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Come in una fiaba: il sogno d’oriente in Italia

Esiste un luogo di incredibile bellezza nel nostro Paese, così bello da non sembrare neanche vero. Un gioiello che manifesta tutto il splendore negli esterni lussuosi e negli interni che si palesano in un caleidoscopio di colori, un capolavoro architettonico in stile moresco che rappresenta il più bel grande sogno d’Oriente mai realizzato in Italia. Stiamo parlando del Castello di Sammezzano.

Situato nel comune di Reggello, in provincia di Firenze, questo capolavoro di architettura orientalista è uno dei luoghi più affascinanti del nostro Paese. Circondato un suggestivo giardino, nel Valdarno, il castello è stato inserito tra i Luoghi del Cuore Fai.

Un bene prezioso da recuperare e salvaguardare che racconta una storia fatta di sogni grandiosi realizzati proprio nel nostro Paese, un sogno che però oggi sembra sempre meno accessibile da tutti.

Castello di Sammezzano

Castello di Sammezzano

Castello di Sammezzano, una bellezza fragile

Il Castello di Sammezzano è una bellezza fragile, così lo ha definito il Comitato per i duecento anni dalla nascita del Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona. L’edificio, infatti, non è attualmente accessibile e la sua grandiosa maestosità è contemplabile solo dall’esterno o dalle foto oggi diffuse sul web.

Quello di Sammezzano sembra un castello delle fiabe che ricorda la straordinaria Alhambra di Granada perché da quella prende ispirazione. Un sogno realizzato dal marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, su suo progetto e finanziamento.

Edificato tra il 1853 e il 1889, su una preesistente grande fattoria del 1605 , questo gioiello orientale ospita 365 stanze decorate in stile moresco, ognuna delle quali è dedicata a ogni giorno dell’anno. Dopo la morte di Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, che dedicò la sua intera vita a perfezionare l’edificio in cui visse per più di 40 anni, il castello fu lasciato in stato di abbandono.

Dopo essere diventato oggetto di saccheggio durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale è stato trasformato in un hotel di lusso fino agli anni ’90 per poi passare nelle mani di un’azienda inglese. Nuovamente abbandonato, a causa degli alti costi di manutenzione, il Castello di Sammezzano è diventato il simbolo di una fragile e infinita bellezza da preservare.

Castello di Sammezzano

Castello di Sammezzano

Un sogno a occhi aperti: gli interni del Castello di Sammezzano

Le istantanee che immortalano gli interni del castello rappresentano le testimonianze di quel sogno orientale mai dimenticato. Anche l’accesso alla struttura è pressoché impossibile al momento, ma attraverso le fotografie a nostra disposizione possiamo godere dei frammenti di quella grande bellezza. La stessa che contraddistingue in maniera univoca la sala dei Pavoni – Peacock Room -, il grande ambiente nel quale il padrone di casa intratteneva gli ospiti.

Stucchi e maioliche in stile moresco che caratterizzano la regale stanza, non sono altro che il preludio della meraviglia che che si snoda per il resto del castello.

Tutto intorno all’imponente struttura del Regello, c’è un meraviglioso parco lussureggiante nel quale campeggiano maestose sequoia che arrivano a sfiorare i 50 metri d’altezza.

La bellezza straordinaria dell’edificio lo ha trasformato, col tempo, in un sogno quasi proibito, nonché in un luogo di grande ispirazione per i registi cinematografici. Gli esterni, così come gli interni mozzafiato, sono apparsi in diversi i film romantici e sognanti, proprio come l’edificio. Tra i più famosi ricordiamo Finalmente… le mille e una notte di Antonio Margheriti, Il fiore delle mille e una notte di Pier Paolo Pasolini e il più recente Il racconto dei racconti – Tale of Tales.

Castello di Sammezzano

Castello di Sammezzano

 

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Notizie Viaggi

Il 2022 sarà l’anno della prima volta, il nuovo trend di viaggio

Stiamo certamente vivendo un momento storico particolarmente delicato, ma gli italiani hanno assolutamente voglia di tornare a viaggiare. O almeno questo è quello che dice uno studio condotto da Swg per Trainline: il 55% dei nostri concittadini vuole riprendere a esplorare il mondo come e più di prima, poi uscire a cena, andare ai concerti, imparare una nuova lingua e coltivare un proprio orto.

Lo studio nel dettaglio

Gli italiani vogliono fare più cose nuove rispetto a prima, o meglio, desiderano provarle per la prima volta. Questo è ciò che pensa il 74% dei nostri concittadini intervistati dal sondaggio Swg per la piattaforma europea di prenotazioni ferroviarie Trainline. A occupare le prime 5 posizione della classifica dei desideri non ancora realizzati ci sono: raggiungere una destinazione sempre sognata (21%), intraprendere viaggi “slow” con più consapevolezza e godendosi al meglio la destinazione (20%), mollare tutto e viaggiare al di fuori dell’Italia (17%), imparare una nuova lingua (16%), coltivare un proprio orto (13%).

Tutte attività, quindi, che si desiderano fare per la prima volta. Mentre per quanto riguarda le attività che si vuole tornare a fare, nella top 3 troviamo: i viaggi (per il 55% degli intervistati), poter finalmente improvvisare in serenità un’uscita a cena con molti amici (28%) e andare a un concerto (22%, dato che sale al 34% per i rispondenti appartenenti alla Generazione Z). In sostanza, due italiani su tre considerano il viaggio una delle proprie passioni principali e dichiarano di non aver affatto perso il desiderio di spostarsi in tutto il mondo dopo la pandemia. Al contrario, il 33% vorrebbe recuperare il tempo perso nell’ultimo periodo, mentre il 31%, non vede l’ora di tornare a viaggiare come prima della pandemia.

Vacanze degli italiani all’insegna della prima volta

Sempre secondo lo studio sopracitato, la destinazione di viaggio dovrà essere sconosciuta ma economica: il 66% predilige il mare, il 56% le città d’arte, il 41% la montagna e il 34% le grandi metropoli.

Dati che si mostrano in linea rispetto alle risposte fornite su cosa cerchino gli italiani dal loro prossimo viaggio: il 42% vuole il relax,  il 30% arte e cultura. La Generazione Z, invece, cerca – soprattutto e giustamente vista l’assenza degli ultimi anni – divertimento e amici, combinando la voglia di visitare città e viaggiare oltre confine.

Per il weekend di Pasqua la piattaforma Trainline ha rilevato le tre mete preferite degli italiani da raggiungere in treno: al primo posto si piazza Roma (con il 24% delle preferenze), al secondo Napoli (11%) e al terzo Firenze (8%).

Cosa significa viaggiare per gli italiani

Il significato del viaggio per gli italiani assume diverse sfumature. Nel dettaglio: il 38% sostiene che viaggiare le faccia sentire liberi, il 30% ama farsi sorprendere e “perdersi” nelle bellezze del luogo in cui si trova. I giovani in particolare associano il viaggio a un’esplorazione interiore.

E alla domanda su come dovrebbero essere le vacanze quest’anno dopo lo stop causato dalla pandemia, il campione ha evidenziato una maggiore voglia di natura (+31%), di tranquillità (+29%) e di mangiare bene (+22%). In calo, invece, il percorrere lunghe distanze (-2%) e il caos de villaggi turistici (-23%).

Gli italiani, inoltre, amano viaggiare in treno: il 67% sceglie le rotaie spesso o a volte per i propri viaggi di piacere. Numeri che non sorprendono e i motivi ve li avevamo spiegati qui. L’aereo si ferma al 55%. Interessante è il dato della Generazione Z per quanto riguarda l’uso de treni per viaggiare, l’80% adora farlo per i seguenti motivi:

  •  possibilità di fare altre cose durante il viaggio (52%);
  • senso di relax che dona osservare i paesaggi dal finestrino (40%);
  • vantaggio di poter partire e arrivare direttamente in centro città (37%);
  • sicurezza del mezzo (30%;
  • viaggio che si rivela piuttosto economico (24%).

Come organizzano le vacanze gli italiani

Infine, l’indagine si è focalizzata sul come pianificano le vacanze gli italiani: l’82% prova gusto nell’organizzarla, l’80% pensa che la pianificazione del viaggio permetta loro di pregustarlo e il 79% dedica molto tempo alla valutazione delle diverse opzioni di soggiorni, trasporti e attività.

Il 26% del campione, in cambio, sente una sensazione di ansia in questa fase e per il 15% si tratta invece di una seccatura.

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Paperino e Fiumelatte: i paesi italiani con i nomi più strani sono questi (e non solo)

È un’avventura inedita, stravagante e a tratti bizzarra quello che ci permette di scoprire il BelPaese attraverso un itinerario che segue i nomi più particolari dei paesi italiani. Sapevate, per esempio, che sul lago di Como c’è un piccolo territorio che prende il nome di Fiumelatte? E che a Prato c’è una località che è stata ribattezzata, ufficialmente, come Paperino?

E no, se ve lo state chiedendo, non si tratta di un libro di fiabe che racconta le vicende degli abitanti che vivono in paesini e borghi dai nomi inventati, ma di località deliziose che si snodano lungo tutto lo stivale.

Alcuni di questi nomi, ispirati a fiori, cibi e personaggi inventati, sembrano il preludio a una poesia visiva che si apre davanti ai nostri sguardi. La stessa che ci spinge a raggiungere destinazioni che forse ignoravamo. Pronti a geolocalizzarvi nei luoghi italiani dai nomi più stravaganti?

I Paesi italiani con i nomi più stravaganti

Il nostro itinerario non può che cominciare proprio dal Lago di Como, dal piccolo paesino che prende il nome di Fiumelatte. Le origini di questo sono date proprio dall’omonimo corso d’acqua che bagna il borgo e che, attraversando le fessure delle rocce che dominano il paese, si presenta agli occhi di lo guarda come un grande e schiumoso fiume di latte.

Situata a sud est del capoluogo veneto di Rovigo, troviamo una piccola cittadina dal nome Occhiobello. Riconosciuta per i suoi edifici storici che si affacciano sulle strade cittadine, non facciamo fatica a immaginare che il suo nome non sia altro che il preludio alla bellezza del territorio.

Stanchi delle solite mete? Che ne dite di una breve sosta a La California? Non quell’americana, s’intende, ma quella italiana situata nel comune italiano di Bibbona, a Livorno. potrete sempre vantarvi di aver fatto un viaggio lontano dalle solite mete.

A pochi chilometri da Prato, invece, troviamo una piccola frazione che prende il nome di Paperino. le fonti più accreditate attribuiscono le origini del nome al termine papyrus, che vuol dire giunco. Quello che è certo è che il nome si rivela davvero d’ispirazione.

Restiamo in Toscana, questa volta per raggiungere le meravigliose Crete Senesi. È qui che esiste un piccolo borgo dal nome davvero originale: Belsedere. Si sarà forse ispirato ai lineamenti sinuosi e sensuali delle colline? L’ipotesi ci sembra più che plausibile.

Al confine tra Perugia e Gubbio esiste, invece, un luogo ricco di suggestioni e misteri, così come lo è il suo nome. Protagonista di numerose leggende, non troppo rassicuranti, Casa del Diavolo resta uno dei luoghi più affascinanti dell’intera regione.

Ci spostiamo ora nel profondo Sud, per andare alla scoperta di una cittadina soleggiata e ridente il cui nome è tutto un programma. Stiamo parlando di Donnadolce, una frazione di Ragusa, che solo a pronunciarla mette già il buon umore.

E di luoghi da scoprire e riscoprire la Sicilia ne è piena. Provate a fare una deviazione a Trapani, allontanandovi dai sentieri turistici più battuti. È qui che troverete il Purgatorio, nel senso più letterale del termine.

Se ancora non ne avete abbastanza di questo stravagante tour tra i paesi con i nomi più strani in Italia, non vi resta che fare una sosta a Buonvicino, a Cosenza. Il nome di questo paesino calabrese promette davvero bene.

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Smart working in aperta campagna: l’ufficio dei sogni esiste

In una quotidianità sempre più caratterizzata da caos e disordine, da stress, impegni e scadenze, anche l’ufficio può diventare un’oasi di pace, un rifugio di creatività e produttività. Un’idea, questa, che sembra appartenere a un immaginario quasi surreale, e che invece è reale e più concreta che mai grazie alle Tini house e ai Tini office.

Si tratta di progetti prefabbricati proposti dallo studio di architettura DeLaVega Canolasso che sembra rispondere perfettamente alle esigenze di chi non vuole smettere di lavorare viaggiando e viceversa avendo a disposizione un piccolo spazio immerso nella natura più autentica e primitiva.

L’ultima proposta dello studio di architettura è la Tini XS, una struttura micro, come il nome stesso suggerisce, situata all’interno di una tenuta equestre. Un luogo accogliente e straordinario da dove contemplare i magnifici panorami, lavorare e rilassarsi.

Tini XS

Tini XS

Tini office e Tini house: i rifugi degli smart woker

Da diversi anni le tiny house hanno stravolto, letteralmente, il modo di abitare gli spazi. Sono moltissime le persone che hanno lasciato ville, appartamenti e grandi spazi per questi micro ambienti che però offrono tutto ciò di cui una persona ha bisogno.

Con la diffusione dello smart working, e l’esigenza sempre più crescente di avere un lavoro flessibile, le tiny house hanno fatto un upgrade e si sono trasformate in piccoli uffici all’interno dei quali è possibile stimolare creatività e produttività lavorativa in ambienti confortevoli.

Con i loro Tini Office, lo studio di architettura DeLaVega Canolasso ci ha dimostrato che è possibile avere un ufficio diverso dalle solite postazioni di home office, all’interno del quale godere dei panorami più belli del mondo.

Un’alternativa, questa, che celebra la flessibilità e che risponde alle richieste sempre più esigenti di un nuovo modo di lavorare.

Dopo l’ufficio nel bosco, la nuova proposta che questa volta diventa XS, è un piccolo rettangolo che risponde alla vocazione dei nomadi digitali. La struttura, composta da moduli liberi, è facile da installare e da trasportare ovunque. Ovviamente il consiglio è quello di optare per i luoghi a noi più cari e suggestivi.

Tini XS

Tini XS

Tini XS a Plasencia

L’ultima proposta del settore è quella che riguarda una Tini house in formato XS che può essere adibita anche a postazione di lavoro. Perfettamente inglobata nella campagna equestre di Plasencia, la città spagnola ai confini fra Estremadura e Castiglia sulla Ruta de la Plata, questa scatola di 12 metri quadri si prepara a diventare il rifugio ideale di tutti coloro che hanno bisogno di allontanarsi dalla città e ritrovare la pace.

La facciata scultura in acciaio nero e la struttura metallica, sembrano prendere in prestito i lineamenti di una roccia che si lega armoniosamente con il territorio circostante. Gli interni caldi e accoglienti, realizzati in legno di pioppo OSB e isolati con ben 14 centimetri di cotone riciclato, danno un tocco di classe che riflette l’ambientazione idilliaca esterna.

La Tini XS sembra adattarsi perfettamente con gli scenari della tenuta equestre di Plasencia, ma a guardarla meglio è intuibile che può integrarsi abilmente in qualsiasi altro contesto. Il risultato è uno spazio molto caldo, un rifugio completamente connesso con l’ambiente circostante dove rigenerarsi e ritrovarsi. Vi piacerebbe lavorare in un ufficio così?

Tini XS

Tini XS

 

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Deiva Marina, il borgo più bello tra terra e mare

Oggi vi portiamo in Liguria, più precisamente in provincia de La Spezia, per scoprire un borgo che si sviluppa tra terra e mare. Parliamo di Deiva Marina, perla nostrana appena entrata a far parte del circuito “I Borghi Più belli d’Italia” e che si rivela un vero e proprio gioiello da diversi punti di vista.

Deiva Marina, cosa vedere

Particolarmente conosciuta per la sua grande spiaggia di sabbia mista a ghiaia e sassolini e per il suo mare azzurro, cristallino e pulito, Deiva Marina ha molto più da offrire al visitatore. Passeggiare nel suo pittoresco centro storico, infatti, si rivela un vero piacere a tal punto da chiedersi perché mai non lo si è fatto prima.

Deiva Marina è un insieme di i tipici caruggi che regalano scorci emozionanti sul mare, ma anche palazzi, ville storiche e chiese delle origini antiche. Da queste parti caratteristici vicoli liguri conducono di fronte a meravigliose ville settecentesche con giardini alla genovese, case, torri dai colori ocra e rosa, edifici con decorazioni artistiche sulle facciate e minuscole piazzette. Quello che si può fare nel borgo antico di Deiva Marina  è percorso piacevole in cui si alternano porte, archi, scalette e terrazze ricche di fiori.

Da non perdere assolutamente è la Chiesa Parrocchiale di Sant’Antonio Abate che risale al Settecento, un edificio in stile classico con richiami barocchi e con un sagrato policromo realizzato con ciottoli colorati di fiume che danno vita anche a una rosa dei venti e soggetti marinareschi. Particolarmente suggestivi anche l’organo custodito al suo interno che risale al 1848, e alcune tele interessanti del XVIII secolo.

Chiesa Parrocchiale di Sant’Antonio Abate devia marina

La Chiesa Parrocchiale di Sant’Antonio Abate

Sono ben conservate, inoltre, due torri di avvistamento erette ai tempi della Repubblica di Genova. La Torre Saracena ha una forma quadrangolare e oggi è sede di diverse mostre ed eventi culturali. L’altra, invece, è una torre costiera e ha una forma cilindrica. Sfortunatamente, durante l’alluvione del 1852, metà di essa crollò lasciando solamente un moncone semicircolare.

Il mare e la natura di Deiva Marina

Il bellissimo borgo di Deiva Marina è diviso in due parti principali: il paese vecchio, verso l’interno, che si sviluppa attorno alla piazza di fronte alla Chiesa di Sant’Antonio Abate, e la Marina, appunto, un’area più recente che si affaccia sul mare.

Ma non solo. Deiva Marina è circondata da rilievi, tra cui il più elevato è il monte San Nicolao (847 m s.l.m.). In località Baracchino, invece, un sentiero sale alla sommità del monte Pietra di Vasca (801 m) dal quale è possibile ammirare una vista che spazia dalla fascia costiera tra Sestri Levante e La Spezia, fino alle maestose Alpi Apuane e, verso l’interno, fino al monte Gottero. Nelle alture di Deiva Marina vi è, tra le altre cose, il Passo del Bracco alto 610 m., uno dei tratti più tortuosi e interessanti dell’antica via Aurelia.

Rilievi sinuosi e pittoreschi permettono agli amanti del trekking di regalarsi passeggiate indimenticabili lungo sentieri che alternano strapiombi a picco sul mare e tratti immersi nei boschi di castagno, particolarmente suggestivi durante la stagione autunnale.

Situata nella vallata dei torrenti Deiva e Castagnola, in prossimità della foce, sulla Riviera di Levante, Deiva Marina si distingue per essere una rinomata e frequentata località balneare con ampie spiagge e un mare da sogno. Ci sono anche stabilimenti balneari attrezzati e le coste frastagliate ai lati del borgo ben si prestano per le immersioni subacquee.

Deiva Marina spiagge

L’ampia spiaggia di Deiva Marina

Cosa fare nei dintorni di Deiva Marina

Il comune di Deiva Marina è suddiviso in due frazioni: Piazza e Mezzema e altrettante località come, per esempio, Passano. Viene da sé capire che anche i suoi dintorni regalano diverse bellezze da visitare.

L’antico abitato di Mezzema, situato in zona collinare, dona al visitatore una bellissima Chiesa Parrocchiale dedicata a San Michele Arcangelo. L’edificio è citato nel diploma di Carlo Magno del 774, ma secondo alcune ricerche storiche la sua fondazione potrebbe essere ben più antica, intorno al VII o VIII secolo. Al suo interno è possibile ammirare una statua del Santo creata dallo scultore Anton Maria Maragliano.

Passano, posizionata a 298 m s.l.m., vanta i resti del Castello feudale dell’omonima famiglia distrutto dalle truppe della Repubblica di Genova nel 1174, e dell’Ospedale di San Nicolao di Pietra Colice, con annesso ricovero per i viandanti.

Interessante anche la frazione di Piazza dove è possibile visitare la Chiesa Parrocchiale di Sant’Anna edificata nel XVIII secolo, mentre in località Piani della Madonna è ubicato il santuario di Nostra Signora Assunta costruito sui resti di un preesistente edificio.

Potreste fare una sosta anche a Casa Marcone che è attraversata dalla strada statale 1 Via Aurelia in prossimità del Passo del Bracco. A monte delle abitazioni si trovano ancora tracce dell’antica via Aurelia che un tempo costituiva l’unica via di comunicazione tra Genova e Roma. Inoltre, nei pressi di una estesa radura boschiva, sono ancora evidenti tracce e resti di un accampamento militare resistito fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Infine il Passo del Bracco che possiamo definire il regno dei motociclisti. Un percorso molto antico e già utilizzato dai romani che lo attraversavano per arrivare dall’entroterra delle Cinque Terre al Golfo del Tigullio. Inutile dirvi che i panorami sono bellissimi dal momento che spaziano da Sestri Levante fino a La Spezia.

Passo del Bracco liguria

Un tratto del Passo del Bracco

Un’area dell’entroterra di Deiva Marina che si presta perfettamente per fare escursioni. Il tutto immersi in una macchia mediterranea costellata di pini e castagni. Chi ama fare trekking apprezzerà anche i numerosi sentieri che collegano il borgo di Deiva Marina alle vicine località di Moneglia e di Framura.

Insomma, Devia Marina con i suoi verdi pendii che si tuffano in mare, le piccole spiagge seminascoste, la vasta rete di sentieri che sono eredità delle antiche vie del sale, è un vero e proprio paradiso per gli appassionati di escursionismo, di storia ma anche di mare.

E il suo borgo antico, caratterizzato da vicoli stretti e case color pastello tipiche dell’architettura ligure, è un vero e proprio gioiello da scoprire a passo lento. Così come lo sono le sue numerose frazioni che impreziosiscono le colline circostanti. Un vero e proprio richiamo verso l’entroterra ligure, come i numerosi sentieri che alternano strapiombi a picco sul mare e tratti immersi nei boschi di castagno, per poi tuffarsi nelle incantevoli spiagge locali.

Deiva Marina borgo

Una splendida vista del borgo di Deiva Marina

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Le luci si sono accese su Lille: è iniziata la magia

Il Festival dedicato al Video Mapping, l’arte immersiva e suggestiva che fonde l’ambito visuale e quello digitale, è arrivato a Lille, ma questo è solo l’inizio di una magia spettacolare che si diffonderà nei prossimi mesi nella regione dell’Hauts-de-France.

Ci troviamo nell’Alta Francia, nella deliziosa capitale della regione, nonché cuore pulsante di tutto il territorio. Un centro universitario, culturale e dinamico indissolubilmente legato alle Fiandre francesi. Sul territorio, infatti, è possibile ammirare ovunque le influenze fiamminghe.

Il centro storico di Lille è una vera meraviglia: casette a schiera affiancante le une con le altre sono le testimonianze dell’architettura del XVII secolo, gli edifici che si affacciano sulle strade accompagnano i cittadini e i viaggiatori nella grande e suggestiva piazza centrale, che prende il nome di Grand Place, e in altri luoghi iconici della città come la storica Opéra de Lille in Place du Théâtre che, ora, è più splendida che mai.

Lille's opera, Video Mapping Festival

Lille’s opera, Video Mapping Festival

Dal teatro dell’Opera alla stazione: tutti i monumenti illuminati da luci e colori

L’Opéra de Lille, monumento storico di Francia dal 1999, è diventato ancora più straordinario da quando i fasci di luce lo hanno illuminato in occasione dell’inaugurazione della quinta edizione del Video Mapping Festival. Insieme al teatro, anche altri monumenti iconici della città di Lille si sono accesi per magia.

La proiezione di due bambine, che salgono le scale, cambia il volto alla stazione ferroviaria di Lille che, non è mai stata così bella. Anche la facciata del Théâtre du Nord in Place du Général de Gaulle incanta e stupisce mentre delle proiezioni astratte, luminose e colorate si susseguono una dopo l’altra.

Lille è avvolta e immersa in una luce nuova grazie al Video Mapping Festival nella regione Hauts-de-France che è giunto alla sua quinta edizione. Attraverso la raffinata combinazione fra arte e tecnologia, questo spettacolo immersivo e suggestivo è destinato a rendere le città, e i suoi punti di riferimento, delle opere incantate.

Venerdì 11 marzo è stato il turno di Lille: una serie di proiezioni si sono accese sui monumenti iconici della città consentendo un tour delle meraviglie. Ma come vi abbiamo anticipato, questo non è che l’inizio. Il festival, infatti, toccherà altre venti città della regione Hauts-de-France con spettacoli di grande bellezza che seguiranno fino al mese di ottobre 2022. Scopriamo quando e dove.

Video Mapping Festival, Stazione di Lille

Video Mapping Festival, Stazione di Lille

Il Festival di Video Mapping a Hauts-de-France: gli appuntamenti imperdibili

Sembra che questo sia davvero il periodo migliore per organizzare un viaggio nella regione dell’Alta Francia, per scoprire e riscoprire quei luoghi che da sempre ci incantano da un’altra prospettiva data dalle luci e i colori che illuminano i celebri monumenti, le piazze e gli edifici iconici.

Il prossimo appuntamento sarà a Le Touquet-Paris-Plage il 26 marzo; seguirà Beauvais l’8 aprile e Lannoy il 6 maggio. Il festival toccherà anche le città di Lens, Marcq-en-Barœul, Noyon, Péronne, Saint-Omer, Saint-Quentin, Senlis. Il calendario dettagliato degli eventi è disponibile sul sito ufficiale del Festival di Video Mapping.

L’ultimo appuntamento di questo tour delle meraviglie, invece, sarà sabato 22 ottobre 2022 ad Amiens. Per l’occasione sarà organizzato un video mapping tour che permetterà di riscoprire la pittoresca città francese sotto un’altra luce.

Theatre du Nord, Lille

Theatre du Nord, Lille

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I Paesi più sostenibili: la nuova classifica

C’è speranza affinché sempre più destinazioni abbraccino obiettivi di sostenibilità. Un segnale positivo arriva soprattutto dall’Europa che, nonostante la pandemia, ha consolidato anche a livello turistico la sua leadership nell’affrontare le sfide del cambiamento climatico. È quanto emerge dal report di Euromonitor International, che vede il Vecchio Continente eccellere su un totale di 99 Stati mappati globalmente.

La Svezia è il Paese più sostenibile al mondo

Non sorprende, dato il Green Deal europeo – l’insieme di iniziative politiche proposte dalla Commissione europea con l’obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050 – che i Paesi leader nel Sustainable Travel Index 2021 si concentrino nel Vecchio Continente. In testa troviamo la Svezia, classificata al primo posto con la sua offerta turistica unica ed eco-chic, che spazia dalle avventure artiche alla varietà di esperienze nelle città.

La Svezia è da sempre un modello di sostenibilità non solo per il suo incredibile patrimonio naturalistico – fra cui si annoverano ben 30 parchi nazionali – l’alto numero di eco-lodge e le best practice adottate, ma anche per l’alto livello di sostenibilità raggiunto in 23 centri urbani, con alla guida grandi città come Götheborg e Stoccolma. Quest’ultima, oltre ad essere magnetica come pochi altri luoghi al mondo, è stata eletta prima Capitale Verde d’Europa nel 2010. Negli ultimi due anni, si è rinsaldata la tradizionale attenzione del Paese verso la protezione dell’ambiente, con l’impegno più volte ribadito di arrivare a zero emissioni di gas serra entro il 2045.

Il Paese scandinavo è immediatamente seguito nella top 5 delle destinazioni più sostenibili da Slovacchia, Austria, Finlandia ed Estonia, su un totale di 99 Paesi esaminati. Tra le prime 15 città più virtuose in assoluto, invece, 12 sono situate in Europa, con Madrid, Stoccolma, Dublino, Bruxelles e Berlino in cima alla classifica.

Caroline Bremner, responsabile Travel Research di Euromonitor, ha sottolineato anche il forte impegno dei paesi del Caraibi e dell’America Centrale per diventare più sostenibili, con la Repubblica Dominicana (dove il turismo sta rinascendo), Guatemala e Costa Rica in testa. In Sud America si distingue l’Ecuador, soprattutto per quanto riguarda gli alloggi ecologici e il risparmio idrico. Il Paese modello per il turismo rigenerativo è, invece, la Nuova Zelanda, la cui popolazione continua ad ispirarsi ai valori ambientali della cultura Maori.

I fattori chiave del turismo sostenibile

Euromonitor International ha creato il Sustainable Travel Index con l’obiettivo di aiutare le imprese di viaggio a fare la transizione verso una forma di turismo più resiliente, che tenga conto degli impatti positivi e negativi, bilanciando le preoccupazioni ambientali, sociali ed economiche. L’indice permette ai paesi di valutare la loro performance attraverso i pilastri della sostenibilità, per passare dalle parole ai fatti. “Il 66% dei consumatori globali vuole avere un impatto positivo sull’ambiente nella loro vita quotidiana, secondo la nostra indagine Euromonitor sugli stili di vita”, ha sottolineato Caroline Bremner.

La classifica dei paesi è stata fatta sulla base di sette fattori chiave del turismo sostenibile:

  • Sostenibilità ambientale
  • Sostenibilità sociale
  • Sostenibilità economica
  • Rischio
  • Domanda sostenibile
  • Trasporto sostenibile
  • Alloggio sostenibile

La top 15 del Sustainable Travel Index 2021

Ecco la lista dei primi 15 Paesi che si sono distinti per le politiche di sviluppo sostenibile:

  • Svezia
  • Slovacchia
  • Austria
  • Finlandia
  • Estonia
  • Islanda
  • Francia
  • Lettonia
  • Slovenia
  • Norvegia
  • Svizzera
  • Danimarca
  • Croazia
  • Lituania
  • Germania
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Festa di San Patrizio: l’Italia è più verde che mai

Marzo è un mese tanto amato quanto atteso, non solo per l’arrivo della meravigliosa primavera che mette in scena gli spettacoli più belli del risveglio della natura, ma anche perché porta con sé uno degli eventi più incredibili dell’anno, stiamo parlando della festa di San Patrizio.

Un evento legato indissolubilmente con la storia, la cultura e le tradizioni dell’Irlanda, una festa che con gli anni si è andata via via diffondendosi anche nel resto del mondo, compreso il nostro Paese. Monumenti celebri e fiumi che si tingono di verde, feste in piazza e parate in grande stile, celebrazioni nei pub e nei locali. E a Milano, quest’anno, anche l’Irish Week.

Se non potete raggiungere la celebre Dublino, agghindata a festa in occasione St Patrick’s Festival, troverete tantissime altre alternative per celebrare il patrono dell’Irlanda e brindare virtualmente con gli altri cittadini del mondo, in qualsiasi posto voi siate. Scopriamo come.

17 marzo: St Patrick’s Day

La festa di San Patrizio è la più grande e celebre di tutta l’Irlanda. Sono tantissimi gli eventi dal vivo e in streaming che si tengono il 17 marzo per celebrarla in qualsiasi parte del mondo.

L’iconica parata per le strade di Dublino resta, sicuramente, il miglior modo per entrare a pieno nella viva e dinamica atmosfera che caratterizza questa celebrazione. Ma c’è un altro modo, quest’anno, per prendere parte ai festeggiamenti grazie agli eventi virtuali.

In occasione del St Patrick’s Festival di Dublino, infatti, grazie al canale TV virtuale SPF TV sarà possibile partecipare da qualsiasi parte del mondo ai festeggiamenti guardando gli spettacoli dal vivo e gli altri eventi in streaming.

Ma non è l’unica alternativa che abbiamo perché, come di consueto, il nostro BelPaese si tingerà di verde in occasione della festa di San Patrizio. Selfie e fotografie davanti a monumenti iconici, come ogni anno, invaderanno i nostri social feed, mentre i pub irlandesi offriranno le migliori birre di sempre a suon di canti tradizionali.

Quest’anno, però, c’è una novità nel nostro Paese: una Irish Week made in Italy che si svolgerà tra le strade di Milano.

Come celebrare la festa di San Patrizio in Italia

Come abbiamo anticipato, la tradizionale celebrazione di San Patrizio si è diffusa con gli anni in tutto il mondo. Per unirsi ai festeggiamenti dell’Irlanda, capitali, città e paesi ogni anno illuminano monumenti e siti iconici grazie all’iniziativa Global Greening.

Negli anni scorsi si sono tinti di verde Torre di Pisa, il Pozzo di San Patrizio a Orvieto, il Colosseo e la Fontana dell’Acqua Paola di Roma a Roma, Terrazza a Mare di Lignano Sabbiadoro, la Rocca di Lonato e molti altri monumenti. Il consiglio è quindi di tenere a portata di mano la lista di Global Greening per scoprire quali saranno i monumenti iconici coinvolti nell’iniziativa nelle città d’Italia.

A Milano, invece, prenderà vita una vera e propria Irish Week che oltre a illuminare di verde la UniCredit Tower, la fontana di Piazza Gae Aulenti, lo Spirit de Milan e Porta Romana, darà vita a una serie di eventi culturali e gastronomici che si snoderanno lungo tutto il capoluogo lombardo.

Concerti di musica dal vivo, festival di letteratura, proiezioni ed eventi legati alla gastronomia si svolgeranno dal 12 al 20 marzo per consentire alle persone di toccare con mano le tradizioni che rappresentano l’identità irlandese. Pronti a festeggiare?

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I tulipani esplodono in un caleidoscopio di colori: i giardini di Sissi sono un incanto

La primavera mette in moto tantissimi viaggiatori da tutto il mondo dando vita a quella che sembra una vera e propria migrazione. Sono le persone che si recano nei diversi angoli del globo per praticare l’Hanami, e vedere la bellezza della nascita dei sakura, per contemplare le fioriture nei deserti più aridi, per ammirare le distese di tulipani in Olanda che invadono i territori come fossero tappeti colorati.

E sono proprio le fioriture di tulipani le assolute protagoniste della primavera nei mesi che vanno da marzo a maggio. Ma per osservare quell’esplosione di colori che si palesa davanti agli occhi come un caleidoscopio di pura magia, non c’è bisogno poi di volare così lontano.

Anche l’Italia, infatti, ha le sue fioriture di tulipani che si snodano lungo lo stivale e che attirano ogni primavera cittadini e viaggiatori per ammirare la grande bellezza. Tra queste c’è un altro luogo che ha lasciato alla natura lo spazio per mettere in scena uno spettacolo straordinario: stiamo parlando dei Giardini di Castel Trauttmansdorff.

Tulipani a Castel Trauttmansdorff

Tulipani a Castel Trauttmansdorff

I tulipani esplodono nei Giardini di Castel Trauttmansdorff

I Giardini di Castel Trauttmansdorff non hanno bisogno di presentazioni. Luogo incantato che offre scenari fiabeschi, questo anfiteatro naturale che domina la città di Merano attira migliaia di visitatori provenienti da tutto il giorno a ogni stagione.

Diventato col tempo il simbolo perfetto del connubio fra natura, arte e cultura: Castel Trauttmansdorff è meraviglioso in ogni stagione dell’anno, perché la natura, che si snoda in 12 ettari terreno, è lasciata libera di esplodere in tutta la sua bellezza.

Sono più di 80 gli ambienti botanici dove fioriscono piante provenienti da ogni parte del mondo creando paesaggi esotici e mediterranei da attraversare, per poi fermarsi dei punti panoramici per ammirare scorci incantevoli sugli scenari montani circostanti.

E proprio in occasione della riapertura dei Giardini di Castel Trauttmansdorff, che inaugura la stagione 2022 con il 1° di aprile, un nuovo spettacolo sta andando di scena. Sono i meravigliosi tulipani colorati che, in piena fioritura, trasformano i Giardini di Sissi in paesaggi variopinti e cangianti che fanno innamorare.

Tulipani a Castel Trauttmansdorff

Tulipani a Castel Trauttmansdorff

Fioriture e paesaggi: cosa vedere ai Giardini di Castel Trauttmansdorff

Con l’inaugurazione della stagione 2022, più di 350.000 fiori primaverili, tra cui i meravigliosi tulipani, si preparano a incantare il mondo intero, rappresentando alla perfezione il tema di quest’anno: Regalati del tempo – Il giardino come luogo di benessere.

E quelli di Sissi, sono davvero i giardini del benessere. Un luogo in grado di incantare, di inebriare tutti i sensi con i colori e con i profumi, con gli scorci meravigliosi sul territorio circostante.

Il palcoscenico dove va in scena la natura, infatti, è incastonato alla stregua di un tesoro prezioso nel paesaggio naturale su un dislivello di oltre 100 metri, aprendo a ogni passo suggestive prospettive su tutta Merano. Al centro dei Giardini, poi, troviamo il Castel Trauttmansdorff, che troneggia fiero e maestoso, e che conserva i ricordi del tempo trascorso qui dall’Imperatrice Elisabetta.

Tutto intorno al castello, invece, si snodano padiglioni artistici, orti botanici e giardini a tema che rendono questo luogo un micro ecosistema di flora e fauna tutto da scoprire.

Tulipani a Castel Trauttmansdorff_

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Roa Marenca, a piedi sulle strade dell’oro bianco

Quello che vi stiamo per raccontare è un patrimonio di sentieri e di antiche strade tramandate di generazione in generazione. È un’antichissima via che si trasforma in un viaggio di una ricchezza straordinaria che procede tra mille testimonianze storiche e artistiche: benvenuti sulla Roa Marenca.

Cos’è la Roa Marenca e dove passa

La Roa Marenca è un percorso che parte dal centro di Mondovì,  in provincia di Cuneo, e attraversa i paesi di Vicoforte, Torre Mondovì, Roatta, Serra Pamparato, Pamparato, Valcasotto, Colla di Casotto, Garessio e Trappa per concludersi con l’arrivo a Ormea, sempre in provincia di Cuneo.

Si può percorrere a piedi o in sella a una bici attraverso vie che conducono alla scoperta di luoghi che arrivano dritti al cuore. Il primo è Mondovì, un antico borgo medievale situato tra collina, montagna e pianura. Poi la Via delle Cappelle (sono sette, nei punti più panoramici) per raggiungere il Santuario di Vicoforte che vanta la cupola ellittica più grande del mondo.

Subito dopo c’è il borgo di Moline, vero antico “casello” di questa strada per poi approdare a Torre Mondovì e dirigersi verso Roata, una frazione che sorge a 452 metri sul livello del mare che farà scoprire un belvedere straordinario, un raro giardino botanico e una piazza gioiello. Usciti dalla frazione di Roata si passa accanto alla Madonna del Pilone per poi affacciarsi su un panorama magnifico sulle montagne che separano dal mare.

Santuario di Vicoforte roa maerca

Il meraviglioso Santuario di Vicoforte

A quel punto sarete alla porte di Serra di Pamparato, dove un tempo i Savoia passavano in carrozza diretti al loro castello di caccia di Valcasotto, costruito su un’antichissima abbazia dei Certosini. Di seguito, il percorso continua verso l’abitato di Pamparato, tappa gastronomica dove poter degustare la polenta di grano saraceno e altrettante specialità locali.

Subito dopo direzione Valcasotto, sede della stagionatura di formaggi, ma anche uno dei primi luoghi dove è nata la Resistenza Partigiana del Nord Italia. Sosta d’obbligo alla Colla Casotto (1.380 m), oggi stazione sciistica Garessio 2000, per godersi la prima vista del Mar Ligure. Si scende poi al bellissimo borgo antico di Garessio.

La tappa successiva è il borgo di Ormea, porta della Roa Marenca verso il mare. Si corre a fianco del fiume Tanaro e della ferrovia con i suoi caselli e le sue stazioni romantiche. La Val d’Inferno e la torre saracena di Barchi sono tappe ricche di antico fascino.

La Roa Marenca e l’oro bianco

Per oro bianco si intende il sale, un bene che un tempo era così prezioso da essere talvolta scambiato allo stesso valore dell’oro. Con l’uso del frigorifero, agli inizi del XX secolo, queste strade sono diventate obsolete, ma ora sono da riscoprire, a passo lento, facendo un bagno di cultura, natura e sapori. 60 km di vie asfaltate secondarie tra boschi e montagne da cui ci si può avventurare in percorsi su strade bianche attraverso alcuni anelli.

Un viaggio in un paesaggio molto vario e ricco di contrasti che si rivela costellato di dolci declivi collinari coperti di boschi, zone aspre e movimentate che sfiorano eccezionali strutture rocciose di quarzite che emergono dalla vegetazione. La parte più alta del percorso, inoltre, offre ai turisti ambienti e paesaggi montani che sono davvero indimenticabili.

Si susseguono, infine, resti di castelli alternati a quelli delle torri saracene e ponti romani. Insomma, un percorso che regala emozioni diverse in ogni angolo.

Roa Marenca tappe

I panorami della Roa Marenca