Il mondo si accinge a riaprire le frontiere dopo due anni di chiusure dovute alla pandemia da Covid-19. E IATA, l’organizzazione internazionale delle compagnie aeree, ha tracciato la sua previsione a tal proposito.
Come sono cambiate le aspettative
È evidente che le aspettative rispetto ai due anni appena passati sono cambiate e, soprattutto, grazie all’evoluzione delle restrizioni di viaggio imposte dal governo in alcuni mercati. Nonostante questo, il quadro generale presentato nell’ultimo aggiornamento delle previsioni a lungo termine di IATA rimane invariato rispetto a quanto previsto a novembre, prima dell’arrivo della variante Omicron.
Willie Walsh, direttore generale di IATA, ha infatti affermato che: “la traiettoria per il recupero del numero di passeggeri da Covid-19 non è stata modificata dalla variante Omicron. Le persone vogliono viaggiare, ma c’è ancora molta strada da fare per raggiungere un normale stato di cose. Tuttavia, le previsioni in merito all’evoluzione del numero di passeggeri danno buone ragioni per essere ottimisti“.
Tutto questo vuol dire che il ritorno alla tanto desiderata normalità anche nel traffico aereo è previsto solo nel 2025, e con una stima di circa 4 miliardi di passeggeri. IATA pronostica fra tre anni un livello del 101% di viaggiatori rispetto a quelli del 2019, ultimo anno di comparazione prima dell’emergenza Covid.
L’aggiornamento di febbraio riguardo alle previsioni a lungo termine segnala che se lo scorso anno si era registrato un 47% di volume di traffico rispetto al 2019, in questo 2022 gli analisti prevedono un recupero di traffico al 69%, nel 2023 all’83%, al 94% nel 2024 e al 101% nel 2025.
Uno scenario di ripresa internazionale leggermente più ottimistico rispetto a novembre 2021, basato sul progressivo allentamento o eliminazione delle restrizioni di viaggio in molti mercati.
“I fattori più incidenti nel traffico passeggeri – ha proseguito Walsh – sono le restrizioni che i governi impongono ancora ai viaggi. Fortunatamente, più governi hanno capito che le restrizioni di viaggio hanno un impatto a lungo termine minimo o nullo sulla diffusione di un virus. E le difficoltà economiche e sociali causate da un beneficio molto limitato semplicemente non sono più accettabili in un numero crescente di mercati. Di conseguenza, la progressiva rimozione delle restrizioni sta dando una spinta tanto necessaria alle prospettive di viaggio“.
Lo scenario internazionale
Non tutti i mercati o settori si stanno riprendendo allo stesso ritmo. Per esempio, l’Asia-Pacifico è in ritardo nella ripresa. Mentre Australia e Nuova Zelanda hanno annunciato nuove misure per riconnettersi con il mondo, la Cina non mostra segni di allentamento della sua strategia anti-Covid. Questo vuol dire che i blocchi localizzati nel suo mercato interno stanno deprimendo il numero di passeggeri globali, anche se altri mercati importanti come gli Stati Uniti sono in gran parte tornati alla normalità.
Quindi, a causa delle restrizioni di viaggio ancora in atto nel mercato Asia-Pacifico, il traffico da/per/all’interno di questa zona raggiungerà solo il 68% dei livelli del 2019 nel 2022, il risultato più debole. I livelli del 2019 dovrebbero essere recuperati nel 2025 (109%) a causa di una lenta ripresa del traffico internazionale nella regione.
Per quanto riguarda l’Europa, nei prossimi anni si prevede che il mercato trarrà vantaggio dalle preferenze dei passeggeri per i viaggi a corto raggio man mano che la fiducia riprenderà. Ciò sarà facilitato da una circolazione sempre più armonizzata e priva di restrizioni all’interno della Ue. Secondo le previsioni di IATA, il numero totale di passeggeri da/per/all’interno dell’Europa raggiungerà l’86% dei valori del 2019 nel 2022, prima di recuperare completamente nel 2024 (105%).
Il traffico da/per/all’interno del Nord America, dopo un 2021 resiliente, continuerà a registrare ottime performance anche nel 2022. Infatti, il mercato interno statunitense sta tornando alle tendenze pre-crisi e con continui miglioramenti nei viaggi internazionali. Nel 2022, il numero di passeggeri raggiungerà il 94% dei livelli del 2019. La piena ripresa è prevista nel 2023 (102%).
Le prospettive di traffico passeggeri dell’Africa sono leggermente più deboli nel breve termine a causa dei lenti progressi nella vaccinazione della popolazione e dell’impatto della crisi sulle economie in via di sviluppo. Il numero di passeggeri da/per/all’interno di questo continente riprenderà più gradualmente che in altre regioni, raggiungendo il 76% dei livelli del 2019 nel 2022 e superando i livelli pre-crisi solo nel 2025 .
Si ritiene che il focus del Medio Oriente sulla connettività a lungo raggio attraverso i suoi hub si tradurrà in una ripresa più lenta. Le previsioni di IATA sono che il numero di passeggeri da/per/all’interno del Medio Oriente raggiungerà l’81% dei livelli del 2019 nel 2022, il 98% nel 2024 e il 105% nel 2025.
Il traffico da/per/all’interno dell’America Latina è stato relativamente positivo durante la pandemia. Attualmente, si prevede che vedrà un forte 2022, con restrizioni di viaggio limitate e flussi dinamici di passeggeri all’interno della regione e da/per il Nord America. Inoltre, IATA sostiene che il numero di passeggeri nel 2019 sarà superato nel 2023 per il Centro America (102%), seguito dal Sud America nel 2024 (103%) e dai Caraibi nel 2025 (101%).
Le conseguenze del conflitto Russia-Ucraina
Purtroppo non sono da sottovalutare le conseguenze del conflitto Russia-Ucraina. Tuttavia, la previsione tracciata da IATA non calcola l’impatto che può avere questo evento sull’aviazione. Ma in generale, il trasporto aereo è resiliente agli shock e sembrerebbe improbabile che questo conflitto possa avere un impatto sulla crescita a lungo termine del trasporto aereo. E, nonostante la chiusura degli spazi aerei, è ancora troppo presto per stimare quali saranno gli effetti a breve termine per l’aviazione. È piuttosto evidente, però, che esistono rischi al ribasso, in particolare nei mercati esposti al conflitto.
I fattori di sensibilità includeranno l’estensione geografica, la gravità e il periodo di tempo per le sanzioni e/o la chiusura dello spazio aereo. Questi impatti si faranno sentire più gravemente in Russia, Ucraina e nelle aree limitrofe. La Russia pre-Covid era l’undicesimo mercato più grande per i servizi di trasporto aereo in termini di numero di passeggeri, compreso il suo enorme mercato interno. L’Ucraina si è classificata 48esima.
L’impatto sui costi delle compagnie aeree a seguito delle fluttuazioni dei prezzi dell’energia o del reindirizzamento per evitare lo spazio aereo russo potrebbe avere implicazioni più ampie. Non si esclude che la fiducia dei consumatori e l’attività economica subiscano un impatto anche al di fuori dell’Europa orientale.
Quello che per il momento è evidente è che nelle ore successive all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la domanda di viaggi internazionali ha subito un forte calo. Ma secondo gli esperti dei viaggi, dopo due anni di stop a causa della pandemia, le persone hanno molta voglia di viaggiare.