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La fortezza marina costruita su un’isola

‘C’era una volta un misterioso castello’. Passano tali parole per la testa quando ci si trova di fronte questa incredibile fortezza. Situata in mezzo al mare, sembra svettare verso il cielo con fierezza ed eleganza, mentre osservandola si capisce sin da subito che tra quelle possenti mura nasconde anche storie di gloria e prestigio.

La fortezza di Murud-Janjira: dove si trova e la sua storia

Ci troviamo in India e più precisamente su un’isola nella costa di Konkan, vicino alla città marittima di Murud nel distretto di Raigad nel Maharashtra. Un’imponente costruzione che si erge su una roccia di forma ovale situata al largo della costa del Mare Arabico.

Paliamo della fortezza di Murud-Janjira, considerata una delle più potenti fortezze marine dell’India. Costruita dalla comunità Siddi, un gruppo etnico dell’India e del Pakistan discendente dei Bantu della regione dei Grandi Laghi in Africa, fu attaccata nel corso del tempo più volte, ma nonostante i diversi tentativi nessuno è mai riuscito a conquistarla.

Un castello, quindi, che si distingue per essere stato una delle più incredibile fortezze marittime dei Siddi e con la fama di essere inespugnabile, anche durante il declino del potere marittimo degli stessi Siddi. Ma nonostante questo, la fortezza ha continuato a essere un centro indipendente, persino nel diciottesimo secolo.

Edificato nel XV secolo, rimase imbattuto fino a quando non divenne parte del territorio indiano dopo l’indipendenza dagli inglesi nel 1947.

Murud-Janjira, cosa vedere

Si accede al forte Janjira da Rajapuri, un piccolo villaggio situato sulla costa. Dopo un breve viaggio in barca, è possibile farvi ingresso attraverso l’entrata principale. Vi ritroverete davanti ben 26 bastioni arrotondati, ancora tutti intatti. Passeggiandovi scoprirete diversi cannoni di fabbricazione autoctona ed europea.

Al suo apice era un vero e proprio forte che conteneva tutte le strutture necessarie come palazzi, alloggi per ufficiali, una moschea, due piccoli pozzi profondi, ancora funzionanti, e così via. Sul muro esterno, che fiancheggia la porta principale, è possibile ammirare la scultura di un animale simile a una tigre che tra i suoi artigli trattiene degli elefanti.

Il muro, alto circa 12 metri, vanta 19 portici o archi arrotondati, alcuni dei quali possiedo ancora i cannoni montati su di essi. Un tempo qui c’erano ben 572 cannoni, tra cui  Kalalbangdi, Chavri e Landa Kasam, 3 armi davvero gigantesche. Un’altra porta a ovest è rivolta verso il mare, chiamata Darya Darwaza.

Sulla riva svetta una lussuosa struttura dalla cima a una scogliera: il Palazzo dei Nawab. Costruito dall’antico Nawab di Janjira, regala al visitatore un bellissimo panoramica sul Mar Arabico e sul castello inespugnabile. C’è anche un’altra fortezza, chiamata Ghosalgad, che si trova in cima a una collina a circa 32 km a est di Murud-Janjira, una struttura che fungeva da avamposto per i governanti di Janjira.

Accedere a quest’ultima non è possibile, poiché è necessario un permesso speciale da parte delle autorità indiane.

Insomma, Murud-Janjira è un forte particolarmente interessante per il la sua posizione nel mezzo del Mare Arabico, per la sua imponenza e anche per la sua storia che racconta le glorie dei Siddi. Un posto da scoprire in poco più di due ore, ma che regala un’avventura d’altri tempi e un vero e proprio viaggio nel patrimonio indiano.

Janjira fortezza cosa vedere

La fortezza di Janjira

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Maiorca: a bordo di un tram per scoprire la valle d’oro

Cosa c’è di bello a Maiorca? Sole, mare e tante splendide spiagge: la risposta sembra fin troppo scontata. Ma in pochi sanno che quest’isola dedita al turismo balneare cela una delle sue perle più incredibili… tra le montagne. È qui, in un paesaggio brullo che sembra lontano mille miglia dalle assolate calette per cui le Baleari sono famose, che possiamo ammirare la valle d’oro. E lo facciamo a bordo di un tram storico.

Soller, la perla dell’isola di Maiorca

Piccola cittadina situata ad appena 3 km dalla costa, Soller sembra appartenere ad un mondo diverso. Nulla a che vedere con il caos estivo che siamo abituati ad immaginare quando si parla di Maiorca. E sebbene il villaggio disti pochissimo – in linea d’aria – dalla splendida Palma di Maiorca, a separarli sono nientemeno che delle montagne. L’entroterra dell’isola è infatti caratterizzato dai rilievi della Sierra de Tramuntana, che per tanto tempo hanno reso Soller pressoché irraggiungibile. Per fortuna oggi non è più così: sono tante le sue bellezze che possiamo finalmente scoprire, partendo proprio dal capoluogo dell’isola.

Palma è infatti collegata a Soller da una ferrovia storica che ci permette di fare un vero e proprio viaggio indietro nel tempo. Il Ferrocarril attraversa vallate e montagne, inerpicandosi tra paesaggi ricchi di meraviglie. Questa è la valle d’oro, chiamata così per il suo colore intenso: è dovuto alle vaste distese di agrumeti che si succedono in un panorama dove la natura regna incontrastata. A bordo di un antico convoglio del 1912, raggiungiamo così il centro del paese, pronti per un’avventura che è appena iniziata.

Treno di Soller

Il treno che collega Palma di Maiorca a Soller

Il tram di Soller, un’esperienza unica

Dal centro di Soller parte un tram dal fascino antico, che conduce i turisti attraverso la cittadina e poi giù per le colline, in direzione del mare. E nonostante il percorso sia breve, è a dir poco meraviglioso. Dapprima possiamo ammirare alcune delle bellezze del paese, come la sua vivace piazza centrale che accoglie piccoli bar e negozietti di artigianato. Qui si staglia, imponente e suggestiva, la Iglesia de San Bartolomé: la sua facciata neogotica risalta enormemente accanto al Municipio e al capolavoro del modernismo che è il Banco de Soller.

Soller

Il centro storico di Soller, attraversato dal tram

Lasciato il centro storico e le sue meraviglie, il tram inizia la sua discesa. Attraverso bellissimi paesaggi dominati ancora una volta dalle mille sfumature dorate degli agrumeti, possiamo pian piano scorgere il mare. Destinazione finale: Port de Soller. Pittoresco quartiere affacciato su una baia protetta in una piccola insenatura, ospita il porto della cittadina e sprigiona un fascino unico. Possiamo concederci una passeggiata lungomare mangiando un buon gelato e aspettando il tramonto, che qui è davvero magico.

Per chi è invece un po’ più avventuroso, non c’è niente di meglio che un’escursione alla scoperta di Torre Picada, imponente fortificazione eretta nei primi anni del ‘600 per difendere la cittadina dagli attacchi dei pirati. Dall’alto della torre, si gode di un panorama incredibile sul Mediterraneo e, alle sue spalle, sulle montagne della Sierra de Tramuntana. Una visione davvero da sogno, che sembra uscita da una cartolina.

Port de Soller

Port de Soller

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Apre il giardino dei tulipani più grande d’Italia

Dopo l’Olanda, è stato il primo campo di tulipani – e oggi il più grande d’Italia, come quattro campi da calcio – dove chiunque può andare a raccogliere i fiori e portarseli a casa. Apre a primavera, non c’è sempre una data, dipende da quando i primi bulbi iniziano a sbocciare e a tingere la campagna lombarda di mille colori.

Seguendo i ritmi della natura il giardino, poi, chiude per accogliere di nuovo gli ospiti l’anno successivo. Di massima, apre a fine marzo e chiude a fine aprile. La fioritura dura al massimo sei settimane.

Il più grande campo di tulipani in Italia

Tulipani Italiani è ad Arese, alle porte di Milano. Il campo copre un’area di 2 ettari dove sono stati piantati 470mila bulbi di tulipani di 450 varietà con una palette infinita di colori.

Ogni giorno, per tutta la durata della fioritura, si può andare a raccogliere i tulipani. Ma il campo non è destinato solo al “U-pick”. Qui si può venire anche solamente per rilassarsi, per ammirare le nuove e romantiche installazioni, per stare insieme ai propri cari, per respirare aria pulita. E poi ci sono gli eventi gratuiti organizzati nel campo di tulipani. Dai concerti allo yoga (previa prenotazione).

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Il campo di tulipani più grande d’Italia è ad Arese (MI)

Quando si arriva al campo, i visitatori possono ascoltare una spiegazione dettagliata su come muoversi, come raccogliere i fiori che vanno fotografati, raccolti, ammirati, ma non
danneggiati inutilmente. A ciascuno viene consegnato un cesto e un secchio per riporre i tulipani e una cisterna di acqua non potabile per rinfrescare i fiori raccolti.

Una gita in bicicletta

Il campo di tulipani può essere raggiunto anche in bicicletta, proprio come si farebbe in Olanda. Infatti, quest’anno l’area scelta è molto vicina alla pista ciclabile della Valera. Ogni
anno il campo viene spostato alla ricerca di terreno fresco e adatto alla coltura dei tulipani. mancano solo i mulini a vento…

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Una tavolozza di colori a due passi da Milano

Info utili

Tulipani Italiani si trova all’interno del Parco delle Groane, è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 19. Sabato e domenica apre dalle 8,30 fino alle 19. Si può acquistare l’ingresso sul sito che comprende anche la raccolta di 2 tulipani e che costa 4 euro, mentre direttamente sul campo costa 5 euro. I bambini accompagnati sotto i 4 anni non pagano.

I visitatori sono liberi di raccogliere quanti tulipani aggiuntivi desiderano, al costo di 1,50 euro ciascuno.

Per accedere al campo non è necessario mostrare il Green Pass, essendo totalmente all’aperto.

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Il campo di tulipani è raggiungibile con la pista ciclabile della Valera

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In Argentina esiste l’autostrada degli UFO. Chi ha il coraggio di percorrerla?

Amanti del paranormale, semplici curiosi e – perché no? – anche increduli scettici provenienti da ogni angolo del mondo: è qui, tra le montagne dell’Argentina, che trova spazio un luogo ricco di misteri. Nel cuore del Paese, tra mille bellezze, si dipana infatti l’autostrada degli UFO. Pronti per un’avventura che ha dell’incredibile?

L’autostrada dell’UFO, la magia dell’Argentina

Ebbene sì, esiste davvero una strada divenuta famosa per i suoi avvistamenti alieni. Soprannominata “autostrada degli UFO”, è quella che conduce alla volta di Capilla del Monte e dell’imponente vetta di Cerro Uritorco, che si staglia nel cuore di un’immensa vallata dell’entroterra argentino. Siamo a poco più di 100 km da Cordoba, dove la natura è ancora incontaminata e nei villaggi si respira un’atmosfera autentica. Lungo la strada, almeno stando alle tantissime testimonianze dei turisti che l’hanno già percorsa, non sarebbe affatto raro abbattersi in alcuni eventi soprannaturali.

C’è chi dice di aver avvistato delle strane luci muoversi a zig zag nel cielo, chi invece non ha alcun dubbio e rivela di aver visto un vero e proprio UFO. La verità, naturalmente, è ben lontana dall’essere scoperta: quel che sappiamo per certo è che l’autostrada in questione ha un fascino decisamente surreale, soprattutto quando si è ormai ad un passo da Capilla del Monte. Questo delizioso villaggio incastonato tra le montagne vive infatti una realtà che sembra ben diversa da quella a cui siamo abituati. È il paradiso del new age, tra negozietti di cristalli e pietre magiche, terapeuti di ogni arte esoterica e – ovviamente – persone che hanno avuto contatti alieni.

Qui, quasi tutti i residenti hanno una storia da raccontare, e sono moltissimi i visitatori che, una volta giunti nella cittadina, avvertono un’energia diversa. Per i più curiosi, c’è un osservatorio astronomico che permette di ammirare l’immensità dello spazio (e magari avvistare qualche movimento sospetto). E naturalmente non può mancare una visita presso il locale museo dedicato proprio all’ufologia, che custodisce cimeli decisamente bizzarri. Nel mese di febbraio, inoltre, Capilla del Monte celebra il suo Alien Festival: per tre giorni ci si sbizzarrisce tra concerti e sfilate in costume.

Capilla del Monte

Il villaggio di Capilla del Monte

L’incredibile mistero di Cerro Uritorco

Se Capilla del Monte vi sembra un luogo ricco di misteri, non avete ancora sentito parlare di Cerro Uritorco, una delle sette meraviglie naturali della regione. Si tratta della vetta più alta delle Sierras Chicas, situata a circa 3 km dal villaggio: per raggiungere la sua cima ci si inerpica in un lungo sentiero di trekking immerso nella natura, non particolarmente difficile se si ha un minimo di allenamento. Pare che sia proprio questa montagna il centro dell’attività extraterrestre dell’intera Argentina. Addirittura, per molti sarebbe nientemeno che un portale verso altri mondi.

Nelle vicinanze, c’è un’altra attrazione che riconduce al mistero alieno. Il 9 gennaio 1986, dopo che un ragazzino disse di aver visto un UFO sorvolare la montagna, sulla vetta di Cerro Pajarillo apparve una grande impronta circolare di erba bruciata, di circa 100 metri di diametro, che sembrava proprio lasciata dall’atterraggio di un disco volante. Inutile dire che questo incidente diede linfa vitale ad un turismo dedito proprio alla ricerca di UFO e altre testimonianze del passaggio extraterrestre. Un turismo che ancora oggi, dopo tanti anni, non accenna a trovare tregua.

Capilla del Monte

Il panorama di Capilla del Monte

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La svolta dell’estate: le nuove rotte di ITA Airways

È un’estate ricca di collegamenti quella che sta per arrivare. La nuova compagnia di bandiera ITA Airways, ha annunciato tutte le sue tratte per la bella stagione, il suo nuovo programma di fidelizzazione e una grande novità per quanto riguarda la continuità territoriale.

Dove si può volare con ITA Airways

Il programma di ITA Airways vedrà nei prossimi mesi un graduale rafforzamento sulle principali direttrici di corto e medio raggio, così come un apprezzabile progresso nella connettività intercontinentale. Dopo aver aggiunto ai voli per New York quelli diretti per Miami e Boston a inizio marzo, la compagnia aerea ha avviato le vendite di altri collegamenti di lungo raggio previsti a partire da giugno 2022 con Los Angeles, San Paolo, Buenos Aires e Tokyo Haneda.

Nel dettaglio: saranno ben 64 le destinazioni operate da ITA Airways per l’estate 2022. 23 saranno nazionali, 34 internazionali e 7 intercontinentali. Roma Fiumicino rimane l’hub strategico del Mediterraneo, ma viene riconfermata anche la forte presenza su Milano Linate.

Il 2 aprile, infatti, partirà il primo volo intercontinentale da Milano Malpensa con destinazione New York Jfk. Volerà nei cieli ogni lunedì, martedì, giovedì, sabato e domenica e da giugno il collegamento diventerà quotidiano. La rotta Malpensa – Jfk si unisce alla Fiumicino – Jfk già operata da ITA Airways nella stagione invernale 2021/2022.

Dal 27 marzo hanno ripreso i voli diretti tra Milano Linate e Reggio Calabria, ad aprile diventeranno due. Nell’estate 2022 da Milano Linate partirà anche la destinazione Salonicco.

Novità ci sono anche per quanto riguarda le mete più gettonate del Mediterraneo: decolleranno nuovi voli verso le isole dell’Italia, Spagna, Grecia e Croazia. ITA Airways, in particolare, opererà voli stagionali nel mese di agosto da Roma Fiumicino e Milano Linate per Lampedusa, Pantelleria, Corfù, Heraklion, Rodi, Ibiza, Minorca e Maiorca.

Nuove destinazioni anche dall’aeroporto Leonardo Da Vinci grazie agli Airbus A330 e A350 di ultima generazione che consentiranno al vettore di raggiungere importanti mete del turismo mondiale come Miami, Boston, Los Angeles, Tokyo, Buenos Aires, San Paolo. Dal 27 marzo, inoltre, è partito un volo ITA da Roma Fiumicino verso Napoli. Nel mese di agosto verranno servite da Roma Fiumicino anche le destinazioni Cefalonia, Dubrovnik e Spalato.

Infine, grazie ai voli in codesharing in collaborazione con altre compagnie aeree partner, è possibile raggiungere da tutta Italia, via Roma, tante altre destinazioni in Europa e nel mondo.

Continuità territoriale con ITA

Per quanto riguarda la continuità territoriale con la Sardegna, ITA Airways ha fatto sapere che ha intenzione di operare sulle principali rotte – da e per l’isola – a partire dal 15 maggio 2022 e fino al 14 maggio 2023.

Tramite un comunicato stampa ha annunciato di voler garantire voli giornalieri su tutte le sei principali rotte, assicurando la mobilità dei cittadini sardi e la connettività dei territori della regione con le destinazioni domestiche, internazionali e intercontinentali operati dalla compagnia aerea italiana e dai suoi partner.

Verrà garantito, inoltre, un servizio pubblico con “tariffe estremamente vantaggiose a sostegno della popolazione sarda” nonostante il continuo aumento del costo del carburante. Una scelta fatta per “contribuire fattivamente al Sistema Paese” ed essere un “pilastro fondamentale” per la connettività e lo sviluppo economico dell’Italia in un momento di profonda incertezza a livello globale.

ITA si è perciò fatta avanti per il bando che coprirà il periodo che va dal 15 maggio al 30 settembre 2022. Dal 1° ottobre dovrebbe poi partire la nuova gara per la continuità territoriale per l’assegnazione delle rotte per i successivi 24 mesi.

Aeroporti di Roma, aumenta l’offerta

Il programma di ITA Airways conferma un progressivo ripristino della connettività sui flussi lungo raggio. Ma a far respirare ancora di più gli aeroporti di Roma sono anche una serie di misure che fanno guardare con ottimismo al futuro. Soprattutto in riferimento ai voli verso il Nord America e l’Australia. Basti pensare che per la prima volta la compagnia Qantas effettuerà un collegamento diretto tra l’Europa continentale e la terra dei canguri.

Confrontando il programma estivo di Fiumicino con quello operato dai vettori nel periodo pre-Covid, la Summer 2022 prevede, in questo momento, l’attivazione di 25 nuovi collegamenti aerei. 13 di questi saranno verso destinazioni precedentemente non servite con voli diretti  – nemmeno nel periodo pre-Covid.

Le novità più attese riguardano l’arrivo o il ritorno di diverse compagnie aeree con regolari servizi di linea. Come detto poco sopra, Qantas collegherà per la prima volta l’Europa Continentale con l’Australia con un volo no stop tra Roma a Perth, per poi proseguire con lo stesso volo su Sydney.

Anche WestJet debutterà in Italia volando tra Roma e Calgary in Canada,  mentre Gulf Air avvierà il collegamento diretto per il Bahrain e Icelandair arricchirà l’offerta di voli per Reykjavík. Interessanti anche le nuove destinazioni internazionali che andranno ad arricchire il network di breve medio raggio come: Tangeri, Girona e Figari operate da Ryanair, Strasburgo in programma con Volotea, Montpellier con Transavia.

Ad ampliare il network anche Wizz Air che, dopo aver lanciato la base di Fiumicino con 4 aerei e oltre 30 rotte avviate nel 2021, prevede l’inserimento di un quinto aereo nel corso dell’estate 2022 e l’attivazione altre 18 nuove rotte. Tra queste ci sono Londra Gatwick, Madrid, Marrakesh, Amman, ma anche nuove destinazioni per Roma come Yerevan in Armenia e Turku in Finlandia.

Da non dimenticare anche i collegamenti verso verso l’Asia ed il Sud America come i voli diretti di Singapore Airlines e di Aerolíneas Argentinas, previsti entrambi da inizio giugno. Da citare, infine, anche il ritorno di Latam a partire da luglio con un volo diretto su San Paolo che consentirà non solo di raggiungere l’affascinante megalopoli brasiliana, ma anche di servire un ampio network di prosecuzioni nell’America latina.

L’obiettivo, quindi, è recuperare il terreno perduto. Infatti, anche se nel 2021 hanno transitato 14 milioni di passeggeri tra Fiumicino e Ciampino segnando un miglioramento rispetto all’anno precedente, è altrettanto vero che c’è sempre un – 79% da recuperare rispetto al 2019, l’anno prima che arrivasse il Covid.

Marco Troncone, amministratore delegato di Aeroporti di Roma, ha dichiarato che: “Nonostante una situazione ancora complessa ci sono i presupposti perché il 2022 sia un anno di ripresa del traffico con la prospettiva per i due scali della Capitale di tornare a giocare un ruolo cruciale nello sviluppo della filiera economica legata al turismo e ai trasporti a livello nazionale. Soprattutto fa ben sperare il dinamismo dei vettori americani e la rivitalizzazione del traffico in Europa che potrà tornare alla quasi normalità nel corso dell’anno. In questo contesto, ADR prosegue con determinazione il proprio piano di investimenti con particolare attenzione a sviluppo, sostenibilità e innovazione anche in vista degli appuntamenti del Giubileo 2025 e di Expo 2030, che rappresentano grandi opportunità per Roma e l’intero Paese”.

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Nel paradiso della Lapponia, magia bianca

La prima cosa che si fa quando si arriva in Lapponia d’inverno è scaricare la app dell’aurora boreale. Indica la percentuale di possibilità che si ha di avvistarla. È l’obiettivo numero uno di chi organizza un viaggio nel Nord Europa in questa stagione e che, tra un’attività e l’altra, controlla l’”aurora forecast” (le previsioni) per la serata. Ma non è detto che si abbia la fortuna di vederla, specie se c’è la luna piena e il cielo è molto luminoso. L’aurora, dicono chi vive da queste parti, c’è sempre, ma a volte non è visibile a occhio nudo. Capita, quindi, di tornare a casa senza averla vista. Ma ciò non significa tornare delusi da un viaggio in Lapponia.

Una delle prime cose che s’impara è che, nonostante le ore di luce nella stagione invernale siano poche, la neve che permane per mesi riesce a illuminare tutto. E non se ne sente poi la mancanza.

In ogni caso, il periodo migliore per andarci è verso la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, quando le giornate si allungano – c’è sole dalla mattina presto fino almeno alle 18-18.30 – e le temperature si fanno più sopportabili (zero gradi o poco più), in modo da potersi godere il paesaggio e poter fare tutte le incredibili attività sulla neve e sul ghiaccio che solo qui si possono fare.

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Haparanda-Tornio d’inverno

Inoltre, non è necessario andare molto a Nord per visitare la Lapponia. La Lapponia, sia svedese sia finlandese, inizia dal Golfo di Botnia, la parte settentrionale del Mar Baltico – sul quale si può camminare quando il ghiaccio è spesso almeno un metro, ed è un’esperienza decisamente insolita, anche un po’ da brividi – e soprattutto si può salire su una nave rompighiaccio. La zona di confine tra le città di Haparanda (in Svezia) e Tornio (in Finlandia) sono i punti di partenza per scoprire un paesaggio bianco, fatto di boschi di pini e betulle, di fiumi e corsi d’acqua – i due Paesi sono separati dal fiume Tornio (o Torne) – di case di legno rosse (principalmente) e di saune, di renne e di Husky. Tutto ciò che ci si aspetta da un’esperienza lappone.

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Una nave rompighiaccio nel Mar Baltico

Husky e renne: gli animali della Lapponia

Lapponia=Babbo Natale=renne. E qui, naturalmente, ci sono. A pochi chilometri da Haparanda, sull’isola Seskarö, la più grande e più abitata dell’arcipelago di Haparanda, Kim Innala fa salire gli ospiti a bordo dello “snow train” trainato da una motoslitta, attraversa il mare ghiacciato e li conduce nel bosco dove lui e gli altri allevatori di renne della comunità sami di Liehittäjä le fanno svernare, prima di portarle al pascolo estivo. Incontrarle è un’emozione, nutrirle anche. Essere accerchiati da decine di renne affamate non deve spaventare, sono estremamente docili, basta stare alla larga dalle loro corna. Sull’isola vivono anche alcune alci, che si possono avvistare, con un po’ di fortuna, addentrandosi nel bosco.

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Le renne sull’isola Seskarö in Svezia

Per salire sulla slitta trainata dagli Husky, si attraversa il confine e si arriva in Finlandia, all’Old Pine Husky Lodge, di proprietà dell’italiano Alessandro Maccari, che vive in questo Paese da 25 anni. Venuto per lavorare alla Nokia, non se n’è più andato. Ha rilevato qualche anno fa un antico villaggio sorto lungo la strada che un tempo collegava Stoccolma a San Pietroburgo, detta “strada dell’alcool” perché da qui passava il “pirto” che era alcool puro. Il lodge era un punto di sosta e di ristoro per gli antichi commercianti che passavano da qui. Ancora oggi, l’abitato più vicino si trova a 35 km di distanza. Negli anni, gli edifici di legno furono usati per diversi scopi, anche religiosi, tanto che fu eretta una piccola chiesa di legno, finché Alessandro non decise di aprire una sorta di albergo diffuso e di organizzare attività turistiche (c’è persino una pizzeria in mezzo al bosco). L’allevamento di Husky è una delle varie attività offerte, ma ce ne sono tante altre, tra cui la caccia all’aurora boreale.

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Sulla slitta trainata dagli Husky

Si sale sulla slitta in due, uno guida, l’altro si siede dentro e si occupa di scattare foto e fare video. Quando si molla il freno che è bloccato nella neve, gli Husky scalpitanti schizzano come dei fulmini. L’esperienza non dura più di mezz’ora, chi vuole può anche fare un’ora ma tra concentrazione e mani strette strette sulla slitta 30 minuti sono più che sufficienti. Il percorso ad anello si snoda attraverso il bosco innevato, ogni curva è un brivido. Davvero imperdibile.

Attività sul ghiaccio nella Lapponia svedese

Tantissime sono le attività che si possono praticare sulla neve e sul ghiaccio della Lapponia svedese d’inverno. La più adrenalinica è sicuramente la motoslitta, che si può praticare sul versante finlandese del villaggio di Kukkola, un paese diviso in due dal fiume e dal confine tracciato all’inizio dell’800, quando la Svezia fu costretta a cedere parte del suo territorio (quello che ora è la Finlandia) alla Russia. Nordic Safaris organizza escursioni sul fiume ghiacciato da una parte all’altra del confine guidando verso l’isola in mezzo al fiume che, con la neve e il ghiaccio, non sembra neppure un’isola. L’importante è seguire sempre la scia lasciata dal capofila che sa dove il ghiaccio è più spesso – almeno un metro – evitando di guidare fuoripista.

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Il villaggio di Kukkola sul lato svedese

Per chi preferisce attività meno adrenaliniche, si può fare sci di fondo e passeggiare tra i boschi e sul fiume ghiacciato fino ad arrivare alle rapide che non si gelano mai. D’estate, qui, si pratica la pesca al salmone ed è una delle attività più rappresentative della zona. Ma a pesca si può andare anche d’inverno. Si fa un buco nel ghiaccio con una trivella a mano finché non si trova l’acqua. Poi, con una piccola canna da pesca ci si siede ad aspettare e ci si scalda con la vodka. Chi è fortunato e riesce a fare abboccare un pesce all’amo poi può farselo cucinare sulla griglia portatile.

Sicuramente un’esperienza unica da fare nella Lapponia di Haparanda e Tornio è quella a bordo di una rompighiaccio, una nave appositamente studiata per navigare in mari, laghi o fiumi la cui superficie è coperta di ghiaccio. Questo tipo di imbarcazione veniva impiegata fin dagli inizi dell’esplorazione polare in quanto la particolare forma dello scafo è in grado di aprire lo strato di ghiaccio, e oggi è divenuta anche un’attrazione turistica che si può fare solo nella Lapponia meridionale perché s’affaccia sul Mar Baltico. L’esperienza dura qualche ora e, chi lo desidera, può anche indossare una speciale tuta galleggiante e gettarsi nell’acqua gelata, senza che questa faccia passare una goccia d’acqua e senza rischiare di annegare perché la tuta serve proprio galleggiare.

Saune e case rosse su sfondo bianco

Chi dice Svezia o Finlandia dice sauna. Una volta si nasceva nella sauna. Oggi non è più così, ma fin da piccoli s’impara che fa bene e la si fa almeno due/tre volte alla settimana. Ecco perché in qualunque hotel di qualunque livello sia la sauna non manca mai.

Nell’albergo Cape East, che si trova nel punto più orientale della Svezia, sulla riva del Torne appena fuori dal centro di Haparanda, c’è la sauna più grande al mondo. Non è chiusa, ma divisa su tanti livelli ognuno dei quali ha una temperatura diversa.

Nella parte svedese di Kukkola si trova l’hotel Kukkolaforsen, a gestione familiare, dove ci sono ben 12 saune, tra cui quella a legna, un piccolo museo della sauna e vi ha sede l’Accademia svedese della sauna.

Viaggiare in Lapponia d’inverno, in auto o slitta trainata dagli Husky o motoslitta o anche a piedi, è come attraversare un quadro Naïf. Dall’infinita distesa di neve bianca si stagliano boschi di conifere, case di legno rosse e piccole costruzioni da cui spunta un comignolo: quelle sono le saune. Se vi siete domandati perché spesso le abitazioni da queste parti siano rosse, ecco la spiegazione. Il colore rosso, usato fin dall’antichità, è dovuto a un materiale ferroso che veniva estratto dalle miniere e mescolato all’intonaco. Serviva a proteggere il legno dagli agenti esterni. Si usa ancora oggi e quelle casette di legno sembrano davvero uscite da un libro di fiabe.

Dove c’è il Kukkolaforsen, sulle rive del fiume Tornio, un tempo c’era un antico villaggio di pescatori. Ancora ancora oggi ci sono delle case (rosse) che risalgono alla fine del ‘700, la ghiacciaia, l’affumicatoio (tuttora usato), il mulino, il fienile che ospita il museo della pesca e la torre dell’orologio e le casette che ospitano le stanze e i miniappartamenti dell’hotel, benché nuovi, sono anch’essi di legno rosso.

Haparanda-Tornio, due Paesi una Lapponia

Benché la cittadina di Haparanda sia in Svezia e quella di Tornio in Finlandia, non c’è una vera e propria divisione tra le due e tra i due Paesi (si parla persino una lingua comunque chiamata Meänkieli, “la nostra lingua”, e c’è un’unica bandiera con i colori di entrambe le Nazioni). Il luogo più iconico – e instagrammabile – si trova a Victoria Square dove un grosso cuore rosso divide il territorio finlandese da quello svedese.

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Il cuore di Victoria Square tra Tornio e Haparanda

Appena si va fuori città, non ci si rende nemmeno conto di trovarsi un Paese piuttosto che in un altro. Qui è tutta Lapponia. Ciò che cambia veramente è il fuso orario che è spostato di un’ora (la Finlandia è un’ora avanti), tanto che al confine il Capodanno si festeggia due volte. Cambia la valuta, perché in Svezia si usa ancora la Corona mentre in Finlandia l’euro. Inoltre, la Finlandia è più costosa e alcuni prodotti è meglio acquistarli in Svezia. Insieme le due città contano all’incirca 32.000 abitanti.

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La città di Haparanda in Svezia

Per il resto, sono due città gemelle, le più settentrionali al mondo (si trovano a circa 100 km a Sud del Circolo Polare Artico). Se Tornio nel 1600 era già una città (e per anni la più ricca di Svezia), non era così per Haparanda che, ai tempi, non era nient’altro che un villaggio, finché la Finlandia non divenne russa e servì come avamposto.

Tra gli edifici più antichi di Haparanda c’è lo Stadshotell, il più antico albergo cittadino nella Lapponia svedese, che un tempo fungeva anche da municipio. Dalle sue camere, dalla sontuosa sala da ballo e dai suoi ristoranti sono passati Capi di Stato, celebrity e spie. Si trova nel centro cittadino. Una curiosità: l’Ikea più a Nord del mondo si trova a 800 metri dall’hotel.

Tornio è un po’ più grande, ha anche un quartiere storico di antiche case di legno dove oggi sono sorti atelier e locali di artigiani. C’è anche il Museo della Valle del Tornio che racconta la storia della città e del territorio e di quando, 10anni fa, da queste parti non c’era nient’altro che ghiaccio. Della presenza russa è rimasto qualche edificio, come l’ex caserma di mattoni rossi che nel 1914 è diventato il Grand Hotel Mustaparta.

Proprio nel 2021 ha festeggiato il 400° anniversario e uno dei ricordi è una grossa scultura d’acciaio che rappresenta un salmone che è divenuto un po’ il simbolo di Tornio.

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Il pesce d’acciaio, nuovo simbolo di Tornio, in Finlandia

Come arrivare nella Lapponia svedese

Haparanda e Tornio sono la porta della Lapponia svedese e finlandese. Haparanda dista un’ora e mezza di auto dalla città di Luleå, raggiungibile in aereo facendo scalo a Stoccolma, mentre Tornio è raggiungibile in mezz’ora dall’aeroporto di Kemi (al momento chiuso per mancanza di voli) facendo scalo ad Helsinki o da quello di Rovaniemi, che dista un’ora e mezza. Ci sono anche collegamenti ferroviari sia da Stoccolma sia da Helsinki.

Una volta arrivati si può noleggiare un’auto, ma per chi non è pratico di guida su neve o ghiaccio (qui la prova viene fatta già alla scuola guida quando si è giovani) il consiglio è quello di affidarsi a un autista locale che è sicuramente più abituato.

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In Inghilterra c’è un bosco incantato che sembra uscita da un libro di fiabe

A guardarlo bene sembra quasi di conoscerlo il bosco di Micheldever perché probabilmente questo assomiglia proprio a quello che ha fatto da sfondo alle vicende dei protagonisti delle nostre favole preferite. Che sia davvero questo, non possiamo saperlo, quello che è certo però è che questo angolo di natura lussureggiante sembra davvero essere uscito da un libro di fiabe.

C’è chi a guardare le foto lo scambia per un dipinto impressionista e chi ancora per un abile disegno ad acquerello, quello che è certo è che questo bosco, probabilmente, è uno dei più suggestivi e magici di tutto il mondo.

Per scoprirlo, e attraversarlo, dobbiamo recarci nel Regno Unito e più precisamente nella contea dell’Hampshire. È qui che tra i piccoli e sognanti villaggi si estende una foresta lussureggiante e silenziosa che in primavera diventa un tripudio di colore grazie alle campanule in fiore.

Tra faggi, farfalle e sentieri incantati

La magia che conserva questo angolo di paradiso dell’Hampshire non ha nulla a che vedere con la stregoneria. Il merito dell’atmosfera idilliaca e onirica che caratterizza questo luogo, infatti, è da attribuire esclusivamente a Madre Natura che, ancora una volta, rende il mondo che abitiamo straordinario.

Il bosco di Micheldever appare davanti agli occhi degli osservatori come un’intricata e fitta rete di giochi di luce. I raggi del sole, infatti, si insinuano tra i faggi e le conifere illuminando i fiori di campo tra i quali si nascondono timidamente farfalle e uccelli di diverse specie.

Questo luogo, infatti, è diventato con gli anni l’habitat ideale di molte specie floristiche e faunistiche. Addentrandoci nel bosco e nella sua profondità, attraverso i tanti sentieri che si fanno strada tra alberi e cespugli, ecco che possiamo fare incontri ravvicinati con daini e cervi Muntjac che hanno fatto del bosco la loro casa. Questi animali, abituati alla presenza dell’uomo, si trasformano in guide straordinarie per scoprire le meraviglie naturali di questa foresta incantata.

Il bosco incantato di Micheldever

Poco battuto dai sentieri più turistici, ma meta prediletta dei cittadini del territorio, il bosco di Micheldelver è un luogo davvero straordinario che assicura un’esperienza sensoriale fatta di pace e bellezza. Ricco di bellezze naturali, questo angolo fatato che si estende per oltre 300 ettari, si trova a soli 8 chilometri dalla città di Winchester.

Rifugio perfetto per fuggire dal caos cittadino e per fare il pieno di energie in ogni stagione dell’anno, il bosco di Micheldelver è il luogo ideale per ritrovare il contatto con la natura più autentica attraverso passeggiate, bagni nella foresta o meditazione, ma anche picnic nelle aree di sosta attrezzate con tavoli e panche in compagnia di farfalle, uccelli e fiori.

Il bosco di Micheldelver è aperto gratuitamente ai visitatori 365 giorni l’anno e raggiunge il suo massimo splendore in primavera. È in questo periodo, precisamente tra aprile e maggio, che le campanule in fiore trasformano tutto il territorio circostante in un paesaggio dalle mille sfumature di lilla e dai profumi inebrianti che crea atmosfere magiche e uniche.

Foresta di Micheldever

Campanule in fiore nel bosco di Micheldever

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Apre il più bel giardino di camelie d’Italia (con tanto di castello)

Già il castello che ospita il giardino delle camelie, considerato tra i più pittoreschi d’Italia, è un piccolo gioiello che vale la pena visitare. Quando arriva la primavera, e il parco si colora di una moltitudine di petali di tutte le tonalità di rosa e si diffonde nell’aria un profumo inebriante, questo luogo è pura magia.

Il Castello di Miradolo

Stiamo parlando del Castello di Miradolo, un affascinante esempio di architettura neogotica che sorge all’imbocco della Val Chisone, a una quarantina di chilometri circa da Torino. Residenza nobiliare appartenuta alle famiglie Massel di Caresana e Cacherano di Bricherasio fino al 1950, deve il suo attuale aspetto a Maria Elisabetta Ferrero della Marmora, detta “Babet”, sposa del marchese Maurizio Massel, che negli Anni Venti dell’Ottocento facce apportare diverse modifiche, intervenendo sulla facciata del palazzo, facendo realizzare la citroniera e la torre rotonda e trasformando il giardino all’italiana in un parco paesaggistico di oltre 6 ettari, oggi riconosciuto tra i giardini storici tutelati dalla Regione Piemonte, con esemplari unici per bellezza e importanza storica e botanica.

Questo fino agli Anni ’90, quando il castello venne abbandonato per circa vent’anni, finché non se ne prese cura un gruppo di privati della Fondazione Cosso che riuscì a restituire alla comunità un patrimonio storico, architettonico e naturalistico estremamente prezioso.

Castello di Miradolo

Il giardino del Castello di Miradolo @Archivio Fondazione Cosso

Il giardino delle camelie

Oggi il parco del Castello di Miradolo è un esempio di giardino all’inglese, in cui le linee sinuose e la presenza di piccoli corsi d’acqua sono segni inconfutabili di uno stile romantico, organizzato intorno a un’imponente radura centrale, alberi di diversa dimensione e pregio, tra cui cinque davvero monumentali e, soprattutto, oltre 160 esemplari di camelie, tra le varietà più antiche e rare d’Italia.

Alle camelie ottocentesche introdotte dalla Contessa Sofia Cacherano di Bricherasio, ultima discendente della famiglia e proprietaria della dimora fino al 1950, si affiancano le nuove cultivar, recuperate e salvate dall’abbandono. Il progetto di piantamento diffuso ha preso il via nel 2019 con l’obiettivo di mantenere e far sopravvivere un ingente patrimonio botanico formato per il 50% da esemplari unici in Italia, oltre alle piante madri decisamente vetuste, in alcuni casi a rischio estinzione.

Gli eventi nel parco del castello

A partire dal 2 aprile, prende il via un mese di iniziative, con appuntamenti didattici per famiglie, incontri, visite guidate e degustazioni di tè, per scoprire le camelie, il parco e il bellissimo castello. Quasi tutte le domeniche pomeriggio alle 15 vengono organizzate speciali visite accompagnate da esperti botanici, agronomi o architetti paesaggisti che racconteranno del progetto di recupero, salvaguardia e riscoperta di queste piante simbolo di eleganza e raffinatezza (costo: 6 euro + biglietto di ingresso).

Per i bambini vengono organizzati workshop di pittura di composizioni floreali primaverili (costo: 8 euro per ogni bambino dai 6 anni, 5 euro per il genitore, comprensivo di ingresso al parco). Lunedì 18 aprile, giorno di Pasquetta, viene organizzata a una caccia al tesoro botanico per le famiglie alla scoperta della flora leggendaria (costo: 5 euro, a partire dai 6 anni).

Info utili

Il parco del Castello di Miradolo è aperto il venerdì, sabato, domenica e lunedì dalle 10 alle 18.30 (ultimo ingresso 17.30). L’ ingresso è solo su prenotazione al numero 0121502761 o via mail a prenotazioni@fondazionecosso.it. L’ingresso al parco con audioguida costa 5 euro. Gratuito per i bambini fino a 6 anni. Per garantire la sicurezza di tutti, i visitatori devono essere in possesso di Super Green Pass in corso di validità.

 

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Dormire in un “occhio” sospeso nella foresta

Gli alloggi sono diventati sempre più determinanti per la scelta delle destinazioni di viaggio perché ormai sono parte integrante delle esperienze che desideriamo vivere. Così ecco che, negli ultimi anni, le offerte da parte di hotel e strutture ricettive sono diventate sempre più originali e straordinarie per rispondere alle nostre esigenze.

Possiamo dormire in campi di lavanda che si perdono all’orizzonte, alloggiare in una casa sugli alberi o in una botte di vino. E poi, ancora, in piccole cabine immerse nella foresta o in rifugi da brivido ad alta quota. E che dire delle stanze d’albergo che ricreano le ambientazioni dei nostri cartoni animati preferiti?

Tra tutti questi stravaganti e sensazionali alloggi, uno più di tutti ci ha colpito. Si tratta di un occhio sospeso nella foresta che consente di vivere un’esperienza impossibile da dimenticare. Chi di voi ha voglia di salire quassù?

Free Spirit Spheres

Free Spirit Spheres

Le sfere sospese nella foresta canadese

Se volete vivere un’avventura al di fuori dall’ordinario a stretto contatto con la natura autentica e selvaggia, allora questi alloggi situati all’interno della foresta pluviale di Nanaimo sono quello che stavate cercando. Ci troviamo sull’isola di Vancouver in Canada, e più precisamente nei pressi del lago di Horne. È qui che sono stati creati tre alloggi di forma sferica sospesi tra gli alberi.

Free Spirit Spheres, è questo il nome di camere straordinarie che sembra annunciare in qualche modo l’esperienza in totale libertà che si andrà a vivere, è un camping che offre tre alloggi di forma sferica caratterizzati da una grande finestra rotonda che affaccia direttamente sulla natura e che diventa la naturale estensione del nostro occhio pronto a osservare la foresta dall’alto per fare il pieno di energie.

Gli alloggi sferici, realizzati in legno, sono fissati agli alberi a svariati metri di altezza e restano sospesi nella natura, tra terra e cielo. È possibile raggiungerli attraverso una passerella che conduce direttamente alla stanza.

Le Free Spirit Spheres sono tre e presentano caratteristiche differenti per dimensioni e arredamento. Tutte, però, garantiscono un contatto ravvicinato con il territorio circostante. Eve è il primo alloggio sferico a essere stato creato ed è immerso in un piccolo bosco di cedri e aceri. Le dimensioni della stanza sono ridotte e la rendono perfetta per viaggiatori solitari o coppie avventurose.

Troviamo poi Eryn, che può accogliere fino a tre persone, ed è dotata anche di un lucernario per ammirare il manto di stelle che illumina la foresta di notte. Infine troviamo Melody, una sistemazione ideale per due o te persone, con un arredamento molto curato e suggestivo.

Free Spirit Spheres

Free Spirit Spheres

Vivere la foresta dall’alto, interni

L’esperienza che si vive all’interno delle Free Spirit Spheres è davvero unica. La posizione degli alloggi, infatti, è straordinaria così come è suggestiva la vista che questi offrono. L’avventura è molto wild, ma non mancano i servizi igienici, che sono posti proprio sotto le camere, e alcune aree comuni come la zona picnic e le docce.

Le strutture sono situate all’interno del bosco sulla Horne Lake Road e sono prenotabili tutto l’anno e in ogni stagione, così da poter contemplare i meravigliosi spettacoli messi in scena dalla natura, dall’inverno all’estate.

Nei pressi di Free Spirit Spheres, inoltre, troviamo Mount Washington, Horne Lake Caves e Georgia Strait, luoghi che ci consentono di fare il pieno di natura e di ricaricare le energie.

Free Spirit Spheres

Free Spirit Spheres

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Tutti i Paesi del mondo che stanno riaprendo le frontiere

Con l’avvicinarsi della bella stagione, il desiderio di tornare a viaggiare è sempre più forte. E dal momento che il Covid sembra aver allentato la morsa, molti Paesi in tutto il mondo stanno pian piano riaprendo i confini ai turisti internazionali. Ecco la lista aggiornata e tutte le regole da conoscere prima di organizzare la prossima vacanza.

Vietnam

Il Vietnam, proprio come già accaduto per le Filippine e la Thailandia, ha deciso di riaprire le frontiere abrogando il divieto d’ingresso ai turisti provenienti da ogni angolo del globo. A partire dal 15 marzo 2022, infatti, è possibile tornare a visitare il Paese seguendo poche e semplici regole. Per i cittadini italiani, i soggiorni inferiori ai 15 giorni usufruiscono dell’esenzione dal visto – che in caso di vacanze più lunghe può essere richiesto online (per chi resta per massimo 30 giorni) o all’Ambasciata vietnamita.

L’ingresso in Vietnam presuppone il rispetto di alcune norme anti-Covid: in particolare, bisogna sottoporsi ad un tampone antigenico o molecolare, rispettivamente nelle 24 ore o nelle 72 ore precedenti alla partenza. In caso di mancato rispetto di questo obbligo, i turisti possono effettuare il test nelle 24 ore seguenti all’arrivo e rimanere in isolamento sino al risultato. Le autorità hanno abolito l’obbligo di quarantena, ma è importante monitorare la propria salute nei 10 giorni seguenti all’ingresso nel Paese. I viaggiatori devono infine scaricare l’app PC Covid e compilare l’autodichiarazione sanitaria in essa presente, oltre a stipulare un’assicurazione sanitaria che copra anche l’eventuale contagio da Covid.

Corea del Sud

Anche la Corea del Sud ha da pochissimo ripristinato il turismo internazionale, grazie all’abolizione delle più stringenti misure di sicurezza volte a fronteggiare l’emergenza sanitaria. A partire dal 21 marzo 2022, i viaggiatori possono varcare i confini del Paese senza particolari obblighi, purché in possesso del certificato di vaccinazione correttamente registrato sulla piattaforma online. I vaccini riconosciuti sono quelli approvati dall’OMS (Pfizer, Moderna, Janssen, AstraZeneca, Covishield, Sinopharm e Sinovac).

In assenza di vaccinazione, i turisti devono sottoporsi ad una quarantena di 7 giorni, presso una struttura governativa o presso il proprio domicilio. In ogni caso, tutti i viaggiatori (a prescindere dal loro stato vaccinale) devono effettuare un tampone molecolare nelle 48 ore precedenti alla partenza e sottoporsi ad un secondo test all’arrivo nel Paese.

Giappone

Sul fronte turismo, il Giappone ha deciso di andarci con i piedi di piombo. Sebbene l’intenzione sia quella di tornare ad accogliere al più presto i viaggiatori internazionali, per il momento le frontiere sono aperte solo ad alcune determinate categorie, come gli studenti e chi si muove per motivi di lavoro. Da marzo, dunque, ha avuto inizio il graduale allentamento delle misure di sicurezza all’ingresso del Paese. La prima novità riguarda il numero massimo di persone autorizzate ad entrare quotidianamente, che da 3.500 è passato a 5.000.

Per i viaggiatori provenienti dall’Italia, vige l’obbligo di vaccinazione con almeno due dosi. È inoltre necessario sottoporsi ad un test molecolare nelle 72 ore prima della partenza e ad un test salivare in aeroporto. Una volta ottenuto il risultato, i passeggeri devono effettuare una quarantena di 3 giorni ed eseguire un nuovo test al termine di questo periodo. Se negativo, l’isolamento si può considerare concluso. L’obbligo di quarantena decade invece per coloro che hanno tre dosi di vaccino (per la terza dose, sono riconosciuti solamente Pfizer e Moderna).

Malesia

Dopo quasi due anni di frontiere chiuse, la Malesia riapre al turismo internazionale, allentando gli obblighi per l’ingresso sul suo territorio. A partire dal 1° aprile 2022, i viaggiatori completamente vaccinati possono varcare i confini senza bisogno di sottoporsi a quarantena: rimane tuttavia in vigore l’obbligo di eseguire un tampone molecolare nelle 48 ore precedenti alla partenza e un tampone antigenico nelle 24 ore successive all’arrivo. Chi non ha invece copertura vaccinale completa deve ancora sottoporsi ad un periodo di quarantena di 5 giorni.

Sono esclusi da tali obblighi i bambini di età inferiore ai 12 anni, mentre per i ragazzi tra i 12 e i 17 anni è necessario eseguire un test antigenico entro le 24 ore dall’arrivo in Malesia – tuttavia non vi è obbligo di quarantena. L’ultima novità riguarda l’abolizione del MyTravelPass, prima necessario per l’ingresso nel Paese. Al suo posto, bisogna scaricare l’app MySejahtera sul proprio smartphone e compilare l’apposito modulo di pre-partenza.

Nuova Zelanda

La Nuova Zelanda ha adottato, sin dall’inizio della pandemia, misure molto severe per ridurre l’impatto del Covid. Al momento, è concesso l’ingresso solamente ai cittadini neozelandesi, ai residenti permanenti e ad alcune categorie di lavoratori. Ma dal 1° maggio 2022 la situazione cambia notevolmente: il Paese si prepara infatti ad accogliere finalmente i turisti internazionali, riaprendo le sue frontiere. Il nuovo regolamento, tuttavia, è valido solo per coloro che provengono da Stati per cui non è richiesto il visto.

I viaggiatori devono essere completamente vaccinati e sottoporsi a doppio test: il primo nelle 48 ore (se molecolare) o nelle 24 ore (se antigenico) che precedono la partenza, il successivo all’arrivo in aeroporto. Non vi è invece alcun obbligo di quarantena per chi risulta negativo al tampone.

Myanmar

Nonostante le tensioni all’interno del Paese, la nuova giunta militare che da più di un anno ha preso il controllo sul territorio birmano ha annunciato la riapertura delle frontiere. A partire dal 17 aprile 2022, i viaggiatori possono fare il loro ingresso dietro presentazione del certificato vaccinale. Rimane obbligatorio effettuare un tampone molecolare nelle 72 ore precedenti alla partenza. Inoltre i turisti devono sottoporsi ad un periodo di quarantena di 7 giorni, con esecuzione di due test molecolari – rispettivamente al primo e al settimo giorno di isolamento.

Chi non è vaccinato, oltre al tampone pre-partenza, deve sottoporsi ad una quarantena di 10 giorni con esecuzione di due test molecolari – rispettivamente al primo e al nono giorno di isolamento. Ricordiamo tuttavia che al momento è sconsigliato partire per il Myanmar: per ulteriori informazioni, si può fare riferimento al portale Viaggiare Sicuri.

Rientro in Italia

L’ordinanza emanata lo scorso 22 febbraio 2022 ha notevolmente modificato la disciplina riguardante i viaggi. Tra le novità principali, ricordiamo l’abolizione degli elenchi e la concomitante eliminazione delle restrizioni per viaggiare verso i Paesi ex elenco E. Dal momento della sua entrata in vigore, il 1° marzo 2022, è dunque possibile tornare a viaggiare in tutto il mondo – fatte salve le limitazioni dei Paesi di destinazione. Per il rientro in Italia, permangono tuttavia alcuni obblighi.

Chi vuole fare ingresso nel nostro Paese deve compilare il Passenger Locator Form in formato digitale. Inoltre bisogna esibire il certificato di vaccinazione completa effettuata da meno di 9 mesi o, in alternativa quello di vaccinazione completa con dose di richiamo. Per chi non è vaccinato, è fatto obbligo di presentare il certificato di guarigione dal Covid da meno di 6 mesi o l’esito negativo di un tampone molecolare o antigenico – compiuti rispettivamente nelle 72 ore o nelle 48 ore precedenti all’arrivo. In assenza di tali documenti, è obbligatorio sottoporsi ad una quarantena di 5 giorni.