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Due mani si stringono nella laguna: Saype è arrivato a Venezia

C’è una grande zattera galleggiante che naviga da questa mattina tra le acque del Canal Grande, ma non porta merci come di solito fa, sta trasportando una grandiosa opera d’arte fatta di terra, marmo e carbone, fatta di bellezza straordinaria e di un significato che va oltre tutto ciò che è visibile.

Saype è arrivato a Venezia e lo ha fatto lasciando il segno, come nel suo stile. Ha portato nel capoluogo della regione Veneto un omaggio alla terra, alle creature che la popolano, a tutti noi, un capolavoro d’arte effimero che non invade la città, ma che la abbraccia delicatamente prima di scomparire.

Le due mani attraversano Venezia a bordo di un grande ponte, si stringono tra loro e raccontano una storia fatta di distanze, fragilità, umanità. Due mani che possono essere di chiunque, che sono anche le nostre. Due mani che ora sono visibili e che domani non ci saranno più.

Saype arriva a Venezia per la Giornata della Terra

Saype arriva a Venezia per la Giornata della Terra

Le mani che si stringono a Venezia

Si sono svegliati con un capolavoro d’arte effimero, destinato a scomparire, i cittadini di Venezia e tutte le persone che sono giunte in laguna in questi giorni. Le due mani, che stanno navigando in occasione della Giornata della Terra che cade il 22 aprile del 2022, portano la firma di Saype, all’anagrafe Guillaume Legros. Un artista che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare per la sua sensibilità, per il suo rispetto dell’ambiente, per tutte quelle opere intrise di significato che utilizzano l’arte come mezzo di comunicazione.

Un affresco sull’erba dal grande impatto visivo e anche emotivo che non invade una città già fragile come Venezia, ma la abbraccia, la nutre. I pigmenti utilizzati per creare il gigantesco affresco su terra, infatti, sono tutti naturali e hanno l’obiettivo di rendere la terra su cui stanno ancora più fertile.

C’è la polvere di marmo bianco, il carbone e il caglio che fa da collante, questi sono i materiali che contraddistinguono il capolavoro artistico ed effimero di Saype che sta navigando tra le acque del Canal Grande, e tutti quelli che portano la firma dell’artista.

Le due mani che si toccano e si avvicinano per una stretta sono potenti, sono immense, sono destinate a parlare di noi e del nostro pianeta, dei momenti più bui e della speranza. Le due mani sono visibili oggi e poi scompariranno: l’erba che ospita l’affresco sarà smantellata e utilizzata per nutrire uno dei giardini della Biennale di Venezia.

Saype arriva a Venezia per la Giornata della Terra

Saype arriva a Venezia per la Giornata della Terra

Beyond Walls, da Venezia al mondo

Venezia è solo una tappa, seppur importantissima, del viaggio intorno al mondo di Saype con il progetto Beyond Walls in collaborazione con Lavazza, un percorso artistico che ha l’obiettivo di raggiungere i più disparati luoghi del globo per portare messaggi di solidarietà, sensibilità ambientale e speranza.

E Venezia non è stata scelta a caso, lei che è la bella laguna d’Italia, lei che è una delle città più fragili del mondo, ma anche la più forte. Nella Giornata della Terra, che coincide con l’inaugurazione della 59esima Biennale d’arte, l’opera sarà accessibile a tutti i cittadini, ammirabile dalla Torre di Porta Nuova dell’Arsenale Nord. Poi tornerà alla terra.

Saype arriva a Venezia per la Giornata della Terra

Saype arriva a Venezia per la Giornata della Terra

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Cosa ci fa un enorme cestino da picnic in mezzo a un prato?

Il mondo che abitiamo non smette mai di stupirci, e non lo fa solo con la complicità di Madre Natura che a ogni stagione mette in scena i suoi spettacoli più belli, ma anche e soprattutto con le opere che portano la firma dell’uomo. Del resto sono proprio i grandi capolavori artistici, architettonici e paesaggistici a spingerci a volare dall’altra parte del globo per vivere nuove ed entusiasmanti avventure.

Ma se c’è chi, da una parte, si muove per scoprire quelli che sono diventate le attrazioni popolari e iconiche di un Paese, che definiscono l’identità stessa di un luogo, c’è anche chi è disposto a spingersi fuori dagli itinerari più battuti dal turismo per scoprire nuove e inedite cose.

Case storte, palazzi particolari ed edifici a forma di lumaca incantano e stupiscono, meravigliano e strappano anche un sorriso. Ed è proprio ricercando gli edifici più bizzarri del mondo che abbiamo scoperto che negli USA esiste un grande, grandissimo cestino da picnic in mezzo a un prato.

Ohio: il grande cestino da picnic

Ci troviamo a Newark, città degli Stati Uniti d’America, nonché capoluogo della contea di Essex nello Stato del New Jersey. Probabilmente non è questa una delle destinazioni in cima alla nostra travel wish list, eppure anche raggiungere i luoghi meno battuti dal turismo di massa può trasformarsi un’esperienza incredibile.

Non solo per conoscere le culture e le tradizioni di un luogo e di un Paese, ma anche per vivere avventure che in pochi hanno vissuto, per scattare istantanee memorabili e condividerle con gli altri. Come quelle che si scattano davanti allo spettacolare e maestoso edificio a forma di cestino da picnic che si trova a Newark. È qui che l’azienza Longaberger, produttrice di cestini artigianali in legno di acero, ha scelto di instaurare la sua sede.

Il Basket Building

Il suo nome ufficiale è Basket Building, ed è il grande cestino da picnic che si incontra percorrendo la Highway 16 di Newark, in Ohio. Come abbiamo anticipato l’edificio è la sede ospitante dell’azienda produttrice di cestini in vimini e non solo, la struttura è la riproduzione fedele di uno dei prodotti più popolari dell’azienda, una replica più grande dell’originale di 160 volte.

L’edificio è davvero imponente e si snoda per sette piani occupando una superficie di oltre 9000metri quadrati. Il suo peso è a dir poco incredibile: in totale la struttura misura circa 9000 tonnellate, i manici da soli ne pesano 150.

Inaugurato nel 1997, il Basket Building è nato da un’idea di Dave Longaberger, il fondatore dell’azienda. L’edificio, oltre a essere diventato un simbolo per la città, è anche un luogo di incontri e di visite. Il grande cestino da pinic, che segue i dettami della novelty architecture, è aperto al pubblico con un percorso espositivo che racconta la storia dell’azienda e del suo fondatore.

È bello di giorno ed è straordinario di notte quando l’illuminazione squarcia il buio delle tenebre. Per noi non ci sono dubbi, il Basket Building entra di diritto nella lista degli edifici più stravaganti e bizzarri di tutto il mondo.

cestino da picnic gigante

Basket Building

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Scoperta in Italia una nuova necropoli

Gli scavi archeologici hanno portato alla luce antiche testimonianze che coprirebbero due secoli di storia. Si tratta di 17 sepolture riconducibili tra I secolo a.C. e V secolo d.C. che la Soprintendenza ha inserito in un contesto ancora poco esplorato, se non addirittura completamente sconosciuto. Una necropoli dal grande valore storico che ora sarà oggetto di studi approfonditi.

A Pomezia scoperta una necropoli romana

Siamo a Pomezia, nel territorio dell’Agro Romano a sud di Roma, circondata dai Castelli romani. Qui, durante i lavori in un cantiere sul cavalcavia della linea Roma-Formia, è emersa una necropoli romana. Un sito archeologico sino ad ora ignoto ed inatteso, che si va ad aggiungere a quelli già presenti e riconosciuti del territorio, come l’antico sito di Lavinium (nella foto sotto) ritrovato a seguito di una campagna archeologica condotta dall’Università Sapienza di Roma a partire dal 1957, quando sono emersi la tomba di Enea, le mura e una porta della città, le Terme, ed un deposito votivo dedicato a Minerva. Lavinium, a sud di Roma, fu considerata la città fondata da Enea e dagli esuli troiani. Le nuove scoperte, come è intenzione dell’amministrazione della città di Pomezia, dovrebbero confluire proprio nel Museo civico archeologico Lavinium, per poter essere completamente fruibile dai turisti.

Gli scavi e le indagini archeologiche

La sensazionale scoperta archeologica è avvenuta tra gennaio e febbraio scorso, durante alcuni lavori sul cavalcavia della linea ferroviaria Roma-Formia. La Soprintendenza chiamata come ente ufficiale nella valutazione dei reperti venuti alla luce, ha specificato che il nuovo sito appartiene “a un contesto finora completamente ignoto”, databile tra il I secolo avanti Cristo e il V dopo Cristo.

Le indagini da parte di archeologi e operai della società Eos Arc, sotto la direzione scientifica della funzionaria archeologa Francesca Licordari, sono immediatamente partite. Come primo step è stato analizzato stratigraficamente un intero appezzamento, il più ricco di reperti. SI tratta di un’area particolarmente grande ed estesa, in cui sono emersi gli elementi più antichi emersi sino a questo momento. Con tutta probabilità, quel luogo potrebbe riservare ulteriori sorprese. Ad oggi sono riemerse un asse viario su cui sono ancora ben visibili i solchi carrai diverse strutture murarie, che potrebbero probabilmente far parte di una antichissima villa rustica.

Il tesoro di Pomezia: diciassette tombe e un anello antico

Il patrimonio archeologico italiano, immenso e di grande valore storico culturale, si arricchisce ulteriormente con la recente scoperta di Pomezia. Questo sito a sud della capitale, sino ad ora sconosciuto, è composto da 17 sepolture: tombe differenti sia per tipologia che per dimensioni,  che sono state realizzate tra il III e il V secolo dopo Cristo. Ciò che è certo è che in queste sepolture venne tumulato almeno un defunto di fede cristiana, come testimoniato dal ritrovamento di un anello con cristogramma chiaro simbolo cristiano. L’area, tuttavia, potrebbe celare ulteriori necropoli o testimonianze secolari di grande rilievo: gli scavi hanno interessato soltanto una piccola parte della zona, quindi si tratta di un territorio esplorato soltanto in parzialmente, in cui potrebbero venire alla luce nuovi tesori nascosti per secoli.

sito archeologico Lavinio

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È questo il “Parco più bello d’Italia”

Ogni anno viene indetto il concorso per vincere il premio di giardino più bello d’Italia e viene nominato un vincitore.

Il concorso, promosso dal network “Il parco più bello”, di cui fanno parte circa mille parchi tra pubblici e privati di tutto il Paese, è giunto alla XVIII edizione, un’edizione unificata 2020-2022 a causa della pandemia. Ecco chi ha vinto l’ambitissimo premio come “Parco più bello d’Italia”.

Il parco più bello d’Italia

Ad aggiudicarsi il premio “Il parco più bello d’Italia” sono stati i Giardini di Villa della Pergola di Alassio. I giardini sono stati definiti dalla giuria “meta di impareggiabile bellezza che affaccia sull’acqua”. E come dare loro torto. Noi stessi li avevamo definiti “il più bel giardino di glicini d’Italia”. Già nel 1906, William Scott li definiva “una delle meraviglie della Riviera, degno rivale dei giardini di Sir Thomas Hanbury a La Mortola”. Oggi, Giardini di Villa della Pergola fanno parte dei 150 Grandi giardini italiani, della “Garden Route Italia” e dell’Associazione parchi e giardini italiani (APGI) e ospitano una flora mediterranea ed esotica sempreverde proveniente da ogni angolo del Pianeta.

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I Giardini di Villa della Pergola ad Alassio in Liguria @Matteo Carassale

I criteri di selezione

Per la selezione dei vincitori, il comitato scientifico ha valutato i parametri previsti dal regolamento del concorso ovvero l’interesse storico-artistico e botanico, lo stato di conservazione, gli aspetti connessi con la gestione e la manutenzione, l’accessibilità, la presenza di servizi, le relazioni con il pubblico e la promozione turistica. E tutti sono stati promossi a pieni voti.

“Il parco più bello” è un concorso nazionale ideato dall’architetto Leandro Mastria, unico in Italia, che ha lo scopo di valorizzare l’inestimabile patrimonio di parchi e giardini presenti nella nostra Penisola, contribuendo a stimolare l’interesse e la sensibilità verso il verde nelle sue forme più alte.

Il premio vuole promuovere la cultura e la conoscenza dell’inestimabile patrimonio verde del nostro Paese, per far sì che questi beni siano apprezzati non soltanto da una ristretta cerchia di specialisti, ma anche dal grande pubblico, anche internazionale, giovani inclusi.

Il concorso “Il parco più bello” vanta il patrocinio del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, del ministero dell’Ambiente, dell’Unesco, dell’ACI e l’adesione del FAI (Fondo per l’ambiente italiano), e dell’AIAPP (Associazione italiana di architettura del paesaggio).

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I glicini del parco @A. Le Mure

I Giardini di Villa della Pergola entrano dunque nell’Albo d’Oro insieme ad altri celebri giardini italiani come quelli Castel Trauttmandorf alle porte di Merano, Villa d’Este a Cernobbio, l’Isola Bella sul Lago Maggiore, il Giardino Sigurtà a Valeggio sul Mincio, Villa Medici in provincia di Monza e Brianza, Villa Melzi d’Eril a Bellagio e a tutti gli altri vincitori delle passate edizioni.

I Giardini di Villa della Pergola

Con il loro affaccio impareggiabile sul Golfo di Alassio e sull’isola Gallinara, questi giardini affondano le radici alla fine dell’Ottocento, quando Alassio e tutta la Liguria erano meta di visitatori provenienti da tutto il mondo, e consistente era la comunità inglese. Il primo nucleo della proprietà fu acquistato nel 1875 dal generale William McMurdo che, dopo aver ristrutturato il preesistente villino, fece la grande villa eclettica. Nei giardini terrazzati con visuali aperte sul mare, tra gli ulivi, gli agrumi e i carrubi furono impiantate palme e cipressi.

La proprietà passò, nel 1903, a Sir Walter Hamilton Dalrymple, che introdusse nuove piante tra le quali rose rampicanti e, nel 1922, a Daniel Hanbury, figlio di Thomas (il creatore di Villa Hanbury), che la arricchì di cactacee, cycas ed eucalipti. Nel 2006, una cordata di amici guidata da Silvia e Antonio Ricci ha acquistato la proprietà, avviando un accurato restauro del parco.

Il restauro ha coinvolto i 22mila metri quadrati dei giardini con un’attenzione particolare al recupero, alla conservazione e all’arricchimento delle rinomate collezioni botaniche tra cui quella dei glicini, la più importante in Italia, con ben 34 varietà differenti, e degli agapanthus, una collezione unica in Europa con circa 500 varietà che, durante la fioritura nei mesi di giugno e luglio, offrono uno spettacolo impagabile di corolle di molteplici sfumature che vanno dal bianco all’azzurro al blu.

In questo affresco naturale si trova la flora mediterranea ed esotica sempreverde – tratto distintivo del parco – con pini marittimi, mirti, carrubi, ulivi, mandorli, cipressi, cedri del Libano, lecci e una collezione oltre 30 varietà di agrumi, sapientemente messi a dimora vicino a jacarande, araucarie, tra rarità come la Wollemia nobilis (pianta presente in meno di cento esemplari al mondo), sterlizie giganti, diksonie, cactacee provenienti da ogni latitudine e palme canariensis salvate dal punteruolo rosso.

Visitare i Giardini di Villa della Pergola

Dopo due primavere in cui questi giardini sono rimasti chiusi al pubblico, lo scorso 26 marzo hanno riaperto al pubblico. Accompagnati da guide specializzate, i visitatori possono ammirare le migliaia di specie di fiori e piante che abbelliscono i giardini, tra rarità ed esemplari unici.

Il parco è aperto tutti i giorni fino a novembre, tranne il lunedì, con quattro turni di visite: 9.30, 11.30, 15.00, 17.00. In occasione del lunedì del 25 aprile i giardini saranno straordinariamente aperti, rimanendo chiusi il martedì seguente (26 aprile).

Il biglietto d’ingresso intero costa 12 euro, ridotto 10 euro, ragazzi dai 12 ai 18 anni 6 euro mentre è gratuito per i bambini da 0 a 11 anni. Da quest’anno è attiva la biglietteria online per poter prenotare la visita guidata.

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SiViaggia ti regala lo sfogliabile GATE

Ogni mese vi regaliamo il magazine di lifestyle GATE da scaricare e sfogliare. La rivista, scritta in italiano e inglese, contiene articoli di viaggi, ma anche di moda e attualità. A pagina 118 trovate un articolo di SiViaggia dedicato a Lisbona da visitare a bordo dei famosi tram, ma anche qualche curiosità sui luoghi più insoliti e i viaggi più originali da fare in Italia.

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Voli low cost: l’offerta flash per mille destinazioni

Ryanair ha annunciato una grandissima vendita di biglietti aerei per chi desidera viaggiare a maggio, a partire da 16,99 euro (a tratta), anche se sul sito della compagnia si trovano offerte anche a prezzi inferiori.

La promozione è valida fino alla mezzanotte di oggi 21 aprile e sono all’incirca mille le destinazioni, tra le quali è possibile scegliere il prossimo viaggio. Ci sono voli low cost per le mete di mare in Italia, ma anche per le isole greche e spagnole e per le più belle Capitali europee. Ma ci sono anche voli molto interessanti per quelle destinazioni dove non viaggiamo da parecchio tempo. Ecco allora i nostri consigli.

Si torna in Marocco

Tra le tante offerte di Ryanair ci sono diversi voli diretti in Marocco. Se vi siete fatti ispirare dalle passeggiate nel suq o dagli aperitivi con vista sulla famosa piazza Jemaa el-Fnaa di Marrakech dai post su Instagram dell’influencer Valentina Ferragni, allora è tempo anche per voi di andarci. Perdetevi tra i vicoli della Medina, visitando uno dei numerosi riad, quei piccoli palazzi orientali organizzati intorno a un patio centrale, oppure ricaricate le batterie alla Menara, un vasto giardino con un bacino emblematico della città. Basta uscire dai bastioni per immergersi nel Marocco più contemporaneo. I quartieri di Guéliz e Hivernage offrono le infrastrutture più moderne, boutique di lusso e di design.

Ci sono anche nuovi voli per Fèz che, secondo alcuni, è la città più affascinante del Marocco. È la più antica delle quattro città Imperiali e, la Città vecchia, il cuore di questa città magica, è considerata uno dei centri più attraenti di tutto il mondo islamico grazie ai suoi monumenti, ai suoi mercati, alle sue moschee e alla sua famosa Medina.

Per chi preferisce la vita da spiaggia, ci sono voli anche per Agadir, la soleggiata località affacciata sull’Atlantico. La principale attrazione di Agadir è la sua lunga e ampia spiaggia dorata, il luogo ideale per lunghe passeggiate rilassanti sotto il sole caldo. Sulla collina a Nord della città si trova Agadir Oufella, parte del più antico distretto. La Kasbah, la tradizionale cittadella del mondo arabo, fu costruita nel XVI secolo e poi restaurata nel corso del 1700. Sopravvissuta al terremoto del 1960, la fortezza è oggi un sito storico che regala un’incredibile vista panoramica sulla città e sulla costa.

Maggio, il mese dei “Greekend”

Esiste un termine per indicare un weekend in Grecia, che non è solo una questione di tempo ma di mood: il “Greekend“. Il fine settimana in questo Paese è tutta un’altra cosa. Che lo si trascorra nella Capitale o su un’isola raggiungibile dall’Italia in poche ore, dopo qualche giorno trascorso in Grecia tornerete a casa rigenerati e molto più rilassati.

Ci sono offerte imperdibili per andare a Santorini, per esempio. Se aspettate troppo le tariffe aere per quest’isola schizzeranno alle stelle quest’anno. La perla delle Cicladi è perfetta per il mese di maggio, anche se non è detto che si possa già fare il bagno. Si possono però fare gite in barca, passeggiare tra le viuzze in salita tra le case tipiche bianche e blu, fermarsi nei tanti negozietti, sorseggiare un ouzo seduti ai tavolini delle tante taverne greche e gustarsi i tramonti più belli dalla cattedrale ortodossa sulla cima di Fira, attendendo con pazienza – la cosiddetta “Greek time” –  il momento giusto per scattare magnifiche fotografie da postare sui social.

Ma ci sono voli low cost anche per altre isole greche, da Cefalonia a Creta, da Preveza a Corfù. A ciascuno la propria.

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Sogni una vacanza estiva da eremita? Allora devi evitare questi luoghi

L’arrivo della primavera coincide con le prime migrazioni umane: viaggiatori e turisti si muovono in ogni parte del mondo per ammirare le città, i paesi e i borghi in fiore, ora che la natura è tornata l’assoluta protagonista dei nostri giorni. Ma questo è anche il periodo in cui si programmano le tanto agognate vacanze estive, quelle in cui tutto il resto viene messo in stand by per dedicarsi al relax e alla pace.

Una pace, però, che non sempre si trova quando si è in viaggio, sopratutto quando le destinazioni scelte sono quelle più battute dai turisti di tutto il mondo.

Traffico, strade popolate a ogni ora del giorno e della notte e spiagge super affollate: questo è lo scenario che si presenta davanti ai vacanzieri quando raggiungono quelle che sono le mete predilette dei turisti. Ma un modo per evitare tutto questo c’è: conoscere i luoghi più popolati ed evitarli.

Le città più popolari per le vacanze: se le conosci le eviti

Per una vacanza da eremita, o quasi, all’insegna del relax e dalla pace, occorre solo scegliere i luoghi giusti ed evitarne tanti altri. Ad aiutarci in questa missione ci ha pensato Bounce, azienda leader per il deposito dei bagagli, che ha condotto uno studio sulle principali destinazioni di viaggio nei Paesi del mondo in base al volume di ricerca complessivo tra voli, aerei e vacanze negli ultimi 12 mesi.

A capeggiare la lista delle 10 città più popolari di quest’anno, per i city break, troviamo Las Vegas con quasi 10 milioni di ricerche fatte su Google. A quanto pare sono molte le persone che sognano di perdersi tra le luci e i casinò della città del deserto di Mojave, di vivere la movida e di passeggiare su The Strip, la celebre e brulicante strada della città del Nevada.

Al secondo posto troviamo New York City, con più di 8 milioni di ricerche, mentre al terzo posto Miami. Troviamo poi l’affascinante Dubai e la cosmopolita Londra, seguita da Orlando.

Non poteva ovviamente mancare lei, la città più romantica, suggestiva e affascinante d’Europa e del mondo intero, stiamo parlando di Parigi che si piazza all’ottavo posto con quasi tre milioni di ricerche su Google. Seguono poi New Orleans e Los Angeles.

I Paesi più ricercati per le vacanze

Se la lista delle città più ricercate per le prossime vacanze, e quindi più raggiunge da turisti e viaggiatori provenienti da ogni dove, non fosse abbastanza per pianificare un viaggio all’insegna della tranquillità, ecco anche la selezione dei Paesi più ricercati fatta da Bounce.

Al primo posto troviamo le Maldive, e questo non ci stupisce. Probabilmente la voglia di staccare e raggiungere i paradisi terrestri che si snodano tra gli atolli del Paese tropicale nell’Oceano Indiano è più forte che mai. Attenzione, però, perché non sarete gli unici a soggiornare qui.

Segue poi l’India, con oltre un milione di ricerche su Google. Singapore e Costa Rica, invece, si posizionano rispettivamente al terzo e al quarto posto. Troviamo poi il Messico, il Giappone, la Giamaica, la Grecia, le Bahamas e l’Australia.

E l’Italia? Anche il nostro BelPaese ha un posto di tutto rispetto tra le nazioni più ricercate per le prossime vacanze posizionandosi in dodicesima posizione subito dopo Islanda e prima del Canada. Le città più ambite sono Roma, Venezia, Milano e Firenze.

 

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Europa Grecia Notizie Viaggi

Stop a tutte le restrizioni anche in questa meta da sogno

È una delle mete più ambite dell’estate, un paradiso di storia, cultura, mare dalle mille sfumature, spiagge da sogno e cibo sublime. Un Paese di cui è impossibile non innamorarsi e che ora, visto l’alto tasso di vaccinazione, ha deciso di rimuovere (a breve) la maggior parte delle restrizioni di viaggio legate la Covid.

Grecia: stop al Green Pass

Stando a quanto dichiarato dal ministro della Salute greco, Thanos Plevris, tutte le limitazioni vigenti in Grecia verranno eliminate nei prossimi due mesi e per tutto il periodo estivo.

In particolare, a partire dal giorno 1 maggio e fino al 31 agosto, non sarà più necessario presentare i certificati di vaccinazione o di guarigione della malattia o un test negativo (il Green Pass) al Covid per l’accesso ai luoghi chiusi, come bar e ristoranti. Ma non solo, la capacità di tutti i diversi locali tornerà al 100%.

Una decisione presa sulla base dei dati epidemiologici e sui suggerimenti degli esperti. È bene sapere, però, che i dettagli di tale scelta devono ancora essere precisati in un provvedimento normativo, che verrà adottato a ridosso di tale data.

Stando a quanto si apprende, il Green Pass da vaccinazione, guarigione o da test negativo rimarrà comunque obbligatorio per fare ingresso nel Paese. Allo stesso tempo, però, non è più richiesta la compilazione del PLF e non esiste più la possibilità di essere soggetti a un controllo a campione all’aeroporto eseguito con tampone rapido.

Rimangono comunque in vigore, in caso di positività al Covid sul territorio greco, le misure che prevedono un periodo di quarantena obbligatoria.

Stop anche alle mascherine, ma non ovunque

Dall’1 giugno, molto probabilmente, verrà eliminato anche l’obbligo di indossare le mascherine protettive al chiuso. Ma ci saranno alcune specifiche eccezioni poiché dovranno continuare a essere portate in luoghi specifici per tutta l’estate (e probabilmente anche oltre):

  • su tutti i mezzi di trasporto pubblico, quindi autobus, treni, navi al chiuso e aerei;
  • negli ospedali;
  • nelle case di riposo per tutelare i soggetti più a rischio.

In sostanza, la Grecia sta per lanciare un vero e proprio “liberi tutti”, ma solo per l’alta stagione. Molto probabilmente, infatti, le restrizioni torneranno in vigore a settembre, stando a quanto dichiarato dal ministro della Salute Thanos Plevris.

Questa mossa si rivela, quindi, l’occasione per risanare i bilanci del settore turistico, travolto dall’emergenza sanitaria. Una scelta comprensibile, soprattutto considerando che l’economia della Grecia dipende per circa il 20% dal turismo, settore che rappresenta un posto di lavoro su 5.

Tuttavia, non si può sottovalutare che questa nuova condizione porterà, presumibilmente, a un boom di prenotazioni con conseguenti nuovi picchi di contagi. Del resto, la pandemia ha dimostrato più volte come, abbassando i livelli di prevenzione e attenzione, il virus circoli più facilmente creando una crescita esponenziale dei contagi.

Ma la Grecia non è l’unico Paese in procinto di eliminare le restrizioni. Molte altre destinazioni europee lo hanno già fatto (potete leggere qui quali sono i Paesi in questione), così come altrettante mete extra Ue (qui l’approfondimento a tal proposito).

Se invece volete sapere quali regole rispettare al rientro in Italia dall’estero potete cliccare qui.

grecia stop green pass

Isola di Zante, Grecia

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Le montagne dell’Alto Adice si infiammano: l’appuntamento è a giugno

Un viaggio in Alto Adige, durante il mese di giugno, può trasformarsi in un’esperienza mistica, suggestiva e spirituale. Perché è proprio in questo territorio, caratterizzato da splendide cime che svettano verso il cielo, da laghi alpini, natura lussureggiante e tradizioni secolari, che quando inizia l’estate grandi falò infiammano i monti per onorare la promessa solenne fatta al Sacro Cuore di Gesù, per ricordare il Tirolo unito.

Cuori, croci e fiamme si palesano davanti agli occhi di cittadini, turisti e viaggiatori che ammirano lo spettacolo che prende vita sulle cime delle montagne del Tirolo storico, che comprende quello austriaco e le province autonome di Trento e Bolzano) e che si può osservare dai rifugi ad alta quota, dalle terrazze panoramiche o dalle vallate.

Una tradizione, questa, che viene perpetuata da secoli, che fonde le usanze pagane legate al solstizio d’estate con la storia del territorio e la credenza religiosa. Ecco quando e dove vivere il fuoco del Sacro Cuore di Gesù.

fuoco del Sacro Cuore di Gesù

Fuoco del Sacro Cuore di Gesù

Alto Adige: le montagne illuminate dai falò

Tutti conosciamo la tradizione dei falò che si accendono durante il solstizio d’estate, quella che poi si è trasformata nei Fuochi di San Giovanni Battista, di cui si hanno testimonianze già dal XII secolo.

Questa sentita usanza nel XVIII secolo fu presa e convertita in Tirolo. Preoccupato per una possibile invasione da parte dell’esercito francese di Napoleone, l’abate di Stams ripose tutta la sua fede in Dio affidando tutto il Tirolo al Sacro Cuore di Gesù.

Dopo la vittoria delle truppe tirolesi diversi fuochi vennero accesi sulle cime delle montagne e l’abate rinnovò questo voto per proteggere l’intero territorio.

Nel 1809, il condottiero e paladino del Tirolo Andreas Hofer, rinnovò nuovamente la promessa fatta al Sacro Cuore di Gesù prima di condurre la battaglia del Monte Isel dal quale uscì vittorioso insieme ai tirolesi. Da quel momento, quella di accendere il fuoco del Sacro Cuore di Gesù divenne una tradizione da celebrare la terza domenica dopo la Pentecoste.

Un’usanza ancora vivida nelle vallate della regione e nei paesi del Tirolo orientale, settentrionale e meridionale.

fuoco del Sacro Cuore di Gesù

Fuoco del Sacro Cuore di Gesù

Quando e come ammirare il fuoco del Sacro Cuore di Gesù

Le montagne si tingono di rosso mentre le fiamme ondeggiano e si innalzano maestose, sulle vette compaiono simboli religiosi che ardono e incantano.

Una tradizione, quella del fuoco del Sacro Cuore di Gesù, perpetuata da secoli e che è celebrata in Alto Adige con il rito di accendere i falò sui versanti delle montagne dando vita a uno spettacolo magico e mistico.

Dalle terrazze panoramiche, dalle vallate e dai paesi che si snodano lungo il territorio, è possibile ammirare le luci delle fiamme che brillano da lontano. Durante la stessa sera dell’accensione, viene anche celebrata una messa solenne con la processione. Non mancano cori, danze folcloristiche e concerti.

L’appuntamento per la celebrazione del fuoco del Sacro Cuore di Gesù in Alto Adige è previsto per il 26 giugno 2022. È quello il giorno in cui i tirolesi ricordano il giuramento fatto, le vittorie di un popolo unito in battaglia. Dall’oscurità guizzano le fiamme e illuminano tutto il territorio circostante. I falò sono visibili da tutto il Tirolo, da Merano, da Bolzano e anche dal Lago di Caldaro.

Fuoco del Sacro Cuore di Gesù

Fuoco del Sacro Cuore di Gesù

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L’ENAC cambia le norme per volare

Con l’arrivo della bella stagione si sta finalmente semplificando anche la vita dei passeggeri. Questa volta la buona notizia arriva dall’ENAC, l’ente nazionale per l’aviazione civile, che ha comunicato di aver aggiornato le linee guida per chi vola, con l’intento di favorire un rapido rientro nell’ordinaria attività del trasporto aereo dopo la cessazione dello stato di emergenza. Ecco tutte le novità.

Cambiano le norme per volare

Come sappiamo, aprile ha significato per noi italiani l’inizio di un graduale ritorno alla normalità. La svolta è arrivata anche sul fronte del trasporto aereo e a tal proposito l’ENAC ha annunciato, in una nota ufficiale, una revisione delle regole per chi vola, ricordando che ora sono sufficienti solo il Green Pass ‘base’ – ovvero quello che si ottiene anche con il risultato negativo del tampone, oltre che con la vaccinazione e la guarigione dal Covid-19 – e l’utilizzo delle mascherine Ffp2. Vengono, inoltre, rimossi i vincoli relativi all’utilizzo delle cappelliere, imposti durante la pandemia.

Per quanto riguarda i gestori aeroportuali, è chiesto loro di adottare interventi organizzativi e gestionali per prevenire ogni forma di affollamento in tutte le aree dell’aerostazione e durante le operazioni aeroportuali, mediante una corretta gestione dei flussi e degli accodamenti e una segnaletica efficace, nonché di effettuare l’igienizzazione e la sanificazione in ogni area dell’infrastruttura.

Le compagnie aeree dovranno disporre procedure analoghe nelle fasi di imbarco e sbarco. L’ENAC ribadisce, infine, l’obbligo per tutti i passeggeri dei voli nazionali e internazionali con destinazione Italia di segnalare al vettore e all’autorità sanitaria territoriale competente l’eventuale positività al Covid-19 diagnosticata entro 5 giorni dallo sbarco dall’aereo, per dare avvio al contact tracing sul territorio nazionale.

Le regole per i viaggi all’estero (e ritorno in Italia)

Per i viaggi all’estero, è stata prorogata fino al 30 aprile 2022 l’Ordinanza 22 febbraio che ha semplificato la vita dei passeggeri, fermo restando che bisogna sempre sincerarsi che la meta da raggiungere sia aperta al turismo.

Per rientrare in Italia dall’estero è necessario presentare al vettore, al momento dell’imbarco, e a chiunque sia deputato ad effettuare i controlli, il formulario digitale di localizzazione del passeggero (digital Passenger Locator Form o dPLF). Se avete bisogno di sapere come compilarlo potete cliccare qui.

È inoltre necessario presentare, alternativamente:

  • certificato (va bene anche il Green Pass) che attesti la vaccinazione completa con vaccino autorizzato dall’EMA, effettuata da meno di 9 mesi;
  • vaccinazione completa (o Green Pass) con vaccino autorizzato dall’EMA e dose di richiamo;
  • certificato di guarigione dal Covid-19 (o Green Pass), da meno di 6 mesi;
  • risultato negativo (o Green Pass) di test molecolare condotto con tampone nelle 72 ore prima dell’ingresso in Italia o test antigenico condotto con tampone nelle quarantotto 48 ore antecedenti l’ingresso in Italia.

In caso di mancata presentazione di una delle certificazioni richieste, l’entrata nel nostro Paese è possibile, ma con obbligo di quarantena presso l’indirizzo indicato nel dPLF per un periodo di 5 giorni. Al termine dell’isolamento è necessario sottoporsi a un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone. I minori al di sotto dei 6 anni di età possono entrare in Italia senza ulteriori formalità e sono sempre esentati dall’obbligo di test molecolare o antigenico.