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È il museo più visitato d’Italia, merito della Queen delle influencer

Come ogni anno, l’annuale classifica stilata dal Giornale dell’Arte e The art News Newspaper stabilisce quali sono stati i musei più visitati del mondo. Detto che il primato a livello planetario per il 2021 lo detiene sempre il Louvre di Parigi, una grossa sorpresa viene dall’Italia.

Il museo più visitato d’Italia

Nonostante la pandemia e le conseguenti chiusure-aperture-chiusure-aperture, i visitatori nei musei non sono mancati. La grande sorpresa è chi si posiziona primo in Italia. Al contrario degli ultimi anni in cui è sempre stato il Colosseo il più visitato del nostro Paese, nella nuova classifica l’Anfiteatro Flavio viene superato dalla Galleria degli Uffizi di Firenze.

Gli Uffizi non sono solo il primo museo d’Italia, ma anche tra i primi al mondo. Si posizionano addirittura al quinto posto tra i cento musei più visitati del mondo, prima ancora della National Gallery of Art di Washington o dell’Ermitage di San Pietroburgo, davanti persino ai Musei Vaticani, scivolati quest’anno in decima posizione.

Nel 2021, i visitatori delle Gallerie (che includono anche il Giardino di Boboli e Palazzo Pitti) sono stati 1.721.637, quasi 100mila in più di quelli del Colosseo (1.633.436) che scivola, quindi, al secondo posto, ma un milione in meno del Louvre che ne ha registrati 2,8 milioni.

Il merito (forse) è di Chiara Ferragni

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Dieter Schmidt, che ricopre la carica fin dal 2015, ha spiegato il segreto del successo del “suo” museo. Il merito è stato sicuramente dei giovani che sono cresciuti del 42% grazie ad alcune mostre online e ai social come Instagram e TikTok.

La prima influencer a promuovere la Galleria degli Uffizi è stata la “Queen” Chiara Ferragni, l’imprenditrice digitale numero uno al mondo. Il cosiddetto “effetto Ferragni” aveva avuto immediatamente un riscontro positivo non appena aveva postato le sue foto a luglio del 2020 facendo registrare al museo fiorentino un boom di visitatori del +27%, soprattutto giovani. Oltre a un impressionante dato degli Uffizi come trend su Instagram e Twitter. Gli scettici erano convinti che la bolla sarebbe subito dopo scoppiata, viste le tante critiche arrivate alla Ferragni da questa visita. Invece i dati dimostrano che non è stato così.

Anche se i selfie e le foto della Ferragni davanti alla Nascita di Venere del Botticelli erano in realtà serviti per un servizio realizzato dalla testata Vogue Hong Kong, l’influencer aveva scritto: “Sono felice di condividere finalmente queste immagini scattate in uno dei musei più prestigiosi del mondo, la Galleria degli Uffizi, con Vogue Hong Kong”.

“L’effetto ha avuto un’onda lunga”, ha spiegato Schmidt a Repubblica. “Nel 2021 la presenza di giovani agli Uffizi è aumentata, infatti, del 42 per cento rispetto al 2020, e se consideriamo che non ci sono state gite scolastiche, e che quindi quei centomila ragazzi in più sono venuti di loro spontanea volontà, capiamo bene l’entità del fenomeno. Certo, all’attività su tutti i social, compreso l’ipergiovanile TikTok – che nel 2028 ha ampliato il suo pubblico del 45,9% ponendo gli Uffizi, oltre che in testa alla classifica dei musei italiani, al terzo posto tra quelli più seguiti al mondo, dopo il Prado di Madrid e il Rijksmuseum di Amsterdam – abbiamo unito una forte attività per giovani e famiglie a cura del nostro dipartimento educazione. Ma siamo andati oltre ogni rosea previsione”.

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Dove si trova la vera Monkey Island del videogame

Sin dagli Anni ’90, è considerato un capolavoro dagli appassionati di videogame. Ai tempi, questo gioco girava su Amiga, IBM e sui primi Mac. Prodotta da LucasFilm Games (oggi LucasArts), la saga di “Monkey Island”, forse la più amata degli ultimi trent’anni, comprende cinque videogiochi già pubblicati, più uno, attesissimo, “Return to Monkey Island”, che è appena stato annunciato e che uscirà nel 2022.

Come dice il titolo, il videogioco è ambientato su un’isola. Ovviamente si tratta di un luogo di fantasia, ma per ispirarsi i creatori di “Monkey Island”, l’isola delle scimmie, hanno trovato alcune location perfette come sfondo in cui ambientare le avventure del protagonista, Guybrush Ulysses Threepwood.

Le vere location di “Monkey Island”

Ambientato durante l’età d’oro della pirateria, la location non poteva che essere quella del Mar dei Caraibi, con le sue migliaia di isole tra le quali perdersi, con i loro covi segreti, le grotte dove nascondere preziosi bottini e tunnel misteriosi.

I primi quattro videogame della serie (“The Secret of Monkey Island” del 1990, “Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge” del ’91, “The Curse of Monkey Island” del ’97 ed “Escape from Monkey Island” uscito nel 2000) sono ambientati in un fantasioso arcipelago nel Mar dei Caraibi: l’Area delle tre isole ovvero Mêlée (la Capitale), Booty e Plunder. “Tales of Monkey Island”, il quinto gioco, invece, è ambientato nel fittizio Golfo di Melange, che comprende Flotsam Island e le Jerkbait Islands.

Ma dove si trova la vera isola delle scimmie? Secondo gli esperti si tratterebbe di un’isola al largo di Portorico chiamata Cayo Santiago, popolata da esemplari di Macachi mulatti, una specie originaria dell’Asia e importata in Centro America nella prima metà del ‘900. L’isola altrimenti è disabitata. Solo gli studiosi e i ricercatori possono approdare sull’isola. Di tanto in tanto vengono condotti i turisti con la barca per poter osservare i primati.

Scimmie a parte, l’isolotto di Cayo Santiago, che misura 600 metri da Nord a Sud, è un vero paradiso, perfetto come covo dei pirati. La sabbia candida, il mare cristallino, la foresta tropicale: ci sono tutti gli ingredienti. La spiaggetta di Small Cay è collegata da una lingua di sabbia al Big Cay.

La punta meridionale è un meraviglioso banco di sabbia dal fondale basso chiamato Bajo Evelyn. Piatta per quasi tutto il territorio, l’unica collina, chiamata a El Morrillo, è alta solo 35 metri, sufficienti per poter avvistare galeoni e distanza di chilometri.

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Cayo Santiago, Portorico, l’isola di “Monkey Island”

 

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Una delle meraviglie del mondo si trova in Georgia

Un luogo incredibile in un paesaggio quasi lunare ed ancestrale. Sul confine tra Georgia e Azerbaijan (e per questo molto conteso e al centro di lotte religiose e di appartenenza territoriale) si trova un sito di monasteri rupestri nel cuore del Caucaso.

Meta lontana dalle solite rotte turistiche, vale la pena di essere scoperta. Qui si trovano una quindicina di monasteri arroccati e letteralmente incastonati tra le rocce: decine di chiese, cappelle, cupole, pennacchi, e refettori costellano un vasto altipiano semidesertico tra le due ex repubbliche sovietiche.

Alla scoperta di Davit Gareja

Giunti sull’altipiano di Gareja, a circa 60-70 km a sud est della capitale georgiana Tiblisi, si iniziano a scorgere cappelle blu e pennacchi spuntare dalla sabbia e dalla pietra. Il complesso monastico ortodosso georgiano di Davit Gareja, infatti, si trova nella regione della Cachezia nella Georgia orientale, sulle pendici semidesertiche del monte Gareja.

Un luogo che per la sua bellezza quasi primitiva lascerà a bocca aperta i viaggiatori. Di alcuni edifici, chiese e cappellette in particolare, restano solo ruderi ancora visibili; due di questi monasteri, invece, sono abitati ancora oggi dai monaci georgiani, riconoscibili dal lungo saio nero. Il Monastero di Lavra, forse il più noto, si trova nella regione georgiana, ed è il più antico. Il complesso di Udabno, il secondo meglio conservato, si trova invece nel distretto di Agstafa in Azerbaigian.

Il Monastero di Lavra e i panorami da Natlismtsemeli

Non è semplice visitare tutti i monasteri del sito di Davit Gareja, perché sono disseminati in una vasta area che difficilmente viene perlustrata interamente dai turisti. Tuttavia sugli itinerari maggiormente frequentati c’è senza dubbio il più antico dei monasteri, ossia quello di Lavra. E’disposto
 su tre livelli, in una sorta di corte che include le grotte di Davit e del suo discepolo del Kakheti Lukiane, una chiesa rupestre del VI secolo chiamata Peristsvaleba, e la tomba di Davit. Sembra uscire dalla montagna, infatti per metà è chiuso sul fianco dalla roccia.

Poco distante da Lavra, percorrendo a fatica uno sterrato in salita, si giunge ad un altro monastero che si è difeso dallo scorrere del tempo senza essere cancellato del tutto. Si tratta del Monastero di Natlismtsemeli, anch’esso quasi un tutt’uno con il costone roccioso che sembra quasi inglobarlo. Da lontano ci si accorge della sua collocazione grazie una macchia di colore blu in mezzo ad infinite distese di sabbia. La sua piccola cupola color cobalto, infatti, svetta sul crinale e indica la direzione. Affreschi e dipinti sono stati rovinosamente portati via dalle intemperie e dall’incuria dell’essere umano, ma vale la pena comunque arrivare sino a qui perché il panorama è davvero da film.

Il Monastero di Udabno

Udabno è una ex cittadina sovietica dove ancora oggi vivono circa 200 famiglie e si trova il secondo monastero più famoso di Davit Gareja. Sulla collina che domina la località svetta il monastero di Udabno,
 che merita di essere segnato sulla road map per i mirabili affreschi che custodisce, tra cui quelli raffiguranti l’Ultima Cena, e san Davit e il discepolo Kakheti Lukiane circondati da cervi.

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È questa la SPA naturale più bella di tutte

È uno dei luoghi più belli del mondo e che vanta un patrimonio naturalistico così straordinario che il suo nome significa “Castello di cotone”. Non è un caso, infatti, che sia stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco proprio per la sua incredibile bellezza, davvero fuori dal comune.

Qui delle bianchissime terrazze di travertino ospitano piccole piscine di acque termali. Una vera e propria Spa naturale immersa in un paesaggio mozzafiato, ma anche in prossimità delle rovine di un’antica città, anch’essa Patrimonio Culturale dell’Unesco.

Pamukkale, tesoro prezioso della Cappadocia

Siamo in Cappadocia, una regione semi-arida della Turchia centrale che è conosciuta principalmente per i suoi “Camini delle Fate“. Un panorama unico e surreale che è il frutto del dispiegarsi di forze naturali nel corso di millenni che hanno portato alla nascita anche di Pamukkale, la Spa naturale più bella di tutto il pianeta.

Si caratterizza per terrazze di forma circolare che hanno preso vita alle pendici di una montagna bianchissima. Una condizione che ha creato un’incredibile contrasto con il turchese delle acque e la verde pianura sottostante. Le acque di questo luogo, che sembra un sogno a occhi aperti, hanno una temperatura di circa 35°C, perfette in quasi tutte le stagioni.

Sono ricche, inoltre, di idrocarbonato di calcio che, versandosi sui bordi dell’altopiano, riesce a creare queste piscine uniche nel loro genere. Camminarci è come stare sulle nuvole o come scalare un maestoso Castello di cotone.

Pamukkale turchia

Un angolo di Pamukkale

È bene sapere, però, che tutte le piscine non sono aperte contemporaneamente. Infatti, l’are di Pamukkale venne deturpata nel corso del XX secolo con la costruzione di hotel e con l’incanalamento dell’acqua calda verso le piscine artificiali degli alberghi. Ma non solo. Gli scarichi di queste ultime hanno per anni riversato le acque reflue direttamente sul sito, contribuendo drammaticamente all’inscurimento delle vasche calcaree.

Pamukkale, la rinascita

Grazie all’intervento dell’Unesco che ha predisposto un piano di recupero, gli hotel furono demoliti e le piscine artificiali sono oggigiorno accessibili a piedi nudi. Inoltre, è stata scavata una piccola trincea lungo il bordo con lo scopo di recuperare l’acqua, mentre le parti più scure sono state fatte sbiancare dal sole, in assenza di acqua per diverse ore al giorno.

Per questo motivo, vi potrà capitare di trovare molte piscine vuote. Le altre aree, invece, potrebbero essere coperte d’acqua per un paio di ore al giorno. Ma non è finita qui: il sito è costantemente sorvegliato da addetti che impediscono ai visitatori di abusarne. E, grazie a tutto questo, Pamukkale sta lentamente riprendendo il suo colore bianco, tornando a essere quello che è sempre stata, ovvero la Spa naturale più bella del mondo.

Un vero e proprio capolavoro della natura che si distingue per essere anche un luogo magico e misterioso. Ancor più irresistibile, poi, è lo spettacolo ammirato da lontano: una montagna di fiocchi di cotone bianchi candidi che sono tutti lambiti da acque termali che scivolano tra una vasca e l’altra. Al tramonto, poi, l’emozione è davvero indescrivibile.

Pamukkale psicini

Le piscine di Pamukkale

La straordinaria e importantissima città di Hierapolis

Come detto poco sopra, Pamukkale sorge nei pressi dei resti di una bellissima città molto antica: Hierapolis. Anch’essa patrimonio Unesco, è una remota città romana (e termale) che si fa spazio sulla sommità di una montagna, da cui dominava l’intera vallata.

Un sito che risulta particolarmente famoso per la grande quantità di resti di epoca bizantina e romana. Fondata durante il periodo ellenistico-romano, venne parzialmente distrutta da un terremoto nel 60 d.C. e ricostruita tra il I e il III secolo. Ed è proprio a quest’ultima era che risalgono alcuni degli edifici più importanti che sono ancora splendidamente conservati come il teatro, i ninfei pubblici e la porta di Frontino.

Hierapolis, coa vedere

Nel IV secolo fu costruita dai bizantini la cinta muraria, mentre con l’avvento del cristianesimo la città accolse una chiesa, una cattedrale, una basilica e il Maryrion di San Filippo Apostolo, rinvenuto durante una campagna di scavi del 2011 condotto da un team italiano. Accanto alla tomba, sono emerse anche alcune vasche per immersione, a conferma che si trattava di un vero e proprio “santuario di guarigione”.

hierapolis turchia

I resti di Hierapolis

Straordinario è il Tempio di Apollo la cui costruzione sembra risalire al III secolo. Vi si possono ammirare ancora i resti di un porticato dorico che abbraccia l’ampia terrazza che è collegata all’area sacra da una bella scala di marmo.

Suggestiva anche la Porta di Plutone (Plutonium) che, secondo la mitologia greco-romana, rappresenta l’ingresso degli inferi. Si trova sotto il Tempio di Apollo e da qui fuoriesce un gas molto denso considerato velenoso. A quanto pare, infatti, gli animali che vi fanno ingresso muoiono all’istante. Secondo la tradizione, a conoscere il segreto che consentiva di trattenere il respiro erano solo i sacerdoti. Esclusivamente loro, quindi, sapevano come evitare di essere investiti dai fumi tossici.

Un altro sito da visitare a Hierapolis è il suo Teatro Romano. Progettato nel III secolo per ospitare più di 10 mila spettatori, oggi regala al visitatore la possibilità di ammirare un’ampia parte del palco, i sedili della cavea in travertino e una facciata imponente impreziosita con statue e rilievi. Possibile, inoltre, immergersi nelle acque della Vasca Sacra che si trova nel cortile del centro termale dell’Antica Piscina.

città di Hierapolis teatro

Il Teatro Romano di Hierapolis

Infine, da non perdere è il Museo Archeologico di Hierapolis dove poter scoprire diversi sarcofagi e reperti rinvenuti nella città e nei suoi dintorni, come lampade, gioielli e opere scultoree che provengono dal Teatro Romano. Nel dettaglio, il museo è suddiviso in tre parti principali: nella prima è possibile ammirare una ricca collezione di sarcofagi risalenti al periodo ellenico; nella seconda si può osservare un buon numero di oggetti di uso quotidiano che solitamente accompagnavano le tombe della necropoli; nella terza area vi è un’ampia sala dove sono custoditi frontoni e statue che decoravano i vari edifici di Hierapolis e delle città limitrofe. Una tappa obbligatoria, quindi, per chi vuole comprendere in maniera più approfondita i fasti e il successivo declino di Pamukkale.

Insomma, tra terme naturali in cui sembra di stare sulle nuvole e resti di monumenti storici dal forte impatto visivo ed emozionale, Pamukkale è assolutamente un luogo da visitare almeno una volta nella vita.

Pamukkale cappadocia

Pamukkale e Hierapolis viste dall’alto

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Questa rocca diventa il villaggio di Harry Potter

Il castello fortificato sovrasta il centro abitato di Lonato del Garda, in provincia di Brescia. Sin dal Medioevo, era considerata una rocca strategica dal punto di vista difensivo e militare. Oggi, oltre a essere visitabile, è anche sede di diversi eventi pubblici. Ma nessuno di così grande successo come quello dedicato ad Harry Potter.

Per un giorno, infatti, la Rocca di Lonato si trasforma nel Villaggio di Harry Potter. Il 18 aprile sarà una “Giornata Fantastica al Villaggio di Harry Potter”, per festeggiare l’arrivo della primavera con un evento all’aperto dedicato soprattutto ai bambini, che potranno partecipare alle attività e alle avventure che li porteranno a scoprire il magico mondo del celebre maghetto.

Il villaggio di Harry Potter

Lo scenario fiabesco della Rocca, con il ponte levatoio e le possenti mura merlate, sarà la cornice perfetta in cui i bambini, guidati dagli animatori della Compagnia San Giorgio e il Drago e Un mondo di avventure, potranno conoscere i personaggi che popolano la saga di Harry Potter, come i professori della Scuola di Magia, e prendere parte ad avventure straordinarie in loro compagnia.

Per l’occasione, saranno allestite 15 postazioni dedicate ai molti e affascinanti temi di questo mondo magico, a partire da Diagon Alley, il favoloso Mercato dei Maghi dove si potranno comprare giochi e gadget unici come le bacchette, le scope volanti, i libri di magia, i cappelli e le sciarpe dedicate alle quattro Case della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Altri mitici luoghi rievocati all’interno della Rocca, nei quali i bambini e le loro famiglie potranno incontrare tutti i personaggi del mondo di Harry Potter, saranno le Aule di Scuola, l’Ufficio del Preside e la Capanna di Hagrid. Saranno anche presenti uno spazio espositivo di Leonessa Bricks che porterà in mostra le costruzioni Lego a tema Harry Potter e un’aula quiz con Melagodoevents che testerà – con un grande gioco a quiz – la conoscenza della saga di grandi e piccini.

A scuola di magia

In compagnia dei professori della Scuola di Magia, i bambini impareranno a lanciare gli incantesimi più iconici e preparare misteriose pozioni. Potranno anche partecipare a squadre al Gioco del Quidditch, sotto la supervisione di un arbitro che spiegherà le regole di questo sport e si assicurerà che vengano rispettate.

Ma soprattutto, potranno partecipare alle attività pensate appositamente per loro, tra le quali tre avventure fantastiche durante le quali dovranno difendere il mondo magico dalle forze del Male. Nella prima avventura, il Ministero della Magia coinvolgerà i nuovi studenti per risolvere dei misteri dentro la Foresta Proibita, popolata dalle creature più spaventose del mondo dei maghi. Nella seconda, dovranno scendere in campo con i professori per difendere la Scuola di Magia dall’invasione dei Dissennatori. Nella terza, infine, si avventureranno fino ai confini di Hogwarts per sventare i piani dei Mangiamorte e impedire a Colui-Che-Non -Deve-Essere-Nominato di impossessarsi del mondo magico.

Nel parco ci sarà anche la Ford Anglia volante dei Weasley per le più belle foto ricordo dell’evento. L’ingresso alla Rocca costa 8 euro sia per gli adulti sia per i bambini ed è obbligatoria la prenotazione.

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La Rocca di Lonato del Garda

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Sta per salpare la nave da crociera più green

Sarà la nave più ecologicamente avanzata quella che salperà nel 2023 e che è attualmente in costruzione nei Chantiers de l’Atlantique, in Francia. La MSC Euribia sarà anche la seconda nave della flotta alimentata a GNL (gas naturale liquefatto, il carburante fossile più pulito al mondo) dopo la World Europa, che invece salperà quest’anno.

Prende il nome da quello dall’antica Dea greca della padronanza dei mari, Eurybia.

Uno scafo di design

La nave avrà una silhouette molto diversa rispetto alle sue sorelle della Classe Meraviglia-Plus. Lo scafo sarà infatti decorato da un’opera d’arte progettata per diventare il simbolo dell’impegno della compagnia di navigazione verso il mare.

MSC ha indetto tempo fa un concorso di design internazionale attraverso Talent House al fine di creare un’opera d’arte unica per lo scafo della nave, ispirata al mare e al suo ecosistema marino. Il vincitore è l’artista tedesco Alex Flaemig. Il suo progetto #SaveTheSea e il suo design rappresenteranno il mondo sottomarino.

La nave del divertimento

Tanti gli intrattenimenti a bordo della nave. Cinque piscine, tra cui una estesa con tetto retrattile e un acquapark di mille metri quadrati. La Main Pool, di 1.700 metri quadrati e circa 10 mq di spazio pubblico per ospite, è una delle piscine più grandi che si possano trovare in mare.

Gli ospiti potranno scegliere tra dieci ristoranti e 21 bar, compresi alcuni ristoranti speciali. Ci sarà un teatro da 945 posti e lo splendido Carousel Lounge a poppa della nave.

A bordo anche un lungomare mediterraneo di 112 metri fiancheggiato da boutique, bar e ristorante e sormontato da uno schermo a LED che proietteranno animazioni di giorno e di notte.

La lussuosa MSC Aurea Spa offrirà una gamma completa di trattamenti e un’area termale con sauna, bagno turco e idromassaggio. Ci sarà anche una modernissima palestra Technogym.

Anche i bambini avranno spazi a loro dedicati. Come le aree di gioco LEGO e un baby club Chicco.

Per gli ospiti che sceglieranno di viaggiare nell’esclusivo Yacht Club, troveranno diverse migliorie con eleganti strutture e alloggi privati, tra cui una lounge panoramica, un ristorante gourmet, una piscina privata e un ponte solarium. In più, il servizio di maggiordomo 24 ore su 24.

Le crociere della Euribia

La nave trascorrerà la stagione inaugurale nel Nord Europa, partendo dal porto tedesco di Kiel, offrendo agli ospiti una varietà di incredibili destinazioni da scoprire. La nave farà itinerari di sette notti tra i fiordi norvegesi, con partenze settimanali dalla Germania, toccando numerose destinazioni tra cui Copenhagen, in Danimarca, Hellesylt, in Norvegia per il fiordo Geirangerfjord, così come Alesund e Flaam, anch’esse in Norvegia.

MSC-euribia

La nuova MSC Euribia salperà nel 2023

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Sculture di tulipani invadono la città: cosa sta succedendo a Castiglione del Lago?

Sono alte, colorate e profumate, sono suggestive e stravaganti, sicuramente uniche. Sono le sculture fatte con petali di tulipano che si preparano a invadere Castiglione del Lago nei prossimi giorni. Ma cosa sta succedendo esattamente sul promontorio della riva occidentale del lago Trasimeno?

A guardare le fotografie, sembra proprio che la città umbra si stia trasformando nel set surreale di una fiaba profumata, ma nessun film sarà girato qui, almeno non adesso. Castiglione del Lago, infatti, si sta preparando ad accogliere uno degli eventi più attesi dell’anno: la Festa del Tulipano e di Primavera.

Si tratta di uno degli eventi più attesi dagli abitanti della città che per ben 14 giorni, dal 18 aprile al 1 maggio, intratterrà cittadini e viaggiatori con sfilate incantate ed eventi straordinari. Pronti a scoprirli tutti?

Festa del Tulipano

Festa del Tulipano

Festa del Tulipano e di Primavera

La primavera è quel periodo dell’anno in cui tutto ciò che credevamo di conoscere si trasforma, dando vita a veri e propri spettacoli di incredibile bellezza. Tutto merito del risveglio della natura che viene celebrato in tutto il mondo attraverso tradizioni, feste e manifestazioni uniche. Sono proprio queste a trasformarsi in vere e proprie attrazioni che ci permettono di scoprire e riscoprire i luoghi del mondo.

Castiglione del Lago, che già conosciamo per quell’albero da record che ogni Natale illumina la città intera, si mostra al mondo con la sua veste più bella e profumata. È proprio in questo periodo, infatti, che si tiene la Festa del Tulipano e di Primavera, una delle manifestazioni più amate dai cittadini e dai viaggiatori.

Dopo due anni di fermo a causa della pandemia, questo festival di primavera sta per tornare. L’appuntamento è dal 18 al 1 maggio: 14 giorni di eventi, esposizioni, meraviglie e sfilate, pronti a incantare gli sguardi degli osservatori.

Durante la Festa del Tulipano e di Primavera, si tiene la straordinaria e inedita sfilata di carri allegorici addobbati interamente con petali di tulipano ispirati a temi di ogni genere. Questo sarà l’anno dedicato al cinema di Federico Fellini.

L’usanza di questa festa affonda le sue origini nel 1956 quando, alcune famiglie olandesi che si trovavano sul territorio, decisero di festeggiare l’arrivo della primavera a modo loro, addobbando la città con splendidi tulipani. Un’iniziativa condivisa anche dagli abitanti di Castiglione del Lago che si è trasformata presto in una tradizione più viva che mai.

I cittadini, infatti, lavorano durante tutto l’anno per costruire questi grandi e maestosi carri allegorici, che sembrano sculture fiorite, interamente decorati con petali di tulipani.

Festa del Tulipano

Festa del Tulipano

Le celebrazioni di primavera nel mondo

Come abbiamo anticipato sono tantissime le celebrazioni di primavera che si snodano intorno al mondo in questo periodo. Parlando di tulipani, infatti, è impossibile non pensare al Tulp Fest che colora di incanto tutta la città di Amsterdam.

Ma questo è anche il periodo delle grandi tradizioni, come la battaglia d’acqua che si tiene in Thailandia e che coincide con il capodanno buddista. A questa si aggiunge anche il Festival di Holi, in India, e il Festival dei fiori di Madeira.

Come abbiamo visto, però, non occorre recarsi dall’altra parte del mondo per celebrare la rinascita della natura. A Castiglione del Lago, infatti, i fiori danno spettacolo e mettono in scena uno degli show più suggestivi di sempre.

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Questi sono gli errori più comuni che i viaggiatori fanno quando visitano Parigi

Un viaggio a Parigi è sempre un’ottima idea in ogni momento dell’anno. Durante ogni stagione, infatti, ogni angolo della Ville Lumière sa regalare emozioni uniche e inedite: dalla neve che abbraccia i tetti, gli edifici e la Dama di ferro alla fioritura primaverile che si trasforma in una cornice suggestiva e magica di quella che è la città più romantica del mondo.

E se è vero che un viaggio da solo non può bastare per scoprire l’anima più autentica della capitale francese, è vero anche ci sono degli errori che troppo spesso commettiamo quando esploriamo la città, gli stessi che non ci permettono di goderci a pieno le meraviglie di questo luogo incantato.

A condividere gli errori più comuni fatti dai vacanzieri è stato l’Huffington Post raccogliendo tutta una serie di commenti espressi da parte dei cittadini. Tra buone maniere dimenticate, passi falsi e scelte sbagliate, abbiamo selezionato gli sbagli che anche noi abbiamo commesso almeno una volta durante un viaggio a Parigi. Curiosi di sapere quali sono?

Cercare di fare troppo e in fretta

Uno dei più grandi errori commessi dai vacanzieri a Parigi è la voglia, e l’illusione, di voler vedere tutto in pochi giorni. Se è vero che ci sono luoghi che meritano assolutamente una visita, è vero anche che facendo lo slalom tra le attrazioni principali si rischia di perdere la bellezza e il fascino della capitale di Francia che si nasconde anche, e soprattutto, nelle passeggiate lente, nelle chiacchiere nei bar e nell’osservazione di tutto ciò che ci circonda.

Ed è proprio la cattiva abitudine di voler fare troppo che spinge i viaggiatori a commettere un altro errore, quello di fare le cose velocemente. Dall’imprescindibile visita al Louvre al pranzo in un ristorante caratteristico. Prendetevi il vostro tempo e cercate di assaporare, con tutti i sensi, ciò che la città ha da offrire.

Dimenticarsi delle buone maniere

Più che di errori, in questo caso, si tratta di dimenticanze che possono infastidire gli abitanti di Parigi. Se vogliamo evitare di vedere facce contrariate e sbuffanti, ricordiamoci sempre di salutare. Il bonjour, in questo caso, è d’obbligo quando si entra in un negozio, in un ristorante o quando si intrattiene una conversazione. Una regola universale, quella del saluto, che non possiamo dimenticare quando siamo in vacanza.

E dovremmo anche ricordarci che, in quanto ospiti, dobbiamo in qualche modo adattarci al modo di vivere degli abitanti della città. Quindi evitiamo di parlare a voce troppo alta, sia quando siamo in strada che in un luogo pubblico, prendiamo spunto dai parigini e manteniamo un tono di voce più basso del solito.

Altri consigli per una vacanza indimenticabile

Un’altra manciata di consigli condivisi ci permetteranno di vivere un’esperienza davvero unica a Parigi. Il primo, forse anche scontato, è quello di evitare di prenotare hotel e ristoranti situati proprio sotto la Tour Eiffel. Anche se la scelta può apparire piuttosto allettante, ricordiamoci che questa è una zona molto turistica, non ideale né per le nostre tasche, né per soddisfare la voglia di conoscere l’anima della città.

Meglio allontanarci un po’ e preferire i quartieri più caratteristici e meno centrali. Non dimenticate, inoltre, che l’iconica torre parigina è così alta che potrete vederla anche da molto lontano.

Non dimenticate, infine, di perdervi tra le strade di Parigi, anche se queste sono lontane dal centro. Individuate i mercatini settimanali, i negozi di artigianato e le boulangerie e le patisserie nascoste tra le stradine della città. È qui che si nasconde l’anima più vera della capitale di Francia.

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Perché questo è l’anno di questa città italiana

Deliziosa cittadina immersa in un panorama da sogno, vanta un record davvero particolare: proprio per lei è stato creato un nuovo riconoscimento – di cui ovviamente è la prima detentrice. E ciò le permetterà di veder valorizzato il suo incredibile patrimonio artistico, storico e culturale, con tanti appuntamenti interessanti che si susseguiranno in questo 2022. Vediamone alcuni.

Volterra, prima Città Toscana della Cultura

Candidata al prestigioso titolo di Capitale Italiana della Cultura 2022, Volterra ha raggiunto la fase finale delle selezioni (onore riconosciuto solo a 10 splendide città della nostra penisola). Ma purtroppo ha dovuto rinunciare alla vittoria, che è andata ad un’altra – meritevolissima – località: la splendida Procida. Gli sforzi compiuti dalla cittadina toscana, tuttavia, non sono stati affatto inutili. Le hanno permesso di brillare nel panorama culturale italiano e, in particolare, in quello della sua splendida regione ricca di bellezze artistiche.

Per questo motivo, volendo premiare il suo percorso di candidatura così virtuoso, la regione stessa ha voluto istituire un nuovo riconoscimento. Volterra è dunque diventata la prima Città Toscana della Cultura, e in questo suo anno di splendore accoglierà tantissimi eventi interessanti che ci permetteranno di conoscerla meglio, di esplorare il suo territorio e apprendere le sue antichissime origini. Il calendario è fitto di appuntamenti, che si terranno nel corso dei prossimi mesi nel cuore della città, con tantissimi ospiti illustri che si sono offerti come testimonial.

Tra le date imperdibili, ricordiamo Volterra Social Hub: nella prima settimana di agosto, 100 giovani change makers provenienti da tutta Italia si riuniranno in questa città per confrontarsi sulle sfide più attuali delle nuove generazioni. E sempre in estate (tra luglio e agosto) si susseguiranno sei spettacoli incredibili portati in scena dalla Compagnia della Fortezza di Armando Punzo, in altrettante location storiche della città – tra cui il Teatro Romano e il parco della Geotermia di Larderello. Naturalmente, ampio spazio alla riscoperta del territorio, con visite guidate e mostre suggestive.

Volterra, un patrimonio artistico preziosissimo

Piccola città abbarbicata tra le colline da cui domina il panorama della Val di Cecina, in provincia di Pisa, Volterra è un vero scrigno ricco di bellezze tutte da scoprire. Le sue radici affondano in un lontanissimo passato, come dimostrano le antiche necropoli rinvenute sul territorio. Ma è nel periodo etrusco che visse il suo periodo più florido, quando divenne una delle principali città-stato della Toscana antica. Per poi assumere, in epoca medievale, il ruolo spirituale ed economico di una delle più importanti signorie vescovili.

Moltissime sono le testimonianze che ci raccontano la sua storia: Volterra è una città ricca di architetture splendide, a partire dall’imponente doppia cinta muraria che la circonda, dove si apre la suggestiva Porta all’Arco che ancora oggi rappresenta uno dei principali punti d’accesso. Assolutamente da visitare è la Cattedrale di Santa Maria Assunta, con la sua facciata a salienti e le pregiatissime opere d’arte custodite tra le sue mura. A poca distanza, il Palazzo dei Priori è un vero gioiello medievale – nonché il più antico palazzo comunale dell’intera Toscana.

Per chi invece vuole ammirare le antiche tracce etrusche rinvenute sul territorio, arriva una splendida notizia. Finalmente riapre i battenti il bellissimo Museo Etrusco Guarnacci, uno dei più grandi al mondo nel suo genere. Dal 17 aprile, si potrà tornare a visitare i suoi preziosissimi reperti, mentre per l’inaugurazione dovremo attendere il prossimo 21 giugno. E c’è una novità incredibile: è stato allestito un pavimento in vetro che permetterà di camminare sopra lo scavo archeologico. Una sorpresa meravigliosa.

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La CNN racconta il borgo che vuole essere un Principato

In Italia esiste un piccolo borgo con un grande sogno: da anni, infatti, rivendica la sua indipendenza di Principato e la sua vicenda ha incuriosito anche la CNN che ne ha raccontato la bellezza e il desiderio.

Si tratta di Seborga, tra i borghi più caratteristici e ricchi di storia della Liguria, sulle alture della provincia di Imperia.

Poco più di 300 residenti, una posizione panoramica invidiabile con vista mozzafiato sulla Riviera di Ponente e sul Principato di Monaco, microstato più famoso del mondo e “fonte di ispirazione” per la continua ricerca di indipendenza del borgo imperiese, il valico di frontiera non ufficiale, con tanto di garitta dipinta con i colori della bandiera di Seborga: un’ambizione mai sopita che affonda le sue radici nel passato.

Il Principato di Seborga ha già una propria bandiera, un inno nazionale, passaporti, francobolli, valuta e, naturalmente, un monarca. Spera un giorno di ottenere il riconoscimento legale della sua sovranità, che ha cercato fin dagli Anni Sessanta.

seborga panorama

Panorama di Seborga

Una storia antica e un sogno sempre vivo

Il piccolo borgo immerso nella natura, che ha attirato e attrae la curiosità di persone da tutto il mondo inclusa la CNN, vanta una storia millenaria: le prime tracce di Seborga risalgono a un atto del 954 quando il Conte di Ventimiglia cedette il territorio ai monaci di San Onorato di Lerins, due isolette del Golfo di Cannes.

I monaci, il cui abate aveva il titolo di Principe Ecclesiale, fecero anche coniare monete d’argento e d’oro per commerciare con i mercati orientali e rimasero proprietari di Seborga fino al 1729 quando, dopo numerose contrattazioni, la vendettero al Re di Sardegna Vittorio Amedeo II.

Nel 1963, Giorgio Carbone, che gestiva una cooperativa locale di coltivatori di fiori, esaminò la storia del borgo e scoprì che qualcosa non andava: a suo dire, l’atto di vendita di Seborga al Regno di Sardegna non venne registrato e, di conseguenza, il borgo non entrò mai a far parte in maniera legittima dell’Italia.

Da quel momento, rivendicò l’indipendenza del Principato con il nome di Giorgio I Principe di Seborga e la “battaglia” continua ancora oggi grazie a Nina Döbler Menegatto, la prima donna a ricoprire il ruolo di Principessa del borgo.
Sia la Corte costituzionale italiana che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo hanno già respinto la domanda di Seborga, ma la comunità che crede nell’indipendenza del Principato prosegue con l’idea di realizzare il proprio sogno.

Un miraggio che fa bene al territorio

Il Principato fa parte della storia di Seborga e la favola di “principi e principesse” fa bene al territorio incrementando il turismo: i passaporti sono soltanto per divertimento e la moneta ufficiale del borgo, il Luigino, è sì accettata nei negozi ma rimane essenzialmente un souvenir.

La rivendicazione d’indipendenza, il folklore, la bandiera con nove strisce azzurre e nove strisce bianche orizzontali con a destra un quarto bianco con corona reale e scudo del 1760, sono un’attrattiva che, alla coltivazione dell’olivo e alla floricoltura, hanno aggiunto il turismo richiamando visitatori anche dal Giappone.

Seborga, non lontano dalla Costa Azzurra, è differente da Monaco: la vita è semplice, tranquilla, immersa nella natura e vocata all’accoglienza.

È l’unico paese ad avere, in contemporanea, un Principe e un Sindaco, ha un “governo” composto da soli nove ministri, oltre a un consiglio di cittadini nati e cresciuti a Seborga, e fa le sue leggi, anche se per ora non hanno alcun valore legale e il vero potere è nelle mani di un funzionario regolarmente eletto.

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Piazza Fontana a Seborga