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Limoni, arance e peperoncini italiani invadono un villaggio francese

Lontano dalla vita movimentata e affascinante della Costa Azzurra e da tutte quelle destinazioni più battute dal turismo di massa, esiste un villaggio romantico e delizioso che mette in scena la bellezza più autentica della Francia. Quella che si snoda tra piccole stradine e case rustiche e che conduce nell’entroterra, nell’anima più vera del Paese, conservata a Mougins.

Ci troviamo nel dipartimento Alpi Marittime, tra case in pietra, edifici secolari, ville e giardini che si susseguono gli uni dopo gli altri fino a creare un vortice delle meraviglie che svetta verso il cielo e che offre le visioni panoramiche più belle su Cannes. È qui che negli ultimi tempi sono comparsi dei giganteschi ortaggi.

Ci sono i limoni e le arance, ci sono anche i peperoncini e sono tutti rigorosamente Made in Italy. A portarli fin qui, in questo affascinante borgo medievale dal sapore provenzale, è stato l’artista italiano Giuseppe Carta.

Le sculture di Giuseppe Carta a Mougins

Le sculture di Giuseppe Carta a Mougins

Benvenuti a Mougins

Arrotolato su se stesso, il piccolo villaggio di Mougins, dista appena una decina di chilometri dalla glamour e scintillante Cannes. Eppure qui, lontano dai rumori e dai flash fotografici, ci si immerge in un’atmosfera magica, romantica e senza tempo, quasi fiabesca.

Il borgo medievale si arrotola verso l’alto su se stesso assumendo la caratteristica forma di una conchiglia multicolore dove dominano il colore ocra e il rosa, che caratterizzano gli edifici, intervallati dal verde dei giardini. Sullo sfondo, invece, si staglia delicato e prepotente il mare, con le sue mille sfumature d’azzurro.

Ed è proprio qui, tra i vicoli stretti e le viuzze che salgono e scendono, tra le botteghe, le piazze e i piccoli negozi di souvenir, che negli scorsi mesi sono comparsi dei giganteschi ortaggi italiani. Sono i frutti dell’artista Giuseppe Carta che ha trasformato arance, limoni, peperoncini, fragole e olive in sculture monumentali che ora puntellano il centro storico del delizioso villaggio.

Le sculture di Giuseppe Carta a Mougins

Le sculture di Giuseppe Carta a Mougins

Limoni, arance e peperoncini giganti

La storia d’amore tra il villaggio di Mougins e l’arte affonda le sue radici in tempi lontani. Picasso scelse questo luogo come sua dimora, immortalandone la bellezza in tantissime istantanee e non fu l’unico. Cocteau, Dior e Yves Saint Lauren, solo per citare alcuni personaggi iconici, sono rimasti folgorati dalla bellezza di questo borgo.

E l’arte vive e rivive qui ancora adesso. Lo fa nel Museo d’arte classica che espone una collezione straordinaria di artisti e opere di ogni epoca, presente e passata. Lo fa nel Centre de la photographie attraverso mostre permanenti e temporanee che ospitano le fotografie di artisti francesi e internazionali.

E lo fa con Giuseppe Carta che, proprio tra le vie del paesino francese, ha istallato i suoi frutti scultorei. Ci sono il Limone giallo, l’Oliva verde e il Peperoncino rosso, ci sono gli ortaggi della terra che maestosi dominano la scena urbana e in questa si integrano perfettamente rendendo ancora più straordinaria una passeggiata nel villaggio.

Un tema, quello gastronomico, tanto caro all’Italia quando a Mougins che dal 2006 ospita il Festival International de la Gastronomie Les Etoiles de Mougins.

L’esposizione dei frutti monumentali, protagonisti assoluti della settima edizione di Mougins Monumental 2022, hanno trasformato il villaggio in un delizioso museo aperto. Le istallazioni, che resteranno visibili fino a settembre 2022, sono allegre, colorate e sorprendenti, celebrano la natura e la biodiversità, lanciando un messaggio sociale di salvaguardia dell’ambiente.

Le sculture di Giuseppe Carta a Mougins

Le sculture di Giuseppe Carta a Mougins

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Lunigiana, terra di arte e di cultura tutta da scoprire

Terra di passaggi e di confine, di natura, borghi, castelli e tradizioni antichissime. La Lunigiana è la splendida regione storica situata tra la Toscana settentrionale e la Liguria di Levante, che racchiude tanti mondi e realtà tutte da scoprire. Ed è proprio per valorizzare la magia di questi luoghi che è nato il “Lunigiana Land Art”, un progetto culturale che ha l’obiettivo di porsi come occasione d’incontro tra territorio, arte e cultura, con visite guidate, laboratori per bambini, workshop e residenze con artisti di primo piano. Ecco gli eventi più imperdibili.

Alla scoperta del volto più bello della Lunigiana

Vincitore del bando “Borghi in Festival”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea e dalla Direzione Generale Turismo del Ministero per i beni e le attività culturali, il Lunigiana Land Art coinvolge 12 Comuni, con un ricco calendario di iniziative che portano a scoprire e riscoprire in un modo unico questo bellissimo territorio a cavallo di tre regioni.

In particolare, maggio e giugno in Lunigiana offrono fine settimana intensi, con performance, concerti, workshop con artisti internazionali, attività con i bambini e trekking. La proposta è davvero ricca e spazia dall’arte allo sport, fino alle visite guidate nei luoghi meno noti. E naturalmente, ci sarà tanta buona cucina e paesaggi magnetici, intessuti di architetture medievali e boschi ancora intatti.

L’arte svolge il ruolo di protagonista, visto che tutto il progetto nasce dall’evento cardine della residenza di sei artisti in sei comuni dell’area, i quali, durante la loro permanenza, incontrano pubblico e abitanti in varie occasioni, fino al weekend conclusivo dal 30 giugno al 3 luglio, quando sarà possibile ammirare tutte le opere da loro realizzate.

In programma ci sono anche le arti performative, come gli appuntamenti di sabato 11 giugno e domenica 12 giugno con “Alberi maestri”, una intensa occasione di incontro con il mondo vegetale, guidata da un performer attraverso un’esperienza sonora, poetica e visiva.

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Il rinomato borgo di Pontremoli

In Lunigiana in famiglia, tra archeologia e visite guidate

Anche le famiglie possono contare su un’ampia scelta di appuntamenti dedicati ai più piccoli, tra letture animate e laboratori che coinvolgeranno i bambini nello sperimentare e realizzare piccoli oggetti ispirati alle storie inedite o locali legate a leggende e tradizioni della Lunigiana.

Tra gli appuntamenti, il “Filattiera4Kids”, in programma il 12 giugno, una giornata dedicata ad attività di didattica archeologica nell’area di Sorano, sito dalla storia millenaria, come testimoniano i reperti ritrovati durante gli scavi archeologici. I bambini si immergeranno nella storia e saranno guidati durante la visita della Pieve romanica, si cimenteranno nel lavoro dell’archeologo in uno scavo didattico a grandezza naturale riportando alla luce i reperti, e infine lavoreranno la creta realizzando le celebri Statue Stele ritrovate nell’area.

E naturalmente non mancano le visite guidate, organizzate dalla cooperativa Sigeric, che portano alla scoperta dei segreti di questa suggestiva terra di confine. Ogni sabato e domenica, sarà possibile ammirare le bellezze di paesi e pievi della zona da Virgoletta a Fosdinovo, con il suo celebre Castello,  da Pontremoli, con la curiosa leggenda del Lupo Mannaro, a Mulazzo, con escursioni che portano alla scoperta di borghi ricchi di suggestioni e tesori da esplorare, passando per strade e sentieri che attraversano boschi e prati e centri storici senza tempo, portando alla scoperta di chiese e monumenti, e antiche tradizioni locali. Da non perdere anche i percorsi per i visitatori più sportivi, come il trekking nell’alta Lunigiana o il bike tour nella valle dell’Osca.

Se invece amate la musica, domenica 12 giugno al Castello Malaspina di Terrarossa si terrà un concerto jazz con i Chromakeys, quartetto di musicisti che si sono esibiti con artisti del calibro di Bublè, Dalla, Concato, Enrico Rava, Fresu. Per il programma completo, vi rimandiamo al sito dell’evento.

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Il suggestivo Castello di Fosdinovo, nel cuore della Lunigiana

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mare Notizie turismo sostenibile Viaggi

È questa la meta più green del mondo

L’11 aprile a Milano si è tenuta, in occasione della Borsa Internazionale del Turismo, la decima edizione del GIST Green Travel Award 2022, ambito riconoscimento che premia le eccellenze del Turismo Sostenibile e Responsabile del Gruppo Italiano Stampa Turistica.

È destinato alle migliori realtà della ricettività turistica, così come delineate dalla “Carta europea del turismo sostenibile e responsabile”, divise in 7 categorie e un Premio Speciale: Best Green Destination italiana, Best Green Destination estera, Best Green Tour Operator, Best Green Family Hotel, Best Green Accomodation Italia, Best Green Accomodation Estero, Best Bio Spa, Premio Blu, Menzione d’onore Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (2021-2030), coordinato da IOC-UNESCO.

Per il 2022, le Seychelles salgono sul podio per la categoria “Menzione d’onore Decennio del Mare”: il Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile ha l’obiettivo di mobilitare i governi, la comunità scientifica, il settore privato e la società civile attorno a un programma comune di innovazione tecnologica e di ricerca.

Padrino del Green Travel Award 2022, è stato Marco Maccarini, conduttore e autore tv, speaker radiofonico nonché appassionato di outdoor e cammini.

Le Seychelles, virtuoso esempio di sostenibilità

mahe seychelles

L’isola di Mahe, Seychelles

L’ambito riconoscimento va alle Seychelles in quanto sono uno degli esempi di maggior successo per quanto riguarda la tutela e la conservazione di un ecosistema fragile e unico e della propria cultura, grazie a un’attenta Strategia di Sviluppo Sostenibile.

La politica di sviluppo eco-sostenibile messa in atto dalle Seychelles, infatti, mira a preservare la biodiversità e, al contempo, mette in campo un turismo controllato al fine di evitare un impatto negativo sull’ecosistema con il divieto di costruire nuovi hotel (oltre a quelli approvati) ed evitando il sovraffollamento.

Le pratiche virtuose adottate in questo splendido angolo di paradiso hanno consentito alle Seychelles di diventare uno dei 25 Biodiversity Hotspots di tutto il mondo: basti pensare che ben il 43% del loro territorio è Riserva Naturale o Parco Nazionale grazie a una flora e fauna uniche (vi sono circa 1000 specie endemiche), una grande varietà di ambienti naturali e foreste incontaminate, 2 siti Patrimonio UNESCO e una vasta scelta di attività eco-turistiche quali, ad esempio, bird watching, trekking, cicloturismo, immersioni e snorkeling.

Un riconoscimento che premia l’impegno del magnifico arcipelago

Il Gist ha premiato le Seychelles per i 5 pilastri legati alla sostenibilità:

  • Reduce, Reuse, Recycle
  • Protect Wildlife – Flora & Fauna
  • Reduce Water Consumption
  • Enercy Conservation
  • Local Care & Fair Trade

Siamo onorati di ricevere questo premio così ambito e orgogliosi di vedere che tutti gli sforzi e le pratiche attuate alle Seychelles siano apprezzate e riconosciute come un impegno costante per salvaguardare l’ambiente da tutto il mondo” questo il commento di Danielle Di Gianvito Marketing Representative di Tourism Seychelles in Italia.

L’impegno del magnifico arcipelago nei confronti dell’ambiente è concreto e continuo: di recente è stato introdotto il divieto per la raccolta delle uova di sterna fuligginosa, una delle misure attuate dal Ministero dell’Ambiente per garantire che la popolazione di rondini di mare delle Seychelles si riprenda.

Ma non soltanto: di valore è la battaglia per la salvaguardia della tradizionale danza “moutya“, riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio Culturale.

Le Seychelles sono state il primo Paese al mondo a includere nella propria Costituzione il principio della conservazione ambientale: le comunità locali dipendono dalla persistenza di un ecosistema marino sano e prospero e lo sviluppo sostenibile del turismo può contribuire a migliorare la salute dell’ecosistema.

seychelles

Paradisiaca spiaggia alle Seychelles

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Cambiare vita e trasferirsi? Si può fare, ma prima guarda quanto ti pagano

Il sogno di lasciare tutto e trasferirsi dall’altra parte del mondo appartiene a moltissime persone. Ma quello di cambiare vita, città e lavoro, non è più un desiderio confinato a non realizzarsi mai perché oggi abbiamo mezzi a disposizione che ci facilitano la scelta.

E questo è vero soprattutto da quando la modalità di lavorare in smart working è entrata nelle nostre vita. È proprio grazie al lavoro agile, infatti, che abbiamo sperimentato la formula magica della felicità, quella che ci permette di lavorare senza smettere di viaggiare e viceversa. Accanto a questo sogno realizzato, però, potrebbe anche palesarsi la voglia di mettere radici in altre parti del mondo per periodi medio lunghi.

Prima di farlo, però, ci sono diverse cose che dobbiamo prendere in considerazione. Le usanze e le tradizioni di una determinata nazione, per esempio, senza dimenticare le condizioni di vita, la sicurezza e le offerte del territorio. Ma soprattutto dobbiamo farci un’idea di quanto andremo a guadagnare svolgendo il nostro lavoro.

Cambiare vita e trasferirsi: le cose da prendere in considerazione

Ricominciare da zero è possibile, a patto che si facciano le scelte giuste. E se già avevamo dalla nostra parte la lista delle città del mondo dove è più facile ricominciare, stilata dalla community di expat InterNations, ora abbiamo un altro strumento per prendere le migliori decisioni sul nostro futuro.

William-Russell, compagnia di assicurazione per gli expat, ha creato una vera e propria calcolatrice dei redditi da lavoro che permette di sapere quanto un lavoratore può guadagnare in un Paese diverso svolgendo la medesima professione.

Il funzionamento è molto semplice, basta selezionare il proprio settore lavorativo per mettere a confronto gli stipendi medi nei 38 paesi che fanno parte dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Abbiamo fatto un po’ di prove, fantasticando di trasferirci nelle più belle città d’Europa e anche negli States, ecco cosa abbiamo scoperto.

Lavorare all’estero: gli stipendi

Una premessa è doverosa, anche se scontata, gli stipendi variano in base al lavoro, ma anche alle competenze personali e all’esperienza. Tuttavia, utilizzando questa calcolatrice di salari, ci siamo fatti un’idea di quali sono i luoghi migliori dove trasferirsi per alcuni lavoratori piuttosto che altri.

Abbiamo scoperto che per la maggior parte delle professioni la Svizzera è il Paese con gli stipendi medi più alti, seguita quasi sempre dagli Stati Uniti.

Dobbiamo precisare, però, che spesso quello stipendio così invitante corrisponde anche a un importante innalzamento del costo della vita. Abbiamo visto che in Turchia, per esempio, gli stipendi sono più bassi rispetto alla media, ma il costo della vita è inferiore.

Abbiamo fatto qualche ricerca sugli stipendi medi dei giornalisti in questi 38 Paesi e abbiamo visto che quelli più alti sono in Svizzera, Austria e Germania. I dentisti, invece, possono trovare la loro fortuna negli Stati Uniti.

Come scegliere la destinazione del cambiamento

Come abbiamo anticipato, alcuni Paesi pagano molto di più rispetto agli altri (vedrete delle grosse differenze a riguardo) semplicemente perché il costo della vita è più alto. Ecco perché se avete in mente di trasferirvi dovete prendere in considerazione tutte queste cose.

Per farlo basta utilizzare il Salary Calculator di William-Russell, che trovate qui, inserire la vostra categoria professionale e scoprire gli stipendi medi a confronto dei Paesi nei quali vi interessa trasferirvi con un occhio di riguardo anche ai costi di vita.

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itinerari culturali luoghi misteriosi musei Posti incredibili Viaggi

Puoi vivere la tua favola entrando in questo museo

E se ci fosse un modo per allontanarsi dalla realtà, per entrare in un mondo parallelo e incantato, fatto di sogni e magia, anche solo per un istante, o per una giornata? In molti potranno pensare che ormai è finito il tempo delle fiabe, dei lieto fine e di tutto ciò che riguarda il mondo della fantasia e dell’immaginazione. Ma se non fosse così? Se vi dicessimo oggi tutti abbiamo la possibilità di diventare i protagonisti di una favola?

No, non siamo impazziti! Vi stiamo solo raccontando l’esperienza reale e magica che si può vivere all’interno del museo dedicato a Hans Christian Andersen, lo scrittore danese che ha trasformato in realtà in nostri sogni.

Quello che ha creato nuovi mondi, come quello della Sirenetta, del Brutto Anatroccolo e dalla Regina delle Nevi, quello a cui è dedicato il museo europeo all’interno del quale vige solo una regola: perdersi e immergersi tra le fiabe.

Hans Christian Andersen Hus

Hans Christian Andersen Hus

Hans Christian Andersen Hus

Quando venne confermata la notizia dell’apertura del nuovo Hans Christian Andersen Hus il mondo intero era in visibilio. Erano bastate due o tre foto di anteprima per comprendere che proprio all’interno dell’edificio danese si sarebbe potuta vivere una delle esperienze più incredibili della nostra vita. E ora, a distanza di tempo dall’inaugurazione, possiamo confermarvi che è così.

Ci troviamo a Odense, la città in Danimarca che ha dato i natali al celebre scrittore. E non è a lui che è dedicato questo grandissimo e strabiliante museo, ma alle sue fiabe che qui prendono vita attraverso esperienze immersive e uniche.

Nuovi mondi surreali si palesano davanti agli occhi dei visitatori che qui sono invitati a vivere nuove avventure sensoriali, a perdersi e immergersi in questi universi surreali e fiabeschi che pensavamo esistessero solo nella nostra immaginazione.

L’edificio che ospita l’Hans Christian Andersen Hus si muove sinuoso, imponente e meraviglioso, una struttura al di fuori dell’ordinario che di per sé è già una fiaba. A realizzarla è stato l’architetto giapponese Kengo Kuma che ha interpretato i sogni fanciulleschi realizzando un museo che si snoda per quasi 6000 metri quadrati nel centro storico di Odense.

L’edificio si presenta con tre grandi cilindri che ospitano il museo, un centro culturale dedicato ai bambini, e non solo, e un ristorante. Tre strutture collegate da un tunnel sotterraneo e da magici giardini che si snodano davanti agli occhi dei visitatori.

Hans Christian Andersen Hus

Hans Christian Andersen Hus

Il museo dove prendono vita le fiabe

Si entra al museo attraversando un piccolo cottage dal colore giallo, è la casa che un tempo era appartenuta ad Andersen e ch e si trova proprio nel centro storico di Odense. È qui, dove lo scrittore ha creato le sue più iconiche fiabe, che la magia ha inizio. Da questo piccolo microcosmo favolistico si arriva ad un universo che diventa sempre più grande, immersivo, meraviglioso.

Una volta entrati nel museo l’esperienza è incredibile. Architetture, suoni, luci e installazioni inebriano i sensi, li stordiscono e trasportano i visitatori in mondi paralleli che avevamo visto solo nelle favole più belle e mai dimenticate, e che ora sono reali.

Grazie alle tecnologie più innovative è possibile entrare nella mente visionaria dello scrittore e poi nelle sue opere, diventando i protagonisti di queste, facendo un viaggio straordinario tra le favole della nostra infanzia. Ma non vogliamo svelarvi di più perché la magia non si può raccontare, ma solo vivere.

Hans Christian Andersen Hus

Hans Christian Andersen Hus

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Idee di Viaggio itinerari culturali Pesaro E Urbino Viaggi

L’Itinerario della Bellezza, pura poesia

In Italia esiste un itinerario che, dalle colline al mare, segue tutte le meraviglie della Provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche. Comuni che tra di loro condividono un ambiente incontaminato costellato da ricchezze rinascimentali che arrivano persino ad affacciarsi sulla Costa Adriatica, oppure a farsi spazio tra i sinuosi profili degli Appennini. Un percorso da fiaba, quindi, che prende il nome di Itinerario della Bellezza.

I 5 anni dell’Itinerario della Bellezza

Quest’anno il magnifico Itinerario delle Bellezza compie 5 anni e, ai 13 comuni già presenti, se ne sono aggiunti 3 altrettanto spettacolari. Parliamo di incantevole località come: Apecchio, Cagli, Cantiano, Colli al Metauro, Fano, Fossombrone, Gabicce Mare, Gradara, Mondavio, Pergola, Pesaro, San Lorenzo in Campo, Sassocorvaro Auditore, Tavullia, Terre Roveresche e Urbino.

L’obiettivo di questo progetto sempre in crescita è quello di promuovere e valorizzare il grande “patrimonio di bellezza” che accomuna queste località delle Marche.

Del resto è comprensibile: l’Itinerario della Bellezza spazia dalle montagne alle dolci colline digradanti verso il mare, tra borghi storici, rocche e castelli, palazzi, chiese e gli eremi del “silenzio e della fede”. Una zona del nostro Paese che custodisce un ricco patrimonio artistico e culturale espressione di “giganti” quali Raffaello e Rossini; l’eredità straordinaria della “romanità” che ha nella “consolare Flaminia” in Vitruvio e nei Bronzi dorati di Pergola gli elementi di maggior impatto storico-emozionale; il fascino immortale del Rinascimento che ebbe una delle sue capitali a Urbino.

Urbino marche

La meravigliosa Urbino

Ma non solo. L’Itinerario della Bellezza è anche il racconto della “bellezza” e della qualità del  patrimonio eno-gastronomico caratterizzato da 3 vini DOC, 3 alimenti DOP, in una provincia leader nel mondo per i prodotti bio e per il “tartufo tutto l’anno”. Senza dimenticare che questo è anche un territorio per gran parte incontaminato che alle splendide spiagge e coste del mare Adriatico lega il verde delle colline e la visione straordinaria delle montagne.

Itinerario delle Bellezza, cosa non perdere

Colli al Metauro è un comune nato nel 2017, un meraviglioso territorio che si trova tra le vette della Gola del Furlo e il mare cristallino delle Marche. Bellissimo anche Mondavio, uno dei Borghi più belli d’Italia. Basti pensare che il centro storico è racchiuso da una possente (e ben mantenuta) cinta muraria.

Non da meno è Pergola che sorge nel cuore della Valle del Cesano. Uno piccolo scrigno di tesori conosciuto anche come la “Città del Tartufo tutto l’anno”. Questo, infatti, viene celebrato con due manifestazioni: la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato, a ottobre, e ‘AmiAmo il Tartufo’, dedicata al tartufo nero estivo.

Mondavio marche

Mondavio, meraviglia delle Marche

Straordinaria anche Sant’Angelo in Vado che sorge sulle rovine dell’antica Tiphernum Metaurense. Così come Gradara, la città di Paolo e Francesca cantati da Dante nella “Divina commedia”.

Poi Apecchio, il centro di un ampio territorio che si estende per 103 km2, comprendendo anche la cima del Monte Nerone (m.1526).

Non possono di certo mancare Pesaro, la Città della Musica e della Bicicletta, e Urbino, una città dove la matematica e la geometrica si sposano con la bellezza, ma anche il luogo dei saperi e della spiritualità.

Insomma, percorrere l’Itinerario della Bellezza, in auto, moto o bicicletta nei tanti sentieri e ciclovie, è un’esperienza unica, da vivere almeno una volta nella vita.

Sant’Angelo in Vado itinerario della bellezza

La spettacolare Sant’Angelo in Vado

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Asia Giordania Interviste Viaggi

Perché è il momento di tornare in Giordania

Dallo scorso 1° marzo, la Giordania ha riaperto definitivamente le porte ai turisti internazionali, senza più restrizioni né richiesta di tamponi. E gli italiani non vedevano l’ora.

La Giordania è infatti uno dei Paesi più affascinanti del mondo, che cela ancora molti segreti, tutti da scoprire. Ci han fatto sognare le immagini dello spettacolare deserto del Wadi Rum e la bellezza mozzafiato del Wadi Araba nel colossal “Dune”, uscito nel 2021, che agli Oscar 2022 si è aggiudicato ben sei statuette, tra cui quella per la miglior fotografia e la miglior scenografia. E ci fanno strabuzzare gli occhi le numerose scoperte archeologiche che continuano a essere fatte.

Il Paese ha così messo subito a disposizione dei viaggiatori diversi voli diretti ad Amman, la Capitale. A partire dalla compagnia aerea di bandiera, la Royal Jordanian, che ha ripristinato cinque voli settimanali in partenza da Roma Fiumicino. Ryanair ha raddoppiato gli operativi settimanali da Bergamo, passando da due a quattro, e ha mantenuto i due voli settimanali da Bologna e Roma Fiumicino. Si è infine aggiunta la low cost Wizzair, con due voli settimanali da Milano Malpensa e da Roma Fiumicino. In sole tre ore si può raggiungere la Giordania da quattro città d’Italia.

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Petra, l’attrazione numero uno della Giordania

Non ci sono più scuse, dunque, per non tornare a visitare la Giordania. E, in occasione della BIT di Milano, la fiera dedicata al turismo, abbiamo incontrato il direttore marketing di VisitJordan, Ahmad al Hmoud, venuto in Italia a promuovere il nuovo volto del “regno del tempo”.

Perché gli italiani dovrebbero scegliere la Giordania per i prossimi viaggi?

“Agli italiani piacciono i viaggi culturali e dove c’è ricchezza di storia, una cosa che hanno in comune con la Giordania, siamo entrambi Mediterranei e veniamo da antiche civiltà. La Giordania è il luogo ideale dove c’è la storia nabatea e quella romana (alle porte di Amman c’è la seconda città romana meglio conservata al mondo dopo Roma, Jerash). Ma agli italiani piacciono anche il deserto del Wadi Rum, il Mar Rosso di Aqaba, il Mar Morto, Nel 2019 gli italiani rappresentavano il primo mercato d’Europa per la Giordania, e ci aspettiamo che anche per il 2022 torneremo ai numeri pre-pandemia”.

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Il deserto del Wadi Rum in Giordania

Mentre la Giordania era chiusa per i turisti italiani, cosa è successo di nuovo?

“Innanzitutto, nel 2021 abbiamo lanciato il nuovo brand “Kingdom of Time” (“regno del tempo”) per spiegare che è giunto il momento di scoprire una nuova Giordania con tante nuove attività e dare una nuova identità al Paese. Durante la pandemia abbiamo cercato di supportare l’industria del turismo e aperto nuovi hotel e altri ne stanno per aprire”.

Ci sono luoghi meno turistici rispetto a Petra che gli italiani dovrebbero visitare?

“Ora che i turisti dei Paesi vicini e da tutto il mondo stanno tornando, Petra sta tornando a riempirsi come un tempo. Naturalmente è il nostro sito principale, ma non c’è solo Petra. Ora abbiamo una nuova città sulla mappa della Giordania che si chiama Al-Salt che dall’anno scorso è Patrimonio Unesco, il sesto del Paese, un luogo unico dove scoprire la convivenza tra musulmani e cristiani dove fare esperienze autentiche (era un importante snodo commerciale tra il deserto orientale e l’Occidente durante il periodo ottomano, ndr). Ci sono ancora pochi hotel, sono soprattutto appartamenti ma non appena inizieranno ad arrivare molti turisti la situazione cambierà, anche se è molto vicina ad Amman quindi ci si può andare anche in giornata.

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Al-Salt, Patrimonio Unesco della Giordania

La Giordania fa parte anche della Terra Santa, il luogo del battesimo di Cristo si trova sul lato giordano. Abbiamo grandi piani per sviluppare questo luogo ed entro un anno e mezzo apriremo chiese e luoghi sacri per accogliere il turismo religioso.

Poi naturalmente ci sono tutte le altre attrazioni della Giordania, come il Wadi Rum. C’è chi viene in Giordania solo per stare nel deserto. C’è il Mar Morto che è una meraviglia della natura, il punto più basso della Terra dove si può galleggiare nell’acqua e rilassarsi. Qui ci sono tantissimi hotel di lusso e altri stanno per aprire. Il Mar Rosso, dove i turisti vanno per fare immersioni. E poi c’è la Capitale Amman che ha molto da offrire sia nella parte moderna sia in quella antica, è una città dove c’è molto da fare, dai ristoranti ai divertimenti ma c’è anche storia e cultura”.

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L’antica Jerash, alle porte di Amman

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Borghi Viaggi

I borghi più sostenibili d’Italia, dove fare esperienze “local”

In alcuni dei Borghi più belli d’Italia si possono fare delle esperienze davvero “local”. E questo grazie a un accordo stipulato con i Coltivatori di Emozioni, la prima piattaforma italiana di social farming, che ha lo scopo di salvaguardare il patrimonio agricolo nazionale attraverso un sistema di sostegni agli agricoltori, veri custodi delle antiche tradizioni agroalimentari italiane.

Ciascuno di noi può sostenere un agricoltore, anche a livello individuale, trascorrendo un giorno o un weekend in un borgo. Tra le varie forme di sostegno, ci sono le “experience”, che offrono a turisti la possibilità di scoprire le tradizioni e le eccellenze agricole di un territorio e dei suoi piccoli borghi, partecipando attivamente alla vita dell’azienda.

Tantissimi sono i borghi dell’associazione dei Borghi più belli d’Italia che hanno aderito e tante anche le esperienze che si possono fare. Ecco alcuni esempi e dove andare.

I borghi e le esperienze

A Castelnoceto, nel Monferrato, si può diventare “Tartufaio per un giorno”, passeggiando nei boschi insieme ai cani da tartufo e al cavatore, che spiegherà le dinamiche legate alla ricerca del famoso e prezioso tubero. Non manca una degustazione e aperitivo a base di funghi e tartufi in agriturismo. Il periodo in cui si può fare questa esperienza va da aprile a gennaio.

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L’esperinza della raccolta dello zafferano in Abruzzo ©CdE Cooperativa Altopiano Navelli

Si può provare a fare il coltivatore di zafferano a Navelli, in Abruzzo, detto anche il borgo dell’oro rosso, insieme al Consorzio per la Tutela dello Zafferano dell’Aquila DOP: si assiste alla raccolta dello zafferano, con i suoi magnifici fiori viola, e alle fasi di lavorazione con tanto di degustazione. Questa esperienza si può fare tutto l’anno.

Sempre in Abruzzo, ma ad Anversa, tra il Parco della Majella, il Parco Nazionale d’Abruzzo e la Riserva Regionale delle Gole del Sagittario, si può trascorrere “Un giorno da pastore” nel Bio-agriturismo La Porta dei Parchi, famoso per aver rilanciato la transumanza promuovendo un modello di agricoltura multifunzionale e sostenibile basato su un approccio biologico e tradizionale. L’esperienza comprende un’uscita al pascolo con il gregge, il pranzo in fattoria e il laboratorio “dal latte al formaggio”. Si può fare tutto l’anno.

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Un giorno da pastore in Abruzzo ©CDE Gallo Larino Abruzzo

Nella Tuscia laziale si può fare l’orticultore per imparare le tecniche di preparazione del terreno, modalità e tempi di semina per preparare un orticello o seminare in vasi da portare a casa. A “Sutri con l’orto di Vi” (Vi sta per Viviana che insegna queste tecniche) si raccolgono i prodotti freschi dell’orto, si passeggia con le caprette e si fa una sostanziosa merenda del contadino. Si può fare tutto l’anno.

In Sicilia, si può fare il coltivatore di cipolle: nell’azienda agricola La Collina degli Iblei, oltre a mandorle e grani antichi si coltiva la Cipolla di Giarratana, che ha reso famoso questo minuscolo Comune. Si assiste alla fase di raccolta e incassettamento e si cena a base di “scacce”, le conserve di cipolle e i prodotti tipici dell’azienda. La Val di Noto, con le sue perle barocche, e Ragusa sono a pochi chilometri, per un fine settimana completo e appagante. L’esperienza si fa da giugno a settembre.

Per chi cerca il benessere, l’azienda BioSannio di Castropignano, in provincia di Campobasso, propone “Apiario del Benessere a Oratino”: si tratta di strutture di legno con panche per rilassarsi dove sotto sono posizionate le arnie a conduzione biologica. L’atmosfera che hanno ricreato all’interno dell’apiario è quella tipica di un alveare: calda, profumata e accogliente. Esperienza unica, suggestiva e multisensoriale alla scoperta del mondo delle api e della loro importanza, anche attraverso l’attività didattico-formativa per grandi e bambini.

Sempre per chi ama le api, nel borgo di Viggianello, in Basilicata, l’azienda Serra del Prete propone una giornata dedicata alle api, con visita dell’apiario, smielatura e degustazione. Si fa da maggio a settembre.

Chi desidera fare un po’ di attività fisica, può partecipare a un trekking a Carentino, nel Monferrato, tra i noccioli dell’azienda agricola I Bò, alla scoperta della fauna locale (caprioli, scoiattoli, cinghiali) e fare birdwatching. Per terminare con degustazioni di vini biologici, di prodotti dell’agriturismo a base di riso e anche una merenda sinoira – un’usanza tutta piemontese, uno spuntino tra metà pomeriggio e l’ora di cena – con vini e prodotti tipici dolci e salate fatti con nocciole TGT (tonda, gentile, trilobata) e Spa alle Terme di Acqui. Il periodo in cui si può fare questa esperienza va da aprile a ottobre.

Sempre in Piemonte, si può provare a essere “Viticoltore in Vho”, un borgo vicino a Tortona, che include un trekking tra i colli torinesi e la degustazione del vino degli antichi vigneti di Timorasso, di recente riscoperto grazie alle sue caratteristiche enologiche. Si può fare tra aprile e gennaio.

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Il borgo di San Leo, in Romagna

Agli appassionati delle due ruote è dedicata l’esperienza che si fa nel meraviglioso borgo di San Leo, nell’entroterra riminese: si visita l’antico forno di San Leo con un laboratorio di panificazione – e assaggio – e un’escursione in e-bike tra i sentieri dell’Alta Marmarecchia. L’organizza la cooperativa Fer-Menti da aprile a ottobre.

Da aprile a settembre, l’azienda vitivinicola TerraQuilia, nel borgo di Guiglia, in provincia di Modena, propone un “Trekking tra i vigneti in alta quota”, un percorso tra boschi e vigneti accompagnati da una Guida ambientale escursionista (GAE) fino alla terrazza panoramica detta Il balcone dell’Emilia. L’esperienza prevede anche una lezione di cucina durante la quale le sfogline – le signore che “tirano la sfoglia” armate di energia e mattarello – rivelano i trucchi per una pasta tirata a mano perfetta: si preparano garganella, farfalle, una pasta ripiena, come i tortellini, e si visitano anche le cantine. Si può fare da maggio a ottobre.

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Il borgo di Guiglia ©CdE Emilia Terraquilia

Per chi adora mettere “le mani in pasta”, a Castel San Pietro Romano, nel Lazio, si prepara il famoso Giglietto, biscotto tipico e Presidio Slow Food, oppure si può partecipare a una cooking experience all’interno del forno delle sorelle Fiasco. Sono previste anche la visita naturalistica e al museo diffuso.

Chi ama la vendemmia può optare per la Puglia con “Tralci di Fuoco Pugliese”, un soggiorno alla Tenuta San Nicola, a Novoli, in provincia di Lecce, dove si partecipa alle fasi della vendemmia, si fa merenda tra le vigne e si cena a base di prodotti pugliesi.

Oppure a Bonassola, in Liguria, dove si trova l’azienda vitivinicola Ca du Ferrà immersa in un contesto rurale con l’antico mulino che conserva una ruota originaria. Si fa da aprile a giugno.

L’olio è, invece, protagonista di “Castiglione del Lago, la perla del Trasimeno” in Umbria, con visita al frantoio locale e degustazione di prodotti tipici.

Particolarmente indicata per i più piccoli è l’experience “Fattoria didattica a Mercato Saraceno” all’Agriturismo Clorofilla, nella campagna romagnola, dove i bambini e i ragazzi, attraverso diversi laboratori, possono conoscere da vicino il mondo della campagna, il mondo degli animali (maiali, capre, conigli, galli e galline, oche, anitre, faraone) e imparare come nascono il pane, la pasta, il vino, come si coltiva un campo, si lavora la lana e come trascorre la giornata un contadino. Si può fare da maggio a ottobre.

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L’Italia è tra i 5 Paesi più visitati al mondo

L’estate si avvicina, e mai come quest’anno abbiamo voglia di viaggiare: l’emergenza sanitaria, che per oltre due anni ha impattato negativamente sul turismo, sembra stia finalmente allentando la sua morsa in tutto il mondo, ed è tempo di pensare alla prossima vacanza. Ma dove andare? Molti viaggiatori potrebbero prendere spunto dalla nuova classifica dell’UNWTO (l’Organizzazione Mondiale del Turismo), che ha evidenziato quali sono stati, nel 2019, i Paesi più visitati al mondo. A sorpresa – ma non troppo – c’è anche l’Italia.

L’Italia è al quinto posto tra i Paesi più visitati

Con la graduale riapertura delle frontiere in tutto il mondo, sono tantissimi i turisti che stanno finalmente pensando al loro prossimo viaggio. E ci sono molte possibilità che gran parte di essi scelga l’Italia come destinazione delle vacanze. Il nostro Paese è a tutti gli effetti uno dei più visitati di sempre, come rivela l’UNWTO. Nella sua classifica, che prende in considerazione le persone che hanno viaggiato nel 2019, si trova nientemeno che al quinto posto.

Nell’anno che ha preceduto la chiusura dei confini e il blocco quasi totale del turismo, l’Italia ha infatti accolto quasi 64,5 milioni di viaggiatori internazionali. Una cifra incredibile, che non può che renderci orgogliosi delle tante bellezze del nostro Paese – e che ci regala un pizzico di speranza per l’estate in arrivo, dopo due anni terribili dal punto di vista turistico. Ora che finalmente si intravede la luce in fondo al tunnel, le possibilità che il nostro Paese raggiunga nuovamente numeri simili – o quantomeno ci si avvicini – si fa sempre più concreta.

D’altra parte, non ci sorprende molto scoprire che l’Italia sia tra le mete preferite dai viaggiatori. La sua vasta offerta turistica è quasi ineguagliabile: abbiamo un mare incredibile e tantissime spiagge da sogno, ma anche montagne affascinanti (in primis, le Dolomiti). E poi abbiamo fantastiche città d’arte, dove immergersi nella storia e nella cultura, ma anche piccoli borghi incantevoli, dove il tempo sembra essersi fermato. Senza contare, poi, il turismo enogastronomico: molti turisti arrivano nel nostro Paese proprio per assaporare le specialità tipiche, famose in tutto il mondo.

I Paesi più visitati al mondo: la classifica

Non resta ora che scoprire, con un pizzico di curiosità, quali sono i Paesi che hanno superato l’Italia in questa particolare classifica. Il quarto posto è occupato dalla Cina, che nel 2019 ha accolto ben 67 milioni di turisti: è il luogo ideale per esplorare una cultura magnifica e splendide opere dell’ingegno umano risalenti a secoli fa. Mentre in terza posizione ci sono gli Stati Uniti, con la loro multiculturalità e tantissime attrazioni – anche naturali. I viaggiatori internazionali che hanno scelto questa meta, prima della pandemia, sono stati oltre 79 milioni.

Medaglia d’argento per la Spagna, che con più di 83,5 milioni di turisti nel 2019 si è aggiudicata il secondo posto. Le sue spiagge sono senza dubbio tra le più belle d’Europa, e le testimonianze storiche sul suo territorio sono innumerevoli. E il primo posto? A guadagnarselo è la Francia, con ben 89 milioni di visitatori provenienti da ogni angolo del mondo. Contro Parigi, la città dell’amore per eccellenza, a quanto pare non c’è proprio niente da fare.

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Le nuove location della serie Tv “Diavoli 2”

La prima miniserie Tv Sky “Diavoli” era stata ambientata soprattutto a Londra e un po’ anche in Italia. La seconda stagione di “Diavoli”, invece, vede il nostro Pase sempre più protagonista della scena.

Ispirato al best seller “I diavoli” di Guido Maria Brera, che è anche fra i produttori creativi della nuova stagione, il thriller è ambientato nel mondo della finanza dove Dominic Morgan (Patrick Dempsey) e Massimo Ruggero (Alessandro Borghi) operano. Gli otto nuovi episodi sono stati girati tra Londra, quindi, e Roma.

La trama di “Diavoli 2”

Senza spoilerare, siamo tra il 2016 e il 2020, con la Brexit alle porte e Donald Trump che deve essere eletto presidente degli Stati Uniti d’America. Sono i primi anni in cui si nomina il 5G e i Bitcoin, anni di accordi con la Cina ma anche quelli dell’inizio della terribile pandemia che ha colpito tutto il mondo.

Le location romane

Girata durante il lockdown, Roma si è dimostrata essere un set perfetto. Secondo lo scenografo Luca Merlini “Roma è stata per noi come una grande Cinecittà, offrendo luoghi generalmente inaccessibili completamente vuoti e totalmente a nostra disposizione”.

Alcune scene sono state girate nel famoso Nuovo Centro Congressi “La Nuvola“, progettato dall’architetto e designer italiano Massimiliano Fuksas che si trova nel quartiere dell’EUR. I suoi 55mila metri quadrati ospitano mostre ed eventi. L’edificio ha vinto il premio come Best Building Site dal Royal Institute of British Architects.

Qui si trovano gli uffici della New York-London Investment Bank dove lavora Massimo. La “Nuvola” è la caratteristica dell’edificio e contiene un auditorium con i relativi servizi (foyer, bar, guardaroba, bagni, camerini, sale traduzioni e deposito). È collegata alla “teca” ovvero all’edificio poligonale di vetro, acciaio e pietra che la contiene attraverso delle passerelle sospese e tramite lo “scafo”, la struttura portante principale. Dell’edificio fa parte anche la “Lama”, cioè l’hotel che ospita 449 stanze.

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Il Nuovo Centro Congressi “La Nuvola” di Massimiliano Fuksas all’EUR di Roma

I produttori di “Diavoli 2” hanno avuto anche il “privilegio”, così hanno dichiarato loro stessi, di girare in luoghi altamente esclusivi, come l’Head Quarter di Fendi nel Palazzo della Civiltà Italiana, meglio conosciuto come Colosseo quadrato, quell’edificio monumentale e iconico che è il simbolo dell’EUR.

Fatto di cemento armato e rivestito di travertino bianco, fu inaugurato nel 1940, ma i lavori si interruppero nel ’43 a causa della guerra per poi essere ultimati nel dopoguerra. Le sue quattro facciate identiche hanno 54 archi ciascuna. Dal 2013, e fino al 2028, è stato concesso al gruppo di alta moda Fendi.

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Il Palazzo della Civiltà Italiana, meglio noto come Colosseo quadrato all’EUR di Roma

Proprio per la sua particolare architettura e il richiamo alle forme monumentali dell’antica Roma, il Palazzo è stato spesso usato per ambientarvi film, serie Tv e spot pubblicitari.

Tra gli edifici romani più famosi dove sono state girate alcune scene del thriller finanziario c’è anche quello che ospita la Corte di Cassazione, che i romani chiamano “il Palazzaccio”. Non tanto perché ci si va per essere giudicati e neppure perché è un brutto edificio, quanto perché questo palazzo è nato sotto una cattiva stella e non si è mai riscattato. Fin dalla sua costruzione ha avuto problemi, soprattutto legati a sospetti di corruzione. Che, per un tribunale, è il colmo.

Fu una delle più grandi opere della Roma Capitale del Regno d’Italia, e doveva avere un grande valore simbolico, tanto che la prima pietra fu posata alla presenza del re Umberto nel giorno del suo compleanno, il 14 marzo, e della regina Margherita. Ma il palazzo fu costruito nel posto sbagliato ovvero nel nuovissimo quartiere Prati, sul lato sinistro del Tevere, che allora stava appena sorgendo.

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Il “Palazzaccio di Roma” che ospita la Corte di Cassazione

Peccato che il terreno fosse alluvionale e quindi reggesse poco il peso dell’edificio, così durante la costruzione si ebbero grossi problemi di stabilità (il terzo piano non fu mai aggiunto). Si ebbero problemi fino agli Anni ’70, quando ci rimisero le mani. La gogna pubblica nel frattempo aveva portato l’architetto, Guglielmo Calderini, al suicidio.

Tanti sono anche gli splendidi scorci romani, alcuni che assomigliano alla City di Londra (e nella serie sembra proprio così) e perfino alla campagna inglese, con scene girate in esterno nei dintorni della Capitale.