Bisato, il Canale Bacchiglione, il Canale Battaglia, il Canale Bretella, il Canale Pontelongo, il Canale Piovego, il Naviglio del Brenta, la Laguna veneziana e le sue isole, la laguna di Caorle a nord e quella di Chioggia a sud, il Fiume Sile, il Fiume Lemene.

In poche parole, Il progetto Veneto Waterways intende promuovere il prodotto legato all’attività escursionistica attraverso proposte integrate atte a combinare l’offerta con servizi e attività complementari, investendo nello specifico nella promozione di due prodotti: il turismo escursionistico/lunghe percorrenze, vacanza attiva e conoscenza del territorio – durata media 7 giorni; e l’escursione/esperienza concentrata in una o più destinazioni lungo il percorso/tematizzata – durata media 1,5 giorni.

Valorizzare il turismo delle vie d’acqua venete significa riunire diverse proposte in un’offerta integrata e coordinata, andando a intercettare nuovi mercati e potendo perciò soddisfare le esigenze di un ampio bacino di utenza.

basilica san marco venezia

Venezia vista dalla barca

Perché le vie d’acqua sono un enorme patrimonio turistico

Questo perché è anche attraverso una via d’acqua che si può scoprire una destinazione, valorizzando sinergie tra attività fluviali/lagunari e attività terrestri, alimentando relazioni e scambi, con ottime ricadute sull’attrazione di nuovi flussi turistici e lo sviluppo territoriale locale.

Il turismo fluviale, infatti, racchiude un ottimo potenziale soprattutto per il tema chiave Slow Tourism & Green ed è una forma di turismo di nicchia caratterizzata da una forte componente esperienziale incentrata sulla fruizione del paesaggio e la connessione con gli itinerari enogastronomici, la visita ai borghi e ai centri minori, alle cantine o ad altre aziende di prodotti tipici locali, il cicloturismo.

Inoltre, il turismo delle vie d’acqua è caratterizzato da un buon potenziale per la decongestione dei flussi turistici, che contribuisce a indirizzare verso i centri minori per la destagionalizzazione della proposta turistica veneta, che potrebbe accogliere diverse famiglie motivazionali con proposte diversificate e integrate durante l’intero arco dell’anno, e per la ripresa del turismo internazionale post Covid-19, grazie a proposte slow e itinerari tematici basati su modalità lente di fruizione della destinazione, pensate per coppie, famiglie e piccoli gruppi, in condizioni di sicurezza, in connessione con l’ambiente naturale e in forte coordinamento con gli operatori del territorio.

La principale motivazione dei target di riferimento per questa tipologia di vacanza è rappresentata dal desiderio di un contatto più stretto con la natura, a bordo oppure a terra. La presenza di un patrimonio ambientale e culturale preservato e valorizzato assume notevole importanza nel processo di soddisfazione del cliente fluviale.

Il Veneto, in sostanza, può rappresentare una eccellenza e prima esperienza di destinazione con club di prodotto dedicato a livello nazionale. La principale sfida di questo progetto è dunque quella di ripensare la proposta turistica dedicata, rafforzando la strategia di commercializzazione a favore del mercato interno nazionale e locale e nello stesso momento prepararsi a una nuova gestione dei flussi turistici internazionali in fase post-Covid con proposte legate a piccoli gruppi, nuclei familiari o coppie, in forte coordinamento con gli operatori del territorio per promuovere e vendere vacanze sicure, adatte alle nuove condizioni socio sanitarie e alle prescrizioni date in fase di emergenza. Il periodo previsto per la sua attuazione va, indicativamente, da giugno 2021 a maggio 2023.

Riviera Brenta veneto

Riviera Brenta in navigazione

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Croazia Europa itinerari culturali litorali mare Viaggi Wanderlust

Ogni anno in Croazia appaiono meravigliose opere d’arte sulla sabbia

Sappiamo bene che un viaggio in Croazia può trasformarsi in un’esperienza memorabile, perché la terra del mare, della natura lussureggiante, delle cascate straordinarie e dei muretti a secco sa stupire, e lo fa con le sue architetture meravigliose, con i borghi e con quegli scorci che si aprono davanti agli occhi di guarda per incantare.

Ma un viaggio nel Paese bagnato dal mare Adriatico da una parte, e attraversato dalle Alpi Dinariche dall’altra, può incantare in nuovi e inediti modi. Una semplice passeggiata in spiaggia, per esempio, ci trasforma negli inconsapevoli protagonisti di una grandiosa opera di land art che porta la firma di Nikola Faller.

È lui che può rendere il nostro viaggio ancora più spettacolare. È sempre lui che con i suoi capolavori d’arte, effimeri e transitori, ci permette di osservare la grande bellezza del territorio da un altro punto di vista e di immortalarla attraverso istantanee uniche. Ecco dove e quando ammirare le opere di land art di Nikola Faller.

ikola Faller disegna spettacolari geometrie sulla spiaggia del fiume Drava

ikola Faller disegna spettacolari geometrie sulla spiaggia del fiume Drava

Da Opuzen al resto del Paese

Di Nikola Faller, l’artista croato che crea opere d’arte di land art mutevoli ed effimere da 7 anni, se ne parla già da un po’. Nel 2019, infatti, è stato lui a realizzare spettacolari disegni geometrici lungo gli infiniti banchi di sabbia situati alla foce del fiume Neretva.

In quel caso l’appuntamento era imperdibile: l’artista croato aveva realizzato quelle opere di land art per lo Zen OpuZen Art Festival, una manifestazione che mette in scena sculture, graffiti e performance di strada e che si tiene ogni anno a Opuzen, con l’obiettivo di valorizzare le meraviglie naturali del territorio che gli ha dato i natali.

Eppure da 7 anni a questa parte, di creare opere d’arte mutevoli e destinate a stupire, Nikola Faller non ha mai smesso. Ed ecco che un viaggio in Croazia, che di per sé è già un sogno che si avvera, si trasforma improvvisamente in un’esperienza immersiva in questi capolavori artistici che celebrano il connubio tra uomo e natura, che valorizzano le bellezza di questa terra attraverso il prezioso strumento dell’arte.

ikola Faller disegna spettacolari geometrie sulla spiaggia del fiume Drava

ikola Faller disegna spettacolari geometrie sulla spiaggia del fiume Drava

Dove vedere le opere di land art di Nikola Faller

In autunno sono le foglie a trasformarsi nei preziosi strumenti che danno vita a spettacoli meravigliosi all’interno di parchi e giardini in Croazia. Durante il resto dell’anno, invece, le spiagge vuote e meno affollate diventano i palcoscenici di grandiose opere d’arte che danno il meglio di sé con la vista dall’alto.

Quando e dove vedere le opere di land art di Nikola Faller è un po’ un mistero che fa parte dell’effetto sorpresa che si prova quando ci si ritrova davanti a un suo disegno. Come se si trattasse di una caccia al tesoro, le opere appaiono e scompaiono da una parte all’altra del Paese.

Se siamo fortunati, anche una semplice passeggiata sulle spiagge del Paese potrà condurci davanti a questa meraviglia, magari appena realizzata oppure già modificata dal vento e dall’acqua.

Quello che possiamo dirvi con certezza, invece, è che Nikola Faller è già stato sui banchi di sabbia della foce del fiume Neretva, sulla spiaggia del fiume Drava a Osijek e sulla Riviera Ušće Neretve . Qui sono apparsi disegni geometrici e perfetti che ricordano gli studi di Leonardo da Vinci e questo non è un caso. L’artista croato, infatti, indaga attraverso la sua arte il rapporto che esiste tra matematica e natura.

Il risultato è unico, straordinario e lascia senza fiato: opere d’arte transitorie si palesano con una perfezione simmetrica che lascia sbalorditi. E sono bellissime.

ikola Faller disegna spettacolari geometrie sulla spiaggia del fiume Drava

ikola Faller disegna spettacolari geometrie sulla spiaggia del fiume Drava

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Europa Notizie Viaggi

I Paesi europei che hanno rimosso le restrizioni Covid

Più l’estate si avvicina e più, finalmente, la vita sembra tornare alla normalità. Complice anche l’alto tasso di vaccinazione, molti Paesi europei si apprestano ad abbattere tutte le restrizioni di viaggio legate al Covid, anche per chi proviene da Paesi terzi.

Repubblica Ceca, tutti possono viaggiare normalmente

A partire dal 9 aprile 2022 non è più richiesto alcun tipo di certificazione per entrare nel in Repubblica Ceca, regola che vale anche per i viaggiatori provenienti da Paesi extra-Ue.

Chi raggiunge questo Paese dell’Europa centrale via aereo, è bene che sappia che le compagnie aeree possono comunque imporre misure più restrittive ai fini di consentire l’imbarco.

Sul territorio, invece, a partire dal 14 aprile 2022 non è più obbligatorio indossare una mascherina FFP2 o KN95 sui mezzi di trasporto pubblici, mentre rimane necessaria per fare ingresso nelle strutture sanitarie.

Tutte le persone risultate positive al Covid-19 durante il loro soggiorno in Repubblica Ceca devono sottoporsi a un periodo minimo di isolamento di 7 giorni, che non può essere abbreviato neppure in assenza di sintomi o in presenza di un test negativo.

Chi ha avuto un contatto stretto con un positivo, non è automaticamente sottoposto a quarantena. Gli italiani in viaggio, però, devono sapere che al momento in questo Pese non esistono Covid Hotel, né strutture predisposte all’accoglienza di turisti che risultino positivi al Covid.

Gli alberghi cechi, di solito, rifiutano ospiti positivi al Covid. In caso di positività i nostri concittadini possono fare rientro in Italia, con mezzo privato e soltanto dopo aver ricevuto un’autorizzazione speciale dalla ASL di appartenenza. In sostanza, in caso di positività al Covid, l’unica soluzione possibile – a proprie spese – è la prenotazione di un appartamento.

Danimarca, via libera

A partire dal 29 marzo 2022, la Danimarca ha abolito ogni restrizione residua all’ingresso nel Paese per ragioni legate al Covid. Pertanto, i non vaccinati e i non guariti, provenienti da paesi extra-UE ed extra-Schengen, non sono più sottoposti all’obbligo di effettuare un test anti-Covid nelle 24 ore successive all’arrivo nel Paese.

Resta confermato che non si applicano restrizioni a coloro che arrivano in Danimarca dai Paesi UE/Schengen. È bene sapere, però, che le Autorità danesi hanno la facoltà di attivare la clausola del cosiddetto “emergency brake” in caso di insorgenza di nuove varianti del virus Covid-19.

Via le restrizioni anche in Ungheria e in Islanda

Da lunedì 7 marzo 2022 le restrizioni di viaggio e di ingresso in Ungheria sono state eliminate. Ciò vuol dire che è di nuovo possibile entrare ne Paese senza necessità di Green Pass, certificati di guarigione o test anti-Covid.

Stessa situazione in Islanda, ma a partire dal 25 febbraio 2022: sono state revocate le misure di controllo connesse alla pandemia, comprese quelle relative all’ingresso nel Paese.

Irlanda e Norvegia, via qualsiasi restrizione

Da domenica 6 marzo 2022 le restrizioni di ingresso in Irlanda sono state eliminate. In poche parole, i viaggiatori in entrata non sono più tenuti a mostrare alcuna prova della vaccinazione o prova di guarigione o risultato negativo del test PCR all’arrivo.

Non sono altresì richiesti test Covid-19 post-arrivo o requisiti di quarantena per chi arriva in Irlanda, e non vi è più la necessità di compilare il Passenger Locator Form.

In Norvegia, invece, a partire dal 12 febbraio 2022 tutte le misure di controllo legate alla pandemia, anche sugli ingressi nel Paese, sono state abolite. Dal 2 marzo 2022 sono state revocate anche le ultime misure sull’ingresso nelle Isole Svalbard.

Polonia, restrizioni revocate ma attenzione

Restrizioni annullate anche in Polonia dove, a partire dal 28 marzo 2022, non sussiste più l’obbligo di esibire, varcato il confine, alcun certificato attestante l’avvenuta vaccinazione, guarigione o effettuazione di un test negativo.

A prescindere dal Paese di partenza, a chi viaggia in aereo verso la Polonia potrebbe essere richiesta la compilazione di un Passenger locator form on-line. Nell’impossibilità di compilare tale modulo, si potranno utilizzare i formulari cartacei forniti dal personale di bordo delle compagnie aeree.

Per necessità di assistenza sul territorio polacco, le Autorità sanitarie (NFZ) hanno attivato un’infolinea dedicata alla situazione sanitaria, raggiungibile al numero 800 190 590, ma solo ed esclusivamente chiamando da utenza telefonica polacca.

Infine, è stato introdotto il divieto temporaneo di permanenza nella zona lungo il confine con la Bielorussia. Divieto che rimane in vigore fino al 30 giugno 2022 (con possibilità di essere prorogato).

Rimane inoltre in vigore la necessità di portare sempre con sé un documento d’identità, così come il divieto di portare armi di qualsiasi tipo, anche se scariche. Si evidenzia che chiunque permanga nella zona a cui si applica il divieto è punibile con una pena detentiva o un’ammenda.

Romania, Slovenia e Svezia: addio restrizioni

Dal 9 marzo 2022 anche l’ingresso in Romania non è più soggetto a restrizioni. Ai viaggiatori in entrata, quindi, non è richiesto il Certificato digitale Covid-19.

Buone notizie anche dalla Slovenia dove, a partire dal 19 febbraio 2022, sono state eliminate tutte le misure restrittive per l’ingresso nel Paese: non è più necessario il Green Pass.

Tuttavia, per gli arrivi da Paesi terzi ai punti di frontiera Schengen della Slovenia si continuano ad applicare le Raccomandazioni UE riguardanti le restrizioni temporanee ai viaggi non essenziali, in base alle quali i viaggi in UE per motivi non essenziali sono consentiti alle persone vaccinate e a coloro che provengono da determinati Paesi.

Infine, dal 1° aprile 2022 anche per entrare in Svezia non è più necessario presentare la Certificazione Digitale Covid Ue a prescindere dal Paese di provenienza.

A breve rimuoverà tutte le restrizioni anche la Grecia

Oltre ai Paesi sopra menzionati, anche la Grecia si appresta a eliminare le restrizioni di viaggio legate al Covid. Il ministro della salute, Thanos Plevris, ha infatti spiegato che le ultime restrizioni verranno cancellata a breve.

In sostanza, l’obbligo di esibire certificati di avvenuta vaccinazione o test negativi sarà totalmente revocato dal 1 maggio. Eventuali modifiche saranno rivalutate a settembre.

Dall’1 giungo, invece, non sarà più obbligatorio l’uso di mascherine negli ambienti al chiuso, salvo qualche piccola eccezione.
Tutti i limiti al numero di persone autorizzate a riunirsi al chiuso ancora in vigore saranno invece revocati il 1 maggio.

Dall’altro lato, alcuni Paesi come il nostro, la Spagna, Francia, Portogallo e Germania continuano a mantenere alcune restrizioni. Per maggiori informazioni sulle regole da seguire per l’ingresso in Italia dall’estero cliccate qui.

Se invece volete sapere quali sono i Paesi extra Ue in cui non serve più il Green Pass potete leggere questo nostro approfondimento.

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Sui luoghi dei Florio, intervista all’autrice Stefania Auci

Raccontano l’epopea di una famiglia, quella dei Florio, che ha fatto la storia della Sicilia e anche dell’Italia i due romanzi di grande successo “I leoni di Sicilia” e “L’inverno dei Leoni” dell’autrice Stefania Auci.

Ma raccontano anche di una Sicilia bella e opulenta, ricca e orgogliosa, una Sicilia che ha affascinato milioni di lettori dei romanzi della Auci e che desiderano andare alla scoperta di quei luoghi narrati tra le pagine dei libri. L’Olivuzza, Favignana, Marsala, Villa Igiea e tante altre tappe che hanno dato vita a un vero e proprio itinerario, nato dalla penna della Auci e che, a breve, diventerà anche uno dei più amati della Regione perché, dopo i romanzi, arriverà anche una fiction televisiva che attirerà ancor più visitatori.

Abbiamo incontrato Stefania Auci durante la BIT, la fiera milanese del turismo, allo stand della regione Sicilia, che sta promuovendo nuovi itinerari alla scoperta della West of Sicily, la Sicilia occidentale, quella zona del trapanese – città d’origine della Auci – quella delle tonnare e delle saline, che vanno a braccetto, del marsala e della splendida isola di Favignana, raccontata nei due romanzi e ancora poco nota al turismo.

I suoi romanzi hanno una grande valenza turistica e invogliano i lettori a visitare i luoghi che racconta, ne è consapevole?

“Me ne sono resa conto poco dopo l’uscita del primo volume quando mi sono recata ad accompagnare dei giornalisti in alcuni luoghi che erano raccontati nei romanzi e la gente diceva ‘Sì, ma qui noi ci siamo stati!’. E la cosa che mi fa molto piacere è che nella Sicilia occidentale adesso esistono anche dei tour in barca che si occupano delle Egadi, della provincia di Trapani, di Marsala che mettono in luce sia la bellezza del territorio sia la storia che è legata a questo territorio, che non è legata unicamente ai Florio, ma c’è anche la trazione latina, la tradizione greca e ancora quella arabo-normanna. In generale, la Sicilia occidentale presenta più di altre parti questa grandissima stratificazione che fa sì che la sensibilità di chi vive in questi territori sia estremamente plastica, varia e capace di comprendere in più modalità quanto la storia abbia inciso sul nostro territorio. Adesso è il momento che iniziamo a prenderne atto e che cominciamo anche a essere orgogliosi di questo”.

Quelli citati nei romanzi sono luoghi che lei conosce molto bene.

“Favignana mi ha segnata e mi ha insegnato la passione per il mare. Questo territorio fa parte del mio DNA, tutta questa parte di Sicilia è impregnato di cultura, che ha segnato anche i Florio. Loro erano connessi al territorio del trapanese, che ha visto ospiti anche reali. Raccontare il territorio ha condizionato l’evoluzione di questa famiglia. Non sarebbero stati i Florio se non fossero stati un questa parte di Sicilia. Quando i Florio diventano ricchi lo fanno nella Sicilia occidentale e quindi Marsala, Trapani, Favignana”.

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Favignana e la tonnara dei Florio

Sono nati già dei tour sui luoghi dei Florio, vero?

Ci sono e sono parecchi e sono anche molto orgogliosa perché significa che, anche se in maniera indiretta, ho dato fisicamente una mano alla mia terra. Trapani ha un centro storico che è un gioiello, grazie anche a imprenditori come i Florio, che potevano chiamare i grandi artisti fiamminghi e i migliori artigiani. Favignana è il paese della ‘Bella addormentata’, tutti gli abitanti se ne erano andati via. Oggi, la tonnara dei Florio che è stata restaurata ha tegole di vetro colorato, stucchi, nursery e spogliatoi che mostrano l’intervento di grandi architetti”.

Pensa di aver raccontato anche ai non siciliani una storia che è anche un po’ quella dell’Italia?

“Ci sono moltissime microstorie di famiglie in tutta Italia per cui si può parlare della storia attraverso quella dei singoli. In Sicilia questo diventa particolarmente forte perché, più che in altre Regioni, la storia d’Italia è passata attraverso il nostro territorio. Ricordiamo che l’unità d’Italia è iniziata a Marsala. La Battaglia di Calatafimi è la battaglia fondamentale attraverso la quale la Sicilia, di fatto, la Sicilia passa nelle mani di Garibaldi. Dobbiamo renderci conto che ci sono dei territori che hanno una forza e un orgoglio che difficilmente è sovrapponibile ad altri”.

Ci sarà anche un seguito della saga dei Florio?

“Sono morti tutti, quindi non è il caso di andare oltre”.

Il tour dei Florio nella Sicilia occidentale

Benché buona parte delle vicende narrate nei romanzi “I leoni di Sicilia” e “L’inverno dei Leoni” sia ambientata a Palermo, la Sicilia occidentale gioca un ruolo chiave nell’evoluzione della storia. A partire dalla tonnara di Favignana, alle Egadi, dove è nato il tonno Florio, in uno degli stabilimenti più all’avanguardia dell’epoca che oggi è un museo e si può visitare.

Così come lo stabilimento di Marsala, a una trentina di chilometri da Trapani, dove ancora oggi si produce uno dei migliori vini liquorosi del mondo, nato per fare concorrenza al portoghese vino Madeira, molto amato dagli inglesi. I nuovi proprietari vi hanno ricavato una splendida sala degustazione e un’enoteca, tappezzata con le locandine pubblicitarie della famosa Targa Florio, la più antica corsa automobilistica al mondo e tra le più note in Italia. È rimasta tale e quale, invece, l’antica bottaia, con le botti in rovere di Slavonia. È direttamente da qui che partivano le navi della Navigazione Generale Italiana di proprietà dei Florio che portavano il loro Marsala in tutto il mondo.

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Le saline di Marsala

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New Mexico: l’oceano di sabbia bianca in movimento che sembra un sogno

Esistono luoghi così belli e straordinari da non sembrare reali. Che si perdono all’orizzonte, che rubano i colori e le forme dalla natura, che inebriano i sensi, che stordiscono e incantano. E sono queste le sensazioni che si provano quando ci si ritrova al cospetto del deserto bianco del New Mexico, un oceano di sabbia le cui onde si increspano col vento creando un paesaggio che lascia senza fiato.

Ci troviamo a circa 50 chilometri da Las Cruces, al cospetto di uno dei parchi più belli, suggestivi e magici di tutta l’America. Il White Sands National Park è un parco nazionale statunitense situato nello Stato del Nuovo Messico ed è così bianco, scintillante ed etereo da sembrare un sogno.

Caratterizzato da un’immensa distesa di sabbia bianca che si perde a vista d’occhio, il Parco Nazionale delle sabbie bianche offre un panorama unico e alienante che assomiglia a un oceano di acque calme e placide mosse dal vento che determina, ogni volta, il suo paesaggio.

White Sands National Monument

White Sands National Monument

Il deserto di sabbia bianca in movimento

Il White Sands National Park si trova nel cuore del bacino della Tularosa, in New Mexico, e si snoda per una superficie di oltre 700 chilometri quadrati. La particolarità di questo deserto non è data solo dalla grande bellezza che stordisce sin dal primo sguardo, ma anche dalla composizione stessa delle sue aride dune, che lo fanno somigliare ora a un paesaggio lunare, ora a un oceano paradisiaco.

La sabbia che ricopre l’area del Parco Nazionale delle sabbie bianche, infatti, è composta da cristalli di gesso e si configura come la più grande distesa del pianeta di questo genere. Il deserto è nato durante l’ultima era glaciale, lì dove sorgeva il Lago Otero che occupava gran parte del bacino. Una volta che le sue acque si sono prosciugate, sull’area sono rimasti i residui di cristalli di gesso.

I cristalli in grani vengono spostati per tutta l’area dai venti che soffiano principalmente da sud-ovest, sono loro che permettono di creare quelle dune bianche di diverse dimensioni che contraddistinguono il paesaggio in maniera univoca. Le dune, però, non sono statiche, ma cambiano forma e si muovono sinuose, dano l’impressione a chi guarda di trovarsi davanti a un deserto in evoluzione.

White Sands National Monument

White Sands National Monument, area picnic

Visitare il White Sands National Park

Visitare il White Sands National Park è un’esperienza unica e straordinaria da fare almeno una volta nella vita. L’immensa distesa di sabbia bianca, infatti, appare agli occhi come un tappeto bianco e lucente che brilla ancora di più sotto i raggi del sole che sull’area si riflettono.

Meta imprescindibile di viaggiatori, turisti e fotografi provenienti da ogni parte del mondo, il White Sands National Park è una delle meraviglie più straordinarie da esplorare durante un viaggio tra i parchi degli Stati Uniti.

La visita al parco può essere fatta in auto, in bicicletta o in moto percorrendo la strada panoramica Dunes Drive che parte dal centro visitatori e conduce direttamente nel cuore delle dune. Lungo il tragitto è possibile fermarsi a contemplare il panorama surreale e riposarsi nelle aree di ristoro che si snodano tra il deserto. Tra le attività preferite, da grandi e bambini, c’è la discesa dalle dune in slittino.

Non mancano, ovviamente, sentieri escursionistici da percorrere a piedi. Dall’Interdune Boardwalk, la passerella in legno che sovrasta i cumuli di gesso e i fiori selvatici che fanno capolino nel bianco, ad altri percorsi panoramici più o meno intensi da attraversare in solitaria o con i ranger del parco per godere della grande bellezza di questo gioiello straordinario.

White Sands National Monument

White Sands National Monument

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A Dubai nasce un quartiere da scoprire al posto di Expo

Dopo il successo di Expo Dubai 2020, al posto dei padiglioni dell’esposizione universale della città,nascerà un huovo quartiere completamente green: un luogo multispazio, con attività commerciali, uffici, zone verdi, aree residenziali e mezzi di trasporto tutti pensati in ottica eco-sostenibile e vicini alle esigenze della gente.

Spenti i riflettori nei 192 padiglioni, si riaccendono quelli di una nuova città nella città.

Il futuro dopo Dubai Expo 2020

L’Expo 2020 di Dubai è stata un successo, nonostante il periodo di emergenza globale, si è andati oltre le aspettative. Ora i riflettori si spengono ed è tempo di tirare le fila di un progetto maestoso: 182 giorni di permanenza dei 192 padiglioni nel sito espositivo visitati da 24.102.967 visitatori da tutto il mondo (un visitatore su tre dall’estero) e 178 paesi registrati, ai quali si aggiungono panel, conferenze e live online con 200 milioni di visite, e 35.000 eventi. Tutto è stato improntato sul grande tema di attualità mondiale: la sostenibilità come mezzo per salvare il pianeta. Proprio su queste basi nascerà il futuro di Dubai Expo 2020, ossia: Dubai District 2020.

Il nuovo Distretto urbano di Dubai è sostenibile

Parola d’ordine: riconversione. Della gigantesca area destinata all’esposizione universale di Dubai 2020, ben l’80% di tutto il materiale edificato per l’esposizione verrà riconvertito e riutilizzato per la creazione di Dubai District 2020, il nuovo e dinamico quartiere della città, pensato per essere un ulteriore volano del già crescente sviluppo turistico ed economico della regione e della destinazione in particolare. Qui sorgerà una città sostenibile ed innovativa, quartiere dove il verde e le misure green conviveranno con intelligenza artificiale, Big Data, Internet delle Cose (IoT), e la Blockchain.

Uffici, coworking, aree residenziali, negozi, spazi per lo sport outdoor come piste da corsa e ciclabili, alzeranno l’asticella della qualità della vita del nuovo distretto che sarà interamente pedonabile e con una presenza di mezzi a motore ridotta al minimo, incentivando la mobilità sostenibile. I trasporti pubblici, invece, automatizzati. Tre autostrade principali collegheranno il centro di Dubai con il distretto, mentre una metropolitana di nuova realizzazione, la Route 2020, sarà il mezzo che dal Distretto 2020 porterà alle principali attrazioni di Dubai.

Expo 2020: a Dubai un successo tutto italiano

I numeri del Padiglione Italia consegnano una fotografia molto positiva della partecipazione a Dubai Expo 2020. In sei mesi negli spazi del tricolore che hanno visto passare oltre 1,6 milioni visitatori da tutto il mondo, si sono tenuti più di 180 eventi culturali e sportivi. 16 le regioni italiane presenti con le proprie eccellenze accumunate dal filo conduttore: “La Bellezza unisce le persone”, e della ricerca scientifica e accademica, che è stata il fulcro della partecipazione italiana a Dubai. Tra enti, istituzioni ed aziende, inoltre, si sono contate più di 50 presenze e 13 milioni di contatti online.

Al termine di Expo 2020, il Padiglione Italiano è stato premiato con due riconoscimenti che hanno sottolineato il prestigio della compagine italiana a Dubai: miglior Padiglione agli UAE Innovates Awards, conferito al progetto più innovativo nella categoria “Best innovation that achieves sustainability” e un terzo posto nei premi del Bureau International des Expositions (BIE), ossia i vertici delle Expo, come “miglior interpretazione del tema”.

Visiti questa città guadagni miglio minuto

Lo splendido skyline di Dubai Marina

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Viaggi Wanderlust

Volare comodi in Economy si può, ma solo per poche ore

Prendere il primo volo aereo per raggiungere le destinazioni ancora inesplorate del mondo: un sogno questo che si realizza ogni volta che decidiamo di programmare le prossime avventure di viaggio, meglio ancora se con un biglietto low cost alla mano.

Sono tante le compagnie aeree che periodicamente mettono a disposizione voli a prezzi davvero convenienti e questo ci permette di viaggiare più spesso. Certo, per scovare tutte tutte le offerte bisogna essere degli attenti osservatori, tenere d’occhio le compagnie di volo più economiche, cercare voli last minute o last second e preferire le date flessibili sono solo alcuni degli accorgimenti per trovare il miglior prezzo in circolazione e risparmiare sul prossimo viaggio.

L’entusiasmo di aver prenotato un volo aereo in economy a un prezzo scontatissimo, però, non ci fa prendere in considerazione un altro aspetto fondamentale per il nostro viaggio, soprattutto quando questo è di lunga percorrenza. Stiamo parlando del comfort: è giusto rinunciarci a favore del risparmio?

Viaggio in aereo: comodità o risparmio?

Sono molti i viaggiatori che, sull’onda dell’entusiasmo, acquistano biglietti aerei a prezzi scontatissimi senza pensarci poi troppo. Altri, invece, si ritrovano al momento della prenotazione davanti al medesimo dilemma: viaggiare all’insegna del risparmio o farlo con comodità?

Nonostante le possibili offerte e le promozioni, infatti, viaggiare in Business Class o in First Class è una spesa non di poco conto, sicuramente molto più importante rispetto alla classe Economy. Ma optare per un volo economico vuol dire anche avere a che fare con posti scomodi, spazi ristretti per le gambe e assenza di servizi. Sicuri di voler affrontare il viaggio così?

Viaggiare comodi in Economy: ecco per quante ore

Scegliere tra comodità o risparmio, questo è il problema. Un grattacapo che però può essere risolto, almeno nel caso di voli di breve o media percorrenza. Grazie a una ricerca condotta da PhotoAiD, che ha preso in considerazione l’esperienza di mille viaggiatori, abbiamo dei dati più precisi su quanto tempo è possibile viaggiare in comodità in Economy Class prima che la schiena, il collo o le gambe inizino a far male o a perdere la sensibilità.

La maggior parte degli intervistati, e più precisamente il 36%, ha dichiarato che è possibile viaggiare in maniera confortevole fino a quattro ore. Il 22% delle persone, invece, ha affermato di riuscire a viaggiare senza problemi anche sette ore. Solo il 9% ha parlato di comodità fino alle 10 ore.

Numeri che in realtà promettono fin troppo bene, se consideriamo che il posto medio di classe economica è piccolo e stretto, non lascia molto spazio alle gambe e alle ginocchia e provoca fastidiosi dolori alla schiena e al collo. Non sappiamo però né il peso né l’altezza degli intervistati, va da sé che il comfort dipende molto anche da questo.

In conclusione, per avere la libertà di volare spesso e in maniera low cost, il prezzo da pagare sembra proprio quello relativo al comfort. Un compromesso che però, forse, si può accettare nel caso di tragitti molto brevi, per raggiungere qualche città italiana o una destinazione europea, a patto che non si superino le 4 ore di volo s’intende.

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Un tour dei Monti Sibillini come non l’avete mai fatto

Il suggestivo profilo dei Monti Sibillini, imponente catena montuosa appenninica che si erge a cavallo tra le Marche e l’Umbria, è uno dei panorami più affascinanti del centro Italia. Qui sorge un bellissimo parco nazionale, che racchiude paesaggi da cartolina e piccoli borghi dove il tempo sembra essersi fermato. E, oggi più che mai, questi luoghi meravigliosi sono tutti da esplorare, con un tour inedito.

Nasce il Distretto Turistico dei Monti Sibillini

La bellezza incontaminata della natura che pervade questa regione affascinante nulla può, senza un impegno costante da parte delle amministrazioni e delle comunità locali. È per questo che, nell’aprile 2022, nasce il Distretto Turistico dei Monti Sibillini: si tratta di un’intesa mirata a valorizzare l’incredibile patrimonio naturalistico, storico e culturale di un territorio che ha fin troppe potenzialità inespresse, meritando finalmente un’attenzione in più. L’idea è quella di portare nelle Marche un turismo incentrato non più solamente sulle splendide mete balneari, ma anche sulle destinazioni montane.

I Monti Sibillini rappresentano, d’altro canto, proprio la regione più adatta per attirare visitatori interessati ad una vacanza nel pieno relax, immersi in una natura selvaggia e rigogliosa, dove respirare l’atmosfera autentica della montagna. Il nuovo progetto porterà alla realizzazione di infrastrutture volte ad accogliere i turisti, ma anche all’ammodernamento dei servizi già presenti, che hanno subito un duro colpo a causa della lunga scia sismica che ha colpito il territorio negli anni passati. E tutto ciò permetterà ai viaggiatori di andare alla scoperta delle bellezze mozzafiato di questa zona così ricca dal punto di vista paesaggistico.

 

Monti Sibillini

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Alla scoperta dei Monti Sibillini, bellezza unica

È qui, tra le vette più alte degli Appennini, che si snoda il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Meta perfetta per tutti gli amanti dell’avventura, offre splendide escursioni tra le montagne, alla scoperta di un paesaggio incontaminato dalla bellezza unica. Una delle esperienze più affascinanti è senza dubbio il Grande Anello dei Sibillini, itinerario di ben 120 km che percorre tutto il perimetro del parco: è un lungo percorso da affrontare in mountain bike o a piedi, per chi non vuole rinunciare al trekking.

Altra destinazione assolutamente imperdibile, per chi vuole godere di una vera meraviglia della natura, è poi il lago di Pilato. Incastonato tra le cime maestose dei Sibillini, questo piccolo specchio d’acqua turchese è l’unico lago naturale delle Marche e uno dei pochissimi laghi glaciali di tutto l’arco appenninico. Raggiungerlo è piuttosto complicato, dal momento che l’accesso è possibile solamente a piedi, tramite tre sentieri abbastanza impegnativi. Ma lo sforzo è ampiamente ripagato dallo spettacolo che si apre davanti agli occhi una volta raggiunta la meta.

Infine, l’intera area è punteggiata da graziosissimi borghi tutti da esplorare. Uno è il piccolo paesino di Fiastra, conosciuto soprattutto per l’omonimo lago che sorge a poca distanza dal centro abitato. È da qui che si può raggiungere l’incantevole parco delle Lame Rosse, giganteschi calanchi scavati nella roccia di un bellissimo colore rossastro. Ancora, c’è il delizioso borgo di Ussita, che è stato gravemente danneggiato nel corso dei terremoti del 2016 e del 2017. Mentre, abbarbicato sul versante di una montagna, si può ammirare il suggestivo paesino di Castelsantangelo sul Nera e le sue quattro chiese.

Lago di Fiastra

Il lago di Fiastra